Libri > Eragon
Segui la storia  |       
Autore: PrincessintheNorth    05/10/2017    2 recensioni
Prequel di "Family"!
Nel regno del Nord, una principessa e Cavaliere dei Draghi, Katherine, farà conoscenza di Murtagh, il Cavaliere Rosso che si è autoimposto l'esilio ...
In Family abbiamo visto il compimento della loro storia e il loro lieto fine: ma cos'è successo prima?
"-Principessa, per l’amor del cielo … - prese a implorarmi Grasvard. – Spostatevi da lì … non vi rendete conto di chi è?
-È Murtagh figlio di Morzan, ex Cavaliere del Re Nero, erede del ducato di Dras-Leona. – ringhiai. – So benissimo chi è. So anche che è un essere umano come me e come te, a meno che tu non sia un elfo sotto mentite spoglie. È un essere umano ed è vivo per miracolo. Quindi, dato che come me e come te è carne e sangue, gli presteremo le cure che necessita. Sono stata chiara abbastanza?"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castigo, Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Selena/Morzan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 
 
Ma perché, poi?!, mi ritrovai a chiedermi.
Quando ero entrato nella sala del trono, avevo visto quella ragazza, Katherine, la principessa, con una neonata e un tizio, avevo creduto fosse sposata e con figlia e il mio stomaco si era chiuso.
Avevo scoperto che invece la bambina era la sua sorellina, che lei era nubile, e mi era sembrato di camminare sulle nuvole.
Castigo rideva, in un angolo della mia mente, continuando a ripetere che ero stato ammaliato irrevocabilmente da lei.
Ma per piacere.
Era un gran bel pezzo di ragazza, ovviamente. Me la sarei fatta seduta stante, peccato che era una principessa.
Con le principesse era tutto estremamente complicato. Vedi Nasuada.
Beh, lei tecnicamente non era proprio una principessa … ma adesso era la Regina.
Pure peggio.
Fu una domestica, Shay, a mostrarmi quelli che sarebbero stati i miei alloggi. Una gran bella domestica.
Erano delle camere piuttosto spaziose, collocate nell’ala destinata ai reali. Derek aveva detto che lì doveva stare un Cavaliere.
Cavaliere dove, avevo pensato. Ne ho fatte di tutti i colori, e nessuna da Cavaliere.
La finestra era grande e illuminava molto bene la stanza. Il letto era monumentale, le tende del baldacchino rosso scuro e le colonnine intagliate a tralci di vite. Davanti al letto, un tappeto d’orso e un camino.
- Se avete bisogno di qualcosa, fatemi sapere. – disse la ragazza, con uno sguardo che non celava proprio niente.
La voglia di prenderla c’era.
Ma per qualche ragione, non me la sentii.
Murtagh, che cazzo ti prende?!
Era bella, oggettivamente. Gambe lunghe, seni abbondanti, le curve al posto giusto.
Ma niente. La voglia c’era, ma al contempo no.
- Ti farò sapere. – sbuffai.
Delusa, se ne andò, e io mi buttai sul letto.
Nella mia mente, un solo volto dai caldi e dolci occhi castano chiaro.
Una ragazza che cullava la sorellina appoggiata a una colonna.
Una ragazza che volava via sul suo drago.
Dovevo rivedere Katherine.
 
 
Dato che se n’era andata, passai il pomeriggio ad esplorare il castello.
Era molto più piccolo di quello di Uru’Baen, ma al contempo molto più bello e familiare.
Scoprii che i sotterranei erano collocati su due livelli: il primo, dove c’erano le segrete: e il secondo, quello più basso, dove c’era una sorgente termale sapientemente sistemata in varie piscine.
Incuriosito, provai a toccare l’acqua. Era calda. Forse quello era il luogo più caldo dell’intero castello. Paradossalmente, dove ci sarebbe dovuto essere il gelo più assoluto, c’era vapore.
Scoprii almeno tre o quattro passaggi segreti, l’enorme sala da ballo e capii dove fossero le stanze di Katherine.
Erano quelle appena prima delle mie. Davanti, sebbene lei non fosse dentro, due guardie del suo corpo di guardia scelto.
Ci misi relativamente poco a vedere il castello, così andai da Castigo. Era nella torre Nord, dove avevo appreso che di solito stava Antares, la dragonessa di Katherine, ma era abbastanza grande per entrambi.
Mugolò di felicità nel vedermi, e ne approfittai per sedermi nell’incavo tra il suo petto e la zampa anteriore. Finalmente un po’ di caldino.
Mi sei mancato.
Non ero così lontano … cercai di tirarlo su.
Ma non eri qua con me, protestò.
Sospirai e rimanemmo in silenzio, a godere ognuno della presenza e vicinanza dell’altro.
Sei riuscito a farti avvicinare da una persona diversa da me, quindi?, commentai ripensando ai giorni precedenti. Non ne avevamo parlato molto, ma avevo più o meno ricostruito la faccenda.
Ero saltato giù per tuffarmi nella neve, mi ero schiantato, Katherine mi aveva visto e portato al castello.
È simpatica! E poi è un Cavaliere anche lei. Ha promesso nell’antica lingua che non ti avrebbe fatto male, si giustificò. E comunque secondo me lei ti piace.
Non mi piace. Le sono grato per avermi salvato, tutto qui. E poi, è piccola.
Non tanto.
Perché, tu sai quanti anni ha? Ne avrà al massimo sedici.
E allora? Tu ne hai venti.
È una ragazzina. È piccola, te l’ho detto … voglio una donna, non una bambina.
Sarà …
Che intendi?
Com’è che hai fatto cilecca con la domestica, prima?
Divenni viola.
Non ho fatto cilecca!, protestai.
Noooooooo.
È che …
Che avevi la ragazzina nella mente. Ti piace.
Beh, è bella. Ma piccola.
Ceeeeerto, ridacchiò. Continua a ripetertelo finché non ci crederai anche tu. Oh, eccola che arriva …
Vidi Antares scendere in picchiata quasi verticalmente, per poi avvitarsi su sé stessa e aprire gradualmente le ali fermando la caduta e planando.
Una volatrice straordinaria.
Peccato che Katherine, sulla sua groppa, aveva le guance verdognole.
Sembrava stare davvero malissimo, considerando che suo fratello, Alec, andò ad aiutarla a scendere e lei si appoggiò a lui.
Poi si piegò e vomitò.
E di nuovo, una strana sensazione di preoccupazione. Desiderio di starle accanto, alleviare la sua sofferenza come lei aveva fatto con me qualche giorno prima.
Suo zio, Jasper, il medico, mi aveva detto che non poteva venire per via di una brutta febbre che si era procurata uscendo il giorno che mi aveva salvato. Da quanto avevo capito, io, lei e i draghi eravamo rimasti intrappolati per ore in una bufera di neve.
Ma adesso io stavo bene … avrei potuto tenerle compagnia.
Sapevo che starsene malati a letto da soli è una gran brutta cosa.
Ma che diavolo vado blaterando? pensai a quel punto. Nemmeno la conosco!
Tuttavia, non potei ignorare quel desiderio che aveva l’intensità di un bisogno.
Perciò, mezz’ora dopo, bussai alla sua porta.
 
Sembrava minuscola, ancora più di quanto già non lo fosse, sotto le coperte, in quel lettone.
Aveva un’espressione sconsolata in viso, tremava di freddo. Era pallidissima.
In fondo al letto, acciambellato, un lupo grigio.
- Principessa Katherine.
Si voltò verso di me, e mi fece un piccolo sorriso.
Sentii come se il mio cuore avesse fatto un salto.
Balle.
- Katherine basta. – mormorò.
Nella sua voce non c’era traccia dell’autorità con cui mi aveva detto “stai giù” una settimana prima.
In realtà, praticamente non aveva voce. Avevo faticato a sentirla.
Mi avvicinai a lei e mi sedetti sul bordo del suo letto. Katherine si irrigidì, non abituata a quelle vicinanze, e il lupo ringhiò mostrandomi i denti, così presi una sedia e usai quella.
- Come stai?
- Che ci fai qui? – rispose. Cercò di farlo a tono, ma la vocina che le uscì fu troppo debole.
- Mi hai tenuto compagnia mentre ero malato io, più o meno. Considerando che mi hai anche salvato dalla tempesta, ho pensato di ricambiarti il favore.
Fece un piccolo sorriso, e notai una tazza sul suo comodino.
Mi bastò toccarla per capire che era fredda gelata. Guardai dentro, e notai che il liquido al suo interno praticamente non era stato toccato.
- Se qualcuno l’ha messa qui forse vuole che la bevi. – commentai.
Alzò le spalle. – Era fredda.
Mi bastò un rapido incantesimo per riscaldarla. Un sottile filo di fumo si sollevò dal contenuto, e le scappò un altro sorriso.
Gliela porsi, e la prese coprendosi i palmi delle mani con i lembi della coperta di lana.
Intanto, il lupo non aveva smesso di guardarmi male.
- Va tutto bene, Ariel. A cuccia. – disse Katherine, e la lupa le sfiorò con il naso la mano che lei aveva allungato.
Ariel si alzò e si sistemò meglio vicino alla sua padroncina, mettendosi di fianco a lei e appoggiando la testa sul suo ventre per ricevere i grattini.
Poco dopo, sul letto saltò anche un gattino nero dal pelo lungo, con gli occhi azzurro ghiaccio.
- Vedo che gli animali li odi proprio. – commentai e riuscii a farla ridere.
- Non mi piacciono, no. – rise e sorseggiò la bevanda calda.
Cercai di avvicinare il gatto, quello meno pericoloso e che di sicuro non mi avrebbe staccato di netto la mano, e mi si avvicinò, facendosi accarezzare la schiena. Poi si girò sulla pancia e pretese i grattini anche lì.
Era ancora piccolo, un cucciolo, e quindi voleva giocare. Notai che Katherine aveva le mani segnate di graffi, che con ogni probabilità le aveva procurato il micio.
Di sicuro la gente al Sud non pensa a lei quando si immagina una Principessa, mi ritrovai a pensare.
Eppure mi resi conto che era il genere di principessa che preferivo.
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Eragon / Vai alla pagina dell'autore: PrincessintheNorth