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Autore: Jiuliee    11/10/2017    1 recensioni
Quasi automaticamente, gli studenti che entravano in Sala Grande alzavano lo sguardo verso il soffitto incantato, mentre si affrettavano a prendere posto in uno dei quattro lunghi tavoli che occupavano gran parte della sala, salutando i compagni di casata. Qualcuno si massaggiava lo stomaco borbottante, pregustando il lauto banchetto, altri continuavano a guardare la porta d’ingresso ad intervalli regolari, aspettando che si aprisse per lasciare entrare gli studenti del primo anno.
Questa storia è lo spin-off de “L’eredità Evans”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cappello Parlante, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
- Questa storia fa parte della serie 'L’eredità '
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Il primo settembre era una sera piuttosto limpida, ma il freddo pungeva forte e i ragazzi si stringevano nei mantelli mentre scendevano dalle carrozze per riversarsi nel castello.

Il chiacchiericcio allegro era amplificato dall’ampio salone d’ingresso, dove il soffitto si scorgeva a malapena e le fiamme delle torce alle pareti traballavano a ritmo degli spifferi di vento che si insinuavano insieme agli studenti che fluivano lentamente nella Sala Grande.

Quasi automaticamente, gli studenti che vi entravano alzavano lo sguardo verso il soffitto incantato, mentre si affrettavano a prendere posto in uno dei quattro lunghi tavoli che occupavano gran parte della sala, salutando i compagni di casata. Qualcuno si massaggiava lo stomaco borbottante, pregustando il lauto banchetto, altri continuavano a guardare la porta d’ingresso ad intervalli regolari, aspettando che si aprisse per lasciare entrare gli studenti del primo anno.

Finalmente, quando tutti ebbero preso posto e la Sala Grande fu riempita, le porte si aprirono e una fila ordinata di ragazzini fece il suo ingresso. Tenevano il naso all’insù, la bocca leggermente aperta nell’osservare la miriade di candele fluttuanti e il cielo stellato che sembrava aprirsi sulle volte del soffitto.

A guidare la fila il professor Vitious, che faceva lievitare davanti a lui uno sgabello su cui era riposto un vecchio cappello a punta, consunto e pieno di strappi. L’attenzione di tutta la sala era concentrata su di lui. Dopo qualche secondo, lo strappo all’attaccatura si aprì e la sua voce si propagò fra i tavoli.

 

“Da più di un millennio tengo in gran conto

ciò che dai Quattro richiesto mi fu:

assegnarvi alla casa di questo castello

che sia per voi esempio e modello.

Abbiam Corvonero con la sua benevolenza

a chi coltiva intelletto e scienza.

Poi Tassorosso leale e fedele

al duro lavoro non conosce lamentele.

Astuzia ed ambizione appartengono invece

a chi di Serpeverde farà la vece.

Infin Grifondoro, cuor di leone,

di spavalderia e coraggio ha gran ammirazione.

Ora coraggio, mettetemi in capo,

che i tempi bui non son più in agguato.

A cuor più leggero procedo allo smistamento

sapendo che non vi sarà di gran nocimento:

la scuola ormai è unita e fiera

e ad ogni male farà da barriera.

Su, forza, venite e aprite la mente

così che alle vostre case vi assegni facilmente!”

 

Gli studenti applaudirono pigramente, e il professore si schiarì la voce, per riportare il silenzio.

“Quando chiamerò il vostro nome, indosserete il cappello e vi siederete sullo sgabello per essere smistati”

Fra i nomi noti di quell’anno, “Potter, Lily Luna” che fu assegnata a Grifondoro insieme a “Weasley, Hugo”.

Toccò anche a “Dursley, Garrett”.

Il ragazzino impiegò quasi il doppio del tempo rispetto ai suoi compagni per percorrere lo spazio che lo separava dallo sgabello. Il cappello era talmente grande che quando lo indossò gli cadde sugli occhi, impedendogli la vista della Sala e degli studenti che guardavano curiosi verso di lui.

“Oh bene, che cosa abbiamo qui?”

Garrett si dimenò sullo sgabello, agitato. Le mani gli tremavano talmente tanto che dovette aggrapparsi ai lati del sedile.

“Via, via, ragazzo! ‘Sta un po’ fermo, e fammi guardare bene” borbottò la voce al suo orecchio “abbiamo parecchia spavalderia… hai del fegato! Ma vedo anche molta astuzia, oh sì… tu sai bene come uscire da situazioni scomode, dico bene?”

Il ragazzo annuì, con il risultato che il cappello gli scivolò ancora di più sul viso.

“Sì, certo che sì, non c’è alcun dubbio. Allora… SERPEVERDE!”

Udì il cappello gridare l’ultima parola a tutta la sala, e un fragoroso applauso salì dal secondo tavolo a destra, mentre si dirigeva a passo veloce verso di loro, prendendo posto vicino ai suoi compagni.

Garrett si guardò intorno. La sala era enorme e magnifica: casa sua ci sarebbe potuta entrare almeno tre volte, si disse. La sua attenzione fu catturata dal tavolo dei professori. Gli pareva che la donna seduta a centro lo stesse osservando. Aveva un’espressione severa, accentuata dalle lunghe vesti verde scuro e dalla rigida crocchia in cui aveva acconciato i capelli, ma per un attimo gli sembrò quasi divertita.

Quando anche l’ultimo ragazzo fu smistato, la donna si alzò e nella sala calò il silenzio. La sua espressione ora era cambiata.

“Bentornati ad Hogwarts, ragazzi” disse con un sorriso.

Poi batté le mani e di colpo i tavoli si riempirono di pietanze e prelibatezze, e Garrett non fece più caso a nient’altro.

  
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