Non
c'era.
Da
nessuna parte, non nel sottosuolo, non in superficie, non nei luoghi
conosciuti, nemmeno in quelli più nascosti.
Non
importava quanto lo cercassero, quanto lo avessero cercato a lungo,
settimane e settimane, Donatello non era da nessuna parte.
Il
laboratorio era nel caos totale, un'invenzione abbandonata come se
stesse per tornare, come se potesse apparire da un momento all'altro
per finirla, ma mentre i giorni si accumulavano senza una sua parola,
tutti cominciavano a dubitare sarebbe successo.
Leonardo
era preoccupato, Raphael arrabbiato, Michelangelo ancora speranzoso,
Splinter angosciato.
Ormai
uscivano anche in pieno giorno a cercarlo, sfidando la sorte e le
pattuglie di Shredder, cercando informazioni dove potevano, chiedendo
ai pochi umani fidati, senza dormire, senza mangiare, senza riposare.
Ma
di Donatello non c'era la più piccola traccia.
I
loro amici umani si unirono a loro, senza nemmeno doverglielo
chiedere.
Casey,
April e Angel, il professore e tutti i suoi amici senza tetto,
rischiando la loro stessa vita, rischiando ad ogni respiro, ad ogni
angolo, cercarono comunque tracce del genio, anche la più
piccola
scia che potessero seguire, ma sembrava che nessuno lo avesse visto o
sentito, e se qualcuno sapeva poi qualcosa, nessuno disse mai nulla,
forse troppo spaventati.
Si
scontrarono contro i foot ninja, dovettero combattere e scappare da
orde di robot innumerevoli volte, si ferirono e dovettero curarsi, ci
provarono ancora e ancora, ma Donatello sembrava essere scomparso e
combattere, ribellarsi a Shredder, sembrava non essere più
la
priorità, non sembrava più così
importante.
Non
quanto ritrovare il loro fratello.
April
esternò un pensiero che li aveva attraversati tutti, in
quelle
settimane: e se Donatello fosse stato preso da Shredder?
Le
teorie fioccarono, i dubbi e la rabbia anche.
Si
parlò di attacchi e incursioni per cercarlo, ma Leonardo
frenò i
loro propositi, cercando di farli ragionare: se Shredder avesse preso
Donatello, lo avrebbe annunciato pubblicamente per attirarli in
trappola o lo avrebbe giustiziato in mondovisione per punirli, non lo
avrebbe certo tenuto nascosto.
Sembrarono
tutti convinti delle sue parole, anche se il dubbio ancora rimaneva.
La
stanza era soffusa, soffocante e sapeva di nauseante incenso.
Leonardo
lo trovava rivoltante, un sapore denso che si attaccava al palato, ma
non quanto trovasse rivoltante sé stesso.
Non
importava quante volte cercasse di giustificarsi o per lo meno
alleviare quel senso di colpa sullo stomaco, c'erano giorni in cui il
disgusto per sé stesso lo schiacciava e lo convinceva a
lasciare e a
troncare definitivamente, ma ogni volta non ne aveva poi il coraggio.
Lei
era una droga ormai, intossicante e dannosa, ma non poteva
più farne
a meno.
Gli
occhi verdi lo seguivano passo passo, incuriositi e bramosi,
incollati al suo corpo sin da quando era entrato nella stanza.
Si
fermò a pochi passi da lei, poteva sentire il calore che
emanava e
il suo odore di acciaio e morte.
“Dov'è
Donatello?” domandò brusco.
Karai
si bloccò, la mano sollevata per accarezzarlo congelata a
mezz'aria,
le sopracciglia aggrottate.
“Di
cosa stai parlando?”
Leonardo
si sporse e le poggiò le mani sulle sue spalle, stringendo
la presa
con urgenza.
“Non
sto scherzando, Karai. Donatello è scomparso. Dimmi
dov'è!”
Lo
sguardo di lei si adombrò, scostò con fastidio le
mani del mutante
e indietreggiò di un passo.
“Non
so dove sia. Pensi che se lo avessi saputo non te lo avrei detto? Ti
ho sempre aiutato, ho sempre aiutato te e la tua famiglia, anche se
non avrei dovuto, pensi che potrei lasciare in pericolo uno dei tuoi
fratelli senza fartelo sapere?”
Il
suo tono freddo e offeso lo colpì come uno schiaffo e si
affrettò
ad allungare una mano per afferrare la sua, per chiedere scusa, ma
Karai si scostò con fastidio.
“È
per questo che non ti sei più fatto vivo? Pensavi che io
avessi tuo
fratello?” chiese disgustata, lanciandogli uno sguardo
affilato
oltre la spalla.
Leo
percorse i pochi passi che li separavano e carezzò il suo
collo,
costringendola a voltarsi per guardarlo, stringendo la presa sulla
sua guancia.
“Lo
stiamo cercando da settimane, nessuno di noi riesce a dormire o
riposare, dobbiamo trovarlo” spiegò con stanchezza
e solo in quel
momento, così vicino, lei riuscì a vedere le
profonde occhiaie
nascoste sotto la bandana azzurra.
Si
addolcì all'istante e sciolte le braccia conserte, le
allacciò
invece al suo collo, attirandolo verso di sé:
poggiò le labbra
sulla sua pelle verde, che sapeva di lotta e proibito, e
incominciò
a delineare di baci i contorni fino alla sua mandibola, godendo nel
sentire il suo corpo rilassarsi sotto il suo tocco, del potere che
aveva su di lui
Leonardo
ritornò in sé solo quando un gemito di piacere
gli sfuggì dalle
labbra, riprendendo il controllo e allontanandola garbatamente, ma
con fermezza, nonostante non volesse che quello.
C'erano
volte in cui restava sveglio la notte a pensare a come diamine si
fosse infilato in quella situazione, in una relazione di... di cosa?
Sesso e bugie con il braccio destro del loro nemico, tra sotterfugi e
litigi e ancora sesso, e disgusto per sé stesso e bramosia
di averne
comunque ancora, ancora una notte, ancora una volta, nell'illusione
che a lei importasse quanto importava a lui.
Ma
se le fosse importato, non avrebbe semplicemente scelto di stare con
lui, andando contro Shredder?
Karai
non demorse e lo attirò a sé con possesso e
desiderio,
allacciandosi al suo corpo con più forza.
“Ti
aiuterò a cercare Donatello, hai la mia parola. Con tutti i
mezzi
che posseggo” sussurrò delicatamente, poggiando un
bacio sulle sue
labbra.
Leonardo
rispose al bacio con passione, le mani ancorate ai suoi fianchi,
debole, dannatamente debole contro di lei.
Karai
si staccò, mordendogli il labbro inferiore per stuzzicarlo
ancora.
“Perché
servi ancora Shredder” gli sfuggì dalle labbra
prima che potesse
frenarsi, “se noi due stiamo- abbiamo-”
Non
sapeva nemmeno lui come definire quello che c'era tra loro, e ogni
parola suonava troppo importante e vincolante e lui non voleva
spaventarla.
Bastava
lui ad essere spaventato per entrambi.
“Abbiamo
una relazione” soffiò Karai senza esitazione.
Stava
già trafficando con i propri vestiti, i paracolpi caddero a
terra
con un tocco sordo, mentre la maglia li seguì con un fruscio
morbido.
I
pantaloni li calciò lontano con fastidio, prima di
riallacciarsi a
lui, i baci, i sospiri e le mani che si muovevano frenetiche.
“Tu
lo sai quello che provo per te, Leonardo” mormorò
sulla sua pelle,
con languida lentezza. “Non posso schierarmi, non
chiedermelo.”
E
quello gli bastò in quel momento.
Nonostante
la paura, la preoccupazione, perfino il disgusto di sé
stesso, si
lasciò andare e ricambiò ogni carezza e bacio e
stretta, lasciò
andare ogni pensiero che non fosse Karai.
Poi,
si sarebbe maledetto e fatto schifo, senza osare guardarsi nello
specchio per giorni.
Dopo.
Note:
Buona
notte!
Here
I am, Again.
Perché
non vi libererete mai di me e sì, questa è una
minaccia. :D
Dunque,
secondo capitolo: ricerca infruttuosa di Donnie, ovviamente, e
scopriamo che Leo ha una relazione segreta con Karai!
Nell'episodio
SAINW, nello scontro finale lei prova a dire a Leo di andare via, di
mettersi in salvo, sembra che le importi davvero di lui, e io mi sono
sempre chiesta se in questo universo alternativo loro non avessero
avuto una relazione ad un certo punto, qualcosa di proibito e
segreto, tra due parti in lotta.
Penso
che Leo ci sia caduto dentro e nonostante si odi e provi disgusto per
sé stesso, non sa fare a meno di lei (ho sempre sempre
creduto che
lui provasse qualcosa per Karai!)
Un abbraccio a tutti