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Autore: ringostarrismybeatle    19/10/2017    2 recensioni
Una mancata stretta di mano può davvero impedire ad un sentimento di rivelarsi?
Forse no.
Ci sono momenti in cui ci si convince che per nessun motivo al mondo avremmo bisogno di una persona. Ma la verità riesce sempre a vincere. In un modo o nell'altro. In momenti diversi. Può accadere nel giro di un minuto, o forse di anni. E in situazioni che mai avremmo potuto immaginare. Un duello. O una lezione di Difesa contro le Arti Oscure. Ma, alla fine, accade.
E ci si può rendere conto di amare qualcuno nei modi più impensati. Accarezzando le sue debolezze. O scegliendo di allontanarsi, di abbandonarlo. E di restare soli. A costo della propria felicità.
Combattuto tra una relazione nascosta per anni ed il rispetto per un padre disposto a tutto per devozione, Draco è questo. E' timore. Timore di essere felice. Ma, allo stesso tempo, è forza. Forza di prendere decisioni difficili per salvare le persone che ama, forza di scegliere. Di crescere.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Lucius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Cap 4b Harry Potter e il Calice di Fuoco, pt. 2




Harry sospirò.

Era notte fonda. E ormai da ore, era solo.

Non sarebbe stato semplice prendere sonno. E non solo per il forte dolore alla ferita presente sul suo braccio. Aveva perso molto sangue, ma quello non sarebbe stato il problema principale della sua nottata. Quel giorno, aveva visto cose che mai nella sua vita avrebbe potuto dimenticare.

Voldemort era tornato in vita. E lui aveva rischiato di morire in quel cimitero.

Tutto era stato organizzato alla perfezione per ucciderlo e per permettere al Male di tornare. Barty Crouch Jr., Malocchio Moody, Peter Minus.. E lui.

Sembrò assurdo persino ad Harry. Di tutto ciò che era accaduto, di tutte le persone presenti lì, nella sua mente compariva sempre lo stesso volto. L’ultimo che avrebbe desiderato vedere lì. L’ultimo che avrebbe sperato di dover additare ancora come seguace di Voldemort.

Lucius Malfoy.

Lui era lì. Lo aveva visto. Persino con la maschera, era stato in grado di riconoscerlo. E dentro di sé, si era sentito morire.

Provò a girarsi nel letto dell’infermeria. Ormai, era abituato a quel letto. Quasi più che  a quello del suo dormitorio. Era stato così tante volte lì. Ormai aveva perso il conto. Ma quella notte, persino quel letto a cui era abituato sembrava essere scomodo.

Cosa devo fare?

Già, cosa? Quella visione nel cimitero lo aveva turbato profondamente. E dal primo momento in cui tutta quella storia era terminata, aveva iniziato a pensare a cosa avrebbe dovuto fare con Draco.

Avrebbe dovuto parlare con lui. Era l’unica cosa da fare. Sapeva che non sarebbe stato semplice. Lo avrebbe fatto soffrire. E gli avrebbe spezzato il cuore. Ma l’onestà sarebbe stata la scelta migliore. Sempre.

Avvertì un rumore nel corridoio che conduceva all’infermeria. E subito dopo, passi silenziosi che, però, non avrebbe potuto non udire. Qualche istante più tardi, prima ancora che Harry potesse pensare di estrarre la bacchetta, il volto di Draco comparve nella stanza, facendogli tirare un sospiro di sollievo.

“Potter.”

Senza neanche una luce accesa, i loro occhi si incontrarono. Finalmente.

Fu una liberazione. Vedersi dopo tutto ciò che era accaduto li fece sentire più leggeri. Nonostante quel peso che ancora continuava ad attanagliare l’animo di Harry.

“Lumos.”

Draco lo sussurrò appena, continuando ad avanzare verso di lui. La punta della sua bacchetta si illuminò, permettendogli di accertarsi che nell’infermeria, oltre a loro due, non ci fosse nessun altro. Sarebbe stata una pessima situazione. Fortunatamente, la stanza era vuota.

Raggiunse il letto su cui il compagno era disteso, in modo evidentemente scomodo. Harry sorrise nel rivederlo. Non avrebbe potuto chiedere di più.

“Draco. Come hai fatto ad uscire?”

Il suo solito sorriso beffardo comparve sul suo volto.

“Diciamo che il nostro Prefetto non disdegna mai qualche galeone.”

E quel sorriso fu contagioso. Ma durò ben poco. Perché qualche istante più tardi, sotto l’effetto di quello sguardo complice, Draco non attese. Si sporse sul letto, raggiungendo le labbra di Harry e baciandole con passione. Il ragazzo si lasciò sopraffare, perché in fondo era ciò che aveva desiderato, dal primo istante in cui lo aveva visto.

E fu un bacio travolgente, un bacio in cui Draco riversò tutti i suoi timori di quel giorno e tutta la stanchezza che quella tensione aveva portato in lui.

“Sei un bastardo.”

Riuscì a parlare tra un bacio e l’altro, stringendosi maggiormente al suo compagno e rischiando di far cadere la bacchetta a terra.

“Sei un maledetto bastardo.”

Harry lo avvicinò a sé con l’unico braccio in grado di muoversi. Raggiunse i suoi capelli biondi, stringendoli tra le dita e tornando a sentirli come avrebbe desiderato. Perché, per qualche istante, quel giorno, aveva temuto di non poterlo più fare. E in quel momento cercò di recuperare.

“Lo so.”

Lo baciò ancora una volta, sorridendo. E si fermò ad ammirare i suoi occhi, che sembrarono più lucenti del solito.

“Pensavo di non vederti più tornare.”

Harry accarezzò il suo viso, annuendo e tornando totalmente serio.

“Già. L’ho pensato anch’io.”

Era ciò che aveva pensato per tutto il tempo trascorso in quel cimitero.

Era la prima volta in cui pensava di non avere scampo. Probabilmente, perché in tutti i momenti in cui era stato vicino alla morte era ancora troppo piccolo. E questo lo aveva portato a sottovalutare il pericolo. Ma in quel momento, con Voldemort davanti a sé e una schiera di Mangiamorte pronti a servire il loro padrone, era riuscito a comprendere in che guaio si fosse cacciato. Ben più grave rispetto a quelli che aveva corso precedentemente.

“E quando ti ho visto tornare.. Ecco.. Per un attimo ho temuto che.. Che tu..”

Harry lo ricordò alla perfezione. Ricordò quel momento.

La mano ben stretta nella Coppa. E l’altra sul corpo di Cedric Diggory. Un corpo senza vita.

Ma nel momento in cui il bagliore della Passaporta aveva accecato il pubblico del Torneo, Draco era stato l’unico a mantenere gli occhi aperti. E in quel frangente, due corpi si erano presentati all’uscita del Labirinto. Distesi a terra. Immobili. Con il volto riverso a terra e senza la minima forza. E quegli occhi, accecati non dalla luce, ma dalla paura, per qualche istante avevano rischiato di spegnersi per sempre. Perché, dinanzi ad essi, quei due corpi erano apparsi senza vita. E non aveva impiegato neanche un secondo per comprendere a chi appartenessero.

Solo qualche secondo, ma lungo come un’intera vita.

Ma quando Draco aveva visto gli occhi di Harry spostarsi verso l’alto, alla disperata ricerca di aiuto, il suo cuore era esploso in una felicità senza limiti. Almeno, fino a quando non aveva compreso la gravità dell’accaduto.

Cedric Diggory era morto. Era stato ucciso.

Perché la prova del Labirinto non era stata quella che tutti immaginavano. Quella che da tradizione gli studenti erano abituati a vedere. No. Era stata architettata in modo che Harry prendesse la Coppa e si trasportasse in quel maledetto cimitero, dove..

Draco non riuscì neanche a pensare a ciò che gli era stato raccontato. Si trattava per lo più di voci, di racconti che probabilmente erano stati cambiati e di cui esistevano versioni diverse. Ma c’era una storia di fondo che nessuno avrebbe potuto mutare. In quel cimitero, era stato quasi attuato un sacrificio, in favore del ritorno in vita di Voldemort.

Non poté immaginare la crudeltà di quella scena. E probabilmente non avrebbe desiderato sapere altro a riguardo. Eppure, dentro di sé, sentì che la cosa giusta da fare sarebbe stata chiedere di più ad Harry. Per sapere cosa fosse accaduto, sì, ma anche per permettergli di liberare tutto il dolore che evidentemente lui aveva tenuto dentro di sé, in tutte quelle ore. Aveva avuto la possibilità di parlare con i suoi amici e con Silente, oltre che con Malocchio Moody, prima di scoprire che dietro di lui si celasse l’identità di Barty Crouch Jr. Ma dal primo momento aveva saputo che tutto ciò che Harry desiderasse era parlarne con lui. Raccontargli, sfogarsi. Liberare tutto ciò che aveva dentro. E lui non glielo avrebbe negato.

“Lo so. E mi dispiace di averti fatto preoccupare.”

Harry sorrise, pronunciando quelle parole. Forse proprio per quella tenerezza che Draco gli aveva trasmesso, spaventandosi per ciò che sarebbe potuto accadere. Ma il compagno sembrò afferrare quel pensiero. E di colpo il suo sguardo si fece altezzoso.

“Ti sembro uno che si preoccupa così facilmente? Ci vuole ben altro, Potter.”

Colpì il suo braccio con una gomitata, voltando il proprio capo dalla parte opposta e provocando in Harry una risatina.

“Avevo dimenticato quanto fossi un insensibile e un opportunista, Malfoy.”
“Farai bene a ricordarlo, quando penserai di nuovo di avermi spaventato.”

La risata di Harry lo trasportò. E fu, finalmente, come ritrovarsi nella normalità, dopo un’infinità di tempo trascorsa nel timore.

“Allora.”

Ma Draco avrebbe voluto proseguire quel discorso.

“Devo pregarti per farti raccontare che cosa è successo?”

I loro occhi si incatenarono per qualche secondo. E nessuno dei due parlò. Ma alla fine, entrambi seppero che Harry lo avrebbe fatto. Prese un profondo respiro, spostando lo sguardo su un punto indefinito della stanza. E ricordò.

“Non avevo idea che sarebbe successo qualcosa del genere. Pensavo che il vero pericolo fosse il Labirinto. Ha fatto impazzire Krum. Ed ero convinto che non ci fosse nulla di più difficile che respirare quell’aria. E invece..”

Si interruppe per un istante.

“Invece mi sono ritrovato in quel cimitero. E continuavo.. Continuavo a dire a Cedric di essere già stato lì. Non riuscivo a ricordare quando. Ero certo di non esserci mai stato.. Fisicamente. E dopo ho capito. Ero stato lì nei miei incubi.”

Ricordò ogni dettaglio di quel cimitero. E sullo sfondo, quella casa che così spesso aveva visto, di notte.

“Sapevo che da un momento all’altro sarebbe successo qualcosa. La cicatrice faceva sempre più male. E.. E lì è iniziato tutto.”

Ripercorse quei momenti, non senza difficoltà.

Peter Minus. Colui che aveva tradito i suoi genitori. Colui che li aveva portati alla morte. Colui a cui lui stesso aveva risparmiato la vita. Ma a quale prezzo? Aveva scelto di non essere un assassino. Aveva scelto di essere una persona migliore, rispetto a lui. Ma a patto che egli fosse condotto ad Azkaban. Una scelta molto saggia, per la sua età. Una scelta matura. Ma in quanti l’avrebbero davvero condivisa? E soprattutto, Harry era stato ancora certo di quella scelta, nel momento in cui aveva visto Peter Minus lì, con quel corpo non umano tra le braccia? Era stato ancora certo di quella scelta, nel momento in cui la stessa carne di Peter Minus, umile servo del Male, era stata utilizzata per riportare in vita il suo padrone?

Voldemort. Non sapeva davvero cosa avesse provato, nel momento in cui lui era tornato in vita. Pensieri confusi, ricordi, sensazioni mescolate le une con le altre, in un vortice che gli era apparso infinito. Ma in fondo non aveva provato rabbia. Non per il passato. Non per ciò che lui aveva causato alla sua famiglia. Non per il presente. Né tantomeno per il futuro. E non aveva provato paura. Non era stato affatto intimorito da quella presenza. Aveva temuto di non tornare più indietro, di non poter fuggire da quel cimitero. Ma mai aveva avuto paura di affrontare lui.

Non sapeva davvero cosa avesse provato, in quegli istanti. E ricordarli non lo aveva aiutato a comprendere. Ma avrebbe avuto bisogno di parlarne. Con lui. E segretamente lo aveva ringraziato per avergli permesso di farlo.

Ma c’era ancora qualcosa che lo tormentava.

Draco lo aveva lasciato sfogare. Lo aveva ascoltato dal primo all’ultimo momento di quel racconto. Ma Harry aveva notato che, al solo pronunciare la parola ‘Mangiamorte’, i suoi occhi erano stati pervasi da un’attenzione maggiore. E, forse, da un timore che avrebbe potuto facilmente spiegare.

Sapeva che il momento della verità sarebbe giunto. Avrebbe potuto arricchire il racconto con tutti i particolari, ma alla fine sarebbe stato costretto a parlare. Avrebbe potuto rimandare ancora, ma a cosa sarebbe servito? Non avrebbe potuto addolcire quella confessione in nessun modo.

“E così sei riuscito a riprendere la Coppa e a tornare qui.”

Harry annuì, ma non in modo convinto. Nella sua mente, pensieri totalmente diversi. E quella distrazione non passò inosservata al compagno.

“È tutto?”

La domanda non venne posta casualmente. Ed Harry lo notò. Draco aveva compreso che c’era altro. Che c’era qualcosa che non andava. Qualcosa che, evidentemente, lo aveva segnato più di quanto Voldemort avesse potuto fare.

Ma di cosa si trattava? Non riusciva a comprendere. E per quale motivo Harry aveva continuato a tenerglielo nascosto, nonostante gli avesse raccontato ogni cosa accaduta?

Harry lo guardò negli occhi. A lungo.

“No. Non è tutto.”

Il momento era arrivato.

Il cuore di Draco perse un battito. Ciò che aveva immaginato si stava dimostrando reale. C’era qualcosa che il compagno avrebbe dovuto dirgli. Qualcosa che, a giudicare dal suo sguardo, non sarebbe stato facile da dire.

Ed Harry lo osservò. E comprese come dovesse sentirsi. Vide le sue labbra leggermente dischiuse, i suoi occhi quasi totalmente spenti, senza il minimo barlume di speranza.

Quante volte, in quegli anni, lo aveva visto così? Triste, spento. Sfiduciato nei confronti di tutto ciò che aveva amato nella sua vita. Così tante volte aveva provato a credere in qualcosa, o in qualcuno. E alla fine, era stato sempre costretto a ricredersi. Era stato sempre costretto a tornare sui suoi passi, sulle sue convinzioni. E tutto questo lo aveva portato a comportarsi come sempre faceva, con tutti. Lo aveva portato a diventare diffidente, scontroso. Come se quelle origini così elevate della sua famiglia non fossero bastate a farlo sentire superiore agli altri.

Ma con lui.. No, con lui no. Tutto era sempre stato diverso. Draco si era lasciato andare totalmente. Gli aveva permesso di avvicinarsi a lui, di farsi conoscere e amare per come era davvero. Per quel volto che forse non avrebbe mai mostrato a nessun altro, ma che a Harry appariva perfetto. Ogni giorno di più.

“Draco..”

Pronunciò il suo nome, iniziando quel discorso che, ne fu certo, sarebbe stato tra i più difficili della sua vita.

Cosa avrebbe potuto dire?

Draco, tuo padre è ancora un Mangiamorte.

No, diamine. Cosa stava pensando? Non avrebbe mai potuto dire una cosa del genere. Come avrebbe reagito? Cosa avrebbe potuto dire, dinanzi ad una rivelazione simile?

Draco, nel cimitero c’era tuo padre.

Già, e cosa stava facendo? Insomma, non sarebbe stato difficile da immaginare.

Continuò a fissare i suoi occhi, in attesa. Non avrebbe avuto ancora molto tempo a disposizione. Draco non era un ingenuo. Ed era sempre riuscito a comprendere cosa passasse nella sua mente. Se non avesse parlato a breve, sarebbe accaduto anche quella volta.

“Draco, nel cimitero..”

La sua bocca si era improvvisamente asciugata. E parlare non gli era mai apparso così difficile.

“Sì?”

Draco non avrebbe potuto più aspettare. I battiti del suo cuore erano aumentati, quell’attesa lo stava consumando. Avrebbe voluto la verità.

Harry rifletté.

La verità.

La verità era che, se avesse parlato con Draco, la sua vita sarebbe nuovamente sprofondata in un baratro.

La verità era che, se gli avesse confessato ciò che lo stava torturando, gli avrebbe trasmesso tutto il dolore che, in quel maledetto momento nel cimitero, aveva provato.

E soprattutto, la verità era che mai, mai Harry avrebbe desiderato essere la causa della sua sofferenza.

Guardò ancora i suoi occhi, di quel colore per lui così magico. E riuscì a scavare più in profondità. Attraverso quello sguardo, Draco sembrava implorarlo. E non di parlare. Lo stava implorando di non dirgli ciò che mai avrebbe voluto sentire. Forse neanche lui stesso se ne stava rendendo conto. Voleva davvero sapere cosa Harry avesse da dirgli. Ma se avesse saputo di cosa si trattava, probabilmente non lo avrebbe desiderato così tanto.

“Ecco..”

Non posso.

No. La sincerità era sempre stata la cosa più importante per lui, ma non avrebbe rischiato che la spensieratezza che Draco aveva trovato con lui venisse distrutta in quel modo. Non ancora per colpa di Lucius Malfoy.

Si trattava di una menzogna. Già, ma era una menzogna a fin di bene. E questo non gli avrebbe permesso di essere incolpato per qualcosa. Draco non sarebbe mai venuto a conoscenza di quella storia. Non avrebbe mai saputo che suo padre era lì, quella notte, pronto ad ucciderlo per servire ancora una volta il suo Padrone Oscuro. E lui non sarebbe mai stato costretto a spiegargli il perché di quella menzogna.

È la cosa giusta?

Non ne fu certo. Dentro di sé, seppe che mentire a Draco sarebbe stata l’ultima cosa che avrebbe desiderato. O meglio, vederlo star male era l’ultima cosa che avrebbe desiderato. E in quel modo, Draco non avrebbe sofferto.

Harry sorrise. E lo fece con gli occhi colmi di quel sentimento che ormai da tempo lo aveva legato a lui. Non solo da un anno, da quando entrambi avevano trovato il coraggio di confessare ciò che c’era tra di loro. Da molto più tempo. Probabilmente, da quella mancata stretta di mano, il primo giorno a Hogwarts.

“Nel cimitero, ho pensato solo a te. Ogni istante.”

Il cuore di Draco perse un battito. Forse perché si aspettava di sentire qualcosa di totalmente diverso. Forse perché pensava che Harry dovesse comunicargli qualcosa di negativo. O forse perché quelle parole furono così preziose da riuscire a fare spazio nel suo cuore all’istante.

“Avrei dovuto ascoltarti. E non andare. Ho rischiato grosso, questa volta. E se tu fossi rimasto solo, non me lo sarei mai perdonato.”

Stava nascondendo ciò che avrebbe voluto e dovuto dire al compagno, ma in fondo stava parlando sinceramente. Non si trattava più di menzogne. Non si era mai trattato di menzogne, con lui.

“Mi avevi avvertito. E io ti ho chiesto di fidarti. Ho rischiato di non mantenere la mia promessa.”
“Ma l’hai fatto.”

In quel momento, lo stesso sorriso comparve sul volto di Draco.

“Hai mantenuto la tua promessa. Sei tornato da me. E tornerai sempre da me. Ne sono certo.”

La sua mano incontrò quella di Harry. Incrociò le sue dita e le strinse. E fu tutto ciò di cui avrebbe avuto bisogno.

“Mi fido di te.”

Non gli lasciò il tempo di dire altro. Non ebbe bisogno di sentirlo.

Si avvicinò nuovamente a lui, raggiungendo le sue labbra e baciandole con una delicatezza che forse non aveva mai mostrato neanche a lui. E neanche a se stesso.

Ed Harry lo strinse a sé. Come forse mai prima. Tra la felicità per quelle parole e la sofferenza per aver tradito la sua fiducia.

Mi fido di te.

Quelle parole continuarono a risuonare nella sua mente, tra un bacio e l’altro. E non gli avrebbero lasciato scampo, non per quella notte.

Ma Harry era certo di averlo fatto per lui. Per preservarlo, per salvarlo. E nulla sarebbe stato sbagliato, se fatto per lui.

Perché Draco avrebbe meritato solo la felicità.

E lui gliel’avrebbe sempre data.

Glielo aveva promesso.




Ciao a tutti :D Scusate per l'ora, di solito aggiorno prima, ma sono stata un po' impegnata con l'Università oggi :D Però eccomi qui, con la seconda os dedicata al Calice di Fuoco! Insomma, la scelta di Harry è più che comprensibile. Ma, probabilmente, la storia di Lucius presente quella notte non finirà qui, ma tornerà.. In fondo, le bugie (anche quelle dette a fin di bene) hanno le gambe corte.. Chi lo sa!

Come sempre, ringrazio tutti coloro che stanno continuando a seguire e a recensire la raccolta :D Vi aspetto per il prossimo aggiornamento!

A presto!

ringostarrismybeatle
  
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