Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: ValeDowney    22/10/2017    1 recensioni
Gold, Rose e Belle si sono finalmente riuniti ma altri misteri e, soprattutto magia, attendono loro e i cittadini di Storybrooke. Rose e i suoi amici affronteranno tante altre avventure mentre nuovi personaggi arriveranno nella cittadina più magica del Maine. Ma l'oscurità è sempre dietro l'angolo
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Nuovo personaggio, Signor Gold/Tremotino, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




The Rose of true Love - Stagione II

 

Capitolo I: Riunione di famiglia- Prima Parte

 
Foresta Incantata
 
Belle guardava sorridendo la piccola Rose. La teneva tra le braccia, cullandola mentre si dondolava su una sedia a dondolo posta accanto alla finestra della stanza della bambina.
Quel tenero fagottino stava dormendo beata, coccolata dal tepore materno. Ma Belle sapeva che ben presto la piccola si sarebbe svegliata reclamando la sua dose giornaliera di latte e attenzioni da entrambi i genitori. Perché, se anche Tremotino si allontanava spesso dal castello, per fare accordi o terminarne di precedenti solamente messi in sospeso per godersi la figlia appena nata, lui sentiva quando Rose piangeva. Quindi ritornava immediatamente indietro, occupandosi del suo piccolo tesoro prezioso.
Tremotino non avrebbe mai voluto allontanarsi dalla sua dolce creatura. Ma i compiti da Signore Oscuro chiamavano: persone bisognose richiedevano costantemente la sua potente magia e, se non fosse andato, si sarebbero insospettite. Lui e Belle si erano ripromessi che nessuno avrebbe mai scoperto della loro rosa. Se anche la sua esistenza fosse arrivata alle orecchie di una loro temuta conoscenza, Rose sarebbe stata in pericolo.
Inoltre Tremotino sapeva che Belle era una madre fantastica. La ammirava mentre si occupava della piccola. Ammirava il modo in cui era sempre al suo fianco appena piangeva, aveva fame o semplicemente voleva stare tra le sue braccia. Belle era sempre stata dolce. Ma con Rose lo era ancora di più. Sembrava che avesse quasi paura a toccarla o anche solo sfiorarla. Forse perché era così piccola e non voleva farle del male. Ma come avrebbe mai potuto? Amava troppo Rose, come amava Tremotino. Ma erano due “amori” diversi:  romantico per il Signore Oscuro e materno per la figlia.
Cullava dolcemente Rose, quando sentì Tremotino gridare: “Lo sapete benissimo che non dovete toccare nulla! I miei preziosi antefatti devono rimanere al loro posto.”
Belle si alzò e, tenendo stretta a sé la figlia e sperando non si svegliasse con le urla del padre, camminò fino a raggiungere l’enorme salone dove trovò il Signore Oscuro di fronte a Grachen e Quasimodo. Excalibur se ne stava accanto al padrone, sbadigliando per la noia o più probabilmente perché incominciava a mancarle una bella e succulente bistecca fumante.
“Lo so benissimo, e io le ripeto che non l’ho toccato né spostato” disse Grachen.
“Di certo non si è spostata da sola” disse Tremotino. L’oggetto in questione era una freccia dorata, posta su un piedistallo quasi al centro della sala. Doveva essere molto pregiata.
“Non deve sgridarci per nulla. Ma lei si diverte così tanto a farlo” disse Grachen.
“Specialmente con te” disse ridendo Tremotino.
“Ma anche il gobbo era…” iniziò col dire la governante. Ma Tremotino la bloccò replicando: “Quasimodo non c’entra nulla. Tu sei in questo castello da molto più tempo di lui, quindi dovresti già sapere le regole. E sii fortunata che abbia avuto clemenza per te, quando invece ti potevo benissimo schiacciare e mettere così fine alla tua insulsa vita.”
“Tremotino” lo richiamò Belle. Il Signore Oscuro si voltò, accorgendosi solo ora della presenza di Belle con in braccio Rose che, stranamente, dormiva ancora. Tremotino rivoltò lo sguardo e, dopo essersi schiarito la voce, disse: “Grachen, per punizione, pulirai i sotterranei.”
“Ma ci sono un sacco di ragnatele” disse Grachen.
“Be', un motivo in più per pulirli. E ora sciò, prima che ti faccia pulire anche le armi sporche di sangue e qualsiasi altra cosa che abbia voglia di darti” disse Tremotino.
Grachen lo guardò malamente e poi se ne andò. Quasimodo stava per seguirla, quando Tremotino lo fermò: “Fermo lì, ragazzo. Dove pensi di andare?”
“A… ad aiutare Grachen a pulire i sotterranei, mio padrone” disse Quasimodo.
Tremotino alzò un indice e lo mosse avanti e indietro, dicendogli: “No, no, no. Ho un altro compito per te, mio caro. Andrai a mettere a posto le rose del giardino.”
Quasimodo rimase sorpreso. Poi disse: “Va… va bene, padrone” e se ne andò anche lui.
Tremotino si voltò e, guardando Belle che sorrideva e scuoteva negativamente la testa, le domandò: “Cosa c’è? Sono stato buono come un agnellino.”
“Non capisco perché devi sempre essere così crudele con Grachen. Ricordati che mi ha molto aiutata con la gravidanza e, se non fosse stato per lei, ora non avremmo Rose” rispose Belle e strofinò una guancia contro quella di Rose.
Tremotino si avvicinò a loro, per poi dire: “Lo sai benissimo perché, mia dolce Belle. Ma sei tu che dovresti più sfruttarla… anche se so che non lo farai mai.”
Belle sorrise e diede un bacio sulla fronte di Rose. Questi si mosse un po’ ma non si svegliò.
“È strano che non si sia svegliata con le tue urla” disse Belle.
“A lei piacciono. Adora tutto del suo adorato papà” disse sorridendo Tremotino e mise una mano sotto la testa della figlia. Anche Belle gli sorrise per poi chiedergli: “Come mai così tanta premura per quella freccia?”
“Quella freccia, mia cara,” e indicò l’oggetto menzionato “è speciale perché la sua punta è cosparsa di un potente incantesimo che può addormentare chiunque ferisca. Anche uno come me” spiegò Tremotino.
“Ora ho capito perché ti sei arrabbiato quando sia Grachen che Quasimodo l’hanno toccata: non volevi che cadessero in un sonno profondo” disse Belle.
Tremotino guardò da una parte e poi dall’altra. In verità non era proprio quello il motivo. Si era arrabbiato perché nessun suo oggetto doveva essere toccato – se non da lui o Belle – né spostato.
Cambiò velocemente discorso, mettendole un braccio intorno e continuando a tenere la mano sotto la testa della figlia: “Avrò pure tanti tesori, ma ne ho due molto più preziosi da proteggere.”
Belle sorrise e appoggiò la testa contro il suo petto, cercando di non schiacciare Rose in mezzo a loro. E, proprio in quel momento, la figlia si svegliò. I genitori la guardarono e Tremotino disse: “Guarda chi finalmente ha deciso di svegliarsi. Ciao, mio piccolo fiore.” E Rose, guardandolo, rise.
Belle guardò sorridendo la figlia. Ma poi propose: “Perché non andiamo in giardino? A Rose farebbe bene un po’ d’aria fresca. Dopotutto passa la maggior parte del tempo qua dentro.” E guardò Tremotino. Questi ci pensò un po’ su. Poi disse: “Un po’ d’aria fresca non dovrebbe farle male. Ma se le dovesse venire un raffreddore….”
E Belle terminò, mentre camminavano fianco a fianco verso il giardino: “…me ne occuperò io, senza disturbarti ma continuando a dirti che avevi ragione e che non avremmo mai dovuto portarla fuori.”
“In verità volevo dire che l’avrei affidata a Grachen, in modo che i germi di Rose – e quindi di conseguenza i miei – la contaminassero. Ma va bene anche quello che hai detto tu” disse Tremotino.
Belle gli diede una leggera pacca sulla spalla e poi uscirono. Excalibur si acciambellò nella sua cesta dorata. Senza la sua succulente bistecca era diventata troppo pigra.

 
Storybrooke

 
Rose e Belle continuavano a guardarsi in silenzio. Rose ancora non poteva credere che, davanti a lei, ci fosse la sua mamma. Una mamma che aveva creduto morta per tanti anni… no…. che avevano fatto credere a lei e a suo padre che fosse morta. Qualcuno che voleva la loro sofferenza. Una vita senza lieto fine. Ed ora eccoli lì tutti insieme, finalmente riuniti dopo anni.
Rose guardò Gold, domandandogli: “Papà, ma sei proprio sicuro che sia la mamma? Magari… ti stai sbagliando.”
“Piccola mia, come potrei mai dimenticare la donna della quale mi sono innamorato anni fa e che mi ha donato te?” rispose Gold guardandola. Poi guardando la ragazza, aggiunse: “Mia adorata Belle, non ti ho mai dimenticata.  Tu sei riuscita ad amare una bestia come me. Ad andare oltre ciò che ero. Ti ho cacciata ma sei ritornata, donandomi un tesoro molto prezioso.” E riguardò Rose, che guardava in silenzio il padre. Questi continuò: “Non sono mai riuscito a superare la vostra perdita quando Regina mi disse che eravate entrambe morte. Ebbi il cuore spezzato per il dolore ma anche per la rabbia di non essere riuscito a proteggervi. Promisi a me stesso che, una volta arrivato qua, l’avrei fatta pagare a quella donna. Ma, con la maledizione in corso e con dei falsi ricordi, non potevo fare nulla. Poi però, un angelo di nome Graham mi ha ricongiunto con il nostro piccolo fiore e da lì ho ricominciato a sperare che forse, un giorno, anche tu Belle saresti potuta ritornare da noi.” E guardando la ragazza finì col dire: “E quel giorno finalmente è arrivato.”
Belle non sapeva cosa dire e Rose era la prima volta che vedeva il padre così aperto. Allora quella era davvero la sua mamma? La donna che lui non aveva mai smesso di amare?
“Ma ora vorrei portarvi in un posto speciale. Venite con me” disse Gold e si avviò verso la porta.
Ma Belle lo fermò, dicendo: “Un momento.” E, appena Gold si voltò, continuò: “Io… mi dispiace, ma non ricordo di avere una figlia. Ricordo solamente di essere stata intrappolata in quella cella per molti anni. Forse non dovrei nemmeno essere qua.”
“Lo so che sei spaventata, ma ben presto tutto questo finirà e noi potremmo stare finalmente insieme. Devi solo fidarti di me” disse Gold e allungò una mano verso di lei.
Belle esitò. Rose ed Excalibur li guardavano in silenzio. Poi la ragazza gliela prese. Gold sorrise e, dopo aver aperto la porta, uscì insieme a lei. Rose ed Excalibur li seguirono, raggiungendoli alla macchina. Belle e la volpe salirono, ma Rose esitò. Quindi Gold, voltandosi, le chiese: “Piccola, qualcosa non va?”
“È che dovrei essere con Henry. Sta morendo e io potrei non rivederlo mai più” rispose Rose.
Gold si avvicinò a lei e, dopo averle messo una mano sulla spalla, disse: “Lo sai che al momento non possiamo fare nulla per lui. Solo la Signorina Swan potrà salvarlo. Deve cominciare a credere. Credere in ciò che la circonda. Credere in ciò che è e io sono sicuro che ce la farà. Dobbiamo avere fiducia in lei perché è la Salvatrice. È il suo destino.”  Alcune lacrime cominciarono a rigare il viso di Rose. Gold, quindi, l’abbracciò forte a sé, sussurrandole dolci parole: “Andrà tutto bene, mio piccolo fiore. Henry se la caverà e ben presto ritornerete insieme a cacciarvi nei guai.”
“Io… io non voglio che muoia. È stato il mio primo migliore amico. L’unico che mi sia sempre stato vicino. Che abbia parlato con me quando gli altri mi stavano a distanza. Non può morire. Non posso perderlo” disse Rose, continuando a piangere. Gold la strinse forte a sé, mentre Belle e Excalibur li guardavano dalla macchina. Belle avrebbe tanto voluto ricordare quell’uomo e quella bambina anni prima con lei, ma solo ciò che si ricordava era solitudine e buio.
Padre e figlia finirono di abbracciarsi. Poi Gold, mentre le asciugava le lacrime con un dito, disse: “E ora smettila di piangere. Per tua madre deve essere un momento felice. Dopo tanti anni lontana da noi, non deve vedere tristezza ma gioia.”
Rose lo guardò e fece un piccolo sorriso. Anche Gold sorrise e, dopo averle messo un braccio intorno, andarono verso la macchina. Vi salirono e partirono.
Durante il tragitto, Belle guardava fuori dal finestrino. Per lei quello era tutto un mondo nuovo, avendo sempre “vissuto” per molti anni in una lugubre e umida cella nei sotterranei dell’ospedale. Vedeva la gente andare avanti e indietro, svolgendo le proprie mansioni quotidiane. Per loro era una cosa normalissima e, forse, a tratti anche noiosa. Ma Belle provava tutto il contrario e, quando passarono accanto alla torre dell’orologio, le si illuminarono gli occhi. Non sapeva perché, ma era come se qualcosa l’attirasse lì.
Rose, che si trovava dietro con Excalibur, osservava la madre e osservava  la donna che guardava costantemente fuori dal finestrino. Il padre, di tanto in tanto, la guardava per poi riporre lo sguardo sulla strada. Era strano vederli uno accanto all’altra. La bambina abbassò lo sguardo sul medaglione che portava al collo: chissà se si era dimenticata anche di quello, suo ultimo regalo prima che si separassero.
Poco dopo arrivarono alla foresta e, dopo aver parcheggiato a bordo della strada, scesero, inoltrandosi nella fitta radura. Belle e Rose seguivano Gold ed Excalibur. I due sembravano esattamente dove stavano andando. Mentre camminavano fianco a fianco, Rose guardava Belle. Poi disse: “Sai… non ti ho mai ringraziata come si deve per quella volta che mi hai fatta scappare. Quindi… grazie.”
“Sei una bambina troppo dolce per poter rimanere in un posto come quello” disse Belle.
“Se è per questo, anche tu. Chi è che ti ha ritenuta cattiva?”  le domandò Rose.
“Tante persone. Ogni giorno mi davano qualcosa per farmi addormentare. Per loro non facevo la brava. È per questo che non sono mai scappata da lì. Ci provai le prime volte ma poi, sapendo che nessuno mi avrebbe aspettato una volta uscita, ci ho rinunciato” rispose Belle.
“E per quanto riguarda la tua famiglia? Quando ci siamo viste l’ultima volta, mi avevi detto che tua madre era morta mentre tuo padre non sapevi dove sia. E se tuo padre si trovasse ancora qua? Magari dopo potresti cercarlo” disse Rose e Belle la guardò sorridendo. D’altro canto, invece, Gold non ne fu molto contento. Lui sapeva benissimo chi era il padre di Belle e, quando la ragazza e la figlia avessero riacquistato la memoria, avrebbe fatto in modo di tenerle lontane da lui.
Arrivarono in un posto dove c’era un bellissimo pozzo. Rose se lo ricordava benissimo: era lo stesso posto dove lei e suo padre, grazie a Henry e Paige, avevano fatto pace tempo prima e proprio suo padre le aveva detto che, per lui, quel posto era sempre stato speciale. Ora, forse, avrebbe scoperto il perché.
Gold ed Excalibur si avvicinarono al pozzo. Li stavano per raggiungere anche Belle e Rose, quando una forte energia le avvolse. Le due si fermarono.
Gold si voltò e preoccupato chiese: “Tutto bene?” Lui sapeva esattamente cosa era appena accaduto.
Belle lo guardò e disse: “Tremotino. Sei proprio tu?”
Gold si avvicinò a lei e, con quasi le lacrime agli occhi, disse: “Sì, mia cara e dolce Belle.” E, appena furono vicini, si baciarono con passione. Rose e Excalibur li osservavano. Poi i due si staccarono e guardarono amorevolmente la figlia.
Belle disse: “Oh Rose, bambina mia.”
Rose si portò una mano sulla testa e fu lì che le vennero in mente dei ricordi, che la riportarono a quando lei era ancora neonata e si trovava nel castello oscuro insieme ai suoi genitori. Vedeva loro che le sorridevano amorevolmente, mentre si trovava nella culla accanto all’arcolaio e di come poi la madre la prendesse in braccio, cullandola e sussurrandole dolci parole. Vide poi il padre avvicinarsi  e prenderla tra le sue braccia e lei stessa che gli prendeva una ciocca di capelli. La neonata rideva, mentre il padre le faceva delle facce buffe. Poi il ricordo cambiò e si ritrovò nelle prigioni sotterranee di un qualche castello. Vide la madre davanti alla cella, nella quale c’era suo padre che teneva in braccio lei neonata. Le stava parlando per poi guardare Belle e mettere una mano su quella sua di lei. Li sentì parlare di Biancaneve e poi vide arrivare Dove ed Excalibur. Vide suo padre praticare un incantesimo su di lei per poi dirle: “Ti voglio tanto bene, mio piccolo fiore. Non farti consumare dall’oscurità. Sii come tua madre. Non commettere i miei stessi errori. Sii forte e presto ci ritroveremo. Saremo di nuovo tutti insieme. Non dimenticarti di noi e di chi sei.” Rose sorrise a quelle parole, ma poi ritornò al presente. I genitori la guardarono preoccupati.
“Rose, stai bene?” domandò Gold.
Rose sorrise e corse tra le loro braccia, per poi alzare lo sguardo e, sorridendo rispose: “Mai stata meglio.”
Gold e Belle sorrisero e l’abbracciarono forte. Excalibur corse intorno a loro un po’ di volte, per poi fermarsi , guardarli e scodinzolando.
Finito l’abbraccio, sia Gold che Belle misero una mano su una guancia della figlia. Nessuno era mai stato più felice. Finalmente, dopo anni, erano ritornati a essere una famiglia. Rose li guardò sorridendo per poi chiedere: “Che cosa è successo?”
“La maledizione è stata spezzata. Ognuno di noi ha riacquistato i propri ricordi e l'identità della Foresta Incantata. A quanto pare, la Signorina Swan è riuscita nel suo intento” rispose Gold.
“Questo vuol dire che… “  disse Rose e, non fece in tempo a finire la frase, che voltandosi, se ne corse via.
“Rose, dove stai andando?” domandò Gold. Rose si fermò e, voltandosi rispose: “Da Henry. Se Emma è riuscita a spezzare la maledizione, vuol dire che Henry è vivo!”
“Non vuoi rimanere qua con noi? Dopotutto ci siamo appena ritrovati” chiese Gold.
“Lasciala andare. Avremo tutto il tempo per stare insieme” disse Belle appoggiando la testa contro la spalla di Gold. Poi guardò Rose e aggiunse: “Va’ pure dal tuo amico. Noi ci rivediamo dopo” Rose sorrise. Poi abbassò lo sguardo e disse: “Vieni, Excalibur” e, insieme alla volpe, corse via.
“Se mi scappa così ora che è solo una bambina, quando sarà una ragazzina la dovrò legare al letto con le manette” disse Gold.
“Non mi dire che, per tutti questi anni, sei stato sempre così protettivo nei suoi confronti” disse Belle guardandolo. Gold sospirò per poi dire: “Non sai quanto.” Guardò Belle e, dopo averle preso le mani, continuò: “Belle, ci sono state volte che avrei tanto voluto che tu fossi al mio fianco. Per più volte ho rischiato di perdere la nostra bambina per causa mia. Troppi segreti le ho tenuto nascosto, non permettendole di scoprire di più sul suo passato e, così facendo, la stavo solo allontanando da me e dalle sue origini. Ho cercato di proteggerla da qualsiasi cosa. Da chiunque volesse portarla via da me o semplicemente farle del male, rendendola così prigioniera nella sua stessa casa. Ma lei è sempre stata uno spirito libero, proprio come te. E poi non potevo negarle di vedere i suoi migliori amici.”
Belle lo ascoltava in silenzio e con ammirazione. Gold, scuotendo negativamente la testa e sorridendo, continuò: “Dovevi vederla come cresceva così uguale a te. Così intenta ad andare fino in fondo in ogni cosa. Così buona e gentile con gli altri che io stesso mi chiedevo come potevo aver creato un tesoro così bello. Ma Rose è anche figlia tua. Avrei tanto voluto che fosse rimasta neonata fino a che non fossi ritornata ma, con l’arrivo di Henry, l’incantesimo che le avevo fatto ventotto anni fa si è spezzato, facendola crescere come una qualsiasi altra bambina. Mi dispiace molto che tu ti sia persa la sua prima parola. I suoi primi passi. Il suo primo giorno d’asilo e di scuola e anche quando ci siamo ricongiunti con Excalibur. Quel piccolo sacco di pulci si era preso cura di lei, finché Graham non l’ha trovata e riportata da me. Non doveva andare così. Dovevamo ritrovarci tutti insieme, invece ho rovinato tutto.” E abbassò lo sguardo.
Belle gli mise una mano sulla guancia e, dopo avergli alzato lo sguardo, disse: “Tutti commettono degli sbagli, ed è proprio da questi che si può solo imparare. Sei un padre eccezionale. Rose ti vuole bene e l’hai cresciuta benissimo. Sono fiera di te e ti amo tantissimo.”
“Oh, mia dolce Belle” disse Gold con gli occhi lucidi e, stringendola a sé, la baciò.



Note dell'autrice: Ed eccomi finalmente qua con la seconda stagione. Era un secolo che non scrivevo quindi perdonatemi e scusatemi per questa lunghissima assenza. Tante cose da fare. Tante idee da rimettere a posto ma eccomi qua.
Come ben vedete la magia per ancora non c'è ma c'è però la nostra cara Belle che, finalmente, ha riacquistato la memoria così come tutti gli altri abitanti (eccetto per Gold, Excalibur, Jefferson e Regina) Ma credete veramente che Gold rimanga senza magia ancora per molto? Io credo proprio di no ed è solo l'inizio. Tante altre cose devono ancora accadere
Ringrazio tutti coloro che sono arrivati fin qua. Che leggono, recensiscono o semplicemente passano di qua. Ringrazio le mie due carissime amiche Lucia e Laura che mi sopportano.
Con ciò vi aspetto con la prossima parte del capitolo, sperando di non sparire ancora per un secolo
Buona notte, dearies



 
 

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: ValeDowney