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Autore: Vanessa1995    26/10/2017    2 recensioni
Un mese dopo essere fuggita da Azkaban, Bellatrix si reca nella vecchia casa dei suoi genitori e ,mentre si trova lì, fa una scoperta che cambierà per sempre la sua vita e farà crollare tutte le sue certezze.
Nel frattempo ad Hogwarts, la Serpeverde Clarisse nasconde un segreto destinato a distruggere tutto quello che ha creato se mai saltasse fuori e dentro di lei comincia a chiedersi se sia sbagliato quello che è diventata.
Genere: Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Draco Malfoy, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
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Gemelli. Quella parola rimbombò nella testa di Sirius per tutta la giornata e le vacanze di Pasqua. Se non ricordava male non c'erano mai stati dei gemelli nella sua famiglia, eccezione fatta per Fred e George, che non avevano il cognome Black e quindi non contavano in teoria. Una benedizione e una maledizione allo stesso tempo. Gli ricordava una profezia fatta da una sua antenata che recitava: il giorno in cui la moglie di un Black porterà due gemelli in grembo, il padre non potrà abbracciarli. Quindi sarebbe morto prima della nascita dei bambini? Sperava proprio di no, anche perché non voleva lasciare la moglie con due figli da crescere.
Non le parlò di quel stupido sogno perché appunto era un sogno sciocco. Voleva godersi la sua gravidanza meglio che poteva e che lei restasse serena. Passarono le vacanze di Pasqua a discutere di nomi e alla fine decisero che due maschi si sarebbero chiamati James e Regulus, come suo fratello; invece due bambine si sarebbero chiamate Helen e Cassandra; nel caso si trattasse di un maschio e una femmina avevano stabilito che si sarebbero chiamati Regulus e Cassandra. Scegliere non era stato per nulla facile, ma alla fine ce l'avevano fatta. Lupin aveva minacciato di strozzarli se avessero pensato di chiamare il loro bambino Remus.
« Sirus. » la voce di sua moglie lo destò dai suoi pensieri. Si trovavano in salotto e Clarisse stava cercando qualcosa di adatto per i loro bimbi tra le cose una volta appartenute a Sirius e suo fratello. La giovane era in ginocchio sul tappeto del salotto e frugava nella grossa scatola che Kreacher aveva tirato fuori da chissà dove. « Mi vuoi ascoltare? » protestò, guardandolo male. Teneva tra le mani una copertina di colore grigio chiaro e con sopra ricamato un serpente.
« Mia madre aveva dei gusti proprio discutibili. » osservò con tono scherzoso.
« A me non dispiace. » rispose, alzandosi in piedi e fissandola con attenzione, rigirandosela tra le mani. Sorrise divertito.
« Per forza, tu sei di Serpeverde alla fine. » rispose. La bruna alzò e abbassò le spalle in risposta e piegò la copertina, posandola sul divano accanto a lui.
« Non puoi schifare qualunque cosa che porta lo stemma di Serpeverde o in ogni caso un serpente. » affermò scuotendo il capo. Lei non capiva, non riusciva a comprendere, e lui non voleva insistere, come del resto lei non lo faceva con lui.
« Non è così male. » ribadì e lo pensava veramente. A parte il rettile, quella copertina era veramente carina e, probabilmente, l'aveva avvolto quand'era solo un neonato.
« Meno male che siamo d'accordo. » affermò la giovane con tono compiaciuto e tirò fuori dalla scatola un vecchio pupazzo a forma di orso a cui mancava un occhio.
« Me lo ricordo, quello era mio. » disse con una certa nostalgia, prendendoglielo dalle mani. Lo esaminò guardandolo con attenzione e avvertì una morsa allo stomaco ripensando al suo povero fratello morto. « Qualche volta ci giocava anche Regulus. » raccontò con tono triste. « Teniamolo, anche se non è più in buono stato. » intimò, poggiandolo sulla coperta. La bruna annuì comprensiva.

1 Maggio 1998

Incinta di cinque mesi, Clarisse si trovava nella Stanza delle Necessità in compagnia del resto del’Esercito di Silente e di tutti gli studenti che si stavano ribellando al regime dittatoriale presente nella scuola. Con il tempo gli allievi erano aumentati e alcuni erano stati costretti a nascondersi nella stanza dopo che il comportamento dei professori Mangiamorte e del preside aveva incominciato a peggiorare. La maggior parte di loro viveva ormai lì e tiravano avanti con l’aiuto del proprietario della Testa del Porco che, grazie ad un passaggio segreto, portava loro da bere e da mangiare. Inoltre rubavano delle cibarie persino nelle cucine. Clarisse sfruttava il suo stato per distrarre i docenti. La maggior parte di loro chiudeva un occhio e con la scusa di aiutarla in realtà dava una mano ai ribelli.
Quel giorno c’era una confusione più grande del solo. La ragazza era seduta su un divanetto color verde smeraldo, sotto l'unico stendardo presente con il simbolo e i colori della sua casa. Seduto vicino a lei c’era Neville Paciock. Ginny, invece, si era messa sul bracciolo accanto a lei e ogni tanto le accarezzava la pancia gonfia.
« Harry Potter! » gridò qualcuno all'improvviso e tutti e tre si drizzarono in piedi velocemente. In un punto della stanza, proprio davanti al passaggio segreto, si era raccolta una piccola folla. Si avvicinarono facendosi strada tra gli allievi radunati. Harry Potter non era proprio in buono stato e aveva i capelli in disordine. Qualche tempo prima Clarisse aveva aiutato lui e i suoi amici. Non sapeva cosa dovevano fare con la Coppa di Tassorosso, però gliel'aveva data, intuendo che non l’avrebbe più rivista, e la cosa non le dispiaceva.
« Clarisse. » esclamò entusiasta Hermione abbracciandola e le accarezzò poi lo stomaco. « Cresce in fretta. » commentò compiaciuta.
« Mancano ancora poco più di quattro mesi. » la informò. Harry le si avvicinò e con sua grande sorpresa l'abbracciò e le strinse le spalle.
« Sono felice che stai bene. Sirius? » la sua gravidanza sembrava averlo aiutato ad accettare le nozze e questo la rassicurava. Desiderava che fosse contento quanto loro e finalmente pareva aver accettato il matrimonio.
« Bene. » rispose.
« Abbiamo bisogno del vostro aiuto. » esclamò il giovane, rivolgendosi agli studenti di Corvonero. « Vi viene in mente qualche oggetto appartenuto a Corvonero? » prima la coppa e adesso un oggetto di Corvonero. "Stanno facendo una collezione?" Pensò ironica la bruna. Si fece avanti Luna Lovegood.
« Ci sarebbe il diadema di Corvonero. » risposta con aria incerta.
« Potrebbe essere solo una leggenda. » intervenne Cho.
« Dobbiamo trovarlo. » ribadì Harry, ignorando la considerazione della bruna sulla sua ipotetica inesistenza.
« Nella sala comune c'è una statua che rappresenta la nostra fondatrice. » lo informò Cho. « Posso accompagnarti e mostrartela. » si offrì, ma Ginny intervenne.
« No, ritengo sia meglio che gliela mostri Luna. » la gelosia doveva averla portata a chiederlo. Un tempo Potter aveva avuto una cotta per Cho e per un periodo erano stati pure insieme. Era accaduto circa due anni prima, però la Weasley non aveva dimenticato evidentemente.
« Va bene. » acconsentì il bruno.
« Noi cercheremo di tornare nella Camera dei Segreti per trovare delle zanne del Basilisco. » disse Ron, rivolgendosi a lui e a Hermione. Preferì evitare di indagare, sebbene una parte di lei morisse dalla voglia di farlo. Potter se ne andò con Luna, mentre gli altri due da qualche parte nel castello.

Ci volle poco perché Voldemort scoprisse che il suo nemico si stava nascondendo all'interno del castello. Severus Piton si diede alla fuga, cacciato dai professori buoni, e i fratelli Mangiamorte vennero rinchiusi nei loro rispettivi uffici. Sequestrarono le loro bacchette per impedire qualunque possibilità di fuga. Per il resto della notte organizzarono le difese e al mattino presto tutta la scuola era stata radunata per sentire quello che la McGranitt doveva dire loro. La professoressa era in piedi nel punto dove normalmente il preside faceva i discorsi e c'era una grande confusione nella sala.
« Presto Voldemort e i suoi uomini giungeranno. Le difese non potranno trattenere lui e i suoi seguaci per sempre. » annunciò e un grande silenzio cadde nell'enorme stanza. « Tutti gli studenti maggiorenni possono fermarsi e combattere, se lo desiderano, mentre i minorenni verranno accompagnati fuori dalle mura dai professori. » aggiunse con tono solenne. « A voi la scelta. Non vi biasimo se deciderete di andarvene. » concluse. Dopo un attimo di mormorii Pansy Parkinson si drizzò in piedi.
« Gli studenti di Serpeverde se ne andranno. » non avrebbero combattuto l'Oscuro Signore e la cosa era prevedibile. La professoressa annuì delusa, ma anche comprensiva. Clarisse si sollevò in piedi e prima che potesse proferire parola qualcuno l'afferrò per le spalle, costringendola a sedersi. Si voltò e vide che si trattava di Molly. La donna era arrivata in aiuto e incrociò le braccia ad altezza del petto.
« Ferma lì. Penso di sapere quello che volevi fare. » la guardò severamente. « Devi pensare ai gemelli. » esclamò.
« Io non posso andarmene e lasciare che pensino che a tutti i Serpeverde non importi nulla di loro e della scuola. » protestò, liberandosi dalla sua presa.
« Non puoi fare l'eroina nel tuo stato. » rispose, scuotendo la testa. « Esci con gli altri Serpeverde e vai ai Tre Manici di scopa. » aggiunse con tono supplichevole. Suo marito avrebbe combattuto e lei doveva pensare a mettersi al sicuro, non lo trovava giusto. Maledì mentalmente il suo stato e alla fine cedette.

Passò il resto della giornata ai Tre manici di scopa pregando che la guerra finisse presto e potesse riabbracciare suo marito. Trascorse buona parte della giornata andando avanti e indietro in attesa di notizie, che tardavano ad arrivare e che aveva paura non sarebbero mai pervenute. Non c'era nessuno a farle compagnia e non era al corrente di nulla di quello che stava accadendo al castello, così era in fermento.

Ormai era sera quando sentì bussare alla porta della sua camera. Chiunque fosse non attese una risposta. Estrasse velocemente la bacchetta e il fatto che si trattasse di sua zia Narcissa non la tranquillizzò per niente. Quali speranze aveva nel combattere contro di lei? I gemelli pesavano e non era più agile e veloce come un tempo.
« Non voglio farti del male, solo portarti via da qua in un posto più sicuro. » affermò, alzando le mani. La guardò sospettosa.
« Non mi fido di te e non ho alcuna intenzione di seguirti ovunque tu voglia andare. » rispose con tono deciso.
« Per favore, ascoltami. » il suo tono era supplichevole e intrecciò le mani come se stesse pregando. « Vieni con me. » scosse la testa determinata a non cedere e decisa a restare in quella camera. La donna tirò un sospiro.
« Come preferisci. Buona serata. » uscì fuori dalla camera da letto sbattendo la porta con forza. La giovane tirò un sospiro e si buttò sul letto con le mani sul ventre. Rimase qualche secondo a fissare il soffitto, domandandosi cosa sarebbe accaduto.

Qualche ora dopo

Doveva essersi addormentata alla fine, in quanto venne svegliata da un bussare frenetico alla porta. Corse verso di essa e l'aprì, ritrovandosi davanti Harry. Sembrava molto provato e in uno stato pietoso.
« Voldemort è morto. » annunciò, gettandosi tra le sue braccia singhiozzando e stringendola forte a sé. « Sirius, Remus, Tonks e Fred sono morti... » le ci volle qualche secondo per comprendere il significato di quelle parole. Quando ci riuscì si staccò da lui e si inginocchiò con il viso tra le mani, trattenendo a stento un grido, e pianse disperata. Il giovane si inginocchiò accanto a lei e la strinse forte a sé, tentando di consolarla.

27 settembre 1998

Qualcuno bussò alla porta e Clarisse sorrise. Era ancora stanca per il parto, ma non vedeva l'ora di vedere i gemelli.
« Avanti. » Molly entrò, stringendo tra le braccia due neonati, di cui uno avvolto nella coperta grigia che la giovane aveva trovato mesi prima e l'altro in una coperta bianca. Le diede i suoi figli. Entrambi avevano gli occhi grigi, ma il maschietto possedeva i capelli della madre e la bimba quelli neri del padre.
« Regulus e Cassandra. » avrebbe potuto chiamarlo Sirius a quel punto, ma temeva che sarebbe stato un po' macabro e quel nome gli stava proprio bene. Cassandra poi era bellissimo.
« Ce la faremo. » disse Molly, sedendosi vicino a lei e avvolgendole un braccio attorno alle spalle. Senza di lei temeva proprio che non ce l'avrebbe fatta a crescere i gemelli.
« Grazie. » disse, voltandosi verso di lei. La strega le diede un bacio sulla fronte e poi uno pure ai neonati.

Crescere due bimbi non era facile, però fece del suo meglio e il risultato non fu niente male. Iniziò a lavorare al Ministero della Magia ignara di ciò che il futuro le avrebbe riservato.
   
 
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