Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: ringostarrismybeatle    28/10/2017    2 recensioni
Una mancata stretta di mano può davvero impedire ad un sentimento di rivelarsi?
Forse no.
Ci sono momenti in cui ci si convince che per nessun motivo al mondo avremmo bisogno di una persona. Ma la verità riesce sempre a vincere. In un modo o nell'altro. In momenti diversi. Può accadere nel giro di un minuto, o forse di anni. E in situazioni che mai avremmo potuto immaginare. Un duello. O una lezione di Difesa contro le Arti Oscure. Ma, alla fine, accade.
E ci si può rendere conto di amare qualcuno nei modi più impensati. Accarezzando le sue debolezze. O scegliendo di allontanarsi, di abbandonarlo. E di restare soli. A costo della propria felicità.
Combattuto tra una relazione nascosta per anni ed il rispetto per un padre disposto a tutto per devozione, Draco è questo. E' timore. Timore di essere felice. Ma, allo stesso tempo, è forza. Forza di prendere decisioni difficili per salvare le persone che ama, forza di scegliere. Di crescere.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Lucius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cap 5 Harry Potter e l'Ordine della Fenice




Scesero ancora per quelle scale che ormai conoscevano a memoria.

Lentamente, parlando come due vecchi amici che possono permettersi di vagare tranquillamente per Hogwarts, passando inosservati.

Ma non era così. Non per loro.

Eppure, quello era l’unico momento di normalità che i due condividevano, nelle loro giornate. Quando avevano la possibilità di allontanarsi dalle loro abitudini, quando i problemi di ogni giorno sembravano placarsi per qualche istante. Quando, semplicemente, avevano voglia di stringersi di nuovo.

Fingere era divenuto quasi impossibile. Da quanto tempo andava avanti quella storia? Nessuno dei due avrebbe potuto sopportarla ancora per molto. Eppure, entrambi sarebbero stati costretti. Perché non sapevano cosa sarebbe successo andando avanti con il tempo, ma almeno fino al termine della scuola non avrebbero potuto far altro che continuare a fingere di odiarsi. Continuare ad offendersi, in ogni momento in cui i loro occhi semplicemente si incrociavano, in giro per Hogwarts. Continuare a considerarsi avversari, nemici, rivali, davanti a tutti coloro che avrebbero pagato oro solo per vederli discutere. Continuare a nascondere ciò che da tempo tenevano dentro, ben nascosto a chiunque. Persino a loro stessi.

Non sarebbero potuti uscire allo scoperto. Non loro due. Cosa avrebbero pensato di loro? Cosa si sarebbe detto sul loro conto? Harry Potter e Draco Malfoy. Impossibile. Gli acerrimi nemici all’interno di Hogwarts non avrebbero mai potuto avere una relazione. Sarebbe stato tutto dannatamente sbagliato. Soprattutto quell’anno, in cui tutto sembrava contrapporli. L’Esercito di Silente fondato da Harry ed il ruolo di Prefetto affidato a Draco. Il desiderio di nascondersi per potersi addestrare ed il desiderio di primeggiare dinanzi agli occhi della Umbridge, smascherando chiunque si sottraesse alle regole.

Stava diventando tutto maledettamente pesante. Quel bisogno di maltrattarsi davanti a tutti, di essere sotto la lente d’ingrandimento e di non avere un momento a disposizione solo per loro due. E proprio per quel motivo, cercare di sfruttare al massimo quei momenti di libertà sarebbe stato il minimo. Momenti che, naturalmente, non avrebbero mai potuto trascorrere nelle zone più affollate di Hogwarts. No. C’erano posti ben precisi che i due avevano stabilito per incontrarsi. Posti che avevano dovuto studiare alla perfezione, tenendo in mano la Mappa del Malandrino ed accertandosi che fossero praticamente abbandonati.

“Occlumanzia?”

Harry non si preoccupò di mostrare tutta la propria sorpresa davanti alla confessione di Draco. Si voltò verso di lui, guardandolo con gli occhi sgranati.

“Già. E Legilimanzia.”

In effetti, Harry non comprendeva il motivo. Draco aveva iniziato quelle lezioni, privatamente, con il professor Piton. Lezioni che non erano assolutamente previste per nessuno di loro.

“Perché?”

Continuarono a scendere, uno accanto all’altro. Senza alcuna fretta. Godendo di ogni istante. Draco sollevò le spalle, spostando lo sguardo sulle scale dinanzi a sé.

“Mio padre.”

Già. Come qualsiasi scelta della sua vita. Come qualsiasi decisione presa, da quando Draco era venuto al mondo e soprattutto da quando per la prima volta aveva varcato la soglia di Hogwarts. Perché mai Draco avrebbe potuto prendere una decisione per proprio conto. Su di lui, ci sarebbe sempre stata l’ultima parola di suo padre, pronta a contrastarlo e a reprimerlo ancora una volta. E proprio per quel motivo, con il passare del tempo, il ragazzo aveva perso la propria libertà di pensiero. E soprattutto, il proprio desiderio di pensare.

“A cosa dovrebbero servirti Occlumanzia e Legilimanzia?”

Harry sembrò quasi disgustato nel pronunciare quelle parole. Ed era la verità. Aveva sempre odiato quelle discipline. E aveva sempre ringraziato, per non averle dovute affrontare nel corso dei suoi studi. Non avrebbe avuto nessuna intenzione di approfondire la questione. Sapeva di cosa trattassero. E questo sarebbe bastato. Eppure, ancora non sapeva che, a breve, anche a lui sarebbe toccato lo stesso destino. Anche se per motivi diversi.

Ma questa volta, Draco non fu d’accordo con lui.

“A me interessano.”

Harry sollevò un sopracciglio, guardando di nuovo verso di lui.

“Da quando?”
“Da quando ho iniziato le lezioni. Non pensavo fossero così interessanti. C’è qualcosa che mi attrae. Non so cosa, ma c’è. E Piton dice che sono molto portato.”

E ne era davvero convinto. Draco sembrava aver davvero apprezzato quelle prime lezioni, e in più sembrava essere predisposto per applicarsi ad esse. Piton lo aveva notato dal primo momento. E, al contrario del ragazzo, aveva compreso il motivo di quella passione che sembrava crescere sempre di più.

Era parte del suo carattere. Cercare continuamente di nascondere le proprie emozioni e di mettere a tacere la propria interiorità. Draco era questo. Con tutti. E l’Occlumanzia non avrebbe potuto far altro che accentuare la sua tendenza a chiudersi nei confronti del mondo. Ma per Piton non ci sarebbe mai stato nulla di negativo nel porre una barriera tra se stessi e gli altri. Naturalmente, non era quello il motivo per cui aveva dato inizio a quelle lezioni con lui. Aveva ricevuto indicazioni ben precise da Lucius Malfoy. Affinare le sue abilità mentali, per fortificarlo. In vista del futuro.

“Bene, allora. Meglio così.”

Harry sorrise, aprendo la porta che li avrebbe condotti a quella stanza che ormai conoscevano bene. Draco attese qualche istante, prima di entrare, voltandosi verso di lui e rivolgendogli una smorfia per rispondere a quella punta di ironia nella sua voce. Una di quelle che lo aveva caratterizzato, fin da quando era piccolo. Una smorfia che avrebbe voluto trasmettere antipatia, e che per tutti gli altri riusciva nel proprio intento. Ma non per lui.

Draco entrò nella stanza, illuminata dalla luce del giorno che filtrava attraverso le finestre. Era una delle prime volte in cui lui ed Harry riuscivano ad incontrarsi in pieno giorno. Entrambi avevano trovato una scusa per la visita ad Hogsmeade, e la scuola era praticamente deserta, al di là dei ragazzi più piccoli che non avrebbero avuto il permesso di uscire dal Castello. Senza contare che quell’anno sarebbero rimasti ad Hogwarts per le vacanze di Natale. Insieme. E quasi da soli. Draco aveva convinto suo padre proprio grazie a quelle lezioni con Piton. Aveva detto di non volerle interrompere. E in parte, era la verità. Ed Harry.. Beh, lui non aveva bisogno di scuse. Forse avrebbe dovuto cercarne qualcuna per Ron ed Hermione. Ma a quello avrebbe pensato più in là.

“E dimmi. Tu che cosa stai insegnando di così interessante ai tuoi stupidi amichetti?”

Harry chiuse la porta dietro di sé, facendo ben attenzione a prevenire spiacevoli incidenti. Nessuno, soprattutto quando Hogwarts era deserta, girava per quelle zone del Castello, ma avrebbe preferito controllare due volte piuttosto che trovarsi a spiegare situazioni scomode.

Si voltò verso il compagno, comprendendo perfettamente di cosa stesse parlando. L’Esercito di Silente. Sospirò tra sé e sé, guardandolo come se fosse stanco di sentirlo parlare sempre allo stesso modo, riguardo a quell’argomento. E infatti, lo era.

“Draco. Andiamo, ti ho detto che mi dà fastidio.”

Ma mentre Draco si lasciava andare su un divano, accumulato in quella stanza come molti altri arredi, il suo sorriso sprezzante si tirò da un lato del suo volto.

“Cosa? Sapere che hai degli amichetti stupidi?”
“Draco.”

Lo rimproverò solo attraverso lo sguardo. Non si sedette accanto a lui, rimase in piedi ad osservarlo. E il compagno sembrò comprendere.

“Va bene, va bene.”

Draco alzò le mani, liberando una risata che questa volta non avrebbe avuto nessun significato nascosto. Ed Harry sembrò seguirlo, scuotendo leggermente il capo.

“Insomma, che incantesimi state usando?”

Accavallò le gambe, inclinandosi leggermente verso destra e poggiando il gomito sul bracciolo del divano.

“Non so, ce ne sono molti. Schiantesimi, incantesimi di disarmo.”

Quel pensiero non poté che far sorridere di nuovo Draco.

“Immagino quanto Paciock stia imparando.”

Si lasciò sfuggire una risata forse un po’ troppo forte, ma soprattutto troppo sincera. Ed Harry lo sapeva. Era ciò che Draco pensava davvero.

“Ha già imparato un incantesimo per riuscire ad allacciarsi da solo le scarpe?”
“Non fare il bastardo.”
“Oh, andiamo. Non ho neanche detto stupido Paciock.”

Harry lo fissò, scuotendo il capo e poggiandosi contro il bordo di un tavolo, con le braccia incrociate. Non sarebbe mai cambiato. Con lui, sarebbe sempre stato il ragazzo più dolce e sensibile del mondo. Ma al di fuori di quei momenti che i due riuscivano a ritagliarsi, sarebbe sempre rimasto il solito. Uno sbruffone. Eppure, era qualcosa che lo avrebbe sempre attratto.

“Sta migliorando. L’altro giorno è riuscito ad evocare un Patronus.”

Ma in quel momento, il sorriso sul volto di Draco si spense. Puntò gli occhi sul compagno, come se credere a quelle parole gli risultasse impossibile. Ed era così.

“Che cosa?”

Tornò a sistemarsi in modo migliore sul divano, con le labbra leggermente dischiuse e un’espressione incredula sul volto.

“Sì. Che c’è di strano?”
“Stai insegnando il Patronus?”

Sembrò sconvolto da quella confessione di Harry, che da parte sua sembrò non comprendere.

“Sì. E quindi?”

Rispose con la sua solita calma, quasi facendolo sentire pazzo. Ma Draco cercò di placarsi, e si voltò verso la propria sinistra, fissando un punto indefinito della stanza.

“Niente. È solo un incantesimo inutile.”

Ma dopo aver ascoltato quelle parole, Harry non fu più così calmo. Non si agitò, proprio perché conosceva il compagno e sapeva che in alcuni casi parlava senza volerlo davvero. Ma ciò che Draco aveva detto lo aveva in parte infastidito.

“Inutile?”
“Già.”
“Peccato che l’incantesimo inutile mi abbia salvato la vita, due anni fa. A me e a Sirius.”

Ma Draco sembrò non ascoltarlo.

“Non credo di dovermi trovare ad avere a che fare con dei Dissennatori. Non a breve. Quindi, l’incantesimo è inutile.”

Non ci sarebbe stato nulla da fare. Quando Draco si fissava con un’idea, nessuno era in grado di fargliela cambiare. Neanche lui. Era convinto di avere ragione. E come ogni volta in cui sentiva di avere ragione, non avrebbe ascoltato altro. Ed Harry non avrebbe assolutamente cercato di contraddirlo. Non ne avrebbe avuto nessuna voglia. Sapeva come andavano quelle cose. E nonostante quei commenti su uno dei suoi migliori incantesimi lo avessero in parte infastidito, ancora una volta scelse di lasciar perdere. Draco era un caso perso, non avrebbe mai ammesso di avere torto.

“Comunque sia, non è un incantesimo facile da padroneggiare.”

Cercò di smorzare la situazione, ma Draco non sembrò voler fare lo stesso.

“Se riesce a padroneggiarlo Paciock, penso possano farlo tutti.”

Quanto amava prendersela con Neville. Harry non capiva perché. Forse semplicemente perché era un bersaglio facile. E Draco aveva bisogno di bersagli facili, per poter sfogare tutta la rabbia che aveva dentro di sé senza sforzarsi troppo.

“Perché, allora, non provi ad evocarlo tu?”

Il ragazzo sembrò immobilizzarsi al proprio posto. Per qualche istante, i suoi occhi rimasero fissi sul compagno ed apparvero inespressivi.

“Andiamo. Evoca un Patronus.”

Non voleva realmente sfidarlo. Ma forse il suo tono ed il suo sorriso trasmisero quel desiderio. E Draco non sembrò apprezzarlo.

In un primo momento, Harry credé di vederlo furioso, solo perché lui aveva osato insinuare che non fosse in grado di farlo. Che non fosse al livello di Paciock. Sarebbe stato in grado di gridare per ore intere, per una cosa simile. Eppure, non lo fece.

In realtà, abbassò lo sguardo, voltandosi poi di nuovo verso la propria sinistra. Non disse nulla. Per qualche istante, un silenzio quasi angosciante scese nella stanza. Ed Harry non seppe cosa fare, per sbloccare quella situazione. Ma quando fu sul punto di dire qualcosa, la voce di Draco tornò nuovamente a farsi sentire.

“Non posso.”

Due parole. Solo due. Ma pronunciate con un tono così spento da far rabbrividire Harry.

Non capì il senso di ciò che Draco aveva detto. Non fino in fondo.

“Perché?”

Pensò semplicemente che il compagno ritenesse di non essere in grado di padroneggiare un incantesimo così potente. Eppure, era stato il primo ad affermare che, se Neville fosse riuscito a farlo, sarebbe stato semplice per chiunque. Draco era un ottimo mago. Non c’erano dubbi. Sveglio, astuto. Era uno dei Serpeverde più brillanti, anche se spesso non amava ammetterlo. Gli piaceva primeggiare, sì, ma non voleva mostrarlo sotto il punto di vista scolastico.

Certo, c’era differenza tra il Patronus evocato da Neville e quello di Harry. E lo stesso discorso valeva per tutti gli altri evocati nella Stanza delle Necessità. Erano primi tentativi, ovviamente. Buoni tentativi che, però, non avevano nulla a che fare con il Patronus di Harry. Quello che aveva salvato la vita a lui e Sirius, quello che aveva allontanato tutti i Dissennatori impiegati ad Hogwarts. Ma per chiunque di loro ci sarebbe stata una prima volta. E se Draco non avesse mai iniziato, non sarebbe mai stato in grado di evocarne uno.

Il ragazzo rimase in silenzio, sollevandosi da lì solo dopo qualche istante e avviandosi con calma verso una libreria, dalla parte opposta rispetto ad Harry. Su di essa, non solo antichi libri ormai sostituiti nella Biblioteca di Hogwarts, ma anche oggetti dalla più svariata provenienza. La sua attenzione si fissò su un piccolo teschio, ben arrotondato nella parte del cranio. Logorato dal tempo e ormai di un bianco quasi tendente al grigio, quell’oggetto riuscì comunque ad attirare i suoi occhi.

Sembrava uguale ad un altro che aveva visto nella sua vita. Uno che si trovava su uno scaffale, da Magie Sinister. Era praticamente identico, ne era certo. Quel teschio che, anni prima, lo aveva incuriosito a tal punto da provare a toccarlo. Naturalmente, guadagnandosi solo una strattonata da parte di suo padre, che lo aveva bruscamente tirato indietro, intimandogli di non toccare nulla.

Fu quel ricordo a tirare indietro la sua mano, che anche in quel caso si stava avvicinando all’oggetto. Probabilmente, non ci sarebbe stato nulla di negativo in quel teschio praticamente identico. Ma i suoi ricordi gli ordinarono di non rischiare. E non lo fece. Se solo avesse saputo che, solo un anno dopo, ci sarebbe stato un altro oggetto identico tra Hogwarts e Magie Sinister. Un oggetto che avrebbe cambiato le sorti della storia. Proprio per mano sua.

Inumidì leggermente le proprie labbra, improvvisamente secche per la forza di quei ricordi.

“C’è bisogno di un ricordo felice, per poter evocare un Patronus.”

Continuò a fissare quella libreria, in attesa che la sua confessione riuscisse a trovare le parole giuste per venire fuori.

In fondo, sapeva che prima o poi avrebbero affrontato quell’argomento. Semplicemente, aveva sperato che quel momento arrivasse molto più in là.

“Ma io non ne ho.”

Furono parole dure, ma sentì come una liberazione nel proprio cuore. Si sentì più leggero, come se finalmente avesse tolto un peso che continuava a gravare su di lui. Era una cosa che da molto tempo avrebbe voluto dire ad Harry. Eppure, solo in quel momento se ne rese conto. Aveva bisogno di dirlo. Ma fino ad allora, aveva pensato che tenerlo dentro di sé, come tutto ciò che provava, sarebbe stata la cosa migliore da fare.

Harry cercò di guardarlo negli occhi, ma non ci riuscì. Draco continuò a restare voltato dalla parte opposta, senza dargli la possibilità di un dialogo. Non avrebbe voluto. In fondo, tutto ciò che voleva dire era stato detto. E forse, l’unica cosa che in quel momento avrebbe desiderato era restare solo. Inutile dire che Harry non pensò di accontentarlo. Sarebbe stata la cosa più semplice. Uscire da quella stanza e lasciarlo solo con i propri pensieri. Sarebbe andato lui a cercarlo, nel momento in cui sarebbe stato pronto a farlo. Ci sarebbero volute ore, giorni, forse settimane. Ma sarebbe stato necessario.

Eppure, qualcosa continuò a trattenerlo lì.

Harry continuò a pensare a ciò che Draco gli aveva detto. Lui non aveva ricordi felici. Per qualche istante, quel pensiero lo fece sentire leggermente turbato. I momenti che Draco aveva trascorso con lui non lo avevano reso felice? Ma subito comprese che non avrebbe dovuto offendersi. Perché tutti quei momenti erano stati senza dubbi i migliori della sua vita. Gli unici felici della sua vita. Ma Harry sapeva bene quanto un ricordo dovesse essere forte e intenso per permettere di evocare un Patronus.

E in quel silenzio, comprese che Draco aveva provato a farlo. Aveva provato quell’incantesimo, più volte. Ciò che non sapeva era che aveva tentato per tutto il quarto anno, sfruttando ogni ricordo felice di momenti che aveva trascorso con Harry. Il loro primo bacio, la loro prima volta, le parole che si erano scambiati quando i loro sensi venivano annullati dal desiderio e dal piacere. Persino il momento in cui aveva visto Harry tornare sano e salvo dalla sfida del Labirinto nel Torneo Tremaghi. Ma non era bastato. E lui si era sentito così deluso da non voler più tentare. Non sarebbe stato in grado di farlo. Evidentemente, quello era il suo destino. Era destinato a non essere felice.

Harry fece un passo in avanti, senza comandare il suo corpo. Si affidò totalmente al proprio cuore. Seppe che quella sarebbe stata la cosa più giusta da fare. Perché, in un momento come quello, solo il suo cuore avrebbe saputo come agire.

Draco rimase immobile al proprio posto, nonostante avesse avvertito i passi di Harry verso di lui. Attese. E quando il compagno si trovò accanto al suo corpo, cercò la forza necessaria per voltarsi. Ma da solo non ce l’avrebbe mai fatta. Ed Harry lo capì.

Raggiunse la sua mano. Silenziosamente, senza che Draco se ne accorgesse. Avvertì le sue dita raggiungere le proprie, con una delicatezza che forse non aveva mai conosciuto. Le incrociò con le proprie, senza stringere. Forse perché in quel momento lo aveva visto davvero fragile. Più di ogni altra volta in cui era capitato che lui mostrasse le proprie debolezze. Ebbe quasi paura di ferirlo, di fargli del male. E non avrebbe voluto procurargli del dolore.

Attese per qualche istante. Draco non rispose a quella leggera stretta, ma lentamente si voltò verso di lui. Mantenne lo sguardo basso, sarebbe stato difficile fissare gli occhi del compagno in quel momento. Ma avrebbe dovuto farlo. Sollevò il capo, incontrandoli dopo un’attesa che sembrò infinita. Si rispecchiò in essi, e si vide per come era davvero.

Harry cercò di capire. C’era un motivo per cui era rimasto. Qualcosa che da tempo premeva per venire fuori. Qualcosa che lo portava a guardare Draco con occhi sognanti, quando si distendevano su quel divano, sfiniti, dopo le loro notti d’amore. Qualcosa che forse aveva compreso dal primo giorno in cui lo aveva visto.

E da quel giorno, tante cose erano cambiate. Avevano pensato di odiarsi, di respingersi per sempre, perché erano diversi. Dannatamente diversi. E invece, con il tempo, tutto ciò che avevano in comune si era rivelato. Avevano scoperto di essere molto più simili di quanto si potesse pensare. O forse, molto più simili di quanto loro avessero pensato. Avevano scelto di darsi una possibilità, con molto coraggio, molta forza d’animo e quell’attitudine al rischio che entrambi avevano dimostrato. Quella possibilità era stata la decisione più forte della loro vita. E la migliore.

Avevano provato sensazioni che solo un rapporto così intenso avrebbe potuto donare loro. Sensazioni che avevano colmato le loro giornate, le loro nottate. Avevano vissuto esperienze che li avevano cambiati per sempre. E momenti che gli altri avrebbero solo potuto immaginare.

Perché loro erano Harry Potter e Draco Malfoy. E nessuno avrebbe mai potuto vivere tutto ciò che loro avevano vissuto insieme.

“Ti amo.”

Draco credé che il suo cuore si stesse fermando.

Il suo corpo si irrigidì. I suoi occhi rimasero immobili. E un brivido percorse la sua schiena.

Non poteva credere a cosa avesse sentito. Quelle parole.

Due parole che si rincorsero nella sua testa, senza sosta. Due parole che legarono il suo cuore con un laccio, senza scampo.

Due parole che mai nella sua vita avrebbe pensato di sentire.

Le sue labbra si dischiusero, mentre i suoi occhi continuarono a fissare il compagno. Non erano occhi sorpresi. No. Harry non avrebbe saputo descriverli. Non in quel momento. Solo più tardi avrebbe compreso che si trattava di occhi commossi.

Nessuno gli aveva mai detto una cosa simile. Nessuno. Neanche i suoi genitori. E mai Draco si era sentito amato, nella sua vita. Era una sensazione che non aveva mai provato. E che, anche nei momenti migliori con Harry, aveva pensato di non essere destinato a vivere.

Aveva sperato tante volte che lui gli confessasse un sentimento così forte. Draco sentiva che tra di loro era nato qualcosa di più importante di quella perversa attrazione che li aveva legati tempo prima, quando la competizione li aveva spinti verso un grado di desiderio mai avvertito prima. E non si trattava di un semplice affetto. Ne era certo. Ma allora, perché Harry aveva aspettato così tanto, prima di confessare ciò che provava?

Forse, per lo stesso motivo per cui anche lui aveva aspettato.

Per paura.

Eppure, in quel momento, nulla aveva più senso. E quell’attesa era stata totalmente ripagata.

Draco si mosse, voltandosi totalmente verso di lui. Le sue labbra leggermente tremanti, i suoi occhi fissi in quelli di Harry. Faticò ancora a comprendere davvero quelle parole. Pensò di aver sognato quel momento. Come l’aveva sognato tante volte. Ma no, Harry era lì. Con lui. Teneva la sua mano, osservava i suoi occhi. E lo amava.

Come nessun altro avrebbe fatto nella sua vita.

Harry si avvicinò lentamente, raggiungendo il suo volto e baciando dolcemente le sue labbra, per sigillare quella promessa d’amore. Fu un bacio casto, uno di quelli che Draco non avrebbe mai potuto dimenticare. Casto, ma duraturo. E gli permise di pensare.

Riaprì gli occhi solo quando avvertì il compagno distaccarsi. Harry rimase ad un soffio dalle sue labbra. E lo sentì.

“Ti amo.”

Fu come una ventata d’aria fresca. Come liberarsi di un timore che da anni attanaglia il proprio stomaco. Come iniziare a vivere.

Godé di quelle parole, sorridendo dolcemente. E Draco lo seguì. Sorrise, mantenendo lo sguardo che in precedenza aveva mostrato.

E lo seguì ancora. Perché sempre lo avrebbe seguito.

Harry indietreggiò, attirando a sé il corpo del compagno e conducendolo fino al divano. Draco si sedette su di esso, lasciando che l’altro salisse su di lui. Ed entrambi seppero che l’attesa non sarebbe durata ancora molto.

Le mani di Harry si mossero rapidamente sulla camicia bianca di Draco, raggiungendo i bottoni e slacciandoli con una velocità che non avrebbe potuto nascondere il suo desiderio. Ed il ragazzo lo lasciò fare. Gli permise qualsiasi cosa. Ed Harry non si fece attendere.

Liberò il suo petto, rivelandolo davanti ai propri occhi e avventandosi su di esso, per divorarlo con i propri baci famelici. Avvertì la sua schiena inarcarsi sotto quel piacere. E le sue mani cercare di liberare il corpo di Harry, così desideroso di poterlo avere. Di nuovo.

Ma il piacere di quel giorno avrebbe avuto qualcosa in più. Qualcosa che finalmente era stato confessato. E che, da quel momento in poi, non li avrebbe più lasciati soli.

Qualcosa che avrebbero conservato nei loro cuori per sempre.

Un sentimento.

Un amore.

Un ricordo.




Ciao a tutti :D Allora, innanzitutto scusatemi tantissimo per il ritardo, ma ho avuto problemi di connessione e ieri non sono riuscita ad aggiornare! Ho potuto farlo solo oggi e da un altro computer :( Quindi, vi chiedo scusa!

Che dire? Spero che il capitolo vi sia piaciuto :D Ho sempre avuto qusta idea di Draco che non sa evocare un Patronus.. Anche la Rowling lo ha detto :( Me molto triste! Spero di poter rimediare con questa storia :D

Come sempre, ringrazio tutti coloro che stanno continuando a seguire la raccolta :D Vi aspetto per il prossimo aggiornamento!

A presto!

ringostarrismybeatle
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ringostarrismybeatle