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Autore: Zappa    31/10/2017    9 recensioni
Tutti hanno la loro versione su come sia e come si comporti Vegeta.
Pochi hanno osato deriderlo e prenderlo in giro: ora è giunto il momento.
Vi proporrò una serie qualità di Vegeta e vi spiegherò il perché di quelle qualità.
Lettura sconsigliata alle persone serie e a tutti quelli che mi conoscono.
I personaggi presentati e le citazioni cui faccio riferimento non mi appartengono e non ne detengo alcun diritto.
# 1. Egocentrico
# 2. Sensibile
# 3. Innamorato
# 4. Ponderato
# 5. Tecnologico
# 6. Filosofo
# 7. Esasperante
# 8. Tata
# 9. Imperatore
# 10. Strano
# 11. Destinato
# 12. Casalingo - Fanfiction vincitrice del primo posto al contest “Piangere è difficile, ma ridere lo è ancora di più: il contest della risata” indetto da eleCorti sul forum di Efp
# 13. Festaiolo
# 14. Cupido
# 15. Coinquilino
# 16. Neopatentato
# 17. Genitore
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU, Nonsense, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Oggi vi presento una storia che non potevo non presentare ad Halloween; questa storia l’avevo già in mente da un po’, e allora, quale migliore occasione?

Buona lettura!



Non era una questione di essere una zucca vuota o essere uno zuccone o di non avere sale in zucca.

Era una questione più profonda, ontologicamente scientifica.

Lui alla festa di Halloween non ci avrebbe partecipato. Fine.

Inutile Bulma sbraitasse tanto, Halloween, qualunque cosa fosse, gli faceva semplicemente cagare. Fine.

Come tutto d'altronde originale di quell'emisfero dell'universo.

Lo stesso Sistema Solare lo infastidiva, perché lì, nei pressi di due pianetuncoli in fila, uno giallo schifo e l'altro rosso schifo, c'era, in mezzo, quello blu schifo a cui, da otto anni ormai, era incatenato il suo culo.

Il Sistema Solare schifo e tutto quello che comprendeva gli facevano schifo.

Questo pensava Vegeta, seduto al tavolo in cucina con una tazza di caffè stretta furiosamente nel pugno, mentre scarabocchiava un cruciverba.

Non avrebbe partecipato alla festa. Fine.

E poi la zucca manco gli piaceva. Così arancione schifo.

No, no, no, non avrebbe partecipato a quella pagliacciata.

Meglio concentrarsi sul suo cruciverba, al diavolo la festa.

Strinse la penna e assottigliò le labbra.

<< Allora... uno verticale, uomo senza credo… >> arricciò le labbra in concentrazione, finché non gli si accese la lampadine. << Be’, io non credo che sia un uomo, quindi Kakaroth… ah, solo quattro lettere. Questi incompetenti hanno sbagliato a fare il cruciverba! Be’, scriverò Goku, tanto sempre lui è... >>

Scarabocchiò sul foglio la risposta e continuò a leggere.

<< Tre orizzontale, aspèttati con ansiala morte di Kakaroth! Scriviamo morte, che ci sta, tanto sempre la sua è >>

<< Quattro orizzontale, è vicinissima al sole...la mia irritazione >>

<< Nove verticale, quieto in apparenza… Trunks, probabilmente >>

<< Due orizzontale, creatrice di gioie… ah, be’, facile questa… la vendetta su Kakaroth… ah, non ci sta. Ma sono proprio degli incompetenti questi creatori! Scriverò solo vendetta. Con una t, che non ci sta >>

Gli si avvicinò d'improvviso Bulma, che si fermò a fissarlo davanti al tavolo, ma Vegeta non la cagò di striscio. << Hai finito di ignorarmi? >>

No, voleva risponderle Vegeta, ma per quel giorno avrebbe voluto conservare intatta la sua faccia ed evitare che la mogliettina gliela strappasse e incollasse al contrario. Così, la fissò negli occhi, come per invitarla a continuare il suo discorso interessante quanto sapere chi fosse l'ultima donna che aveva osato copiarle il taglio di capelli, e si mise in ascolto.

Bulma lo stava fulminando.

La detestava quando faceva così. Quando osava chiamarlo, respirare il suo ossigeno, interagire con lui in generale.

In un'altra vita voleva nascere albero, almeno nessuno avrebbe interagito con lui.

<< Perché non vieni alla festa? >> gridò un'altra volta. La guardò scettico e per la prima volta da quando aveva fatto il suo ingresso in cucina si concentrò su quello che indossava.

Vestita con quella gonnellina sbarazzina e un corpetto di pizzo, Bulma, quella sera, interpretava il ruolo di se stessa: la strega. Una strega con degli occhioni blu e un trucco azzeccato in faccia. Qualche ragnatela finta che pendeva dalle braccia e una scopa in mano: una perfetta strega ad Halloween e nella vita reale.

Si sforzò di risponderle.

<< Perché non ne ho voglia >>

Una motivazione più che sufficiente.

<< Perché Halloween, qualsiasi cosa sia, non mi piace >>

<< A te non piace mai nulla >> puntualizzò invece l'altra, stringendo le braccia al petto. Maledetto vecchio Saiyan.

<< No, questo non è corretto >>

La corresse, scarabocchiando sovrappensiero il foglio.

<< A me fa tutto parimenti e ugualmente schifo. Disprezzo tutto e tutti allo stesso modo. >>

Bulma alzò gli occhi al cielo. Maledetto vecchio Saiyan.

Se l'avesse convinto a partecipare alla festa, almeno avrebbe avuto di che divertirsi.

Vederlo schifato alla vista di ogni persona con quella particolare sua costante smorfia, era uno dei pochi spettacoli che la facevano ridere di gusto e che la rendevano più consapevole che, davvero, suo marito era un alieno.

<< In fondo potresti interpretare il vampiro! >>

Magari lo avrebbe convinto: il vampiro, col suo carico di mistero e ombre, in fin dei conti, rappresenta certamente la parte più intrinseca dell'uomo figlio dell'intelletto e del mistero. Un'immagine così oscura e che si nutre di sangue e buio, avrebbe potuto replicare al meglio un principe maledetto come Vegeta. << Un vampiro, certo, >> precisò << come la sanguisuga che sei e che vive a mie spese tutto il tempo. >>

La smorfia di Vegeta si fece ancora più profonda. Maledetta vecchia terrestre.

Fece per aprir bocca per iniziare a spiegarle quanto era necessario che lui non partecipasse alla festa perché ne andava della sua salute mentale e dell'incolumità di tutti, quando Bulma lo interruppe, fermandolo sul nascere e lui si ravvide di stringere tra le labbra un insulto bello colorato.

<< Ho capito perfettamente quello che vuoi, scimmione >>

La vide sistemarsi velocemente le ultime cose in borsetta e chiamare Trunks a gran voce.

<< Quindi non venire, io e tuo figlio ci divertiremo da soli! >>

Lei e il mostriciattolo si avviarono alla porta d'ingresso e l'ultima cosa che vide fu l'uscio di casa sbattere sonoramente e l'auto di sua moglie decollare verso il cielo.

Una pernacchia risentita gli sfuggì dalle labbra e si andò ad appoggiare alla porta finestra che dava sul giardino.

Non gli piaceva restare a casa da solo. Non c'era nessuno da punzecchiare o infastidire, mannaggia. Tamburellò le dita sul vetro, come per far fluire meglio in testa i pensieri, e fece scricchiolare la finestra con piacere.

La dannata festa per Halloween era al palazzo del Supremo e Bulma aveva insistito tanto per andarci perché, come aveva detto, sarebbe stata un'occasione per una rimpatriata del gruppo e un'occasione per far festa e mangiare a sazietà. Non che lui avesse nulla contro il cibo ma condividerlo con gli altri gli aveva sempre dava fastidio. Anche condividere l'aria con gli altri gli aveva sempre dato infastidio. Figurarsi con Kakaroth, quello spreco d'ossigeno.

Sospirò nuovamente.

Che brutta situazione dover scegliere tra la tentazione di una buona cena e l'inconveniente di doverla dividere con Kakaroth. Maledetta vecchia terrestre. Aggrottò gli occhi e tamburellò più velocemente sul vetro dal nervoso.

Sua moglie doveva pagarla.

Anche se non gliene fregava niente di Halloween, poteva stare al gioco. Sua moglie voleva divertirsi a giocare a giochetto o scherzetto?

Bene, le avrebbe fatto venire i capelli bianchi dallo spavento.


Lentamente, come fili di mozzarella intrecciati tra loro, quelli che non si staccano più dalla fetta di pizza e che, tira che ti ritira, finiscono per crearti chilometri di formaggio in bocca, nel cervello di Vegeta iniziarono a formarsi idee e pensieri sul suo maleficio da compiere.

Alla fine, sogghignò pensando al suo malefico piano.

Era tutto perfetto e Bulma avrebbe preso un bello spavento.

Gli serviva solo una vittima, il primo sfigato malcapitato che beccava per strada e che era facilmente sacrificabile. Trunks non era nei paraggi e questo era un problema, ma, forse, quella ragazza laggiù...

Sorrise ancora e il vetro si crepò definitivamente.


Nené faceva la postina da cinque anni.

Un lavoro semplice ma che la faceva sentire spensierata perché, con la sua motovolante, consegnava la posta per tutta la città e passare di quartiere in quartiere, le faceva vedere ogni giorno quanto la sua città fosse diversa e brulicante di colori e di vita.

Come quella via dove stava passando, piena di aceri vestiti con i colori dell'autunno, che aprivano davanti a lei, con le loro foglie, un tappeto color del fuoco.

Quella via, poi, era la sede di una delle più grandi aziende, se non la più grande, di elettronica. Era una via molto remunerata. Si accinse a prendere le missive da consegnare.

Pronta con il pacchetto sottobraccio e un sorriso smagliante sotto il cappellino dell'agenzia, fischiettò felice, iniziando a mettere le varie lettere nelle cassettine della posta e sparando tranquillanti ai quei cani che, legati alle loro catene, si avvicinavano un po' troppo per i suoi gusti ai suoi gustosi polpaccini.

Davanti alla cassetta della posta targata Capsule Corporation, le passò, però, per la mente quello che una volta le aveva detto un suo collega, agli inizi della carriera. Che aveva detto di preciso?

Si grattò sovrappensiero la testa.

Ah, sì! Di consegnare lì la posta in fretta e di scappare subito, perché c'era un'ombra malvagia che tormentava i postini e che lanciava indietro la posta, colpendoli con le lettere a tutta velocità, come fossero missili.

Aggrottò le sopracciglia per riflettere. Che assurdità. Tornò a fischiettare, spensierata.

L'ombra malvagia che tormentava i postini, però, sbucò quatta, quatta, da dietro un'aiuola e, avvicinandosi leggera come un gatto e sentendosi deficiente come poche volte in vita sua per l'assurdità del suo nuovo soprannome, si parò dietro l'ignara Nené, pronta per afferrarla.

Tre secondi dopo, il mondo di Nené si chiuse nel buio dell'ombra malvagia e del suo ridicolo nuovo soprannome.


Quando riaprì gli occhi, si trovò legata e stretta con forza ad una sedia, davanti al nero più nero della cantina della Villa Brief.

L'ombra malvagia era svanita e al suo posto era comparso un uomo dai capelli a fiamma, minaccioso e forte, alto quanto un metro e un succo di frutta, con uno sguardo da killer in grado di penetrare anche il cemento - per controllare la resa delle tubature dell'acqua, Vegeta infatti faceva l'idraulico nel tempo libero - e un broncio scuro in volto. La stava fissando come si fissa il microonde quando si ha fame, perché faccia più in fretta a scaldare la pizza. Uno sguardo tetro, uno sguardo scuro.

Nené si mise ad urlare. Un maniaco l'aveva rapita e chissà quali azioni malvagie voleva compiere su di lei!

Anche se, non è che facesse proprio tanta paura il suo rapitore alto quanto una sedia...

Era pure caruccio, a guardarlo bene. Le ricordava una delle teiere di sua nonna. Piccolo e carino.

Nené smise di urlare. Vegeta tirò un sospiro di sollievo e poté rilassare le orecchie, ma ghignò malvagiamente, facendo inghiottire un pesante grumo di saliva alla povera ragazza.

<< Terrestre, se vuoi salvarti devi collaborare. Se farai tutto quello che ti dico, ti lascerò viva dopo... Forse. >>

I suoi occhi di fuliggine si abbellirono d'ironia al suo discorso intimidatorio.

La postina, invece, prese inspiegabilmente la palla al balzo.

<< Anche uscire a cena con me? >>

Il principe s'ammutolì di colpo.

<< Cioè? Andare a mangiare una pizza? >>

<< Sì, una pizza, solo noi due, solo io e te. Così ci conosciamo e mi puoi... rapire per bene... >>

Vegeta sentì un brivido corrergli lungo la schiena all'occhiolino malizioso della ragazza. In che senso rapire per bene? Doveva preoccuparsi? Improvvisamente si sentì lui quello legato e stretto con forza alla sedia.

Ma lasciò perdere in fretta quella strana sensazione di essere desiderio sessuale della mente perversa di qualcuno e continuò, deciso.

<< Se mi ubbidirai, ti lascerò viva, per ora ti prometto solo questo >>

Raccolse le braccia al petto e sghignazzò facendo sentire la povera Nené leggermente a disagio. Era giunto il momento di divertirsi.


La festa al Palazzo del Supremo era risultata un'idea stratosferica, sia perché il Palazzo con le poche luci soffuse creava un mondo inquietante da esplorare, sia perché la musica sparata a bomba nelle casse faceva scuotere di divertimento anche le vecchie fondamenta del tempio. Bastava vedere la faccia contenta di Junior che, vestito da Shrek, sprizzava gioia dalle orecchie, per constatare la buona riuscita dell'idea.

Stava per strapparsi un braccio per tentare di morire dissanguato dall'eccitazione. Il povero Shrek non era molto contento che gli avessero invaso la palude, probabilmente.

Ma, in fondo, era in buona compagnia: c'era pure il suo pupillo Gohan, che vestito da asino, in quella stramaledetta divisa da Great Saiyaman, cercava di flirtare o quantomeno non morire d'infarto davanti alla bellissima Videl, vestita rosso fuoco e fiammeggiante come un demonietto. Povero Junior, se quel ragazzo non gli causava sempre una preoccupazione...

Il povero sfigato di pupillo, però, non era l'unica reale preoccupazione del padrone di casa: dopo aver abbandonato il povero Supremo Dende a sciacquarsi lo stomaco dall'alcool sulle scale - uno schifo terribile, che neanche l'acqua miracolosa avrebbe fatto effetto - aveva scovato Krillin, vestito da uomo di pan di zenzero, e Yamcha, un tristissimo lupo mannaro a cui anche un clochard avrebbe dato cinque euro per pietà, fumarsi delle canne dietro le aiuole di fiori di Mister Popo. Dopo averli pestati a sangue e avergli fatto ripulire il sangue con la lingua, aveva dovuto fare una lavanda gastrica ai mocciosi mezzisaiyan che avevano mangiato tutte le caramelle e convincere C18 a non pestare il Maestro Roshi per averle nuovamente toccato il sedere, perché, per carità divina, si stava leggermente alterando.

Junior, perciò, non si riteneva affatto soddisfatto della festa, anzi, era un pochino frustrato, giusto quel poco da strapparsi le orecchie e urlare così tanto da diventare Super Saiyan.

Ma anche gli altri non erano da meno in quanto a disperazione: Chichi stava battendo tutti alla Just Dance sulle note di Thriller e This Is Hallowen. Bruciava la pista con fervore, mettendo petardi nelle scarpe degli avversari per assicurarsi la vittoria. Sfogando la sua frustrazione nella danza, stile macchina da guerra, aveva battuto tutti, e le mancava solo il campione in carica, Vegeta, ma che non essendo presente in quel momento, la obbligava a tenersi un secondo scomodo posto. Una postazione che accettava, invero, con grande aplomb: non a caso, adesso, non metteva solo petardi nelle scarpe, ma anche bombe a mano.

Mentre tutti ballavano, a mixare la musica ci pensavano le due pesti in fiore, i piccoli Trunks e Goten, che interpretavano un piccolo Frankenstein e uno scheletrino, e che avevano mal compreso le funzioni e la delicatezza della console da dj, riempiendola di patatine e altre caramelle che erano riusciti a salvare dalla mano inquisitoria di Junior.

Le idee per divertirsi quella sera erano state molte: Mr. Popo aveva organizzato una caccia al tesoro fantastica ed era riuscito a nascondere i dolciumi in ogni posto più improbabile; nel sottotetto, nella Stanza dello Spirito e del Tempo, nelle sue mutande e pure nelle mattonelle del pavimento.

Goku, che aveva perso l'abitudine di sradicare tavoli per dimostrare che sapeva togliere la tovaglia lasciando tutto sopra, adesso si divertiva tranquillo a tenere le distanze da sua moglie, mangiando al buffet tutto ciò che riusciva a razzolare e a ridere di gusto alle battute sconce che Laura sussurrava all'orecchio di un imbarazzantissimo Tensinhan.

Insomma, una festa piacevole e divertente, a parte per Junior, ovviamente.

Fin troppo piacevole e divertente.


Improvvisamente, però, la musica subì un brusco calo e tutte le luci si spensero per un sovraccarico di corrente.

<< Che succede? >> sussurrò Bulma,

ma sarebbe stato meglio non avesse aperto bocca.

Un risata malefica si levò d'un colpo nell'aria, scaturendo dall'abisso, e tutti trattennero il respiro e tesero le orecchie con attenzione.

Si sentì un tonfo e un cadavere di ragazza, rosso come il sangue, stramazzò al suolo: Gohan e Videl corsero a vedere, ma si poterono imbrattare le mani solo di sangue, mentre questo fluiva tra le fughe del pavimento del piazzale.

<< Oh, mio Dio, ma che è successo? >>

Una luce di sole, potente e folgorante, abbagliò repentinamente tutti, aprendo fili di ombre terrificanti sulle mura spente del tempio.

Quello che poterono vedere fu l'improvvisa comparsa di Vegeta ma si resero conto che c'era qualcosa che non andava. La sua aura era troppo potente, la sua furia scatenata.

Il nero che circonda le ombre gli solcava infatti, gli occhi, cerchiandoli con orrore, e una M di Majin sanguinava dalla fronte, marchiata come piombo fuso.

Si aprì in un sorriso sadico, iniziando a ridere dapprima lentamente, poi via via sempre più sguaiatamente e fece gelare il sangue nelle vene a tutti.

C'era qualcosa che non andava.

Goku si mosse con allarme << Che succede, Vegeta?! >>

Ma Vegeta non rispondeva, perso nei fili della pazzia: mosse convulsamente il capo, come impazzito, e si passò una mano sul volto, tingendolo di rosso sangue.

Questo fu troppo.

Chichi scoppiò in un urlo, presa dallo spavento, e svenne tra le braccia di C18 e tutti iniziarono a scappare all'istante, a gambe levate e con il cuore in gola.

Nella confusione della calca, Goku cercò di mantenere la calma, richiamando tutti all'ordine ma quando vide Vegeta salutarlo con in mano una siringa, strillò di terrore e iniziò a correre, in seguito a ruota da Vegeta che, sadico, si beava del gusto della sua vendetta.

Bulma strillava, urlava, e, nascosta sotto i tavoli, lanciava anatemi di ogni tipo verso la cattiveria del marito, maledicendo lei e la sua cocciutaggine di aver insistito perché la seguisse alla festa.

La festa finì in un disastro: Krillin e Yamcha si buttarono direttamente giù dal piazzale, preferendo morire spappolati che prenderle ancora; Gohan cercò di correre dietro a Vegeta che correva dietro a Goku per cercare di calmarlo; Videl cercò di correre dietro a Gohan, che correva dietro a Vegeta, che correva dietro a Goku, per tentare di farli ragionare; Muten, Oolong, e la povera Tartaruga trovarono rifugio da Balzar; mentre C18 e la piccola Marron, Tensing e Laura e Junior con i mocciosi, preferirono andare a sedersi sul tetto del Santuario per sfuggire alla furia dei Saiyan in corsa.


Nella confusione generale, si risvegliò improvvisamente anche Nené, che era rimasta svenuta per tutto questo tempo sulle fredde mattonelle del piazzale. Un terribile cerchio alla testa l'aveva circondata e si ritrovò ricoperta di ketchup.

<< Che diamine succede? >>

La baraonda che la circondava le fece capire che era in corso una rissa o qualcosa del genere, causata dallo strano nanetto biondo, che inseguiva un punk dai capelli in disordine. Quest'ultimo, poi, urlava come un disperato per avere salva la vita.

Si nascose in fretta poco lontano, sotto uno dei tavoli abbandonati a se stessi, sgraffignando qualche pop corn e due birrette, e si godé lo spettacolo, tra urla, lampi di luce e tavoli lanciati per tutta la piazza. Pensò che, in fin dei conti, ne valeva la pena stare lì sotto accucciata; almeno, finché il nano da giardino le avrebbe offerto la pizza, avrebbe aspettato anche tutta la notte!





Angolo dell’autrice

Grazie a tutti per aver letto fino a qui, spero che la storia sia stata di vostro gradimento – ho dovuto scriverla un poco in fretta, magari non faceva così ridere.

Un ringraziamento speciale alla Nene, la mia ciiicia, a cui avevo promesso un incontro romantico con Vegeta. Spero che così vada bene!

Un ringraziamento speciale va a: Nuvolenere_dna, summer_moon, SSJD, felinala e mymanga per avermi sempre e costantemente supportato.

Grazie a Gost Raidar, kpira, margheritina 93, scrivereok e Haruko per aver messo la raccolta nei preferiti;

grazie a Joxinlove per aver messo la raccolta nelle ricordate;

e infine, grazie a Cersei_Quinn, Eri_Son, kpira, Luu, margheritina_93, maymell, parlu10, shadowkiss16, sonamy_forever, summer_moon, yanarienn e a Daenerys Targaryen93, per averla messa nelle seguite!

Grazie ancora per essere arrivati fino a qui e per l’eventuale recensione!


Alla prossima,

Zappa

   
 
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