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Autore: Akane92    02/11/2017    4 recensioni
La vita di Maia Stark, figlia del genio, miliardario, playboy, filantropo, sta per essere stravolta di nuovo, dopo gli avvenimenti di New York e Malibù. Il Dio degli Inganni è stato mandato sulla Terra, in particolare alla Stark Tower, per essere tenuto sotto controllo. Come vivranno, insieme, la giovane Stark e Loki?
(Post Avengers e IronMan 3)
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Doveva essere un sogno. Un terribile, terribile sogno. Un sogno al quale io non volevo partecipare. Sbattei più volte le palpebre, sperando che in qualche modo la scena che mi si era presentata davanti cambiasse e io ritornassi nel mio letto, in pigiama, al buio.
Ma non accadde. Fury e Thor erano ancora lì, di fronte a me a guardarmi, e Loki era ancora seduto sul divano, sul divano di casa mia, la stessa casa che pochi mesi prima aveva tentano di conquistare e distruggere, con lo sguardo rivolto verso la finestra. Era possibile che mi irritasse ugualmente, nonostante stesse fermo e zitto?
Non poteva essere vero. Non poteva davvero essere lì.
«Buongiorno, tesoro!» mio padre mi si parò davanti, sorridendo falsamente e mettendomi le mani sulle spalle.
«Questo non è un buongiorno»
«Lo so»
«Dimmi che è uno scherzo, ti prego» sussurrai.
«Lo vorrei tanto fare, ma no, non lo è. Senti, ho parlato con Fury e…»
«Sarò io a spiegare la situazione a tua figlia, Stark» lo interruppe Fury stesso, facendogli alzare gli occhi al cielo.
 Certo, Nick, prego» esclamò mio padre, facendosi da parte.
Sbuffai, pensando che quel sabato era iniziato nel peggiore dei modi. Raggiunsi Fury e Thor, che mi sorrise, prendendomi la mano.
«È un piacere rivederti, Maia» esclamò, baciandola.
Ricambiai il sorriso, non potendo fare a meno di ammirare la bellezza di quel semidio. «Anche io sono contenta di rivederti, Thor. Tu sei il benvenuto qui, ma dovevi per forza portarti dietro il fratellino distruttore con manie di protagonismo?»
«Maia.» mi riprese Fury.
«Cos’è questa storia, Nick?» domandai, incrociando le braccia. «Sappi che mi hai rovinato il sabato mattina»
Fury alzò lo sguardo verso Thor, che fece un lungo respiro prima di iniziare a parlare. «Mio padre, Odino, ha preso la decisione di esiliare Loki da Asgard. Ritiene che non sia più degno neanche di mettere piede nel nostro regno e ritiene Midgard il regno più adatto per fare in modo che sia sorvegliato adeguatamente»
«Non potevate spedirlo su qualche altro pianeta?»
«Non possiamo fidarci degli altri regni. Probabilmente userebbero Loki per altre guerre, altri massacri. Non possiamo permetterlo» spiegò, indicando con un lieve cenno del capo il fratello, ancora immobile ad osservare il cielo.
«Bene, ha senso. Ma la Terra è grande, no? Perché proprio qui?»
«Mio padre crede che solo i Vendicatori abbiano la forza di tenere sotto controllo Loki»
Questo Odino cominciava a starmi sulle scatole.
Mi rivolsi a Fury, perché sapevo che era stato lui a scegliere noi. «Tolto Thor, siamo cinque Vendicatori. Perché io e mio padre?»
«Vuoi che sia Banner ad occuparsi di Loki?»
«Magari gli piace essere sbattuto sul pavimento, che ne sai?» Fury alzò gli occhi al cielo «Va bene, niente Banner. Allora Steve? Clint e Natasha?»
«Captain America, Occhi di Falco e la Vedova Nera sono agenti attivi dello S.H.I.E.L.D., sono in azione ventiquattro ore su ventiquattro. Non hanno il tempo di occuparsi di Loki, lo sai bene»
«Perché, noi lo abbiamo?» domandò mio padre dietro di me.
«Stark, io e te abbiamo già parlato»
«Tu sei d’accordo?» chiesi incredula, voltandomi.
Mio padre aprì la bocca, ma non fu la sua voce quella riempire la stanza.
«Sì, lo è, Maia. Devi esserlo anche tu».
«È un ordine?» domandai con tono di sfida, voltandomi di nuovo verso Fury.
«È una richiesta, fatta in modo gentile» lasciò intendere che la gentilezza non sarebbe durata ancora molto.
«Gentile, sul serio? Mi stai imponendo di fare da babysitter ad un semidio che ha evidentemente qualche problema!» alzai la voce, cominciando ad innervosirmi sul serio. «Posso parlarci io, con questo Odino?»
«Maia...»
«Solo qualche parola, giuro. Mio caro Odino, puoi andare allegramente a ...»
«Maia!» sbraitò Fury, fermandomi. Notai che Loki aveva spostato lo sguardo, ora rivolto verso di me. Sembrava quasi divertito.
«Oh, avanti! È suo figlio, dannazione!» urlai ancora, indicando Loki.
«Veramente...» cominciò Thor, ma non lo feci continuare.
«Lo so che non è veramente suo figlio, lo so! Ma l’ha cresciuto, no? Cosa fa, ogni volta che ha problemi con uno di voi due, vi spedisce sulla Terra? L’ha fatto anche con te. Non sa affrontarvi da solo?» guardai di sfuggita il semidio sul divano: sorrideva davvero questa volta.
«Era diverso»
«Diverso, certo. Quale razza di re farebbe una cosa del genere? Quale re scaricherebbe i suoi problemi ad altri? Anzi, quale padre lo farebbe? Quale padre esilierebbe il figlio, piuttosto che aiutarlo lui stesso?» domandai, esasperata.
Thor mi guardò per qualche secondo prima di rispondermi. Abbassò la voce, insieme al suo sguardo. «Un padre che ha perso la speranza di rivedere il figlio che ha cresciuto»
La risposta mi spiazzò, lasciandomi senza parole. Perfino Loki aveva perso il sorriso.
«Maia, non possiamo andare contro la volontà del re di Asgard. Lo capisci?» mi domandò Fury, con estrema calma.
«Sembra più un dittatore che un re» osservai, a bassa voce.
«Perché ti ostini a non voler collaborare? È stato più facile con tuo padre»
Sospirai, guardando prima il semidio e poi Fury. «Ha ucciso Coulson. Te lo ricordi, questo?»
«Coulson è vivo»
Quelle parole mi fecero quasi sentire male. «Cosa? Come?»
Coulson, vivo? Mio padre mi aveva raccontato che Loki gli aveva trafitto il petto con lo scettro e che era morto poco dopo, sull’Helicarrier, mentre io mi trovavo con Banner. Come poteva essere ritornato in vita?
«È vivo. Ho fatto di tutto per farlo tornare in vita, con operazione di cui non parlo qui, ora. Sappi solo che è vivo e operativo, al momento. Se lo vorrai, potrai vederlo»
«Certo che voglio!»  
«A patto che tu collabori con me, per questa faccenda»
Annuii, in silenzio. «Suppongo che tanto ormai la cosa sia stata già decisa dallo S.H.I.E.L.D., quindi .. »
«Posso spiegarti come andranno le cose?»
«Da quanto è vivo?»
«Coulson? Da un po’, a dire il vero. Sta bene, te lo posso assicurare. Sono anche sicuro che anche lui sarà felice di vederti. Ora, però, possiamo occuparci di questa questione?»
«Parla»
Fury sembrò rilassarsi all’improvviso. «Loki resterà qui, nella Stark Tower, con te, tuo padre e Pepper»
«E Jarvis» lo corressi. Sentii mio padre ridacchiare dietro di me.
Fury alzò l’occhio al cielo. «... e Jarvis. Sta’ a voi decidere dove sistemarlo, l’importante è che resti qui. Vedi quelle manette?» indicò le mani di Loki. Non avevo notato che fosse ammanettato fino a quel momento, visto che quelle non erano le solite manette terrestri. Erano strette, sì, ma non erano collegate fra loro.
«Sembrano più braccialetti, in verità» osservai.
«Avvicinatevi» ordinò a me e mio padre, che obbedimmo, facendo due passi verso il semidio.
«Mostra i polsi, Loki» impose Thor al fratello, che alzò gli occhi al cielo e controvoglia alzò leggermente le mani, mostrandoci meglio quelle “manette”.
«Tecnologia asgardiana?» domandò mio padre, incuriosito.
In effetti, non erano affatto simili a nessuna cosa che avevamo mai visto. Erano dorate, fatte da chissà quale materiale o metallo, con delle scritte in asgardiano e con al centro una barra, trasparente.
«Precisamente. Sono state fatte, a detta di Thor, in modo che Loki sia privo di poteri. Vedete quelle barre, lì?» annuimmo, osservando meglio. Tentai di decifrare quella lingua, ma per me era impossibile. «Nel caso in cui Loki si allontani dalla Torre o si allontani troppo da voi, o nel caso in cui ferisca o usi violenza contro chiunque, contro ogni essere umano, si illumineranno e fermeranno Loki»
«Lo tortureranno, insomma» osservai.
«Mio padre ha detto che, nel caso in cui Loki diventi troppo pericoloso per voi, lo riporterà indietro» aggiunse Thor.
Alzai lo sguardo, incontrando gli occhi chiari del semidio. «Ti va di ferirmi un po’ così te ne torni a casa dal paparino?»
«Maia!» mi sgridò Fury, di nuovo.
«Scherzavo! Calmati!» esclamai, notando l’espressione divertita di Loki e sentendo anche la risatina di mio padre.
«Voi due mi esasperate, ogni volta!»
«Oh avanti, Nick, rilassati. Continua. Hai detto che non può allontanarsi dalla Torre o da noi, che significa? Dobbiamo portarcelo dietro?» domandò mio padre.
«In poche parole, sì. Se entrambi dovrete allontanarvi dalla Torre, Loki dovrà venire con voi, ovunque. Deve essere sorvegliato in ogni momento. Non può allontanarsi per più di cinquanta metri, circa»
«Circa?»
«Sono unità di misura di Asgard, non nostre. Abbiamo tentato di convertirle, ma non possiamo essere precisi al cento per cento.»
«Cinquanta metri, allora. Ricevuto.» esclamò mio padre. «Jarvis, ordina da Amazon un bel guinzaglio »
«Non prenderlo sul serio, Jarvis» mi intromisi, fermando la pazzia di mio padre.
«Non lo stavo facendo, signorina»
«Chi può togliergli le manette?» chiesi, rivolta più a Thor che a Fury.
«Solo Odino e Thor» mi rispose il colonnello.
«In realtà anche voi due» aggiunse il semidio «Solo in casi di estrema necessità e pericolo, ovviamente»
«Questo non me l’avevi detto» esclamò mio padre, sorridendo a Fury, che di rimando alzò, di nuovo e visibilmente esasperato, l’occhio al cielo.
«Heimdall vi terrà d’occhio» 
«Heimdall?»
«È il nostro Guardiano. Può guardare ogni cosa, in ogni luogo, in ogni regno. Se succederà qualcosa, lo sapremo subito»
Ci mancava solo questa. «Quindi siamo come in una specie di Grande Fratello? Osservati tutto il giorno?»
«Grande Fratello?» ovviamente Thor non aveva idea di cosa fosse. Buon per lui, almeno non conosceva tutti gli orrori che i terrestri avevano creato.
«Sì, Maia, sarete osservati dal Guardiano di Asgard. È per il vostro bene» mi rispose Fury.
«C’è altro da sapere?» domandai ancora, sbuffando.
«Diete particolari? Allergie?» continuò mio padre, ma fu ignorato da tutti.
«È tutto. »
«Dove lo metterete?» ci domandò Fury.
«Nella stanza libera dell’appartamento di Maia» rispose mio padre.
Mi voltai verso di lui, con sguardo omicida, e con una gran voglia di picchiarlo. «Come, prego?»
Mio padre alzò le braccia «Tesoro, è l’unica stanza libera. Qui io e Pepper siamo in due, tu giù sei sola»
«Vuoi lasciarmi vivere da sola con lui, seriamente?!»
«Non sei sola, ci siamo noi al piano superiore, e sai bene che ormai lavoriamo più nel tuo appartamento. Si tratta solo di cedere una stanza ed un bagno che non utilizzi»
«Ti sto odiando, sai?»
«Sì, lo noto dal tuo sguardo, tesoro»
«Finitela voi due, la mia pazienza è giunta quasi al limite» si intromise Fury.
«Oh, deve vedere la mia …» esclamai.
«Basta così, ho detto!» alzò la voce, questa volta.
Restai zitta, ma dentro di me gli stavo dicendo le peggiori cose che avessi mai potuto pensare. 
«Loki, ti è tutto chiaro?» chiese Thor al fratello, che alzò la testa verso di lui.
«Oh, avete finalmente smesso di parlare come se io non ci fossi?»
Durante quei mesi, mi ero scordata la voce del semidio: calma, ferma ed irritante. Fu strano risentirla, dopo tutto quel tempo.
«Ti è tutto chiaro? Sì o no?» domandò ancora Thor.
«Sì» rispose semplicemente Loki.
«Devo tornare su Asgard, ora»
Restammo tutti in silenzio, in attesa di una qualche reazione di Loki, che però non arrivò.
Thor si rivolse a noi «Tornerò, non appena potrò. Io … vi ringrazio»
«Figurati, avevamo proprio bisogno di un passatempo!» rispose mio padre.
Thor sorrise appena. «È stato un piacere rivedervi, tutti quanti»
«Resterai in contatto con lo S.H.I.E.L.D.?» domandò Fury.
«Sì, troveremo il modo di farlo» Thor abbassò ancora lo sguardo verso Loki «Arrivederci, fratello»
Loki non alzò lo sguardo, non si mosse nemmeno. «Addio, Thor»
Il semidio col martello fece un lieve cenno col capo verso di noi, per poi andare verso il terrazzo e volare via, sparendo dalla nostra vista. Loki lo aveva seguito con lo sguardo, fin da quando si era voltato, ed era rimasto ad osservare il cielo mentre suo fratello scompariva.
 
Accompagnammo Loki nel mio appartamento e mio padre e Fury gli fecero vedere la stanza dove avrebbe dormito, spiegandogli tutto. Lui non proferì parola, limitandosi ad annuire ogni tanto. La camera della sua stanza era praticamente di fronte alla mia, ma grazie al cielo c’era tutto il resto dell’appartamento a dividerci.
Fury ci lasciò soli con il semidio poco dopo, ringraziandoci. Poco prima di andarsene col suo jet, mi prese in disparte, dicendomi «Se ho scelto voi, è perché ho fiducia, non perché non avevo altra scelta». Ammetto che mi fece sentire un po’ meglio.
Quando restai sola con Loki, lui era nella sua stanza ad osservare, ancora, il cielo.
«Mettiamo in chiaro una cosa» esclamai, attirando la sua attenzione «Tu non disturbi me, io non disturbo te. Ti procureremo dei vestiti, visto che non puoi indossare per sempre quella sottospecie di armatura. Mangerai quello che c’è, quando ti pare. Impiega il tuo tempo come credi, basta che non disturbi né me né mio padre. Chiaro?»
«Chiaro»
 
Quella fu l’ultima parola che sentii dire dal semidio, per i successivi sette giorni. Sette giorni di mutismo assoluto.
Avevamo dato a Loki vestiti nuovi, più che altro jeans, maglioni e magliette nere, e lui li indossò senza far storie. Mangiava quando e cosa mangiavamo noi, mettendosi in disparte sul divano ad osservare il cielo. Già, il cielo. Non faceva altro. Passava le sue giornate con lo sguardo fisso fuori dalla finestra.
Io, mio padre e Pepper ci alternavamo in modo che non restasse mai solo alla Torre, ma ogni volta che tornavamo a casa era sempre lì, in camera sua o in salotto ad osservare fuori. Niente riusciva a farlo parlare, neanche le frecciatine di mio padre.
All’inizio la cosa non mi dispiaceva affatto, anzi, adoravo il fatto che fosse come se lui non esistesse. Col tempo, però, osservandolo meglio, mi ricredetti.
Il suo sguardo sembrava triste, malinconico, come se volesse sfondare quel vetro e volare via verso Asgard. Non capivo come facesse a passare intere giornate muto, senza far nulla. Cominciai a provare pietà per lui, sebbene non in maniera eccessiva.
 
Ero sola alla Torre quando decisi di provare a rivolgergli la parola. Lui ovviamente era seduto sul divano a guardare il cielo, in silenzio e con le gambe accavallate. Mi avvicinai.
«Loki?»
Non rispose.
«Loki?» riprovai, avvicinandomi ancora.
Niente. Mi misi di fronte a lui, con le braccia conserte.
«Sei diventato sordo o vuoi solo essere irritante?»
Finalmente, il semidio alzò lo sguardo su di me. «Cosa c’è?»
«Mesi fa non facevi altro che parlare ed ora pratichi il mutismo?»
«Cosa c’è?» ripeté.
Non potevo credere neanche io alle parole che stavo per rivolgergli. «Hai bisogno di qualcosa?»
Il semidio corrugò le sopracciglia, confuso. Reazione plausibile. «Come?»
Tentai di spiegarmi. «Stai sempre qui, o in camera tua, a guardare il cielo. Non ti annoi?»
Non mi rispose, era ancora dubbioso.
«Come impiegavi il tuo tempo libero ad Asgard, mh? A parte combattendo e complottando contro tuo fratello, intendo. Ti piace far qualcosa?»
Loki aprì leggermente la bocca, mantenendo il suo sguardo incerto. «Mi piace leggere» rispose, dopo qualche secondo di titubanza.
«Leggere! Perfetto. Quale genere?»
«Leggo tutto»
«Jarvis, hai sentito?» domandai.
«Sì, signorina. Quanti libri vuole che compra?»
«Mmm, diciamo una ventina, per ora. Quando potranno arrivare?»
«Domattina saranno qui»
«Bene, grazie!» sorrisi, ritornando verso la mia stanza.
La voce di Loki mi fece fermare sulla soglia. «Perché l’hai fatto?» domandò.
Alzai le spalle. «Mi sono scocciata di vederti sempre con lo sguardo al cielo. Cominci a farmi innervosire»
Non attesi la sua risposta.
 
Il giorno dopo, i libri arrivarono in due grandi scatoloni.
«Tutti per te, Loki. Buon divertimento!» esclamai, mentre lui si avvicinava incuriosito.
Il semidio aprì una delle scatole, sollevando lievemente le labbra mentre guardava il contenuto. «Ti chiami Maia, non è vero?» domandò poi, posando lo sguardo su di me.
«Qualche mese fa sapevi tutto di noi ed adesso non ricordi neanche il mio nome?»
«Riesci mai a rispondere senza risultare insopportabile?»
«Potrei farti la stessa domanda» gli sorrisi, ma lui non ricambiò. Si limitò a sbuffare, tornando a guardare i libri.
«Sì, mi chiamo Maia. Come mai questo interesse?»
Alzò le spalle. «Ti volevo solo ringraziare, Maia»
Sbattei le palpebre, non aspettandomi parole del genere dal semidio. «Prego, Loki, ma non ti ci abituare»
 
La sera stessa, Loki stava leggendo uno dei tanti suoi nuovi libri, seduto comodamente sul mio divano.



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Volevo ringraziare chi ha messo la storia fra le seguite e preferite e chi ha recensito, siete gentilissimi :3
Spero che questo capitolo vi piaccia! A presto :)
  
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