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Autore: ringostarrismybeatle    03/11/2017    2 recensioni
Una mancata stretta di mano può davvero impedire ad un sentimento di rivelarsi?
Forse no.
Ci sono momenti in cui ci si convince che per nessun motivo al mondo avremmo bisogno di una persona. Ma la verità riesce sempre a vincere. In un modo o nell'altro. In momenti diversi. Può accadere nel giro di un minuto, o forse di anni. E in situazioni che mai avremmo potuto immaginare. Un duello. O una lezione di Difesa contro le Arti Oscure. Ma, alla fine, accade.
E ci si può rendere conto di amare qualcuno nei modi più impensati. Accarezzando le sue debolezze. O scegliendo di allontanarsi, di abbandonarlo. E di restare soli. A costo della propria felicità.
Combattuto tra una relazione nascosta per anni ed il rispetto per un padre disposto a tutto per devozione, Draco è questo. E' timore. Timore di essere felice. Ma, allo stesso tempo, è forza. Forza di prendere decisioni difficili per salvare le persone che ama, forza di scegliere. Di crescere.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Lucius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Cap 6 Harry Potter e il Principe Mezzosangue




Non ci sarebbe stato un altro momento per affrontarlo.

Draco si avviò di corsa fuori dalla Sala, attraverso i corridoi infiniti di Hogwarts. Quello sguardo scambiato con Katie Bell non lo aveva per niente convinto. Avrebbe potuto ricordare qualsiasi cosa. Da un momento all’altro. E per lui sarebbe finita.

Aveva bisogno di acqua. Era dannatamente caldo, all’interno di quella scuola. Sentiva che non avrebbe resistito ancora per molto. Non in quelle condizioni. Avrebbe avuto bisogno di restare da solo, per riflettere. Ma alla fine, a cosa sarebbe servito? Ancora una volta, sarebbero stati pensieri inutili, che non lo avrebbero condotto da nessuna parte. Non lo avrebbero portato a cambiare idea.

Girò improvvisamente a destra, in un corridoio che l’avrebbe condotto nel bagno più vicino. Pensare sarebbe stato inutile, ma avrebbe avuto bisogno di solitudine. E quello sarebbe stato l’unico luogo in cui nessuno l’avrebbe trovato.

Entrò, quasi correndo, raggiungendo il lavandino di fronte a lui. Si gettò su di esso, afferrandolo con forza ed avvertendo il proprio respiro appesantirsi sempre di più. Portò le mani con rapidità sul proprio cardigan smanicato, sfilandolo come se lo stesse asfissiando e scompigliandosi leggermente i capelli. Lo gettò a terra, tornando a sorreggersi con l’aiuto del lavandino. I suoi battiti erano dannatamente aumentati, da quando era fuggito dalla Sala. E il suo cuore maledettamente inquieto.

Sta’ calmo.

Sì, avrebbe avuto bisogno della calma. Per affrontare quel momento, quella giornata, quella situazione. Probabilmente, per affrontare tutta la vita.

Tutta la vita.

Fu inevitabile. Era segnato da quel periodo, non avrebbe potuto trattenere ciò che da tempo lo stava distruggendo.

Alzò lo sguardo, e si vide nello specchio.

Non riuscì a riconoscersi. Nel proprio volto, nel proprio sguardo. Persino nel proprio corpo. Era dimagrito fin troppo, nell’ultimo periodo. E sul suo volto i segni di quel dolore erano ben visibili.

Non poté controllarsi. Afferrò con violenza l’acqua che poco prima aveva lasciato scorrere dal rubinetto, bagnando il proprio volto, per cercare di cancellare pensieri e ricordi. Avvertì i suoi occhi bruciare, e si lasciò andare. Come avrebbe desiderato da molto, troppo tempo.

Le lacrime iniziarono a rigare le sue guance, infiammandole come se stessero andando a fuoco. E quel dolore fu difficile da sopportare. Impossibile. Un singhiozzo ruppe il silenzio della stanza, e subito dopo un altro. Iniziarono ad alternarsi con il suo respiro affannato. Aveva pensato che sfogarsi in quel modo lo avrebbe aiutato a liberarsi. Ma non fu così.

Fragile.

Come sempre si era sentito.

Debole.

Come suo padre lo aveva sempre fatto sentire. Ma in quel momento, non era debole. Non lo sarebbe più stato. Non avrebbe avuto la possibilità di essere debole. C’era chi aveva bisogno di lui. E non avrebbe deluso nessuno.

Un rumore lo fece destare dai propri pensieri.

Sollevò improvvisamente lo sguardo, ritrovandosi ad osservare di nuovo lo specchio. E lo vide.

Il suo cuore si fermò per un istante.

No. Non lui.

Si voltò, anche se, dentro di sé, non avrebbe mai desiderato farlo. Fu forse il suo istinto a portarlo a compiere quel gesto, ma si maledisse per averlo fatto. Incontrò in un istante i suoi occhi, e si sentì pietrificato. Come se avesse appena fissato un Basilisco.

Da tempo non guardava Harry negli occhi. Negli ultimi mesi, aveva incontrato il suo sguardo solo di sfuggita, tenendosi bene a distanza da quegli occhi che avrebbero potuto distruggere tutto ciò che aveva creato. O forse, tutto ciò che gli altri avevano creato per lui. Ma questo non avrebbe avuto importanza.

Rimase immobile al proprio posto, con le labbra secche leggermente dischiuse. Ed Harry lo osservò. E cercò di vederlo per come lui lo conosceva. Per come lo ricordava.

Sembrava essere trascorso così tanto tempo, dall’ultima volta in cui si erano trovati soli all’interno di una stanza. E in quel momento, tutto ciò che avrebbe voluto era capire.

“Draco.”

Pronunciò quel nome in un sussurro, quasi come se lo temesse. E, dentro di sé, si accorse di non aver mai provato niente di simile.

Da quanto non pronunciava quel nome? Da quanto il suo cuore sentiva la sua mancanza? Troppo. Eppure, mai come in quel momento si sentì inopportuno nel farlo.

“Dobbiamo parlare.”

Le parole vennero fuori da sole. Senza che lui le comandasse. Forse perché il suo unico desiderio era risolvere quella questione che da mesi lo teneva lontano da lui. Capire il perché del suo comportamento. Cercare di aiutarlo, per quanto possibile. Ma ben presto, comprese che Draco non avrebbe desiderato alcun aiuto.

“Vattene.”

Fu duro nelle sue parole, ma fu l’unico modo per tradurre il suo volere. Non avrebbe desiderato nessuno intorno. Soprattutto Harry. La sua unica volontà sarebbe stata tenerlo lontano. Non gli avrebbe permesso di avvicinarsi.

“No.”

Ma la determinazione di Harry non gli avrebbe mai concesso di averla vinta. E, in fondo, lo stesso Draco, dentro di sé, sapeva che quello sarebbe stato il momento in cui lo avrebbe affrontato.

Harry rimase in silenzio per qualche istante. Osservò il compagno, studiando ogni centimetro del suo viso. Un viso che, ormai, era divenuto quasi irriconoscibile. Aveva percorso quel volto per anni, con le proprie dita, con le proprie labbra e con i propri occhi. E ovunque sarebbe stato in grado di riconoscerlo. Ma da quando erano tornati ad Hogwarts per il loro sesto anno, tutto era cambiato. Lui era cambiato. Draco non gli aveva più dato l’occasione di parlare, né di incontrarsi. L’aveva sempre evitato, e per Harry era divenuto impossibile cercare di fermarlo per capire cosa fosse successo. Nessuno nella scuola sapeva di quel rapporto. E nessuno avrebbe potuto saperlo. Ma quel giorno, non aveva dato importanza a quel fatto. E lo aveva seguito, dinanzi agli occhi di tutti. Non gli interessava. Voleva solo capire.

“Che cosa ti è successo?”

Era la domanda più scontata che potesse porre. Eppure, l’unica che avrebbe potuto dare delle risposte ai dubbi che da mesi lo assillavano.

“Lasciami in pace.”

Ma Draco non gli concesse quelle risposte.

“Draco. Non me ne andrò da qui fino a quando non avremo risolto questa situazione.”
“Non c’è niente da risolvere.”

Era la verità. Anche se avessero affrontato la questione, non sarebbe cambiato nulla. Ma Harry non poteva saperlo.

“Invece sì. Devo sapere che cosa ti è successo.”
“Non mi è successo niente.”
“Ah, no? E allora dimmi. Perché dall’inizio dell’anno mi eviti? Perché non vuoi più vedermi, senza una spiegazione?”

Pose quelle domande senza mezzi termini. Avrebbe voluto solo la verità.

“Non sono questioni che ti riguardano.”
“Beh, invece credo di sì. Credo che il nostro rapporto mi riguardi, in effetti.”

Probabilmente, Draco aveva pensato di non doversi mai trovare ad affrontare davvero quella conversazione. Ma lo aveva pensato ingenuamente. Come aveva fatto a non immaginare che, prima o poi, Harry avrebbe trovato il modo di bloccarlo? E non avrebbe avuto scampo. Aveva continuato a rimandare, ma in quel momento si trovava spiazzato. E non aveva una giustificazione pronta per lui.

“Che cosa vuoi sapere, Potter? Perché non voglio più vederti?”

Fu l’unica cosa che riuscì a pensare, in quel momento di panico. E gridò quelle parole contro di lui, come se volesse allontanarlo da se stesso. E in fondo, era tutto ciò che desiderava.

“Non ho più voglia. Non ho più bisogno di te. Io non-”

Si interruppe, sentendo il proprio cuore stringersi per le parole che lui stesso stava pronunciando.

“Io non ho bisogno di nessuno.”

E in quel momento, non ci sarebbe stato nulla di più vero da dire. Quello sarebbe stato il momento della solitudine per lui. E dentro di sé, non seppe quanto quel momento sarebbe durato.

“Non stai parlando sul serio.”

Ma Harry non credé a quelle parole. Non solo perché non volle credere che Draco stesse troncando il loro rapporto. Ma soprattutto, perché quella non poteva essere la motivazione a tutto ciò che gli era accaduto.

“Non sono mai stato così serio.”
“Stai mentendo. Draco, te lo ripeto. Che cosa ti è successo? Sei cambiato. Sei dimagrito, sei sempre solo. Non parli con nessuno. Neanche con i tuoi amici. Pensi che non l’abbia notato? Sei sempre silenzioso. Sempre assorto. E vai in giro per la scuola da solo. Che cosa stai facendo?”

Quella scusa non avrebbe retto a lungo. Draco aveva cercato di colpirlo lì dove sarebbe stato più debole. Nel loro rapporto. Ma non era bastato. E avrebbe dovuto saperlo. Harry non era uno stupido. E aveva visto più di quanto avesse pensato.

“Niente.”
“Draco.”
“Ti ho detto che non devi intrometterti. Non più. Non sto facendo nulla. Nulla che ti interessi.”

Nulla che ti interessi.

Furono quelle parole a dargli la conferma di ciò che aveva temuto. Non seppe il perché, ma ebbe un cattivo presentimento.

“Draco.”

Abbassò nuovamente il tono di voce. Seppe che sarebbe stato necessario.

“Ho saputo dell’arresto di tuo padre. Se c’entra qualcosa con questo, noi possiamo parlarne e-”

Ma in un istante, non appena Draco sentì quelle parole, agì.

Estrasse rapidamente la bacchetta, puntandola contro di lui e guardandolo con occhi di fuoco.

“Non permetterti di parlare di lui.”

Fu una reazione forse eccessiva, ma per lui fu più che comprensibile. Quel periodo era stato difficile. Troppo difficile. E trascorrerlo da solo lo aveva portato ad accendere ancor di più il proprio nervosismo. Ma Harry non avrebbe potuto capire. Se Draco non avesse parlato, non avrebbe mai potuto comprendere a cosa quel comportamento fosse dovuto.

“Non volevo-”
“No, già. Non volevi. Tu non vuoi mai niente di tutto quello che fai.”

Fu atroce ascoltare quelle parole da parte sua. Harry non aveva immaginato che la situazione sarebbe stata quella. Pensava che parlare con lui non sarebbe stato così difficile. Ma si era sbagliato.

“Ma lo fai.”

Mantenne salda la presa sulla propria bacchetta. E sperò che Harry demordesse. Ma lo conosceva fin troppo bene. E sapeva che non sarebbe bastato.

“Draco.”

Cercò di parlare con calma. La situazione si stava accendendo fin troppo.

“Ron ed Hermione mi hanno detto di averti visto entrare da Magie Sinister con tua madre, quest’estate.”

Lo colse alla sprovvista. Fu evidente. Le labbra di Draco si dischiusero, i suoi occhi sembrarono quasi chiedere di perdonarlo. E fu l’unico frangente di umanità che mostrò quel giorno.

“Cosa stavi facendo?”

Da mesi teneva quella domanda dentro di sé. Aveva cercato risposte, seguendo Draco nei momenti in cui non avrebbe potuto notare la sua presenza, ma senza riuscire a scoprire nulla.

“Draco. Devo saperlo.”

Lo incalzò. Non avrebbe più potuto attendere. Una volta posta quella domanda, sarebbe stato inutile prendere ancora del tempo. E non sarebbe stato in grado di farlo. Anche se, dovette ammetterlo a se stesso, ebbe paura della risposta.

Draco avvertì le proprie labbra tremare. Le sue convinzioni stavano crollando. E con esse, la determinazione che aveva promesso di mostrare nell’affrontarlo. Sentì che non avrebbe potuto resistere davanti a quegli occhi ancora per molto. E la cosa migliore sarebbe stata tirarsi indietro.

“Niente.”

Era un codardo. Lo sapeva. Non aveva mai dubitato.

Si sentì morire, quando vide gli occhi di Harry supplicarlo ancora di parlare. Lo avrebbe fatto. Davvero. Gli avrebbe spiegato tutto, gli avrebbe fatto comprendere per quale motivo quell’anno avesse scelto la solitudine. Gli avrebbe concesso ancora una volta di aiutarlo. Come sempre, gli avrebbe concesso tutto.

Sospirò tra sé e sé. Non avrebbe potuto. E lo sapeva bene.

Si voltò dalla parte opposta, abbassando la bacchetta, con uno sguardo così spento da trasmettere la stessa rassegnazione a chiunque. Ma non ad Harry.

Per qualche istante, il ragazzo pensò di lasciar perdere. Di rinunciare. Perché Draco non avrebbe avuto alcuna intenzione di parlare. Né di continuare a vederlo. Era tutto finito. Quasi rise tra sé e sé. Era impossibile. Tutto ciò in cui aveva creduto, tutto ciò in cui aveva riposto le proprie speranze stava scomparendo. In un istante. Eppure, Harry capì di averlo saputo molto tempo prima. Non quel giorno, non in quel momento, ma da quando quell’anno erano tornati ad Hogwarts. Da quando Draco non aveva avuto più intenzione di vederlo, di fermarsi con lui, di chiamarlo nei modi più strani solo per poter trascorrere del tempo insieme.

Era tutto finito.

No.

Non avrebbe potuto accettarlo.

Si mosse in avanti, quasi istintivamente. In silenzio, senza chiamarlo, senza farsi sentire. E quando lo raggiunse, afferrò il suo braccio sinistro con forza, facendolo voltare nuovamente verso di sé. E Draco trovò dinanzi a sé quegli occhi. Ancora una volta, senza attendere che accadesse. E quegli occhi chiesero la verità. Senza più alcuna esitazione. Senza più scuse, giustificazioni. Chiesero soltanto sincerità.

Ma Harry sentì un desiderio più forte. Lo avvertì così vicino a sé, dopo troppo tempo. Per tutta l’estate aveva immaginato il momento in cui sarebbe tornato a stringerlo al proprio corpo. E quel desiderio era rimasto intatto in lui. Vide quegli occhi meravigliati dal gesto che aveva compiuto. E seppe che avrebbe potuto meravigliarli ancor di più. Si lasciò andare. E tenendo ben saldo il suo braccio lo attirò a sé.

Gli occhi di Draco si spalancarono, mentre quelli di Harry si chiusero per poter assaporare quel momento. Le loro labbra si incontrarono, come se fosse la prima volta. Lo stesso stupore, lo stesso sapore che sembrava essere totalmente nuovo per entrambi. Ma non era così. Lo sentirono. Era quel sapore che entrambi conoscevano alla perfezione, che per anni aveva permesso loro di restare insieme, di continuare a volersi, a desiderarsi, a possedersi. Ed era tutto ciò che avrebbero chiesto per tutta la vita. Non avrebbero avuto bisogno di altro. E in quel momento, se ne resero conto. Davvero.

Draco rispose al bacio che Harry gli aveva chiesto, lasciandosi andare e socchiudendo gli occhi per poter godere di quel contatto ritrovato.

Non posso.

Già, non poteva farlo. Ma allora, per quale motivo continuava a baciare quelle labbra che gli erano dannatamente mancate, nel corso di quei mesi?

Devo farlo per lui.

Si sentì un egoista. Stava vanificando tutto ciò che in quei mesi era riuscito a costruire con molti sacrifici. Non avrebbe potuto farlo. Avrebbe dovuto resistere. Per lui.

Ma non ebbe bisogno di farlo. Perché un istante dopo, gli occhi di Harry si spalancarono di nuovo ed il ragazzo scattò. Draco si destò da quel momento di felicità che lo stava assalendo, e vide il compagno distaccarsi rapidamente da lui, allontanandosi di qualche metro, e portare la mano sinistra sulla propria cicatrice. Un dolore lancinante sembrò trafiggerlo, passando attraverso la mano destra fino ad arrivare alla sua fronte. Osservò la propria mano, ma non vide nulla di strano. Non comprese. Quella era la mano con cui, fino a pochi istanti prima, aveva stretto il braccio di Draco.

Solo quando il dolore passò del tutto, o quasi, tornò a guardarlo. Il ragazzo rispose al suo sguardo, ma sembrò sofferente nel farlo.

“Stammi lontano.”

Harry non capì. Aveva pensato che quel bacio potesse cambiare ogni cosa. Potesse farlo tornare sui propri passi. E tra le sue braccia.

“Ma perché?”

Mentire ancora non sarebbe servito. Né attendere.

Avrebbe voluto la verità? E allora, l’avrebbe avuta.

Capì che quello sarebbe stato l’unico modo per allontanarlo. L’unico modo per far sì che non tornasse da lui, per cercare di recuperare quel rapporto che sembrava essere giunto al termine.

L’unico modo per farlo andare via. Per sempre.

Per sempre.

Quel pensiero strinse il suo cuore in una morsa. Draco non avrebbe mai desiderato che accadesse. Non avrebbe mai desiderato di dover arrivare a tanto. Ma in quel momento, comprese che non ci sarebbero state alternative.

Lui lo amava. E se lo amava davvero, doveva allontanarlo da tutto ciò che avrebbe potuto fargli del male.

Se lo amava davvero, doveva allontanarlo da se stesso.

“Ma non capisci?”

Gridò con tutto il dolore che aveva dentro di sé. E fu un grido spontaneo, sincero. L’unica cosa che quel giorno riuscì a liberarlo. Ma solo per lasciare spazio ad altro dolore.

Lo guardò per qualche istante con occhi di fuoco. E agì.

Non c’è altro modo.

Raggiunse la manica sinistra della camicia. E non esitò.

È l’unico modo per salvarlo.

La sollevò fino al gomito, mostrando l’interno del braccio al compagno.

Ed Harry si sentì morire.

“Sono stato scelto.”

Tre parole. Tre parole che fecero sprofondare Harry nel baratro.

Un teschio. Un serpente. E la consapevolezza di sapere di cosa si trattasse.

Harry avrebbe pagato con tutto l’oro della Gringott, pur di non sapere cosa quel simbolo inciso sul braccio sinistro di Draco significasse. Ma purtroppo, sapeva bene cosa fosse. E si sentì nauseato.

Draco osservò i suoi occhi, mantenendo la presa ben salda sulla manica della camicia per mostrare ancora il proprio braccio al compagno. Quel braccio che poco prima aveva stretto e che gli aveva causato quel dolore. E lo vide immerso nell’incredulità.

Era ciò che avrebbe voluto. Nient’altro che quello. Sarebbe stato necessario per salvarlo.

E lo sguardo di Harry tradusse tutti quei pensieri che non avrebbe mai potuto tradurre con l’aiuto della parole.

Lo guardò negli occhi. E Draco si sentì vacillare. Avrebbe voluto spiegare. Ogni cosa. Avrebbe voluto spiegare il perché. Ma no. Harry non avrebbe voluto sentirlo. Come aveva previsto. Ed era la cosa migliore. Per tutti.

Abbassò il braccio, mantenendo la manica sollevata. Harry dedicò un altro istante a quel simbolo maledetto che ora lo stava macchiando. E lo avrebbe macchiato per sempre. Ma quando risollevò lo sguardo, fu per parlare.

“Vuoi sapere una cosa?”

Lo colse alla sprovvista. Draco non aveva pensato che Harry desiderasse di parlare.

“Sai chi c’era, quella notte nel cimitero?”

E quando udì quelle parole, si trovò a sperare che Harry perdesse quel desiderio.

“Sai chi c’era, quando Voldemort tentò di uccidermi?”

Il suo cuore accelerò sempre di più i propri battiti. Perché, dentro di sé, Draco conobbe la risposta a quella domanda. Ma sperò che non fosse come aveva sospettato.

Lo sguardo di Harry fu di fuoco. Il peggiore che avesse mai mostrato. A chiunque.

“C’era tuo padre.”

Avrebbe voluto distruggere ogni cosa dinanzi a sé. Perché la rabbia di quel momento fu così tanta da non poter essere contenuta. Eppure, ancor più forte fu il dolore di quelle parole.

Non che non avesse mai avuto il sospetto. Suo padre aveva lasciato degli indizi, nella lettera ricevuta il giorno precedente alla terza prova del Torneo Tremaghi. Ed il giorno successivo, Voldemort era tornato. Non poteva trattarsi di una casualità. Non era una coincidenza. Ma aveva sempre cercato di accantonare il discorso e di convincersi che no, suo padre non avesse nulla a che fare con tutta quella storia. E soprattutto, che quella notte non fosse lì. Ancora per aiutare il Male. Ancora per cercare di uccidere Harry.

“Era lì. Davanti a me. Forse lo sai già. Ma lui è ancora un Mangiamorte. Come avevo previsto.”

Il suo tono rimase immutato. E con esso, la sua crudeltà.

“Vedo che ha saputo tramandare le tradizioni di famiglia.”

Non ci fu ironia in lui. Ma solo una verità che Draco non avrebbe mai voluto ascoltare.

“Lui è un bastardo. Ma tu lo sei di più.”

E la sofferenza esplose.

“Mi fai schifo.”

Avrebbe potuto comunicare ogni cosa con un solo sguardo. Ma quelle parole ferirono Draco come il peggiore degli incantesimi. Ed Harry era pronto a sferrare l’attacco finale.

“Non avvicinarti mai più a me.”

Gli riservò un ultimo sguardo. Uno sguardo disgustato nei suoi confronti. Uno sguardo che Draco non avrebbe mai dimenticato.

L’unico che gli aveva sempre donato grandi emozioni. E l’unico che riuscì a farlo crollare.

Un istante. Ed Harry si voltò.

Si avviò a passo svelto verso l’uscita di quel bagno che non avrebbe mai dimenticato.

Dietro di lui, Draco rimase con il braccio sollevato a mezz’aria. Ma neanche una parola riuscì a venire fuori dalle sue labbra. Neanche un respiro, per poterlo fermare. Per poter tentare.

Non avvicinarti mai più a me.

Era ciò che avrebbe voluto. Lo scopo di quel gesto così avventato.

Draco sapeva che, alla vista del simbolo dei Mangiamorte, Harry non avrebbe posto domande. Non avrebbe chiesto il perché. Avrebbe semplicemente pensato che lui fosse come suo padre. E quello gli sarebbe bastato per cacciarlo dalla sua vita.

Il suo cuore si strinse ancora.

Ripensò a quei momenti. Quelli che aveva trascorso con lui, quelli che lo avevano reso l’uomo che in quel momento si sentiva. Un uomo forte. Un uomo che, al contrario di ciò che Harry pensava, aveva dovuto riflettere a lungo, per comprendere cosa fosse giusto fare. Per salvare le persone che amava. Tutte.

Ma quei ricordi non avevano importanza.

Nulla aveva più importanza.

Era andato tutto come aveva sperato. Harry aveva seguito alla perfezione il suo piano.

E da quel momento in poi, sarebbe stato solo.

Poggiò la schiena contro il muro dietro di lui, lasciandosi andare e scivolando a terra. Portò una mano sui propri occhi, avvertendo quel bruciore che conosceva dannatamente bene tornare da lui.

E sotto l’effetto delle lacrime non si sentì debole.

Si sentì solo.

Aveva fatto la cosa giusta.

Ma Harry gli sarebbe mancato.




Ciao a tutti :D Allora, come avrete notato anche oggi ho pubblicato di venerdì, e mi scuso :'( Purtroppo ho ancora problemi di connessione e solo oggi ho potuto utilizzare un altro computer per aggiornare! Quindi, scusatemi :'(

Intanto, piango anche perché qui siamo arrivati ad un punto molto triste :'( Harry ha scoperto la verità, anche se si tratta di una mezza verità. Perché nessuno sa il motivo reale per cui Draco lo ha fatto. Speriamo che le cose migliorino! Intanto, vi anticipo che per quanto riguarda i Doni della Morte (come per il Calice di Fuoco) ci saranno due os :)

Come sempre, ringrazio tutti coloro che continuano a seguire la raccolta :D Vi aspetto per il prossimo aggiornamento!

A presto!

ringostarrismybeatle
  
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