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Autore: Allonsysilverongue    14/11/2017    1 recensioni
{Hayffie}
Pochi anni dopo la guerra, durante un periodo di pace, Panem si ritrova con un problema che richiede una drastica decisione.Viene emanata una legge sul matrimonio che costringe Haymitch ed Effie a sposarsi.
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Dal testo:
Capitolo 35
La porta della stanza dell'assemblea si aprì di botto. Haymitch si fermò e girò la testa vedendo Fulvia avventarsi dentro la stanza, dirigendosi verso di lui. Plutarch lanciò un'occhiataccia alla moglie, per aver avuto l'audacia di interrompere un importante colloquio.
"Che c'è?" Chiese Haymitch dall'angolo della bocca, i suoi occhi che scrutavano i membri del concilio in piedi davanti a lui.
"C'è una chiamata per te, è urgente, proviene dal Distretto Quattro."
"Probabilmente é Annie. Dille che la richiameró una volta che avrò finito," sussurrò.
Fulvia scosse la testa. "É Johanna Mason e ha detto che se non fossi venuto al telefono, avrebbe rilasciato una tua foto di dieci anni fa molto compromettente. Non so cosa significhi, ma sembrava molto seria."
"Sono nel mezzo di una– "
La donna assottiglió le labbra e gli strinse i bicipiti. "Aveva ragione lei, sarebbe stato difficile dissuaderti. Non volevo arrivare a questo, ma riguarda tua moglie."
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Traduzione storia di Allonsysilvertongue
Genere: Angst, Dark, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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CAPITOLO TRE
 
La luna lasciò posto al sole e, quando le sue oche iniziarono a starnazzare, Haymitch finalmente si alzò. Il suo corpo e il suo collo si erano irrigiditi, essendosi addormentato sul sofà, che non era uno dei posti più comodi su cui addormentarsi. Si ricordò che al piano di sopra c'era un letto e che quella era la sua casa perciò poteva fare quello che voleva. 

L'uomo salì velocemente le scale e aprì la porta, dimenticandosi che molto probabilmente Effie potessere essere lì dentro. Quando entrò dentro la camera si imbatté in lei, notò che era bagnata dalla testa ai piedi - forse appena uscita dalla doccia- ma soprattutto nuda.

Si sentì un urlo.

"Girati!" Gridò la donna, coprendosi il corpo con un'asciugamano per preservare la sua dignità. Lui la assecondó. "Non sai bussare?"

"Fammi respirare, principessa. Non devo bussare per entrare nella mia stanza," brontoló . "Mi ero scordato di avere una donna in casa."

Girò la testa a sinistra e con la coda dell'occhio poté osservarla. La vide mettersi il reggiseno, vide le sue lunghe gambe che in tutti quei anni aveva osservato di nascosto e -
"Stai spiando! " Lo accusò.

"Cosa? No," negò,  sorpreso di  essere stato colto in flagrante.

"Non guardare." 

"Ascolta dolcezza, non abbiamo fatto la Tostatura."

"La cosa?" Chiese. "Ora puoi girarti."

Quando si voltò per guardarla, Effie era già vestita ed Haymitch, strano a dirsi, si ritrovò molto deluso.

"Hai detto qualcosa su una specie di Tostatura," ripeté lei, quando lui rimase in silenzio.

Si grattó la fronte goffamente, cercando di trovare il modo migliore per spiegarle il loro costume. 

"Qui al dodici i matrimoni sono diversi rispetto a quelli svolti a Capitol. Abbiamo la nostra tradizione, la nostra cerimonia". Effie lo ascoltò attentamente, curiosa e al tempo stesso vogliosa di sapere quali fossero le intenzioni di Haymitch. "Quando le persone si sposano qui, gli altri cantano una canzone tipica del distretto mentre la coppia attraversa il corridoio della loro nuova casa, ma ... credo che questo sia senza senso visto che siamo già qui," continuó poi l'uomo. "Accenderanno il loro primo fuoco assieme e bruceranno il pane: la tostatura. É solo dopo tutto questo che vieni dichiarato marito e moglie."

La capitolina annuí, avendo capito le sue intenzioni.

"Ti sembra ridicolo?"

"Beh, é un po' diverso da come sono abituata, ma una tradizione è pur sempre una tradizione," disse mettendosi davanti a lui. "Quando vorresti farla?" 

Haymitch rimase di stucco. Ci mise un bel po' a capire che Effie avesse appena accettato di fare la tostatura, quando lui si era aspettato il contrario, visto che solitamente non erano d'accordo su niente.

"Abbiamo bisogno del pane," si schiarí la gola.

"Chiederò a Peeta se ci può aiutare con quello," la biondina gli sorrise prima di superarlo, sfiorandolo leggermente, per andare a chiamare il ragazzo. 

Nel momento in cui  se ne andò, Haymitch si buttò sul letto, la testa tra le mani. Stava realmente succedendo tutto questo a lui? 

Il matrimonio a Capitol sembrava appartenesse ad un altro. L'uomo non si sentiva sposato neanche quando si erano trovati davanti ai registri per firmare le carte del matrimonio. Quello era la formalità, una richiesta legale da parte del governo. Per lui non sembrava reale, invece la tostatura, quella sarebbe stata reale. 
Il vincitore aveva tirato fuori la tostatura come una pratica di matrimonio. Niente tostatura, niente matrimonio.

Una volta, quando la vita era più semplice o facile come potesse sembrare per due teenager che vivevano in un distretto povero, lui e la sua ragazza avevano fatto dei piani per sposarsi. La sua dolce e bella Myra, con i suoi lunghi capelli neri e gli occhi grigi. 
Non poteva ricordarsi con chiarezza come fosse. La sua faccia si era deformata nel corso degli anni, ma si sarebbe sempre ricordato come si sentiva  accanto a lei: nervoso, felice, vanitoso e attendeva con impazienza il momento in cui l'avrebbe rivista nuovamente.

Chiuse gli occhi e cercò di non pensare più alla sua ragazza. Si concentrò a pensare a cosa sarebbe successo da lì a poco. Se avesse fatto la tostatura con Effie, avrebbe dovuto accettare il fatto che lei ora fosse sua moglie. 
 
XxX
"Sarò di ritorno" disse ad Effie.
Haymitch andò in città a comprare della legna da ardere. Molti avevano colto al volo l'opportunità di iniziare a venderla da quando la legge era stata approvata, e si confermò essere un ottimo investimento. Quando tornò a casa, la capitolina lo stava aspettando in un vestito estivo color crema, con delle stampe floreali.
Sembrava semplice per i suoi standard.

"Katniss non mi ha detto se serviva un vestito bianco per l'occasione. Io.. Io non ne ho uno di quel colore. Questo può andare bene per te?"

 "Va bene," annuì lui senza nemmeno guardarla. Haymitch continuò a disporre accuratamente la legna nel camino.

"Inviterai qualcuno, Haymitch? Qualche amico o-"
"Solo Katniss e Peeta."

"Sei sicuro? Perché più siamo-"
"Valli a chiamare, Trinket!" Sbraitó senza volerlo.

"Abernathy," sussurrò lei piano. "Questo è il mio cognome ora. É meglio se ti ci abitui."

L'uomo si bloccò e, nel silenzio della loro casa, il vento portò la sua voce insieme alle emozioni ferite di Effie. Non avrebbe dovuto inveire contro di lei, non alla donna che aveva accettato di fare una cerimonia di cui non sapeva niente, solo perché glielo aveva chiesto lui.

"Effie," la chiamó, ma lei se ne era andata via di fretta e furia per potersi allontanare da lui. 

Emettendo un sospiro frustato, il vincitore salì nella loro camera per cambiarsi la maglietta e cercò di fare qualcosa ai capelli. Almeno, pensò, Effie non poteva accusarlo di non essersi impegnato a trovare qualcosa di pulito da indossare. La maglia che indossò era un po' stropicciata e aveva la maniche sgualcite, ma almeno era pulita. 

Quando scese giù notó che Katniss e Pieta fossero già seduti in salotto con un bicchiere di vino in mano. Effie, che era in piedi, si stava sfregando nervosamente le mani.

"Vieni a sederti, Effie. Andrà tutto bene," l'assicuró Katniss.
"Spiegami ancora una volta cosa dovrò fare," chiese la capitolina.

Haymitch si fermò sul ciglio della porta-fuori dalla loro vista- e ascoltò Effie mentre faceva il riepilogo dei passaggi che avrebbero dovuto fare per la tostatura, aiutata dai due ragazzi per far si che rimanessero impressi nella sua mente.

"Quindi, io e Haymitch accenderemo il fuoco e poi tu ci passerai il pane, giusto Peeta? Lo bruceremo e.... dobbiamo dirci qualcosa? Non ho preparato nulla e sarebbe la cosa più maleducata riutilizzare lo scambio dei voti fatti a Capitol."

"Effie, calmati, ok? Non c'è bisogno di un discorso, alcune persone lo fanno altre no. La cosa più importante è la tostatura. Haymitch non è un uomo di molte parole, quindi dubito che si farà qualche problema."

"Ne sei assolutamente sicura? Vorrei che fosse tutto perfetto," disse la capitolina. Haymitch poté immaginarsela mentre si mordeva il labbro inferiore. "Sono solo preoccupata. Lui ha tirato fuori l'argomento, perciò per lui sarà molto importante, altrimenti non me ne avrebbe parlato."

Avendo ascoltato abbastanza e non volendo che ad Effie venisse una crisi, l'uomo decise che quello fosse il momento per mostrarsi.

"Nessun discorso, va bene?" Le disse.

Haymitch prese la donna per il gomito e l'accompagnó davanti al camino. Insieme, con la guida di lui, accesero il loro primo fuoco. Quando la fiamma comparve, Effie trattenne il respiro e si girò verso di lui per sorridergli. Continuò ad osservare le fiamme, catturata da come la legna bruciasse. Haymitch prese il pane da Peeta e attirando l'attenzione di Effie lo bruciarono. Subito dopo, i due novelli sposini completarono la cerimonia ricevendo le congratulazioni dai due ragazzi e facendo un brindisi.

Sono sposato, si disse tra sé e sé il vincitore. 


XxX
Quella notte, quando entrò nella loro camera, trovò Effie di fronte allo specchio indossando una camicia da notte di seta. Il rosso era così scuro che lo aveva scambiato per nero. Si stava pettinando i capelli lentamente e metodicamente. La donna si era fatta crescere i capelli durante tutti questi anni. Glieli avevano tagliati corti corti dopo che l'avevano liberata della prigione.

Si posizionó in modo incerto dietro di lei. Quando i loro occhi si incrociarono nello specchio, lui sollevò la sua mano, il palmo aperto per mostrarle il braccialetto d'oro che stringeva.

"Vivevo nel 'Giacimento' e la mia famiglia era povera, ma questo," avvicinò la sua mano verso di lei," Mi è stato detto che era appartenuto a mia nonna prima dei Giorni Bui. L'unico degli oggetti del passato che è sopravvissuto, perciò... beh è vecchio. Lo aveva dato a mia madre."

Effie si voltó per guardare in faccia Haymitch.

"É bellissimo," disse, facendo scorrere le sue dita sul braccialetto.

"L'ho estratto dal nascondiglio dove lo aveva sotterrato mia madre quando sono andato a cercare la legna," le raccontò.

"Lo aveva dovuto nascondere da mio padre, che lo voleva puntare per giocare ad azzardo e per nutrirci. Ma mia madre si rifiutò di venderlo, diceva che poteva lavorare di più per darci da mangiare," si schiarí la voce.
"Significava molto per lei, ma adesso è tuo."

"Mio?" Chiese lei incerta.

"Si," rispose. "Solo.. non cercare di venderlo."

"Non farei mai una cosa del genere," esclamò, indignata dal fatto che Haymitch avesse pensato che fosse necessario dirle una cosa del genere. "Ma, non posso tenerlo, Haymitch. Apparteneva a tua madre."

"Una volta, molto tempo fa," si grattó il collo a disagio. "Se fosse stata presente alla tostatura di oggi, te lo avrebbe consegnato lei. Sua madre glielo aveva dato a lei la notte prima della cerimonia. Tieni."

Haymitch le porse la mano. Effie continuò ad osservare il braccialetto, non dando alcun segno di volerlo prendere da lui.

Per un secondo pensò preoccupato che, una donna come lei, abituata ad indossare gioielli costosi, potesse trovare il regalo non adatto al suo stile di vita. Dopotutto era solo un vecchio braccialetto. Lui aveva cercato di pulirlo al meglio che potesse, ma dubitava che potesse piacerle un oggetto che era stato sotterrato per così tanti anni.

Stanco di aspettare, lo appoggiò sulla toletta. Aveva seguito le istruzioni che sua madre gli aveva spiegato anni fa, quando l'aveva aiutata a nasconderlo nel Prato: lo aveva consegnato alla donna che aveva sposato, e se Effie non lo avesse voluto, allora lo avrebbe riposto nell'attico, dove vi erano tutti gli oggetti su cui lui non avrebbe più posato lo sguardo, inclusi i dodici premi proveniente dal suo Tour.

"Grazie Haymitch," disse. "È molto carino. Io.. grazie."

Girò la testa e vide che la donna si era già  infilata il bracciale, ma stava cercando di allacciarlo. L'uomo si voltó per guardarla, osservandola attentamente, ma non si offrì di aiutarla. Quando finalmente riuscì ad allacciare il gancino, Effie sollevò il braccio e il bracciale scivolò sul suo piccolo polso, andandole leggermente largo.

I suoi movimenti erano meccanici ed esitanti, mentre si avvicina a lui e gli posò un bacio sulla guancia.

Haymitch, quando sentì il tocco delle sue labbra, trattenne il respiro. Espiró lentamente, allontanandosi da lei. Sollevò la mano per toccare il punto in cui lei lo aveva baciato, ma quando realizzò quello che stava facendo, mise la mano nella tasca.

Effie gli offrì un sorriso per allentare la tensione. "Era un braccialetto con i ciondoli," sottolineó, indicando i punti in cui le pietre avrebbero dovuto esserci. "Cosa gli è successo?"

"Probabilmente saranno andate perdute durante gli anni," minimizzó con una scrollata di spalle.

Lei continuò a toccare e muovere l'oggetto, che in qualche modo la catturava. I suoi occhi, inavvertitamente, seguirono i movimenti delle dita della donna e, prima di pensare, le prese la mano. Mimó i suoi gesti, tracciando prima il bracciale e, poi, la fede nuziale: un semplice anello d'argento, placcato d'oro alle estremità, con un piccolo diamante in mezzo, che luccicava poiché rifletteva la luce sovrastante. Il suo anello era uguale, tranne per la pietra posta in cima.

La sua mano rimase dov'era. Haymitch lasciò il pollice sulla parte interna del suo polso, sentendo il battito della donna. I suoi occhi incontrarono quelli di lei, facendo arrossire la capitolina che si inumidí le labbra. 

 "Haymitch,non abbiamo... dovremmo… "

Sbatté le palpebre un paio di volte, mentre il suo cervello cercava di afferrare quello che lei gli stesse dicendo. 

"Hai ragione."

Rimasero fermi, entrambi a disagio, aspettando che l'altro facesse la prima mossa. Lui, allora, decise di agire, l'avvicinó dolcemente a sé, facendo scorrere la sua mano sul suo braccio, provocandole la pelle d'oca.
Haymitch le alzò il mento. 

Fuori, si sentì il bubbolio di un gufo. Una folata di vento soffió attraverso la fessura della finestra. Effie rabbrividí, ma lui non seppe mai se lo fece a causa del vento freddo contro la sua pelle, o perché, nello stesso istante, le sue labbra furono su quelle della donna. 

XxX
Se aveva qualche incertezza, questa sparì nel momento in cui le braccia di Effie si allacciarono al suo collo e la donna rispose al suo bacio, il suo tocco era soffice e vivido contro la pelle di lui. Se qualcuno avesse domandato il motivo per cui non voleva portare a letto Effie Trinket, come aveva specificato alla loro festa quando era ubriaco, non sarebbe stato in grado di rispondere poiché le sue labbra erano come dei soffici cuscini e, quando la lingua di lei accarezzó il suo labbro inferiore, Haymitch fu travolto dalla passione.
Gli piaceva baciarla più di quanto avrebbe mai potuto ammettere a sé stesso. L'uomo si era reso conto che tra loro due c'erano troppi strati di vestiti.

Pochi secondi dopo la cintura della vestaglia fu allentata. Haymitch lasciò le sue labbra per passare al collo e, con la lingua, tracció una scia di baci lungo la mascella. La mano di lei strinse la parte anteriore della camicia, mentre l'altra giocherellava con i capelli corti sulla nuca del collo di lui. Quando l'uomo fece scivolare l'abito rosso dalle sue spalle, il suo respiro si spezzò nel momento in cui si rese conto che sotto la camicia lei non indossasse niente, apparte l'intimo.

Civettuola, pensó. Si chiese se avesse avuto l'intenzione di sedurlo quella notte stessa e consumare così il matrimonio, ma respinse via l'idea. Troppo improbabile. 

La baciò; la sua lingua esploró la sua bocca, facendola scorrere sui suoi denti, mentre la mano aggrappó i suoi capelli, facendo toccare i due corpi mentre si avviarono verso il letto. Le gambe di Effie si scontrarono con il bordo del letto e cadde all'indietro, afferrando istintivamente il colletto della maglietta di Haymitch, facendolo finire sopra di lei.

Fece una risata nervosa e l'uomo, malgrado tutto, le sorrise. La donna sollevò la mano e la fece scorrere lungo la faccia, tracciando con il dito il sopracciglio, il naso ed infine il suo labbro inferiore. 

"Ce la faremo Haymitch," gli sussurró.

Non aveva alcuna idea a cosa si stesse riferendo: la consumazione? L'essere sposati l'uno con l'altro? Sopravvivere a questa legge insieme? Perciò annuì e basta.

Come se le fosse servito solo questo come incoraggiamento, la donna cominciò a giocherellare con i bottoni della camicia, sbottonandoli e facendosi aiutare dal senso del tatto, visto che Haymitch aveva spento la luce del comò, facendo sprofondare la stanza nell'oscurità. Si era irrigidita istintivamente e gli aveva chiesto in un sussurro come mai lo avesse fatto, ma lui la zittí baciandola.

Il vincitore aveva le sue ragioni. Voleva che la consumazione si svolgesse in modo veloce e si era convinto di riuscire a farla finire subito, ma lui era un uomo e non poteva prendersi in giro. Il piano che aveva in mente andò a farsi fottere. Si era inaspettatamente trovato a desiderare questa donna, tra tutte proprio Effie Trinket. Spegnere le luci e oscurare la vista e con essa anche la faccia della capitolina fu una decisione presa all'ultimo momento.

Ma adesso é tua moglie; é accettabile che tu la voglia. 

Ignoró la voce, costringendosi a concentrarsi sulla senzazione di lei sotto di lui.

Mentre la sua mano stava scendendo giù, le massaggió il seno. Effie si lasciò sfuggire un gemito, il suo caldo respiro che gli accarezzava la guancia e Haymitch fu in trappola. La sua mano si spostó sulla sua entrata, stuzzicandola e provocando una reazione che l'uomo non si sarebbe aspettato. 

"Haymitch," mugugnó, quasi supplichevolmente. 

Non riusciva a ricordare l'ultima volta che fosse stato con una donna. Molto probabilmente un anno prima, durante una delle tante feste post guerra a cui era costretto a partecipare. Non sapeva come comportarsi con una persona che avrebbe dovuto rivedere la mattina seguente. La maggior parte dei suoi incontri consisteva in<>, e lo faceva per soddisfare i suoi bisogni da maschio. 

Nel frattanto Haymitch era riuscito a spogliarla, e anche lui non indossava alcun indumento. Le sue mani vagarono, al buio, sul petto dell'uomo, toccandolo e tracciando la cicatrice sullo stomaco.

"Ce le ho anche io," sussurrò lei senza entusiasmo.

"Lo so."

L'uomo non le aveva mai viste prima, ma poteva percepire, in alcuni punti del corpo, della pelle sollevata e raggrinzita. Ritornò a baciarle il collo, mordendole la pelle e facendole dei succhiotti. Le mordicchió e leccó il lobo dell'orecchio, lasciandole poi una scia di baci partendo dalla gola, fino alla valle tra i suoi seni; prima di prenderle un capezzolo in bocca. Mosse la lingua in modo esperto, facendola ansimare. La donna gli afferró i capelli, facendogli un po' male, ma il dolore gli inebriva i sensi. Si sentì scoppiare dal desiderio, che non sapeva prima d'ora di provare per Effie. 

La sua mano scese ancora una volta in basso. La donna sotto di lui si contorceva, era bagnata e pronta per lui.

Al buio, con la luna pallida che brillava attraverso una crepa della finestra illuminando la loro stanza, poteva vedere il contorno del suo volto mentre torreggiava su di lei. Haymitch si posizionò davanti all'entrata e si fermò; stava facendo dei respiri profondi con la bocca, il suo corpo tremava in anticipazione.

 "Ti prego," lo pregó. "Ti prego Haymitch."

Quando entrò dentro di lei, bagnata, calda e così stretta, Haymitch chiuse gli occhi, lasciandosi travolgere dalla sensazione. La sentì muoversi per mettersi a suo agio. La sensazione delle sue unghie che gli graffiavano la schiena e la rigidità delle pareti che gli circondavano il pene, lo stavano facendo impazzire.

L'uomo aspettò che lei si adattasse alla sensazione di lui dentro di lei, e quando la sentì alzare leggermente i fianchi in risposta, cominciò a muoversi. Cercò di regolare la velocità, rifiutando di far finire l'atto prima ancora che fosse iniziato, ma Effie lo stava rendendo difficile.

La donna spinse i fianchi in alto, facendolo grugnire nel suo orecchio. Ci fu un momento in cui, con un po' di fatica, cercarono di trovare un ritmo che andasse bene ad entrambi. Effie stava andando piano e lui la seguì, non volendole mettere fretta. 

La baciò all'angolo della bocca, e quando lei girò la testa per baciarlo, lui le morse il labbro inferiore.
Aumentò la velocità. Effie non disse niente, però gemette e gli accarezzó il collo per incitarlo a continuare.
La donna ansimò nel suo orecchio, le braccia avvolte intorno a lui aggrappandosi, come se la sua vita dipendesse da esso.

Grazie al ritmo regolare e con un'ultima, ma ferma spinta, l'uomo raggiunse il suo apice. Fece un sorrisetto quando la donna si mosse sotto di lui, emettendo un gemito incontrollato. Il suo nome uscì dalla bocca di lei, ricco di desiderio. I suoi dolci sospiri e i suoi sussurri lo riportarono alla realtà. Si abbandonò dentro di lei, le sue pareti si strinsero attorno al suo membro ed Haymitch si accasció su di lei, totalmente esausto.

É finita. Abbiamo fatto sesso.

Il suo sbaglio fu quello di preoccuparsi che avessero solo consumato il matrimonio. Haymitch rotoló via da lei e le si sdraió accanto, sapendo benissimo che Effie non avesse raggiunto il suo climax. 







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SPAZIO TRADUTTRICE 
Ciao a tutti, come va? Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento e vorrei ringraziare le tre persone che hanno recensito la storia, ma anche i lettori silenziosi.
Come vi è sembrato il capitolo? Secondo voi ce la faranno Haymitch ed Effie? 
Vi è piaciuta la tostatura? E la scena dopo?

Non siate timidi a lasciare qualche recensione, mi fa piacere sapere che sto traducendo una storia che piace alla gente.



Per quanto riguarda la scena dell'atto sessuale, dovrebbe rientrare nel raiting arancione. Altrimenti lo cambio. Tecnicamente le parole utilizzate non sono state pesanti e le scene descritte erano soprattutto quelle che anticipavano l'atto stesso. E se devo dirvela tutta, non ci sono tante scene così spinte nella storia. 

Ci rivediamo tra due /tre settimane 

 
   
 
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