Storie originali > Storico
Segui la storia  |       
Autore: Crilu_98    19/11/2017    4 recensioni
Secondo capitolo de "The Walker Series" - non è necessario aver letto la prima storia.
Mark ed Elizabeth Walker sono fratelli ma non si vedono da dieci anni, da quando un terribile incidente ha cambiato per sempre le loro vite. Elizabeth è una ragazza insicura e tormentata dai sensi di colpa che all'improvviso è costretta a lasciare la cittadina di campagna dove ha sempre vissuto e a raggiungere San Francisco per salvare il fratello. Aiutata da uno scontroso gentiluomo dalle origini misteriose, da una risoluta ereditiera poco convenzionale e da un impacciato pescatore italiano, Elizabeth dovrà fronteggiare un intrigo molto più grande di lei. Un complotto che potrebbe diventare la miccia di un'incontrollabile rivolta operaia...
Genere: Azione, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Il Novecento
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'THE WALKER SERIES '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



P.O.V. Elizabeth
 
Frastornata, mi lasciai trasportare alla stazione di polizia in una sorta di trance, quasi portata di peso dagli agenti. Ricordo che fu Nelson a prendermi in custodia, separandomi da Winter e dai suoi uomini; mi accompagnò lungo degli ampi corridoi di marmo grigio tenendomi per un braccio, ma evitando accuratamente di guardarmi negli occhi.
Quando mi trovai di fronte ad una cella riacquistai un po' di lucidità e mi voltai verso di lui.
-Io non le dirò nulla!- dissi, con una voce molto più ferma di quanto potessi immaginare.
L'ispettore sbuffò, alzando gli occhi al cielo:
-Sì, l'avevo immaginato… Non è per questo che l'ho portata qui. Non è davvero in arresto, signorina Walker.-
-Perché eravate lì? Come avete fatto a trovarmi?-
Nelson ammiccò verso la cella:
-Lo chieda a lui!-
Solo allora mi accorsi che sulla panca di ferro dietro le sbarre era seduto Price, con la testa fra le mani.
-Connor!- esclamai, avvicinandomi. Al suono della mia voce l'uomo alzò il capo di scatto e con poche, ampie falcate era di fronte a me con gli occhi che esprimevano autentico sollievo.
-Stai bene?- mormorò, facendo passare una mano attraverso le sbarre per accarezzarmi il viso.
-Sì!- risposi, non ritenendo quel momento adatto a rivelargli quanto fossi stata in realtà vicina alla morte -Cosa è successo? Perché l'ispettore Nelson ti ha arrestato?-
Connor sospirò:
-Perché ho confessato di aver assassinato Roger Jefferson!-
-Cosa hai fatto?-
Si tirò indietro e prese a passeggiare nervosamente per la stanza:
-Mi dispiace, Lizzie, ma era l'unico modo. Quando ti ho persa nella folla ho capito che da solo non sarei mai riuscito a ritrovarti… Perciò ho chiamato l'ispettore per intimargli di introdursi nella fabbrica di Calloway. Ero sicura che fossi lì e per fortuna non mi sono sbagliato! Solo che per spiegargli tutto sull'identità di Winter e dei suoi complici ho dovuto ammettere di aver assistito al loro incontro con Jefferson… E anche di avergli sparato, poi.-
-Oh, Connor…- singhiozzai, fissandolo terrorizzata. -E' colpa mia, se ti avessi aspettato…-
Lui si avvicinò di nuovo e mi strinse le mani, massaggiandole con dolcezza.
-Saremmo morti entrambi, temo. E' andata bene così, almeno tu sei salva ed è questa la cosa più importante, per me. Mi hai cambiato, tigre, mi hai cambiato così tanto… Se mi condanneranno, affronterò la morte a testa alta perché so di aver fatto la cosa giusta per proteggerti!-
Avrei voluto stringerlo a me, baciarlo, dare libero sfogo alle mie lacrime; invece l'ispettore Nelson, che ci aveva lasciati soli, ricomparve nella stanza. Mi guardò con un'espressione indecifrabile:
-Ci è venuto a trovare suo fratello, signorina Walker…-
-Mark? Mark è qui?- strillai, sgomenta.
"No, Signore, no! Tutti e due no!"
Nelson, però, non sembrava molto contento:
-Già, proprio così. E non è arrivato da solo!-
 
Quando mi affacciai nell'atrio della stazione di polizia la prima persona che vidi fu Barbara, che mi corse incontro piangendo. Di slancio la abbracciai, commossa:
-Mi dispiace!- sussurrai con voce incrinata -Potrai mai perdonarmi?-
-Per cosa?- rispose lei, con l'ombra di un sorriso sul volto sciupato -Per essere andata a chiamare i soccorsi? Non essere sciocca, Elizabeth, fuggendo mi hai salvato la vita!-
Annuii, sollevata, lasciando vagare lo sguardo oltre le sue spalle e rimanendo sorpresa dal vedere Thomas Calloway in persona al fianco di Mark.
Con il cappello elegante, i baffi impomatati ed il bastone da passeggio non sembrava né vecchio né malato, ma immaginai che riavere la figlia rapita accanto a sé avesse giovato al suo aspetto.
-Signorina Walker, è un sollievo vederla sana e salva!- esclamò con fare galante, avvicinandosi per stringermi la mano. Rimasi sorpresa che un uomo all'antica come lui stringesse la mano ad una donna, per di più di una classe sociale inferiore; ma l'ammirazione e la riconoscenza che provava trasparivano dal suo sguardo e in quel momento dovevano contare più dell'etichetta.
Poi si rivolse all'ispettore Nelson che si era fermato qualche passo indietro; anche il glaciale ufficiale di polizia sembrò in difficoltà davanti alla mole e allo sguardo tagliente di Calloway.
-Mi debbo congratulare anche con lei, ispettore Nelson: ho appena saputo dell'arresto che ha condotto poche ore fa. Un gran colpo!-
-Certamente, signore!- replicò l'altro -Ma ora dovrei procedere anche ad arrestare quell'individuo dietro di voi, il signor Walker. E' un impostore ed un assassino, signore! E per di più è già evaso dalle nostre prigioni!-
Calloway scambiò un'occhiata d'intesa con Mark:
-Arrestarlo? Magari per sbatterlo nella stessa cella del suo amico Connor Price, eh?-
Nelson si limitò ad inarcare un sopracciglio, senza rispondere, e l'altro continuò.
-Vede, ispettore Nelson, anch'io ho fatto le mie indagini. Da queste risulta che dieci anni fa un gruppo di pistoleri incaricati di scortare l'oro di una banca si fermò in una cittadina del Wyoming di nome Rosenville. Qui causarono diversi disturbi alla comunità, arrivando addirittura a tentare di stuprare una giovane di sedici anni… Mark Walker, nel tentativo di salvare la sorella, accoltellò uno di questi uomini.-
-Conosco questa storia, signor Calloway, e mi dispiace per la signorina Walker. Ma il motivo non cambia la realtà dei fatti: dieci anni fa il signor Walker uccise un uomo e non ha pagato per questo delitto!- sbottò l'ispettore, stringendo gli occhi.
-Fu costretto alla fuga dal nostro ingiusto sistema giudiziario, che avrebbe sicuramente favorito la banca nel processo. Dieci anni lontano da casa e dalla famiglia, solo e senza un soldo… E lei crede che non abbia pagato abbastanza?- insistette Calloway.
-Non spetta a me decidere!-
-No, infatti. Per questo le chiedo di liberare il signor Price e di non perseguire ulteriormente Mark!-
-Come, prego?-
Nelson era allibito, come me del resto.
"Possibile che l'influenza di Calloway arrivi fino a questo punto?" pensai, cercando conferme nello sguardo di mio fratello. Ma Mark era impassibile, al fianco di Barbara.
-Un'altra importante scoperta fatta dai miei collaboratori… Non per niente sono agenti della Pinkerton… E' che quei selvaggi "custodi" in realtà erano una banda di rapinatori. La polizia di contea gli stava con il fiato sul collo e perciò decisero di spacciarsi per pistoleri a pagamento, facendosi ingaggiare dalla banca con lo scopo di allontanarsi dalla loro solita area.-
Mentre parlava, Calloway tese a Nelson un plico di fogli: nonostante le fotografie fossero macchiate e rovinate dal tempo, non ebbi molte difficoltà nel riconoscere i miei assalitori.
-Quelle sono copie dei mandati di cattura emessi, tra gli altri, per Jesse Hamilton, l'uomo ucciso da Mark, e per Roger Jefferson. Come può vedere, lo Stato li voleva vivi o morti ed era disposto a pagare per loro… Dove potremmo fare richiesta per queste taglie?-
Ero così felice che avrei voluto abbracciare Thomas Calloway, ma mi trattenni e gettai invece le braccia al collo di mio fratello.
-Sei libero!- esclamai, con la voce rotta dall'emozione -Sei libero, finalmente!-
Avrei voluto correre a dare la buona notizia a Connor, ma l'ispettore mi trattenne. Era infuriato, ma tentava ancora di mantenere un po' di compostezza:
-A quanto pare sia il signor Walker che il signor Price non devono essere incarcerati e condannati per gli omicidi commessi, anzi… Possono ritirare le taglie che gli spettano. Dopo aver scontato i loro mesi di carcere, si intende!-
-Carcere?- esclamò Barbara, confusa. -Ma, ispettore, non può! L'ha detto anche lei che…-
-... Non possono essere condannati per omicidio. Ma per sciopero politico, associazione illecita, istigazione alla rivolta e simpatie sospette sì! Due o tre mesi di galera non ve li leva nessuno!-
 
P.O.V. Mark
 
Tre mesi di carcere con la prospettiva di tornare libero e poter riabbracciare la mia famiglia, senza dover più fuggire, mi parvero un prezzo accettabile per quell'omicidio che pesava sulla mia coscienza, a prescindere dall'identità del criminale che aveva messo le mani addosso a mia sorella.
Soprattutto ad animare le mie giornate era la prospettiva del matrimonio con Barbara: gliel'avevo chiesto pochi minuti prima che i poliziotti mi ammanettassero e l'immagine di lei che mi gridava il suo sì rimarrà per sempre una delle più belle nella mia memoria.
Connor si era adattato con qualche screzio alla vita da prigioniero, sebbene soffrisse moltissimo per la lontananza da Elizabeth.
-Noi due dobbiamo parlare di una cosa!- dissi, mentre ci preparavamo ad uscire da lì. La nostra pena era scaduta e non vedevo l'ora di tornare a Rosenville, anche se solo temporaneamente. Calloway mi aveva offerto di aiutarlo nella gestione della fabbrica ed io avevo accettato: la sua malattia procedeva velocemente e nessuno sapeva esattamente quanto tempo gli rimanesse.
Connor grugnì, gettandosi su una spalla il suo bagaglio. Prendendolo come un cenno d'assenso, continuai:
-Hai intenzione di fare di Elizabeth una donna onesta, vero?-
Il mio amico si passò una mano tra i capelli:
-Vuoi che sia sincero?-
-Ovviamente!-
-Lo desidero molto, sì. Però c'è un grosso problema, forse insormontabile…-
-Di che si tratta?-
-Lei vuole che venga con voi a Rosenville… A conoscere vostro padre per chiedere la sua mano.-
-E quindi?-
-E quindi? Ma stai scherzando? Come potrò mai fare una buona impressione a tuo padre? Lui è un eroe della guerra civile che ha costruito la First Transcontinental Railroad… Ed io solo un diseredato con una pessima reputazione!-
-A Rosenville nessuno conosce la tua reputazione di libertino dedito all'alcool e al gioco. Tu resta lontano dalla bottiglia, dalle carte e soprattutto dalle donne e vedrai che nessuno ti chiederà mai nulla! Quanto a mio padre… Beh, Russell Walker non è certo un uomo facile, ma vedrai, ti piacerà! Da giovane era spaccone come te ed è anche altrettanto bravo con la pistola!-
Price sbuffò, senza rispondere; era evidente che la questione lo inquietasse parecchio, perciò gli poggiai una mano sulla spalla, costringendolo a fermarsi a pochi passi dall'uscita della prigione:
-Elizabeth ti ama, Connor. E io ti devo ringraziare, perché non avrei mai pensato di poter rivedere lei o i miei genitori: è tutto merito della tua lettera, anche se l'hai scritta con tutt'altro intento! Lei è tornata a vivere solo grazie a te: non te lo dimenticare mai, i miei genitori non lo faranno!-
Quando uscimmo, trovammo ad aspettarci un nutrito gruppo di persone: c'erano Elizabeth, Barbara e Calloway, ma anche Tony con suo fratello e qualche operaio della fabbrica venuto a congratularsi con noi.
-Perché lui è qui?- sentii borbottare Connor mentre abbracciava Lizzie.
-Non essere sciocco, Price, ci ha aiutato molto e lo sai! Era giusto che ci fosse anche lui!-
Smisi presto di ascoltarli, perché davanti a me c'era la donna che amavo, con il suo splendente sorriso e gli occhi scintillanti di lacrime di felicità. La afferrai per la vita e le sussurrai all'orecchio quello che avevo promesso a me stesso molto tempo prima:
"Non ti lascerò mai più andare!"
 
 
Angolo Autrice:
Con Thomas Calloway come deus ex machina che salva la situazione, questa storia può dirsi conclusa! In effetti, questo è l'ultimo capitolo "effettivo": il prossimo sarà un epilogo e contemporaneamente la premessa alla prossima avventura della famiglia Walker (che però non inizierò subito, anzi!).
Mi dispiace separarmi da questi personaggi quasi quanto mi è dispiaciuto abbandonare Russell e Namid :'( ma tornerò comunque presto nella sezione storica, perciò mi consolo xD
Non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate!!!
 
  Crilu
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: Crilu_98