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Autore: HanaMomoAka    20/11/2017    2 recensioni
Lei non ama Ron. Lo sa bene. Se n'è resa conto fin dal bacio che si sono scambiati nella foresta.
Quando ha visto quella parete cedere e la persona sotto di essa il suo cuore si è fermato. La sua testa ha smesso di lavorare. Non voleva, non poteva pensare di vivere senza averci provato. Pochi, veloci passi ed erano insieme. Legati. Uniti in qualcosa di più dell'amicizia e qualcosa di meno dell'amore. Ma il legame c'è e non si può ignorare quindi come si fa ad odiare una persona che non puoi evitare?....
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo, Più contesti
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-direi che si sta abituando a fuggire da questo genere di situazioni. – borbottò George, sistemando un bicchiere d’acqua sul comodino lì accanto la giovane. 
Hermione era stesa sul suo letto, Harry seduto ai suoi piedi, scuoteva il capo esasperato.
La sua amica aveva iniziato una sequenza di svenimenti facili.
Ogni volta che si trattava di Fred, del legame instaurato con il ragazzo o di sentimenti, il cervello della giovane pareva non volerci stare in un primo momento, poi lentamente accettava la situazione e si faceva vivo.
Harry sperava che con il tempo la situazione migliorasse, ma non era certo di quando sarebbe accaduto.
Certamente avrebbe tenuto per sè la sua situazione finchè la giovane non fosse tornata nel pieno delle suo forze fisiche e mentali. 
-L’ha detto, giusto?- chiese Fred sistemando sulla scrivania della ragazza ogni genere di scherzo che avesse portato con se.
Il moro non si chiese per cosa gli sarebbero serviti, ma era ovvio che in quel momento era altro il suo obbiettivo. 
-Se intendi che si è appena resa conto di amarti…- lasciò la frase in sospeso osservando sorpreso gli occhi acquosi del gemello.
– è la stessa consapevolezza che ha colpito anche lui, Harry. – borbottò George, sospirando e osservando malinconico gli scherzi che stavano andando a piazzare come ai vecchi tempi. Forse quei tempi non sarebbero più tornati se la semplice consapevolezza di amare una donna li aveva fatti smaterializzare accanto a essa.
Era stato traumatico quasi pensare di trovarsi vicino hogsmade e invece ritrovarsi sulla porta della camera della giovane.
Le parole della ragazza erano state chiare e avevano colpito in pieno il suo gemello.
I suoi pensieri erano confusi, le sue emozioni altalenanti, ma era chiaro come il sole cosa Fred volesse.
 
-Suppongo che fosse pure ora che anche loro se ne rendessero conto. – mormorò il moro scostando appena i capelli ricci dal viso dell’amica.
Lanciò uno sguardò preoccupato al gemello in crisi, ma non disse niente, preferendo per una volta tacere. Era giusto.
Quei due dovevano vivere la loro vita. A modo loro e raggiungere consapevolezza dei loro sentimenti era il primo passo forse verso una vita diversa.

-mi fa male la testa. – borbottò Fred lasciandosi scivolare contro la parete fino a sedersi sul pavimento, gli occhi puntati sul viso della giovane, ora improvvisamente sofferente. -è l’effetto di amare una ragazza cosi problematica. – ridacchiò George giocherellando con un paio di biglie magiche. Fred scoppiò a ridere. – giusto. Io amo Hermione Granger. – e rise ancora.
Poi qualcosa cambiò. 
Una fitta alla tempia destra lo bloccò. 
Quando, dopo pochi secondi, il dolore iniziò a svanire, un'altra fitta lo colpì alla tempia sinistra.
I suoi occhi si fecero vacui e la bocca aperta in un grido mai lanciato.
Si portò le mani al petto, lì dove il cuore pareva essere impazzito.
Quasi toccò il pavimento con la fronte in un tentativo di accartocciarsi su se stesso.
Faceva male...  

-Fred?....- chiamò George scivolandogli accanto, senza però fare niente per toccarlo. Harry lo seguì al lato opposto Fred urlò.
Alzò la testa di scatto, fissando nuovamente la giovane e gridò fino a farsi grattare la gola.
Cercò in vano di colpirsi il petto mentre il fiato rimaneva bloccato in gola.
Cercò di piantare le unghie nel legno del pavimento, ma Harry lo bloccò e allora non gli rimase altro che gridare e contorcersi su se stesso.
Le vene in rilievo, il viso arrossato, la gola dolorante, lacrime straziate colarono giù per le guance finchè il suo corpo cedette.
Il buio colpì prima gli occhi poi invase la sua mente e il corpo si lasciò cadere molle al suolo. 

Il bianco asettico dell’ospedale avrebbe dovuto donare una sensazione di pace, di relax ai propri pazienti e agli ospiti. Non era cosi. 
Non era per niente cosi. 
Harry ricordava le visite all’ospedale con grande disagio.
Fin da piccolo visitare un ospedale era qualcosa che avrebbe preferito evitare e benchè con l’ingresso nel mondo magico era stato curioso anche di quella struttura, si era reso conto che la sensazione di disagio era pressoché la stessa orribile e opprimente. 
Il solo doversi affidare a persone che non conosceva minimamente e di cui non si fidava in alcun modo gli faceva salire un senso di angoscia che raramente aveva raggiunto negli anni della guerra. Solo l'ospedare era capace di tanto. 

Trovarsi lì seduto accanto la sua amica, ancora stesa in quel letto bianco, circondata da mura bianche poneva il suo stato mentale a tanto cosi dal disagio.
Non avrebbe lasciato la ragazza sola per niente al mondo ovviamente, ma la voglia di scappare da quel luogo saliva di una tacca ogni volta che si trovava in quel luogo a osservare dottori, quasi indifferenti al dolore dei pazienti o familiari.
Alcuni parevano parlare di malattie pericolose con lo stesso sentimento che il loro professore di storia, fantasma, metteva nelle sue lezioni. 
-Pare che non ci sia niente di anomalo in questi due ragazzi. – affermò il dottore, che aveva assunto il loro caso, osservando con occhio critico la cartella e lanciando occhiate verso il ragazzo che era sopravvissuto. Harry non si azzardò a distogliere gli occhi da Hermione.
Se lo avesse fatto probabilmente quel dottore sarebbe corso via a gambe levate.

Molly, al contrario puntò gli occhi sull'uomo. Stretta nell'abbraccio di Arthur cercava di capire il senso di quelle parole. 
-Ma allora dottore per quale motivo non si svegliano?-  chiese perplessa e forse un pochi rincuorata che non avessero riscontrato danni. Il dottore mostrò chiaramente tutto il suo disagio in un primo, devastante, momento.
Abbastanza per far salire di una tacca il nervosismo della donna.
-non ci sono motivazioni, signora Weasley. Semplicemente vogliono dormire. – La donna lo guardò come se fosse un povero pazzo e forse lo era per davvero.
Dare una risposta del genere a una mamma preoccupata era come impalarsi da solo in totale autonomia. 
Erano due giorni che Hermione e Fred non aprivano gli occhi.

Due giorni in cui Harry e George non li chiudevano affatto, mentre lo staff medico si prodigava per curare gli amici del ragazzo sopravvissuto. Avevano eseguito incantesimi di ogni genere, sempre sotto la supervisione di Harry, e tutto quello che avevano cacciato era un "Vogliono dormire".
-COME, SANTO GODRIC, SI SUPPONE LEI ABBIA PRESO LA SUA LICENZA DA MEDIMAGO?- urlò Molly rossa in viso.
La sua voce rimbombò nella stanza e solo l’intervento del signor Weasley permise al dottore di uscire dalla stanza indenne.
La donna si accasciò sulla sedia accanto al gemello e osservò sconsolata i due stesi immobili nei loro letti. Improvvisamente parve molto più vecchia e stanca del solito. 

-il terzo fratello si nascose sotto il mantello e visse la sua vita nella sua interezza.
Arrivato il momento lasciò il mantello al giovane figlio e salutò la morte come una vecchia amica seguendola poi nel suo cammino. – Harry chiuse il libro e lo pose sul comodino dove faceva mostro un bellissimo mazzo di fiori colorati.
Le pareti di quella stanza erano adornate da poster di giocatori di quidditch, che George si era premurato di portare, la finestra era stata incantata cosi da mostrare ogni giorno un ambiente diverso, quello era il giorno del mare tropicale.
Harry aveva anche cambiato entrambe le lenzuola in qualcosa di più colorato e si accertava che venissero puliti e lavati non solo con la magia, ma anche con dell’acqua, perché Hermione odiava la sensazione della magia di pulizia. 
-ora tocca a me– borbottò George aprendo il giornale che erano soliti seguire lui e il fratello.
Una rivista in cui solitamente erano presenti anche inserti sui loro nuovi prodotti, sulle mode che lanciavano e sui loro investimenti.
George aveva fatto in modo che anche quella settimana una pagina fosse dedicata a loro, grazie all’incantesimo “Sedutoinpiedi” che permetteva l’irrigidimento degli arti inferiori cosi da poter stare seduto senza una sedia. 
Sfogliò un paio di pagine e poi prese a leggere mentre il silenzio della stanza veniva coperto dalle sue risate. 

-è normale che muova le mani?- chiese George a una settimana dal ricovero. L’infermiera lo guardò sorpreso, poi prese a osservare le mani del ragazzo.
Le dita si muovevano a scatti. Leggeri, quasi inesistenti, ma c’erano. -significa che sta riprendendo coscienza. – mormorò la donna prima di correre fuori.
Harry osservò perplesso l’amica ancora terribilmente immobile e sospirò tornando a leggere il libro di pozioni avanzate che tanto amava la giovane. 

Fu durante la notte che cambiò qualcosa. A due settimane dal ricovero, Hermione insipirò profondamento, il suo petto si sollevò inarcandosi quasi.
Harry spalancò subito gli occhi e la fissò. Gli occhi di Hermione si spalancarono di scatto e con un piccolo sussulto, si mise a sedere.
Harry la guardò qualche secondo prima di alzarsi dalla sedia e andarle più vicino, preoccupato che le servisse aiuto.
George si svegliò appena Harry fece accendere la luce.
Puntò i suoi occhi sulla ragazza e attese in silenzio con il moretto.
Hermione ci mise dieci minuti buoni per riprendere realmente coscenza di sè e solo quando arrivò il dottore mise a fuoco la stanza e i suoi occupanti. 
-Sei stata la prima a svegliarti. -La ragazza osservò il dottore senza capire.
Si era svegliata... quando era andata a dormire?
– avevamo dato per scontato che ci avrebbe impiegato di meno il ragazzo. – spiegò l’uomo indicando Fred ancora incosciente.
– Hermione lo fissò per svariati secondi mentre tutti i tasselli della sua memoria si sistemavano al loro posto.
Guardò Fred, steso sul letto accanto e facilmente raggiungibile pensò subito adoperandosi.
Li avevano tenuti praticamente attaccati proprio come la prima volta.
-Aiutatemi. – soffiò con voce rauca cercando di spingere via la sbarra che separava i letti.
Harry le fece sparire entrambe e unì i letti comprendendo la voglia delle ragazza di raggiungere il giovane.
Gli occhi dell'amica lo guardarono grati per pochi secondi prima di puntarsi nuovamente sicuri sulla propria meta.
Scivolò cauta fino al rosso e si accucciò cosi da nascondere quasi il viso nel collo del ragazzo.
Soffiò qualcosa, nessuno lo udì chiaramente, e poi cauta poggiò il capo sulla spalla del giovane e si sistemò, come se fosse in attesa di qualcosa.
Ci vollero quasi due minuti interi prima che la mano di Fred si muovesse. Il braccio la seguì a ruota e la ragazza si trovò stretta in vita. 
George si alzò di scatto e Harry sorrise. -è sorprendente. – borbottò il dottore osservando come il giovane si girasse su se stesso e stringesse la ragazza a sé.
Hermione affondò il viso nel petto del ragazzo e singhiozzò. 
-Ti prego Herm, non mi inzuppare il pigiama, già fa caldo.- borbottò Fred, prima di aprire gli occhi. Entrambi scoppiarono a ridere prima di stringersi tra loro felici. 
Erano tornati entrambi. 

-No aspetta fatemi capire.- li fermò George quasi scioccato da quando stava apprendendo.
Hermione sorrise ampiamente, scostando appena l'enorme volume che stava leggendo distrattamente, mentre Fred scuoteva il capo esasperato. 
-Siete caduti in coma perché i vostri pensieri e ricordi si erano confusi. – Annuirono entrambi anche se Hermione avrebbe preferito sentire una spiegazione più dettagliata.
– dovevate mettere ordine nei vostri ricordi e Fred si è perso, per sbaglio...- Harry trattenne una risata -... in un ricordo di Hermione. – La ragazza annuì osservando divertita un Fred offeso.
– Non mi sono perso. Stavo solo seguendo l’hermione sbagliata. – borbottò. 
-Avevo venti centimetri in meno, i capelli incasinati e un paio di denti troppo sporgenti. Come hai fatto a scambiarmi con la me di undici anni?- chiese scioccata.
-Per me sei sempre stata bellissima. – rivelò Fred e il rossore prese piede sul viso della giovane. 
– eri cosi carina mentre cercavi di eseguire correttamente una trasfigurazione. –  - si certo..- borbottò la riccia sicura di essere presa in giro – continua George. – 
il gemello sorrise ma annuì. – giusto, la parte importante è dopo. - i due, Fred e Hermione sorrisero abbaglianti.
- Non sento i tuoi pensieri, né le tue emozioni, né…. Niente.-  affermò preoccupato l'ignaro gemello.
Hermione si trattenne dal saltare di gioia, ma era chiaro quanto fosse felice della situazione.
Fred alzò gli occhi al cielo. – Ci siamo separati. – annunciò orgogliosa la giovane prima di essere spinta, gentilmente da Fred. – non dirlo cosi. – la richiamò tirandola a sé.
 – scusa.-soffiò imbarazzata – i nostri nuclei, si sono separati. – annunciò ricomponendosi e guardandosi attorno incerta.
Molly, seduta su una delle poltrone saltò in aria. – oh cara, finalmente sarai libera di vivere la tua vita, come tu ti aggrada. – Hermione sorrise e guardò Fred. – ho capito con chi voglio viverla per il momento. – soffiò e Fred la strinse a sé, baciandole dolcemente il capo. 
– Sono felice di essere stato legato a te, Hermione Granger, ma la prossima volta che ci legheremo vorrei essere io a chiedertelo. – E tutti nella stanza scoppiarono a ridere. 


Ovviamente non potevo lasciare la storia incompleta per solo un capitolo, quindi si, mi sono costretta a scrivere e per quanto non mi garbi affatto il risultato è sempre meglio che lasciare il lavoro a metà. Ritengo questo capitolo solo un mero mezzo per terminare la storia e non ciò che avrei veramente voluto scrivere all'inizio di questa avventura, ma è la vita. La mia passione per questa coppia non è scemata, ma è sicuramente stata surclassata da ben altri interessi e scrivere era quasi una sofferenza. Ho raccolto quindi l'ultimo capitolo, che avevo scritto, un pò di tempo fa (una bozza della bozza) e ho apportato leggere modifiche. So che non è quello che ci si aspettava alla fine e per certi versi me ne dispiaccio, ma non me la sono sentita di lasciarla incompleta. Fred e Hermione meritavano un finale. 

Grazie a tutti quelli che hanno seguito, commentato, criticato o salemente letto la mia storia. Grazie di cuore. 
A presto. 
Hana
  
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