Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Ellery    25/11/2017    4 recensioni
Una raccolta su situazioni, più o meno imbarazzanti, che lo sfortunato protagonista si ritroverà a dover gestire. Fatti quotidiani, che capitano nella vita di chiunque, prima o poi... quindi, perché non in quella del soldato più forte dell'umanità? - Raccolta di One-shot indipendenti le une dalle altre.
Dal testo:
«Posso entrare nel carrello? Mi fanno male gli scarponcini» fece per sedersi su una scaletta, di quelle usate dai commessi, ma una mano callosa lo tirò bruscamente in piedi.
«No»
«Perché no?»
«Ci devo mettere la spesa nel carrello»

La raccolta comprenderà situazioni differenti (sia AU, che non, all'occorrenza)
[La One-shot n° 8 partecipa al concorso "Situazioni XY" indetto sul forum efp da Biancarcano e Harriet]
Genere: Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Levi, Ackerman
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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9. La volta in cui Levi ebbe un incontro ravvicinato del terzo tipo



Levi si rilassò nella vasca, fissando il soffitto illuminato da un paio di lampade ad olio. Un bagno caldo, dopo l’ennesima spedizione, era quello che ci voleva. Versò un altro poco di sapone, muovendo l’acqua per generare altra schiuma. Il profumo intenso del bagnoschiuma gli stuzzicò le narici, costringendolo ad un piccolo starnuto.
In fondo, si stava decisamente bene. Occupare forzatamente… anzi, chiedere garbatamente ad Erwin di poter usare il suo bagno privato era stata un’ottima idea. Dopo tutto, il comandante era troppo impegnato per godersi un po’ di sano relax, con l’unica compagnia del silenzio più assoluto.
Sorrise, sprofondando un altro po’ nell’acqua calda e chiudendo le palpebre.

«Si sta da…»

TOC

Quel semplice suono bastò a fargli spalancare gli occhi. Drizzò le orecchie, trattenendo il respiro.

«Ti prego, no…» sussurrò, consapevole che quella supplica sarebbe caduta nel nulla. Tacque, mettendosi in ascolto. Nella stanza regnava la quiete più assoluta, ogni rumore ovattato dalle spirali di vapore che ancora salivano dalla vasca.

Me lo sarò immaginato, pensò, rilassando la schiena. Eppure, non riusciva a scrollarsi di dosso l’orrenda sensazione di essere spiato da un paio di sudici occhietti neri.
Sbuffò piano, immergendosi nuovamente e raccogliendo qualche goccia di sapone sul palmo della mano. Prese a passarsi cautamente le ciocche nere, senza smettere di guardarsi intorno attentamente.

Ad un tratto, lo sentì nuovamente.
BZZZZZZ.

Un terrificante ronzio, troppo vicino al suo orecchio sinistro.

Si buttò nell’acqua, immergendosi completamente e trattenendo il respiro. Quell’affare era lì, da qualche parte! Senza dubbio, stava aspettando il momento migliore per posarsi sui suoi vestiti, per infilarsi nelle maniche della camicia o nascondersi negli stivali. O, peggio, acquattarsi tra le pieghe dell’asciugamano che avrebbe usato per ripulirsi.
Riemerse poco dopo, non appena esaurita la frettolosa riserva d’aria nei polmoni. Annaspò, cercando disperatamente di uscire dalla vasca.

«Porca merda!» sibilò a denti stretti, fiondandosi verso il vicino asciugamano.

BZZZZ.

Ancora! Era lì, da qualche parte. Bestia infame!

Si abbassò di colpo, gettando la salvietta in un angolo e prendendo a strisciare verso l’armadietto più vicino. Non poteva certo uscire senza vestiti, ma nemmeno rimanere in quella maledetta stanza infestata. Si mosse a carponi, strisciando quasi sul pavimento.

«Schifo, schifo, schifo!» ripeté a denti stretti, allungando la mano per raggiungere l’antina.

BZZZZZ…  TOC!

Ritrasse immediatamente le dita, al notare un piccolo insetto verdastro che agitava ossessivamente le zampette. Il corpo tozzo, simile ad un pentagono schiacciato, dondolava qui e là, mentre le ali frullavano nel disperato tentativo di recuperare l’equilibrio. Le antennine vibravano alla ricerca di un appiglio.

Schiacciala! Pensò, scacciando immediatamente quell’idea.

«Non posso! Puzza troppo…» si rispose, a denti stretti. Doveva per forza passare accanto all’infame creatura, se voleva raggiungere l’armadietto. «Che schifo, che schifo! Perché cazzo esistete, poi…?! Erwin!!» alzò la voce, nella speranza d’essere sentito «ERWIN! Dove sei quanto mi servi?!­»

Allungò piano la mano, nuovamente… l’indice arrivò a sfiorare lo sportello del mobiletto nel momento esatto in cui la cimice recuperava l’equilibrio. Levi indietreggiò prontamente, scansandosi di un soffio dalla traiettoria di decollo. L’insetto prese di nuovo a ronzare, girando attorno ad una delle lampade.

«ERWIINNN.»

Ancora nessuna risposta.
Doveva uscire di lì, alla svelta e prima che la cimice decidesse di atterrargli in testa.
Agguantò l’asciugamano più vicino, scrollandolo più volte e controllandolo accuratamente. Nessuna traccia di bestie maleodoranti? Perfetto! Lo legò in vita, riprendendo a strisciare a carponi. Un passo, un altro ancora e finalmente la porta.

Tese la destra, cercando di raggiungere la maniglia, ma bloccandosi di nuovo. Sull’ottone lucido, una seconda cimice stava passeggiando avanti e indietro.
«Maledetta stronza!» sibilò, balzando nuovamente all’indietro. Si rannicchiò contro il bordo della vasca, mentre il ronzare proseguiva incessante.
«ERWIIIINN! Perché non ci sei mai quando ho bisogno di te?!­» riprese fiato, cercando di sovrastare il rumore degli insetti «Erw…»

Si interruppe quando colse dei passi pesanti attraversare il vicino studio e dirigersi verso l’ingresso della camera da letto.

«Erwin, sono in bagno! Sono…» si azzittì immediatamente quando scorse la figura di Mike fare capolino sull’uscio.

«Che cazzo ci fai seduto per terra?!» la voce del caposquadra conteneva una distinta nota sarcastica.

«Amh…»

Perché diamine Mike era lì? Non poteva essere da tutt’altra parte? In mensa, in biblioteca, oltre le mura a farsi divorare? No, accidenti! Doveva comparire proprio in quello scomodo frangente.

«Allora?»

Gli metteva pure fretta?! Accidenti a lui! Doveva pensare rapidamente ad una scusa. Mike era l’ultima persona a cui confessare le proprie paure. L’avrebbe fatto diventare lo zimbello della caserma e, senza dubbio, avrebbe iniziato ad allevare cimici pur di fargli un dispetto. Oh, se lo immaginava già! Si sarebbe ritrovato cimici ovunque: nel letto, nella colazione, sotto la sella del cavallo, nei vestiti. Dappertutto! E poi… piuttosto che farsi salvare da Nasone, beh… piuttosto si sarebbe affogato nella vasca per la vergogna.
Sfoggiò un sorrisetto spavaldo, sforzandosi di ignorare il BZZZZ che ancora turbava la quiete della stanza:
«Mi sto allenando»

«A fare cosa?»

«Esercizi per tonificare… amh… i muscoli della pancia.»

«Capisco. E ti alleni nudo?»

«No, io…»

«Mi sembra che tu sia nudo, sai?»

«Ho addosso una salvietta!»

«Sei così esibizionista?»

«Cosa…?»

«Erwin lo sa che ti sgrilletti nel suo bagno?»

Mike evitò di un soffio il lancio di una spazzola.

«Vaffanculo, Nasone!» Levi cercò a tastoni dietro di sé qualcos’altro da lanciare, ma senza successo «Tu e le tue congetture del cazzo! Vai a chiamare Erwin!»

«Erwin ha di meglio da fare che guardarti mentre fai pilates.»

Il capitano si ritrovò nuovamente a fissare la porta chiusa, in compagnia dell’unico ronzare delle cimici.
«Devo uscire da qui.» ringhiò, tornando a muoversi verso l’uscio. Dubitava che sarebbero mai arrivati i rinforzi. Ovviamente, Zacharias non avrebbe riferito nulla al comandante, se non a tarda sera, quando i suoi sforzi sarebbero stati ormai vani. Certo, poteva rimanere chiuso in bagno fino alle due di notte, oppure…
Dannazione! Era o no il soldato più forte?! Uccideva giganti! Possibile che due misere cimici fossero un tale ostacolo per lui?

«Sì, possibilissimo.» si rispose con un mezzo sbuffo «I titani non puzzano quando li uccidi. E non ronzano… e non ti finiscono nei capelli o sui vestiti».

Strisciò nuovamente sul pavimento, alla ricerca: doveva pur esserci qualcosa che poteva usare per scacciarle! Sbattere il tappeto? No, non sarebbe servito. L’unica spazzola l’aveva lanciata dietro a Mike, quindi era irrecuperabile. Il sapone? Sarebbe stato perfetto se, nella concitazione di quei momenti, non fosse finito sul fondo della vasca da bagno. Si guardò disperatamente attorno, finché i suoi occhi non incrociarono la soluzione perfetta. Sgattaiolò fino all’angolo vicino al gabinetto, agguantando – dopo averlo prontamente avvolto in un paio di strati di carta igienica – lo scopettino del wc. Lo strinse saldamente in pugno, brandendolo davanti a sé.

«Brutte stronze…» ringhiò, menando l’arma improvvisata verso la maniglia.

BZZZ.
La sua avversaria frullò le ali, prima decollare, pesante e goffa.

Levì tentò un affondo, poi un altro. Al terzo tentativo, infine, il rassicurante TOC si fece sentire. L’aveva colpita! L’aveva mandata a sbattere da qualche parte. Splendido!
Si catapultò verso la porta, spalancandola e gettandosi oltre. Non fece in tempo a richiuderla: i due insetti si erano levati in volo, lenti ma inesorabili, decisi a varcare l’uscio e gettarsi all’inseguimento.

«Merda, merda, merda, merda!» sibilò, oltrepassando rapidamente l’accesso alla camera da letto, scansando un comò e la sedia ingombra di vestiti per gettarsi dall’altra parte, verso l’ufficio del comandante.

Non appena vi mise piede, però, si rese conto dell’errore madornale: Erwin lo stava fissando perplesso, con un foglio stretto tra le mani. Petra era diventata di un acceso color lampone, mentre Hanji era quasi caduta dalla sedia; Mike sogghignava soddisfatto in un angolo:
«Te l’avevo detto che stava facendo cose zozze in bagno.»

«Fanculo, stronzo! Non mi avevi detto che eravate tutti qui!»

«Tu non lo hai chiesto…»

«Non sarei uscito, se me lo avessi detto!»

«Proprio per questo non te l’ho detto…»

«Bastardo, tu…» puntò lo scovolino in direzione del caposquadra «Lo sapevi e…»

«Levi…» la voce di Erwin lo richiamò immediatamente «Perché giri con lo scopino del gabinetto?»

«Amh…»

Era complicato da spiegare. Ammettere d’averlo usato come arma impropria contro fastidiosi e maleodoranti insetti? Oppure mentire? Mentire inventando qualcosa di credibile!

«Io…» attaccò, mentre il suo cervello si sforzava di elaborare velocemente una scusa «Stavo… pulendo il wc per… testare la consistenza delle setole di questo spazzolino e…»

«Senza vestiti?»

«No, beh… cioè, sì. È molto difficile da spiegare…» bofonchiò, nascondendo prontamente lo scopettino dietro le spalle «Hanji piantala di ridere!»

«Potresti provarci…»

«O potrei non farlo. Comunque…Il tuo bagno è uno schifo! Vedi di pulirlo.»

«Hai una cimice su una spalla.»

«Cosa?!» abbassò lo sguardo, fissando la punta della spalla sinistra. L’insolente insetto era lì, intento a pulirsi le antenne con irritanti e ripetitivi movimenti.
Levi si irrigidì, bloccando le spalle e trattenendo il fiato:
«Toglimela.» sibilò, ripetendo poco dopo «Toglimelaoglimelatoglimelatoglimela.»

«Ci penso io…» Mike si alzò, marciando verso di lui a passo svelto.

«No. Tu no.»

«Non essere ridicolo, pensi non sia capace di togliere una cimice? Non tutti hanno paura come te, sai? Sono esserini innocenti.»

«Innocenti un cazzo! Puzzano, sono rumorosi e… non ho paura! Mi fanno solo schifo!­»

«Anche Hanji puzza ed è rumorosa e ti fa schifo…»

«Sì, ma non è la stessa cosa! Me la vuoi togliere, ‘sta merda verde?!»

Mike si accostò, avvicinando la mano alla sua pelle.
«Sta fermo!» raccomandò, ridacchiando sotto i baffi. Ritrasse il gomito poco dopo, assestandogli una vigorosa manata. Uno SCROCK accompagnò quel gesto, seguito dal diffondersi di un olezzo pungente, fastidioso, nauseante.

Levi si guardò la spalla, dove la carcassa di una cimice demolita spiccava sul pallore della sua carnagione. Distolse in fretta gli occhi, cercando il responsabile.
«Sei un gran bastardo Nasone, lo sai?» ringhiò, ottenendo in cambio un ghigno soddisfatto.

«Lo so.»


 

Angolino: era da tantissimo che non scrivevo, in effetti. Mi andava di aggiornare questa raccolta, tutto qui XD avevo voglia di scrivere qualche altra buffa disavventura ai danni del nostro capitano preferito. Immagino che Levi debba avere qualche debolezza, oltre alla schifofobia, no? Penso che le cimici potrebbero essere una di queste. In fondo, beh... non servono a niente, fanno schifo e puzzano. Quindi erano le protagoniste perfette. Loro e Mike, naturalmente XD
Grazie per aver letto fin qui!
Un abbraccio

E'ry

 
  
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