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Autore: Regina_S14    27/11/2017    4 recensioni
"E la lasci andare all'altare senza dichiararle i tuoi sentimenti?"
"Devo, io...non la posso rovinare."
"Ti ucciderà questa cosa, Regina. Parlo per esperienza."
"Figurati se sarà Emma Swan ad uccidermi."
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills, Zelena
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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This could kill you.

Amore, oggi il tuo nome
al mio labbro è sfuggito
come al piede l’ultimo gradino…
(C.Campo.)


"Regina."
"Posso entrare?"
Regina Mills sapeva benissimo di essere l'ultima persona che Mary Margaret potesse aspettarsi alla porta a quell'ora della notte, ma aveva bisogno di parlarle.
, per la prima volta voleva parlarle di sua spontanea volontà.
"Certo...è-è successo qualcosa?"
La donna si strinse la vestaglia addosso, Regina doveva averla colta in pieno sonno.
"No, niente di grave, ma devo parlarti."
"Devi parlare con me?"
Regina alzò gli occhi al cielo, la voce della padrona di casa si era già alzata di un'ottava e a breve avrebbe raggiunto l'ultrasuono.
"Sì."
"A quest'ora?"
Il sindaco sbuffò e Snow vide bene di farla entrare.
"Vuoi qualcosa? Un tè?"
Regina annuì leggermente mentre si sedeva.
"Scusami per l'ora, capisco benissimo che sia tardi."
"Non preoccuparti, non dormo più così tanto da quando Neal è nato."
Silenzio.
Regina tamburellò il tavolo con le dita guardandosi intorno: era a disagio.
"Puoi anticiparmi almeno l'argomento?" Chiese Mary Margaret sibillina posando la teiera sul vassoio.
"Volevo parlarti di Emma."
A sentire il nome della figlia a Biancaneve non sfuggì per poco la tazzina di mano.
Iniziamo bene.
Regina la guardò con espressione ironica mentre, con tutta la calma di cui era capace, le posava il vassoio davanti e si sedeva.
"Zucchero?"
Non sarebbe stata una chiacchierata facile.


"Miss Swan, a cosa devo la sua visita?"
Lo sguardo del sindaco non poté fare a meno di posarsi sul nuovo anello della bionda e lo stomaco le si contrasse.
"Volevo solo avvertirti che oggi Henry starà dai miei."
"Pensavo dovesse stare con te."
Capì di aver usato un tono fin troppo scocciato e, arrossendo, abbassò di nuovo lo sguardo sulle carte che aveva davanti.
Il solo pensiero che l'impegno così urgente di Emma riguardasse il pirata la faceva innervosire terribilmente.
"Sì, infatti, ma oggi è un giorno speciale."
Regina dovette faticare ancora di più per reprimere la smorfia di disgusto che era sicura fosse emersa sul suo volto.
"Non penso di essere in vena di ascoltarti mentre parli come sposina novella del tuo mesiversario."
"Mesiversario?"
"Non sai cosa sia, Emma?"
Fu in quel momento che Regina alzò di nuovo gli occhi per piantarli in quelli dell'altra.
"Certo che lo so, ma non stavo parlando di questo."
"E quindi?"
"Veramente non ricordi che giorno sia oggi?"
Regina guardò distratta il calendario: 17 novembre. Non le diceva nulla.
"Non saprei. "
"Ricordo questo giorno perché per la prima volta mi chiamasti nome...senza quel tuo tono da regina." Emma gesticolò "per la prima volta mi sentii accettata da te."
Il sindaco la fissò a lungo, forse anche troppo.
"Ti ricordi veramente il giorno?"
"A quanto pare."
Regina alzò le sopracciglia, dire che era stata presa alla sprovvista era un eufemismo.
Stava per ribattere quando il telefono dello sceriffo iniziò a suonare.
"Scusami, devo rispondere."
La mora annuì e cercò di riprendere il suo lavoro che in quel momento le era stranamente difficile, quindi iniziò a guardare, cercando di non farsi notare, la donna che aveva davanti.
Con lo sguardo percorse il suo corpo, pensava di odiare i colori contrastanti che aveva addosso: rosso e giallo.
Ma la figura di Emma Swan non era per niente sgraziata, aveva un'armonia molto particolare e anche per quello il sindaco non si dispiaceva nell'osservarla, di tanto in tanto.
Si volle concedere un'ultima occhiata al suo bel viso prima di distogliere lo sguardo, sicuramente l'espressione della ragazza sarebbe stata aggrottata per la persona con cui stava parlando, ma Regina Mills fu colta di sorpresa e per poco non balzò sulla sedia.
Lo sceriffo la stava guardando e con orrore pensò da quanto la cosa andasse avanti.
"Regina? Stai progettando di uccidermi?"
La bolla che si era creata intorno al sindaco esplose definitivamente riportandola alla cruda realtà.
"Cosa? N-no assolutamente." arrossì "fidati Miss Swan, se avessi voluto vederti morta lo saresti già stata, da tempo."
"Mmm. Quindi accetti il mio invito?"
"Non ricordo di aver sentito parlare di un invito."
"Infatti non l'ho ancora detto, ma se vuoi..."
"Alle 13 da Granny."
Emma sorrise, Regina poté giurarlo nonostante stesse fingendo di leggere uno dei tanti documenti presenti sulla scrivania.
"Non riesci proprio a non dare ordini, vero?"
"In nessuna situazione, Miss Swan. "
Perché se c'era una cosa che Regina Mills adorava particolarmente era stuzzicare continuamente le fantasie della bionda.


"Emma?"
"Sì. "
"Sei venuta in casa mia, a quest'ora della notte, per parlarmi di mia figlia?"
Regina bevve un sorso di tè, anche se in quel momento avrebbe desiderato qualcosa di ben più forte.
"Io e tua figlia ci conosciamo da anni, vero?"
Mary Margaret la guardò con aria sospetta, con quel suo classico sguardo indagatore che sfoderava quando non le tornava qualcosa.
"Devo rispondere o è una domanda retorica?"
"Retorica."
Regina prese un altro sorso prima di posare la tazzina.
"Penso di provare qualcosa per Emma."
Il viso di Mary Margaret mutò, cambiò più e più volte sfumatura e dopo un tempo indefinito la donna riprese a respirare.
"C'è bisogno di qualcosa di più forte."
Regina alzò un sopracciglio mentre la osservava alzarsi e prendere una bottiglia di scotch.
Alcolici in casa Charming? Chi l'avrebbe mai detto.
"Nel caso ne ho un'altra..." continuò velocemente mentre si versava il liquore dentro la tazzina per poi berlo tutto d'un fiato "dicevi?"


"Mi hai stupita oggi, i miei complimenti, Sceriffo."
Regina si appoggiò alla scrivania con un sospiro soddisfatto, aveva lo stomaco fin troppo pieno.
"Per cosa? Per essermi ricordata che giorno fosse o per tutto quello che mi hai visto mangiare?"
Risero di gusto come forse non capitava da tempo.
"Forse entrambe. Pensavo tu fossi a dieta per entrare nell'abito da sposa..."
Emma sbuffò sonoramente e fosse stato solo qualche anno prima Regina l'avrebbe ripresa per il gesto non decoroso.
"Non me lo ricordare. Odio l'idea di sposarmi."
Il cuore del sindaco iniziò ad accelerare, senza un motivo apparente, lasciandola interdetta.
Cosa diamine le prendeva?
"Non è un obbligo. Sposarsi dico."
Emma la fissò per qualche secondo, come se stesse cercando di assimilare le sue parole.
"Non ho motivi per non farlo, non credi?"
"A parte tutti i difetti di Hook?"
Risero nuovamente, ma stavolta Regina sentì un peso sul cuore.
"Sarete una bella coppia." affermò ritornando seria.
"Lo so...devo andare sindaco, il lavoro mi aspetta."
"Bene, mi fa piacere vederti così diligente."
Si scambiarono un breve cenno con il capo, come era loro solito fare, e in un attimo nella stanza non c'era più niente di rosso.
A Regina si contrasse lo stomaco mentre sentiva le lacrime pungerle gli occhi.
-Non piangere.-
Strinse tra le mani il bordo della scrivania a cui continuava ad appoggiarsi.
Doveva fare chiarezza, doveva necessariamente dare un senso logico a quel turbinio di sensazioni che le si muovevano senza tregua all'interno della testa.
Poi il rumore di un vetro infranto e capì che la sorte toccata al suo specchio era stata ben peggiore.
Sì, doveva necessariamente capire cosa le stesse succedendo.


"Io...io non so cosa dire."
Regina si girò la tazzina tra le mani, ormai piena di scotch, senza avere il coraggio di guardare negli occhi la donna che le sedeva davanti.
"Partiamo dell'unica cosa che mi hai detto, dieci minuti fa. Cosa volevi dire dicendo che pensi di provare qualcosa per Emma?"
Il sindaco di Storybrooke si passò una mano sulla fronte.
"Oggi abbiamo parlato del suo matrimonio e...io non voglio che sposi Hook."
"E perché non vuoi?"
"Perché so che non è la persona giusta per lei, lei è troppo per quel pirata."
"È un pensiero da amica, non vedo il problema."
"Il problema, Mary Margaret, è che io sarei disposta a prendere il posto di Hook..."
Biancaneve finì il contenuto della sua tazzina, Regina aveva perso il conto di quanto avesse bevuto dall'inizio della conversazione.
"Pensi dirglielo?"
"No...no, assolutamente no."
"E la lasci andare all'altare senza dichiararle i tuoi sentimenti?"
"Devo, io...non la posso rovinare."
"Ti ucciderà questa cosa, Regina. Parlo per esperienza."
"Figurati se sarà Emma Swan ad uccidermi." ridacchiò la mora cercando di alleggerire la situazione.
"Dovresti pensarci, seriamente. Se pensi di poter dare un futuro migliore a mia figlia...non potrò fare altro che sostenerti. "
"Non piace neanche a te il pirata, vero?"
Le due donne risero, per la prima volta da quando si erano viste, e brindarono facendo battere leggermente le due tazzine non sapendo che, in disparte, qualcuno le stesse ascoltando.

Regina Mills aprì gli occhi e la prima cosa che vide fu un orrendo soffitto.
Perché aveva permesso che in casa sua fosse compiuto un simile scempio?
Poi una fitta la colpì alla testa e capì.
Snow aveva messo a dura prova la sua resistenza all'alcol la sera precedente: la padrona di casa era riuscita a malapena ad arrivare in camera mentre lei era crollata sul divano con un gemito sommesso.
Pensò di chiudere ancora gli occhi, di dormire un altro po' non pensando che tra una settimana ci sarebbe stato il matrimonio, quando si rese conto che qualcuno era seduto sul divano, accanto a lei.
"Mary Margaret non credo di essere in grado di affrontare nuovamente il discorso..." borbottò stanca.
"Caffè?"
A Regina mancò il respiro, la persona ad aver parlato non era sicuramente la sua ex nemica.
Senza dare a vedere il suo sgomento sollevò il busto per mettersi seduta ed ebbe conferma: capelli biondi.
"Emma...che ci fai qui? Non saresti dovuta andare a vedere la location per il matrimonio?"
"Mmm? Ho lasciato che se ne occupasse Killian."
Gli occhi del sindaco si ridussero a due fessure per il dolore martellante post-sbronza e per il riferimento al pirata di prima mattina.
La ragazza le porse la tazza che aveva in mano e Regina accettò come una benedizione.
"Sei la mia Salvatrice" mormorò prima di prenderne un lungo sorso noncurante che il liquido fosse poco più che bollente.
"Da quando in qua ti diverti con mia madre?"
Regina usò la scusa del caffè per prendere il giusto tempo per pensare. Aveva ancora la mente annebbiata.
"Tua madre sa come divertirsi, se vuole."
"Non mi hai risposto."
Stavolta lo sguardo della ragazza diventò serio e le strappò la tazza dalle mani, gesto seguito da un mugolio contrario da parte del sindaco.
"Ero nei paraggi e sono entrata a fare due chiacchiere."
Emma non sembrava per niente convinta della risposta, ma le concesse di nuovo il possesso della tazza.
"Non sei brava a mentire, Regina. "
"Solo perché non sono in grado di pensare molto in questo momento, Swan."
Le due si guardarono scambiandosi un'occhiata complice quando proprio in quel momento David fece irruzione nel salotto.
"Regina, devo parlarti."
Emma lo guardò interdetta per qualche secondo.
"Da solo" continuò.
La bionda, ancora più perplessa, si alzò dal divano lasciandoli soli.
"David, se è per quello che è successo ieri posso garantirti che è stata tua moglie a tirare fuori la bottiglia di scotch e..."
"Sei veramente innamorata di mia figlia?"
"Cosa? No! Aspetta...come diamine fai a saperlo?"
L'uomo non rispose continuando, però, a fissarla.
"Ci hai spiate?"
"Stavate urlando. Avrei sentito le vostre parole anche se non avessi voluto."
"Lo sapevo che non dovevo bere" bubbolò Regina prendendosi la testa tra le mani.
"Quindi non sei innamorata di mia figlia?"
Il sindaco si guardò intorno avendo paura che Emma potesse ascoltare la loro discussione.
"Non dire cavolate. Ero solo ubriaca." sussurrò.
"Sicura?"
"Dannazione, David, tua figlia si sposerà tra una settimana. Preoccupati di quello."
"Io mi preoccupo per mia figlia, non voglio che vada all'altare non convinta di quello che sta facendo."
"Cosa c'entra Emma? Si sta parlando di me. Lei non prova dei sentimenti nei miei riguardi."
"Sicura?"
Dio se l'uomo avesse ripetuto nuovamente quella parola Regina non avrebbe esitato a ridurlo in cenere.
"Più che sicura."
"A me non sembra."
"Cioè?"
"Ma non ti sei mai accorta di come ti guarda?"
Un calore improvviso si accese nel petto del sindaco: speranza.


Henry era in pericolo.
Suo figlio era in pericolo.
E dannazione quella biondina appena spuntata da chissà dove non faceva altro che ficcare il naso ovunque, come se quello che stava accadendo non fosse già abbastanza.
"Swan, stia indietro."
"Ma è sempre stata così sismica questa zona?"
Il sindaco alzò un sopracciglio con fare altezzoso, era pur sempre una regina, anche se gli altri non lo ricordavano.
"C'è già mio figlio in pericolo, non vedo necessario che anche lei rischi inutilmente la vita con la sua baldanza giovanile. Lasci fare agli esperti."
"Esperti? Chi dovrebbe arrivare? L'FBI?"
Regina cercò di non rispondere alla provocazione della ragazza.
"Sicuramente lei non è adatta per questo. Anzi, non mi sembra adatta proprio per nulla."
"Oh andiamo, Regina, smettila."
"Non credo di averle mai dato il permesso di chiamarmi per nome, Sceriffo. Ricordi che sono pur sempre il suo capo."
"Pensi che mi interessi?"
Per la seconda volta, in quel giorno, Emma andò terribilmente vicina al viso della mora.
"La invito a non continuare questo atteggiamento."
"Altrimenti?" le sibilò la donna "mi metterai in punizione come fai con mio figlio?"
Per un momento Regina pensò veramente di mettere in punizione quella ragazza presuntuosa, a modo suo, ovviamente.
"Bisogna salvare nostro figlio, Regina."
Gli occhi del sindaco si spalancarono nel sentire quell'aggettivo: nostro.
L'odio che aveva riservato alla bionda fin dall'inizio sparì, per un attimo, e Regina si chiese come avesse fatto a non notare quanto fosse bella.
"Nostro figlio?"
La donna davanti a lei annuì.
"Salviamo nostro figlio, Emma."
E per la prima volta Regina Mills vide Emma Swan.


Regina si portò i capelli dietro l'orecchio lasciando la domanda in sospeso.
Avrebbe mentito se avesse detto di non aver mai notato gli sguardi della Salvatrice .
"Parlaci, Regina."
"Devo pensarci."
E senza aggiungere altro lasciò casa Charming insieme al suo mal di testa.


La settimana che passò Regina fu senza dubbio una delle peggiori della sua vita.
Ogni ora che passava la logorava sempre di più rimandando sempre la "questione" al giorno successivo.
Il solo pensiero di veder Emma in abito bianco senza aver provato in qualche modo a fermarla la uccideva, ma allo stesso tempo non voleva violare la felicità della ragazza.
Regina era terribilmente combattuta e per questo passò le sue giornate chiusa in casa, vedendo a malapena suo figlio.
Non voleva vedere, non voleva sapere, voleva semplicemente che tutto finisse.
-1
Quel numero apparse prepotentemente nella sua testa.
Il giorno dopo Emma Swan si sarebbe sposata con Hook.
Quel pirata...
Sentì bussare alla porta, ma decise di ignorare chiunque avesse in mente di farle visita, quando una nuvola verde si fece largo nel suo salotto.
"Sorellina."
"Dio Zelena, ma la conosci la privacy delle persone? Se non volevo aprirti ci sarà stata un motivo."
La strega per tutta risposta si mise una mano su un fianco.
"Hai un aspetto terribile."
"Grazie, i tuoi complimenti sono sempre ben accetti."
Ma Regina sapeva benissimo che sua sorella aveva ragione, per questo non aveva avuto neanche il coraggio di guardarsi allo specchio.
"Si può sapere che ti succede? Non ti vediamo da giorni e c'è un matrimonio da organizzare. Lo sai che Emma ti ha dato il compito di fare un discorso."
Regina storse la bocca, aveva ricevuto il messaggio direttamente da Emma qualche giorno prima.
"Improvviserò."
"Non ti va proprio a genio questo matrimonio, vero?"
Zelena le si sedette accanto, come se fosse pronta ad ascoltare tutto quello che aveva da dire.
"Non c'entra il matrimonio."
"Oh sì che c'entra. Hai una cotta per il pirata?"
Regina voltò lentamente la testa verso la rossa e con un solo sguardo riuscì a trasmettere tutto il disgusto che quella frase le aveva provocato.
"Mmm, no ok, scherzavo. Quindi? Qual è il motivo?"
Il sindaco tornò ad osservare il vuoto sperando che quella conversazione terminasse il prima possibile.
"Veramente, Regina? La Salvatrice è il tuo problema?"
La mora iniziò a ridere, prima con un tono basso, quasi impercettibile, poi sempre più alto. Riuscì a sentire l'eco della sua voce per tutta la casa.
"È ridicolo vero?" disse continuando a ridere.
"Non avrei mai pensato di poterlo dire, ma mi stai facendo paura."
"Io amo Emma Swan. Ed Emma Swan domani si sposa. Sono così felice non vedi?" e mentre pronunciava quelle parole si alzò dal divano non interrompendo il contatto visivo con la sorella.
"Dovresti dirglielo."
Rise ancora e allargò le braccia.
"Non fate altro che dirmelo, ma non capite quanto possa essere difficile per me? Quanto possa essere difficile rovinarle il giorno più bello della sua vita?"
"Perché sei sicura che per lei sia così bello sposarsi?"
Regina smise di ridere e, passando all'esatto opposto, iniziò a piangere.
Zelena rimase interdetta seduta sul divano, non sapendo che fare, ma dopo poco la voce del sindaco tuonò nel salotto.
"Dannazione, Zelena, abbracciami."


"È permesso?"
Regina si affacciò timidamente nella stanza.
"Vieni, Regina, entra pure."
La ragazza aveva già il vestito da sposa addosso, ma non aveva ancora indossato il velo che era stato gettato senza la minima delicatezza su una poltrona.
Regina notò con piacere che Emma le aveva dato ascolto sul vestito: durante i giorni in cui era chiusa in casa la bionda le aveva mandato la foto di due vestiti, di cui il primo era decisamente orribile - lo avrà scelto quell'idiota aveva mormorato Regina sorseggiando sidro- mentre l'altro era semplicemente perfetto. Niente di eccentrico, niente di fin troppo elaborato. Un vestito perfetto per Emma Swan.
Mary Margaret, intenta a sistemare i capelli alla figlia, la fissò per qualche secondo per poi annuire impercettibilmente.
Regina respirava a malapena.
"Cara, vi lascio sole per qualche minuto. Torno più tardi per sistemarti il velo."
"Grazie mamma."
Emma trattenne per un momento la mano della madre e vi depose un piccolo bacio sopra prima di lasciarla andare.
Una volta sole Emma si voltò del tutto verso di lei.
Era splendente, luminosa.
"Che c'è?" Le chiese curiosa notando il suo sguardo.
"Penso che Hook sia molto fortunato."
Regina avanzò verso di lei porgendole il piccolo pacchetto che aveva in mano.
Emma non parlò, ma i suoi occhi si accesero per la curiosità.
"Un regalo, per il matrimonio."
Guardò la ragazza iniziare ad aprirlo e continuò a parlare.
"Era di mia nonna. Io non l'ho mai conosciuta e mia madre ne parlava sempre poco perché le ricordava le sue origini. Ma, nonostante fosse anche lei una semplice lavoratrice, ha sempre portato questo con sé e non l'ha mai venduto..."
"Regina, io..."
Emma si rigirò tra le mani l'anello, semplice quanto elaborato. Non aveva mai visto niente di più bello.
"Cora non ha mai voluto che io lo indossassi. Per questo non l'ho avuto per il mio primo matrimonio, ma l'ho conservato perché ho sempre sperato che avrei avuto una seconda possibilità...ma non c'è stata. Quindi voglio che lo abbia tu. Non pretendo che tu lo indossi, quello di Hook sarà sicuramente più bello, ma volevo regalartelo."
La ragazza non aspettò neanche che finisse di parlare, si infilò l'anello al dito stupendosi di come le si stesse perfettamente. Sembrava fatto su misura.
"È bellissimo, Regina. Io non so che dire..."
"Può bastare un semplice grazie, Swan. "
Emma si alzò abbracciandola e Regina, sorpresa, impiegò qualche secondo prima di ricambiare.
"Grazie, Regina, grazie per tutto."
No, il sindaco di Storybrooke non avrebbe dichiarato i suoi sentimenti, Emma era troppo felice.
"Figurati..."
"Anche se hai scelto il momento sbagliato per darmi l'anello, solitamente si fa davanti a tutti."
Regina rise fino a quando non metabolizzò le parole che aveva sentito.
"Cosa?"
Emma le fece l'occhiolino.
"Così impari a non partecipare ai preparativi. Mamma!! Ho bisogno del tuo aiuto con il velo. Papà! Porta Regina di fuori."
"Emma?"
La ragazza non le diede spiegazioni e in un attimo i Charming erano entrati nella stanza.
Regina fu letteralmente trascinata via da David.
"Si può sapere cosa succede?"
L'uomo non parlò e la accompagnò all'aperto dove una grande folla si era radunata.
"Fantastico" mormorò il sindaco aspettandosi di vedere lo sposo con quel suo viscido sorriso.
"Ehi sorellina!"
La strega le andò incontro quasi correndo.
"Zelena, come mai di buon umore?"
"È sempre bello quando qualcuno in famiglia si sposa."
Dopo di che le assestò una pacca sulla spalla.
"Da quand'è che consideri i Charming la tua famiglia?"
La strega le fece un occhiolino prima di lasciarla di nuovo sola con il Principe Azzurro.
Possibile che fossero tutti capaci solo a fare occhiolini quel giorno?
"David, dov'è Hook?"
C'era qualcosa che non le tornava e sentì un'ansia iniziare a crescere nel ventre.
L'uomo continuò a rimanere in silenzio e sparì poco dopo lasciando Regina nella sua classica posizione quando non riceveva le risposte che voleva: braccia incrociate sotto il petto e il piede che tamburellava al ritmo del suo fastidio.
Oooohh
L'insieme dei mormorii che fece la folla la costrinsero a girarsi, perché sì, Emma Swan, al fianco di suo padre, era decisamente stupenda.
Regina cercò di indietreggiare perché si sentiva insolitamente a disagio a rimanere nel mezzo, ma qualcuno glielo proibì: voltando la testa capì che quel qualcuno era Mary Margaret.
"Si può sapere che diavolo fai? Non riuscirà a passare. " le sussurrò, ma la donna non demorse invitandola a guardare nuovamente avanti.
Solo in quel momento Regina capì che Emma stava guardando lei.
Emma stava camminando verso di lei.
Emma stava sposando lei.

"Cosa?"
Quando le fu finalmente vicina si avvicinò al suo orecchio.
"Svegliati, mamma."
Regina aggrottò le sopracciglia non capendo.
"Svegliati, mamma "


Regina Mills aprì gli occhi scatto ritrovandosi il volto del suo amato ragazzo davanti.
"Henry! Quanto manca al matrimonio di tua madre?"
"Ci sarà questo pomeriggio" le rispose non capendo il perché di quella domanda.
Regina balzò giù dal letto come forse aveva fatto poche volte in vita sua.
"Grazie al cielo sono ancora in tempo."
Il sindaco iniziò a cercare disperatamente un oggetto nel suo portagioie.
"In tempo per cosa? Mamma? Mamma?"
La domanda rimase senza risposta, Regina, a malapena vestita e con un anello in tasca, era già uscita di casa.


"Emma Swan!"
Regina piombò in camera di Emma trovandola seduta a terra, con il vestito da sposa davanti e sua madre che la guardava sconsolata.
"Regina! Mi hai fatto prendere un colpo!" urlò di conseguenza lei.
"Vi lascio sole" questa fu l'unica cosa che disse Mary Margaret prima di uscire..
Il sindaco si sedette davanti alla ragazza.
"Che c'è Emma?"
"Non so se voglio sposarmi. Mia madre dice che molto probabilmente è stress da matrimonio, ma neanche lei sembra convinta di quello che dice e..."
Regina, in ginocchio davanti a lei, si spinse in avanti posando le mani sul pavimento e lasciando che tra i loro visi rimanesse solo qualche centimetro.
"Swan."
La ragazza improvvisamente smise di parlare e si permise di osservare la donna che aveva davanti.
Regina non aspettò altro, si dondolò in avanti quel poco che bastava affinché le loro labbra si toccassero e i loro volti su incastrassero.
"Cosa vuol dire?" chiese la bionda quando Regina staccò la bocca dalla sua.
"Che ti amo, Emma, che io sia dannata per quanto ti amo!"
La Salvatrice le si gettò addosso con slancio facendola cadere proprio su quello che sarebbe dovuto essere il suo vestito da sposa.
"Fossi in te avrei aspettato ancora un po'."
Le due risero, poi le loro labbra si trovarono nuovamente.
Ma entrambe non sapevano che, senza farsi vedere, due volti sorridenti le stavano osservando dalla porta.
"Saranno una bella coppia."
Mary Margaret si voltò entusiasta verso il marito.
"Non vedo l'ora di iniziare i preparativi per il loro matrimonio. "
Perché a Mary Margaret non sfuggiva mai nulla, neanche quell'anello che era scivolato fuori dalla tasca di Regina.

Nota: Salve a tutti.
Vi ringrazio se avete perso il vostro tempo per leggervi questa piccola storia! 
Spero che vi sia piaciuta.
Fatemi sapere le vostre opinioni.

 

   
 
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