Storie originali > Horror
Ricorda la storia  |      
Autore: belle_delamb    29/11/2017    3 recensioni
Francia, Medioevo. Anne, bella ma di modeste origini, s’innamora di Jacques, uomo affascinante e dall’oscuro passato. In seguito al fidanzamento Jacques fa promettere ad Anne che lo attenderà mentre lui andrà ad avvisare i familiari del matrimonio imminente. Quando però dopo un anno il giovane non è ancora tornato Anne viene spinta, seppur a malincuore, a contrarre un altro fidanzamento, ma a volte le cose non sono sempre come sembrano e chi è scomparso può anche riuscire a tornare …
Partecipa al contest Of monsters and men
Partecipa alla challenge Ieri, oggi, domani … con il prompt : “Mamma diceva sempre: devi gettare il passato dietro di te prima di andare avanti” cit. Forrest Gump
Genere: Dark, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Mi mancherai Jacques, mi mancherai molto- disse Anne, lottando con le lacrime che le rotolavano lungo le guancie –promettimi che tornerai il prima possibile-
- Anne, luce del mio cuore, tornerò appena mi sarà possibile- disse lui stringendola a sé –sai bene che è necessario che io vada ad annunciare il mio fidanzamento con te alla mia famiglia, prima di sposarci voglio avere la loro benedizione- -E se loro non approvassero?- domandò la fanciulla, esprimendo il suo più atroce dubbio.
- Anne mia, è questo che ti tormenta? Io ti amo, nulla cambierà la mia decisione di sposarti, lo giuro, tornerò da te- e si mise la mano sul cuore.
-Spero che farai presto- mormorò Anne. Sapeva bene delle difficoltà che avrebbe incontrato Jacques, appartenevano a due famiglie completamente diverse. Lui era molto ricco, mentre lei era figlia di un povero commerciante. Due mondi distanti che non avrebbero mai dovuto scontrarsi, ma un giorno Jacques era finito in quel paesino e si era innamorato delle sue montagne, quindi aveva deciso di lasciare Parigi per stare lì. Dopo qualche giorno aveva visto Anne al pozzo e aveva avuto un altro colpo di fulmine. L’aveva corteggiata per mesi, non dandole quasi riposo. Le aveva ripetuto mille volte che era bellissima, la creatura più incantevole che avesse mai messo piede sulla terra. Anne non era abituata ad un simile corteggiamento, era così rimasta incantata da quel ragazzo così bello e sicuro di sé. Gli aveva donato il cuore e aveva iniziato a pensare ad un futuro insieme. Ciò nonostante quando lui le aveva chiesto qualcosa di più lei aveva rifiutato.
-Sono una ragazza seria, non mi concederò a nessuno che non sia mio marito- aveva detto guardandolo negli occhi.
-Allora devo fare in modo di sposarti subito- aveva replicato lui.
Ad Anne era sembrato d’impazzire per la gioia, questo prima che lui le dicesse di appartenere ad una ricchissima famiglia di Parigi e che desiderava comunicare a loro la sua decisione. La ragazza immaginava come la cosa sarebbe finita: i genitori di Jacques lo avrebbero convinto della follia della cosa e lei sarebbe rimasta sola avendo rifiutato tutti gli altri pretendenti per lui. Una vera ingiustizia.
-Tornerò il prima possibile- continuò lui –e per sancire la promessa ecco un piccolo regalo- ed estrasse un anello dal suo dito.
-Ma è meraviglioso!- esclamò la ragazza. Quel piccolo oggetto era di oro purissimo.
-Prima di dartelo voglio però che sia tu a fare una promessa a me-
-Qualsiasi cosa-
-Aspetterai il mio ritorno e non mi tradirai, questo anello è il simbolo del nostro amore, lo porterai fin quando mi amerai-
-Non ti fidi forse di me?- chiese lei aggrottando la fronte.
-Non è per questo, ma è un mio desiderio, un mio piccolo capriccio se lo vuoi chiamare in modo diverso- la strinse un po’ più forte –su, accontentami-
-Va bene, se questo ti può rassicurare- si mise la mano sul cuore e promise –aspetterò il tuo ritorno e non ti tradirò, questa è la mia promessa-
-Grazie, Anne, questo per me è molto importante- la baciò teneramente, quindi le mise all’anulare l’anello –così quando sarò lontano potrai guardarlo e saprai che io sono sempre con te-
Anne annuì e le parve che l’anello brillasse. –Stai attento, le strade sono molto pericolose-
-Non temere, ho la mia spada ed il mio cavallo è il più veloce della Francia, arriverò a Parigi in un lampo e poi tornerò indietro e ti sposerò-
-E io ti aspetterò-
Si scambiarono un ultimo bacio appassionato, quindi Anne restò ferma in mezzo alla via ad osservare il suo amato cavalcare via, alzando nuvolette di polvere. Asciugatasi quindi gli occhi con un fazzoletto tornò alla propria, un po’ noiosa, vita, sognando il giorno che lui sarebbe tornato a prenderla.

Un anno dopo

Il vento quel pomeriggio soffiava violento. Anne se ne stava seduta tristemente a cucire, ma il suo pensiero era lontano da quel luogo, la sua mente era a Parigi, a cercare tra i vicoli stretti, così s’immaginava le strade di quella città, il suo amato Jacques di cui non aveva più avuto notizie. Era stato ucciso dai banditi per strada? Ne dubitava, era un così bravo spadaccino. Più probabile che la famiglia lo avesse convinto della follia che stava facendo oppure che avesse conosciuto un’altra. Questo pensiero la gettava nel più nero sconforto. Eppure avrebbe dovuto saperlo. Giravano infatti delle storie su Jacques, sulla sua passione per il genere femminile, alcuni sussurravano che lo si vedesse approcciare delle prostitute, altri che aveva ingravidato una ragazza nel paese vicino. Storie, solo storie si era ripetuta mille volte Anne. A dire il vero Jacques non piaceva neppure a sua madre, troppo viziato, uno così è abituato ad avere tutto ciò che vuole, per poi gettarlo via.
-Non ci si deve mai vendere per soldi- le aveva detto la madre –ricordatelo, Anne, chi sposa qualcuno per i soldi sarà infelice per tutta la vita-
Ma Anne lo amava per davvero. Amava la sua esuberanza, amava il suo sorriso, amava i suoi folli racconti, storie che sembravano non appartenere a questo mondo, quasi provenissero da luoghi esotici e lontani molti secoli. Lei non aveva mai provato un sentimento simile per nessuno al mondo e questo le spezzava il cuore. Doveva riprendersi in fretta, altrimenti ne sarebbe morta. La sua unica amica Caroline le aveva proposto di andare alla festa del raccolto, lì avrebbe potuto distrarsi almeno un po’. Dopo mille insistenze alla fine Anne aveva accettato. Sarebbe andata alla festa del raccolto.

La festa si svolgeva poco fuori dal paese. Il cielo era già scuro ed enormi falò illuminavano tutto. Anne aveva indossato un semplice abito bianco, lo stesso che aveva il giorno in cui Jacques l’aveva notata al pozzo. Si fermò ed osservò la gente ballare, lieta e divertita. Una fitta al cuore le fece comprendere quanto le mancava Jacques.
-Non dirmi che stai ancora pensando a lui?- le chiese Caroline, puntandosi le mani sui fianchi e sgranando i grandi occhi scuri.
-No- mentì Anne.
-Era un bugiardo, una creatura abominevole che ti ha solo usata-
Anne si limitò ad annuire, lottando con le lacrime, inutile provare a controbattere, faceva solo aumentare il dolore.
Lo sguardo di Caroline si fece più dolce. – Anne, ti voglio bene come ad una sorella, per questo voglio dirti una cosa: hai presente quella ragazza che è stata trovata morta qualche mese fa?-
Anne l’aveva ben presente, era una loro amica quando erano più piccole. Si chiamava Juliette se ricordava bene. Sempre solare, forse un po’ troppo. Una di quelle il cui destino è nefasto se non si calmano. In giro si diceva che era un po’ troppo permissiva con gli uomini. –Sì- mormorò.
-Ci sono state altre morti simili alla sua qui vicino e dicevano che Jacques la frequentasse-
Anne aggrottò la fronte furiosa. Va bene dire che era fedifrago, va bene senza cuore, ma assassino proprio no. –Lui non c’entra nulla con la sua morte-
-Mi dispiace, Anne, ma in giro si dice che lui non fosse completamente umano-
-Non è possibile- esclamò la ragazza, facendosi il segno della croce –non dire così, queste cose non si nominano neanche-
-Non è mai entrato in una chiesa, c’era qualcosa che non andava in lui- e si toccò il crocifisso che portava al collo.
-Io lo conoscevo-
-Certo, lui ti aveva incantata, ora per fortuna è lontano e tu hai la possibilità di rifarti una vita-
Anne sospirò, sapeva bene quanto fosse inutile cercare di far cambiare idea a Caroline, lei non conosceva veramente Jacques.
-Vieni- disse Caroline, prendendola per mano e trascinandola in mezzo ai ballerini –questa notte ci dobbiamo divertire-
Anne si trovò accanto al fuoco e sentì il calore colpirle la pelle come uno schiaffo. Caroline stava già ballando con un ragazzo, uno che abitava nel paese vicino. Anne si allontanò di qualche passo e proprio facendo ciò andò a sbattere contro qualcuno.
-Scusa- disse voltandosi.
-Sono stato io ad essere disattento- disse un giovane facendole un enorme sorriso –per farmi perdonare mi concedete un ballo?-
-Non ho molta voglia di ballare- tentò Anne, ma il ragazzo l’aveva giù presa tra le braccia e aveva iniziato a farla girare su se stessa.
-La voglia viene ballando, non c’è altro modo- le sorrise ancora –come vi chiamate?-
- Anne – mormorò lei.
-Bellissimo nome! Io sono Louis – si presentò lui.
Anne sorrise. Voleva essere gentile, anche se aveva ben poca voglia di parlare. Le notti come quella le ricordavano sempre Jacques, i suoi abbracci, le sue carezze, i suoi baci, le sue parole. Era stato amore vero, su questo non aveva dubbi. E mentre il giovane parlava del cielo e della terra e di mille altre cose lei continuava a pensare a Jacques. Al loro primo ballo, a quello che si erano detti, a quanto lui aveva insistito sulla sua bellezza. Possibile che lui le avesse mentito? Possibile che fossero solo bugie le sue? Poteva credere una cosa simile? No che non poteva, però il fatto che non fosse tornato era la prova più evidente che non l’aveva amata per davvero. Anne si morse le labbra. Ormai aveva superato l’età in cui le fanciulle si sposavano, lo sapeva fin troppo bene e se non avesse trovato presto un marito si sarebbe trovata tra le donne non sposate del villaggio, una posizione scomoda. Fissò il ragazzo che aveva dinnanzi e che stava blaterando del più e del meno, tanto valeva essere gentili con lui.

Louis divenne una presenza costante nella vita di Anne. Le andava spesso incontro quando sapeva che doveva fare una commissione al villaggio o in qualche paese vicino. La affiancava sempre con una scusa e non la lasciava andare prima di averla riaccompagnata a casa. Chiunque in paese si erano accorto che Louis, giovanotto bravo e conosciuto da tutti, si era perdutamente innamorato della bella Anne, tranne la diretta interessata. Le signore quando li vedevano passare per strada fianco a fianco si sussurravano l’un l’altra i loro pareri.
-Questo sì che sarà un buon marito, non come quello straniero- diceva una.
-Ringrazio Dio che non sia più tornato, Anne è una cara fanciulla, non meritava un simile mostro-
-Io fossi in Louis non mi avvicinerei a lei- disse una giovane –quando uno di quegli esseri ti sceglie come preda è per sempre- si fece un rapido segno della croce.
-Non dire sciocchezze, Jeanne, sei sempre pessimista- disse la prima donna – Anne sarà felice con Louis, lo sento-
-Glielo auguro- borbottò Jeanne.

Dopo alcuni mesi dalla festa del raccolto Anne tornò a casa con i panni appena lavati. Non appena aprì la porta notò che c’era qualcosa di strano. I suoi genitori erano seduti al tavolo con Louis e stavano conversando amabilmente. Strano, non era da loro ricevere visite a quell’ora del pomeriggio, tantomeno da una persona che normalmente non faceva mai visita.
- Anne – la chiamò subito il padre –posa quelle cose e vieni qui che si festeggia-
-Che cosa?- chiese la ragazza ubbidendo.
- Louis ha appena chiesto la tua mano-
Anne si bloccò, tra l’incredulità e lo spavento. –Vuole sposare me?- mormorò.
-Esatto, Anne adorata- disse Louise alzandosi.
Anne restò un attimo interdetta. Non sapeva cosa dire. L’anello di Jacques le pareva che bruciasse.
-Ovviamente la decisione finale è tua- intervenne la madre –sei tu che devi decidere se vuoi realmente sposare questo giovanotto-
La ragazza fissò uno ad uno i presenti. Louis speranzoso, il padre orgoglioso, la madre sorridente e alla fine accettò con un sussurro. Le parve che improvvisamente il mondo si fosse fermato.

I preparativi per il matrimonio furono angoscianti per Anne. Inutile la felicità dei genitori e quella di Caroline, c’era qualcosa in lei che si era spezzato per sempre. Per prima cosa si tolse l’anello che le aveva dato Jacques, le pareva ipocrita portarlo ora che aveva fatto una simile scelta. Lo mise in una scatolina e lo nascose sotto una mattonella. Era una specie di funerale quello, un funerale al suo amore per Jacques, anche se sapeva che sarebbe stato impossibile dimenticarlo. Notò che l’anello le aveva lasciato un segno rosso intorno al dito, come una ferita. Provò a sfregarselo, ma quello non fece altro che assumere una colorazione nera. Anne spaventata smise di farlo. Una sensazione d’ansia le oppresse il petto come un peso. Si sedette sul letto e cercò di recuperare un po’ di calma. Le sue preoccupazioni erano tutte infondate. Avrebbe sposato un uomo che l’amava profondamente e che possedeva inoltre un buon patrimonio. Era inutile stare in pena per Jacques e per le promesse che gli aveva fatto, lui probabilmente si era dimenticato di lei e ora stava tra le braccia di un’altra fanciulla. Poteva quasi vederlo. Scosse la testa. Stava facendo la cosa giusta.

Il giorno delle nozze pioveva copiosamente, come se il Cielo piangesse. Anne non aveva quasi dormito e si svegliò stanca e triste. Per un attimo le sfiorò la mente l’idea di fingersi malata e di evitare così di presentarsi al proprio matrimonio. Ma no, non sarebbe stato un comportamento maturo e poi avrebbe voluto dire semplicemente rimandare ad un altro giorno, tanto valeva affrontare la cosa subito. Stanca si affacciò alla finestra e le parve di vedere qualcosa tra la pioggia, o meglio qualcuno: Jacques. No, non poteva essere. Un attimo dopo era sparito. Probabilmente era stata solo un’illusione. Scosse la testa e tornò a prepararsi per quell’infelice giorno.

Percorse il tragitto che la divideva dalla chiesa sotto la pioggia, circondata dal corteo di amici e parenti che la cerimonia richiedeva. L’acqua scendeva violenta e i lampi illuminavano il cielo plumbeo. Si era dovuto rinunciare al lancio di petali di fiori da parte delle damigelle proprio a causa del clima. Anne rabbrividiva per il freddo e per i tuoni e anche perché quel clima infelice le ricordava un incontro avuto con il suo Jacques. Era stato quando si erano scambiati il primo bacio. Anne ricordava bene il vento che la faceva tremare ed il modo in cui il suo amato le aveva messo il mantello sulle spalle perché non prendesse freddo. Si erano fermati in una piccola rientranza tra due case, consci che la pioggia era troppo forte per poter proseguire.
-Hai freddo?- le aveva chiesto lui stringendola a sé.
-No, ora non più- ed era avvampata per l’imbarazzo di essere così vicina a lui.
Jacques le aveva sollevato il mento, costringendola a guardarlo negli occhi azzurri. –Mia amata Anne – le aveva quindi sussurrato prima di baciarla.
La ragazza si sentì avvampare a quel ricordo. Non ci doveva più pensare, mai più, ormai quello faceva parte di un’altra vita. Entrò in chiesa sempre con il suo corteo affianco. Louis l’attendeva dinnanzi al prete. Anne percorse la navata con il cuore in gola. C’era qualcosa di tremendamente sbagliato in tutta quella storia.
La cerimonia iniziò immediatamente e la giovane ascoltò il prete parlare in latino. Jacques le aveva insegnato alcune parole di quell’antica lingua.
-Quando saremo sposati parleremo solo in latino, è la lingua dei nobili- le aveva detto una volta scherzando.
-Non la imparerò mai-
-Sono un ottimo maestro, credimi-
E lei gli aveva creduto. Ora mentre ascoltava il prete parlare in latino si chiedeva come aveva potuto credere che un uomo come Jacques avesse potuto veramente scegliere lei come moglie. E poi arrivò la fatidica domanda: se lei, Anne Suite, voleva sposare il presente Louise Joy.
-Sì- sussurrò lei.
E proprio in quel momento un boato la fece sobbalzare. La porta della chiesa si era spalancata e la pioggia entrava al suo interno copiosa come un fiume in piena Una folata di vento fece alzare il vestito di Anne che dovette abbassarselo con gesti goffi. La porta fu subito richiusa, non prima però che la ragazza potesse intravedere una figura scura in mezzo alla pioggia.

Al banchetto che seguì le nozze erano state invitate molte persone. Anne conosceva bene gli affari del padre e sapeva che lui approfittava di ogni festa per concludere nuovi contratti. Il matrimonio della figlia non faceva certo eccezione. La ragazza non conosceva molti degli invitati, clienti occasionali del padre. Eppure una figura, tra tutti quegli sconosciuti attirò immediatamente la sua attenzione. Era una persona, molto probabilmente un uomo, che indossava un lungo mantello e che aveva parte del viso coperto da un cappuccio. Era curioso come si muovesse tra la folla, quasi non la vedesse. Anne rabbrividì e abbassò lo sguardo.
-Tutto bene, mia sposa?- le chiese Louis.
-Certo- e gli sorrise, mentre ricordava le storie sui mostri che giravano nel villaggio e che andavano a prendere gli spergiuri.
L’oscuro invitato si accomodò in fondo alla sala. Un attimo dopo suo padre raggiunse il tavolo degli sposi e con alcuni colpi invitò tutti al silenzio.
-Voglio ringraziare i presenti per aver partecipato al matrimonio della mia Anne – disse.
Un coro di assensi. E proprio in quel momento l’uomo misterioso si alzò e parve zittire tutti con la sua presenza. Alzò un braccio e mostrò un calice con un liquido così rosso da sembrare sangue. –Colgo l’occasione per proporre un brindisi- disse –ad Anne e Jacques, affinché siano per sempre insieme negli abissi-
Anne si sentì morire a quelle parole. Abbassò la testa e vide che laddove ora c’era la fede il dito stava diventando nero. Gettò un urlo e tutto divenne nero.

Quando finalmente riprese i sensi Anne si ritrovò sdraiata su un letto, circondata dalla madre e dalla sua amica Caroline. Sbatté le palpebre e fece per tirarsi su.
-Non sforzarti- le disse la madre, accarezzandole i capelli.
- Cos’è successo?- chiese la sposa.
-Sei svenuta- intervenne l’amica –e ci hai fatto prendere uno spavento-
-Deve essere la stanchezza- disse la madre.
-L’uomo, quello del brindisi, chi era?-
-Nessuno lo sa, è fuggito mentre ti soccorrevamo- disse Caroline.
-Era Jacques – sussurrò Anne –è tornato da me, ha mantenuto la promessa-
-No, quello non poteva essere Jacques – le rispose la madre con una strana luce negli occhi.
Sì, invece, Anne era certa che fosse lui.
-Sei troppo agitata, il matrimonio ti ha stancata, ora devi solo riposare- continuò la madre.
Certo, riposare ed aspettare che lui arrivasse a prenderla, per portarla via con lui. Questo era il suo destino ed il mostro sarebbe arrivato a breve.

E venne a notte fonda, mentre Anne riposava nel letto accanto al marito. Lo riconobbe per il passo sicuro e non appena si alzò vide il suo bel viso, gli occhi che la fissavano truci.
-Mi hai deluso, Anne – esordì –io ho combattuto la mia natura per te, ho allontanato la mia natura di vampiro per stare al tuo fianco, e sai come sono morto? Mi hanno ucciso gli abitanti di questo paesino, tuo padre ed il tuo amante, mi hanno preso e trafitto il cuore con un paletto. Avevano bisogno di un nemico, qualcuno che li unisse ed impedisse guerriglie interne. Mi hanno ucciso non capendo che i veri mostri in tutta questa storia erano loro e che io ti amo con tutto il mio cuore- avanzò e l’afferrò per il braccio con le sue dita gelate –mi hai tradito, hai giaciuto con l’uomo che mi piantò il paletto nel cuore- e in quel momento si poté vedere una diffusa macchia di sangue sul farsetto –proprio per questo ho ottenuto il permesso di tornare a prenderti, tu promisi che mi avresti aspettato e di non toglierti mai l’anello che ti avevo dato, ora farò in modo che tu non possa mai più tradirmi-
E portò via Anne, più pallida del morto, senza che questa riuscisse a protestare e a dire quanto anche lei lo amasse.

La mattina successiva la domestica che aprì la porta si trovò dinnanzi un orrendo spettacolo. Monsieur Joy giaceva nel letto senza vita. Sul cuscino affianco c’era solo un anello nero.

La leggenda narra che in alcune notti chi passa vicino al vecchio cimitero senta le urla di una donna e le risate di un uomo. Chiunque abbia il coraggio di entrare al suo interno potrà vedere un essere dal lungo mantello trattenere per la vita una fanciulla vestita da sposa.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: belle_delamb