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Autore: vortix    29/11/2017    0 recensioni
Per creare un classico della letteratura non basta un grande talento e una vivida ispirazione, ma una penna speciale.
Senza di questa non hai alcuna speranza di poter entrare a far parte nella lista degli Autori che hanno fatto la storia.
C’è un problema però: se la penna può dar vita ad un nuovo capolavoro letterario, al contrario questo piccolo oggetto (se finisce in mani sbagliate) può dare il potere di distruggere qualsiasi tipo di libro, compresi tutti i testi che testimoniano la mitologia greca e romana.
E se vi dicessi che questa penna è sparita dalla biblioteca del Campo Giove?
Storia che segue “L’ultimo dei Re”.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro personaggio, I sette della Profezia, Nico/Will, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Una serie di (sfortunati) eventi.'
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8







Voi penserete: dovrebbe essere facile scappare da un direttore di un giornale. In che modo può essere minaccioso? Al massimo vi tira dietro qualche cartuccia della stampante o una vecchia copia della rivista mai venduta. E in generale dovrebbe essere così, peccato che questo direttore sia un viaggiatore nel tempo con qualche rotella fuori posto e con al seguito un centinaio di corvi che ci rincorrono.
Io e Leo ci alziamo da terra con uno scatto, e prima di cominciare a correre io ho l’accortezza di afferrare la bottiglia con il liquido e di sistemarla dentro la mia giaccia di jeans.
Ci allontaniamo dall’ufficio di Aristea in pochi secondi con lui che scoppia a ridere, e al sentire le sue risa mi fermo di colpo, cominciando a fissarlo da dietro la vetrata del suo ufficio.
Perché diamine sta ridendo?
«È inutile scappare, semidei. Non potete sfuggirmi come non potete sfuggire al tempo.»
Che cos…?
Prima che io possa replicare una mano calda e grande afferra la mia e mi trascina via dall’ufficio di Aristea. «Chiara, dobbiamo andare.»
Prima che possa fare resistenza mi accorgo che la mano che ha preso la mia è quella di Logan e che il ragazzo me la tiene saldamente come per assicurarsi che non vada da nessuna parte; io per i primi secondi lo seguo impassibile, poi riesco a staccarmi dalla sua presa e mi fermo in uno dei tanti corridoi del grattacielo.
Il gracchiare dei corvi rimbomba per tutto il palazzo per cui capisco che non abbiamo molto tempo prima che ci raggiungano. Percy, Annabeth e Leo stanno già scendendo verso la macchina e io non riesco a capire perché Logan abbia voluto tornare indietro e venirmi a prendere.
«Che ci fai qui?»
«Potrei rivolgerti la stessa domanda. Stare a fissare Aristea è la tua tattica in combattimento? Ragazza, ve bene che sei ancora nuova ma…»
«Non è la mia tattica in combattimento! Comunque, mi sono fermata perché si è messo a ridere. Come può mettersi a ridere quando dei ragazzi gli hanno appena rubato la cosa più preziosa che ha?»
Se prima il gracchiare dei corvi era solo un brusio in sottofondo, ora sono palesemente più vicini a noi. «Forse perché è pazzo? Ora andiamo, non voglio diventare mangime per uccelli.»
Per un momento mi torna in mente quello che ha detto Aristea e il fatto che non possiamo scappare per lo stesso motivo per cui non possiamo sfuggire al tempo, ma non posso elaborare più di tanto la cosa perché dai megafoni appesi al soffitto proviene un fastidioso stridio, e poi la voce di Aristea rimbomba per tutto il palazzo: «Questi ragazzi proprio non conoscono la disciplina… Guardate cosa mi è toccato fare, anche se questa cosa dei microfoni sparsi per tutto il grattacielo non è una cattiva idea. -fa una pausa, nella quale io e Logan ci fissiamo confusi- Comunque, se volete proprio scappare lasciate che metta un qualcosa di sottofondo. Mmh, vediamo: no, Britney Spears non è adeguata. No, nemmeno Bach e Beethoven, Frank Sinatra decisamente no... Oh, sì! Ecco la canzone perfetta.»
Dai microfoni provengono una serie di rumori che fanno pensare ad Aristea che mette un cd in un lettore stereo, e poi parte una canzone che in effetti è perfetta come sottofondo per una situazione del genere: Immigrant Song dei Led Zeppelin.
«Non ci posso credere, questo tipo è davvero pazzo.» Sussurro, ma il figlio di Venere non mi risponde in quanto parte in quarta e comincia a scendere le scale tre gradini alla volta con un’agilità che non gli avrei mai dato.
Così sono costretta a seguirlo e scendo cinque piani di scale a suon di Led Zeppelin, ma quando arrivo al secondo piano trovo non solo Logan ad aspettarmi, ma anche Percy, Leo ed Annabeth fermi vicino all’ascensore di servizio, con le armi alzate verso Aristea. La canzone continua ad essere trasmessa per tutte le stanze e piani, ma il verso dei corvi comincia ad essere più forte.
«Woah, come fa ad essere già qui?» Esclamo, con il fiatone.
«È la stessa domanda che ci stiamo facendo.» Sussurra Annabeth.
«Ragazzi, tenetevi pronti. Non ce ne andiamo senza la bottiglia.» Ordina Percy e nessuno osa fiatare.
Alle mie spalle, proprio dai corridoi con le scale, provengono i gracidi dei corvi e Leo si posiziona proprio dietro di me, evocando il fuoco con le sue mani.
«Dei pennuti mi occupo io.»
Un veloce flash di me e Leo davanti a Tarquinio il Superbo mi torna in mente e io non posso fare a meno di sorridere.
«Alla fine non è passato tanto tempo dall’ultima volta, no?» Sussurra Leo in modo tale che possa sentire solo io.
«Ragazzi, ragazzi… Come ve lo devo dire? Non riuscirete mai a scappare. Fareste prima a ridarmi quello che mi appartiene.» Dice con tutta la tranquillità del mondo Aristea, fissandosi le mani con una manicure perfetta.
«Scusaci. Tu mi stai simpatico, davvero, soprattutto dopo i Led Zeppelin, ma quel liquido ci serve.» Dice Percy digrignando leggermente i denti, e affiancandosi ad Annabeth e Logan comincia ad attaccare Aristea.
Nello stesso momento un esercito di corvi neri sbuca dalle scale e io decido di dare una mano a Leo. Mi volto di scatto verso il ricciolino, e in un batter d’occhio riesco ad evocare i poteri di luce ed incanalarli nella mia mano.
Comincio a colpire un uccello dopo l’altro, un po’ come se stessi giocando alla Wii. E se fosse davvero così, starei vincendo alla grande: sebbene il fuoco di Leo sia molto più efficace con questi corvi, a quanto pare il ragazzo ha una mira che fa piuttosto schifo.
Con la coda dell’occhio vedo gli altri tre miei compagni cercare di fermare Aristea, ma incredibilmente il viaggiatore nel tempo se la sta cavando alla grande: riesco a vedere che sia Percy, Logan e Annabeth lo stanno attaccando con le rispettive armi, ma lui schiva ogni colpo con un movimento del corpo sciolto e disinteressato, come se sapesse già quale mossa stanno per fare i miei amici.
E all’improvviso capisco: lui sa già che mossa stanno per fare. Aristea non è solo capace di viaggiare nel passato, ma anche di andare nel futuro e vedere cosa accade.
Lui sapeva già che saremmo venuti, sapeva già che gli avremmo preso il liquido e sapeva già che sarebbero stati proprio Logan, Annabeth e Percy ad attaccarlo.
Ritorno per un momento da Leo che sta cercando di tenere a bada i corvi. «Ce la fai ancora per qualche minuto?»
«Ma certo, io adoro gli uccelli. Non sono degli animali fantastici?»
«Leo, sei sarcastico?»
«E quando non lo sono?»
Alzo gli occhi al cielo e mi allontano di qualche metro, per poi avvicinarmi ad Aristea e cominciare a colpirlo con la mia mano destra con una serie di fasci di luce.
Come avevo immaginato, il viaggiatore nel tempo schiva prontamente anche il mio colpo, ma io faccio qualcosa che in combattimento non faccio mai perché mi richiede troppo sforzo: con la mano sinistra, contemporaneamente ai fasci di luce, cerco di spostare un vaso di porcellana cinese e lanciarlo contro Aristea.
Per un primo momento penso che la mia tecnica abbia funzionato: il fatto di aver usato di nascosto i miei poteri di Atena dovevano avere la meglio, ma lui un millesimo di secondo prima che venga colpito dal vaso si gira verso di esso, e con una nuvola di vapore scompare davanti a noi, facendo cadere il vaso per terra, rompendosi in mille pezzi.
«Dov’è finito?» Grida Logan, piuttosto infuriato.
«Non lo so, ma è meglio andarcene il prima possibile. Aristea potrebbe tornare da un momento all’altro.» Suggerisce Annabeth.
Sto per rivelare quello che ho scoperto su Aristea, ma Leo ci fa ricordare che l’esercito di corvi è ancora bello che presente e che non sta per niente scemando.
Percy così si concentra per qualche secondo e dai rubinetti del bagno vicino avanza un’onda d’acqua abbastanza grande da creare una barriera tra le due pareti del corridoio che impedisce ai corvi di raggiungerci.
«Andiamo, non durerà per molto.»
«Grazie amico, quei corvi cominciavano a stancarmi. Mi sembrava di star giocando a Fruit Ninja, solo che al posto della frutta volavano piume nere.» Dice Leo, e io riesco a ridere per qualche secondo.
Senza aspettare ancora riusciamo a percorrere i restanti due piani, e arriviamo finalmente all’atrio nel New York Times Building per poi correre fuori.
Quando ci avviciniamo al marciapiede però non vediamo nessuna macchina parcheggiata.
Non ce l’avranno mica…
«Dannazione!» Esclama Logan, trovando per terra un bigliettino rosa con scritto: “Non si lascia la macchina in seconda fila, chi vi ha dato la patente? -A.”
«Ce l’ha presa lui?» Chiede Leo, non riuscendo a non ridere.
«Come facciamo a tornare al Campo senza una macchina?» Chiedo, in preda ad una mezza crisi di nervi.
«Ci sono tanti altri modi: viaggio nell’Oltretomba, pegasi, Blackjack, Festus, Signora O’Lerary chiamata anche segugio infernale, cavalli immortali, il carro del sole di Apollo…» Dice Leo, elencandomi tutti i mezzi di trasporto mitologici possibili.
«E hai per caso uno di questi qui a portata di mano?»
«Ehm…no.»
All’improvviso gli stessi corvi neri con i quali io e Leo stavamo cercando di sterminare raggiungono l’atrio del New York Times Building e noi siamo costretti a scappare, e ci lasciamo alle spalle il grattacielo.
Sto per svelare ai ragazzi il fatto che qualunque cosa noi facciamo Aristea sarà sempre un passo avanti a noi, ma Percy mi precede.
«Dobbiamo andarcene da qui, seguitemi.»
«Aspettate, ragazzi!» Cerco di urlare, ma è tutto inutile: il chiasso del traffico newyorkese sovrasta la mia voce e loro sono troppo lontani per sentirmi.
Così sono costretta a seguirli, e a quanto pare quando Percy diceva che conosceva bene la città non mentiva. Insieme a lui percorriamo una serie di vicoli e stradine secondarie, cercando di fare attenzione a non attirare l’attenzione.
«Ragazzi, fermi!» Grido, fermandomi dalla corsa per riprendere un po’ di fiato. Per fortuna gli altri mi sentono e mi raggiungono.
«È inutile scappare da Aristea, lui sa già dove stiamo andando.»
«Impossibile, neanche io so ancora dove stiamo andando.» Replica Percy.
«Se non fosse stato per voi due sarei riuscito a convincere ancora per un po’ Aristea a farci dare direttamente da lui la pozione.» Sbotta improvvisamente Logan, con un tono duro.
Mi rimetto in piedi di scatto, e fulmino con lo sguardo il figlio di Venere. «Scusa? Se non fosse stato per noi? Almeno io l’ho presa la bottiglia!» E nello stesso momento mi tasto la giaccia di jeans per controllare se ce l’ho ancora.
«Ragazzi, non è questo il momento di litigare.» Interviene Annabeth, mettendosi tra me e Logan. 
«Chiara, perché hai detto che non possiamo scappare?» Dice Percy cambiando discorso.
«Lui manipola il tempo, e non solo andando nel passato, ma anche nel futuro. Lui sapeva già che saremmo venuti, che avremmo preso la pozione, che saremmo scappati e dove saremmo andati. -faccio una pausa, facendomi largo tra i miei compagni- Aristea sa a prescindere dove andiamo, per quello è inutile che scappiamo.»
Gli altri piombano in un silenzio irreale, e io non so cosa dire.
A questo punto mi sembra che questa piccola missione sia completamente inutile, ma poi a Leo sembra venire un’idea.
«Okay, non possiamo sfuggire ad Aristea, giusto?»
«È quello che abbiamo appena detto, vai avanti.» Commenta acidamente Logan.
«E se prendessimo in prestito un po’ della sua pozione? Noi gliela ridaremo, ma di meno. E il bello è che non può provarlo.»
Sto per ribattere, ma Leo continua a parlare. «Ho un contenitore magico che contiene qualsiasi tipo di liquido, solo che una volta dentro questo non si vede e non si sente.»
«Che aspetti? Prendiamocene un po’, allora.»
Vorrei tanto informarli che sono quasi certa che Aristea, essendo stato già nel futuro, è già a conoscenza di questo contenitore speciale, ma qualcosa mi fa stare zitta.
Così ci appartiamo in un angolino tra due strade di New York e Leo comincia a travasare un po’ del liquido di Aristea nella bottiglia magica presa dal suo marsupio giallo: una volta che la pozione violacea entra nel contenitore di Leo questa scompare come se non esistesse e, da fuori, sembra che non ci sia niente dentro.
«Okay, in questo modo dovremmo riuscire a portarcene un po’ al Campo e allo stesso tempo Bob non si accorgerà di nulla.» Dice Leo, e io gli sorrido forzatamente, sperando davvero che il suo piano funzioni.
Subito dopo ricominciamo a seguire Percy ed Annabeth in mezzo a varie stradine e scorciatoie, per poi finire in un vicolo cieco pieno di cassonetti della spazzatura e mobili dimenticati. Come avevo previsto, ad aspettarci troviamo Aristea con lo stesso costume ottocentesco azzurro e con le braccia conserte al petto; ha un’aria piuttosto seccata, e questo non mi tranquillizza.
«Ce ne avete messo di tempo, stavo cominciando ad annoiarmi.»
«Era per caso una battuta?» Chiede Leo.
«Aristea, sapevamo di trovarti qui.» Esclamo.
«Tu devi essere Chiara, figlia di Apollo. Come sta? Ce l’ha ancora con me per quel flirt con Thor?» Dice Aristea con una voce strana e nello stesso momento in cui pronuncia il nome di mio padre un corvo nero si appollaia sulla sua spalla, e lui lo caccia via malamente.
«Direi che ti sei risposto da solo.» Commento, puntando il corvo ora andato ad accovacciarsi su un cassonetto dei rifiuti.
«Dannazione, sono passati secoli! Non ne posso più di questi maledetti corvi, sono così anti-aesthetic! E poi sono proprio fastidiosi. Tuo padre non poteva lanciarmi maledizione peggiore.» Si lamenta Bob cominciando a camminare avanti e indietro. «Ad ogni modo, so che avete metà pozione in una bottiglia magica, ma io sono stato così previdente da farvi trovare una bottiglia con un semplice miscuglio di acqua frizzante e colorante viola. Non sono così fesso da farmi fregare da un paio di ragazzi con delle magliette di un colore improponibile.»
«E ce lo dice solo adesso?!» Esclama infuriata Annabeth, stringendo tra le mani un capello azzurro.
«Vuoi dire che quella che ho qui è semplice acqua colorata? -Leo alza in aria la sua bottiglia magica- Niente ragazzi, io ci ho provato.» E poi lascia cadere per terra il liquido, bagnando tutto cemento.
Fantastico, stavamo scappando con una pozione fasulla. All’improvviso mi sento una cretina.
Un silenzio imbarazzante cala tra tutti noi, finché Percy non decide di prendere la parola, cercando di convincere Bob a lasciarci la pozione.
«Aristea, la tua pozione ci permetterà di andare indietro nel tempo e recuperare la Penna d’Autore, solo tu puoi aiutarci e salvare tutta la nostra cultura…»
Inizialmente Bob sembra non ascoltarlo nemmeno, ma poi ad Annabeth viene un’idea. «Se i testi della cultura occidentale verranno distrutti verrà cancellato anche tutto ciò che riguarda te e quello che hai scritto. Non vorrai mica che i tuoi scritti sugli Iperborei vadano eliminati? Sarebbe una tragedia perderli.»
Solo pochi secondi dopo capisco che tirare in ballo i miti che riguardano lo stesso Aristea è una mossa geniale.
«Beh, la figlia di Atena non ha tutti i torti. Sarebbe un disastro se tutto quello che ho scritto andrebbe distrutto…»
«E poi se ci aiuti a recuperare la Penna verrai ricordato da tutti, sarai una celebrità.» Aggiunge Leo, stando al gioco di Annabeth.
«Ma io sono già una celebrità.»
«Una celebrità e un eroe.» Aggiunge questa volta Logan dopo essere stato un bel po’ in silenzio, mettendoci un pizzico di lingua ammaliatrice.
Dopo qualche istante Aristea scuote leggermente la testa e ci sorride. «Va bene, ragazzi. Vi aiuterò.»
Mentre Percy ed Annabeth esultano insieme io faccio un sospiro di sollievo, pensando che il peggio sia passato, ma poi Bob continua a parlare.
«Ma a una condizione.»
E te pareva.
 
 
 
 
 
 
 
……….
Salve a tutti!
Questo Aristea è un furbetto, non credete anche voi?
Devo essere sincera: ho fatto parecchia fatica a scrivere questo capitolo, perché tra paradossi temporali e descrizioni inutili pensavo che venisse uno schifo.
Okay, forse è venuto uno schifo ma almeno ho cercato di dargli un senso. Spero di non aver fatto un casino con la storia del passato e futuro haha
Ad ogni modo, non ho molto altro da dire, lascio a voi i commenti (anche se non me li scrivete, fa nulla)
Volevo ringraziarvi perché tra la mia vecchia storia (L’ultimo dei re) e questa il numero delle visualizzazioni dei primi capitoli è altissimo e io non mi sarei mai aspettata una cosa del genere, quindi ad ognuno di voi che sta continuando a seguirmi, grazie mille!! Spero di continuare a divertirvi e farvi passare un paio di minuti di svago.
Detto questo, ci si vede al prossimo capitolo!
Potete trovarmi su Twitter (@glaukopsis)
Un bacio, Claire
 
   
 
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