Film > Le 5 Leggende
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Autore: FigliaDellaLuna    30/11/2017    1 recensioni
Sophie era troppo piccola per ricordare. Suo fratello le ha continuato a raccontare di Jack Frost e dei guardiani, soprattutto dopo che Pitch fu sconfitto ed i 5 tornarono al quartier generale. Sono passati 15 anni da quel giorno e Sophie è ormai quasi una vent'enne. La sua vita proceve normalmente finché Jack non torna a far visita al suo vecchio amico Jamie. Sophie ora ricorda tutto di lui... E forse il suo ritorno le sconvolgerà la vita.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Frost, Jamie, Sophie, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il vento freddo iniziava ad alzarsi sempre più violento. Non mi dava fastidio, infondo amavo il freddo ed era per questo che preferivo l'inverno all'estate.
Ricevetti un secondo messaggio da Thomas.
"Quel cappello rosa è nuovo? In realtà non ti dona molto".
Capii che mi stava vedendo e mi girai di scatto per cercarlo, mi voltai più volte per individuarlo ma non riuscii a farlo. Arrivò un altro messaggio.
"Sono dentro al bar. Ti vedo dalla vetrina".
Mi misi a ridere e mi girai verso la caffetteria dove poco prima avevo preso il pranzo per mio fratello. Lo vidi che mi salutava con un sorriso smagliante ed il cellulare ancora in mano.
Mi fermai a guardalo e gli risposi in chat.
"Non provare più a criticare il mio bellissimo cappello, chiaro?".
Alzai lo sguardo per vedere se avesse visualizzato ed infatti notai che rise per il messaggio minatorio che gli avevo inviato.
Non passò molto che mi rispose "Gattina, non fare l'aggressiva".
Sorrisi, anche se il nomignolo mi aveva quasi infastidito.
Entrai nella caffetteria e lui si avvicinò a me per darmi un bacio.
Era caldo e dolce, in spettacolare contrapposizione con le mie labbra congelate.
Mi chiese se avessi voluto qualcosa e sentii la mia pancia gorgogliare. -"In effetti... Avrei un po' fame".
Ordinò alla cameriera un milkshake alla vaniglia per me e per se prese una cioccolata calda, la sua preferita.
Perfino la gente che lo fissava mentre ordinava sapeva chi fosse. Per la gente era "ereditiero" della città, con un futuro brillante davanti.
Io mi sentivo così piccola di fronte a lui e forse le persone mi consideravano una arrampicatrice sociale.
Da una parte gli ero debitrice, dopotutto aiutava mio fratello con il lavoro e dopo la perdita di nostra madre era l'unica fonte di guadagno che avevamo.
Passammo il pomeriggio a chiacchierare del più e del meno, a ridere e scherzare sulla giornata ed il tempo scorreva velocemente.
-"Devo andare, ho da studiare davvero parecchio per domani e poi devo preparare la cena di stasera" dissi io dopo aver guardato l'orologio.
Lui si alzò e mi accompagnò alla porta. -"Va bene tranquilla, io resto qui per vedermi con degli amici".
Ci salutammo con un bacio e tornai a casa in pochi minuti. Mi misi in camera a studiare, ma non passò molto tempo da quando Jaimie non rientrò prima del previsto.
-"Jaimie?!" lo chiamai dalla mia stanza.
Non rispose, ma stava parlando. Parlava con qualcuno e pensai che avesse portato qualche suo amico a casa.
Scesi per salutarlo, ma mi accostai dietro la scala per sentirlo. Sembrava che parlasse da solo, si rispondeva e rideva come se stesse parlando con un amico immaginario che non vedeva da tanto tempo.
Uscii allo scoperto. -"Jaimie... Ma con chi stai parlando?".
Lui rimase sorpreso e guardò al suo fianco. -"Cosa.. Tu... Non lo devi?".
-"Vedere cosa? Ti senti bene?".
-"Lui! Jack Frost. Tu... Non lo vedi davvero...?"
Io rimasi allibita ed il mio primo pensiero fu che stesse impazzendo.
-"Ancora con questa storia Jamie. Sono solo favole" conclusi spazientita.
-"Tu non ci credi".
Poi tornó a guardare alla sua destra e sembrò parlare di qualcosa con il suo fantasma immaginario. Iniziai davvero a preoccuparmi per lui. Pensai che forse il troppo lavoro lo stesse stressando.
-"Jaimie, credo che sia meglio che tu rimanga a casa qualche giorno. Il lavoro ti sta ammazzando. Parlerò con Thomas e lo dirà a suo padre.
Mio fratello mi guardò con l'aria più triste che io abbia mai visto. -"Non credi piú ai guardiani..."
-"Una volta!" risposi in tono acido. - "Ero piccola e sognatrice. Poi la mamma se ne è andata e siamo rimasti soli. Niente genitori, o guardiani. Solo noi".
Jaimie non risposte. Semplicemente mi scansó e se ne andò nella sua stanza. Prima però guardò il "fantasma" e gli fece un cenno come per seguirlo. Ci rimasi male e mi portai le mani alla bocca. Aveva capito di aver esagerato con i toni.
Ad un tratto sentii un brivido freddo passarmi vicino, come uno spiraglio di vento da una finestra semiaperta.
D'istinto mi coprii con le braccia e mi voltai come per vedere se ci fosse qualcuno, ma niente. Pensai che era stato solo uno spiffero.
Andai in cucina a preparare la cena. Sicuramente dovevo farmi perdonare e così decisi di preparare per Jaimie un piatto speciale: spaghetti. Adorava le ricette italiane.
Ad un tratto però la finestra si spalancò di colpo e quasi sobbalzai. Corsi a chiudere la finestra e mi rigirai con oa schiena contro di questa. In quel momento la mia attenzione fu colpita da un libro caduto a terra.
Era il libro di Joyce di mio fratello ma non ricordavo lo avesse portato a casa.
Mi avvicinai e lo sfogliai, aspettando che la pasta cuocesse.
Tra le tante figure vidi quella di Jack Frost. Un ragazzino dai capelli d'argento e la pelle bianca.
Guardai il vuoto ed ebbi un flash.
Confuso.
Buio.
Ero piccola e dormivo. Vidi Jack Frost che mi portava a letto, in braccio.
Tornai in me e mi venne il fiatone. Era un sogno o un ricordo?
Ero confusa e impaurita, talmente tanto che cominciai a tremare.
*ding dong*
Era la porta e mi spaventó. Andai lentamente ad aprire e quando lo feci vidi Thomas.
-"Sorpresa!" mi fece.
Io mi buttai su di lui e lo abbracciai fortissimo. Era stato così strano vedere quella scena e avevo bisogno di affetto in quel momento. Thomas mi abbracció preoccupato a sua volta. - "Stai bene?".
-"Penso di sì... Credo solo... Di essermi addormentata qualche minuto e di aver fatto un sogno assurdo".
Omisi i dettagli. La situazione era già difficile da se.
   
 
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