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Autore: Elenie87    03/12/2017    11 recensioni
Dopo la morte dei genitori di Kagome, a causa di un incidente, la famiglia NoTaisho accetta di prendersi cura della bambina e crescerla come figlia loro. Per Inuyasha essere il fratello maggiore acquisito di Kagome è motivo di orgoglio: lei è piccola, indifesa e cosa più importante vede in lui tutto il suo mondo. Il loro rapporto è profondo, speciale e sembra indistruttibile. Almeno sino a quando la piccola Kagome non cresce e.... il mondo idilliaco di Inuyasha non viene travolto da qualcosa di completamente inaspettato: l'amore.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: inu taisho, Inuyasha, izayoi, Kagome, Miroku | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6 - IL NEMICO PIÙ GRANDE
 
 
 



Le sue mani mi accarezzano ed il mio corpo si inarca spontaneamente verso di lui.
Mormora il mio nome, gemendo, ed io non posso che godere dei suoi sospiri.
Lascio che entri il me, caldo e bramoso, ed io spingo il bacino per accoglierlo meglio.
-Ti amo- sussurra, ed io sorrido, stringendolo al mio corpo.
Le nostre spinte diventano frenetiche, bollenti, ci cerchiamo fino a raggiungere il piacere più grande.
Dopo qualche istante lo sento rilassarsi e stringersi teneramente a me, dandomi un bacio sulle labbra, delicato.
-Stai bene, Biancaneve?-
Gli scompiglio la frangia, amorevolmente.
-Certo, come sempre-
Takumi ridacchia roco, accoccolandosi accanto a me.
-Sei stanca, ultimamente, gli esami imminenti ti stanno stressando troppo- mi dice, regalandomi una carezza sulla guancia ancora accaldata.
Io faccio spallucce, poggiando la testa al suo petto.
-Non più del solito. Credo mi stressi di più l'idea delle ferie estive. L'anno scorso, a Natale non sono tornata a casa, e non posso inventarmi ancora una scusa...- sussurro, mordendomi il labbro nervosa.
Già, dall'ultimo Natale disastroso, è passato un anno e mezzo. Lo scorso dicembre, pur di non ritrovarmi nuovamente in quella situazione, faccia a faccia con Inuyasha, mi sono inventata di non avere denaro per tornare a casa per le festività. Izayoi e Inu hanno insistito affinché mi pagassero loro il viaggio, ma io ho dissentito. La verità è che sono una codarda. Non ho il coraggio di rivedere Inuyasha, né di affrontare il suo sguardo carico di risentimento.
Mentre sono persa nei miei pensieri, Takumi si alza, avviandosi verso il corridoio. Solo in quell'istante mi rendo conto che il telefono di casa stava squillando.
Con uno sbuffo mi tuffo sotto le coperte leggere, chiudendo gli occhi.
Non avrei mai creduto che la mia vita potesse cambiare tanto rapidamente. Prima Inuyasha, poi l'Australia e Takumi.
Arrossisco pensando a come tutto cambiò dopo quel bacio: Takumi trasformò radicalmente il suo modo di rapportarsi a me. Il suo modo di guardarmi e di toccarmi era diventato seducente, malizioso.. più uomo. Fu come se si fosse tolto una maschera, dietro la quale nascondeva i suoi sentimenti. Mi sono trovata affascinata e … sì, innamorata di lui. Non come vorrei, ma non posso negare che Takumi, adesso, è tutto per me.
-K-Kagome- balbetta l'oggetto dei miei pensieri, entrando in camera con in mano il telefono e guardandomi costernato.
-Cosa c'è?- mormoro, mentre un brivido freddo mi attraversa la schiena
-E'tuo padre- sussurra piano, porgendomi il cordless.
Mio padre?! Perché ha chiamato sul telefono fisso quando abbiamo Skype apposta, per non sostenere spese impossibili?
Lo afferro tremante, mentre la paura che sia accaduto qualcosa pervade ogni mio pensiero.
-Pronto?- bisbiglio con voce roca.
-Kagome- dice il mio nome serio, deciso, ed io mi sento mancare l'aria. -Devi tornare a casa-
La mano inizia a tremare, mentre incrocio lo sguardo di Takumi, e nei suoi occhi verdi e disperati capisco che lui già sa.
-La mamma ha avuto un infarto-
La cornetta mi cade di mano, le parole di papà piombano come un macigno sulla mia testa.
Non può essere vero.
-Cosa.. - mormoro, le lacrime salgono ai miei occhi. Passano i secondi ma dalle mie labbra non escono altri suoni.
Takumi mi si siede accanto, riappropriandosi della cornetta.
- SIg. No Taisho. Saremo lì col primo volo. Sì, penso io a lei. Arrivederci- dice deciso, ed io non posso che ringraziarlo per la sua mente lucida.
-La mamma è…- cerco di chiedere, e lui mi solleva il mento con un dito.
-No, sta bene, sta riposando. Ma vuole vederti-
I miei polmoni tornano a respirare, calde lacrime liberatorie scendono sulle gote.
-Preparo la valigia- sussurro, mentre mi alzo tremante.
Lui annuisce, poi lo vedo lasciare la stanza, sicura che stia andando al piano di sotto per avvisare sua madre.
-Andrà tutto bene- mi ripeto, ma le mie sono pure parole di auto convincimento.
 
Non appena il taxi si ferma all'ingresso del Ranch No Taisho, respiro la frizzante aria primaverile, che mai come ora mi era mancata tanto.
Takumi afferra la mia mano ed io gli sorrido.
-Non ti ho ancora ringraziato per avermi accompagnato- gli dico.
Lui mi tira una ciocca di capelli scuri, dispettoso.
-Biancaneve, credevi ti avrei lasciata sola in una situazione simile?- borbotta, ed io ridacchio.
-No, hai ragione. Tu ci sei sempre per me- rispondo, alzandomi sulle punte e regalandogli un dolce bacio sulle labbra.
Lui ricambia, stringendomi a sé più del necessario. Takumi è così: dolce, premuroso. Non potrei chiedere di meglio.
E mentre questo pensiero mi attraversa, la realtà mi fredda all'istante.
Mi stacco da lui, deglutendo per la tensione.
Già, la realtà è che in fondo a questo viale, c'è Inuyasha ad attendermi. Un anno e mezzo senza vederlo… mi odierà ancora?
-Andiamo- mi dice Takumi, rassicurante, ed io lo seguo mesta, in silenzio, sino all'ingresso di casa.
Con mano tremante apro la porta, e l'inconfondibile odore della cena pronta, mi arriva alle narici. Il camino è acceso ed una sensazione di calore mi avvolge.
Profumo di casa.
-Permesso- dico a voce alta, ed in men che non si dica il volto di mio padre sbuca dal corridoio.
-Bambina- sussurra felice, aprendo le braccia, e lasciando la mano di Takumi mi ci fiondo, stringendolo forte.
-Oh, papà- mormoro commossa -come sta la mamma?- chiedo subito. Il pensiero di lei non mi ha mai lasciato un istante.
Inu sorride.
-A dire il vero bene. Deve essere stato un attacco molto leggero. Dispensa di nuovo ordini, sintomo che si è ripresa-
Io sospiro di sollievo.
-Vieni, non vede l'ora di abbracciarti. Oh, ciao Takumi, perdonami- aggiunge, inchinandosi di fronte al mio ragazzo.
Takumi ricambia il gesto, poi ci avviamo tutti al piano superiore.
Varco la soglia della camera di mamma col cuore in gola, immaginandola pallida e smunta, ma quando la vedo nel letto, sorridente ed intenta a cucire lo sbrego di una camicia che conosco molto bene, la bocca si apre per lo stupore.
-Mamma!- urlo felice, saltando sul letto ed abbracciandola forte.
-Kagome! Sei arrivata. Buongiorno Takumi- dice, carezzandomi i capelli.
-Come stai? Siamo corsi appena abbiamo saputo- le chiedo, Izayoi arrossisce.
-Sto bene, è stato solo un lieve malore. Scommetto che tuo padre ha ingigantito tutto-
-Affatto- replica lui, soffiando l'aria dalle narici.
Io ridacchio, scuotendo la testa. Izayoi ha sempre sminuito gli acciacchi dovuti all'età, non mi sorprende che lo faccia ancora.
-Cambiando discorso, Inu… dov'è mio figlio?- chiede la mamma fissando severa papà.
Lui si passa una mano tra i capelli.
-E' sul retro. Poco fa è arrivata Kikyo- dice con una note triste nella voce, ed il mio cuore salta un battito.
Kikyo…
Abbasso lo sguardo, e senza rendermene conto stringo forte i pugni. Perché fa ancora così male?
Perché anche se ora ho Takumi, solo a sentire il nome di Inuyasha associato a Kikyo… mi sento morire?
-Perché non vai a salutarlo, Kagome?- dice il mio ragazzo, ed io alzo la testa di scatto.
Lo guardo negli occhi colpevole più che mai, e balbettando mi rimetto in piedi.
-C-certo- dico, inumidendomi le labbra. -Torno subito-
Scendo le scale come fossi un automa, sentendo le mani tremare per la tensione.
Dio, perché a me?
Arrivo nella cucina e mi avvicino alla porta sul retro. Poggio la mano sulla maniglia e faccio per aprire, quando la sua voce calda e roca arriva alle mie orecchie mozzandomi il fiato in gola.
-E' ancora una bambina, cosa vuoi che ne sappia dell'amore-
 
*******
 
Kikyo sbuffa fuori dalle labbra il fumo della sigaretta, asciugandosi una lacrima.
-E' un bastardo- mormora, ed il mio pugno si stringe dal desiderio di spaccargli la faccia,
-Lo è, ma fumare un pacchetto all'ora non farà cambiare le cose- le dico, strappandole dalla bocca il mozzicone quasi consumato.
-Credevo mi amasse. Invece mi ha fregato, peggio di Naraku- ridacchia tristemente.
Io le accarezzo i capelli, come sono solito fare da anni quando non so che diamine dire ma voglio farle capire che le sono vicino. Detesto vederla così, per colpa di un altro dannato uomo. Quando un giorno di qualche mese fa era venuta da me, dicendomi di aver incontrato la persona giusta, ho sospirato di sollievo. Ero felice per lei… mentre ora vorrei spaccare la faccia di quel figlio di buona donna.
-Te ne farai una ragione, Kikyo- dico, e lei alza gli occhi colmi di lacrime.
-Oh, lo so. Il tempo cura tutte le ferite, no? Eppure tu sei l'eccezione. Guardati. Saranno quanti anni… sei, sette.. che sei innamorato di lei?- chiede, e so che le è venuta in mente perché da dentro casa si sentono voci allegre che pronunciano quel nome.
Non rispondo e Kikyo appoggia la testa alla mia spalla.
-E' arrivata, Inuyasha. Dovresti andare da lei, invece che star qui a consolare una cretina come me-
Io sbuffo, passandomi una mano sulla frangia nera e ribelle.
-No, aspetto che ti tranquillizzi. Tanto la avrò tra i piedi per un po' di tempo-
Kikyo rotea gli occhi e mi da un pugno sulla spalla.
-Non dirmi che pensi di startene ancora zitto. Per l'amor del cielo, dille che l'ami- mugugna ed io scoppio a ridere spontaneamente.
-Dirle che l'amo? E distruggere la mia famiglia? Far scoppiare uno scandalo?- sibilo con astio.
Lei mi guarda con una espressione che forse non le ho mai visto prima. Quasi scocciata.
-Guarda che lo sanno tutti che non avete alcun legame di sangue, inoltre, Kagome è maggiorenne. Non vi è più alcun vincolo legale tra lei e la tua famiglia-
Il cuore accelera nell'udire quelle verità, perché me le sono ripetuto mille volte per giustificare i miei sentimenti, ma per mille volte la ragione ha sempre vinto.
-Lei è mia sorella- dico, sebbene non vi è alcuna convinzione in quelle quattro parole.
Kikyo mi afferra per il bavero. Ma da dove diavolo le è uscita tutta questa mascolinità improvvisa?
-No, che non lo è. È semplicemente una donna che ti ama- replica, ed io sorrido afferrandole i polsi, liberandomi piano da quella morsa.
-E' ancora una bambina, cosa vuoi che ne sappia dell'amore-
Kikyo ride.
-Io non credo. Sbaglio, o sta da diverso tempo con quel... Takumi?-
Stringo i denti solo nel sentir pronunciare il nome di quel damerino.
-E questo ti fa capire quanto sia stupida- ringhio.
Lei sospira, sollevandosi sulla punte, dandomi un lieve bacio sulla guancia.
-Io ora vado. Fa' le tue scelte, Inuyasha, ma falle bene. Potrebbe essere la tua ultima possibilità-
Io inarco un sopracciglio,
-Da dove ti viene tutta questa saggezza? Dannata, sparisci. E non fare idiozie-
Vedo la schiena di Kikyo allontanarsi ed i suoi lunghi capelli neri mossi dal vento che mi porta la sua risata cristallina.
 
Un lieve scricchiolio mi fa sussultare e voltandomi mi trovo di fronte due occhi chiari che  mandano lampi.
-Ciao, Inuyasha. Ti trovo bene-
La sua voce mi arriva dritta dentro, scaldandomi il sangue ed allo stesso tempo freddandomi per quel tono aspro.
-Kagome. Anche tu- mi limito a dire, imponendo a me stesso di comportarmi come sempre, come se di lei non mi importasse nulla.
-Ho visto la mamma. Sembra stia bene- dice, mantenendo una voce atona, così simile alla mia. E questo mi manda in bestia. Perché non mi sorride?
Assottiglio lo sguardo, avanzando verso la porta ed aprendola seccamente. Rientro in cucina, seguito da lei.
-Il dottore dice che sta bene. Papà ha voluto chiamarti, ma non era necessario- replico, trattenendomi dalla voglia di afferrarla e scuoterla.
Perché i tuoi occhi sono così distanti? Guarderesti mai me, come guardi quel Takumi?
Kagome spalanca la bocca e le guance si colorano pericolosamente di rabbia.
-Come osi, Inuyasha! Me lo avresti tenuto nascosto?!- sibila, e sulle mie labbra nasce un ghigno di scherno.
-Si, l'avrei fatto. Tu hai la tua vita, ora, no? Il tuo ranch, la tua università.. il tuo bellimbusto- dico con una tale astiosità nella voce che mi sorprendo io stesso.
Lei trattiene il fiato per un momento, poi mi si avvicina stringendo i pugni.
-E' mia madre- si limita a dire e con coraggio si posiziona ad un soffio da me.
I miei occhi neri non battono ciglio, sebbene le mie braccia bramino di afferrarla e toccarla e la mia bocca muoia dal desiderio di scendere sulla sua.
-No, Kagome. Non lo è- sussurro, e lei sgrana le palpebre arretrando di un passo.
Ecco, ora i suoi occhi hanno un'espressione: delusione.
-Perché… perché mi detesti a tal punto?-
Il cuore mi rimbalza nel petto. Detestarla? O se solo sapesse quanto è vero l'opposto.
Alzo una mano per toccarla ma.. le mie dita afferrano solo aria, perché lei è appena fuggita da me.
Dal mostro che ho dentro.
 
*******
 
Mi asciugo una lacrima e sciacquo il viso in bagno prima tornare da Izayoi. Non voglio che si accorga che ho pianto per colpa di quello… stupido. Come osa parlarmi così, e come osa prendermi in giro assieme a Kikyo?
Non sono una bambina, io amo davvero Takumi.
-Sì, io… lo amo- sussurro a me stessa, poi scuoto la testa come a voler cancellare i miei dubbi.
Non capirò mai cosa ho fatto di male ad Inuyasha al punto da detestarmi tanto.
Con un sospiro rientro in camera della mamma che a quanto pare è rimasta sola.
-Dove sono tutti?- chiedo e Izayoi sorride.
-Tuo padre ha portato Takumi a vedere la sua collezione di vini in dispensa-
Io scoppio a ridere.
-Dio, è ancora lì immacolata?-
Lei mi sorride.
-Credo che aprirà una di quelle bottiglie solo per una occasione speciale. Ultimamente non vi è mai qualcosa da festeggiare-
Io abbasso il capo.
-Mi dispiace mamma per quel che ti è accaduto, soprattutto di non esserci stata in quel momento-
Izayoi arrossisce ed io resto perplessa.
-Ma no, no! Non devi scusarti. Piuttosto… hai visto Inuyasha? Dov'è quello scellerato?-
Distolgo lo sguardo.
-L'ho visto, ma ora non so dove sia-
Izayoi sbuffa.
-Maledizione, giuro che lo uccido. Oh, Kagome, sono così stanca. Questa famiglia è spaccata in due da anni, quando vi deciderete a…- si stoppa all'improvviso, lasciandomi con il fiato sospeso. Ma di cosa stava parlando?
-Scusami tesoro… vorrei riposare, ora- aggiunge, ed io mi ridesto.
-O..ok, ti lascio tranquilla- balbetto, chinandomi a lasciarle un bacio tra i capelli. -A dopo-
Esco dalla camera e scendo al piano di sotto, dove trovo papà, Takumi e Kaede al tavolo, tutti e tre indaffarati ad apparecchiare la tavola.
-Kaede!- la chiamo con gioia, e lei mi corre incontro.
-Piccola mia, guarda come sei bella- dice, abbracciandomi.
Arrossisco piacevolmente a quel complimento inaspettato.
-Non dire così, mi metti in imbarazzo- ridacchio e lei fa l'occhiolino a Takumi.
-Solo un idiota non si accorgerebbe del fiore che sei- aggiunge.
-Oh, signora, può star sicuro che io me ne sono accorto- dice lui, abbracciandomi le spalle.
-Ma insomma…- lo rimprovero bonaria, e Takumi mi sorride.
-Ma dov'è tuo fratello, non l'ho ancora visto- aggiunge poi, guardandosi intorno.
Ma che cavolo, è la domanda del giorno?!
Io mi irrigidisco, arrossendo colpevole.
-Non lo so, forse è uscito- mormoro, osservandomi i piedi con finto interesse.
Takumi alza un sopracciglio.
-Certo che è un tipo strano- mi sussurra all'orecchio.
Oh, se solo sapesse…
 
Due ore dopo, sono in camera con Takumi. La mia vecchia camera, dove sono cresciuta e dove ho i ricordi più teneri con la famiglia: le ninne nanna di mamma, le coccole di papà e … le risate con Inuyasha.
Sospiro tristemente, pensando che per l'ennesima volta lui si è volatilizzato apparentemente senza motivo, lasciando me e tutta la famiglia basiti per il suo comportamento.
Mi odi a tal punto?, mi chiedo sconfitta.
-Biancaneve, sei pensierosa- sussurra Takumi, cogliendomi in flagrante.
-Scusami- mormoro, deviando i suoi occhi indagatori.
Lui  si siede accanto a me sul letto ed afferra la mia mano.
La sua presa è salda, calda… sicura.
-Sai… oggi ho parlato un po' con tuo padre- dice, schiarendosi la voce.
-Mmh- mugugno, dando segno di ascoltarlo. Lui pare improvvisamente nervoso.
-K-Kagome, senti…- inizia, sedendosi per terra, tra le mie gambe.
I miei occhi azzurri si aprono sorpresi. Che succede?
-Che ti prende, Takumi?- gli chiedo, ma lui arrossisce e mi prende entrambe le mani tra le sue.
-So che due anni non sono molti e so che… la tua testa è spesso altrove. A volte ti vedo triste, come se nel tuo cuore ci fosse il volto di qualcun altro. Però… io so di poterti rendere felice. Mi sono innamorato di te nell'istante in cui ti ho vista, ed ho pensato: ecco la donna della mia vita-
Sento il cuore battere all'impazzata, mentre la sensazione che da quelle labbra stia per uscire una frase che potrebbe cambiare la mia vita mi pervade. Cosa sta cercando di dirmi?
-Takumi…- sussurro, senza saper bene come proseguire ma lui mi interrompe semplicemente sorridendo.
-Kagome, ho chiesto a tuo padre il permesso di sposarti-
 
*******
 
Rientro a casa come un ladro, in piena notte, sapendo che con ogni probabilità domani mattina mia madre mi farà una lavata di capo.
Sospiro frustrato. Avevo bisogno di allontanarmi, schiarirmi le idee e prepararmi a doverla vedere con lui.
Sebbene sia insensato, la considero mia. Non sopporto l'idea che lui la baci e la tocchi, e il solo immaginare che dovrò vedere coi miei occhi certe effusioni mi fa andare di volta il cervello.
-Dannata ragazzina- borbotto, consapevole che a mandarmi in tilt le facoltà mentali sia una ventun'enne.
E tu sei un fottuto trent'enne, mi dice una voce interiore.
-Trentuno, per essere precisi- sottolineo a me stesso, buttando il cappello di malavoglia sul divano.
-Ho bisogno di una birra- mi dico, avviandomi in cucina.
Mi muovo con passo felpato perché non vorrei mai svegliare qualcuno, ma ecco che varcando la soglia della stanza vedo una figura seduta al piccolo tavolo da pranzo, con una tazza fumante tra le mani ed uno sguardo assorto tutt'altro che sereno.
-Kagome, che cavolo ci fai qui?- bisbiglio, ma che nel cuore della notte pare un grido.
Lei si volta di stacco, facendo traballare la scodella tra le mani, ed un poco di liquido fuori esce sporcando il tavolo.
-Mi hai spaventato- sussurra, portandosi una mano al cuore, poi, forse imbarazzata, china la testa fissando la tazza.
-Non riuscivo a dormire e… volevo un po'di latte caldo- pare giustificarsi. Takumi non ti scaldava abbastanza?, sibilo nella mia mente.
-Feh- mi limito a dire, sedendomi a mia volta su una sedia.
Forse è per via del buio che avvolge la stanza, ma mi permetto di osservarla per la prima volta dopo tanto tempo. E' così bella, forse ancora più dell'ultima volta che l'ho vista.
E' nervosa, lo avverto, le dita tremano appena mentre avvolgono la tazza tra le mani ed evita accuratamente di guardarmi.
E' per colpa mia che lo è? O forse è perché crede che io la odi?
Serro i denti, non sopporto questa idea.
-Non ti detesto- soffio via, e lei alza di scatto la testa.
Si inumidisce le labbra, ed io trattengo il fiato. Dio, se solo sapesse quanto vorrei avventarmici sopra.
-Ti assicuro che dimostri il contrario- sputa fuori sorridendo lievemente, ma i suoi occhi… loro non sorridono.
-Ho i miei motivi per.,. essere così- ringhio a fior di labbra, e lei inarca un sopracciglio.
-Davvero?- chiede, ma quella parola è pronunciata con una punta di ilarità  -E quali?-
Io volto la testa di scatto, sottraendomi al suo sguardo indagatore.
Dannata, da quando è così… sicura di sé? Torno a guardarla, con decisione. Non riuscirai a vedermi dentro, Kagome.
-Non sono affari tuoi, fagottino- rispondo ironico, e lei arrossisce, sorpresa da quel nomignolo. Questa volta è lei a distogliere gli occhi e ad arrossire di nuovo, posso vederlo persino nell'oscurità come le sue gote si sono colorate.
Il silenzio pare assordante, l'orologio a parete pare scandire il tempo che ci divide.
La risata leggera di Kagome si spande nell'aria e io la fisso stranito.
-Sai, Inuyasha…- inizia, poi una piccola goccia di rugiada brilla nel buio mozzandomi il fiato -… quando ero ragazzina ero perdutamente innamorata di te e di quel soprannome- sussurra tristemente.
-Cosa..- riesco solo a dire, i polmoni sembrano soffocare. Lei era..innamorata.. di me?
Forse, resasi conto di quanto detto, si alza di colpo dalla sedia e fa per scappare dalla stanza.
-Non pensarci nemmeno!- ringhio tra i denti, e veloce come non mai le afferro il polso, girandola tra le mie braccia. E' allora che la luce della luna illumina il suo viso, e scorgo le sue guance colme di lacrime.
-Kagome..- riesco solo a dire, sorpreso e basito allo stesso tempo. -ma cosa…?- biascico, non riuscendo a muovere un muscolo. Non ci sto capendo più niente.
Lei scuote la testa.
-Non ha importanza. Dimentica ciò che ho detto. Takumi…- inizia, e la nebbia avvolge subito la mia mente.
-Che diavolo centra, Takumi- sibilo, gli occhi ridotti a due fessure.
Kagome si morde il labbro, poi lentamente fa un passo indietro, mettendo distanza tra noi.
Le sue iridi azzurre incontrano le mie, e nei suoi occhi l'unica emozione che riesco a scorgere è un profondo sconforto, che mi colpisce il pezzo come una stilettata.
-Takumi… mi ha chiesto di sposarlo- sussurra. -Ed io… penso di dover accettare-








ANGOLO AUTRICE

Salve, ehm. Chi non muore si rivede.
Spunto con l'aggiornamento, ma ci sarà ancora qualcuno che segue questa storia? ^^''
Insomma, ormai avete capito la struttura, vero? In tutte le scene cruciali c'è lo stacco. XD Cosa sarà del destino di questi due? Direi che è chiaro che siamo alla fine della storia! Una manciata di capitoli al massimo, devo decidere se dividere in due il prossimo o meno,
Quel povero di Takumi ha una bella gatta da pelare... come credete finirà per lui? E tra Inuyasha e Kagome?

Spero di non avervi annoiato e che abbiate voglia di farmi sapere che ne pensare!
Un bacione a tutti
Manu

 
  
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