24/06/2009
4 recensioni" I am everything you want
I am everything you need
I am everything inside of you
That you wish you could be
I say all the right things
At exactly the right time
But I mean nothing to you
And I don't know why
And I don't know why
Why
I don't know "
Everything You Want-Vertical Horizon
Marco era nella sua stanza e dormiva come un bambino.
Passata la settimana di inferno di notti quasi insonni,finalmente poteva riposare per bene.
Aveva chiuso perfettamente le finestre così che il sole non entrasse e lo facesse svegliare.
Ma non aveva fatto i conti con lei.
Quel tornado di energie che lo sfiniva tutti i giorni,e a volte pure di notte.
Sabina entrò indisturbata nella sua stanza e si accomodò accanto a lui,nel suo letto matrimoniale.
-Buongiorno Marco-lui si rigirò dall'altra parte e vide l'ora.
Erano appena le 8 e mezza.
Perchè era venuta a rompergli le scatole di domenica alle 8 e mezza?
-E dai Marcolino,non poltrire tutta la mattina,abbiamo un sacco di cose da fare per la festa di questa sera e domani avrai tutto il tempo di dormire-
Per fortuna il giorno dopo a scuola c'era l'assemblea d'istituto e per una volta l'avrebbe saltata.
Si alzò dal letto con uno sguardo spruce e assassino.
Ma poi lei gli sorrise e lui si dimenticò di essere arrabbiato con lei.
-Chi ti ha fatto entrare maledetta strega che non sei altro?-
-Tua madre.Lo sai che mi adora-disse aprendo il suo armadio e scegliendo per lui i vestiti da mettere.
Lo faceva spesso.
Piombava di mattina e sceglieva i vestiti da fargli indossare,e lui ammetteva sempre che Sabina avesse davvero un bel gusto.
Quella mattina aveva scelto una camicia azzurra,un jeans chiaro e le all star blu,che indossava raramente.
Prese i vestiti e con sguardo irritato si rinchiuse in bagno.
-Uffa Marco,quanto sei pesante di prima mattina.-gli urlò lei e lui la fece entrare tutta sorridente per aver vinto di nuovo.
-Sei una grande rompicoglioni lo sai?Ma se io volessi farmi una doccia in santa pace,senza che tu mi fissi come una povera depravata?-lei gli tirò il flacone di shampoo appresso.
-Io non ti guardo come una depravata cretino.Ma che c'è ti vergogni di farti vedere alla luce del sole?Ti ho già visto più di una volta in versione "Come mamma mi ha fatto",perciò di che ti preoccupi?-chiese lei maliziosamente mentre lui si infilava il jeans.
Era rimasto a petto nudo e si stava lavando un secondo la faccia.
-Io non mi preoccupo di niente idiota.è solo che ogni tanto mi piacerebbe che tu non mi seguissi in bagno.Ho bisogno della mia privacy in questa nostra relazione tesoro-le disse con aria seria ,mentre lei scoppiò a ridere.
In seguito scoppiò a ridere anche lui.
No,essere serio con lei non era proprio da lui.
E dire che lo voleva davvero.
Sua madre nel frattempo aveva preparato per entrambi una bella e ricca colazione.
-Che bello vederti piccola mia.Sei diventata stupenda!Non voglio sapere quanti ragazzi ti vengano dietro!No anzi,lo voglio sapere-
Francesca Bellemi,era una giovane signora che sembrava non essere mai invecchiata.
Si comportava sempre come una 25enne e ne aveva anche l'aria.
Aveva i capelli biondissi,ereditati poi dal figlio,e dei bellissimi occhi azzurro scuro.
-Se dovesse dirteli tutti,ci metterebbe circa 30 anni-rispose Marco addentando un pezzo di toast.
Si sentiva sempre in imbarazzo quando sua madre parlava con i suoi amici.
Specialmente con Sabina.
Non riusciva proprio a capacitarsi del motivo per cui sua madre ogni volta che Sabina era a casa facesse di tutto per metterlo nei casini,e farlo star male.
Perchè ora doveva sapere tutti i ragazzi con cui lei era stata?
-Hai una vita sentimentale molto movimentata allora.Fai bene piccola mia,alla tua età io ero davvero una ribelle.Puoi domandarlo al padre di Marco.Lui era il mio migliore amico,ed un giorno ho aperto gli occhi e mi sono resa conto che non c'era nessuno motivo per cercare l'uomo della mia vita,era già accanto a me.E poi poco dopo è nato Marco-
Odiava quando sua madre raccontava la sua storia d'amore.
Gli sembrava quasi irreale,il colpo finale per chi vive nell'illusione di qualcosa.
-Ma sa bene Francesca ,che il mio cuore appartiene solo al piccolo Marcolino-e gli prese le guancie tra le mani.
Ecco la sua illusione quotidiana.
Ecco perchè odiava quella storia maledetta,anche se da quella era nato lui.
-Non mi illudere piccola mia.Tu saresti la ragazza ideale per il mio bambino-
-Va bene,mamma ora piantala per favore.Mi metti in imbarazzo.-e bevette un sorso di latte sperando che sua madre avesse capito.
Ed era così perchè il resto degli argomenti erano assolutamente neutri.
Poi uscirono a fare la spesa per la festa e l'accompagnò persino a fare shopping.
Essere il suo migliore amico comportava dover uscire a fare shopping spesso,anche se vederla con nuovi vestiti cercando di attirare la sua attenzione gli piaceva,lo faceva sentire desiderato.
-Cosa ne dici di questo?-uscì dal camerino con un vestitino color confetto.
Il rosa confetto gli portava alla mente dei brutti ricordi,che preferiva rimanessero confinati nella sua memoria almeno per qualche altra ora.
-Sei davvero carina-disse sorridendo.Anche se odiava quel colore,lei stava bene sempre con qualsiasi cosa adosso,persino un sacco dell'immondizia.
-Solo carina?Devo provarne un altro allora-e si rinchiuse di nuovo nel camerino.
Uscì con un vestitino cortissimo color lavanda che mostrava tutte le gambe e che aveva un abbondante scollatura.
-Allora?-
Marco rimase senza parole.
Quel vestito lasciava di certo poco spazio alla fantasia,anche se lui conosceva il suo corpo a menadito ormai.
-Sei stupenda-riuscì a dire alla fine e lei tutta felice si recò alla cassa per pagarlo.
Lei adorava essere stupenda e sopratutto se era lui a dirglielo.
-Tu con chi vieni alla festa?-gli chiese mentre pagava i gelati che stavano per mangiare.
Lui preferiva sempre quello al cocco e melone,che un giorno lei aveva scelto per lui,per gioco da piccoli.
Lei invece era sempre stato il tipo da fragola e limone.
Infondo lei era il limone per eccellenza,quando le andava.
-Oh con nessuno.Non ho voglia di sciropparmi una di quelle oche per tutta la serata-e addentò un pò di melone
-Ma dai Marco,ci sono ragazze che pagherebbero miliardi per averti solo per una sera ,che ti costa?-borbottò lei esasperata.
Proprio non riusciva a capire come mai Marco,non avesse nessuna voglia di uscire e divertirsi con una bella ragazza,anche se in quel momento gli faceva comodo che non avesse nessuno.
-Non mi va ok?E tu invece?-
-Io volevo venire con te,ma se non ti va..-disse tenendo gli occhi bassi,con quello sguardo da bambina che sa che presto otterrà una razione di gelato in più con quel faccino.
-Ma certo,per te non sono mai stanco ed è anche gratis-lei gli sorrise e gli passò una mano intorno al collo.
Quando voleva,poteva ottenere tutto ciò che desiderava.
Questo con tutti,ma specialmente con lui e Marco lo sapeva,l'aveva sempre saputo.
Il primo giorno in cui l'aveva vista aveva subito capito che lei sarebbe stata semplicemente la sua dolce rovina.
-Dio,quanto ti adoro Marco.Se non fossi il mio migliore amico ti sposerei adesso-.e lo baciò dolcemente sulle labbra,mentre la folla guardandoli pensava quanto l'amore giovanile potesse essere bello e semplice,ignari di come stesse davvero la situazione.
Appena finito il giro Marco si ritirò nella sua stanza,in teoria per scegliere cosa mettere quella serata ,in pratica per darsi dell'idiota.
Da quando era innamorato di lei?Ormai non si ricordava nemmeno il momento,aveva passato l'intera esistenza in balia alle sue esigenze,alle sue parole,alle sue azioni.
Anzi no,il momento se lo ricordava.
Avevano 8 anni ,era estate,e lei indossava un vestito rosa e aveva le treccine,e lui l'aveva trovata stupenda,così tanto che gli era venuta voglia di baciarla sulle labbra,come vedeva fare ai suoi.
E lì aveva capito di amarla
E da quel momento odiava il rosa confetto.
Perchè quel maledetto colore aveva deciso per lui,lo aveva fatto innamorare di una stupida opportunista che non sapeva far altro che giocare con i suoi sentimenti,senza accorgersi di quanto lui potesse starci male.
E aveva pianto per lei così tante volte che aveva perso il conto.
Non gli importava quella maledetta tradizione che i veri uomini non piangono mai.Quelli che non piangono per amore,sono solo dei cretini,degli emeriti cretini senza cuore.
E lui aveva avuto un cuore,ma poi questo si era sbriciolato giorno dopo giorno a causa sua,piangendo tutte le lacrime mai immaginabili.
Il giorno in cui lei gli aveva confessato il suo primo bacio a Daniele.
Il giorno in cui lei gli aveva confessato la sua prima volta con Francesco.
Il giorno in cui avevano fatto sesso per la prima volta,perchè sapeva che in quel modo non avrebbe fatto altro che farsi del male.
E piangeva tutti i giorni,ripensando ad ogni bacio falso,stupido e doloroso che era costretto a sopportare per amore.
E tutte le volte che facevano sesso,si sentiva morire.
Perchè non era vero niente,lui era solo il suo giocattolo quando non poteva avere niente di meglio.
Ma non sapeva dirle di no,mai.
Non ci riusciva,ci provava ma poi la vedeva e dentro di se sapeva che se avesse detto di no ,avrebbe perso l'occasione per poterla avere tra le sue braccia e sentirla sua.
Si accontenteva di poterla ritenere sua soltanto per una sera,quando nessuno li vedeva,e quando lui poteva dimostrarle quanto amore potesse darle senza che lei poi scappasse schifata.
Lui era come un fratello per lei,ma lei per lui una sorella non lo era più da tempo.
Per lui non era più sesso,era amore.
Cominciò a singhiozzaare,e si diede uno schiaffo.
Avrebbe voluto uccidere chi diceva che l'amore è vita.
Se quella era la sua vita avrebbe fatto prima a morire.
Ma morire per lei non gli sembrava giusto.
Gli aveva preso tutto,e non voleva dargli anche la sua vita.
Aprì uno scaffale in alto e prese un piccolo flacone con dentro delle pillole e ne ingoiò due .
Nessuno doveva saperlo dei suoi antidepressivi.
Tantomeno lei.
Li chiuse di nuovo e aspettò di sentire di nuovo l'energia necessaria per fingere ancora qualche altro giorno,prima di ritornare nel baratro in cui era destinato.
Il suo futuro si prospettava soltanto un buco nero che lei avrebbe comandato a bacchetta.
Tutto il suo voler fare il cantautore e scrivere canzoni si sarebbe disintegrato contro il muro della dipendenza da una sostanza più dolorosa ed inebriante della semplice droga:l'amore.
Sarah nel frattempo dall'altra parte della città stava scegliendo un vestito per la festa di Sabina.
Ne aveva scelto uno di seta nera,corto e senza spalline.
Stava uscendo quando notò qualcuno che la fissava.
-Ciao Ste-Il ragazzo era appogiato vicino ad muro e la fissava con l'aria di un cacciatore alla vista di una preda.
-Ciao Sarah-le rispose lui con il suo sorrisino da "Non mi scappi Baby"
-Tutto bene?-gli chiese trattenendo tra le mani la borsa contenente il vestito.
-Si,tu?-
-Bene-fece un cenno con la mano e cercò di divincolarsi da quella situazione.
Se c'era una cosa implicita nella sua amicizia con Sabina,era quella che suo fratello era OFF LIMITS.
E non importava quanto suo fratello potesse essere semplicemente bello,eccitante,divertente,non cambiava il fatto che lei non potesse averlo per nessuna ragione al mondo.
Lui la trattenne per il braccio.
-Ti va di bere qualcosa?Oppure un gelato?-
La sua testa le rispondeva di dire di no,ma il suo cuore decise istintivamente per lei.
-Ok-
Ma non potè fare a meno di chiedersi in che guaio si sarebbe andata a cacciare.
Stefano era semplicemente splendido,in tutto e per tutto.
Senza contare infatti che fosse il fratello della sua splendida migliore amica,e quindi era normale che suo fratello gemello fosse splendido.
E più di una volta si era ritrovata a fantasticare su quanto sarebbe stato bello baciarlo,poterlo avere anche solo per una sera.
Ma poi si era ricordata che per averlo avrebbe dovuto rinunciare a Sabina,e per quanto Stefano possa essere bello ed attraente,niente valeva quanto l'amicizia per sua sorella.
-A che stai pensando?-gli chiese lui facendola così tornare alla realtà.Lei per un secondo si perse in quei suoi oceano di occhi ghiacciati,che non lasciavano trasparire mai niente di più di quanto lui volesse mostrare agli altri.
-Sto pensando alla festa di questa sera-mentì lei,ma senza fargliene accorgere.Era troppo brava per farsi scoprire.
-Con chi ci vai?-le chiese sorseggiando la sua aranciata con fare molto sensuale che accellerò i battiti a Sarah.
-Non lo so,tu?-Le era uscito di botto,sperò di non esser stata troppo curiosa.
-Avevo voglia di invitarti, ti va?-quasi il gelato le finì di traverso.
Il gran e bello Stefano Bandieri che la invitava alla sua festa?
Il mondo stava davvero andando in malora.
-Cos'è tutto il resto del mondo è occupato,e quindi tu inviti me?-chiese ridendo ,come se quell'invito non l'avesse per niente turbata.
Ma dentro di se era molto più che semplicemente turbata.
-No,avevo semplicemente voglia di invitare te,avere un occasione per conoscerti un pò meglio fuori dalle grinfie di quella dolce strega di mia sorella.è una colpa ignobile?-lo disse con quel tono da angioletto che tanto gli si addiceva,quando non lo si conosceva meglio e si scopriva che il diavolo in confronto a lui era un dolce e tenero agnellino appena nato.
-No,ma che cosa dirà tua sorella?-
-Non dirà nulla.Io invito chi mi pare e piace.E se non sbaglio tu sei libera no?-
Era ad un bivio.
Accettare e passare la più bella serata della sua vita con il rischio di fare incazzare Sabina oppure non accettare e quindi non pregiudicare niente con la sua migliore amica ma poi vederlo sbaciucchiare un altra pensando che avrebbe potuto essere lei ?
-Ok.Ma se Sabina si incazza io mollo.Lei è la mia migliore amica,e il bene che le voglio supera di certo una serata con te ,sia ben chiaro-e se ne andò ancora più eccitata alla sola idea di essere riuscita ad ottenere un invito dal suo ragazzo perfetto.
E felice di avergli dimostrato che lui non era poi così importante,al contrario di tutte le ragazze.
Stefano rimase li a guardarla andare via,scioccato e sorpreso.
Per la prima volta non era stato lui ad andare via,ma era rimasto a quel tavolo ammirandola mentre con estrema calma e naturalezza se ne andasse.
Lei ora rappresentava la sua sfida più perfetta .
La festa era cominciata da poco e Marco da bravo cavaliere faceva tutto quello che un bravo gentleman avrebbe fatto:era carino con lei,la riempiva di complimenti e le andava a prendere da bere ogni volta che finiva il suo drink.
Ma dentro di se stava morendo.
La vedeva flirtare con tanti altri ragazzi,mentre lui non riusciva a trovare dentro di sè la forza giusta per farlo anche lui.
Era troppo innamorato di lei.
-Marco tutto ok?-gli chiese notando lo sguardo assente e il bicchiere alzato davanti alla bocca,ancora pieno.
-Si-le sorrise e poi si scolò l'intero bicchiere tutto in un sorso.
Alice all'improvviso lo prese per un braccio e lo portò accanto a sè.
-Ali che vuoi?-
Lei indossava un vestito lungo color lilla,con delle piccole spalline,i capelli biondissimi raccolti in un chignon e gli occhioni azzurri leggermente accerchiati da una matita nera.
Era bellissima,almeno quanto Sabina,e non si era neanche sprecata tanto per esserlo.
Lui invece indossava un jeans scuro,una t-shirt bianca e una giacca classica e aveva un viso stravolto.
Gli occhi verdi che sprizzavano sempre felicità ed entusiasmo ora erano spenti e lucidi,come chi ha passato ore e ore a piangere sotto la doccia,e notando anche i capelli lievemente bagnati,era proprio così.
-Ti sto salvando dall'autodistruzione cretino.Quando la smetterai di farti del male Marco?Lei non ti ama,lei ti sta solo usando.Non ho detto niente finchè era un gioco per entrambi,ma adesso per te non è più solo un gioco e non posso vederti star male senza che lei lo sappia.-Marco l'abbracciò forte e sentì per la prima volta di essere finalmente compreso da qualcuno.
Alice era la ragazza di Christian,il suo migliore amico e spesso lo invidiava.
Avrebbe fatto carte false lui per avere una ragazza che lo amasse anche solo un quarto di quanto lei amava Christian.
Specialmente poi se quella ragazza fosse stata Sabina.
-Grazie Alice,davvero.Ma è più forte di me.Ho bisogno di starle vicino,ma ti prometto che ci proverò un pò alla volta a staccarmi da lei-le diede un bacio sulla guancia ,le fece un bellissimo sorriso sincero ,lo stesso che dedicava a Sabina e se ne andò.
Sabina nel frattempo aveva visto la scena.
Sapeva che non c'era niente tra di loro,Alice non era il tipo ma quello che le aveva fatto più male era il modo in cui le aveva sorriso.
Era il suo sorriso.
Le apparteneva ed Alice non aveva nessun diritto di appropriarsene.
Il cuore le prese a battere sempre di più quando vide Alice seguire il ragazzo con gli occhi e con uno sguardo dolce.
Marco era suo,le apparteneva.
Lo vide andare verso il giardino e tirò un sospiro quando Christian raggiunse la sua ragazza e la portò a ballare nel mezzo della pista da ballo.
Sabina prese di nuovo un drink e si avvicinò verso un ragazzo moro con aria seducente pronta a non ricevere un altra sconfitta.
A Marco ci avrebbe pensato dopo.
Sapeva sempre come fare a tirarlo su.
Sarah era appena arrivata da poco alla festa accompagnata da Stefano che da bravo accompagnatore era persino passato a casa sua a prenderla.
Ma lei non si era mostrata eccitata,su di giri ,ma anzi completamente normale,come se uscire con tipi come lui fosse all'ordine del giorno.
Stefano indossava un bellissimo vestito,sembrava appena uscito da un catalogo di moda.
-Sei splendida lo sai?-
-Credo tu me l'abbia già detto,un paio di volte ma grazie.Anche tu-gli rispose con aria di sufficienza e andando a prendere un drink senza che lui avesse l'occasione di ribattere qualcosa.
Stefano era sempre più stupito.
Di certo non si aspettava una ragazza del genere.
Era abituato a ragazze che morivano per lui,per poter ricevere un bacio,un abbraccio,un invito e invece lei si comportava come se questo non fosse niente.
Rise all'idea di aver trovato finalmente pane per i suoi denti.
Una nuova sfida degna di quel nome.
Perchè Sarah Romani in un modo o in un altro sarebbe stata sua .
Marco invece era in giardino e guardava la luna con aria sofferente.
Se solo lei riuscisse a vederlo ,se solo lei riuscisse a capire quanto in realtà lui soffrisse,quanto amore aveva da dargli.
Ma lei non ne era capace.
Lui per lei era solo un giocattolo usa e getta.
Lei per lui invece era tutto.
Aria,terra,fuoco,acqua,energia,ossigeno.
Amore.
Un amore così forte che sembrava di soffocare ogni volta che lei si allontanava da lui.
Un amore così struggente che sembrava ucciderlo ogni volta che le labbra di lei si appoggiavano su quelle di un altro.
Per non pensare alle mani di un altro che toccano lo stesso corpo,le labbra che baciano le stesse labbra.
La sola idea gli faceva rivoltare lo stomaco.
-Hei-Alice si stava sedendo accanto a lui e lo prese tra le sue braccia.
-Sono un idiota-disse cercando di cacciare quelle lacrime che stavano uscendo prepotentemente.
-No,non sei un idiota.Sei innamorato.E chi ama non è mai un idiota.Adesso fa male lo so,ma prima o poi ne uscirai vedrai Marco.-
-Io sto così male per lei,e non se ne accorge.Ma non posso dirglielo.Capisci che significherebbe?Lei si allontanerebbe da me ,ed io ne morirei.Io vivo di lei,ho bisogno di lei.-
Alice lo abbracciò ancora più forte.
Lei lo aveva sempre saputo ,ma non l'aveva mai detto.
Marco era un pò come quei cuccioli abbandonati che hanno soltanto tanto tanto bisogno di amore.
E Sabina con il suo atteggiamento non faceva altro che illuderlo,ferirlo,ucciderlo.
Ma non sapeva rinunciarci Marco da solo.
-Christian dov'è?-chiese tirando su con il ragazzo,ancora accerchiato dalle braccia piccole e calde della ragazza.
-è dentro-lui si tirò su ,si strofinò gli occhi per asciugare le lacrime.
-Vai da lui,non ti rovinare la serata per me,tra poco me ne torno a casa-gli diede un altro bacio sulla guancia e la vide andarsene per raggiungere il suo ragazzo.
Caddè di nuovo sul prato.
-Marco sei lì?-Sabina era appena uscita a cercarlo e Marco si appoggiò per un attimo all'albero,quel secondo per recuperare le forze .
Lei li aveva visti e non riusciva a capire il motivo per cui Marco si era lasciato abbracciare.
Una sensazione mista alla rabbia,le prese a martellare il petto.
Gelosia.
Solo lei aveva abbracciato in quel modo Marco,e anche se sapeva che lui era stato con altre donne dopo lei,non aveva mai assistito a niente.
Ed ora guardarlo mentre abbracciava un altra,le aveva provocato un senso di nausea.
-Sono qui-
-Non sai cosa mi è successo.Ho appena limonato con il mio insegnante di piano,ci crederesti?-disse sorridendo facendo finta di niente su quello che aveva provato poco prima ma poi si accostò al viso di Marco.
-Hai pianto?-gli passo le mani sul viso,tra i capelli.
I suoi occhi sempre allegri ora erano tristi,svuotati di tutta l'energia che aveva sempre avuto.
Le faceva una tenerezza incredibile ed in quel momento fu presa da una strana voglia di abbracciarlo e coccolarlo.
-No,è tutto ok-
-Davvero?Ho visto che è tutta la serata che Alice ti sta vicino-non potè dirlo se non con una punta di gelosia,che però Marco non notò preso dallo sconforto.
Lei non era mai stata gelosa di lui,e di certo non avrebbe cominciato ora.
-è un amica meravigliosa-fu tutto ciò che lui le disse,tutto ciò che riuscì a dire senza tornare a singhiozzare per la disperazione.
-Più meravigliosa di me?-gli chiese aspettandosi una risposta negativa ma vide che invece lui se ne stava in silenzio.
-A volte-fece finta di non aver sentito quel tono serio e triste e mise le braccia al collo.
-Ma davvero?Vabbè non fa niente ti perdono-Appoggiò le sue labbra su quelle di Marco e cominciò a baciarlo.
Marco sapeva che provare a staccarsi,sarebbe stato impossibile e si arrese in partenza.
Da quella guerra tra loro due sapeva perfettamente che ne sarebbe uscito ucciso.
Ucciso da lei.
La ragazza che amava perdutamente.
-Marco?-gli sussurrò lei quasi silenziosamente
-Si?-
-Vuoi restare con me stanotte?-Lui la guardò negli occhi e si stupì di quella domanda sciocca.
-Perchè me lo chiedi?-
Di solito non lo chiedeva mai,sapeva perfettamente la sua risposta.
-Perchè stanotte non sono sicura che la tua risposta sia si-
Lui la baciò delicatamente,mordendole lievemente il labbro inferiore.
-La mia risposta è si,sarà sempre si -
E con quella risposta firmò la sua condanna.
Lei lo condusse nella sua stanza e chiuse le finestre,affinchè il sole l'indomani mattina non li risvegliasse troppo bruscamente da quel sogno che non era realtà.
Note dell'autrice.
Spero vi piaccia.
Questo capitolo parla di Marco e subito scopriamo che il bellissimo e dolcissimo ragazzo è innamorato perso di Sabina.
Ma infondo cosa vi aspettavate?
Ho letto troppe storie in cui è la ragazza ad essere un giccatolo,ad essere usata ,a soffrire di questo male d'amore orribile e straziante,e per una volta ho voluto scambiare i ruoli.
Troppo spesso gli uomini vengono giudicati dei veri e propri stronzi,capaci di pensare solo ed esclusivamente al sesso.
Così ci dimentichiamo di quella piccola parte di uomini che soffrono per donne dispotiche e insensibili che si approffitano di loro e del loro amore.
Marco è così.
Non è capace di rinunciare a Sabina,nonostante sappia perfettamente quanto questo possa portarlo a farsi del male e a soffrire.
Direi che è leggermente masochista.
E ha bisogno ogni tanto di qualche piccolo farmaco per sentirsi meglio.
Ma io lo adoro.
Appena ho iniziato a scrivere di lui,mi sono perdutamente innamorata di lui.
Perchè ho subito provato tenerezza per questo cucciolo indifeso,che è comparso così semplicemente nella mia vita.
Marco è dolce,buono ed ama troppo.
Il motivo per cui ho scelto quella canzone non c'è bisogno di spiegarlo,basta leggerlo.
Però riassumendo l'ho scelto perchè più di una volta Sabina dice che lui è il suo ragazzo perfetto,la sua altra metà,che lui la capisce meglio di chiunque altro,la sua anima gemella ma nonostante questo lui è semplicemente il suo Boy-Toy.
Lo usa e lo scarica a suo piacimento.
Non ne vogliate però a Sabina,lei non lo sa,lei ignora tutto.
Forse è un pò stronza,questo lo ammetto.
Ma non vi dico nient'altro,per non rovinarvi la sorpresa.
Niente è programmato e tutto può succedere,quindi state attenti.
Questo è Marco:
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