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Autore: LilyBennet    04/12/2017    3 recensioni
Hermione Granger e Draco Malfoy sono follemente innamorati. O almeno così sembra.
Ai due è stata sbadatamente somministrata una pozione d'amore, che finisce per avvelenarli entrambi e causargli dei brutti effetti collaterali. Con il viso di un sinistro color viola lei, e delle disgustose pustole verdi su tutto il corpo lui, si ritrovano a condividere la stessa sorte ad appena un letto di distanza, separati da una sottile tendina dell'infermeria. Non ci vuole molto a capire cosa abbia spinto i due eterni nemici ad agire in un modo così insolito, ma ormai il danno è fatto, e tutta Hogwarts li ha visti girare mano nella mano e scambiarsi tenere effusioni.
In una scuola dove niente rimane segreto troppo a lungo, i due caposcuola si ritrovano a dover far fronte a pettegolezzi di ogni genere, fidanzati gelosi, e rivalità tra case che perdurano da secoli.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Dean/Ginny, Draco/Hermione, Draco/Pansy, Harry/Ginny
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Non aveva dormito bene quella notte. Anzi, diciamo che a malapena aveva chiuso occhio talmente era agitato.

Non poteva fare a meno di illuminare debolmente l'orologio sul suo comodino e fare un calcolo veloce del tempo che gli rimaneva; le due e mezzo, le tre, le tre e mezza... i minuti sembravano anni, le ore un'eternità.

Ron era perfettamente consapevole che quel suo stare sveglio gli avrebbe causato svariati problemi durante l'ora di pozioni. Ma, d'altronde, negli ultimi tempi la sua vita era talmente piena di contrattempi e fatti decisamente sgradevoli, che una quindicina di punti tolti a casaccio non gli avrebbe stravolto l'esistenza.

 

A colazione, in sala grande, il “re” ebbe la fastidiosa impressione che gli occhi di buona parte degli studenti presenti fossero su di lui. Cercò di ignorarli, andando avanti a parlare tranquillamente con Harry, Dean Thomas e sua sorella, Ginny.

« Oggi ho due ore di Trasfigurazione, mi sento male » si lamentò Ginny aggiungendo del latte al suo the.

« Beh, noi ne abbiamo una con Piton che batte le tue » borbottò il fratello, dando pieno sfoggio del suo pessimo umore. Il ragazzo non aveva nemmeno alzato gli occhi dal suo piatto, si era giusto limitato ad alzare l'asticella delle recriminazioni e ad andare avanti a mangiare.

« Qualcuno qui è sceso dalla parte sbagliata del letto » constatò Ginny torva, e guardando con sfida il portiere.

Ron incrociò il suo sguardo, mettendo in bella mostra la sua espressione bieca; lui e la sorella rimasero a fissarsi per un paio di secondi, prima che lei l'avesse vinta.

Per pura casualità gli cadde l'occhio su Seamus Finnigan, in compagnia di Ritchie Coote, battitore di Grifondoro – altra accoppiata che non si vedeva tutti i giorni. Gli lanciò un'occhiata distratta, e allungò la mano verso la caraffa di caffè; avendo avuto l'impressione che questi lo stessero osservando, sollevò il più in fretta possibile gli occhi azzurri sui due, che si affrettarono subito a piegare il capo sul loro porridge.

Strano, gli era parso di vederli voltati verso di lui.

 

Dean Thomas, fortemente a disagio per quel silenzio teso, tentò di porvi una fine toccando il peggiore degli argomenti:

« Allora oggi Hermione torna tra noi? »

Harry tossì forte, Ginny si voltò a guardare il fidanzato come se le avesse offeso la madre, a Ron andò di traverso il caffè, e Seamus e Ritchie risollevarono di scatto il loro cipiglio stupito.

« Sì » rispose con freddezza il “re”.

« Quindi esce anche Malfoy? »

Ginny gli tirò una gomitata, che lo fece rimanere per un attimo a corto d'aria. Seamus guardò Ritchie come a dire: “che ti dicevo?”.

« Sì, proprio così » rispose Ron sospirando. Quando sbirciò in direzione dei due impiccioni, questi riabbassarono in fretta il capo sulla loro colazione, riprendendo a mangiare con la stessa foga di chi non tocca cibo da giorni.

 

 

 

 

Prima ancora di correre dai suoi amici, e prima ancora di pensare di regolare i conti con qualcuno, Draco si diresse verso l'ultimo luogo in tutta Hogwarts in cui la gente avrebbe mai creduto di trovarlo: la biblioteca.

Una serie di occhiatine curiose e parole sussurrate l'avevano seguito dall'uscita dell'infermeria per tutti i corridoi, fino all'entrata della libreria e tra i vari scaffali. Ogni qual volta si voltasse scorgeva sempre qualche ragazza distogliere lo sguardo imbarazzata; altre lo guardavano senza alcuna discrezione e Draco, si premurava sempre di fargli capire quanto lo irritasse incenerendole con lo sguardo – aveva già problemi ben più gravi, come una sospetta malattia potenzialmente mortale, non aveva tempo per delle sciocche oche pettegole

Le domande nelle testoline delle studentesse erano parecchie, tutte fatte sorgere dalle fantasiose voci di corridoio girate in quell'ultimo giorno e, nessuna di queste, lontanamente immaginabile dal caposcuola: era vero quel che si vociferava su lui e la Granger? Covavano un amore segreto dal loro quinto anno? Malfoy aveva lasciato la Parkinson per lei, e aveva architettato tutto quel tran tran delle pozioni solo per poter andare alla festa in sua compagnia? Ma soprattutto, stava davvero meditando di presentarla ai suoi genitori?

Se solo Draco avesse potuto leggere i loro pensieri le avrebbe cruciate tutte.

Le sue dita pallide accarezzarono i dorsi di alcuni libri antichi, fino a raggiungere ciò che cercava con così tanta ansia. Lo afferrò, e senza più considerare nessuna delle presenti si diresse verso il posto libero più lontano e isolato con lunghe falcate feline.

Lasciò cadere pesantemente il tomo sul ripiano, infischiandosene dell'occhiataccia di Madam Pince, e rilesse nella mente quanto scritto con minuziosità sulla copertina polverosa.

“Malattie magiche dalla A alla Z”, sottotitolato “come capire se stai morendo”.

 

 

 

 

Per Hermione quella era la giornata più bella che avesse vissuto da due settimane a quella parte.

Abbandonò l'infermeria con l'umore alto, ed era pronta affrontare tutte – o almeno quello era l'intento – le avversità che il fato le avrebbe posto davanti quel pomeriggio. L'ora di pranzo era appena passata, e la ragazza avrebbe tanto voluto unirsi ai suoi amici e a Ron, con il quale sapeva di dover fare un discorso serio, ma era consapevole anche di non potersi permettere di saltare altre materie.

Si andò a cambiare in tutta fretta, raccolse il libro di aritmanzia e corse a lezione, ignorando le occhiatine curiose dei quadri, e quelle decisamente maliziose degli altri alunni. Non diede peso nemmeno ai sussurri che i suoi compagni di corso si scambiavano in continuazione, pensando con sprezzo che tutti trovassero più importanti gli scandalosi fatti che l'avevano vista bere una pozione e amoreggiare con il suo peggior nemico della materia che il professore stava illustrando.

Anche quando l'ora terminò, e raccolse tutte le pergamene di appunti, gli occhietti curiosi degli altri alunni non l'abbandonarono. Hermione, ignara di tutto, riprese la solita monotona routine che era solita intrattenere prima del fattaccio: imboccò la strada per la biblioteca.

 

Nel tragitto incontrò diversi suoi amici: Ginny Weasley e Dean Thomas – che la salutarono con un po' di timore, sapendo che, una volta tornata al dormitorio, Ron l'avrebbe lasciata – Micheal Corner, Justin Flinch-Fletchey, Susan Bones... quando poi si trovò dinnanzi Seamus Finnigan, e quest'ultimo si dimostrò particolarmente evasivo, Hermione comprese di essere stata vittima di una malalingua messa in giro da chissà chi.

 

Gli studenti impegnati con i compiti la seguirono con lo sguardo con la stessa espressione che si assumerebbe di fronte a un qualcosa del tutto inaspettato: Malfoy se ne era andato giusto cinque minuti prima – con gli occhi che se solo avessero potuto uccidere avrebbero fatto uno sterminio di massa – e adesso quella che pareva essere la sua fidanzata segreta si presentava in tutta tranquillità.

La Grifondoro si diresse verso la sezione di aritmanzia e, scorgendo Neville seduto da solo, andò a posare tutto il materiale al suo fianco.

« Ti disturbo? »

Il ragazzo trasalì e si volse verso la fonte della voce. Quando si trovò davanti la caposcuola, le sue guance si colorarono di rosso per il disagio.

« Sì... cioè, no, affatto » biascicò. Hermione non vi prestò troppa attenzione, essendo lui piuttosto impacciato; lasciò vagare lo sguardo sulle pagine del volume di erbologia con interesse.

« Erbologia, vedo » disse lei « mi sono persa qualcosa di importante? »

« No, siamo sempre fermi al dittamo » replicò il Grifone tenendo lo sguardo basso.

Aveva sentito parecchie cose su di lei, una meno lusinghiera dell'altra, e non aveva la minima idea di come approcciare quanto saputo in quell'ultimo giorno.

Hermione lo guardava preoccupata, avendo intuito il turbamento del compagno di casa.

« Va tutto bene? » gli domandò, sinceramente angustiata.

Dunque, da dove cominciare: forse era preferibile lenire la pillola dispiacendosi per la fine della sua relazione.

« Mi spiace per te e Ron » disse.

« Oh » esclamò sorpresa « quindi la voce è già girata » constatò lei accarezzando la cerniera del suo tomo di aritmanzia.

« Sì, l'ho saputo un paio d'ore fa » spiegò il ragazzo.

Calò il silenzio.

C'era un'altra questione che desiderava tanto toccare, ma essendo un'infinità di volte più delicata, non sapeva proprio come menzionarla. Osservò il suo sguardo dispiaciuto, per poi lasciar scorrere gli occhi sui suoi capelli ricci raccolti in una coda, sulle sue spalle ricurve e infine sul suo ventre – che ora che ci faceva caso, gli appariva stranamente gonfio.

« E' suo? » si informò con un tono talmente basso da risultare più simile ad un soffio, che ad un sussurro vero e proprio.

« Come, scusami? Non ti ho sentito » disse la caposcuola sorridendo, per far capire all'amico che non aveva niente da temere, e piegandosi maggiormente verso di lui.

« E' suo? » ripeté Neville avvicinandosi, senza tuttavia alzare la voce. Questa volta Hermione aveva capito bene, ma non essendole chiaro l'argomento di conversazione si vide costretta a chiedere delucidazioni.

« Che cosa? »

« Il bambino »

Il sorriso le morì sulle labbra, e la sua pelle – da poco tornata rosea – impallidì in un colpo.

 

 

 

 

Theodore Nott era comodamente sdraiato su uno dei divani della sala comune, Blaise Zabini invece era seduto su una poltrona non molto lontana dal camino, e Daphne era adagiata su un dei braccioli del divanetto su cui c'era Theo, che si sforzava in tutti i modi di non perdere la calma.

« Sai, penso che tu abbia fallito » la derise lui « Pansy è molto confusa: era convinta di essere una Grifondoro forzata a stare lontana dalla sua torre. Pensa tutt'ora di avere una relazione amorosa con Tiger, e solo poco fa ha cominciato a comprendere di essere stata colpita da un incantesimo confundus, senza tuttavia ricordarsi chi gliel'abbia lanciato e cosa stia confondendo. Ma se c'è una cosa che proprio non si è scordata, è la nascita della vostra nuova amicizia »

Blaise lasciò crollare la testa all'indietro e rise liberamente, estraendo dalla borsa scolastica due bottiglie di burrobirra, furbamente trasfigurate in boccette di inchiostro verde; le sfiorò con la punta della bacchetta, ed esse tornarono ad essere ciò che erano in precedenza: alcolici introdotti con l'inganno.

Argus Gazza era stato molto sciocco a credere che lo studente, di ritorno dall'ultima uscita a Hogsmeade risalente alla settimana precedente, necessitasse per davvero di tutta quella china – ma dopotutto quel vecchio uomo delle pulizie era solo un insulso magonò, cosa poteva saperne lui?

Ne lanciò una all'amico, che l'afferrò e la stappò agitando la bacchetta.

Daphne, per non rimanere l'unica a mani vuote, cercò una lima per unghie d'argento, che si rivelò essere una bottiglietta di acqua viola occultata.

« Inizio a capire come si senta Draco » disse lei lugubre, bevendo un sorso della sua bevanda.

« E aspetta che si riprenda completamente e si ricordi che l'hanno lasciato tornare... » considerò Blaise, brindando con l'altro Serpeverde.

Delle ragazzine del terzo anno gli passarono vicino, vociferando a proposito di gravidanze, amori segreti e bei capelli biondi. I tre purosangue non gli diedero troppo peso.

« Parleranno di qualche nuovo cantante, le nuove generazioni sono così frivole » commentò Daphne, seguendole con lo sguardo fino a che non sparirono nel corridoio che portava alle camere.

« Giusto, mica come te » la prese in giro Blaise « tu sì che sei una femmina alpha »

La bionda fece saettare gli occhi blu ridotti a fessure verso il compagno di casa.

« Perchè infondo tu non pensi mai a quisquilie quali messe in piega, trucchi e via dicendo » gli diede spalla Theo.

Daphne sollevò il naso all'insù con fare altezzoso.

« Sono tutte preoccupazioni necessarie per una donna altolocata come me » replicò stizzita « Io ho discendenze nobili, cosa potete saperne voi »

I due ragazzi si scambiarono uno sguardo ilare, prima di venir travolti dall'ennesimo scoppio di risa.

« Oh, scusatemi, vostra altezza » la derise Theodore « Permettetemi di cedervi il mio posto, dovete essere stanca »

« Vaffanculo, Nott » gli berciò contro, bevendo l'ultimo sorso di acqua viola e gettando la boccetta su un tavolino vicino.

« No, dico sul serio. Il vostro ego è talmente pesante che potrebbe spezzarvi il collo se non vi coricate subito. Ecco, venite, datemi la vostra mano » continuò alzandosi e porgendole il braccio.

La ragazza gli schiaffeggiò le dita oltraggiata, e vedendo Blaise sganasciarsi dalle risate, se la prese anche con lui.

« Siete due imbecilli »

 

La porta nascosta dei sotterrai si aprì, lasciando entrare un Draco Malfoy nero di rabbia.

La Granger gli aveva mentito: non esisteva nessuna letale babbanite. Su “Malattie magiche dalla A alla Z” non era lontanamente nominata.

Ora, però, doveva risolvere un altro problema.

« Ma guarda guarda chi si rivede » udì « Finito definitivamente di sembrare un rospo che miagola, allora »

Il rampollo di casa Malfoy voltò il capo verso il camino, e i suoi occhi si assottigliarono.

«No, dai, non fare quella faccia: anche se sei tornato ad essere la solita noia ti vogliamo bene lo stesso » andò avanti Theo.

I suoi occhi erano fissi solo su Daphne, che sentendosi fissata estrasse dalla borsetta uno specchietto – anch'esso appartenente alla sua famiglia da generazioni e generazioni – e controllò di non avere qualcosa di strano in viso.

Draco invece stava cercando di decidere se prediligesse l'idea di strangolarla o di scagliarle contro qualche brutta fattura – cercata qua e là nei libri di difesa contro le arti oscure in biblioteca, dopo aver appurato di essere stato preso per il naso da una poco più che babbana.

Dopo un breve istante in cui si ricordò che fare a pugni era un gesto tipico della razza della caposcuola Grifondoro, e quindi optò per ricorrere alla magia – tanto per sottolineare il fatto che lui fosse un mago fin dentro il midollo.

Daphne potè osservare la sua mimica facciale mutare da un banale fastidio, a un'inquietante alterazione, a una rabbia cieca; sguainò subito la bacchetta, e fece appena in tempo a difendersi da una maledizione sconosciuta lanciatole dall'amico. Blaise e Theodore scattarono in piedi, pronti a difendere la compagna dalla furia del ricco Serpeverde.

 

 

 

 

« Credo di non riuscire a capire la tua domanda » disse Hermione cortesemente.

Neville era ancora più in imbarazzo di prima: e adesso come glielo spiegava lui che voleva sapere se fosse per davvero lui il padre?

Già se lo immaginava da grande: strafottente e incredibilmente intelligente. Quel pargolo, se solo fosse cresciuto male come uno dei due genitori e Voldemort non si fosse deciso una volta per tutte a fare la pelle a Potter, sarebbe diventato il suo nuovo migliore amico.

« Sì, insomma... è vero che aspetti un bambino da Malfoy? »

Il cuore della Grifondoro si fermò di colpo.

Lei, incinta. Lei, incinta di Malfoy.

Oh, santo cielo.

« M-ma no! Certo che no! » sbottò alterata « Da chi l'avresti sentita questa stupidaggine? » domandò con un'urgenza che intimorì il compagno. Se solo Hermione fosse stata un po' più aggressiva, Neville era sicuro che l'avrebbe afferrato con violenza per il colletto della divisa.

« Ho sentito Romilda Vane parlarne con Victoria Cattermole e un'altra ragazza del terzo anno... »

Hermione spalancò la bocca: se la calunnia era già giunta ai ragazzini di tredici anni, allora quelli all'oscuro di tutto si potevano contare sulle dita di una mano.

« ...che l'ha sentito da Ernie Mcmillan... » Neville fece una pausa, facendo temere il peggio alla caposcuola.

« ...che ne ha parlato a lungo con Hannah Abbott, perchè entrambi stentavano a credere al fatto che Ron ti avesse scaricata proprio per questo... »

« Ron non mi ha ancora lasciata! » lo interruppe alzando un po' troppo la voce. Tutti gli studenti occupati con lo studio, che fino a quel momento ignoravano lo scambio di dicerie tra i due ragazzi, si voltarono di colpo incuriositi.

Neville, per un instante si illuse di poter cambiare discorso e di poter finalmente abbandonare l'argomento pargoli malefici; Hermione invece sembrava non voler mollare l'osso: lei e Malfoy a letto insieme, le stava già venendo un'altra emicrania.

« Va' avanti » lo incitò gelida « Cos'altro hai sentito, Neville? »

Il suo tono di voce fremeva così tanto di collera, da far sospettare all'amico che presto o tardi gli sarebbe saltata alla gola solo per la frustrazione di non poter sfogare la propria ira su qualcun altro.

« Ecco... ho sentito che tu e Malfoy avete una relazione segreta dal primo anno »

« Cosa?! » sbroccò ancora lei « Ma avevamo undici anni! E poi lui ci ha odiati sin dal primo momento che ci ha visti! » quella era proprio bella.

« ...E che anche mentre lui stava con la Parkinson, voi due vi vedevate in segreto » aggiunse il ragazzo. A quel punto a Hermione non rimase che attendere che tutti i particolari scottanti di quei pettegolezzi venissero piano piano sputati.

« ...Alcuni dicono che lui si sia intrufolato nel nostro dormitorio diverse notti » le narici della caposcuola avevano ripreso a fremere « ed è vero che Malfoy ha confuso i suoi genitori per far credere loro che tu sia una purosangue? »

Hermione lo guardò come se fosse un completo idiota.

« No! Certo che no, Neville! Come potresti mai credere a delle fesserie del genere?! E da chi le hai sentite, soprattutto! »

Il Grifondoro si sentì sinceramente uno sciocco.

« Beh, ho sentito Romilda Vane parlarne con Victoria Cattermole e una ragazzina del terzo anno; che l'ha sentito da Ernie Mcmillan, che ne ha parlato a lungo con Hannah Abbott... »

La questione sembrava lunga.

« ...che l'ha udito da Tiger e Goyle; che l'hanno sentito urlare da Seamus Finnigan, che... » e si bloccò.

« Che cosa? » lo spronò con impazienza la caposcuola.

Sarebbe scoppiato un caos, Neville ci avrebbe messo una mano sul fuoco, e subentrò la consapevolezza che avrebbe dovuto dare un freno alle proprie parole molto prima – all'incirca da quel disastroso momento in cui la curiosità aveva preso il sopravvento e le aveva domandato del figlio di Draco Malfoy.

Neville sospirò.

« Che ha sentito Ron ed Harry discuterne » concluse avvilito.

Hermione si alzò di colpo, ignorando completamente il baccano provocato dallo strisciare della sedia e un'altra serie di occhietti curiosi posarsi su di lei.

Non ricordava nemmeno di essere stata tanto inferocita in vita sua. Ne aveva sentite di assurdità, ma quelle che le erano appena state riferite erano in assoluto quelle più degne di nota – se non fossero state tutte incentrate su lei e Malfoy, in tal caso si collocavano in cima alla lista delle peggiori.

« Devo andare » disse « mettili via tu questi libri »

Le narici si dilatavano e si contraevano seguendo il ritmo scalpitante del suo cuore, gli occhi le erano venuti lucidi per la furia, le sue guance stavano diventato bordeaux, e i suoi pugni erano talmente stretti da farle apparire le nocche spaventosamente bianche.

« Hermione, aspetta! » la richiamò Neville. Ella si voltò con lentezza, quasi volesse ammazzarlo anche solo per averla fermata.

« Quindi non è vero che ti sposi a marzo? »


***
Ciao a tutti! Eccomi con un nuovo capitolo, vi è piaciuto? O invece ne siete rimasti un po' delusi? Fatemelo sapere :)
Ma passiamo al vero motivo per cui sto scrivendo questa nota autore: sono abbastanza combattuta sulla lunghezza dei capitoli. Voi come li preferite? Li lascio così, o potrei anche allungarli? 
Vi spiego le differenze: se li lascio così, quelli dove tocco più argomenti caldi (vedi questa storia della gravidanza) potrei doverli dividere. Quindi ne uscirebbero un casino e chissà quando vedremo i veri momenti Dramione. 
Se li allungo invece ne potrei fare di meno, e magari riusciremmo a vedere un po' di ammmore prima del 2020. Tuttavia potrei metterci un po' di più, perchè a quel punto avrei molto di più da scrivere. 
Ditemi pure:)
Lily. 

   
 
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