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Autore: topazio    09/12/2017    4 recensioni
Beth Greene è sempre stata diversa. Silenziosa, solitaria. Sa cose che non dovrebbe conoscere, perchè possiede un potere che la intrappola in un mondo fatto di immagini, frammenti e ricordi non suoi, non ancora avvenuti. E ha sempre saputo che prima o poi sarebbe finita in quel corridoio di quell'ospedale.
Dal testo:
Tra sette anni a partire da ora, io morirò. Nel 2011 una donna mi sparerà un colpo alla testa al quinto piano di questo ospedale. Ti prego salvami, Daryl.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon, Rick Grimes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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And Remember

 

 

Intervallo


 

 

 


 

 

Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario.

– George Orwell

 

 

 

 

Le grida si alzarono improvvise sulla veranda.

«No, no, no» gridò una donna. «È sempre stata lì!»

«Carol.»

«Sapevano dov’era e non l’hanno detto!» la voce di Carol si spezzò mentre attraversava il cortile diretta verso il camper. Rick con Lori al suo fianco, si precipitarono sulla veranda. Beth uscì dalla cucina e Maggie scese le scale.

«Che cosa succede?» domandò brusco Rick, rivolto a Daryl, che guardava la figura di Carol sparire all’interno del camper. La porta era rimasta aperta.

Daryl si voltò, si fermò a guardare per un lungo momento gli occhi di Beth, che zitta e immobile rimaneva in silenzio dietro lo sceriffo. Poi rispose.

«Devi vedere una cosa.»

Si incamminò, prima ancora che a Beth potesse venisse concesso il tempo di gridare il suo nome. La ragazza rimase pietrificata mentre osservata il suo incubo tramutarsi in realtà.  Vide Daryl guidare Rick al fienile. Non doveva succedere, non così, non in quel momento. E poi anche Shane, Glenn, T-Dogg. Beth corse, come Maggie.

Accadde esattamente come aveva immaginato. Le porte vennero aperte da Shane, mentre Daryl diceva all’uomo cosa c’era là dentro. Vide suo padre gridare, Carol avvicinarsi e lasciare che le braccia di Daryl la trattenessero. Vide Rick alzare la pistola. Andrea sparò per prima. Jimmy era pietrificato, Shawn sembrava sul punto di crollare.

Beth sentì le lacrime rigarle il volto, mentre uno dopo l’altro i vaganti cadevano il suolo. Era tutto come nella sua testa, come nei suoi incubi. Riconobbe gli abiti di quell’uomo gentile che abitava alla fine della strada, Jim Benson e i capelli rossi di sua moglie Charlotte. E vide sua madre crollare. Accasciarsi al suolo mentre un altro colpo veniva sparato.

«Sophia!» quel grido squarciò l’aria, e nessuno di loro avrebbe dimenticato quello che avevano visto uscire da quel fienile. Sophia cadde a terra, silenziosa come gli altri.

Hershel Greene era in ginocchio e non fece nulla per impedire a sua figlia di fare un passo avanti, e poi un altro ancora. Jim Benson era pesante da spostare, ma Beth riuscì a farlo, solo per trovare lì sotto il volto putrefatto e deformato di sua madre.

Udì qualcuno gridare quando questa aprì gli occhi all’improvviso. Poi capì di essere stata lei a urlare. Braccia forti la avvolsero all’improvviso, trascinandola indietro, ma questo non le impedì di vedere il fucile di Shane sfondare il cranio della donna che aveva amato così tanto. Gridò, divincolandosi tra quelle braccia, il volto rigato da quelle lacrime che non riusciva a fermare. Urlò, mentre tutto intorno c’era solo silenzio.

Quasi non si accorse che era stato Rick ad allontanarla dalle fauci di quella che un tempo era sua madre.

Hershel era immobile, pietrificato dall’orrore al punto da non comprendere quanto Beth fosse stata in pericolo. Maggie piangeva in silenzio. Carol era a terra, ancora stretta a Daryl. Shane aveva sugli abiti gli schizzi di sangue della madre.

Rick non la lasciò ancora fino a quando Beth non smise di divincolarsi. E poi, all’improvviso, senza alcun preavviso, come se qualcuno avesse premuto un interruttore, smise di piangere. Rick la lasciò andare e Beth non ebbe alcuna difficoltà nel reggersi in piedi e dirigersi verso casa.

Il suo sguardo incontrò quello di Daryl e per un lungo istante non ci fu nient’altro. Ma Beth passò oltre, c’era una cosa che doveva fare, ora lo sapeva con chiarezza. Conosceva la mossa successiva. Si fidava al punto di sé stessa, del suo potere, che era pronta a farlo.

La grande casa era vuota e silenziosa quando entrò. Si diresse in cucina con lenti passi meccanici, lo sguardo fisso verso il bancone. Sentì la porta aprirsi alle sue spalle, non controllò chi fosse, non importava. Non potevano fermarla.

Dal pianto incontrollato, comprese che si trattava di Carol. Sentì la porta sbattere nuovamente mentre afferrava il coltello sul bancone della cucina. Lo mosse velocemente, sapeva che avrebbe fatto male. Ma non sentì nulla. Non subito.

La carne venne recisa in modo singolarmente preciso,  e il sangue cominciò a zampillare all’improvviso, copioso e vermiglio. Il coltello cadde a terra provocando un rumore assordante che attirò l’attenzione di ogni singola persona in quella casa. Beth si strinse il polso, stava sporcando il pavimento.

«Beth!» Maggie, il volto ancora rigato di lacrime, gridò quel nome con disperazione.

Lei alzò lo sguardo solo per ritrovarsi impietrita davanti agli occhi di ghiaccio di Daryl. Entrò in cucina in un istante, strinse il suo polso sottile, tentando di fermare la fuoriuscita di sangue.

«Che cazzo hai fatto?» le disse contro. Era appena un sussurro, pronunciato senza nemmeno guardarla, ma per Beth era stato come sentirlo gridare. Premette forte un canovaccio contro la sua pelle, mentre udivano Maggie gridare di nuovo.

«Papà! Papà devi venire, devi venire subito!»

Non era così che doveva andare, Beth pensò soltanto questo mentre un uomo che sembrava solo l’ombra di suo padre le ricuciva in silenzio il polso. Si sentiva debole, svuotata. Forse era a causa del sangue che aveva perso, o del pianto che l’aveva consumata. Sapeva solo che quel fienile non doveva essere aperto, non così presto. Non erano pronti, nessuno di loro lo era.

Rick, ancora convinto che i vaganti fossero la reale minaccia. Carol, troppo debole per poter solo guardare negli occhi un uomo. Suo padre, che credeva che sua moglie fosse morta quel giorno, e non tanto tempo prima.

Beth non ebbe il coraggio di incontrare gli occhi ancora velati di lacrime del padre quando questi finì di cucirle il polso. Seppellirono Sophia e Annette all’ombra di un grande albero, quel pomeriggio. Qualcuno provò a dire qualcosa, forse Dale, forse Rick. Beth non ascoltò, rimase in piedi, con la testa che girava a guardare la tomba di sua madre. Carol si allontanò per prima, incapace di reggere ancora. E poi uno ad uno la imitarono.

Poi iniziò a piovere.

Erano tutti lì, tutti riuniti in quella casa. Nessuno voleva stare la fuori. Non dopo quello che era successo. Regnava un silenzio assoluto, interrotto dai respiri irregolari di Carol. Beth era in piedi a soppesare i danni. Shawn era seduto in fondo alle scale, nel più ostinato mutismo. Andrea puliva il sangue in cucina, in silenzio. Carl dormiva, tormentato da incubi e demoni senza volto. O forse un volto lo avevano, quello di una ragazzina che un tempo era sua amica. Hershel Greene era solo nella veranda. Daryl era più silenzioso che mai. Shane sembrava sul punto di esplodere, per il solo fatto di aver trovato vaganti in quel fienile.

E Maggie. Maggie che esplose davvero.

«Perché lo hai fatto?» la voce di Maggie le giunse improvvisa alle orecchie. Parecchie teste si voltarono. «Perché hai fatto una cosa del genere a papà, a tutti noi?»

Beth aprì la bocca. Come poteva spiegarlo? Spiegarlo a Maggie che meno di tutti aveva compreso quello che lei era in grado di fare?

«Io l’ho visto» sussurrò soltanto, come se potesse essere una spiegazione sufficiente. Ma non lo era affatto, non per Maggie, non quel giorno. Il volto della sorella si contorse di rabbia, sofferenza e incredulità, mescolando il tutto e prima che potesse rendersene conto stava sta urlando.

«L’hai visto? L’hai visto!» disse, poi parve calmarsi abbastanza da riprendere il controllo della sua voce.

«È così che doveva andare» sussurrò Beth, come se quella fosse una conversazione privata, ma non poteva esserlo, non in una casa così silenziosa. Erano tutti in ascolto, forse persino loro padre. «L’ho visto, io l’ho solo… fatto accadere.»

Lo schiaffo arrivò improvviso e calò sulla guancia di Beth con violenza. Voltò il capo lentamente mentre sentiva la pelle andare a fuoco e incontrò gli occhi di Maggie pieni di rabbia, lacrime e odio. Non l’aveva mai vista così.  

Shawn si alzò arrivando accanto alle sorelle.

«Maggie…» sussurrò Beth, mentre un lampo illuminava a giorno la notte che era calata sulla fattoria Greene. Quel sussurro, così supplichevole, quasi offeso, sembrò adirare ulteriormente la sorella e questa alzò di nuovo la mano, pronta a colpirla di nuovo. Rick si alzò, pronto a fermarla. Daryl e Glenn fecero lo stesso. Ma fu Shawn a bloccarla.

«Calmati!» le intimò, con rabbia, stringendo il polso di Maggie. Lei si liberò di quella presa con uno strattone.

«No!» gridò, incurante di Carl che dormiva e di suo padre ancora nella veranda. «Questa storia deve finire!» Guardò Beth, piena di rabbia. «Ti sei tagliata le vene perché credi di averlo visto? Cos’era uno dei tuoi sogni e allucinazioni?! Hai pensato alle conseguenze di quello che hai fatto? Eh?»

Beth guardò la sorella come se non la riconoscesse, incapace di parlare.

«Morire per cosa, Beth? Per cosa?» continuò lei, mentre una lacrima solcava il suo viso.

«Maggie, basta» le intimò Shawn, cercando di allontanarla da Beth. Sentirono la porta aprirsi, Hershel guardò i figli.

«Smettetela» intimò, la voce infinitamente stanca, non era mai apparso tanto vecchio. «Beth… perché?» Beth sentì le lacrime pizzicarle gli occhi. Non doveva andare così. «Ti abbiamo sempre assecondata, anche se non capivamo, ti abbiamo sempre appoggiata e creduta. Ma questo…» Rick spostò lo sguardo da Hershel a Beth, nessuno di loro capiva. «Questo non dovevi farlo.»

«Dovevo, invece» trovò la forza di dire, in un sussurrò. La guancia andava ancora a fuoco, come se si fosse improvvisamente gonfiata, ma di certo toccandola l’avrebbe trovata perfettamente normale. «Papà, io l’ho già visto. Questo…» alzò il polso fasciato. «Il fienile… il dopo. Io lo so già.»

«Di cosa state parlando?» fu Rick a porre la domanda che tutti loro – osservando la famiglia Greene – si stavano ponendo.

«Non ora, Rick» disse Hershel. «Questa è una faccenda di famiglia.»

«No» asserì l’uomo avvicinandosi. «Non lo è se riguarda quei vaganti nel fienile. Perché li tenevate là?»

«Li avete uccisi.» Hershel guardò intensamente Rick, con un rimprovero muto, incapace di esprimere a parole.

«No, papà» intervenne Beth. «Il fienile andava aperto. Quello che hai visto, doveva accadere.»

«C’era tua madre là dentro, Beth!» disse, senza urlare, perché non ne aveva bisogno.

«Lei era morta da molto tempo!» gridò, senza riuscire a trattenersi. «È morta e sarebbe morto anche Shawn se non fossi intervenuta! Li ho visti uscire entrambi da quel fienile, insieme a quella bambina!»

«Sophia?» domandò Rick, senza riuscire a capire niente di quello che si stavano dicendo padre e figlia. «Che vuol dire che li ha visti uscire dal fienile?»

«Sapevi che era lì?» la voce di Carol sovrastò la domanda di Rick, nonostante avesse parlato con voce molto più bassa. «Sapevi che la mia bambina era lì dentro? Che era così?» Era in piedi, ma sembrava ci riuscisse appena. Non piangeva, sembrava che il suo dolore fosse aldilà delle lacrime. Beth sentì gli occhi bruciare, lo stesso bruciore che percepiva nel petto. Incontrò lo sguardo di Daryl, sembrava profondamente contrariato, e forse confuso.

«Sì» lo disse in un sussurro appena udibile, ma questo non impedì a chiunque di sentirlo. Prima ancora che Dale cominciasse a parlare, che Carol potesse dire altro o che Andrea o T-Dogg potessero lasciarsi sfuggire chissà quale imprecazione, Beth proseguì. «L’ho capito quando Daryl è uscito stamattina.»

«Come?» domandò Carol, sull’orlo della disperazione. «Come potevi saperlo?»

«Lo sapevo e basta» disse, incapace di spiegarsi ancora una volta. «Ho visto quel fienile aprirsi, ma non doveva succedere così. Non doveva essere Daryl a portarvi lì.»

«Di cosa stai parlando?» la incalzò Shane con impazienza. Beth tacque, abbassando lo sguardo. Guardò suo padre, quasi per cercare una conferma, una rassicurazione. Ma Hershel scosse lievemente la testa. Beth serrò le labbra.

«Sono stata io a dire a Daryl del fienile» disse. «Perché stava per morire a cercarla là fuori. Non doveva dirvelo» confessò, incapace di guardarlo.

«Perché?» esordì Lori all’improvviso, allontanandosi da Carl. «Perché farla soffrire ancora?» Si avvicinò a Carol, avvolgendola in un abbraccio. Beth sentì il cuore battere così forse da sentirlo rimbombare nelle orecchie. Alzò lo sguardo verso quelle persone che sapeva che sarebbero rimaste con lei fino alla sua morte, quelle che un giorno avrebbe considerato parte della famiglia. Ma non in quel salotto si sentì improvvisamente sola.

«Non eravate pronti» sussurrò, guardandoli ma senza vederli realmente. «Nessuno di voi lo è adesso. Perché è successo troppo presto.»

«Di che cazzo stai parlando?» Shane fece un passo avanti.

«Non siete pronti. Nessuno di voi lo è» sbottò Beth, al limite delle forze. Il polso doleva, gli occhi pizzicavano. «Rick crede ancora che i vaganti siano il problema, Shane è una bomba a orologeria. Daryl, che trattate come un lebbroso, ma non sapete quanto importante diventerà per tutti noi» li guardò uno ad uno. «Carol, non ha idea di quanto diventerà forte, più di tutti noi. E tu, papà, che credi ancora che siano soltanto malati.»

«Ma che cazzo dici?» sbottò Shane, incapace di trattenersi. Fece un altro passo avanti, con una foga tale che Shawn pensò che volesse aggredirla. Si avvicinò alla sorella, frapponendosi tra loro.

«Calmatevi» l’invito di Hershel Greene riuscì in qualche modo a sedare gli animi. «Beth… lei… lei è sempre stata diversa.» Guardò la figlia per ogni parola che andò a pronunciare, alla ricerca della sua approvazione per ciò che stava per dire.

«Lei può vedere le cose prima che accadano» intervenne Maggie, la cui voce non tremava come quella del padre. «Conosce cose… cose che non potrebbe sapere.» Gli sguardi si alternavano tra lei e la sorella minore. «Non lo sappiamo neanche noi come sia possibile, come ci riesca. Ma tutto quello che dice si rivela sempre vero.»

Quando la voce di Maggie si spense, si diffuse un silenzio che riempì tutta la casa. Ma non durò a lungo.

«Stronzate» esordì Shane, guardandoli incredulo, quasi offeso da quello che avevano detto.

«Non è possibile, sono tutte cazzate» disse T-Dogg.

Shane guardò Beth, ferma e silenziosa. Lori osservava con la bocca socchiusa. Non poteva credere a tutto questo. «Ci stanno prendendo per il culo» disse. «Sono pazzi! Quella ragazzina è pazza. Avevano un fienile pieno di vaganti!» Quel bruciore agli occhi sembrò arrivare fino al petto e Beth pregò che la sua voce non si spezzasse. «Ha tentato il suicidio questo pomeriggio!»

Shane guardò Rick. «Quante volte abbiamo visto adolescenti con queste crisi?» si rivolse poi a Hershel. «Quella ragazza ha dei seri problemi.»

«I morti tornano in vita» disse Beth, raccogliendo tutte le forze che aveva. «Perché non potrebbe essere vero anche questo?»

«Dove sono le prove?» la voce di Daryl arrivò all’improvviso alle sue orecchie. Beth si voltò, per rimanere bloccata sotto il getto di quello sguardo.

«Tu lo sai già» disse soltanto e Daryl sentì un brivido gelido lungo la schiena.

«Sapevi di Sophia ma questo non significa niente» disse lui, ignorando la pelle d’oca.

«Tu lo sai già, ma non è ancora successo. Mi crederai, Daryl» assicurò, gelando l’uomo. Ma forse per me, sarà troppo tardi. Lui la guardò, come se cercasse di capire qualcosa di estremamente ovvio che non riusciva a cogliere. E lei lo osservava nella speranza che capisse, che vedesse quello che era stato davanti ai suoi occhi fin dal suo arrivo alla fattoria.

Guardami, Daryl, supplicò. Guardami, non puoi aver dimenticato.

«Sono tutte stronzate» l’esclamazione di T-Dogg interruppe il contatto visivo tra Beth e Daryl, riportando entrambi alla realtà. «Non… non può essere vero.»

«Non lo è, infatti» disse Shane. «Dobbiamo andarcene, Rick.» Beth guardò Rick, rimasto in rigoroso silenzio e all’improvviso, l’ostinazione di Shane, la confusione di Daryl, il dolore di Carol, non la preoccuparono più. Perché era Rick a decidere.

E lui alla fine decise.

«Ce ne andiamo» sentenziò, scuotendo Beth come se qualcuno all’improvviso avesse sbattuto la porta. «Ce ne andremo domattina.» Fece per voltarsi.

«No!» gridò Beth, muovendo un passo verso di lui. «Non potete» sapeva di suonare disperata la sua richiesta e di aver perso tutta la sua credibilità nel momento in cui i suoi occhi si riempirono di lacrime. «Non potete, dobbiamo rimanere insieme!»

«È meglio se tieni a bada tua figlia, Hershel» suggerì Shane, già accanto alla porta.

«Rick» non voleva che la sua voce sembrasse così disperata. «Rick, ti prego» si avvicinò ancora a lui, così vicino da poterlo sfiorare solo allungando il braccio. «Dobbiamo restare insieme.» abbassò la voce. «Siamo tutti infetti.»

Gli occhi chiari di Rick si spalancarono leggermente, ma a sufficienza da permettere a chiunque da capire quanto quelle parole potessero averlo colpito.

«Che cosa hai detto?» mormorò, a bassa voce. «Come… come fai a…?» non completò la frase.

«È quello che fa.» Maggie fece un passo avanti. «Lei conosce cose che non dovrebbe sapere. Qualunque cosa significhi per te quella frase, ora sai che lei non mente.»

«Cosa significa?» domandò debolmente Lori, rivolta al marito. «Che vuol dire che siamo tutti infetti?»

Rick guardò Beth, i suoi occhi azzurri pieni di innocenza e inconsapevolezza. Non conosceva la risposta a quella domanda. «È quello che ha detto Jenner» prese a dire. «Lo ha detto prima di che ne andassimo.» Si voltò a guardare il resto del gruppo. «Siamo tutti infetti.»

Andrea si mosse a disagio. «Che… che significa?» domandò.

«Se muori, diventi come loro» spiegò Rick, guardandola.

«Credevamo… credevamo fosse solo per i morsi» commentò sottovoce Dale, incapace di dire altro, fissando il pavimento.

Calò un lugubre silenzio, spezzato soltanto dal rumore della pioggia.

«Questo non cambia niente» intervenne all’improvvisamente Shane. «Avresti dovuto dircelo, Rick.»

«Non sapevo se fosse vero o no» disse Rick.

«In ogni caso, quello che ha detto la ragazza non cambia niente» continuò l’uomo. «Ce ne andremo.» Fece per muoversi verso la porta.

«No!» gridò Beth, nel vedere T-Dogg e Andrea che lo imitavano. «Non possiamo separarci! Dobbiamo rimanere insieme.»

«Insieme?» domandò con tono di scherno che di certo non era adatto per rivolgersi a una ragazzina. «Insieme a una manica di pazzi e a una visionaria?»

Beth ingoiò quelle parole come fossero veleno. Deglutì, cercando di non farsi sopraffare dalle lacrime che minacciavano di travolgerla.

«Puoi chiamarmi come preferisci» lo guardò, con gli occhi limpidi e puri, ma la voce ferma e tono di sfida. «Ma io ho visto quello che verrà, non tutto, solo frammenti.» Shane assottigliò lo sguardo, facendo uno sbuffo di derisione. «Ho visto un posto, con mura alte e un grande prato e dei cancelli. E ho visto anche voi in quel posto.» Alcuni.

«Beth» l’intervento allarmato di Maggie la fece voltare. Il suo bel volto era deformato dalla preoccupazione. «Un posto…? Che-che posto? Non rimarremo qui?»

Beth batté le palpebre un paio di volte.

«No» disse soltanto, in un soffio ben udibile. 

«Cosa? Perché?» ogni persona in quella stanza osservò Hershel Greene avvicinarsi alla figlia più piccola, le sopracciglia contratte, gli occhi velati di una densa preoccupazione. Il modo in cui fissava Beth, li colpì, era completamente convinto che stesse dicendo la verità.

«Beth» anche Shawn si avvicinò a lei. «Chi hai visto? Noi…» non riuscì a trovare le parole, ma poi aprì nuovamente la bocca. «Noi ci siamo, vero?»

«Io…» esitò. «Ho visto Rick, e Daryl. Carol, Maggie e Glenn.»

«Basta?» domandò tremante. «Ne-nessun altro?»

«Non ricordo altri» confessò lei, in un sussurro.

«E Carl?» la voce di Lori risultò incredibilmente acuta. «Lui c’è, vero? Lui starà bene?»

Shane guardò la donna accigliando, sconvolto che stesse ponendo quelle domande. Rick fissò la moglie e poi Beth.

«Non me lo ricordo» sussurrò Beth, piena di dispiacere.

«Lori, non puoi crederle» Shane si avvicinò alla donna, che si irrigidì. «Si sta prendendo gioco di noi.» Poi si voltò verso Rick, quasi per trovare un appoggio in lui. «Rick, non puoi darle corda. È fuori di testa.»

«Non ti permetto di parlare così di mia figlia» Hershel fece un passo avanti. «Se non le credi, vattene. Non vi voglio nella mia casa.»

«Papà…» tentò di dire Beth, ma venne zittita da un gesto dell’uomo.

«Non ci ha dato alcuna prova, Hershel» disse Shane, moderando il tono. «Questo è un dato di fatto.»

«Perché? Perché non ti ricordi di Carl?» continuò Lori, incapace di trattenersi. «Dove siamo tutti noi?»

«Non lo so» confessò Beth, più in difficoltà che mai. «Non me lo ricordo, non ricordo nessun’altro.»

«Come fai a non ricordarti se c’è o no tuo padre? Tuo fratello?» incalzò lei, troppo preoccupata per il figlio da riuscire a controllare i tremori nella voce. Beth non riuscì ad articolare alcuna risposta. Perché non ricordava? Dov’era suo padre? E Shawn?

«Tu c’eri?» quella voce arrivò improvvisa da un angolo del soggiorno. Beth impiegò un istante per capire che apparteneva a Daryl. Molti voltarono verso di lui, ma lui non distolse lo sguardo dalla ragazza. Sembrava una domanda molto sciocca, così stupida e scontata, eppure…

«Non lo so» disse, portando tutti i Greene di quella casa tremare e scambiarsi un’improvvisa occhiata. Beth non sapeva che luogo fosse, quando ci sarebbero andati, quanto a lungo sarebbero rimasti. Erano informazioni che le sfuggivano.

Daryl fece un passo avanti, i suoi occhi rimanevano incollati a quelli della ragazza, che sentiva i polmoni svuotarsi ad ogni movimento di lui.

«Quanti anni hai?» domandò, e nessuno fu in grado di capire la portata di quella domanda, all’infuori della famiglia Greene.

«Diciotto» Beth rispose senza pensarci, come aveva fatto altre mille volte in vita sua.

«No!» Maggie gridò, avvicinandosi alla sorella come una furia. «Non ne hai diciotto, non li hai mai avuti!» Ora non sembrava più arrabbiata, come se per la prima volta avesse compreso il significato di quella risposta. Era terrorizzata.

«Quanti anni hai davvero?» la incalzò Daryl, distraendo Beth dalla rabbia della sorella.

«Perché continui a dire così?» domandò a sua volta Hershel. «Perché, Beth?»

«Che diavolo importa?» sbottò T-Dogg.

Lei guardò il padre, come se fosse sul punto di mettersi a piangere. Non riuscì a dire niente, incapace di articolare alcuna risposta. Così guardò Daryl e lui, all’improvviso, capì. Beth lesse la consapevolezza sul suo volto.

«Ora hai capito?» sussurrò lei. E Daryl non disse nulla. Ma per lei era una risposta sufficiente. Ora ricorda.

«Beth…» la richiamò suo padre, sfinito, bianco come un lenzuolo. Calò un lungo silenzio, e Beth, consapevole di avere tuttora lo sguardo di tutti addosso, chiuse gli occhi, incapace di dire niente. Quando li riaprì sapeva cosa fare.

«Posso farlo» mormorò. Tutti la guardavano, ma lei parlò con uno soltanto. «Rick, posso darti la prova che cerchi, così saprai che non ho mentito, che ho sempre detto la verità.» Senza aspettare il cenno di nessuno di loro, Beth sparì nello studio del padre, accanto al salotto. Tornò immediatamente con un foglio bianco e una penna.

«Scrivi il tuo nome» disse, porgendo entrambi gli oggetti a Rick. Lui la guardò senza capire. «Scrivi il tuo nome» ripeté e Rick obbedì, senza capire, confuso dall’animosità della ragazza. Quando ebbe finito, Beth prese il foglio e lo passò a Lori, invitandola a fare lo stesso.

«Scrivete qualcosa, quello che vi pare» li invitò, mentre passava il foglio a Glenn. «Tutti quanti.»

«Non ha un cazzo di senso» sbottò Shane, quando il foglio arrivò nelle sue mani. Non scrisse nulla e lo passò a Dale. «Cosa credi di poter dimostrare?»     

Solo quando tutti ebbero finito, Beth prese il foglio tra le mani e scrisse a sua volta, al centro, con un colore differente, un nome. Piegò il foglio con cura, affinché non si leggesse.

«Qui dentro c’è il nome che Carl darà al bambino che Lori porta in grembo.»

Tutto sembrò bloccarsi, nessuno sembrava in grado di respirare. Guardavano Rick, Beth, il foglio che lei gli porgeva.

«Come fai a saperlo?» domandò Lori, in un sussurro.

«Perché l’ho visto» disse Beth con semplicità. «In primavera avrai un bambino e qui» agitò il foglio. «C’è scritto il nome che darete al bambino. Non guardare, Rick» lo avvertì. «Lo farai quando sarà il momento.»

«Non…» Rick non sembrava in grado di articolare una frase, mentre allungava la mano verso il foglio. «…ha senso.»

«Lo avrà, te lo prometto» assicurò Beth, lasciando andare quel foglio.

«Come fai a saperlo?» domandò Lori, avvicinandosi a lei. «Come puoi sapere… nessuno… nessun’altro lo sa.» Solo Beth si accorse che la donna non stava più guardando lei, ma un punto alle sue spalle. Verso Shane.

«L’ho visto» disse soltanto.

«No, devi… devi averci spiato!» Lori sembrava in preda a una crisi isterica. Guardava Rick, in cerca di aiuto, e Beth, come se volesse attaccarla, come se la ritenesse una sporca bugiarda, e anche Shane, come se comunicargli qualcosa che nemmeno lei sapeva. «Come… come ti sei permessa?»

Beth fece un passo indietro, del tutto esposta e impreparata a quell’attacco della donna.

«Basta Lori, calmati» intervenne Rick, ancora stringendo il foglio ripiegato.

«No! Ci sta ingannando! Sta mentendo, ci ha spiato» fece Lori, alzando la voce.

Beth fece un altro passo indietro, la testa piena di pensieri e voci e sussurri spezzati.

Li sentì trascinare i piedi sul terreno fangoso.

Alzò lo sguardo su Rick ancora intento a parlare con la moglie, Lori gli urlava contro, puntando il dito contro Beth.

Affondavano mentre la pioggia martellava le membra putrefatte e penzolanti.

Non riusciva nemmeno più a sentire quello che si dicevano, vedeva soltanto le loro bocche muoversi, mentre Dale si faceva andanti per tentare di calmare la donna e Shane cominciava a parlare a sua volta.

Stavano dicendo qualcosa, ma lei non li sentiva. C'era troppo rumore. Basta, basta smettetela di litigare, non riuscì a dirlo, Beth era senza fiato. Non riesco a sentire, non riesco a capire.

Maggie urlò, per richiamare all’ordine tutti quanti, ma non ottenne altro che spingere Hershel e Andrea a chiederle di smettere di gridare.

Beth premette le mani contro le orecchie, mentre il ricordo di un sibilo assordante tornava prepotente a scuoterla. No, non era un ricordo. Uno schizzo di sangue, in un corridoio bianco e asettico. Una testa che scatta all’indietro.

No, no, è il frammento sbagliato, pensò con disperazione.

Lori urlò più forte, questa volta contro Dale, o Andrea. Non importava, non in quel momento.

«Beth.»

Ignorò tutti quei rumori, premendo più forte le mani contro le orecchie. Doveva ricordare, doveva cercare di capire.

Piedi, pioggia, fango.

Cercò di recuperare quei frammenti, ma questi scivolavano tra le sue dita come acqua corrente. Si stava confondendo.

E schizzi di sangue sulle labbra di Daryl.

No, si stava confondendo di nuovo.

Pioggia, lampi. L’uomo con la benda.

No, no, no. Perché non ci riusciva? Perché era così difficile?

«Stanno arrivando» disse, quelle parole lasciarono le sue labbra incontrollate. Nessuno stava ascoltando.

«Beth.»

Si guardò le scarpe. Chi la stava chiamando? Non importa, non importa. Stanno arrivando. Chi? Quando? Nessuno la guardava, nessuno faceva caso a lei.

«BETH!»

Poi ci fu silenzio. Alzò lo sguardo. Tutti guardavano lei, le mani premute contro le orecchie. Le lasciò cadere.

«Stanno arrivando» disse, e tutti ascoltarono. «Stanno arrivando.»

Vaganti.

Fu Shawn a muoversi per primo, si avvicinò alla finestra e prese a scrutare l’esterno, e Rick fu subito al suo fianco.

«Non c’è niente» sussurrò il fratello, carico di aspettative e timore.

«Non si vede niente» lo corresse Rick. Così aprì la finestra e l’odore e il rumore della pioggia invase la casa. Puntò il raggio di luce della torcia nell’oscurità. «Non c’è niente» confermò, dopo un istante, forse deluso. Tornarono a guardarla.

«Beth, ne sei certa?» sussurrò suo padre, la voce carica di preoccupazione.

«Stanno arrivando» ripeté lei, alzò gli occhi. E incontrò lo sguardo di Daryl. Non aveva mai smesso di guardarla. In un istante capì che era stato lui a chiamarla. Beth socchiuse le labbra, perdendosi in quelle iridi. «Sono qui.»

Rick Grimes venne percorso da un brivido nell’udire quelle parole. Immediatamente un lampo illuminò la notte e poté vedere. Prima ancora che si udisse il tuono, si era già mosso.

«Vaganti!»

 

҉

 

 

Terzo capitolo. I ricordi che confondo Beth sono un riferimento a quello che succederà al Grady Memorial – il sangue sulle labbra di Daryl, la testa che scatta all’indietro. Ma si confonde con un altro frammento, l’uomo con la benda all’occhio. Credo che non sia necessario spiegare a chi mi riferisco. 

Spero vi piaccia, fatemi sapere se vi va, e grazie infinite per le recensioni e chi ha inserito la storia tra preferite/seguite.

A presto, topazio♥

  
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