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Autore: Vanya Imyarek    10/12/2017    1 recensioni
Setne è tornato in vita, ha il potere del Libro di Thoth a disposizione, e Chad e Penelope hanno solo idee piuttosto vaghe sul cosa fare.
Nella situazione più complicata e pericolosa che si siano trovati ad affrontare finora, i due doppiogiochisti si ritroveranno alle prese con morti viventi, divinità imprigionate che tentano di scappare, strategia militare, bambini dai poteri incredibili, e psicologia applicata in pessimi modi.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Servi del Kosmos'
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                                    PENELOPE

           L’ARTE  DELLO  STARE  A  SENTIRE

 

 

 

 

 

La reazione più immediata, sia da parte mia che di Hazelle, fu rimanere in silenzio per qualche istante a fissare Gaia, metabolizzando quello che ci aveva appena detto. Aveva il tono più sconfortato che avessi mai sentito a qualcuno. Ottimo – non dovevo pensare così – non era il momento.

 Ottimo. Il mio piano aveva funzionato a meraviglia.

 “Gaia” fu Hazelle a riprendere la parola per prima, con una dolcezza in cui percepii qualche nota di paura. “Capisco che quello a cui abbiamo assistito sia la scena da famiglia disfunzionale peggiore della Storia, ma …”

 “Non provare a dire che non c’entro niente!” scattò su l’altra. “Io c’entro tutto. Sono io che tengo separati Anubi e sua figlia …”

 “Esistendo”

 Gaia fece un gesto brusco con la mano, come a dire che quello non era importante. “Se non avessi mai assorbito il potere del libro, tutto questo non sarebbe mai successo” “Non è detto …”

 “Sicuramente è così” feci, come se fosse un’ammissione che mi costava. “La presenza di Anubi al ritorno di Sadie avrebbe probabilmente mediato molto prima tra lei e sua figlia, e non ci sarebbe stata quell’escalation di rancore di cui abbiamo visto i risultati …”

 “Penelope, se permetti …” iniziò Hazelle. “E’ stato necessario. Stavo per dirlo, Hazelle. Se Gaia non avesse mai assorbito il libro, tutta questa situazione non sarebbe mai successa, ma noi non avremmo neanche acquisito il controllo degli dei d’Egitto. Non avremmo mai liberato i maghi dalla dipendenza da loro, o dal rischio di abusare dei loro poteri – hai presente quello che è successo a Dakao, sì? – e non avremmo potuto impedire loro di giocare con le vite dei mortali. Non avremmo mai acquisito il potere di attaccare il Campo Mezzosangue … che sarà solo il primo passo verso l’Olimpo. E tutto questo ha richiesto solo che tu bevessi una pozione”

 Gaia tacque, abbassando il volto. Se mi andava bene, stava pensando che certo, lei si era sacrificata, ma non ne aveva tratto niente … né vantaggi per sé stessa, perché avrebbe dovuto vivere come una reclusa da quel momento in avanti, né per gli altri, perché aveva proprio davanti al naso l’esempio di una famiglia divisa proprio a causa delle sue azioni.

 “Ma alla fine a cosa serve tutto questo potere?” bisbigliò. “Io sono la persona più potente al mondo, sono quasi fisicamente tutta la saggezza di un dio, e cosa è cambiato rispetto a quando ero solo Gaia?”

 “Uh … hai acquisito un potere immenso?” rispose Hazelle, come se si trattasse di qualcosa di completamente scontato. Una risposta da vera figlia di Kratos, che però non si rivelò molto adatta a una figlia di Demetra in piena crisi esistenziale.

 “E allora? Cos’ho fatto con questo meraviglioso potere?” sibilò lei. “Ho migliorato la mia vita? Ho migliorato quella di qualcun altro? Ho causato qualcosa di costruttivo? Oppure ho solo causato la distruzione iniziale, senza che ne nascesse niente?”

 “Stai parlando della battaglia al Campo Mezzosangue?” le chiesi stupita – come era possibile che si vedesse quell’avvenimento come pura distruzione, senza pensare al mondo migliore che tutte quelle morti avrebbero sicuramente portato avanti!

“Ti sorprende?” ribatté Gaia – sì, era sempre più arrabbiata! – “Qualcuno ci ha pensato per un attimo che i morti erano tutti ragazzi come noi, lì a combattere solo perché speravano nell’approvazione dei genitori? O eravate troppo presi a festeggiare?”

 La seconda, naturalmente. Forza, Gaia, che restavi in vita a fare per esseri così spregevoli?

 “I genitori in questione sarebbero disposti a far morire sul colpo quei ragazzi per divertimento o per una minuscola offesa” obiettò Hazelle, sollevando un sopracciglio. “Esattamente, che razza di persone potrebbero cercare l’approvazione di genitori del genere?”

 “Qualunque figlio che abbia vissuto senza conoscere sua madre o suo padre per tutta la vita vorrà il suo affetto e la sua approvazione!” sbottò Gaia. “Cercare amore è qualcosa di naturale, ed è solo tragico che per questo qualcuno sia disposto a tollerare un trattamento simile. Noi dovremmo aiutarli, liberarli, non farne una strage per arrivare ai genitori!”

 “Sono loro che restano a difendere quelle carogne …”

 “Prima hai detto di come un figlio vorrà sempre l’approvazione del genitore, per quanto lo faccia soffrire” intervenni. “Non pensi che potrebbe applicarsi anche al caso della dea del ghiaccio? Per farle seguire il padre, potremmo averla tra le nostre fi …”

 “Ma non vi entra in testa niente che non sia una cazzo di strategia?!” fui prontamente interrotta da queste urla. “Vi siete ascoltate? Vi rendete conto di quello che state dicendo? Voi non eravate così! Noi non eravamo così! Noi siamo partiti con il proposito di migliorare il mondo senza le mistificazioni degli dei, liberare i mortali, i maghi e i mezzosangue dal loro lavaggio del cervello, permettere a tutti di avere la felicità che meritavano! E adesso di cosa andate ciancian …”

 “Gaia!”

 Oh-oh. Pareva che urlare a quei livelli avesse attirato l’attenzione di qualcun altro che – giusto per rispondere al discorso della ragazza sull’usare o meno gli altri – mi sarebbe tornato molto ma molto utile. Dakao era piombato nella stanza e ora stava lì, sul vano della porta, a fissare la sua ragazza con aria stralunata. “Dov’eri? Cosa …”

 Gaia guardò a terra e sospirò pesantemente. “E’ stata una pessima idea”

 “Certo che lo è stata!” il demone sembrò riprendersi giusto per scattare all’accusa. “Ti rendi conto di quello che hai fatto? Hai tradito la fiducia di Setne, di tutti noi, hai messo a rischio tutto quello che siamo riusciti a fare finora, e per che cosa? Che accidenti ti è passato per la testa?”

 Gaia sembrava sul punto di scoppiare a piangere. Restò in silenzio cercando di ricomporsi, ma il suo ragazzo non sembrò rendersene conto, perché continuò a insistere.

“Perhcè erano cazzi miei, capito?!” esplose lei alla fine. “Almeno su qualcuna delle mie azioni ho il controllo? Posso?”

 “Ma sei deficiente?! Pensi che il modo giusto di dimostrare che vuoi ‘libertà d’azione’ sia tradirci tutti? Sia liberare un importante prigioniero a caso?”

 “Tu non permetterti di parlarmi in questo modo, non mi sei nemmeno stato a sentire …”

“Ah, io non sono stato a sentire? Non quella che sembra sempre pensare alla tua compagnia come all’ultima spiaggia, giusto perché è bloccata qui e non c’è di meglio in giro?”

 “Ma cosa stai dicendo? Ti pare che sia la situazione da rendere a proposito dei tuoi problemi?!”

 “Oh, che stupido, come ho potuto dimenticare! Gli unici problemi che contano sono i tuoi …”

 “Senti, tu non hai capito un accidente e se intendi star qui a urlarmi addosso e piagnucolare sulle tue stronzate …”

 “Stronzate, eh? Perché chissà come, i tuoi problemi hanno sempre la precedenza. Gli altri? Ah, bazzecole! Come osano pensare a qualcosa che non sia te!”

“Disse quello che si è appena messo a urlarmi contro sen …”

 “Dakao, il tuo amuleto!” intervenne Hazelle.

 Il demone giapponese si era infilato l’amuleto di comunicazione di Setne al collo con una catenella, e adesso brillava come se fosse incandescente. Sospettai che fosse l’equivalente di una dozzina di chiamate non risposte sul cellulare. Dakao sembrò sul punto di mandare al diavolo chiunque stesse cercando di contattarlo – probabilmente volevano essere portati via da Washington – ma poi trovò un buon motivo per ripensarci.

 “Vado a creargli quel portale. Questo posto ha urgentemente bisogno di qualcuno che faccia il suo dovere”

 Ci mollò lì senza un’altra parola. Gaia lo guardò uscire, prese un paio di respiri profondi e tremuli, e scoppiò a piangere. Io e Hazelle accorremmo.

 “Gaia, calmati … non ne vale la pena, è stato solo un gigantesco stronzo …”

 Io preferii mordicchiarmi discretamente il labbro, pur dandole delle amichevoli carezze su una spalla.

 “Non ce la faccio più” mormorò lei. Aveva il tono più stanco che avessi mai sentito a qualcuno. “C’è ancora qualcos’altro che deve succedere?”

 “Uh, sì, Setne deve ancora torchiarti” replicai in tono leggero e scherzoso, come cercando di alleviare l’atmosfera. L’occhiataccia di Hazelle mi informò che avevo ottenuto proprio l’effetto contrario, ovvero proprio quello che volevo. Gaia parve afflosciarsi un attimo, sotto la mia mano.

 “Davvero sono stata così fredda e scostante?” mormorò. “Davvero non penso mai alle emozioni degli altri? Io e Dakao stavamo già avendo dei problemi, ma ho sempre pensato che lui avrebbe dovuto venirmi un po’ incontro … ho sbagliato, vero? E’ colpa mia?”

 Hazelle si affrettò a rassicurarla del contrario, io sospirai a disagio. “Se proprio vuoi la mia sincera opinione, penso che avresti potuto gestire le faccende con lui in modo diverso”

 “Penelope!” mi riprese Hazelle.

 “Ehi, magari quello che sto per dire li aiuterà a cavarsela meglio come coppia, no? Quello che intendo, è che in effetti ti sei mostrata un po’ fredda e scostante con lui. Lo so che la situazione per te è difficile e tutto, ma riflettici, anche lui è bloccato qui. Tu almeno hai tutto l’interesse e la considerazione di noialtri, potremmo dire che tu sia la nostra celebrità …”

 “I ragazzi parlano più spesso tra loro, Dakao incluso, di quanto non facciano con lei” obiettò Hazelle.

 “Metti tutto in proporzione, lei riceve comunque più attenzioni rispetto a noi o Regina. E Dakao è a malapena calcolato. Dal suo punto di vista, mentre entrambi sono impossibilitati a uscire, lei è ammirata e oggetto di attenzioni, lui è solo uno dei tanti compagni di lotta”

 “E questo cosa c’entra? Solo perché lei è il libro di Thoth, i suoi sentimenti non dovrebbero contare?”

 “Certo che contano, ma resta il fatto che lei è diversa dal resto di noi, e bisogna considerare le cose in questa prospettiva”

 “E questo significa che dovrebbe lasciarsi calpestare come giusto prezzo dell’essere così potente? Gaia, se vuoi il mio consiglio, dovresti solo mollarlo. Un tipo così ti porta solo guai”

 “Se io volessi rompere con lui” sbottò lei. “Peccato che io stia cercando di farla funzionare, questa relazione”

 “E allora impara a compromettere”

“E perché dovresti? Lui cosa può darti, a parte un sacco di lamentele?”

 Gaia abbassò di nuovo gli occhi a terra. “Lui era una delle persone più care che avessi. Era gentile, si preoccupava per me, riusciva sempre a farmi sorridere, malgrado avesse passato delle cose orribili. Era una delle persone che ammiravo di più, prima che succedesse tutto questo”

 “E ora, oltre a tutte queste belle cose, ha dimostrato anche di non saperti accettare per quello che sei diventata. Lo so che è dura, ma sei ancora giovane, quelli che trovano l’anima gemella a diciassette anni sono l’eccezione, non la regola …”

 La faccia di Gaia si sarebbe potuta definire in ogni modo, meno che come quella di una che avesse voglia di stare lì a sentirsi dire quelle cose. Mi sorpresi che Hazelle stessa non se ne fosse accorta, per continuare imperterrita sulla sua strada. Alla fine fu il nostro oggetto di contesa a prendere l’iniziativa di sciogliere la discussione.

“Sentite, apprezzo come siate rimaste entrambe a cercare di confortarmi, ma adesso ho bisogno di stare un po’ …”

Un chiasso improvviso la fece interrompere. Un gran vociare dei ragazzi, e urla femminili.

 “Avranno recuperato quella ragazza …” intuì Hazelle.

 Maisie. Non avevo avuto molto tempo per riflettere su di lei, prima, ma in quel momento di relativa distensione, mi si strinse un po’ il cuore per lei. Poveretta, l’intera esperienza doveva essere stata, ed essere ancora, semplicemente orribile per lei: partiva per quella che sembrava una missione non diversa da quelle che capitavano ai semidei quasi tutto il tempo, e una dei suoi compagni spariva nel nulla (che fine aveva fatto Sadie?), lei e quello rimasto scoprivano che quella che credeva un’amica era in realtà una spia dei nemici, e saltava fuori che anche il suo compagno di missione rimasto con lei era una spia. La missione si concludeva con lei catturata, incapace di contattare i suoi veri amici, e trascinata via in pieno territorio avversario. Poteva essere la definizione da dizionario di ‘giornata di merda’.

 Naturalmente mi ero avvicinata alla fonte del vociare in mezzo a tutte queste riflessioni, ed entrata nella stanza da cui provenivano ci trovai una Maisie ammanettata a cui Regina aveva appena finito di legare anche i piedi. La prigioniera di per sé era in piena crisi, in lacrime che ci supplicava di lasciarla andare, anche se di sicuro si rendeva conto lei stessa dell’improbabilità della cosa. Quando mi vide, la sua situazione peggiorò soltanto.

 “Ma cos’è successo? Chi è questa?” chiese esterrefatta Gaia.

 “Non te la ricordi? E’ la ragazza che era con Chad, quella che ci ha scoperti”

 La figlia di Demetra mi guardò confusa un paio di secondi prima di capire – evidentemente, in quei momenti la sua attenzione era stata tutta su Becky. “Oh … è necessario trattarla così?”

 “E’ una prigioniera che se scappasse, consegnerebbe al nemico informazioni incredibilmente dannose per noi” spiegò Luciano, con il tono di chi parla a qualcuno davvero ingenuo. “Probabilmente non possiamo permetterci neppure di lasciarla vivere, tantomeno trattarla con i guanti di velluto”

 Che cosa?!”

Che cazzo stava dicendo Luciano? Uccidere Maisie? Era pazzo? Con chi credeva di star parlando, con gente pronta a uccidere? Lui e Setne stavano freschi, se speravano che quel gruppo di brave persone facesse morire qualcuno, alla faccia di quanto utile sarebbe potuto essere! E a riprova di quei pensieri, quel ‘che cosa’ l’aveva urlato Gaia, non io.

Ormai ero così abituata a cercare dappertutto cose che avrebbero potuto peggiorare l’esistenza di quella ragazza, che pensai subito che se Maisie fosse morta, la fiducia già traballante che la seguace di Setne nutriva nella sua causa sarebbe completamente finita nel cesso; fu immediatamente dopo che mi ricordai che di causare una morte collaterale non se ne parlava, avanti di quel passo e Gaia si sarebbe già ammazzata per conto suo, probabilmente la fiducia sarebbe andata a quel paese solo ascoltando gente come Luciano.

 Restava da sentire Setne … che avrebbe deciso? Sarebbe stata senz’altro una decisione fondata sull’opportunismo, ma quale opportunismo?

 Tornare alla realtà, lì era iniziata una mezza guerra civile mentre io riflettevo sulle sue cause!

 In pratica c’erano Luciano, Hazelle, Mortimer e Dakao che argomentavano a favore dell’eliminazione di Maisie, Gaia che protestava per la vita di lei, Regina che era a metà tra lo spalleggiare quest’ultima e trovare una mediazione, e Calvin non si vedeva da nessuna parte. Io naturalmente scattai a sostegno di Gaia. Stava parlando di come avremmo dovuto essere superiori agli dei …

 “Ha ragione!” intervenni. “Che fine ha fatto l’impegno per un mondo migliore? Mi ricordo un bel discorsetto a proposito di quello, quando ci avete offerto di diventare le vostre spie!”

 “Purtroppo, la realtà e gli ideali non sempre ben si accordano, bambolina”

 Ecco dov’era andato Calvin: a chiamare Setne. Per l’occasione, la divinità wannabe aveva mollato la solita espressione spavalda, esibendone una seria e contrita, da leader che aveva compreso la gravità della situazione ed era pronto a prendere la scelta più difficile. Sì, non c’era verso che Gaia gli rimanesse legata dopo una cosa del genere! No, cazzo, questo voleva dire che Maisie sarebbe morta! Ritirare tutto, dovevo impedire che la facessero fuori!

 “E se sei tu stesso il primo a non aderire ai tuoi ideali, come fai a modificare la realtà?” lo rimbeccò Gaia – ottima risposta.

Setne sospirò. “Ragazzi, capisco benissimo il vostro stato d’animo, e chiedo perdono a tutti voi. Voi siete giovani, è una legge della natura che siate pieni di aspettative di voler cambiare il mondo solo pensandolo; ma io sono più vecchio delle vostre età moltiplicate assieme. Avrei dovuto essere più consapevole, non darvi certe illusioni. Il problema è che il primo che ho illuso sono stato io stesso … per millenni ho visto rivoluzioni che esortavano alla pace e alla libertà porre i propri fondamenti nel sangue e nella repressione. Mi ero illuso che, armato di una simile esperienza, avrei potuto guidare giovani combattenti in qualcosa di completamente nuovo, una rivolta che non si sarebbe macchiata di una singola ingiustizia. Ho peccato di presunzione. Le circostanze forzano le …”

 “Ma potremmo sempre tenerla prigioniera!” interruppi. “Ucciderla non ha senso, otterremmo lo stesso risultato mettendola sotto sorveglianza!”

 “Ha ragione, le basterà augurarle di non uscire mai di qui!”

 “Lo faccio subito! Maisie …”

 “Non basterà” tagliò corto Luciano. “Anche se in tutto quello che le resta da vivere non dovesse mai più metter piede fuori da questo edificio, potrebbe trovare mille metodi alternativi per comunicare con il mondo esterno, o la sua presenza potrebbe essere magicamente rintracciata se prevenissimo anche quello. Lo so benissimo che questa azione non ci rende migliori di quelli che stiamo combattendo …”

 “Sono le altre nostre azioni a farlo” proseguì Hazelle. “E’ il semplice fatto che da soli abbiamo fatto fare enormi passi avanti che sotto gli dei non sarebbero mai stati possibili. E per continuare a farlo, è necessario che sacrifichiamo qualcosa”

 “Abbiamo già ucciso in battaglia” concluse Setne. “E nessuno ha davvero protestato. In ogni caso, il risultato saranno persone morte”

 Ehm, quel ragionamento avrebbe dovuto far sentire meglio Gaia? No, perché sembrava che l’avessero appena presa a pugni. Ebbi la forte sensazione che fino a quel momento, non avendo visto i cadaveri, non avesse riflettuto molto bene sugli effettivi danni da lei causati; Setne aveva appena posto rimedio. Davvero non stava cercando di autosabotarsi?

“E questo lo rende giusto?” ringhiò infatti Gaia. “Solo perché ci siamo già sporcati le mani, è il via libera per farlo a ogni singola occasione?”

 “E’ quello che dobbiamo fare” ribatté Dakao, ed ebbi l’assoluta certezza che avesse preso la sua posizione solo per ripicca verso la fidanzata. “Capisco che per te il concetto di dovere sia difficile da capire, ma …”

 “Seriamente?” Gaia suonava sul punto di saltargli addosso per strangolarlo. “Vuoi metterti a litigare con me sulla vita di una persona?”

A giudicare dall’espressione, il ragazzo non aveva approfonditamente pensato a Maisie come ‘persona’. Ooops, pareva che lo stesse facendo adesso, visto che sembrava non essere più in grado di guardare in faccia uno qualsiasi di noi.

 “Non è argomento su cui discutere, purtroppo” Setne tentò di chiudere la faccenda. “Non si può fare altro, che ci piaccia o no. Mi dispiace”

 “Benissimo” sbottai, sperando in quella che pareva l’ultima spiaggia per salvare Maisie. “Allora, chi fa il boia? Voi? O qualcuno di noi deve offrirsi volontario? Chi ha voglia di farlo? Che metodo vogliamo usare?”

 “Penelope, calmati” mi ordinò Setne. “Penseremo … penseremo anche a questo, d’accordo?”

Oh, si era reso conto della situazione un po’ difficile?

 “Per adesso, Hazelle, accompagnala nella vecchia cella di Anubi – a proposito, che fine ha fatto?”

In effetti era vero, non era da nessuna parte. Luciano ci guardò allarmato. “Non l’avete portato via voi?”

 “La sua bimbetta è partita all’attacco, decisamente non avevamo tempo” ribatté Hazelle. “Pensavamo ve ne sareste occupati voi!”

 “Quindi adesso abbiamo una divinità a piede libero … Dakao, tu sai contrastare la sua magia, vai a recuperarlo, subito” rispose l’ex fantasma. “Hazelle, porta Maisie in quello scantinato, poi torna qui. Ci sono molte cose da disporre. Penelope, tu vai al Campo Mezzosangue, mi spiegherai questa sera perché eri qui in primo luogo. Non stare impalata a fissarmi, vai!”

 Ciao ciao alle speranze di scoprire di che avrebbero parlato, e soprattutto seguire i ‘progressi’ di Gaia. Eseguii.

 Nessuno si era dato particolarmente conto della mia assenza, a quanto pareva. E ironicamente, io ero ancora al punto di partenza, costretta a star ferma lì ad aspettare mentre chiunque altro faceva cose. Non sapevo cosa stessero facendo i seguaci di Setne, non sapevo entro quanto sarebbero tornati Chad e Sadie, non sapevo nemmeno dove fosse Becky. Se non avessi cambiato radicalmente il corso di quella giornata, avrei potuto credere di non essere mai partita da lì.

 Mi venne quasi da ridere. Tutto quel chiasso, ed ero di nuovo al punto di partenza, ad aspettare il responso di quello che stavano combinando altri! Assurdo … fu quasi irreale stare lì al Campo, con gente che mi salutava casualmente come se non me ne fossi mai andata, come se non avessi appena mandato in fumo una parte della loro missione … come se non avessi appena contribuito a causare la morte di una loro amica … non ci avevo ancora davvero pensato, ma la cattura di Maisie poteva essere davvero considerata colpa mia.

 Se io non fossi stata in mezzo alle ragazze di Setne, lei non avrebbe mai pensato che … ma no, Mortimer si era messo a muovere la sua brutta linguaccia subito dopo, avrebbe fatto così anche se ci fosse stato il solo Chad. Ma se in un ipotetico scenario qualcuno fosse riuscito a fermare Mortimer, e io fossi stata ugualmente lì … ma non era andata così! Dovevo smetterla di pensare in termini ipotetici. Era successo quel che era successo.

 E non era detto che Maisie sarebbe morta, no. I seguaci di Setne potevano ribellarsi se confrontati con la prospettiva di essere loro personalmente a eseguire la sentenza, il maledetto principe poteva rendersi conto della cattiva pubblicità, del pessimo stato d’animo della sua seguace (un tempo) più leale … c’erano un sacco di possibilità. Non era ancora morto nessuno. Eravamo ancora in tempo a salvare.

 Chad e Sadie arrivarono qualche ora dopo. Io li avvicinai immediatamente, cercando di scoprire qualcosa sulle loro vicende: Sadie promise che mi avrebbe raccontato tutto prima di filare alla Casa Grande, Chad si limitò a buttarmi un’occhiata stanca e rabbiosa, senza dire niente. Oh dei, intendeva farmela pagare per la faccenda di Maisie? Vero, un po’ di biasimo ce l’avevo anch’io, però non era ancora morta, dannazione! Nessuno obbligava nessuno a farla fuori, potevamo sempre cambiare le idee di quello stronzo! Riservarmi il trattamento silenzioso non avrebbe aiutato.

Evidentemente, lui non la pensava così, visto che quando fu terminata la discussione con Chirone mi evitò di nuovo, sostenendo di essere troppo stanco per avere a che fare con me prima della riunione. Carino.

 Ripiegai dunque su Sadie. La mia amica sembrava altrettanto distrutta, come se fosse invecchiata di dieci anni in quelle poche ore. Per mia fortuna, sembrava molto più disposta allo sfogo. Crollò senza tante cerimonie sull’erba vicino al lago delle canoe, e mi raccontò tutto quello che era accaduto ore prima.

 Chad … aveva voluto trovare un modo semplice e brillante di allontanare Sadie da un posto che in qualche modo doveva aver capito essere pieno di seguaci di Setne, e aveva finito per causarle un senso di colpa immane. Non posso dire che non fui arrabbiata … qualunque ragione avesse lui per tenermi il muso, io stavo iniziando ad averne per dirgliene quattro. E a quanto pareva, i problemi non si erano fermati lì.

Dopo quella sua piccola pausa seguita da trauma micidiale, Sadie aveva avuto nientemeno che un incontro con Anubi e Becky, nello stesso momento per la prima volta. E i risultati erano stati, pure lì, catastrofici.

 Onestamente, non fui tanto sorpresa dal fatto che Sadie avesse rifiutato una relazione in cui avrebbe dovuto giocare alla mamma per una figlia non sua, quanto di come se ne sentisse in colpa.

 “Io ho fatto di tutto perché Walt tornasse da lei” mi spiegò, con un filo di voce. “Non volevo dargli un ultimatum, volevo mettergli in chiaro cosa intendevo fare della mia vita in quella situazione, gli ho detto chiaro e tondo che c’erano pochissime possibilità che io me lo riprendessi. Speravo che avrebbe fatto l’opportunista di nuovo, scelto l’opzione più semplice – tornare da sua figlia. E invece le ha detto in faccia quelle cose, e io ho solo peggiorato la situazione … mi sembra un dannato incubo”

 “Tu non hai niente da sentirti in colpa per questo!” sbottai. “L’hai detto anche tu, hai praticamente cercato di manipolarlo per farlo tornare da Becky. Che colpa ne hai se è troppo scemo anche per cascarci?”

 Lei sorrise debolmente. “Perché una … piccolissima parte di me sarebbe felice se tornasse. Da quando ho scoperto di Becky, mi ha sempre fatto quasi paura pensarci, però mi piacerebbe tornare con lui. E’ stata la mia prima vera relazione, sai? E stiamo insieme da quasi tre anni. Non è una cosa che possa chiudere dall’oggi al domani. Sono stata così felice con lui …”

 “Tu devi fare quello che vuoi. Né io, né nessun altro abbiamo il diritto di giudicarti”

“Ma io posso giudicarmi da sola. E per quello che mi valuto … non hai idea di quanto mi riconosca in Kebechet. Anch’io sono cresciuta senza mio padre, ricordi? Certo, le circostanze erano molto diverse, c’era stata una battaglia legale, ma io ho sempre pensato che lui mi avesse abbandonata per tenere mio fratello con sé. So quanto è orribile quando un genitore che ti è sempre parso come una fonte di amore e sicurezza all’improvviso sembra voltarti le spalle e lasciarti lì al tuo destino. Se a quell’età anch’io avessi avuto poteri su tutto un elemento, sai come mi sarei scatenata per riavere la mia famiglia indietro?”

 “Ed è per questo che per quello che potevi, hai cercato di aiutare la dea” tentai di rassicurarla. “Ma sull’idiozia delle due nessuna può farci niente. Interessanti punti in comune, no? Esperienze simili, dover avere a che fare con lo stesso deficiente … sai che volendo potrebbe essere una base per un buon rapporto matrigna-figliastra?”

 Sadie riuscì a scoppiare a ridere. Per la prima volta in quella giornata, per un breve istante, riuscii a sentirmi davvero bene.

 “Grazie. Ma scherzare non cambierà le cose”

 “No” concordai. “Ma non è detto che non si possano provare altri modi”

 “Appunto” disse lei, mentre una sorta di sorriso iniziava a farsi strada sui suoi lineamenti. “E’ esattamente quello che voglio fare. Basta con la depressione, con la reclusione e le missioni di vendetta. Mi sono lasciata abbattere da quello lì fin troppo a lungo, quando gli altri avevano bisogno di me, e ho finito per inanellare una serie di cazzate. Da questo preciso giorno, mi metto a fare sul serio, e lo giuro sul trono di Ra, rimedierò a tutto, salverò Maisie, e riporterò le cose alla normalità, senza guerre e tragedie, fosse anche l’ultima cosa che faccio!”

 Fu abbastanza meraviglioso vederla così, attiva e determinata come non lo era stata in tanto tempo. Naturalmente le sue parole successive affossarono subito il mio entusiasmo.

“Ho già parlato con Chirone. Abbiamo deciso di tendere una trappola all’esercito di Setne: manderemo un attacco in massa in un luogo a caso, per far credere loro che pensiamo sia il loro nascondiglio, lasciando il Campo apparentemente sguarnito. Loro vorranno approfittarne per attaccare, magari per aspettare lì la spedizione di ritorno, e a quel punto, una combinazione di maghi e figli di Ecate avrà già lavorato a dei sigilli tracciatori da imporre loro, simili a come i mostri rintracciano mezzosangue. Quando il grosso del Campo sarà tornato a sorpresa, loro saranno costretti alla ritirata, e ci segnaleranno loro stessi il loro vero nascondiglio. Bisogna ancora parlarne con altre persone e definire bene i dettagli, ma il piano c’è. Che te ne pare?”

 “E’ geniale” replicai, i miei pensieri già rivolti a come avrei dovuto rovinarlo.

 E sapete, ragazzi, era un buon piano. Credo avrei di gran lunga preferito il suo successo a quello che accadde davvero.

 

 

 

 

 

 

Ladies & Gentlemen,

alla fine Penelope sembra essere l’unica persona disposta ad ascoltare davvero i problemi degli altri, ma di norma lo fa quando vuole spingere qualcuno ad ammazzarsi. Dice molto sulla bella situazione che vige sia al Campo che tra l’esercito di Setne, eh? Scherzi di dubbio gusto a parte, spero che il capitolo vi sia piaciuto, e vi lascio con lo spoiler: nel prossimo capitolo, Becky si rivelerà la persona più matura della situazione.

  
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