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Autore: Llerian    12/12/2017    2 recensioni
▪ Sterek | Malec
01/12 Cinnamon rolls ~ Sterek
02/12 Presidente Meow ~ Malec
03/12 Seriously? You really have to pet her now? ~ Sterek
04/12 Fair ~ Malec
05/12 Biker ~ Sterek
06/12 Cooking Skills ~ Malec
07/12 First Snow Ever ~ Sterek
08/12 Wake Up ~ Malec
09/12 Nursing ~ Sterek
10/12 Confused ~ Malec
11/12 Way to go, Stilinski ~ Sterek
12/12 Short for Alexander? ~ Malec
13/12 Driving 101 ~ Sterek
14/12 Permanent ~ Malec
15/12 Monster ~ Sterek
16/12 Pathetic ~ Malec
17/12 Rivals ~ Sterek
18/12 --
19/12 Anniversary ~ Sterek
20/12 No Falling ~ Malec
21/12 Achoo ~ Sterek
22/12 It's Late ~ Malec
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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12/12/2017 Day Twelve: 1623

La prima volta che Alec scovò il cafè, in una vietta quasi nascosta vicino casa sua, pensò di essere l'uomo più fortunato del mondo. 

Quella mattina si era svegliato tardi e di pessimo umore, peggiorato ancora di più dal fatto che, una volta sceso giù in cucina, si accorse di aver finito il caffè. Dopo la doccia più veloce della storia, si infilò le prime cose che trovò dentro l'armadio, senza nemmeno porsi il problema di abbinare pantaloni e maglione visto che tanto possedeva solo vestiti neri o grigi, e uscì di casa recuperando al volo una giacca e una sciarpa prima di chiudere a chiave il portone d'ingresso. 

Si strinse ancora di più la sciarpa attorno al collo quando il vento pungente di dicembre lo investì appena fuori, il cielo era completamente bianco e sembrava minacciare una nevicata da un momento all'altro. Le macchine scorrevano veloci nella strada trafficata davanti a casa sua - il lato negativo di vivere in centro città - ma c'erano poche persone per la strada, forse dovuto al freddo. 

Dopo una piccola indecisione - andare al supermercato a venti minuti di camminate per poi tornare a casa e prepararselo da solo il caffè, oppure girovagare un po' in giro alla ricerca di un cafè che Alec era sicuro aver visto una volta mentre tornava a casa ma non riusciva a ricordarsi esattamente dove? - decise di farsi una passeggiata e trovare un cafè. 

Si trovò davanti ad un intricato labirinto di viette strette e continuò a camminare, senza una meta precisa. E fu allora che lo vide, situato in mezzo ad un negozietto di vestiti e ad un ristorante ancora chiuso, c'era un cafè con una grande insegna rossa fuori.  

Il locale era piccolo, come si poteva già intuire guardandolo da fuori, ma la massa di gente al suo interno lo faceva apparire ancora più piccolo. L'unica cosa che fece desistere Alec dall'uscire dubito fuori e cercarne un altro, era l'odore di caffè che gli invase il naso. Era un odore amaro, forte ed era esattamente ciò di cui Alec aveva bisogno in quel momento. 

Si mise in fila dietro gli altri clienti e intanto diede un'occhiata al menù posto sopra le casse. C'era un sacco di scelta tra bevande calde, fredde, semplici o esotiche e in più una sezione interamente dedicata a dolcetti e pasticcini. 

"Buongiorno e benvenuto, cosa posso servirti?" chiese il commesso richiamando la sua attenzione dal menù che stava leggendo, la fila era avanzata e toccava già a lui fare il suo ordine. 

"Un americano, per favore," rispose Alec, semplice e veloce, senza aggiungere dolci o qualcosa di specifico all'ordine. 

"Basta così?" gli chiese e alla risposta positiva di Alec, il barista gli sorrise. "Giuro che di solito non è così incasinato come oggi, devo chiederti di aspettare il tuo ordine di là," gli disse indicandogli la piccola saletta dove erano disposti una decina di tavoli - tutti occupati notò. "Posso sapere il tuo nome così appena è pronto l'ordine posso chiamarti?" gli chiese poi prendendo un bicchiere in carta e un pennarello nero in una mano. 

"Alec," gli rispose e il ragazzo annuì. 

"Diminutivo di Alexander?" chiese mentre batteva il totale del suo ordine alla cassa con la mano libera. "Sono due dollari e venti," aggiunse poi. 

"Sì, non mi chiama nessuno con il mio nome intero," spiegò Alec pescando dalla tasca posteriore dei pantaloni il portafogli per prendere i soldi. 

Il commesso annuì e prese i soldi dandogli il resto e lo scontrino. "Arriva subito," gli disse sorridendo, andando a scrivere il suo nome e il suo ordine sul bicchiere. Un attimo dopo stava già servendo il cliente dietro di lui. Alec si spostò e si perse ad osservare il locale. 

Le pareti erano dipinte di un marrone chiaro, con delle piccole venature disegnate che lo facevano sembrare legno, una quantità eccessiva di poster, fotografie e quadri erano appesi ad esse e Alec passò veloce gli occhi su ogni cornice. 

C'era una zona esclusivamente dedicata agli impiegati. Premi come "miglior impiegato del mese", "miglior cameriere del mese" e via dicendo erano appesi in fila e Alec poteva vedere come erano spesso due ragazzi che si ripetevano nei vari mesi. Uno era il commesso che lo aveva servito - la targhetta sotto la sua foto sorridente diceva Magnus Bane - e l'altra invece era una ragazza dai capelli di un arancione acceso e il viso pallido - la sua targhetta invece leggeva Clary Fairchild

I poster invece variavano da quelli di band a lui sconosciute a cartelloni pubblicitari per eventi che si sarebbero tenuti di lì a breve oppure di nuovi prodotti che il cafè offriva, nuova promozioni o scon-- 

"Alexander?" si sentì chiamare  e si voltò confuso. Vide il commesso, Magnus, che teneva in mano un bicchiere di carta decorato a tema natalizio e lo guardava sorridendo. 

Alec si avvicinò al bancone e Magnus gli passò il bicchiere, prendendolo Alec notò che la scritta con il pennarello leggeva Alexander scritto un po' storto ma risultando comunque ordinato e preciso, perfettamente leggibile. 

"Solo Alec la prossima volta," lo corresse lui annuendo poi a mo' di ringraziamento per il caffè. 

"Oh, certo, buona giornata," fece il commesso di risposta e lo salutò prima di tornare a prendere ordinazioni. 
~~~~
La mattina dopo Alec si trovava nello stesso cafè, l'americano del giorno prima era uno dei più buoni che avesse mai assaggiato e aveva deciso che quando la mattina aveva un po' di tempo libero sarebbe andato lì a prendere il caffè prima della sua abituale corsa mattutina. 

Il cafè quella mattina era meno incasinato del giorno prima e Alec non potè che sorridere pensando che avesse avuto un'ottima idea ad andare qualche ora prima rispetto al giorno prima, infatti si ritrovò direttamente al bancone vista l'assenza di fila. 

"Buongiorno e benvenuto, cosa posso servirti?" gli disse una voce da dietro la cassa. Quindi quella doveva essere la frase standard che dicevano a tutti i clienti appena entrati. 

"Un americano, per favore," ripetè il suo solito ordine alla ragazza che era al posto che aveva occupato Magnus il giorno prima. La ragazzina era famigliare ma non riusciva a capire dove l'avesse già vista. 

"A posto così?" chiese la ragazza premendo alcuni tasti sulla cassa e concludendo l'ordine quando Alec rispose positivamente. "Nome?" gli chiese poi sorridendo mentre Alec gli allunagava una banconota. 

"Alec," rispose prendendo il resto e lo scontrino. 

"Arriva subito," lo informò lei scrivendo il suo nome sul bicchiere di carta che aveva appena preso e girandosi verso le macchinette del caffè. 

Alec si trovò un'altra volta a dover aspettare che il suo ordine fosse pronto ma, questa volta vista la mancanza di fila e visto che i clienti erano pochi, il suo ordine fu pronto in poco tempo. 

La rossa lo chiamò ma lui non fece nemmeno in tempo ad arrivare al bancone e prendere il suo caffè che un'altra mano arrivò prima della sua. Magnus, appena entrato nel cafè, prese al volo il bicchiere e un pennarello andando a scrivere qualcosa sopra. Si voltò poi verso Alec sorridendo. "Aveva scritto il nome male, ecco a te," gli offrì il caffè sotto lo sguardo confuso della ragazza. 

Alec si rigirò il bicchiere con la bevanda calda dentro fino a trovare il nome scritto con il pennarello. Alec era ancora ben leggibile ma la c finale era stata corretta con una x, seguita poi da ander

Non potè impedirsi lo sbuffo di risata che gli uscì, alzando gli occhi dal bicchiere e puntandoli su Magnus, scuotendo la testa e uscendo divertito. 

Nel corso dei mesi successivi, conobbe anche gli altri dipendenti. Maia era la cassiera più energica anche alle prima ore del mattino mentre Clary era quella dolce che se sbagliava un ordine o ci metteva tanto tempo a farlo, si scusava almeno venti volte. Raphael era quello che aveva visto di meno dietro la cassa ma la cosa non gli sembrò strana, era scorbutico con i clienti e aveva sempre l'aria di essere a metà tra l'annoiato e l'infastidito. Simon era sempre in cucina, le sue torte erano fantastiche e a volte lo si poteva sentire cantare addirittura oltre la musica che risuonava nel locale. 

Magnus era Magnus. Dopo mesi e mesi ancora si ostinava a sbagliare il suo nome, Alec ormai era certo lo facesse apposta. 

"Ok, ce la puoi fare," lo prese in giro Alec una volta arrivato alla cassa e dopo aver fatto il suo ordine, il solito. "Alec," scandì lettera per lettera quando vide Magnus prendere il bicchiere e il pennarello. Seguì attentamente la mano del ragazzo che si muoveva per scrivere, lentamente stavolta e con le sopracciglia corrucciate, come se stesse facendo il lavoro più difficile della sua vita. 

"Alec," ripetè piano mentre scriveva e quanto Alec era pronto a festeggiare, il tratta che aveva cominciato a fare per scrivere una c si trasformò veloce in una x. "'Xander," finì poi scrivendo il nome per intero. Guardò compiaciuto il lavoro e inclinò la testa da un lato. "No, vedi? È impossibile per me scrivere Alec e basta," disse alzando le spalle con fare innocente e voltandosi per andare alla macchinetta del caffè. 

"Non ci credo, è anche più corto dovrebbe essere più facile," gli disse portandosi una mano ad arruffarsi i capelli e togliere quelli che gli erano ricaduti sulla fronte. 

"Non so," disse Magnus facendo partire la macchinetta e incrociando le braccia al petto. "Forse dovresti provare a darmi il tuo numero di telefono, quello sono sicuro di riuscire a scriverlo bene," voltò il viso verso di lui e gli fece l'occhiolino, guadagnandosi un'alzata di sopracciglia da Alec come risposta. 

Che poi Alec cominciò a dettare veloce il suo numero di telefono, nessuno deve saperlo. 

 
Salve! La scena "Alec...xander" è presa direttamente da Harry che, scrivendo una lettera per Valentine da parte di Magnus, si firma con "Mag" poi ci pensa un po' e aggiunge "nus", la cosa mi ha fatto morire dal ridere nonostate fosse un po' una stronzata AHAHAHA 
  
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