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Autore: cabin13    12/12/2017    1 recensioni
|SoMa||TsuStar||KidLiz|
❤Rosso ~ Sangue:
"E poi il sangue rosso di Soul schizzò sul suo volto, sul pavimento, sulla spada demoniaca, ovunque..."
🔶Arancione ~ Maglietta:
"Gli dei non sono portati per le sorprese verso i comuni mortali, di solito sono loro quelli che dovrebbero farle alle divinità - dannati amici che gli avevano fatto venire l'idea."
💛Giallo ~ Girasole:
"Non c’era nessun allarme pronto a scattare, nessun sistema di sicurezza da eludere, nessuna necessità rubare per sopravvivere, nessuna sirena di polizia alle loro calcagna. [...] In compenso a tutte quelle migliorie c’era da sopportare uno shinigami con ossessioni davvero fastidiose."
💚Verde ~ Tè verde:
"Era una cosa solo sua e di Maka, che gli altri non potevano capire [...]. Era una loro piccola usanza che negli anni si era consolidata, uno dei rari impercettibili gesti affettuosi della bionda."
💙Azzurro - Stella e cielo:
"La ragazza si sentiva come una piccola stella che aveva imparato a brillare proprio grazie alla temuta notte nera [...]"
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Death the Kid, Maka Albarn, Soul Eater Evans, Tsubaki | Coppie: Black*Star/Tsubaki, Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stella e cielo


[TsuStar]

“Se io sono il cielo nero, tu sei le stelle luminose, Tsubaki.” Le aveva detto così, quella sera in Giappone.

Black*Star non era certo un tipo romantico che ammetteva i propri sentimenti apertamente, perciò la ragazza era rimasta fortemente colpita da quella frase.

Stava un po’ a significare che lei, forse, era la parte migliore di lui. E che entrambi dipendevano l’uno dall’altra, come le stelle hanno bisogno del buio per splendere e alla notte servono gli astri per non far paura.

Quella sera, la giovane stava passeggiando per Death City senza una meta precisa, teneva il naso fisso per aria non prestando attenzione a ciò che incrociava per strada. Tutto il suo interesse era catturato dalla distesa cobalto che si estendeva a perdita d’occhio.

Era un indaco totalmente differente da quello che caratterizzava il mare: il cielo era più luminoso, racchiudeva migliaia di sfumature in più. Dall’alba al tramonto il suo cambiamento di tonalità non si arrestava mai, dal rosato all’azzurro pallido, dal vivido turchese al tenue lilla. E la notte si tingeva di un cupo blu tetro e quasi nero.

Black*Star aveva definito se stesso come “cielo buio”, ma era tutt’altro che oscuro. Sotto il tatuaggio che lo marchiava come spietato assassino del Clan della Stella si nascondeva un animo sincero, coraggioso e anche affettuoso. Oltre a una spropositata mania da megalomane, certo.

Negli anni, Tsubaki aveva iniziato ad associare al suo maestro d’armi tutte le emozioni positive che provava; la causa di queste era sempre stato – a volte anche involontariamente – lui. Era sempre stato presente.

La ragazza si sentiva come una piccola stella che aveva imparato a brillare proprio grazie alla temuta notte nera, soltanto per merito del giovane era diventata ciò che era.

Si arrestò di colpo. I suoi occhi erano concentrati su un puntino azzurro, lassù nel firmamento. Si faceva fatica a notarlo, la sua luminosità era davvero flebile comparata alle altre costellazioni – Cassiopea, il Grande Carro, Orione*. Eppure brillava.

Quel minuscolo astro insignificante era sostenuto dalla grande volta celeste, il cielo le donava la sua tonalità turchina.

Le persone che sarebbero passate l’avrebbero presa per matta a vederla ridere così, in piedi in mezzo alla strada deserta, tra i lampioni fulminati non funzionanti e con lo sguardo puntato all’insù.

Tsubaki non ne aveva potuto fare a meno, di sorridere. Quella situazione rispecchiava lei e Black*Star, il suo cielo.

C’era gente che associava alla speranza il colore verde, invece per lei era l’azzurro che colorava quella stella. L’azzurro del cielo. E lo stesso azzurro turchino che componeva la zazzera spettinata del suo adorato compagno, il suo sostegno.

Era il firmamento che li accomunava, la rappresentazione perfetta della loro unione.

Un pensiero improvviso le colpì la mente, si voltò di scatto e prese a camminare nella direzione di casa con passo spedito. Sembrava che da un momento all’altro potesse iniziare a correre a perdifiato.

Senza nemmeno farci caso, si portò una mano al grembo e lo accarezzò piano. C’era un rigonfiamento appena appena accennato, piccolissimo come l’esserino dentro di lei.

L’unione perfetta tra un cielo ed una stella.

Sora*Star°.

Loro figlio.

*Orione, Cassiopea e il Grande Carro sono le uniche costellazioni che riesco a trovare io nel cielo, ecco perché le ho inserite ^^

Hola gente

Rieccomi qui con il quinto capitolo!

Non ha minimamente senso, lo so, e credo che faccia anche piuttosto cagare... Povera Tsubaki, sembra una stordita in questa OS! >_<

°il nome Sora in giapponese vuol dire "cielo" e io personalmente lo adoro. Sora*Star secondo me sta abbastanza bene per simboleggiare l'unione tra il cielo e una stella, spero che non  suoni bene solo a me, altrimenti so già che per Natale dovrò farmi regalare una visita pschiatrica (o un libro elementare di scrittura, a voi la scelta.. XD)

Si è capito che Tsubaki è incinta da poco, e ci tengo a precisare (ma spero si capisca dai termini che ho usato nel testo) che lei e Black*Star non sono prossimi ai trenta (?) come età, ma sono ancora abbastanza giovani ^^'

Bene, dopo questi deliri assurdi ringrazio Crissy_Chan che ha recensito lo scorso capitolo e ringrazio anche chi ha messo la storia tra le seguite/preferite (sperando che dopo questo capitolo la seguano ancora...)

Ringrazio chi lascerà una recensione o anche chi leggerà e basta

Alla prossima gente

Adios

   
 
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