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Autore: LilyBennet    13/12/2017    1 recensioni
Hermione Granger e Draco Malfoy sono follemente innamorati. O almeno così sembra.
Ai due è stata sbadatamente somministrata una pozione d'amore, che finisce per avvelenarli entrambi e causargli dei brutti effetti collaterali. Con il viso di un sinistro color viola lei, e delle disgustose pustole verdi su tutto il corpo lui, si ritrovano a condividere la stessa sorte ad appena un letto di distanza, separati da una sottile tendina dell'infermeria. Non ci vuole molto a capire cosa abbia spinto i due eterni nemici ad agire in un modo così insolito, ma ormai il danno è fatto, e tutta Hogwarts li ha visti girare mano nella mano e scambiarsi tenere effusioni.
In una scuola dove niente rimane segreto troppo a lungo, i due caposcuola si ritrovano a dover far fronte a pettegolezzi di ogni genere, fidanzati gelosi, e rivalità tra case che perdurano da secoli.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Dean/Ginny, Draco/Hermione, Draco/Pansy, Harry/Ginny
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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« Ti è dato di volta il cervello?! » sbraitò Daphne, mettendo in mostra i denti bianchissimi in modo decisamente poco elegante.

« Potrei farti la stessa domanda, Greengrass » e giù un'altra fattura mai sentita prima, parata prontamente da tutti e tre i ragazzi.

« Draco, fermati! » strepitò Blaise.

« Cosa ti sei inventata?! » sbroccò il biondo, interrompendo il flusso di maledizioni sconosciute. Zabini colse l'attimo e gli balzò davanti, tenendolo fermo e cercando di impedire che la Serpeverde si vedesse costretta a correre in infermeria, perchè una sua versione in miniatura le stava spuntando tra le scapole.

« Cosa le hai messo in testa?! » domandò con insistenza Malfoy.

« Sei matto! » gli strillò contro Daphne. La consueta velenosa delicatezza adottata in assenza di Pansy era ormai andata a farsi benedire, e adesso la ragazza si stava rimboccando le maniche della divisa nella prospettiva di dare inizio ad una scazzottata.

« Io sarei matto?! »

« Sì! »

« Io sarei matto?! » ripetè oltraggiato il biondo.

« Calmatevi tutti e due! Draco, smettila di urlar... Daphne posa subito quella sedia! » intervenne Theodore, cercando di placare la ragazza.

« Togliti di mezzo, o te la spacco in testa » lo minacciò.

Ormai tutti i Serpeverde non occupati con le lezioni o con lo studio erano accorsi nella sala comune per assistere a quella sembrava essere la più memorabile rissa dell'anno.

« Tu sei matta! » la accusò Draco, come se nel frattempo la ragazza non si fosse allontanata per andare a reperire un'arma contundente, e non avesse preannunciato di volerla usare su Theodore « sei andata a dire a Pansy che l'aspettavo! Ti toglierei dei punti, se solo non ci fosse in ballo la coppa delle case! » sbraitò su tutte le furie.

Daphne, che dopo essersi sentita dare della pazza aveva già caricato il colpo, venne subito messa in allarme dall'ultima accusa. Abbassò lentamente il suo armamento, e tutta la folla rimase con il fiato sospeso – conoscendo il caratterino della purosangue, gran parte di essa si aspettava di vederla correre incontro a Malfoy, non appena costui avrebbe abbassato la guardia, per tirargli un bel cazzotto sul naso. Ma Daphne rimase immobile al suo posto, anche quando il caposcuola smise di opporre resistenza a Blaise, messosi in mezzo per evitare che ci scappasse il morto.

« Di che stai parlando? » gli domandò a denti stretti «io non le ho suggerito assolutamente nulla »

Le sue dita le prudevano per la voglia di schiaffeggiarlo. Non appena gli altri alunni intuirono che si trattava solo di uno dei tanti momenti di pazzia di Pansy Parkinson, abbandonarono la sala comune emettendo gemiti delusi. Nulla di nuovo o fuori dal normale.

« Lei mi ha detto che avevate usato una specie di linguaggio segreto tra donne, e che tu le hai fatto capire che l'aspettavo a braccia aperte »

Draco guardava Daphne, Daphne guardava Draco. Blaise e Theo si scambiarono uno sguardo confuso, prima di sollevare le spalle spaesati.

« E' successo di nuovo »

« Che cosa? » si intromise Blaise.

« Ma non ci credo, pensavo che l'avesse già superata quella fase »

« Che fase? » domandò Theo.

 

 

 

 

Era andato a prenderla subito come aveva terminato la sua lezione di Cura delle Creature Magiche, non voleva perdere tempo.

Non aveva bene idea di come avrebbe gestito la situazione in seguito, ma per il momento aveva deciso semplicemente di mungere la vacca finché dava latte.

Com'era strana la vita: un attimo prima sei triste e solo, ti stai struggendo per un amore in impossibile, e un Confundus dopo sei felicemente fidanzato con la ragazza dei tuoi sogni. Chi avrebbe mai potuto dirlo? Beh, l'intera Hogwarts non di certo.

Tutto era iniziato il pomeriggio del giorno precedente, quando Vincent Tiger facendosi un giro tranquillo per i corridoi, aveva scorto la ragazza vagare senza una meta ben precisa e con lo sguardo vuoto. Le si era avvicinato senza tuttavia sperare di ricevere molto oltre un solito “idiota”, e invece, con sua enorme sorpresa, la ragazza gli aveva gettato le braccia al collo e l'aveva baciato. Così su due piedi non riuscì a capire perchè mai, colei che l'aveva sempre disprezzato, adesso lo chiamasse “tesoro mio” e gli stesse ricoprendo il viso di baci; intuì le dinamiche solo quando Pansy affermò di non ricordarsi più come giungere alla torre di Grifondoro, dove c'era il suo dormitorio.

Tiger non eccelleva di intelletto, ma non era un completo cretino – dopotutto c'era un motivo al suo smistamento in Serpeverde – e constatò tristemente che fosse tutto merito di un Confundus.

Ma in ogni caso aveva deciso di battere il ferro finchè caldo, ed è così che si arriva al momento in cui tutti lo videro allontanarsi dalla casetta di Hagrid, mano nella mano con il prefetto verde argento.

 

 

 

 

Quando Terry Steeval incrociò Hermione Granger con le guance di un sinistro color rosso scuro, poteva immaginarsi di tutto – che Madama Chips non fosse riuscita a guarirla interamente, che qualcuno avesse messo in dubbio le sue capacità... – ma di certo non la portata dei pettegolezzi che le erano giunti alle orecchie. Aveva sentito che si sospettasse una tresca nascosta e che Ron l'avesse lasciata proprio per quello, ma era all'oscuro di tutte le altre, quelle che la stavano facendo vagare con la stessa espressione furiosa che era solita vedere a Piton.

« Ciao, Hermione » la salutò. Il viso di lei non lasciò trasparire alcuna emozione.

« Ciao »

Terry assunse un'aria costernata, per evitare che la caposcuola capisse di esserle andata incontro soprattutto per valutare il suo livello di disperazione per la fine della sua relazione – inversamente proporzionale alla veridicità dei pettegolezzi più chiacchierati.

« Ho saputo della... »

« Della mia relazione ancora non terminata ma spacciata come tale? Sì, ho saputo anch'io » lo interruppe lei adirata. Terry boccheggiò, colto alla sprovvista dall'atteggiamento della Grifondoro.

« Oh, perdonami, io... »

« avevi sentito il contrario? » riprese Hermione « Sì, anche a me è stata riferita una cosa del genere »

Terry si pentì amaramente di averla avvicinata, e Hermione si sentiva risentita con i tre quarti dei maghi che camminavano per Hogwarts.

Non aveva idea di tutte le fesserie che erano state messe in circolo – c'era chi diceva che lei avesse stregato Malfoy con un qualche incantesimo sconosciuto (« Passa così tanto tempo in biblioteca ed è tanto apprezzata dai professori, che le risulterebbe semplice riuscire a rimediare un permesso per il reparto proibito e cercare un qualcosa che faccia al caso suo »), chi era sicuro che Malfoy la tenesse in ostaggio, chi spergiurava di averli visti mano nella mano più e più volte durante i sette anni e, quelli che all'inizio di tutto quel trambusto li davano già con un piede nella fossa, si divertivano a cavalcare il filone della morte affermando che la Granger avesse già perso due bambini del Serpeverde – e non sapeva nemmeno come ne sarebbe uscita, ma di una cosa era più che certa: era tutta colpa di Malfoy.

Se Malfoy, alla fine del suo sesto anno, avesse deciso di fare i bagagli e cambiare suola, non avrebbe partecipato alla festa di inizio anno, nessuno avrebbe tentato di farlo invaghire e lei non ci sarebbe finita di mezzo; se quella pozione fosse finita in un altro bicchiere, lei non sarebbe stata vista da nessuno mentre amoreggiava col suo peggior nemico e, di conseguenza, nessuna voce raccapricciante sul suo conto sarebbe stata messa in giro.

E ora Terry le stava parlando sempre per colpa di Malfoy.

Sempre, e solamente, colpa di Malfoy.

« Senti, Terry, io non ho idea di che razza di stupidaggini ti abbiano ficcato in testa, ma no: Ron non mi ha ancora scaricata, io non sono finita al creatore – ma ora come ora avrei preferito farlo – tra Malfoy e me non c'è nulla che vada oltre al ribrezzo e all'astio, non mi sposerò né a marzo, né mai e, soprattutto, io non sono incinta! » gli spiegò lei frustrata. Man mano che negava tutte le calunnie che la vedevano protagonista, si era avvicinata sempre di più al Corvonero, gli aveva posato le mani sulle spalle, e aveva finito per scuoterlo malamente.

« Va bene, d'accordo » tentò di calmarla « starò più attento a ciò che si vocifera »

« Vorrei ben vedere » replicò la ragazza allontanandosi.

« Stasera farai la ronda? » domandò Terry, cambiando repentinamente discorso, prima che alla caposcuola venisse in mente qualcos'altro che l'aveva fatta andare su tutte le furie e decidesse di schiaffeggiarlo.

« Sì, ovvio, è il mio compito. Ora, se non ti dispiace, avrei da affrontare una discussione » si congedò Hermione accigliata.

Terry non poteva sapere di chi parlasse, ma in qualsiasi caso, sentiva di provare una certa compassione per costui.

 

 

Quando arrivò alla torre di Grifondoro si sorprese di trovarla praticamente vuota: tutti erano ancora a lezione o in giro per il castello, a guardare gli allenamenti di quidditch, o a prendere il sole sulle rive del Lago Nero.

Salì i gradini che portavano ai dormitori maschili a due a due, ma quando aprì la stanza di Ron e Harry la trovò evacuata; non le rimase che tornare dal suo amato Grattastinchi, che non vedeva da una settimana, e leggersi un buon libro.

Si accoccolò sul letto con il suo gatto che le faceva le fusa, ma invece che mettersi a leggere, si assopì.

 

 

 

 

Vincent Tiger ignorava totalmente cosa prediligesse il gentil sesso. Ignorava maggiormente cosa prediligesse il gentil sesso dopo essere stato colpito da un confundus.

Aveva pensato di portarla a fare un giretto nell'orto di zucche di Hagrid, ma temeva che Pansy non avrebbe gradito; dopodiché gli era balenata in testa l'idea di passeggiare nella foresta proibita, ma aveva paura di incontrare qualche creatura magica e di sfigurare davanti la sua temporanea ragazza; infine aveva optato per un luogo che, quantomeno, uno dei due avrebbe apprezzato: il campo da quidditch.

Lui si sarebbe divertito ad assistere ai suoi compagni di casa, Pansy gli avrebbe per forza di cose rivolto la parola più e più volte, non conoscendo nemmeno mezza regola di quello sport e, come prima cosa, il suo rivale numero uno non sarebbe stato presente.

Draco Malfoy, dopotutto, era appena tornato da un lungo ricovero di una settimana, e dopo aver rischiato di venir internato al terzo piano del San Mungo per avvelenamento da pozione, era stata decisione comune di tutta la squadra Serpeverde di lasciargli un giorno in più di ferie – in altre parole, temevano che quel brutto episodio potesse compromettere la sua concentrazione in campo e i suoi riflessi.

Tiger aveva deciso di tenere la ragazza il più lontano possibile dal cercatore, per paura che vederlo o avere uno scambio di sguardi potesse riportarle alla mente tutto, e quale posto migliore di uno dove era sicuro di non trovarlo?

E così la confusa Pansy l'aveva seguito fino al campo, era salita sulle tribune assieme a lui, e si erano posizionati non tanto lontani da un gruppetto di ragazze Serpeverde del quarto anno, e da delle Tassorosso del sesto.

E fu proprio questo il passo falso.

Tiger non udì assolutamente nulla, essendo molto preso dai ragazzi sulle scope che svolazzavano qua e là, ma sfortunatamente Pansy sì. Aveva tentato di farsi piacere quello sport, ma al quarto “perchè quello lì sta inseguendo quell'uccellino dorato?”, con conseguente risposta: “non è un uccellino, è un boccino... oh, guarda e basta!” si era stancata e aveva preso ad ascoltare le altre studentesse. E l'argomento delle loro conversazioni sembrava essere molto interessante.

 

« ...Sì, ho sentito che si sono lasciati » disse una ragazza dai capelli neri.

« Davvero? Beh, non mi sorprende. Sono più stupita che con quel gran palco di corna sia riuscito a passare senza difficoltà attraverso le porte » ironizzò su l'altra.

Una terza, estranea a tutti i fatti, si intromise curiosa.

« Ma di chi state parlando? »

« Della Granger e di Weasley, ovviamente » rispose quella con i capelli corvini « non hai saputo? La sangue marcio lo tradiva con Draco Malfoy »

Pansy percepì il cuore cominciare a picchiarle forte in petto.

« Draco Malfoy? Quel Draco Malfoy? »

« Quanti vuoi che ne esistano? Il solo e unico »

 

Pansy Parkinson, nonostante la fresca brezza che preannunciava l'arrivo dell'autunno, cominciò a sudare copiosamente. Sentiva di avere qualcosa a che fare con quella faccenda, ma non si ricordava perchè. Nel frattempo, il trio di pettegole verde argento, nemmeno si era accorto della sua presenza

e del fatto che avesse la sua più completa attenzione.

 

« Si pensa che i due si siano dilettati a vicenda dal quinto anno, da prima

ancora che lui lasciasse la Parkinson »

 

Nella mente del prefetto fu come assistere ad una pellicola cinematografica: ogni dettaglio della sua storia d'amore con il biondo Serpeverde le passò davanti agli occhi, da quando si erano scambiati il primo bacio, a quando lui l'aveva scaricata malamente. Al quinto anno.

Improvvisamente Pansy ricordava tutto, e sentiva che il fiato le stava mancando.

 

« Ho sentito dire che lui le abbia addirittura già presentato i suoi genitori. Poveri coniugi Malfoy, vi immaginate che colpo? »

« Deve essere stato orribile »

Se solo Tiger non fosse stato tanto preso dagli allenamenti avrebbe notato che la sua – ormai – ex ragazza era entrata in iperventilazione.

« Voci di corridoio dicono anche che lei sia rimasta incinta »

Pansy, nel mezzo di un attacco di panico e di una crisi di nervi, all'udire quella notizia si accasciò a terra, senza sensi.

 

 

 

 

Hermione saltellava allegra in direzione della guferia. Non sapeva esattamente a chi dovesse inviare la missiva, né cosa avesse da comunicare, ma non si fermò. Sentiva di dover correre verso di essa, senza tuttavia comprenderne il motivo.

Salì i gradini a due a due, canticchiando una canzoncina di una pubblicità vista alla televisione, quando ancora era a casa con i suoi genitori, ma quando raggiunse la cima, la voce le morì in gola. Una figura slanciata e ben vestita era alla finestra; le dava le spalle, e con un piccolo colpo di fortuna lui non si sarebbe accorto del suo arrivo. Al diavolo la lettera, avrebbe sempre potuto spedirla un altro giorno, quando magari tutti i gufi sarebbero stati di ritorno – visto che in quel momento, fatta eccezione per il Serpeverde, la guferia era vuota.

Si voltò lentamente, ma dove fino ad un attimo prima c'erano le scale, adesso c'era un comune pavimento di pietra.

« Non puoi andartene » le fece notare una voce serafica. Hermione strizzò gli occhi per il nervoso.

« Perchè mai? »

« Perchè sono intrappolato nella tua testa » replicò lui « per sempre »

Hermione lo guardò annoiata.

« Sì, davvero molto divertente. Cosa devo fare per farti sparire, allora? » gli domandò con impazienza la Grifondoro.

« Non te lo dico »

Hermione era sempre meno incline a scherzare. Estrasse la bacchetta da una tasca del mantello e la puntò contro Malfoy, che tuttavia non si scompose.

« Penso che siamo partiti con il piede sbagliato, sette anni fa » le disse con tutta tranquillità, quasi la ragazza non avesse mosso un muscolo.

« Chissà come mai » replicò la caposcuola.

« Perchè tu sei una schifosa sangue sporco » le rispose lui, come se avesse fatto un'innocente constatazione sul tempo. Dalla bacchetta di Hermione scaturì un flusso di scintille rosse, ma Draco, invece che cadere a terra svenuto, andò avanti a guardarla impassibile.

« Ah, certo, va' avanti a scagliarmi tutte le fatture che vuoi. Tanto non ti sveglierai finchè non lo vorrò io »

Il battito di Hermione accelerò per la paura: un Malfoy imbattibile, doveva essere un incubo.

« Cosa vuoi da me?! Tu non sei reale! » gli urlò contro lei « Ron! Aiuto! »

Draco roteò gli occhi per la seccatura.

« Non può sentirti, Hermione. Tu stai sognando »

Il peggior sogno della sua vita.

« Ero venuto qui per risistemare un po' le cose, visto il disastro combinato dal me-principe fino ad ora, ma vedo che ancora tu non sei né pronta, né hai intenzione di credere che io sia più vero di quanto sembri » constatò Draco allontanandosi dalla finestra e girando un po' per la stanza.

Hermione lo guardò confusa.

« Tu sei solo il frutto di un incubo » gli disse con un filo di voce.

« Ed è qui che ti sbagli, mia cocciutissima Grifondoro » la corresse il biondo « io sono quello che Draco ha sempre cercato di celare, io sono la sua parte sentimentale dietro alla maschera »

La caposcuola non comprendeva, come poteva, dopotutto? Nemmeno gli credeva.

« Tu non mi credi »

« No, non ti credo »

Malfoy rise sommessamente.

« Lo sapevo. Beh, Hermione, cosa devo fare per dimostrarti che io sono la sua mente? »

La grifona si guardò attorno spaesata: effettivamente non c'era un modo.

« Penso che sia ora che tu ti svegli » le disse Draco, proprio ora che la ragazza voleva restare ancora un po'.

« No, aspetta! » lo pregò lei.

« Aspetta? Ti stai già interessando a me? Beh, è stato semplice » commentò ironicamente il Serpeverde.

Le guance di Hermione si colorarono di rosso per il nervoso.

« Certo che no, Malfoy! E' solo che voglio fare un po' chiarezza » spiegò pestando i piedi.

« Ne avremo di tempo per fare chiarezza » la rassicurò lui « per ora ti basti sapere che da poco ho scoperto di non avere alcuna babbanite e di essere stato calunniato da dicerie che ti vedevano incinta, messe in giro proprio da quella sottospecie di idiota di Weasley; che l'ho appena sorpreso passeggiare nei pressi delle cucine, e che l'ho schiantato »

Hermione boccheggiò.

« Ma questo non prova nulla! Potrebbe anche essere frutto della mia mente » contestò.

« Vuoi altre prove? Bene » ringhiò lui spazientito « stasera sorprenderò due dei tuoi, Dennis Canon e un altro marmocchio che non conosco, sproloquiare a proposito di una nostra possibile storia d'amore segreta e che gli toglierò ben trentacinque punti a testa. Proprio sotto ai tuoi occhi »

« Ma... »

« Svegliati! Hai una relazione da troncare e un ragazzo da far rinvenire! » strepitò Draco con urgenza!

Proprio come nelle altre volte, Hermione si sentì improvvisamente più leggera, e tutto ciò che la circondava cominciò a perdere di consistenza.

 

 

Si risvegliò di colpo, come dopo aver fatto un incubo. Calì e Lavanda erano già tornate, e non appena la videro riaprire gli occhi si zittirono.

« Oh, sei sveglia! » esclamò Lavanda con falsa premura.

Hermione balzò in piedi in tutta fretta, doveva sapere.

« Ehi, ehi, fermati un attimo, non vi fa bene essere stressati » disse precipitandosi verso la caposcuola.

« Io non sono incinta » puntualizzò Hermione arrabbiata « e non ho nemmeno una relazione con Malfoy. Quindi potete anche smetterla di calunniarmi » ringhiò, prima di spalancare la porta e correre verso le cucine.

 

 

Quando raggiunse il corridoio indicatole dal Malfoy in sogno, ed effettivamente scorse qualcuno sdraiato a terra, ebbe quasi un mancamento.

Ron Weasley giaceva svenuto in mezzo all'androne, a pochi passi dal quadro della pera che ride. Gli si avvicinò velocemente, gli puntò contro la bacchetta e lo risvegliò.

Il ragazzo si mise a sedere, nemmeno la notò, e si stropicciò gli occhi stancamente. La bacchetta gli era scivolata dalla tasca durante la caduta, e si affrettò ad afferrarla.

« E' stato Malfoy? » domandò Hermione senza troppi preamboli.

Ron si spaventò, e istintivamente scagliò il primo incantesimo che gli attraversò la mente, prontamente bloccato dalla ragazza.

« Hermione? » esclamò il portiere « scusami, non volevo »

« E' stato Malfoy? » ripetè la ragazza con freddezza. Non le interessava sapere altro.

« Sì » Hermione ebbe la sensazione che le gambe non riuscissero più a reggerla « E' impazzito, ha iniziato a farneticare a proposito di certe dicerie che io avrei messo in giro. Sapevo che non avesse tutte le rotelle al proprio posto, ma non immaginavo che fossero così tante »

« Perchè esistono davvero delle voci secondo cui tu abbia raccontato un sacco di scemenze su me e lui! » strepitò Hermione, aiutandolo ad alzarsi.

Non poteva essere colpa di Ron, dal momento che lui nemmeno ne sapeva l'esistenza!

La caposcuola ringraziò di aver scelto di non precipitarsi a sbraitargli contro sin da subito, ma di aver preferito rimanere nel dormitorio ad attendere il suo ritorno.

« Come? E cosa dicono? » domandò seriamente incuriosito il “re”.

« Che io e Malfoy abbiamo... oh, ma che importa! Abbiamo un discorso serio da affrontare io e te! » gli ricordò Hermione.

Giusto, il discorso serio. Ron per un momento aveva sperato che non se lo ricordasse.

« Sì, dunque... questo discorso serio... » cominciò incerto Ron, cercando di pensare in fretta a cosa dire « Sai, Hermione, io e te ci conosciamo da tanto tempo. Siamo stati amici, molto amici, ne abbiamo passate parecchie insiem... »

« E la nostra storia finisce qui » tagliò corto Hermione senza mostrare rancori.

Ron si interruppe, da una parte meravigliato per la reazione matura e pacata dell'amica, dall'altra perfettamente consapevole che non avrebbe assistito a scenate epocali, né che costei l'avrebbe perseguitato fin dentro la tomba – come stava facendo Pansy Parkinson con Malfoy.

« Era finita già da tempo, non facevamo che litigare ultimamente » Hermione evitò di menzionare il perchè di tutti quegli ultimi bisticci « e sono arrivata alla conclusione che siamo stati due incoscienti a non chiarire prima come stessero le cose, abbiamo messo a repentaglio la nostra amicizia »

Ron sospirò.

« Sì, hai ragione » concordò lui « siamo stati degli sciocchi »

 

 

 

 

Pansy rinvenne non molto dopo, e ignorando i sentiti consigli dei presenti, si rifiutò di andare in infermeria. Vincent tentò di farla alzare, ma la ragazza, ricordandosi di quello che le aveva fatto credere fino a quel momento, lo scacciò malamente.

« Lasciami, maniaco! » urlò.

Balzò in piedi, si aggiustò la gonna della divisa, e scappò in direzione dei dormitori – stavolta quello corretto – in preda alle lacrime.

 

 

 

 

A cosa equivale la somma di una Grifondoro che lanciava sguardi spaesati al tavolo verde-argento, un Serpeverde rigidamente seduto al suo posto che cenava nel più completo silenzio, e una Serpeverde chiusa nella propria camera da ore? Per una persona normale, questo insieme di fattori non avrebbe significato nulla, ma per ormai un qualsiasi studente di Hogwarts, l'equivalenza era uguale ad una struggente storia d'amore.

Insomma, era ovvio, aveva ripetuto più volte Lavanda. Quando poi si sparse la voce che Pansy aveva fatto ritorno piangendo come una disperata, le speculazioni riguardanti la tresca dei due caposcuola sembrava essere la pista più battuta.

Quella sera, al ritrovo per le ronde, il silenzio regnava sovrano. Hermione temeva che, quanto anticipato dal Draco del sogno, avrebbe finito per avverarsi, e il Draco in carne e ossa era muto da così tanto tempo che alcuni prefetti più piccoli sospettarono che avesse perso la voce.

« Dunque ora siamo al completo » constatò la Mcgranitt, seduta dietro la cattedra. I suoi occhi si posarono prima sulla Grifondoro, che si guardò la punta delle scarpe a disagio, e poi sul Serpeverde, che mantenne lo sguardo fiero.

« Suppongo vi sia già stato detto dei cambiamenti »

« Sì, professoressa » replicò Hermione con reverenza.

 

 

Per sua fortuna finì con un prefetto di Tassorosso del quinto anno; Malfoy invece si ritrovò appaiato a Anthony Goldstein.

Draco uscì in corridoio in religioso silenzio, ma aprendo la porta finì per far schiantare il povero Dennis Canon.

Il ragazzino stava parlando a gran voce, con un compagno di casa del terzo anno, a proposito dell'imminente matrimonio tra Malfoy e la Granger.

A Hermione si gelò il sangue.

« Via trentacinque punti, Canon » ringhiò Malfoy con aria gelida. L'altro studente, speranzoso di non essere stato visto, tentò un'improbabile battuta in ritirata.

« Via trentacinque punti anche a te » lo bloccò prontamente Malfoy con lo stesso tono freddo, sotto gli occhi sconvolti della Grifondoro. 

***

Ehilà! Rieccomi con un nuovo capitolo :) ho deciso di ascoltare il vostro consiglio: scrivere di più per arrivare prima al nocciolo della storia. Già in questo ho toccato un punto importante, quello che farà la differenza. Avete capito quale? 
Grazie per avermi seguita fino a qui, e grazie per tutte le vostre recensioni,
Lily :*

   
 
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