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Autore: DANI1993    17/12/2017    1 recensioni
" Sai Tom? Credo di non avere mai conosciuto uno studente più brillante di te" ammise Lumacorno.
" Me lo sento dire ogni volta, signore. Ma la mia è solo semplice curiosità" rispose Tom, anche se compiaciuto
Ma Lumacorno non sembrò molto d'accordo con quella dichiarazione.
" Sempre modesto eh Tom? Ma io credo che la tua sia un qualcosa in più che semplice curiosità Tu puoi e sai cose, che gli altri non possono o sanno. Non ho mai visto studenti del primo anno dotati quanto te"
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tom O. Riddle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Arrivò marzo e, al castello, il parco e la vicina foresta cominciarono a rifiorire, mano a mano che le belle giornate diventavano sempre più frequenti. Al castello invece la vita e le giornate passavano quasi sempre uguali, per lo meno durante le lezioni.
Bellatrix in particolare si rese conto di quanto fosse un po’ limitato il programma accademico di quell’anno. Non aveva ancora dimenticato ciò che Riddle aveva riferito a Lumacorno, la sera della cenetta nel suo ufficio. Era come se quelle parole avessero risvegliato qualcosa in lei, e scoprì di essere davvero affascinata dall’ignoto, come Riddle aveva detto che bisognava essere.
Devo spingermi al limite della mia capacità, per imparare tutti gli insegnamenti della magia. E non devo avere paura di farlo”.
Le ultime due ore di quel giorno, un venerdì, avevano una doppia ora di Difesa contro le Arti Oscure.
Stavano affrontando una lezione sugli Avvicini, creature per Bellatrix estremamente noiose e banali. Al termine della prima ora, dopo una lezione tutta basata su una sorta di dettatura delle caratteristiche degli Avvicini, Bellatrix non seppe più resistere e formulò la domanda che da parecchi mesi si poneva, anche grazie a Riddle.
“ Si, signorina Bellatrix?” disse la Gaiamens chiedendole la parola
“ Professoressa, mi domandavo come mai la sua materia si chiama Difesa contro le Arti Oscure”
Silenzio totale.
Tutti, compreso Riddle, alzarono lo sguardo dal foglio su cui stavano scrivendo e osservarono Bellatrix come se fosse pazza.
“ Come mai mi fai questa domanda, signorina?” chiese la Gaiamens un po’ preoccupata
“ Era una domanda che mi ponevo da mesi” rispose lei
La Gaiamens si irrigidì.
“ Signorina Bellatrix, come ti permetti di farmi una domanda così impertinente? Pensavo che fossi una ragazzina per bene. Finora ti sei comportata benissimo durante le lezioni. Cosa ti è successo oggi?”
Bellatrix si chiese dentro di sé, la stessa cosa. Ma contrariamente a come poteva essere qualche mese prima, non si pentì della domanda pericolosa che aveva appena formulato.
Cosa le stava succedendo?
“ E’ curiosità professoressa. Bisogna spingersi al limite delle nostre capacità, per conoscere tutti gli insegnamenti della magia e non bisogna avere paura di farlo”
Guardò in direzione di Riddle, e scoprì incredula, che era furioso con lei.
“ E’ giusto quello che stai dicendo signorina Bellatrix, ma questo deve riguardare la magia bianca, non la magia oscura”
“ C’è differenza?” domandò
Ma la Gaiamens alzò una mano
“ Basta così, signorina. Sei in punizione. Dieci punti in meno a Serpeverde. Sono incredula, signorina. Davvero non mi aspettavo una domanda del genere da te. Mi hai davvero delusa. Non ti permettere mai più a chiedermi in cosa si basa la Difesa contro le Arti Oscure. Questa sera, alle nove, nel mio ufficio, signorina”
Bellatrix si morse un labbro e tornò a guardare Riddle. Non si era sbagliata. Era furibondo.
Finirono le lezioni e tornarono nella sala comune. Solo nella sala, Bellatrix raggiunse Riddle.
“ Perché sei arrabbiato Tom? Ho semplicemente…”
Riddle la prese per un braccio.
“ Sciocca ragazzina, non vuoi proprio capire la lezione che ti ho dato? Devi tenere quella bocca chiusa”
Bellatrix non capì.
“ Ma l’hai detto tu che…”
Ma Riddle non la lasciò finire
“ Sciocca ragazzina, io l’ho detto in velate circostanze. Tu hai rivelato le mie intenzioni. Io a Lumacorno quella notte, dicendo quelle cose, non gli ho fatto capire la mia vera intenzione. Lui le ha prese come stupide massime mie. Non mi sono fatto scoprire. Ora per colpa tua, non potrò più decidere di affrontare quella branca di materia, che so essere il mio mondo”
Bellatrix lo guardò affascinata.
“ Quindi hai intenzione di affrontare quell’argomento?”
“ Si, ho intenzione di affrontarlo”
Bellatrix lo guardò supplichevole.
“ Lo posso affrontare con te? Ti prego”
“ No” rispose duro Riddle.
“ Me lo insegnerai almeno?” domandò la ragazza, sempre supplichevole
Al culmine della rabbia, dopo essersi reso conto che erano tutti e due lontani da sguardi indiscreti,  Riddle la afferrò per il colletto della divisa e la trasse verso di sé. Il suo volto a pochi centimetri dal suo. Si guardarono negli occhi, anche se quelli di Riddle avevano un’espressione ben diversa dalla sua.
“ E va bene, te lo insegnerò. Ma prima devo scoprirlo io il mio mondo. E sicuramente non te lo insegnerò qui, al castello. Non posso correre il rischio che tu vada a raccontare a tutti ciò che stai imparando da me.  Visto che non impari a tenere quella bocca chiusa, ragazzina”.
“ Il tuo mondo? Entrerò nel tuo mondo?”
Bellatrix era entusiasta.
“ Si, se ti dimostrerai all’altezza. Non accetto dei bambini nel mio mondo. E per questo, dovrò prima metterti alla prova, per vedere se sarai davvero in grado di poterci entrare. E questo, forse, lo vedremo già qui al castello. Non accetto bambini, nel mio mondo. Prima di entrarci dovrai passare dalla soglia. E se non ti dimostrerai all’altezza non potrò accettare di insegnartele”
Bellatrix guardò dentro quegli occhi scuri, ci vedeva riflesso il suo volto.
“ Ti avverto, Bellatrix. Sarò un maestro molto esigente. Tanto ora, quanto quei giorni. Non tollererò il minimo sbaglio. Il minimo errore. Sia ora, sia durante quei giorni. Sempre che tu ti dimostri all’altezza, di poterci entrare nel mio mondo. Quando sei pronta, me lo dirai. Ti ripeto, Bellatrix: il minimo errore.
E le lasciò il colletto, allontanandosi da lei. Bellatrix cominciò a chiedersi, per quale motivo, lui avesse accettato così facilmente di permetterle, almeno di provare, se fosse degna di quel mondo. 
   
 
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