Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Saigo il SenzaVolto    20/12/2017    2 recensioni
AU, CROSSOVER.
Sequel de 'Il Pianto del Cuore'
Era una serata come tutte le altre, quando improvvisamente Naruto, assieme a Hinata, Sakura e Sasuke si ritrovò in un luogo sconosciuto senza ricordare nulla. Ma loro non sono i soli ad essere finiti lì. Direttamente dall’oltretomba infatti, anche i genitori di Sasuke e quelli di Naruto fanno la loro comparsa, insieme a due personaggi provenienti dal futuro: Sarada Uchiha e Boruto Uzumaki.
Quest'ultimo, inoltre, molto diverso dalle aspettative di tutti!
Tra dispute familiari, passati dolorosi e comportamenti inaspettati, per i nostri eroi non sarà facile andare d'accordo. Ma tutti loro dovranno riuscire ad unirsi insieme per superare molte difficoltà, poiché una grave minaccia rischia di distruggere il loro mondo.
E loro sono gli unici in grado di fermarla!
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boruto Uzumaki, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sarada Uchiha, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
PREMESSA: alcuni personaggi ed eventi di questa storia potrebbero essere diversi rispetto all’opera originale! Dipende tutto dalla mia immaginazione!
 



 


Addio per Sempre

 

(ATTENZIONE: l’autore consiglia la lettura di una parte di questo capitolo mediante l’ascolto di una canzone precisa. Ovviamente non è obbligatoria, semplicemente mi è piaciuta l’idea, ed il testo è molto azzeccato per la vicenda e la storia di Boruto e di alcuni personaggi che ho ideato in questa storia.)
La canzone è la seguente:
Scapegoat, tratta dall’anime Owari no Seraph.
 







La Volontà di Boruto ruggì tutta la propria rabbia al cielo, lanciandosi contro il drago nero e battendo le ali a ritmo forsennato per acquisire sempre più velocità.

Vrangr ruggì a sua volta con un boato possente, caricando con tutto il corpo contro l’avversario ed accettando la sfida con ferocia.

I due draghi sfrecciarono l’uno contro l’altro.

Boruto sorrise feralmente. “È giunto il momento di farla finita!”

Uno spaventoso boato riecheggiò nell’aria con forza quando Boruto e il drago nero si scontrarono, e fu come l’urto di due meteore incandescenti. Si strinsero in un abbraccio feroce, le zampe di dietro che sferravano calci nel ventre dell’altro, gli artigli che stridevano sulle squame e i corpi che si sfregavano con forza.

Vrangr però era più grosso rispetto all’altro drago etereo, e aveva le spalle più massicce. Riuscì ad allontanare il suo opponente con una zampata per un istante, poi tornarono a lanciarsi l’uno contro l’altro, tentando di azzannarsi il collo a vicenda.

Boruto osservò col suo sguardo omicida la testa nera del drago, mentre i due rettili avvinghiati precipitavano verso il suolo, continuando a sferrarsi furiosi colpi di zampe e di coda.

Poi, a meno di cinquanta metri dal suolo delle montagne sotto di loro, i due draghi si districarono, affannandosi per riprendere quota. Quando ebbe frenato la caduta, con un comando mentale del ragazzo il drago blu inarcò il collo come un serpente pronto a colpire, ed eruttò un torrente di fuoco azzurro dalle sue fauci.

L’attacco non raggiunse mai il suo bersaglio. Vrangr si portò in alto nel cielo, oltre le nuvole, evitando di avvicinarsi al suo avversario. Poi, senza lasciargli prendere fiato, aprì la bocca e sputò a sua volta un getto portentoso di fiamme nere.

Boruto ringhiò come il suo drago. “Non pensarci neanche!” sibilò con odio.

Le sue mani si unirono insieme a formare un sigillo, il sigillo del drago, ed improvvisamente un gigantesco soffio di vento vorticoso si generò attorno al corpo della sua Volontà.

Le fiamme nere si scontrarono con un impeto immane contro il vento, ma non riuscirono a superarlo. A circa dieci metri dal drago blu infatti, il fuoco si biforcò, passandogli ai lati senza fare alcun danno.

Ma Vrangr non si arrese così facilmente, interrompendo il getto di fuoco e sostituendolo con un raggio di energia rossa perforante.

“Dannazione!” imprecò il guerriero, elaborando immediatamente un comando mentale per difendersi dall’attacco a sorpresa.

Il drago etereo spalancò a sua volta le fauci, emettendo da esse una scarica di fulmini azzurri potente ed inarrestabile che sfrecciò contro il raggio eruttato dal nemico.

I due attacchi si scontrarono con un sibilo elettrico potente, generando poi un’esplosione terribile che coinvolse sia Boruto che Vrangr, senza però arrecare danni a nessuno dei due.

I draghi cabrarono attraverso il fumo denso dell’esplosione per raggiungere il cielo limpido e freddo al di sopra, sfrecciando avanti e indietro nel tentativo di prendere posizione al di sopra dell’avversario.

Il lungo drago blu azzannò coi denti la coda di Vrangr, ed il rettile nero urlò di dolore. Ansante per la fatica, il Divoratore di mondi eseguì una gran volta all’indietro, finendo alle spalle del drago etereo, che si avvitò a sinistra e cercò di risalire a spirale al di sopra di lui.

Ruggendo con tutta la loro ira, entrambi i draghi si allontanarono l’uno dall’altro, e dopo alcuni secondi ripresero a scagliarsi a capofitto in un combattimento ravvicinato, decisi a vicenda a distruggere il nemico.

Vrangr sferrò una portentosa zampata alla testa del drago blu, il quale a sua volta azzannò coi denti la spalla massiccia dell’altro, mentre tutti e due continuavano a ringhiare e a sferrarsi zampate e graffi a vicenda.

“Ora!” ruggì mentalmente il Nukenin.

Con un movimento rapido, tutto il corpo del drago etereo si mosse ad una rapidità disarmante, strisciando come un serpente lungo il torace del drago nero e spruzzando fuori dalla pelle eterea acqua, svincolandosi lontano da lui. Vrangr rimase stupito per un secondo, ma appena si riscosse fece scattare la testa in avanti per azzannare il collo dell’avversario.

Tuttavia, con suo sommo stupore, tutto il corpo del drago blu si mutò improvvisamente in acqua, e Vrangr finì con l’azzannare soltanto un getto freddo e copioso di acqua gelida che lo fece tossire appena gli penetrò nella gola.

Poi, con un ringhio feroce, la Volontà eterea spalancò le fauci, riversando una scarica di fulmini addosso all’altro drago, investendolo in pieno. Le urla e i ruggiti di Vrangr riecheggiarono nel cielo come tuoni potenti e ripetuti, e l’attacco durò una decina di secondi.

“Molto bene!” pensò tra sé il biondo, trionfante. “Sono riuscito ad infliggergli danno! Adesso devo solo riuscire a colpirlo!”

Un’idea folle gli balenò in testa come un lampo. Boruto ghignò.

Serpeggiando nell’aria, il possente drago blu si portò ancora più in alto prima che Vrangr potesse riprendersi, nascondendosi tra le nuvole alla sua vista.

Il drago nero ruggì di dolore, riprendendosi dall’attacco subito dopo un paio di secondi e ricominciando a guadagnare quota con le ali. Volse la testa da una parte e dall’altra in cerca di Boruto, il quale era fuggito ancora più in alto, spingendosi più in là di qualsiasi uccello, lassù dove l’aria rarefatta trasformava il respiro in condensa.

“Non mi sfuggirai!” ruggì ferocemente, battendo le ali all’impazzata per raggiungere il fuggitivo, inoltrandosi in mezzo alle nuvole.

Si osservò con circospezione tutt’intorno, scrutando in mezzo ai nuvoloni neri carichi di pioggia nel tentativo di intravedere il suo avversario, ma non lo trovò.

‘Dov’è?’ si chiese con rabbia. ‘Dove diavolo è finito?’

A circa duecento metri sopra di lui, ancora più in alto nel cielo, Boruto fece la sua mossa.

Impartendo alla sua Volontà un comando mentale, il guerriero balzò fuori dal suo corpo etereo all’improvviso, precipitando in picchiata verso il drago nero con la spada sguainata mentre il suo drago blu restava in volo nascosto tra le nuvole.

“Tutto questo è folle!” pensò nella sua testa, ridendo per l’ebbrezza e la vertigine della caduta libera. Si era già tuffato nel vuoto prima, nello scontro assieme ai suoi compagni, ma adesso non aveva più la sicurezza di poter essere teletrasportato in salvo. I rischi erano enormi. Se il suo piano non avesse funzionato, avrebbe seriamente potuto rimetterci la pelle.

Il vento gli assordava le orecchie e gli fece lacrimare gli occhi, togliendogli il respiro per un secondo. Facendo subito un grosso respiro, Boruto si calmò ed allargò le braccia e le gambe, cercando di stabilizzare il volo. Sotto di lui, il drago nero lo vide e comprese ciò che voleva fare.

“Lo stesso trucco non funzionerà due volte!” ruggì sarcasticamente.

Vrangr scartò immediatamente a sinistra, ma il guerriero aumentò all’ultimo secondo la velocità chiudendo gli arti e scendendo in picchiata come un razzo, e Vrangr non riuscì ad evitarlo del tutto.

Boruto guidò la spada in un affondo fulmineo quando vide passare accanto a sé il fianco del drago, e sentì la lama penetrare nella carne del polpaccio della creatura, prima che la gravità lo attirasse più in basso.

Il drago nero ruggì di dolore.

L’impatto fece compiere a Boruto una serie di capovolte in aria, ma egli non riuscì a fare nulla. Il tempo di riuscire a bloccare le rotazioni infatti, e aveva già bucato la coltre di nubi per piombare inesorabilmente sulle montagne a terra, incapace di reagire.

Il giovane si guardò oltre le spalle. “Andiamo, drago! Dove sei?”

Per tutta risposta, il suo drago blu comparve come una saetta dalla cortina di fumo livido delle nuvole, le ali aderenti al corpo per aumentare la velocità. Sgusciò sotto di lui e aprì le ali per frenare la picchiata.

Boruto sospirò di sollievo appena tornò ad immergersi all’interno del corpo liquido della sua Volontà, accogliendo con gioia il ritorno del proprio peso mentre il drago riprendeva quota.

“Ha funzionato!” esclamò mentalmente.

Tuttavia la sua soddisfazione scomparve quando si rese conto che l’acrobazia aveva messo la sua Volontà alla mercé del drago nero. La possente creatura si avventò su di lui, impedendogli ogni via di fuga per costringerli ad atterrare sul suolo.

Boruto tentò di effettuare diverse manovre, calcolando angolazioni e variabili di peso nella sua testa, ma ogni volta che ci provava Vrangr si tuffava su di lui a fauci spalancate, colpendo il suo drago con le ali e la coda per fargli cambiare rotta.

I due draghi continuarono a rincorrersi e urtarsi per diversi minuti, perdendo sempre più quota. Alla fine, la stanchezza cominciò a farsi sentire per entrambi. Il drago etereo, nonostante potesse sembrare insensibile, cominciò a farsi più lento ogni secondo di più, mentre Vrangr smise di battere le ali, lasciandosi planare dal vento.

“Così non va,” realizzò Boruto, osservando la testa della sua Volontà. “Il mio drago riesce ad agire come un essere cosciente e pensante, ma a quanto sembra subisce anche gli effetti della fatica come un vero essere vivente.”

Il Nukenin aveva cominciato a comprendere come funzionasse il Potere del Risveglio. Il suo funzionamento era davvero intrigante ed assolutamente complesso.

In pratica, i manufatti permettevano all’anima di una persona di manifestarsi nel mondo fisico attraverso una forma che variava a seconda dell’utilizzatore, e donava ad essa la capacità di pensare e muoversi in maniera autonoma, ma sempre in funzione e accordo dell’utilizzatore. In altre parole, era come creare un’altra copia di se stesso che pensava ed agiva esattamente all’unisono coi propri pensieri.

Ma, proprio come un essere senziente e autonomo, l’anima manifestata attraverso il potere dei manufatti poteva anche indebolirsi, subire danni e provare dolore.

Boruto strinse pugni. Non aveva senso continuare a lottare in aria in queste condizioni. Si sarebbe stancato troppo. Perciò, con un comando mentale, il suo drago ruggì all’aria, virando verso il basso e dirigendosi a terra. Vrangr lo seguì a ruota, inclinando il corpo e discendendo verso il suolo.
 

Il drago azzurrò atterrò sulle zampe con eleganza sopra la cima di una montagna innevata, alzando il collo e fissando il suo avversario con rabbia, il quale si era posato come lui su un’altra vetta poco distante.

“È inutile!” sibilò il drago nero con ferocia. “Non importa quanto tu possa provare a sfuggirmi, non riuscirai a vincere! Non mi fermerò mai fino a quando tu e il resto dei tuoi patetici amici sarete stati annientati!”

Lo sguardo di Boruto si fece ricolmo d’odio, il suo volto schiumante di rabbia. “Non credere di essere invincibile, bestia disgustosa!” ribatté con disprezzo, mentre il suo drago prese a snudare i denti. “Sarò io quello che non si fermerà fino a quando non avrà avuto la tua testa!”

Vrangr sbatté con forza una zampa a terra, ringhiando. “Credi di essere al mio livello?” urlò con foga. “Credi davvero di potermi sconfiggere con quella patetica imitazione della mia specie che ti avvolge il corpo?”

Gli occhi di Boruto si ridussero a due fessure.

Il drago nero mostrò i denti, continuando subito dopo. “Non farmi ridere, umano! Il tuo potere non è neanche lontanamente paragonabile al mio! Ho combattuto avversari ben più forti di quanto tu possa sperare di diventare! Ho ucciso con i miei stessi denti draghi grandi il doppio di me! Ho sterminato decine e decine di popolazioni col mio fiato ardente! Ho assorbito l’energia di centinaia di mondi diversi! Cosa puoi sperare mai di ottenere in questa situazione? Speri di potermi uccidere in questo modo?”

Boruto strinse i pugni con forza. Quello che il Divoratore di mondi stava dicendo era vero, e lui lo sapeva bene.

Quel drago era forte, troppo forte rispetto a lui. Anche col Potere dei manufatti, Boruto non sarebbe mai stato in grado di eguagliarlo. La manifestazione della sua anima era riuscita a curarlo e ad aumentare la sua potenza in maniera spropositata, ma non era sufficiente per riuscire ad uccidere quel drago. Non era neanche lontanamente pensabile.

Non avrebbe mai avuto la possibilità di sopraffare la sua potenza. La sua resistenza, la sua forza erano troppo grandi, troppo elevate. Non c’era modo di riuscire a vincere in una battagli simile contro di lui.

Tuttavia, per qualche motivo, la cosa non lo fece demoralizzare.

Boruto sorrise misteriosamente.

Era sempre così, realizzò in quel momento. Era sempre stato così per tutta la sua vita.

Per tutta la sua vita, lui non aveva fatto altro che cercare di diventare più forte. Non aveva fatto altro che allenarsi, migliorarsi, perfezionarsi giorno dopo giorno. Per tutta la sua vita, Boruto aveva tentato di ottenere sempre più potere, sempre più esperienza e conoscenza per poter diventare più forte.

E i risultati erano sempre stati positivi.

Era diventato più forte. Era riuscito a compiere imprese che nessun altro prima di lui aveva realizzato nel suo mondo. Era riuscito ad ottenere una forza ed un potere che nessun altro possedeva. La sua forza era invidiabile per chiunque, la sua velocità ineguagliata, il suo nome conosciuto e temuto a soli diciassette anni.

Era diventato il Nukenin più potente mai esistito, era riuscito a diventare uno degli uomini più temuti e, soprattutto, più forti nel mondo degli Shinobi. Non c’era stato nessuno prima di lui che era riuscito a creare ciò che lui aveva creato. Nessuno prima di Boruto era riuscito a mettere in crisi il concetto stesso di Shinobi come aveva fatto lui. Persino Madara Uchiha e l’Akatsuki non erano riusciti a spaccare il mondo a metà come aveva fatto lui.

Eppure, nonostante tutto questo, nonostante tutto il potere, la fama e la forza che aveva ottenuto, Boruto non era ancora il più forte.

Lo aveva sempre saputo. La consapevolezza di ciò lo aveva sempre accompagnato per tutta la sua vita.

Boruto aveva sempre vissuto con la consapevolezza che suo padre, il Settimo Hokage, e che Sasuke Uchiha fossero un traguardo insormontabile per lui. Per quanto potere riuscisse ad ottenere, per quanta esperienza e perfezionamento riuscisse a fare, quei due erano sempre stati al di sopra di lui.

Forse neanche adesso, col Potere del Risveglio nelle sue mani, Boruto avrebbe avuto la possibilità di sconfiggerli. Ma anche se fosse finalmente riuscito a raggiungerli, la cosa non avrebbe avuto senso.

Perché Vrangr era persino più forte di Naruto Uzumaki e Sasuke Uchiha.

Ottenere la loro forza adesso non avrebbe più significato nulla. Non avrebbe comunque portato le cose a suo favore. Non avrebbe cambiato niente.

Eppure, anche nonostante questo, lui non si demoralizzò.

Lo aveva compreso appena aveva attivato i manufatti. Lo aveva compreso grazie alle parole della sua famiglia. La realizzazione lo aveva colpito come un fulmine che aveva dissolto la nebbia e la confusione nella sua mente, troppo offuscata dalla rabbia per riuscire a capirlo prima.

Il potere non era la cosa più importante.

Era una realizzazione così semplice e banale che Boruto era quasi scoppiato a ridere appena l’aveva compresa. Era talmente cruda e scontata che nessuno sarebbe mai riuscito a prenderla sul serio. Era semplice.

Se il potere fosse stato davvero la cosa più importante, allora come aveva fatto lui ad ottenere tutto ciò che aveva ottenuto in vita? Se il potere era ciò che contava davvero, come aveva fatto Boruto a sfuggire a suo padre e Sasuke, gli uomini più potenti mai esistiti nel suo mondo, per cinque lunghi anni?

Non aveva senso.

Naruto e Sasuke erano sempre stati più che capaci di ucciderlo. Il loro potere era ineguagliato. Avrebbero avuto moltissime occasioni per eliminarlo, liberando per sempre il mondo dalla minaccia che incombeva su di loro.

Eppure, non ci erano mai riusciti.

Perché?

La risposta era semplice. Estremamente semplice. Talmente semplice da spaventarlo. Lo spaventava sia per la sua semplicità, sia per la natura stessa della risposta.

E la risposta era che il potere non serviva a nulla.

Il potere non era ciò che contava davvero. Non era ciò che permetteva agli uomini di continuare a lottare. Non era ciò che garantiva la vittoria.

L’unica cosa che contava era la forza del cuore.

Boruto lo aveva finalmente capito. Dopo cinque lunghissimi anni di lotte, sofferenze, sacrifici e allenamenti, Boruto lo aveva infine capito. Il potere non era ciò che gli aveva fatto raggiungere il traguardo dove si trovava adesso.

Lui era sempre riuscito ad avere la meglio perché il suo cuore era saldo. Era sempre riuscito a sfuggire a Naruto e Sasuke perché il suo cuore non si era mai arreso al loro potere. Lui era sempre riuscito a farsi beffe di quei due perché la sua determinazione era stata salda ogni giorno.

E la sua determinazione era stata salda perché lui non era mai rimasto solo. Il suo cuore non si era mai arreso perché aveva al suo fianco delle persone che lo aiutavano a sostenere il peso delle avversità.

Boruto e gli altri suoi amici erano certi che ciò che facevano fosse per il bene di tutti, e questo li spronava ad andare avanti e a compiere imprese impensabili. Questo era ciò che gli aveva permesso di compiere tutto ciò che avevano fatto fino ad oggi.

Niente di più, niente di meno.

Il sorriso del guerriero si allargò. Vrangr sgranò gli occhi rossi, confuso.

Questa cosa era valida anche adesso. Lui non sarebbe mai riuscito a sconfiggere il drago grazie al potere, proprio come non era mai riuscito a sconfiggere suo padre con esso. Non era così che doveva agire.

L’unica cosa che gli avrebbe permesso la vittoria era la sua determinazione. Soltanto grazie alla sua volontà di andare avanti, soltanto grazie alla certezza, allora lui avrebbe potuto farcela. Soltanto accettando di sacrificare tutto se stesso per quella causa allora avrebbe avuto la possibilità di successo.

Anche se per farlo, doveva essere determinato a rischiare tutto.

Anche la sua stessa vita.

Boruto alzò la testa di scatto, osservando con un sorriso ferale il drago nero. Il suo drago spalancò la bocca e ruggì ferocemente, fissando con rabbia l’avversario.

“Io non spero un bel niente, drago.” riprese a dire il ragazzo dopo quel silenzio, il suo tono calmo e pacato.

Vrangr aggrottò gli occhi, confuso dalle sue parole.

Lo sguardo di Boruto si fece colmo di sicurezza e determinazione.

“Io SO che sarò in grado di ucciderti!” dichiarò con confidenza e ferocia, alzando il braccio destro e puntando la punta della spada contro il drago. “E non mi arrenderò fino a quando di te non resterà neanche l’ombra! Quindi preparati, schifosa bestia, perché è giunta la tua fine!”

Il drago rimase sbalordito dalle sue parole per diversi secondi, incapace di comprendere da dove quel cucciolo d’uomo potesse prendere una confidenza simile.

Poi però, la rabbia e l’orgoglio gli annebbiarono la mente, facendolo infuriare a morte.

“PATETICO INSETTO!” ruggì con una rabbia incontenibile, facendo tremare la terra e le montagne col suo ruggito e con l’energia emessa dal suo corpo. “RIMPIANGERAI DI AVERMI SFIDATO IN QUESTO MODO! ADESSO ASAGGERAI L’IRA DI VRANGR, IL DIVORATORE DI MONDI! NIENTE E NESSUNO TI PERMETTERÀ DI SOPRAVVIVERE! NON VEDRAI MAI PIÙ LA LUCE DEL GIORNO, ED IO REGNERÒ SOVRANO SOPRA TUTTE LE RAZZE DELL’UNIVERSO ANCORA UNA VOLTA!”

Boruto afferrò l’elsa della spada con entrambe le mani, il suo sguardo tornato improvvisamente serio e privo di emozione. La sua Volontà snudò i denti, pronta ad agire.

Ora non c’era più scampo. Ora era giunta finalmente la fine di tutta questa storia. Adesso, tutto sarebbe finito, nel bene o nel male.

Aveva preso la sua decisione. Non sarebbe più potuto tornare indietro.

Ma, prima che uno dei due potesse fare la prima mossa, Minato si materializzò improvvisamente dietro al drago blu di Boruto, assieme a Naruto, Sarada e tutti gli altri.

Boruto sentì la loro energia col Jougan, voltando lentamente la testa verso di loro.

“Siete arrivati.” disse semplicemente col suo tono serio e conciso di sempre.

“Boruto!” esclamò Sarada, contemporaneamente sconvolta e sollevata nel vedere di nuovo il suo amico davanti a lei.

“Cosa sta succedendo? Cos’è tutto questo?” domandò ancora lei, indicando con le mani il suo drago. “Cosa ti è successo?”

Boruto li osservò tutti col suo occhio indecifrabile senza rispondere, scrutando attentamente i volti dei suoi compagni. Nessuno parlò per diversi secondi, ed un silenzio freddo e glaciale prese a regnare tra tutti i presenti.

Il guerriero si voltò completamente verso di loro dopo una decina di secondi, mentre il suo drago girò solo la testa.

“Naruto,” disse improvvisamente Boruto, guardando il diretto interessato negli occhi dall’interno della sua Volontà. “Grazie di tutto. Ti chiedo scusa per come ti ho trattato in questi mesi.”

Il biondo sgranò gli occhi, completamente scioccato. “C-Cosa?”

Ma il Nukenin riprese subito a parlare. “Chiedo scusa anche a tutti voi,” continuò a dire prima di poter essere interrotto, rivolgendosi al resto dei compagni. “Mi dispiace di avervi causato problemi in passato per via del mio atteggiamento, ma non posso cambiare ciò che sono, neanche adesso. Spero che possiate almeno accettare questo, alla fine.”

“Che stai dicendo?” lo interruppe Minato, il suo sguardo preoccupato. “Perché stai dicendo queste cose?”

Boruto sorrise. “È giunta la fine, Quarto Hokage.” rispose con calma e serietà. “Adesso, io ucciderò questo drago una volta per tutte. Adesso, tutta questa storia giungerà al termine.”

“Aspetta!” esclamò Kushina subito dopo. “Cos’hai intenzione di fare? Cos’hai in mente?”

“Come vorresti uccidere il drago da solo?” chiese anche Sakura dopo di lei.

Invece di rispondere, il guerriero sospirò con un sorriso, chiudendo gli occhi e scuotendo leggermente la testa. Una miriade di emozioni confuse che gli danzarono nel cuore nel salutare un’ultima volta i suoi compagni di viaggio.

Sasuke fece un passo avanti. “Insomma Boruto, cosa vuoi fare?” insistette con forza. “Dicci quello che hai in testa!”

“Non ce n’è bisogno.” lo interruppe il biondo, riaprendo lentamente gli occhi, il suo bieco sorriso sempre presente. “Adesso tutto giungerà alla fine, ed Eldia e il nostro mondo saranno salvi.”

“Di cosa stai parlando?” domandò Fugaku con foga. “Si può sapere che ti è preso?”

“Perché stai dicendo queste cose? Cosa hai intenzione di fare?” chiese anche Mikoto, il suo sguardo teso e concentrato come se stesse tentando di comprendere qualcosa.

Il giovane non rispose. Il drago di Boruto scosse la coda leggermente, facendola serpeggiare all’aria.

“B-Boruto-kun,” cominciò a dire Hinata, fissando il suo futuro figlio con uno sguardo pieno di tensione e preoccupazione. “Cosa vuoi fare?”

Il ninja traditore posò gli occhi su di lei e fece un sorriso triste. “Hinata,” disse semplicemente. “Abbi cura di te e di Naruto. Se lo farai, un giorno riuscirai a diventare una buona madre. Ne sono convinto con tutto il cuore.”

La ragazza sgranò gli occhi, scioccata nel sentire quelle parole uscire dalla bocca del ragazzo.

“INSOMMA BORUTO!” urlò Sarada subito dopo, completamente in preda al panico. “COSA DIAVOLO SUCCEDE? PERCHÉ STAI DICENDO QUESTE COSE COSÌ ALL’IMPROVVISO? RISPONDI!”

Lo sguardo di Boruto si posò sulla sua vecchia amica d’infanzia, osservando il suo volto pieno di confusione, preoccupazione e paura. Una strana sensazione di compassione e rammarico gli inondò il cuore nel vederla in quello stato. Un profondo senso di pentimento nacque dentro di sé nel ricordare ciò che quella ragazza aveva passato a causa sua, nel ricordare quanto avesse sofferto a causa dell’amore che provava per lui.

La sua determinazione vacillò per un secondo, prima di tornare più salda di prima.

Boruto si portò una mano sul collo, afferrando una piccola collana nascosta che aveva portato sempre con sé da anni ormai. Un ricordo del passato da cui non si era mai voluto staccare, per un motivo ancora sconosciuto anche a lui stesso.

La sua mano poi si portò in alto, e la collana attraversò il lungo collo del drago da sola, come trasportata da un getto d’acqua. Sarada e gli altri sgranarono gli occhi.

Il drago abbassò la testa fino a portarla proprio sopra alla giovane Uchiha, aprendo leggermente le fauci e facendo cadere la collana dalla bocca. La ragazza la afferrò istintivamente con le mani, osservandola con uno sguardo allibito.

Boruto sorrise lievemente. “Mi dispiace, Sarada.” disse di nuovo, il suo tono sincero e pieno di dolore. “Mi dispiace davvero per tutto. Ti auguro di trovare la tua felicità un giorno. Te lo auguro con tutto il cuore.”

Sarada alzò lentamente la testa per fissare il volto del suo vecchio amico, la sua faccia piena di confusione ed incredulità. I suoi occhi si sgranarono a dismisura. Una strana sensazione di timore e orrore cominciò a formarsi dentro di lei.

La ragazza fece per parlare, ma improvvisamente Vrangr emise un ruggito assordante dalla cima dell’altra montagna, emanando un’aura di energia orribile attorno a sé.

Il drago blu si voltò di scatto un secondo dopo, ruggendo a sua volta contro l’avversario con un grido metallico e scattante.

Boruto si voltò a sua volta, rivolgendo di nuovo le spalle ai suoi compagni e stringendo l’elsa della spada con forza.

“Mi dispiace, ragazzi.” disse ancora una volta, il suo tono serio ma allo stesso tempo sincero. “Mi dispiace davvero per tutto. Abbiate cura di voi.”

Naruto fece un passo avanti. “Boruto!” esclamò, affranto e preoccupato. “Cosa stai facendo? Non vorrai-“

Il ragazzo del futuro voltò la testa verso di loro, chiudendo gli occhi e sorridendo un ultima volta.

“Addio.”

E poi, tutto il resto accadde in un attimo.

Minato e Kushina sgranarono gli occhi.

Hinata tese in avanti la mano, urlando dalla disperazione.

Fugaku e Mikoto rimasero a bocca aperta, allibiti e sconvolti.

Sakura trattenne il fiato.

Sasuke spalancò gli occhi e la bocca.

Naruto e Sarada urlarono disperatamente, le lacrime che colavano con forza dalle loro guance.

“BORUTOOOO!”
 
 
"RWAAAAAAAAAAAAAR!"

Il drago etereo aprì le ali di scatto e balzò in avanti con un possente ruggito, sfrecciando contro Vrangr con forza e decisione.

Il drago nero si issò allora nel cielo con un potente battito d’ali, librandosi in volo ed accumulando energia dentro di sé. Il suo avversario lo seguì a ruota nell’aria, serpeggiando sempre più in alto e battendo le ali con vigore per raggiungere la preda.

Raggiunsero le nuvole in meno di un minuto, sferrandosi ripetutamente a vicenda getti di fuoco e fulmini che squarciarono le nubi e illuminarono il cielo oscuro con lampi blu e rossi.

Si fermarono appena sopra le nuvole, confrontandosi faccia a faccia per la seconda volta.
Poi, dopo un paio di secondi, i due draghi ruggirono a pieni polmoni, scattando a vicenda in avanti per attaccare.

Si scontrarono ancora una volta con un boato che riecheggiò nel cielo come un tuono, avvinghiandosi l’un l’altro in un abbraccio feroce.

Graffi, morsi, zampate e calci colpirono entrambi su tutto il corpo, ruggiti e urla di dolore risuonarono nell’aria per minuti interi. Il drago blu si avvolse attorno al corpo possente dell’avversario con il proprio, stritolandolo con forza. Ma Vrangr era più forte di lui e lo azzannò coi denti, scagliandolo lontano da sé con uno scatto del collo.

Boruto riprese subito il controllo della caduta, osservando con il suo Jougan l’immensa ed orripilante energia del drago nero. I suoi occhi si assottigliarono.

Non aveva senso continuare a combatterlo in questo modo. Il suo potere non sarebbe bastato contro di lui. La forza bruta non avrebbe portato a nulla. L’unico modo per avere la meglio era colpirlo a sorpresa in un punto debole.

E per farlo doveva combatterlo con l’astuzia, non con la forza.

“FATTI SOTTO, INSETTO!” ruggì Vrangr a pieni polmoni, ringhiando coi denti snudati. “TI FARÒ A PEZZI UNA BUONA VOLTA!”

Boruto puntò la spada contro il bestione nero con un braccio. “Questa è la fine, schifoso mostro!” urlò con ferocia e determinazione. “Adesso è giunto il momento di farla finita una volta per TUTTE!”

Vrangr scattò in avanti ancora una volta, aprendo le fauci. Il drago azzurro fece lo stesso, ruggendo con furia e odio.

I due draghi si schiantarono per la seconda volta con prepotenza, tentando di avere la meglio sull’altro a vicenda. Vrangr azzannò la testa dell’avversario con le enormi fauci, bloccando coi denti il suo opponente e facendolo urlare dal dolore.

Boruto strinse i denti, eseguendo una serie di complessi sigilli e urlando a pieni polmoni.

RAKURAI!” (Scia del Fulmine)

Il corpo del suo drago fu immediatamente ricoperto da una scarica scattante di energia che investì completamente il drago nero a causa del contatto, facendogli mollare la presa. Vrangr gemette di dolore, ma si riscosse subito ed eruttò dalla bocca una scia di fuoco nero contro il nemico.

Con un comando mentale, il drago azzurro si mosse con velocità nel cielo, salendo in alto ed avvitando il corpo attorno al getto di fiamme senza farsi colpire. Si diresse ad ampi battiti d’ala in mezzo ai nuvoloni scuri, tentando di nascondersi.

Ma Vrangr non glielo avrebbe concesso, inseguendolo a ruota ed entrando assieme a lui all’interno della tempesta di nubi nere. Si inseguirono per un minuto intero, quando poi, all’improvviso, ci fu il momento decisivo.

Il drago nero raggiunse immediatamente il suo avversario, aprendo di scatto le fauci infuocate e preparandosi a mordere il drago etereo nel punto dove si trovava Boruto per ucciderlo subito.

E fu allora che Boruto fece la sua mossa finale.

Voltandosi di scatto, il drago blu eruttò un getto di fuoco azzurro addosso a Vrangr, colpendolo in piena faccia. Tuttavia l’attacco non sembrò avere alcun effetto, ed il drago nero continuò ad avanzare verso di lui con la bocca aperta, incurante delle fiamme che lo stavano investendo come se non le sentisse neanche.

E poi, con uno schiocco secco, il Divoratore di mondi azzannò con una potenza indescrivibile il corpo sottile del drago etereo, tranciandolo di netto con le fauci.

“MUORI!” ruggì Vrangr con odio.

Il drago azzurrò si contrasse dal dolore, urlando un grido orribile e scalciando con le zampe dal dolore.

Tuttavia, in quel momento Vrangr non si rese conto di aver appena commesso il più grave errore della sua vita, ignaro che quello era esattamente il piano che il Nukenin aveva ideato per avvicinarsi a lui.

E così, appena la testa del drago nero azzannò il corpo del drago blu, Boruto, ancora immerso all’interno del corpo etereo, chiuse gli occhi e cominciò a concentrarsi al massimo, raccogliendo tutta la sua energia nella sua spada.

Adesso era giunto il momento. Quella era l’unica occasione che aveva per farla finita per sempre.

Adesso era giunto il momento di sacrificare tutto se stesso.
 


INIZIO MUSICA ADESSO
(Non c’è bisogno che leggiate in contemporanea con la musica e le frasi della canzone)

I must be sacrificed, So can i help you all?

Fece un grosso respiro, chiudendo gli occhi e la mente a tutti gli stimoli esterni. Ignorò la sensazione di pericolo che percepiva col Jougan, e anche il ruggito sempre più forte del drago. Dimenticò per un attimo tutto ciò che lo circondava, concentrandosi solo sull’attimo che gli serviva per colpire.

I’ll be a scapegoat if I can!

Cominciò a respirare ritmicamente, in attesa del momento giusto per attaccare. Un respiro alla volta. Ritmicamente. Dentro e fuori. Dentro e fuori.

My resolution failed, and all who died,

Poi, senza preavviso, una miriade di pensieri prese a balenargli nella mente all’improvviso. Una lunga serie di ricordi cominciò a scorrere davanti ai suoi occhi, senza che lui potesse fare nulla per fermarli.

Light of day still hurts me!

Poi, come per magia, tutto si fermò automaticamente. Boruto rimase di sasso. Il guerriero vide allora davanti a sè il volto sorridente di Eren, assieme anche a quello di Armin che stava accanto a lui. Le loro espressioni erano felici, i loro volti pieni di orgoglio e approvazione.

You so need to know!

Il biondo sorrise inconsciamente. Anche adesso che tutto stava per finire, anche adesso che tutto era giunto alla fine, i suoi amici lo stavano incoraggiando per l’ultima volta. Per l’ultima volta, Eren ed Armin lo stavano sostenendo nel momento decisivo.

You don’t need to go!

Un grosso senso di dolore gli accarezzò la mente per un secondo al ricordo della loro morte. Il dolore era ancora presente nel suo cuore. Avrebbe dato qualunque cosa pur di tornare indietro e ricominciare. Avrebbe dato qualunque cosa pur di riuscire a rivedere quei due.

You’re waiting right here!

Ma non aveva senso pensare cose simili ormai. Lo aveva compreso bene. Lo aveva accettato. Dopotutto, se le cose fossero andate come pensava, con molta probabilità li avrebbe raggiunti a breve.

A way for me to make it back,

Se tutto sarebbe andato come pensava, questi sarebbero davvero stati i suoi ultimi momenti di vita. Non sarebbe più riuscito a tornare a casa. Non avrebbe più avuto la possibilità di vivere un giorno di più. Sarebbe stata la sua fine.

Some way I won’t need to attack,

Non aveva scelta. Era l’unica cosa da fare. Era l’unico modo per uccidere quel drago. Doveva concentrare tutta la sua energia vitale in un solo attacco, colpendo quella bestia e facendola implodere dall’interno come aveva già fatto con il principe Tigre. Non c’era altro modo per uccidere quel drago. La sua potenza era troppo elevata, e il suo corpo esterno era immune a qualsiasi attacco.

Ma non l’interno.

Everything has gone so wrong!

Cominciò a percepire col Jougan la prossimità del drago. Sentì il suo chakra disgustoso accarezzargli la pelle. Represse un brivido di repulsione. Doveva stare calmo. Doveva restare concentrato. Ancora pochi secondi e-

Come on break it out for me! A river will flow!

ORA! Scattò in avanti, aprendo gli occhi e balzando fuori dal corpo etereo del drago con la spada puntata in avanti, scagliandosi contro la testa di Vrangr pronta a divorarlo. Il drago azzurro si dissolse nel nulla.

You are not my enemy! I’ll let you prove me wrong!

Vide il drago nero sgranare gli occhi dalla sorpresa. Un senso di feroce determinazione lo pervase a quella vista. Non avrebbe ceduto. Non l’avrebbe lasciato scappare da quest’ultimo attacco.

You can trust me when I say, It won’t be long!

Vrangr tentò di scattare con la testa in avanti per morderlo, ma lui non avrebbe ceduto. Non avrebbe esitato. La sua reazione era prevedibile, e Boruto era già pronto al contrattacco.

We’re gonna see the end of night!

Appena un secondo prima di essere colpito dalle fauci del drago infatti, Boruto avvitò improvvisamente tutto il suo corpo in alto con un movimento disumano, salendo sul muso di Vrangr ed evitando un morso mortale che lo avrebbe tranciato a metà. Poi alzò di scatto le braccia in alto, mirando con la spada verso il suo bersaglio. La lama venne pervasa da un’energia rossa. Vangr non poté fare nulla se non sgranare gli occhi.

Don’t forsake me now, We haven’t got the time!

E così, con uno scatto rapido e preciso delle braccia, il biondo conficcò la lama della spada nell’occhio sinistro del drago con un colpo solo. La lama penetrò del tutto nel cranio del mostro nero fino all’elsa. Sangue cremisi schizzò fuori dalla pupilla di getto. Boruto ghignò di trionfo.

The fallen angels I run with all know,

Vrangr emise un assordante e orribile urlo di dolore, scuotendo la testa ed arrestando il volo immediatamente. Il suo corpo si contorse, le sue zampe graffiarono l’aria nel vano tentativo di liberarsi del dolore.

It’s our fear that makes us all humans after all!

Boruto non mollò la presa sull’elsa della spada neanche per un secondo, stringendo i denti per la fatica ed infondendo nella lama tutta l’energia che aveva nel corpo di getto. Sentì il suo corpo perdere tutta l’energia all’istante, e la sua mente farsi immediatamente pesante e confusa.

Torn old sepia photographs show,

Vrangr continuò a dimenarsi incessantemente, incapace di resistere al dolore. Sentì il suo corpo pulsare dall’interno a causa dell’energia che Boruto gli aveva infuso forzatamente attraverso la spada. Sentì le sue forze affievolirsi ogni secondo di più.

Our fragile little world, must reject it respond to the

Il drago ululò di dolore, emettendo un urlo roco e strozzato. Il suo corpo pulsò di energia all’improvviso, reagendo in maniera prepotente all’invasione di chakra estraneo.

Calling, screaming inside of my soul,

E così, usando l’ultimo barlume di energia che possedeva, Boruto attivò il Marchio sulla sua mano in quello stesso momento, infondendo l’ultima riserva di energia del suo corpo dentro alla bestia dolorante.

It’s my fear of loving what’s dearest to us all!

Vide e udì Vrangr contorcersi orribilmente per il dolore, mentre il suo corpo si riempiva sempre più di energia pronta ad implodere dall’interno a causa del contatto forzato del suo chakra estraneo al sistema.

Sun is fading, It will set forever!

Infine, dopo neanche un secondo, tutta la figura del drago s’irrigidì all’istante, e Vrangr esalò l’ultimo respiro. E poi, quasi nello stesso istante, tutto il suo corpo esplose, generando un lampo di luce accecante dall’interno.

Are you still my family? A river will flow!

Mentre veniva coinvolto nell’esplosione di chakra, la mente pesante e confusa di Boruto tornò a posarsi stranamente sui suoi compagni di viaggio per l’ultima volta. Si posò su Naruto e Hinata, i suoi futuri genitori. Su Sakura, Sasuke e Sarada, la famiglia che aveva sempre invidiato nel futuro. Pensò a Minato e Kushina, i nonni che non aveva mai avuto l’occasione di conoscere e con cui alla fine aveva solo condiviso un abbraccio esitante. Pensò a Fugaku e Mikoto, invidiando il modo in cui quei due avessero sempre apprezzato l’occasione di conoscere Sarada.

In quel momento, per la prima volta, Boruto si pentì di non aver sfruttato l’occasione di conoscere meglio la sua famiglia di sangue. Forse, se le cose tra loro fossero andate diversamente, allora Boruto avrebbe potuto davvero apprezzare la loro presenza come non era mai riuscito a fare.

You are not my enemy! I’ll let you prove me wrong!

Tuttavia aveva fatto il suo dovere. Un sorriso amaro gli incurvò le labbra. Aveva ucciso il drago. Era riuscito a proteggere tutti i suoi compagni e la sua famiglia. Adesso il loro mondo sarebbe stato al sicuro. Adesso Sarada e gli altri sarebbero potuti tornare a casa.

You can trust me when I say, It won’t be long!

Lui invece non sarebbe stato così fortunato. L’esplosione lo aveva coinvolto in pieno, e non aveva più la forza per riuscire a difendersi come prima neanche con una tecnica improvvisata. Per lui, questo sarebbe stato l’ultimo sacrificio. Per lui, questa era la fine.

We’re gonna see the end of night!

Era ironico in un certo senso. Proprio lui che per tutta la vita aveva lottato contro il mondo degli Shinobi, adesso sarebbe morto per proteggerlo. Proprio lui che da sempre disprezzava il concetto stesso di Shinobi, adesso sarebbe morto esattamente come uno di loro.

Aveva lottato ogni giorno per sovvertire il sistema corrotto dei ninja, eppure adesso non avrebbe potuto portare a compimento la sua opera. Adesso, per Boruto Uzumaki, era giunta finalmente la fine.

Don’t forsake me now, We haven’t got the time!

Tuttavia non sentì la tristezza pervadergli il cuore stavolta. Era certo che Mikasa, Sora, Toneri e tutti gli altri dell’Organizzazione avrebbero sicuramente continuato a lottare per ciò che credevano anche senza di lui. La sua eredità non sarebbe scomparsa con la sua morte. La speranza di un mondo migliore non sarebbe scomparsa mai.

Nell’ultimo istante di vita che gli rimase, Boruto pregò mentalmente che Mikasa e Sora riuscissero a perdonarlo in fondo al loro cuore. Pregò che non soffrissero a causa sua. Pregò che potessero riuscire ad accettare che le cose dovevano andare in questo modo.

Sapeva che li avrebbe inevitabilmente feriti. Non avrebbe potuto mantenere la sua promessa di ritornare da loro, dopotutto. Avrebbe tradito la loro fiducia proprio alla fine.

Il pensiero di ciò gli pervase di disperazione il cuore.

Quanto avrebbe desiderato ritornare da loro. Quanto avrebbe voluto poterli riabbracciare un’ultima volta. Ma ormai era impossibile. Non poteva più tornare indietro.

Doveva accontentarsi del ricordo di ciò che tutti loro erano stati per lui.

Pregò mentalmente che quei due potessero in qualche modo superare la sua morte senza soffrire troppo, perché anche alla fine della sua vita il pensiero di farli soffrire era insopportabile per lui.

E poi, dopo un secondo, un dolore immenso lo pervase, e la sua mente divenne confusa e sempre più stanca.

Un solo, ultimo pensiero disperato riecheggiò nella sua mente prima di sprofondare per sempre nell’oblio.

“Mikasa, Sora, ragazzi… Mi dispiace, ma sembra che alla fine il mio Destino sia implacabile… Abbiate cura di voi… E sappiate che vi amo più di qualunque cosa al mondo…”

E poi, come a liberarlo da tutte le sofferenze, il buio più totale lo accolse tra le sue braccia, e Boruto si lasciò cullare per sempre dal caldo e confortevole abbraccio dell’oscurità.





 

Note dell'autore!!!

Salve a tutti gente! Come vi avevo promesso, ecco a voi il nuovo capitolo. Vi chiedo scusa per il ritardo, ma il mio Pc ha avuto dei problemi che ho dovuto risolvere prima di poterlo pubblicare.

Non ho nulla da dire su questo capitolo. O meglio, non voglio dire nulla. Lascio a voi i commenti. Siete liberi di dirmi cosa ne pensate, in qualsiasi maniera preferiate.
Per sapere cosa ne penso io, dovrete aspettare l'ultimo capitolo.

Il prossimo capitolo uscirà domani, giovedì 21 dicembre!

Ringrazio in anticipo coloro che leggeranno e che commenteranno! A domani! ;)
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Saigo il SenzaVolto