Anime & Manga > Haikyu!!
Segui la storia  |       
Autore: UnGattoNelCappello    20/12/2017    1 recensioni
Kei realizza durante il suo secondo anno di liceo che probabilmente è innamorato di Yamaguchi da quando ha dieci anni. Per quanto incapace possa essere a gestire la situazione, Kei prega almeno di non esserlo tanto quanto Hinata e Kageyama. Ma a quanto pare, è proprio così. *TRADUZIONE*
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kei Tsukishima, Shouyou Hinata, Tadashi Yamaguchi, Tobio Kageyama
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

  

Capitolo 3

A casa di Ennoshita



 

Per il resto della settimana, Kei sente costantemente su di sé lo sguardo di Yamaguchi, come se il ragazzo pensasse che Kei potesse da un momento all’altro saltare in piedi, correre fuori dall’aula e lanciarsi dal tetto della scuola. Non riesce a decidere se la cosa sia frustrante o confortante.

Anche se Yamaguchi sta comunque sempre vicino a lui durante gli allenamenti di pallavolo, ultimamente è ancora più vicino. O almeno, questa è l’impressione che ha Kei. Potrebbe anche esserselo immaginato. Ma decide che non è così quando si gira per lanciare una palla nel carrello dopo gli allenamenti e va a sbattere dritto contro il petto di Yamaguchi, spingendolo indietro di qualche passo.

“Colpa mia, Tsukki,” dice Yamaguchi, prendendogli la palla dalle mani e lanciandola lui nel carrello. Kei si mette le mani sui fianchi.

“Okay,” sospira. “Che cosa stai facendo?”

“Huh? Che vuoi dire?”

“Voglio dire, mi stai controllando da una settimana come se stessi per impazzire e tirare fuori una motosega.”

“Eh, Tsukishima,” lo chiama Kageyama da poco lontano. “Non mi piace che la parola ‘motosega’ esca dalla tua bocca.”

“Allora smettila di origliare.”

Una voce allegra interviene da dietro di lui. “Ah, ti ha sistemato, Kageyama!”

“Sta zitto, stupido. Aiutami a mettere via la rete.”

“Ti aiuto io, Kageyama-san!” grida un ragazzino entusiasta del primo anno.

“V-va bene.”

Kei alza gli occhi al cielo e poi li riporta su Yamaguchi, che lo sta guardando con aria severa. Kei sbatte le palpebre.

“Che c’è?” chiese.

“Dovremmo finire di pulire,” risponde Yamaguchi nello stesso momento in cui Ennoshita inizia a gridargli contro dall’altra parte del campo, una palla sotto ogni braccio.

“Forza, voi due! Abbiamo quasi finito!”

Una volta che la palestra è di nuovo spoglia, la squadra si siede a semicerchio intorno a Ennoshita che ha l’aspetto ancora più stanco del solito. Kei non riesce a immaginare come sia tenere queste persone in riga per più di un’ora; rispetta immensamente Ennoshita per il suo sacrificio. Yachi sobbalza dietro il capitano quando lui grida a Tanaka e Nishinoya di chiudere la bocca e ascoltare. Hinata si muove per cercare in modo ovvio di stare più vicino a Kageyama di quel ragazzo del primo anno – Kei pensa che il suo nome sia Yushin – e Kageyama non si accorge di nessuno dei due. Il ragazzo si è davvero affezionato a Kageyama e tutti l’hanno notato. Kei torna a guardare Ennoshita e sente lo sguardo di Hinata che lo fissa con aria di domanda.

“So che alcuni di voi non saranno felici di sentirlo,” dice Ennoshita, “ma è tempo per un pigiama party.”

Kei geme. Sapeva che sarebbe successo. Accanto a lui, Yamaguchi ride della sua angoscia.

“È così che lo annunci?” ruggisce Tanaka. “Chi è che non vuole sentirlo?”

“È una notizia sensazionale!” concorda Nishinoya.

“Finalmente!”

Come la maggior parte delle volte, il volto di Kageyama è privo di espressione.

“Dobbiamo per forza?”

“Sì, Tsukishima,” dichiara Ennoshita, guardandolo. “È ora che la nostra squadra diventi più unita, specialmente con i nostri nuovi tre acquisti del primo anno. Avremo più sinergia in campo.”

Yushin lancia un pugno in aria e quasi colpisce Kageyama in testa. Gli altri due del primo anno accanto a lui lanciano grida di gioia e si danno il cinque.

“Sinergia! Sinergia! Sinergia!” scandiscono rumorosamente in coro Tanaka e Nishinoya.

Altri si uniscono a loro e Kei riesce praticamente a vedere il pentimento negli occhi del loro capitano prima che li chiuda e stringa la base del naso tra le dita. È una nuova abitudine che ha iniziato ad avere da quando ha preso il posto di Daichi. Gli dovrebbero arrivare presto dei rinforzi, ma è l’inizio dell’anno e il ragazzo deve ancora nominare il suo vicecapitano. Kei esamina le persone sedute in semicerchio. Tanaka, pensa Kei, potrebbe essere una buona scelta. Forse Kinoshita, anche se non sa molto su di lui a parte il fatto che è amico del capitano. Forse uno del secondo anno? Forse Hinata? Ha molta forza di volontà ed è persistente. Kei guarda il rosso in questione strisciare sul pavimento per dare il cinque a un sorridente Yamaguchi e perde il filo dei suoi pensieri.

“A casa di chi?” chiede Yamaguchi.

“La casa di Tsukishima è parecchio grande,” lo schernisce Hinata appoggiandosi alla spalla di Yamaguchi per sporgersi a dare un pizzico alle costole di Kei.

Kei si tira indietro con una smorfia. “Assolutamente. No.”

“Calma. Lo faremo a casa mia.”

“A casa tua, Capitano?” strilla Yushin. “Che fico!”

“Non è così fica,” ribatte Kinoshita. Ennoshita gli rivolge uno sguardo di rimprovero e si schiarisce la gola.

“Lo faremo a casa mia il prossimo weekend. Andremo direttamente dopo gli allenamenti serali. Tutto chiaro?”

La squadra di Karasuno si alza in piedi ed annuncia il suo assenso.

 

____________

 

Fuori è abbastanza fresco perché il club di pallavolo si tiri su la zip delle loro giacche. Alcune nuvole navigano innocentemente il cielo serale. Quelli del primo anno camminano insieme di fronte al gruppo e ascoltano attentamente Yushin, il più alto di loro (purtroppo, perché Yushin è appena più basso di Yamaguchi; Kei aveva sperato che le nuove reclute avrebbero portato un po’ di altezza nella squadra), parlare animatamente di qualcosa. La musica martella in lontananza dalle cuffie intorno al collo di Kei.

“—e Karasuno senza più una squadra di pallavolo? Riesci a immaginartelo? Oddio!” Hinata ha un tono preoccupato quando Kei torna a prestare attenzione alla conversazione intorno a lui.

Yamaguchi ride, “Di che cavolo stai parlando?”

“Ok, ascolta, qualcuno potrebbe avere un conto in sospeso con uno di noi per un motivo o per l’altro, e venire ad attaccare quella persona. E poi, una volta che ci vede indifesi a dormire sul pavimento di Ennoshita, potrebbe decidere che tutti quanti meritiamo di morire!”

“Guardi troppi film,” dice Kageyama in tono piatto.

“Se io ne guardo troppi, ne guardi troppi anche te.”

Kei interviene, “Quando dei personaggi politici importanti vanno ad un incontro, un paio di loro deve rimanere indietro in un posto sicuro da qualche altra parte in caso succeda qualcosa. Così fanno in modo che ci sia ancora qualcuno a governare in caso tutti gli altri vengano fatti fuori all’improvviso. O non siano più in grado di fare il loro lavoro.”

“Fatti fuori?! Cioè uccisi?” Hinata lo guarda con occhi spalancati.

“Esatto,” risponde lui con un ghigno.

“Voi avete dei problemi,” dice Ennoshita passandogli accanto insieme agli altri del terzo anno.

“Ennoshita-san!” gli grida dietro Hinata. “Tutte le porte della tua casa si possono chiudere a chiave, vero?!”

“Eleggo me stesso per essere quello che rimane indietro.”

“Non puoi, Tsukki. Tu sei quello che deve legare di più con quelli del primo,” dichiara Yamaguchi.

Kei fa una faccia disgustata. “Cosa? Perché io?”

“Perché il resto di noi interagisce con loro qualche volta,” grugnisce Kageyama.

Kei abbassa la voce e dice, “Non è colpa mia se quello alto è innamorato del Re.”

Hinata si gira di scatto e chiede, “Chi? Yushin?”

Yamaguchi cerca subito di azzittirlo ma i ragazzi del primo si stanno già girando a guardarli.

“Sì, Hinata-san?” dice Yushin, portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Il ragazzo sta parlando ad Hinata, ma guarda Kageyama. Inspiegabilmente, Kei si irrita.

“Mi chiedevo se i tuoi capelli fossero sempre stati biondi!” dice tutto d’un fiato Hinata dopo un secondo.

“Oh. Sì, sempre!” risponde Yushin rivolgendo il suo largo sorriso a Kei. “Sei anche tu un biondo naturale, Tsukishima-san?”

“Sì,” rispondono Yamaguchi e Kei all’unisono.

 

____________

 

“L’ho capito che sei preoccupato per me,” sospira Kei più tardi quando arrivano al portico di Yamaguchi. Un paio di falene danzano intorno alla lampadina che li illumina. Yamaguchi allontana la mano dal pomello della porta d’ingresso e si gira lentamente, come riluttante.

“So che l’hai capito. Ciò non vuol dire che smetterò di preoccuparmi.”

“Sto bene.”

“Cosa è successo?” esala Yamaguchi, negli occhi uno sguardo non da lui.

Kei rimane in silenzio per un minuto valutando le sue opzioni. Quanta verità vuole dire? Quanto può rimanere sul vago dando comunque a Yamaguchi una risposta soddisfacente? Non può ignorarlo come sarebbe riuscito a fare un anno fa. Kei resiste all’urgenza di mordersi il labbro per il nervoso.

E se lo dicesse… e basta?

Cosa accadrebbe se semplicemente sputasse fuori il rospo lì, sul portico di Yamaguchi: penso di essere innamorato di te e penso che anche tu sia innamorato di me e forse dovremmo entrambi ammetterlo e basta, così non saremmo più imbarazzati quando ci accorgiamo che ci stiamo fissando o camminando troppo vicini. E tu potresti mettere la tua gamba sul mio grembo ogni volta che vorrai e io posso contarti le lentiggini mentre giochi a Pokémon sul tuo DS e non ci sarebbe niente di strano. Siamo noi, dopotutto. Eravamo sempre destinati a questo.

Solo pensarlo gli fa girare la testa. È grato per il soffio di vento freddo che lo fa tornare alla realtà. Non è da lui pensare solo alla parte ottimista di una situazione, così si mette a riflettere su quelle negative. Ed è questo il pensiero che lo tormenta ogni qualvolta pensa a Yamaguchi di questi giorni: perderei ogni cosa che abbia importanza, se finisse.

E quello lo spaventa da morire.

Yamaguchi sospira, “Buonanotte, Tsukki.”

Ha allungato di nuovo la mano verso il pomello quando Kei gli afferra il braccio.

“Aspetta,” dice.

Lo sguardo di Yamaguchi scivola dalla mano stretta intorno al suo avambraccio al viso di Kei.

“Un brutto sogno,” ammette. “Un ricordo.”

“Un brutto ricordo…” ripete Yamaguchi. “Akiteru?”

Kei sente come un fendente al petto. Ha quasi voglia di ridere.

“No, no, era… Era una delle prime volte che ho dormito a casa tua.”

Yamaguchi aggrotta le sopracciglia. La sua voce si spezza quando mormora, “Quello è un brutto ricordo per te?”

“No, Tadashi, no. Ascolta. Fammi finire.” Kei finalmente lascia ricadere il braccio al suo fianco. Direbbe qualsiasi cosa per far smettere a Yamaguchi di guardarlo in quel modo, come se qualcuno dietro di lui gli stesse rigirando un coltello nella schiena. Rabbrividiscono entrambi quando li colpisce un’altra raffica di vento. “Ti ricordi quella volta che sono entrato in bagno nel bel mezzo della notte e tu stavi…” Kei fa una pausa. “Cercando di cancellarti le lentiggini?”

“Con una gomma da cancellare.”
“Sì.”

Yamaguchi porta le mani al viso come se volesse toccarlo ma si ferma a metà strada. Le lascia sospese a mezz’aria nello spazio tra lui e Kei prima che cadano di nuovo giù a torcersi nervosamente. Guardarle rende nervoso anche Kei, così decide invece di fissare con sguardo vacuo la porta rossa alle spalle di Yamaguchi.

“Hai avuto un attacco d’asia per quel sogno?” chiede piano Yamaguchi.

Kei annuisce in silenzio, sapendo che il puzzle non ha senso perché Yamaguchi non ha tutti i pezzi.

“Non ne avevo mai avuto uno prima.”

“A te non viene mai ansia per nessuna cosa.”

Gli occhi di Kei scattano verso di lui e risponde, “Lo pensavo anch’io.”

“Allora perché…?”

“Mi dispiace, Yamaguchi. Non lo so. Non lo so, ok, mi sono svegliato e poi…” Kei non sa come finire la frase, così non lo fa. Ma Yamaguchi lo sta ancora guardando come se avesse bisogno di molto più da lui. Kei vuole disperatamente aiutarlo, senza rivelarsi.

Kei scuote la testa ed esala, “Avevo solo bisogno di vederti, credo.”

Yamaguchi annuisce, prima lentamente, poi più veloce finché la sua testa va su e giù con vigore e un enorme sorriso sembra che voglia aprirgli il viso in due. Il ciuffo di capelli che sembra sempre rimanergli dritto in testa ondeggia freneticamente nell’aria invernale.

“E ha funzionato,” continua a farneticare Kei, “perché non appena ho visto la tua faccia e le tue lentiggini, sapevo che sarebbe andato tutto bene, mi hai calmato. E stavo bene. Sto bene— che c’è? Perché fai quella faccia?”

“È solo che,” farfuglia Yamaguchi, “È solo che è bello sentire che hai bisogno di me.”

Kei non sa cosa voglia dire, è ovvio che ha bisogno di Yamaguchi, ma quelle parole lo riscaldano comunque. Sente ancora un calore confortante dentro di lui quando Yamaguchi sparisce dentro casa sua qualche minuto dopo, come un piccolo fuoco acceso dentro il suo petto. Il sorrisetto che ha sul viso rifiuta di vacillare per tutto il tragitto fino a casa sua.

 

_________

 

Hinata non è per niente in sincrono con Yushin. Saltano per murare a tempi completamente diversi, si sono atterrati a vicenda sui piedi per più di una volta, e continuano a provare a ricevere entrambi la palla quando l’altro l’ha già chiamata.

“Stupido! Stupido, Hinata! L’hai sentito chiamarla!”

“Lo so!” sbotta Hinata prima di girarsi verso Yushin e borbottare, “Scusa. Colpa mia.”

“Non fa niente, Hinata-san. È fico anche solo stare in campo con te!”

Kei direbbe quasi che il ragazzino abbia un’aria compiaciuta. Hinata è dibattuto tra il restare arrabbiato e gongolare per il complimento, e l’espressione costipata sul viso del rosso fa soffocare a Yamaguchi una risata con la mano. Kei nasconde la sua con un colpo di tosse.

“Non fa niente, Hinata,” concorda Yamaguchi da fondo campo, dove si trovano.

“Un’altra, Tanaka-senpai!”

Mentre l’allenamento continua, diventa sempre più evidente che Hinata va alla grande con tutti in campo tranne che con il biondino del primo. Kageyama lo sgrida ferocemente ogni volta e invece di rispondere a tono, Hinata si limita ad agitarsi sempre di più. Kei lo trova difficile da guardare. Lo sguardo compiaciuto torna sul viso di Yushin e la cosa sta iniziando ad irritarlo sul serio.

“Mi fa pena,” sussurra Yamaguchi.

Kei si aggiusta i suoi occhialetti sportivi e risponde, “Riuscirà a riceverla prima o poi.”

“Non era quello che intendevo.”

Si girano entrambi quando interviene Ennoshita. Afferra Hinata e Kageyama per il colletto della maglietta e li trascina in un angolo della palestra. Kei non riesce a capire nulla dalla posizione rilassata di Ennoshita. Nishinoya corre da lui e Yamaguchi, facendo schioccare scherzosamente l’elastico intorno alla testa di Kei.

“Che sta succedendo?” chiede allegramente.

Accorre anche Tanaka. “Che diavolo gli succede oggi a quei due?”

Kei e Yamaguchi si scambiano un’occhiata.

“Non ne abbiamo idea.”

Nishinoya appoggia il gomito sulla spalla di Tanaka ed entrambi gli rivolgono uno sguardo sospettoso. Dietro Nishinoya, Kei vede Yushin con le spalle rivolte verso di loro, molto più fermo di quanto lo fosse un momento prima. È così ovvio che sta origliando che Kei riesce praticamente a vedere le sue orecchie guizzare.

“Andiamo, c’è qualcosa sotto. Abbiamo visto lo sguardo che vi siete appena dati.”

Kei si asciuga il sudore dalla fronte con la manica e dice, “Non c’è stato nessuno sguardo,”

“Sì che c’era,” insiste Nishinoya, osservandosi le unghie. “Era uno di quei classici sguardi Tadashi-Tsukishima che vi scambiate quando sapete qualcosa che noi non sappiamo.”

Kei fa un sorrisetto. “Non è colpa nostra se siamo molto più intelligenti di voi.”

“Spocchiosetto,” lo riprende Tanaka innocuamente. “E dai, sta succedendo qualcosa al nostro duo di mostriciattoli.”

“Forza, ditecelo, ditecelo!”

“Noya-san, non lo sappiamo davvero,” assicura Yamaguchi.

Nishinoya perde l’entusiasmo. “Aw, cavolo. È difficile non credere a Tadashi quando è così carino.”

“L’anno scorso non vedevi l’ora di fare il pettegolo,” sbuffa Tanaka. “Ti stai ammorbidendo, Tsukishima.”

“Nonostante tu sia circondato da così tanti bei ragazzi!”

I due scoppiano a ridere a crepapelle e tornano con andatura rilassata ai loro posti in campo, dandosi ancora delle pacche sulle ginocchia. Kei è eternamente dibattuto tra l’essere esausto o divertito dalle loro buffonate. Sente Yamaguchi ridacchiare al suo fianco e distoglie gli occhi da Tanaka e Nishinoya per guardarlo incredulo.

“Era piuttosto divertente,” ride Yamaguchi, afferrando la spalla di Kei, “devi ammetterlo.”

Kei sbuffa fuori una risatina.

“Diciamo che non era una delle loro peggiori.”

 

_______

 

da: Hinata S

oggetto: omgomgOMGGG

facciamo una competizione per iL PIGIAMA PIÙ IMBARAZZANTE domani sera da ennoshita-san!!!

 

 

da: Hinata S

oggetto: omgomgOMGGG

RICORDATELO, tsukishima!!!

 

 

a: Hinata S

oggetto: Re: omgomgOMGGG

Non ho intenzione di farlo

 

 

da: Hinata S

oggetto: Re: omgomgOMGGG

cacchishima. yamaguchi partecipa

 

 

a: Hinata S

oggetto: Re: omgomgOMGGG

Lui può fare quello che vuole

 

 

a: Hinata S

oggetto: Re: omgomgOMGGG

Pagherei per vedere Kageyama in pigiami imbarazzanti. Fallo partecipare

 

da: Hinata S

oggetto: Re: omgomgOMGGG

DICE CHE LO FARÀ SOLO SE LO FAI ANCHE TE!! vuole anche sapere quanto pagheresti

 

 

a: Hinata S

oggetto: Re: omgomgOMGGG

Hinata è meglio per te se vai a letto se non vuoi essere il primo sfigato ad addormentarsi domani

 

da: Hinata S

oggetto: Re: omgomgOMGGG

merda hai ragione

 

_______

 

Gli ultimi allenamenti del giorno del pigiama party sono molto più amichevoli del solito visto che tutti sanno che spenderanno le prossime dodici ore insieme. Sono divertenti ma rigorosi. Kei è piuttosto certo che il loro capitano li faccia lavorare più del solito così non saranno troppo turbolenti più tardi. Apprezza la strategia e lo comunica a Ennoshita più tarsi nello spogliatoio, che si limita a fargli un sorrisetto e dargli una pacca sulla schiena.

È un peccato che la tattica non funzioni un granché. Lo scoppiettante gruppo ha l’umore a mille, tutti spaparanzati su pila di lenzuola sul pavimento del salone del loro capitano. Sul grosso televisore accanto alla parete è acceso un film d’azione. I genitori di Ennoshita si sono ritirati nella loro camera qualche tempo fa senza fargli tante raccomandazioni a parte quella di passare una bella serata.

“I tuoi genitori sono fortissimi!” dice canticchiando Hinata.

“Hinata, fai silenzio! Questa è la parte migliore!”

Quando partono i titoli di coda, Yamaguchi solleva finalmente la testa dalla spalla di Kei. Si è appisolato più o meno dopo l’esplosione del secondo elicottero. Kei ha trovato difficile prestare attenzione al film dopo quello, e gli fa male la testa per aver cercato di concentrarsi così intensamente.

“Riesce ad addormentarsi letteralmente dappertutto,” mormora Kei ai ragazzi del primo anno quando gli chiedono se Yamaguchi sta bene.

“Sono sveglio,” sbadiglia Yamaguchi. “Scusate, scusate. Giuro che sono sveglio adesso.”

“Una volta si è addormentato su una panchina fuori il negozio di Sakanoshita quando io e Kageyama siamo entrati a comprare una soda,” proclama Hinata. “Oh! E poi c’è stata quella volta che l’abbiamo trovato addormentato sul pavimento dello spogliatoio prima degli allenamenti.”

“Lo spogliatoio?” ride Tanaka.

Yamaguchi si massaggia il collo e annuncia, “Sono un uomo di semplici esigenze.”

“Quando stavamo alle elementari mio fratello una volta l’ha trovato a dormire sul nostro portico.”

La squadra irrompe in risate e Kei ansima quando un gomito appuntito lo colpisce al fianco.

“Cosa facciamo adesso?” interviene Yushin.

“Obbligo o verità,” risponde immediatamente Nishinoya.

Ennoshita dice, “Non so se sia una buona idea.”

“Cosa? E perché cavolo no?” chiede Hinata, facendo sporgere il labbro inferiore.

Dopo avergli dato un solo sguardo Kageyama gli da subito ragione. Debole, pensa Kei.

“È una tradizione.”

“Una tradizione? Abbiamo fatto solo, tipo, due pigiama party prima di questo,” dice Kinoshita.

“Sì, e ci abbiamo giocato tutte e due le volte!” replica Hinata.

“Ciò non la rende una tradizione.”

“Zitto, Tsukishima!”

Kinoshita sospira e si gira verso Nishinoya. “Ti ricordi quado hai sfidato Azumane-san a correre intorno alla casa di Sugawara-san senza maglietta e poi si è preso un raffreddore per tipo due settimane?”

“Quello è perché Asahi è un pappamolle,” proclama felicemente Nishinoya.

Tanaka gli da un pizzico al fianco. “Ti manca.”

“Quello è vero, Ryū, quello è vero,” risponde il libero in tono nostalgico come se Asahi-san si fosse trasferito in Russia invece che in un appartamento in fondo alla strada dei suoi genitori. “E va bene, che ne dite se giochiamo solo a verità?”

Hinata si rianima. “Verità o verità?”

“Che cosa noiosa,” geme Kei.

Tu sei noioso,” ribatte Nishinoya. “Oppure volete vedere il sequel del film? Ce l’ho nello zaino. Credo che ci siano ancora più esplosioni di elicotteri in questo…”

“Verità o verità,” interrompe subito Ennoshita, battendo le mani. “Tutti quanti in cerchio. Forza. Non siate timidi, avvicinatevi,” dice, ignorando il fatto che la maggior parte dei ragazzi stanno già condividendo una coperta con almeno un’altra persona.

Kei ha spinto la loro coperta via dalle sue gambe un po’ di tempo fa per darla tutta a Yamaguchi quando si è addormentato. I ragazzi del primo anno si stringono insieme come si aspetta Kei (Yushin nel mezzo, con una coperta addosso che cade sulle spalle degli altri due ai suoi lati). Accanto a loro, Hinata e Kageyama si tirano incessantemente il lenzuolo viola che stanno cercando di dividersi.

“Kageyama-san, io ho un po’ di coperta se ti serve!” offre Yushin.

Hinata lascia improvvisamente la sua presa sulla coperta. Kageyama finisce all’indietro e Kei emette una sonora risata.

“Sto bene così. O lo sarei se solo Hinata smettesse di prendersi tutta la mia parte,” sbotta Kageyama non appena si riprende.

“Sei proprio un bambino, Bakegayama. Tieniti la coperta. Non la voglio. La dividerò con qualcun altro.”

“Stai facendo l’infantile,” gli sussurra Yamaguchi.

Il rosso è andato a quattro zampo a sedersi vicino a lui e ha afferrato una parte della coperta blu a stelle sua e di Kei per metterla sulle gambe. Un Kageyama dall’aria sconfitta sembra non volere neanche più la coperta per cui ha combattuto così avidamente. Kei alza gli occhi al cielo.

“La volete smettere di comportarvi come dei bambini di sei anni?” dice Ennoshita in tono piatto, a quanto pare leggendo la mente di Kei. “Bene. Chi inizia?”

“Inizio io, Ennoshita!” Tanaka sventola il braccio freneticamente. “Okay. Parliamo di primi baci!”

Gente che arrossisce, si strozza, ed emette gemiti e proteste riempie la stanza. Nishinoya colpisce il suo amico sul braccio e fa un sorriso a trentadue denti. Kei sapeva che sarebbe successa una cosa del genere. Yamaguchi si raccoglie i capelli castani con l’elastico che porta intorno al polso e Kei fissa per un secondo la piccola coda di cavallo. Non la fa quasi mai, quindi Kei ne approfitta il più possibile in quelle rare volte. Yamaguchi si gira per rivolgergli un sorriso complice quado Kei la tira leggermente.

“Ryū, sappiamo tutti che ne vuoi parlare solo perché te l’hai dato quest’anno!”

“E quindi?!”

“Smettila di vantarti, pelato,” dice Kinoshita e ridacchia quando Tanaka lo guarda a bocca aperta.

Tanaka rivolge la sua attenzione a quelli del primo, e i due più bassi – Kei realizza divertito che ancora non sa i loro nomi – scuotono la testa. Yushin, d’altro canto, aspettava impazientemente di rispondere.

“Io ho dato il mio primo bacio proprio prima che iniziasse scuola,” si vanta.

“Non è così che funziona obbligo o verità,” dice Kei in tono monotono.

Hinata lo corregge, “Verità o verità.”

“Penso che tu e io andremo molto d’accordo. Ce la sappiamo fare tutti e due con le ragazze,” dice Tanaka facendo l’occhiolino e sporgendosi per dare una pacca sulle spalle a Yushin.

“Direi che è una grossa esagerazione per te, Tanaka-san,” dice Kei.

“Tsukishima!” grida Tanaka. “E il tuo primo bacio, allora?”

Yamaguchi, che ha il mento poggiato sulle ginocchia piegate, si sposta un po’ per alzare lo sguardo su di lui con aria d’aspettativa. In effetti, la maggior parte della squadra lo scruta con espressioni simili. Kei li guarda sbattendo gli occhi. Non pensa quasi mai ad essere baciato, e ancora di meno a baciare. C’è solo un’eccezione lentigginosa, ma Kei cerca di evitare qualsiasi pensiero che coinvolga questa eccezione e il baciare. Quella è una strada che non può percorrere. Dentro di sé sa fermamente che non sarebbe in grado di tornare indietro.

“Non l’ho ancora dato.”

“Davvero?” chiede incredulo Yamaguchi.

“Davvero?” ripetono gli altri.

Kei ha un improvviso desiderio di trovarsi da solo con Yamaguchi, anche se non è molto sicuro del perché. La stanza gli sembra troppo affollata. C’è molta più eccitazione nell’aria di quanto sia abituato.

“Cos—?” gracchia Nishinoya. “Ma le ragazze non vengono a dichiararsi da te tipo, ogni giorno?”

Kei alza le spalle.

“E allora? Non vuol dire che voglio baciarle.”

Pensa di vedere Kageyama annuire leggermente dall’altra parte del cerchio. Kei sa che anche a lui arrivano molte dichiarazioni; delle ragazze lo hanno preso timidamente da parte a pranzo per dirglielo. L’alzatore torna sempre indietro a mani vuote. Nel frattempo, però, Hinata parla sempre troppo velocemente ed è anche più distratto del solito. Kei non ha idea di cosa farebbe Hinata se Kageyama si mettesse con una ragazza. Non che Kei pensi che esista anche solo una remota possibilità che accada (per una miriade di motivi). Sul serio, a Kei vengono in mente così tanti motivi. Pensa che sia un peccato che siano entrambi troppo inetti per realizzare quello che provano. Si chiede cosa sia peggio: non sapere di essere innamorato o esserne consapevole. Quando i suoi pensieri si fermano su quello, la presenza di Yamaguchi al suo fianco diventa come un fuoco ruggente.

“Tsukki è così fico,” lo adula Yamaguchi.

Hinata concorda pienamente, “Sei così fico, Cacchishima!”

“Non avrei mai pensato che Hinata facesse parte del fan club di Tsukishima,” dice distrattamente Ennoshita a Tanaka.

Tanaka assume un’aria nostalgica mettendosi una mano sul cuore, “Mi mancano i tempi in cui c’era un solo membro.”

“E il nostro duo di mostri?” indaga Ennoshita. “Primi baci?”

Non appena viene posta la domanda, Kei sente l’atmosfera cambiare visibilmente tra i suoi due compagni. Segue lo sguardo di Kageyama fino ad Hinata. La tensione è palpabile; è sorpreso che non gli si rizzino i capelli in testa. Lancia un’occhiata a Yamaguchi per vedere se anche lui l’ha notato, ma quello lo sta già guardando. Entrambi distolgono rapidamente gli occhi.

“Non è da te stare in silenzio, Shouyou! Diccelo!” scandisce Nishinoya, la voce soffocata dalla coperta in cui si è avvolto. C’è una pausa pesante prima che Hinata risponda, come se stesse cercando le parole giuste.

“È stato… bello. Voglio dire, ehm… mi è piaciuto.”

“Stai arrossendo! Che cosa carina!”

“E tu, Kageyama?” chiede Ennoshita.

“Sì,” risponde d’un fiato Kageyama. “Anche il mio è stato bello.”

“Anche lui sta arrossendo! I nostri mostriciattoli stanno arrossendo! Il nostro duo arrossito,” annuncia fiero Nishinoya. Sembra che Tanaka sia sull’orlo delle lacrime.

“I nostri piccoli del secondo anno,” geme, “stanno crescendo, baciano ragazze, non riesco a crederci…”

“Quindi chi si è dichiarata, Hinata? Una ragazza della tua classe?” chiede Kinoshita.

“Eh?” dice Hinata di botto. “No, nessuno si è dichiarato. Ci siamo solo… uhm. È solo, tipo…”

Hinata annaspa. Kei si chiede per un secondo perché non abbiano entrambi mentito. Sono davvero così stupidi? Dà un leggero colpetto alla spalla di Yamaguchi con il gomito e lui coglie il messaggio.

“A me non lo chiede nessuno?” interviene.

Il gruppo si focalizza sul ragazzo lentigginoso e Hinata finalmente respira. Uno sguardo a Kageyama gli assicura che anche la sua carnagione sta tornando a rassomigliare quella di umano invece che di un pomodoro. Kei pensa che entrambi dovrebbero essere eternamente grati a lui e a Yamaguchi; in effetti, forse più tardi Hinata gli dovrebbe comprare dei panini al maiale. Kei si appunta mentalmente di fare la richiesta più tardi. Ennoshita ripete la domanda che è stata ripetuta a tutte le persone della stanza a Yamaguchi, che sembra improvvisamente sorpreso da tutta l’attenzione.

“…Sì,” confessa, “la scorsa estate.”

Kei sente il cuore sprofondargli nello stomaco. Riesce a sentire l’acido bollirgli intorno, consumandolo.

“Ovvio, ovvio. Guarda che viso!” gioisce Nishinoya. “Sta nella tua classe?”

“È solo una ragazza che abita vicino la casa dei miei nonni in montagna.”

Kei è stato lì. Setaccia i suoi ricordi alla ricerca di una vicina, di una ragazza, qualsiasi cosa, ma non trova nulla. Qualche ciocca di capelli più lunghi è caduta dalla coda di Yamaguchi e gli incornicia delicatamente il viso. Hinata guarda Kei, ma il suo sguardo si sposta velocemente quando Kei ricambia ad occhi socchiusi. Pat, pat, pat – Nishinoya si è messo all’improvviso a dargli delle pacche sulle spalle.

“Sembra che Tadashi ti abbia battuto, eh, Tsukishima?”

Yamaguchi finalmente si gira verso di lui con un timido sorriso. Kei ricambia lo sguardo con occhi spenti.

“A quanto pare.”

“Non è una gara, disgraziati,” sospira Ennoshita, stringendosi la base del naso.

“Oh!” esclama Hinata. “Facciamo una gara!”

“Sono d’accordo. Hinata, ti sfido.”

“Kageyama, no,” il loro capitano lo blocca con una mano come se avesse paura che potesse schizzare fuori dalla stanza da un momento all’altro. “È notte. Non faremo una gara. Infatti, penso che sia arrivato il momento di vedere il secondo film che ha portato Noya e cercare di calmarci.”

“Aww, ci calmiamo già?” dice Nishinoya mettendo il muso.

“Voi pensate che le facciano delle palle da pallavolo che si illuminano al buio?” chiede Yushin con voce sognante.

“Cazzo,” esala Kageyama ad occhi spalancati come se qualcuno gli avesse appena rivelato il segreto della vita eterna.

“Sì, vero?!”

Il ragazzo del primo continua a parlarne e si avvicina all’alzatore ma Kageyama sembra non notarlo, anche se il rosso accanto a Yamaguchi si irrigidisce. Kageyama è letteralmente l’unica persona al mondo in grado di far scendere Hinata dal suo perpetuo stato di settimo cielo e Kei dubita anche che se ne accorga. Gli torna alla mente lo stato depressivo di Bokuto Koutarou.

“Palle notturne,” riflette Yamaguchi ad alta voce, strofinandosi il mento con un dito. “Ci servirebbe anche una rete fluorescente.”

Un frastuono di voci eccitate riempie la stanza.

“Assolutamente,” risponde Kinoshita.

“E delle divise che si illuminano?”

“Assolutamente al quadrato.”

“Dovrebbero brillare solo i numeri, però. Sarebbero così fiche.”

Yushin propone, “Scarpe da ginnastica che si illuminano?”

“Non vedo perché no.”

“Qualcuno si sta segnando tutto?!” chiede Hinata, guardandosi intorno freneticamente.

In effetti, Kageyama ha una penna e un foglio appoggiato sulle ginocchia e sta scrivendo furiosamente.

“Da dove li ha tirati fuori?” mormora Kei a Yamaguchi.

Le cose si calmano un po’ solo quando appare sulla televisione la schermata del menù del sequel del più brutto film che Kei abbia visto. Tutti si muovono immediatamente per accaparrarsi un buon posto, i ragazzi del terzo saltando sull’unico divano della stanza. Kinoshita fa la linguaccia a Hinata quando lui si lamenta.

“Privilegi dei senpai,” dichiara con un sorrisetto.

“Sì, certo, come se qualcuno ti avesse mai chiamato ‘senpai’.”

“Chikara!”

A quanto pare lo sfortunato divano non può contenerli tutti, così Nishinoya si sdraia sulle gambe degli altri quattro. Kei deve trattenere una risata quando nessuno di loro si lamenta della cosa. Yamaguchi aspetta che Kei si sistemi prima di sedersi accanto a lui, così quest’ultimo scivola velocemente sul pavimento per avvicinarsi al lato del divano dov’è Tanaka e appoggiarcisi contro.

Un eccitato Nishinoya lo colpisce alla testa con un piede un paio di volte. Ma Kei decide che sia meglio questo che stare seduti davanti alla sua bocca chiacchierona (che inevitabilmente strillerà ad ogni esplosione e per l’intera durata di tutti gli inseguimenti in macchina). Meglio che se lo sorbiscano quelli del primo. Yamaguchi gli si avvicina e copre le loro gambe con la sua coperta blu a stelle. Hinata gironzola intorno al trambusto come un insetto intorno a una lampadina accesa.

“Oi, Hinata. Vieni qua,” lo chiama Kageyama.

Hinata sembra vibrare sul posto prima di fare un gran sorriso e lanciarsi strategicamente tra Kageyama e Yushin. In questo modo Kageyama viene spinto contro il fianco di Kei. Kei brontola e si sposta più vicino a Yamaguchi, che si appoggia felicemente a lui. Fa decisamente troppo caldo tra Yamaguchi e la coperta, così decide di toglierla di nuovo e bearsi invece del calore del suo amico. Inizia la prima esplosione – l’ultimo piano di un ospedale – e Nishinoya grida eccitato. Il suo piede fa ancora una volta contatto con la nuca di Kei.

 “Puoi fare attenzione ai tuoi piedi iperattivi, Noya-san?”

“Scusa, scusa, è solo che mi pompa tantissimo! Fa tipo, bam! Crash!”

“Crash! Bam, pum!” aggiunge intelligentemente Tanaka.

Hinata completa con un, “Wham!”

Kei si chiede quanto forte dovrebbe sbattere la testa sul pavimento per uccidersi.

“Noya, dai di nuovo un calcio a Tsukishima e ti schiaccio fino a farti diventare una palla di pallavolo – cosa non troppo difficile considerata la tua statura corrente – per usarti ai prossimi allenamenti,” promette il capitano.

“Fai paura,” gracchia Hinata, scivolando più a fondo sotto la coperta.

“Probabilmente sarebbe altrettanto facile farlo con te.”

“Kageyama, non peggiorare la situazione!”

“Sto solo usando la logica.”

“Immagino che ci sia una prima volta per tutto,” dice Kei in tono piatto.

Yamaguchi fa una risata mezza addormentata. Kei la sente e smette subito di ascoltare il film, un fatto considerevole visto il suo audio. Si sente ancora come se qualcuno lo avesse colpito alla testa. Come faceva a non sapere che Yamaguchi aveva baciato qualcuno? Qualcosa gli si infuoca nel petto quando ci pensa. Viaggia giù lungo il suo stomaco e gli annoda l’intestino dolorosamente.

Non dovrebbe esserne sorpreso, forse, probabilmente, non lo sa – hanno diciassette anni dopotutto, e Kei sa che il suo amico ha un bell’aspetto. I suoi “preconcetti” non gli annebbiano la vista, vero? Non può esserne sicuro. Quello di cui è sicuro è che Yamaguchi ha baciato una ragazza. Una ragazza ha baciato Yamaguchi. In qualunque modo sia andata, Yamaguchi e una ragazza si sono baciati. Le sue mani si incontrano involontariamente dietro la sua schiena per torcersi nervosamente.

La verità è che aveva pensato che sarebbe stato lui il primo bacio di Yamaguchi, una volta che uno di loro due avesse raccolto il coraggio per farlo. Sarebbe potuto succedere ad anni da adesso, e sicuramente almeno uno di loro avrebbe baciato qualcun altro nel frattempo. Sarebbe potuto non succedere mai. La verità è che Yamaguchi è stato in montagna per dieci miseri giorni quell’estate e ha trovato qualcuno che preferisce baciare invece di Kei. Il ragazzo si sente come se stesse affogando con la testa fuori dall’acqua.

“…secondo me sì. Tsukishima è così magro.”

“Ha quei fianchi, però.”

“Cosa?” dice d’impulso Kei, trascinandosi fuori dai suoi pensieri.

“Cavolo, dov’eri finito?” Tanaka gli da un colpetto sulla testa.

Nishinoya lo informa, “Stiamo discutendo per decidere se saresti o no un buon cuscino da tipo, cinque minuti.”

“Ci siamo accordati sul ‘no’,” aggiunge Kageyama.

“Fantastico.”

“Anche se abbiamo delle forti prove che sostengono il contrario,” afferma Ennoshita.

Kei abbasso lo sguardo e vede Yamaguchi addormentato a faccia in giù sulla sua coscia destra. Riesce davvero a dormire dovunque e in qualsiasi posizione; Kei lo invidia. Deve essersi perso nei suoi pensieri davvero a fondo, ma adesso sente il leggero respiro di Yamaguchi sulla sua pelle. Non tremare. Non tremare. Non tremare.

“Che sia un buono cuscino o no, Yama sembra non avere problemi,” nota Hinata. “Pensi che io sarei un buon cuscino?”

“Troppo piccolo,” risponde Kageyama senza staccare gli occhi dalla televisione.

“Forse uno per una casa di bambole,” ridacchia Ennoshita.

“Chikara è un fantastico cuscino,” insiste Nishinoya, affondando la testa nello stomaco di Ennoshita per sottolineare la sua affermazione. Ennoshita emette un leggero ‘uuf’ ma non si dà la pena di spostarlo. Il rispetto di Kei per la sua pazienza cresce ogni ora di più.

“Credo che stia sbavando sulla mia coscia.”

Hinata si tira su per ispezionare e i terzo anno scoppiano a ridere. Il rumore sveglia tutti e tre quelli del primo che si erano addormentati uno sull’altro dall’altro lato del divano. Kei si era in effetti completamente dimenticato di loro.

“Sbavare è una cosa davvero da lui,” dice felicemente Nishinoya.

“È proprio così,” gli fa sapere Hinata.

Nishinoya continua, “Tsukishima, non riesco a credere che non lo sposti!”

“Lo sposto io,” borbotta Kageyama e Kei lo colpisce crudelmente al fianco con un gomito.

“Lasciatelo stare,” gli dice Kei.

Kageyama sta ancora ansimando e Hinata è accanto a lui preoccupato, come se dovesse collassare da un momento all’altro. Okay, forse Kei ha esagerato. Ma accetta ogni opportunità che ha per colpire fisicamente l’alzatore idiota. Yamaguchi inizia a muoversi quando il film è vicino alla fine. Il terzo e ultimo elicottero esplode e così fa l’ultimo frammento di pazienza che ha Kei per il film. Yamaguchi fa per alzarsi ma invece si lascia cadere indietro di schiena, i suoi capelli che pizzicano la coscia di Kei. Guarda Kei sopra di sé con occhi stanchi.

“Mi sono addormentato di nuovo,”

Tanaka risponde dal divano, “Proprio così, amico.”

“Qual è il verdetto?” chiede Ennoshita, spingendo Nishinoya fino a farlo rotolare giù dal divano e sopra i ragazzi del primo. “Tsukishima è un buon cuscino?”

“Meglio della panchina fuori Sakanoshita?” chiede Hinata genuinamente interessato. “O il pavimento degli spogliatoi?”

Yamaguchi si alza all’istante, strofinandosi gli occhi con i palmi delle mani. Si scioglie i capelli dall’elastico e li lascia ricadere sopra le orecchie. Sbatte lentamente gli occhi guardando i suoi compagni di squadra e Kei sente il suo cuore stringersi più forte dei nodi intorno al suo stomaco che non accennano ad allentarsi.

“Sì,” sbadiglia. “Scusa, Tsukki.”

“Ha! Kageyama, mi devi un panino!”     

“Cosa? Stupido, non abbiamo scommesso!”

“Nella mia testa sì.”

“Quello non vale.”

“Sì che vale. Kageyama, gli devi un panino,” dichiara Kei solo per vedere Kageyama soffrire.

“Fico!”

“Tsukishima non decide le regole!”

“Sono d’accordo con Tsukki. Gli devi il panino.”

“Ma che sorpr–” Kageyama si prende un’altra gomitata nelle costole, che lo azzittisce.

“Ok, basta così. Siete tutti pazzi ed è ora di andare a dormire.”

“Ma Chikara…” inizia Nishinoya.

“Niente storie. Forza, buttate per terra la roba.”

Kinoshita ribatte, “Che proprietà di linguaggio.”

 

_______

 

Ovviamente, Hinata finisce per essere l’unico a indossare un pigiama imbarazzante. È blu con delle paperelle di gomma gialle stampate ovunque dalla maglietta a maniche lunghe ai pantaloncini abbinati. Nishinoya e Tanaka lo prendono così tanto in giro che la cosa finisce in una battaglia di cuscini. Kei trascina il suo sacco a pelo in un angolo della stanza per starne fuori.

“In effetti ti sta bene!” ammette Nishinoya dopo che i due del terzo anno concedono la sconfitta.

“È vero.”

“Sul serio, Kageyama?”

“Solo perché dimostri nove anni.”

“Cos–?!”

“A me piace,” dice Yamaguchi rivolgendogli un pollice alzato.

Quando Yamaguchi segue Kei nell’angolo dove si è sdraiato, Hinata segue Yamaguchi, e di conseguenza Kageyama segue Hinata. Formano un quadrato di ragazzi del secondo, con i loro zaini al centro.

“Non si russa,” ordina Kei.

Kageyama e Hinata gli disobbediscono non più di tre minuti più tardi. Si sentono ancora dei mormorii per la stanza, i loro compagni di squadra chiacchierare stancamente e rigirarsi sotto le coperte. Il ragazzo alza la testa quando la figura accanto a lui inizia a muoversi. Kei guarda Yamaguchi cambiare posizione così da avere la sua testa accanto a quella di Kei invece che ai suoi piedi.

“Si sono addormentati, vero?” sussurra Yamaguchi.

A quella domanda Kei sente il suo stomaco contorcersi in modo strano. La debole luce proveniente dal portico di Ennoshita filtra dalla grande finestra del salone, rivestendo di un giallo chiaro il viso abbronzato di Yamaguchi. I due aspettano di sentire russare un’altra volta prima che Yamaguchi continui.

“Non sapevo che si fossero…”

“Cosa?” lo sollecita piano Kei.

“Che si fossero baciati.”

Io non sapevo che tu avessi baciato qualcuno, è tutto quello che riesce a pensare Kei.

“Oh,” risponde invece, lasciando lentamente andare il respiro che non si era accorto di star trattenendo. Yamaguchi si avvicina un po’ di più a Kei.

“E tu?” chiede.

“Se non lo sapevi tu, non lo sapevo neanche io.”

Yamaguchi fa un verso d’assenso.

“Beh, buonanotte, Tsukki.”

“Buonanotte, Yamaguchi.”

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: UnGattoNelCappello