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Autore: lone_wolf_08    25/12/2017    4 recensioni
Il Reame Boscoso era la sua casa. Thranduil e Legolas la sua famiglia.
Eppure la sua vita lì non sarebbe potuta durare per sempre. Il coraggio di una donna sarà messo a dura prova da un destino inevitabile e da un passato doloroso.
Morwen lo guardò negli occhi: “Chi sono io?”
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Legolas, Nuovo personaggio, Thranduil, Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Capitolo 3 : UN DEMONE NELL'ANIMA



Ci sono dei giorni in qui non posso fidarmi di me: un demone mi arde, mi agita, mi divora
U. F.




All'alba Morwen era già in piedi e vestita; pronta per la sfida.

Indossava dei pantaloni stretti di pelle nera che tuttavia erano molto comodi, un pò più sopra le cosce le cadeva una casacca a maniche corte di lino verde scuro stretta in vita da una cintura marrone in cuoio nella quale teneva un piccolo coltello molto affilato.
Sopra la casacca indossava un corpetto di pelle marrone e dal gomito fino al dorso della mano dei manicotti aderenti neri coperti da bracciali protettivi in cuoio.
Ai piedi portava degli stivali marroni stretti da stringhe, sempre di cuoio, mentre sul capo aveva raccolto i capelli in una treccia che le arrivava fino a metà schiena.
Guardò fuori dalla finestra il sole salire velocemente e ripensò al sogno che aveva fatto; cosa significava? E come mai c'era Kludd? Scacciò subito il pensiero e si posizionò la faretra sulla schiena, si attaccò il fodero della spada alla cintura e la infilò dentro, dopodiché prese l'arco in mano e si avviò fuori dalla stanza a passo deciso.

Quando arrivò nella conca di addestramento, che era appena poco distante dal ponte dell'entrata principale, vide che era sola nella radura.
Legolas non era ancora arrivato, perciò cominciò a colpire i bersagli con l'arco facendo parecchi centri perfetti.
La interruppe una voce dietro di lei

"Non vale allenarsi prima della sfida", a parlare era stato Legolas che si avvicinò con un sorrisetto beffardo.

"Ti eri addormentato principino?" lo prese in giro lei rigirandosi l'arco tra le mani,

"Oppure ti stavi preparando emotivamente ad una sconfitta clamorosa?" continuò sfottente.

"No, stavo solo cercando di calmare Thranduil ancora arrabbiato che tu ieri non sia tornata da lui dopo che sei venuta da me. Sai, non aveva ancora finito di parlarti" trionfando sull'espressione colpevole e spaventata della ragazza.

"Me n'ero dimenticata! Dev'essere furioso!" disse mettendosi le mani tra i capelli preoccupata.

"Si beh dopo avrete tutto il tempo per confrontarvi...ora se non ti dispiace dimmi come si terrà questa sfida".

Morwen concentrò la sua attenzione sull'elfo

"Ok allora, faremo una serie di prove: gara a cavallo, tiro con l'arco e combattimento a spade" disse autorevolmente girandogli attorno a testa alta.

"Bene, in tal caso vado a recuperare Alagos e Dagor" disse avviandosi verso le stalle il biondo.

Morwen dopo aver descritto il tracciato di percorrenza della gara montò su Dagor e si posizionò affianco a Legolas ed Alagos.

"Guardami bene il muso ora perché ciò che vedrai di me durante la gara sarà solo la mia coda...novellino".

Dagor ignorò la presa in giro del cavallo sfidante e si concentrò sulla strada.
Il manto nero lucido del destriero contrastava con quello bianco puro dell'altro, così come i capelli chiari di Legolas contrastavano con quelli scuri di Morwen.
I muscoli dei cavalli erano tesi, pronti a scattare.
La concentrazione al massimo.
Il silenzio era tale che si potevano perfino sentire gli animaletti zampettare nel sottobosco e le api ronzare in lontananza.
Il fischio di una guardia chiamata ad arbitrare segnò l'inizio della gara.
Gli sfidanti scattarono in avanti come fulmini. Legolas era già in testa, Morwen lo tallonava cercando di sorpassarlo ma lui spostandosi le copriva tutti i varchi possibili.
Continuarono così quasi fino alla fine del tracciato fino a quando Morwen colse l'occasione propizia per sorpassarlo; infatti alla destra di Legolas poco più avanti stava un grosso ramo che invadeva la corsia.
Dagor nitrì sorpreso capendo ciò che la mora aveva intenzione di fare

"Ma non vorrai mica...?!?!",

"Oh si!" lo interruppe lei risoluta.

"Sappi che non mi prendo alcuna responsabilità sulla riuscita di questa pazzia",

"Nessun problema, ce la farò",

detto questo spronò il nero destriero, il quale in uno scatto si posizionò al fianco di Alagos sotto lo sguardo incredulo di Legolas.
Che stavano facendo? Se fossero rimasti lì Morwen avrebbe preso un ramo dal diametro di 25 centrimetri dritto nello stomaco e tenendo conto della velocità alla quale andavano, ci sarebbe rimasta secca. Era forse impazzita?

"Morwen spostati!!!" le urlò Legolas spaventato;

ormai il ramo era vicinissimo. Lei lo guardò sfidandolo

"No"

e subito si alzò posizionando un piede dietro l'altro sulla sella.
Accuciata, pronta a darsi lo slancio, calcolò il momento giusto e saltò sorvolando il ramo e cadendo poi a cavalcioni su Dagor, leggermente inclinata verso sinistra.
La giovane si raddrizzò e Dagor partì subito ad una velocità impressionante, staccando di un bel pò un Legolas basito e andando a vincere la gara.
Dagor affiancò Alagos

"Allora...ti è piaciuta la mia coda?" nitrì trionfante.

Alagos sbuffò offeso girando il muso dall'altra parte. Morwen scese dal cavallo galvanizzata e si appoggiò ad Alagos guardando Legolas divertita. Lui la guardò a sua volta, ma i suoi occhi chiari esprimevano disappunto. Morwen se ne accorse

"La sconfitta brucia eh?" chiese volendo alimentare il fuoco.

"Credi che mi importi di aver perso? Ho temuto il peggio per quella tua azione avventata" disse scendendo da cavallo arrabbiato.

La donna si sorprese per quel suo improvviso senso di protezione; in quel momento le sembrò di sentire il re.

"Smettila! Mi sembra di sentire Thranduil" disse lei dando voce ai suoi pensieri.

"Perché? Dovrei forse incoraggiarti nel suicidarti? Ti ricordo che era solo una gara. Una stupida gara!",

"Ma non mi sono fatta niente! E poi era tutto sotto controllo!" ribatté lei.

Non voleva cedere, anche se sotto sotto sapeva di aver rischiato parecchio.

"Certo certo, come del resto in tutte quelle volte in cui ti cacci nei guai vero?",

"Anche tu hai intenzione di farmi la predica??"

"No"

"Bene! Perché abbiamo altre sfide in programma" tagliò corto infastidita.


Dopo aver preparato i bersagli, si allontanarono da essi di 70 metri. La guardia a cui avevano dato il ruolo di arbitro delimitò una linea che i due non avrebbero dovuto superare con i piedi e poi si allontanò dalle linee di tiro.
La sfida consisteva nel fare più centri perfetti avendo a disposizione solo tre frecce.
Morwen era più tesa della corda del suo arco, voleva vincere anche quella sfida in quanto era più che decisa nel mostrare all'elfo quanto fosse migliorata. Si era allenata tantissimo affinché quando Legolas sarebbe tornato l'avesse trovata alla sua altezza nella disciplina in cui il biondo eccelleva. Avanti Morwen sono solo tre frecce...ce la puoi fare! Si ripeteva lei per sciogliere la tensione.
Legolas invece, con una fastidiosa tranquillità, si trastullava facendo girare l'arco tra le mani come fosse un giullare.
Al fischio dell'arbitro che li intimò alla prontezza, l'elfo smise di giocare e si concentrò sull'obiettivo incoccando una freccia nell'arco; le gambe leggermente divaricate e poste diagonalmente rispetto alla linea orizzontale tracciata davanti a sé.
Morwen fece lo stesso, con l'unica differenza che lei era agitata il doppio di lui tanto che le cadde di mano anche la freccia, cosa che fece sorridere il biondo.
Al secondo fischio dell'arbitro le due frecce partirono, quella di Legolas fece centro, quella di Morwen no.
Quest'ultima imprecò sottovoce e fulminò con lo sguardo l'elfo che soddisfatto se la rideva di nascosto.
La seconda andò a segno per Morwen e quella di Legolas mancò il centro per un soffio.
La ragazza lo guardò divertita rispondendo alla beffa precedente.
Poi venne il momento della terza freccia.
Non la mancherò! Devo solo essere sicura.  Non devo agitarmi.
Morwen si concentrò incoccando l'ultima freccia con calma e precisione.
Legolas alla sua sinistra sembrava ancora irritato dall'errore precendente e non era assolutamente intenzionato a fallire anche il prossimo tiro. Si preparò seccato.

L'ultimo fischio risuonò nell'aria e il silenzio che si era creato venne rotto dai sibili delle frecce elfiche.
Nell'istante in cui la ragazza mollò la corda dell'arco chiuse gli occhi e non appena sentì la punta di metallo conficcarsi nella paglia del bersaglio li riaprì.
La invase un sentimento di soddisfazione: aveva fatto centro!
Anche Legolas non aveva fallito ma lei era contenta lo stesso, una parità le andava più che bene considerando la bravura del suo sfidante nel tiro con l'arco.
L'aveva eguagliato!!

"Beh, devo dire che hai migliorato molto la tua precisione" le si avvicinò lui complimentandosi.

"Gli allenamenti danno il loro frutto" rispose lei semplicemente.

"Già ma devo darti un consiglio se posso. Quando stai per lasciare la freccia, stacca il cervello, isolati dal mondo; non devi sentire alcun rumore se non quello dei tuoi battiti cardiaci, concentrati su quel ritmo e focalizza l'obiettivo. Questa tecnica ti aiuterà a mantenere la calma e a colpire con massima precisione il bersaglio".

Morwen lo ascoltò attentamente e si tenne stretto quel consiglio prezioso. A lui non importava davvero di perdere: voleva aiutarla a migliorare le sue tecniche di combattimento per renderla una guerriera ancora più forte. Si stava comportando proprio da fratello maggiore e un moto d'affetto le pervase il cuore.


Arrivò anche il momento dell'ultima sfida.
I due si posizionarono al centro della radura, l'arbitro li osservava attentamente dalla linea limite del campo di combattimento.
Faccia a faccia si sorrisero ironici, Legolas parlò

"Che vinca il migliore",

"Lo farò di certo" rispose lei beffarda.
Poi si allontanarono l'uno dall'altra e sguainarono le spade, pronti ad attaccare.
Morwen chiuse gli occhi e buttò fuori aria dalla bocca regolando l'adrenalina che la stava facendo letteralmente saltare sul posto.
Legolas la fissava concentrato. L'arbitro diede il segnale e la mora partì subito alla carica, menò un colpo che Legolas parò facilmente. Continuò ad attaccare ma lui non sembrò per niente in difficoltà e parò tutti i fendenti della ragazza con grazia.

"Cerca di metterci più eleganza Morwen, mi sembri un olifante" ridacchiò l'elfo.

L'altra si trattenne dall'urlargli in faccia perché si rese conto che in confronto ai movimenti di lui, i suoi sembravano quelli di orco.
Le bastava concentrarsi un attimo ma le parve impossibile.
Poi toccò a Legolas partire all'offensiva e la ragazza schivò e parò con prontezza tutti i suoi colpi.
Sembravano eguagliarsi anche lì.
Eh no! Questa sfida la devo vincere! Si incitò Morwen; e subito, con una mossa imprevista, saltò sul tronco di un frassino al quale si erano avvicinati combattendo, si diede lo slancio e atterrò poi alle spalle dell'elfo agilmente.
Con un calcio nel fondo schiena lo fece andare a sbattere contro l'albero e si preparò al contrattacco.
Legolas più sorpreso che arrabbiato, si girò di scatto e, dopo essersi massaggiato velocemente il naso dolorante, si lanciò su di lei a spada sguainata.
Morwen deviò il suo fendente spostandogli la spada verso il basso. Ora il biondo aveva il petto scoperto così lei lo andò prontamente a colpire con una gomitata. Ciò, tolse per un pò il respiro a Legolas, che si accucciò sofferente.
Morwen, preoccupata di avergli fatto troppo male, gli si avvicinò incauta

"Legolas tutto apposto?".

Approfittando della situazione l'elfo le afferrò il polso della mano armata, incontrando lo sguardo della ragazza.
Morwen ebbe un sussulto: come in un lampo le parve di trovarsi di nuovo di fronte a Kludd, le parve di rivederlo negli occhi azzurri di Legolas, rivisse il sogno di quella notte.
L'elfo lesse nei suoi occhi la paura e mollò la presa lasciandola cadere a terra; gli occhi sbarrati fissi su di lui. Ma che le stava succedendo? Perché la mente le giocava questi brutti scherzi?
La giovane non riusciva a capire; eppure non le sembrò di aver vissuto come un trauma l'incontro con il contrabbandiere...Si sentì debole.
L'arbitro ruppe la tensione che si era creata tra i due con il fischio di fine sfida e decretò Legolas vincitore del duello, ma lui non se ne curò, andò incontro alla sorella e le tese il braccio per aiutarla ad alzarsi. Lei lo ringraziò con lo sguardo e si rimise in piedi.
L'elfo aveva capito che c'era qualcosa che non andava ma sul momento non ebbe il coraggio di chiederle di cosa si trattava e quindi si limitò a sorriderle cercando di metterla a suo agio

"Complimenti principessa! Sei davvero in gamba".

Morwen lo guardò male: aveva anche voglia di scherzare? Sapeva che si era accorto che c'era un problema in lei. Perché allora faceva finta di niente?
Andò a recuperare la sua spada e senza degnarlo di uno sguardo si avviò verso le stalle lasciando fermo nella radura un Legolas confuso.
Ora voleva solo accarezzare il suo bel stallone e aggiornarlo sull'esito della sfida. O forse voleva solo un pò di conforto silenzioso.
In ogni caso l'obiettivo era mettere da parte quelle strane sensazioni di paura che ogni tanto avvertiva dentro di sé.
Un senso si vuoto e di smarrimento misto a rabbia la scuoteva dal profondo.
Non riusciva a capire.


Nota dell'autrice:

Ed eccoci arrivati al terzo capitolo! Innanzi tutto vorrei augurare a tutti un Buon Natale e felici momenti insieme ai vostri cari.

Cosa ne pensate della storia? Mi piacerebbe molto sentire i vostri pareri e se ne avete anche consigli! La nostra Morwen si fa misteriosa...secondo voi che le sta succedendo?

Spero il capitolo vi sia piaciuto e attendo impaziente recensioni!

Un abbraccio anche ai lettori silenziosi della mia FF. Aspetterò prima o poi anche il vostro parere, sempre nel rispetto dei vostri tempi e sempre se ve la sentite. Besos e ancora Buon Natale!



Kia

   
 
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