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Autore: Phoenix_Robbins    26/12/2017    2 recensioni
Mosca, seconda guerra mondiale. Lei infermiera e la più piccola della famiglia, lui maggiore dell'Armata Rossa e fidanzato con la cugina della protagonista. Un'amore impossibile...proibito che consumerà entrambi fino all'ultimo respiro e darà loro la forza di andare avanti nonostante le mille difficoltà a cui la guerra sottopone. Quell'amore potrebbe distruggre per sempre ciò che hanno di più caro, la felicità dell'altro
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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É mattina, mi sveglio e noto girandomi che Melania si é già alzata, molto probabilmente tutti saranno già in cucina a fare colazione per cui vado in bagno a darmi una rinfrescata e indosso la mia uniforme da infermiera. Scendo le scale e sento mio padre lamentarsi della guerra 
"Più andremo avanti e più la situazione peggiorerà. I soldi inizieranno a scarseggiare e cadremo in miseria..." afferma
"Papà sei troppo melodrammatico!" dice Melania
"Ha ragione tua figlia tesoro" sentenzia mia madre. Arrivo in cucina e mi unisco al discorso
"Perché i soldi dovrebbero iniziare a scarseggiare papà?" gli domando curiosa
"Semplice figliola, la guerra porterà solo distruzione e sciagure. I negozianti dovranno aumentare i prezzi della loro merce per poter guadagnare e di conseguenza finiremo i nostri soldi" spiega mio padre
"Per fortuna che faccio l'infermiera, almeno non potranno licenziarmi" dico sentendomi fortunata
"Potranno sempre trasferirti al fronte" mi informa papà 
"Morirai..." dice Melania
"Io non manderò mia figlia al fronte"esclama mia madre chiudendo il discorso 
"Mamma..." sospiro 
"Niente storie cara, già é tanto che abbiamo accettato il tuo lavoro" dice ancora.
Decido non rispondere altrimenti la discussione continuerebbe perciò prendo del pane,del tè e inizio a mangiare. Da quando é iniziata la guerra questo é tutto ciò che possiamo permetterci, ma meglio di niente. Finisco la mia colazione e saluto tutti per uscire di casa e iniziare il mio turno. Fa freddo fuori, per fortuna l'ospedale non é troppo distante da casa mia. Ci metto pochi minuti ad arrivare e una volta entrata vedo che ci sono più pazienti del solito per cui mi reco immediatamente dal mio superiore
"Salve, come posso essere d'aiuto oggi dottore?"
"Oh, buongiorno infermiera Morozova. In effetti oggi ci sono molti feriti...é esplosa una bomba e molti civili sono rimasti feriti. Ci serve l'aiuto di tutti i nostri dipendenti perciò lei non starà solo al reparto di rianimazione ma si occuperà anche dei reparti dove ci sarà bisogno di più aiuto" mi informa
"Incomincio dal mio reparto e poi mi occuperò dei feriti allora" 
"Ottimo, per me può anche iniziare" dice il medico liquidandomi. É sempre stato gentile con me anche se tutti dicono che sia antipatico, certo a volte é molto esigente ma credo che sia normale essere così esigenti nel lavoro che svolge. Lui salva delle vite, ha tutte le responsabilità sulle sue spalle;non é da poco. Mi addentro nel mio reparto e incomincio a fare il giro di controllo, certi casi sono proprio disperati. C'è gente che ha perso la vista, gente che é in coma, gente a cui sono stati amputati gli arti e gente che hanno ustioni gravi; insomma sono casi gravi, non semplici feriti. Tra tutti, il paziente che più mi sta a cuore é un'anziano in coma, non ha nessuno: sua moglie é morta e non ha figli. É qui da più di un mese e non mostra segni di miglioramento, a volte mi fa pena perché é terribilmente solo. Penso che tutti se fossimo in coma vorremmo qualcuno al nostro capezzale, qualcuno a cui vogliamo bene per esempio o qualcuno che amiamo. Controllo i parametri vitali dell'anziano e mi reco dalle altre persone, mi chiedo con quale forza vadano avanti a sopravvivere, io forse sarei già morta in situazioni come le loro. Non riuscirei a sopportare così tanta sofferenza e per cosa poi? Niente. É vero che la vita é importante ma sopravvivere per soffrire lo vedo esagerato. Ed è tra questi pensieri che finisco di riempire le cartelle cliniche dei pazienti; all'improvviso mentre sto posando i fascicoli sento una voce
"Infermiera venga ho bisogno del suo aiuto" mi ordina il mio superiore e mi precipito dove si trova. In effetti la situazione é abbastanza critica: un soldato ha diverse ustioni di vari gradi sul corpo. Mi chiedo come faccia a sopportare così tanto dolore, vedo che cerca non non strillare ma gli risulta impossibile dato che qualche lamento lo mugola. Una volta finito faccio di nuovo il giro di visite e somministro qualche medicina a dei pazienti, sto camminando per il corridoio principale dell'ospedale finché non vedo la figura di un uomo abbastanza alto e con i capelli neri. Indossa la divisa da maggiore. Possibile che sia? No, impossibile. Sono solo io che mi sto facendo dei processi mentali. L'uomo gira la testa e per qualche secondo i suoi occhi scrutano la mia figura. Strano però, quegli occhi sembravano proprio i suoi. Adesso l'uomo sta camminando e sta venendo nella mia direzione. É sempre più vicino e mi rendo conto che l'uomo é proprio il maggiore Iavanov
"Infermiera Morozova...finalmente ci incontriamo" mi dice 
"Maggiore, come mai si trova in ospedale?" gli domando curiosa. Che sia ferito?
"Una bomba nemica é esplosa in una zona del centro della città. Io e miei uomini siamo andati a vedere cosa effettivamente fosse successo ma sfortunatamente un'altra bomba é esplosa e uno dei miei é rimasto ferito gravemente" sentenzia, lo vedo rammaricato
"Per caso state parlando del soldato ustionato?" chiedo,dopotutto ha un nesso logico
"Proprio lui. Come sta?" mi domanda preoccupato. Si vede che ci tiene ai suoi uomini
"Al momento é stabile ma la convalescenza sarà lunga" lo informo, non aggiungo anche dolorosa perché altrimenti sembrerei fuori luogo
"Grazie per l'informazione" dice
"Voi state bene?" azzardo a chiedere. Questa domanda avrei voluto già fargliela prima ma ero indecisa se domandarglielo o meno
"Vi preoccupate per me?" esclama divertito. Lo odio quando si comporta così
"Oh no. Era solo una domanda di cortesia, non capite niente. E poi sono un'infermiera in caso non lo avesse notato pertanto stavo semplicemente svolgendo il mio lavoro" ascolta le mie parole rapito e inizia a guardarmi con uno sguardo divertito così non mi trattengo più 
"La smettete di guardarmi così?!" esclamo esasperata
"Così come?" mi sussurra avvicinandosi
"Come se io vi diverta" gli spiego
"Ma voi mi divertite" sentenzia alla fine il maggiore
"Perché? Ci conosciamo neanche da 48 ore!" dico e infatti é questa la cosa che non sopporto: che si prenda gioco di me anche se mi conosce da poco
"Mi dispiace infermiera Morozova ma il lavoro mi chiama, a presto" dice salutandomi senza lasciarmi neanche il tempo di rispondergli. Quest'uomo mi porterà allo sfinimento. Lo osservo uscire e non faccio a meno che pensare al suo odore. Mi é rimasto impresso nella mente. Basta devo distrarmi,così cerco di rendermi utile in qualche intervento. La mattinata e il pomeriggio volano e subito arriva la sera così esco dall'ospedale per dirigermi a casa; mentre passeggio non faccio altro che pensare all'incontro avuto stamani con il maggiore. Possibile che solo quell'incontro mi abbia fatta sorridere per tutto il giorno? Ma cosa mi sta capitando? Non riesco a trovare una spiegazione plausibile. Arrivo a casa, mi svesto e mi metto abiti più pesanti poicheè non abbiamo una stufa a legna e vado in cucina dato che sono tutti lì. Mio padre è seduto su una sedia con un giornale in mano, mia sorella è intenta a cucire un bottone e mia madre sta cucinando la cena mentre si lamenta di quanto sia disordinata questa casa. È tutto così terribilmente normale...sembra che là fuori non ci sia la guerra, è come se vivessi in una sfera di vetro e sinceramente mi piace vivere così. Sembro egoista lo so, forse un poco lo sono. Mi siedo e Melania inizia a parlare
"Karina come è andata oggi in ospedale?" Mi chiede
"Sì figliola infatti, ci sono stati casi gravi?" Dice mio padre
"É andata come al solito...feriti più gravi e altri meno gravi" rispondo a entrambi 
"L'anziano signore che sta in come,invece? Come sta?" esclama mia madre, gliene avevo parlato molto tempo fa perché dopo la prima volta che lo vidi senza nessuno accanto, tornai a casa e mi misi a piangere. Non so perché lo feci...forse le emozioni presero il sopravvento
"Oh, sta bene per stare in coma ma come al solito é solo...non ha nessuno" sentenzio con un velo di tristezza
"Avrà vita migliore una volta morto..." dice Melania
"Di questi tempi é meglio morire che soffrire e vedere il proprio paese distrutto e in miseria" afferma mio padre togliendosi gli occhiali da vista 
"Caro finiscila di farci deprimere, viviamo questi giorni serenamente" dice mia madre servendoci la zuppa. Finiamo di mangiare e ognuno si ritira nelle proprie stanze, io mi dirigo nella mia con Melania. Una volta entrate ci infiliamo subito sotto alle coperte e iniziamo a parlare, sono molto legata a mia sorella e mi fido ciecamente di lei 
"Karina dimmi...come stai?" mi chiede Melania su due piedi
"Come sempre. Perché?" le rispondo incuriosita 
"Non lo so...ti vedo con la testa altrove, come se stessi vivendo in un mondo tutto tuo" sospira per un secondo e continua "non è che ti sei innamorata?"
"Ma chi? Io? No, impossibile. Non ho incontrato nessuno che abbia catturato così tanto i miei pensieri e la mia attenzione" le spiego 
"Strano, sembravano dei tipici atteggiamenti di chi è stato colpito dalla freccia di Cupido" mi dice ridendo 
"Se non la finisci la freccia te la faccio vedere io! Non sono innamorata!" esclamo 
"Ti consiglio di farti due domande sorellina. Comunque io ho sonno, buonanotte" dice Melania girandosi dal lato opposto al mio
"Buonanotte anche a te..." le auguro mettendomi anche io a dormire.
Mentre cerco di addormentarmi ripenso alle parole di Melania, possibile che in me stia nascendo l'amore? Spero di no e poi per chi? Il maggiore no di certo. Credo sia l'unica persona capace di farmi innervosire a tal punto da mandarlo al diavolo. Non lo sopporto quando si prende gioco della mia persona, è irritante. Ma forse è anche l'unica persona che mi fa sentire viva, è l'unico che mi tratta come una donna e non come una ragazzina immatura. No, lui è diverso. Non so neanche io cosa provo per lui. La verità è che io non dovrei provare niente per lui perché è impegnato con Marina e io non sono nessuno per lui, sarebbe sbagliato innamorarmi.Sono solo la cugina della sua fidanzata, tutto qui. Niente di più e niente di meno.È tutto così strano...mi chiedo come andrà a finire tutto questo.










Salve a tutti! Spero che la storia vi stia piacendo, ci tengo a ringraziare le lettrici silenziose e sopratutto ci tengo a ringraziare chi recensisce, grazie di cuore❤. Tornando alla storia, che dire...siamo entrati nel vivo ma è tutto così complicato! Il nostro maggiore è fidanzato con Marina ma cerca costantemente Karina. Cosa ne pensate? Potranno mai essere felici? Io ovviamente so già come andrà a finire ma non posso dirvi niente. Secondo voi come si evolverà la storia? Sono curiosa di sapere i vostri consigli! Fatevi sentire mi raccomando! Per chi lo farà vi prometto una pizza a domicilio eh😂😂😂. So che l'idea vi allerta. Ora vi lascio ma prima ci tengo ad augurarvi delle buone feste.Ci sentiamo al prossimo capitolo e vi avviso che sarà basato esclusivamente sui pensieri della nostra protagonista, io lo considero uno dei miei capitoli preferiti, credo che ve lo farò leggere a Capodanno, consideratelo come un mio regalo.
Ad maiora❤❤❤
   
 
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