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Autore: Vicarious10    26/12/2017    2 recensioni
Nell'anno 3234, il pianeta Mobius fu distrutto dall'impatto di un meteorite. I mobiani che riuscirono a salvarsi cominciarono una nuova vita sulla Terra, trovandosi però in un modo pieno di lotte per il potere. Sonic the Hedgehog, a causa dei poteri acquisiti dagli Smeraldi del Chaos, decide di rimanere per sempre nella sua forma "super" e viene visto sia dai mobiani che dagli umani come una divinità.
Dopo 100 anni, il mondo è sull'orlo di una catastrofe a causa del pesante razzismo verso i mobiani e della criminalità organizzata. Il governo continua a nascondere al popolo la verità con ogni mezzo necessario e senza alcuno scrupolo.
Un solo essere può fermare tutto questo, un mobiano creduto morto da più di un secolo.
Il suo nome è Shadow the Hedgehog.
[Questa fic è una versione aggiornata e riscritta di "Black Hedgehog"]
Genere: Avventura, Drammatico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Shadow the Hedgehog, Sonic the Hedgehog, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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The Black Hedgehog
Revolution

 ​7.
“I tempi stanno cambiando”
 
 
Alla fine, lo aveva fatto.
Nonostante si fosse impuntato e avesse quasi tentato di chiudersi in casa sbarrando la porta, Francis era lì al porto quella notte. Sapeva cosa sarebbe successo, ma non fu comunque emotivamente pronto a quella situazione. Si era messo la sua solita giacca, aveva tirato dal magazzino fuori città la sua vecchia Chevrolet di famiglia e aveva guidato fino al porto. Nascosta nella giacca, la mano non smetteva di impugnare nervosamente il revolver. Quand’era ragazzino era solito nascondersi un po’ dovunque per non farsi trovare da chiunque. Ciò gli diede abbastanza esperienza da sapere come muoversi. Nascosto nei conteiner, vide prima i criminali radunarsi in un punto lontano da lui. Ci mancava poco che lo scoprissero. Poi vide arrivare la nave, un veivolo altamente sofisticato che non aveva mai visto in vita sua.
Vide i criminali organizzarsi e riuscì a riconoscere Fieldy e Munk. Proprio mentre stava per chiedersi che fine avesse fatto “lui”, lo vide.
Cadde dal cielo, o almeno così sembrava. Doveva essersi buttato dalla cima più alta di quell’ammaso di container. Il dubbio che forse un solo individuo non poteva nulla contro un mini esercito armato venne smantellato pezzo per pezzo quando Funky vide il riccio nero mettere fuori gioco chiunque con una rapidità e una facilità impressionante. Evitava le raffiche di mitra e colpiva gli avverarsi come se stesse danzando. Era violento, così tanto da mettere a dura prova i nervi di Francis. Seguiva uno schema ben preciso: spezzare le ossa dei più spavaldi per spaventare quelli che rimangono in disparte. Il bello era che stava funzionando. Tutto durò dieci minuti. Chi non aveva provato a contrastarlo si era dato alla fuga. Quelli rimasti erano incoscienti o in stato di shock, mobiani o umani che fossero. Poi vide Fieldy e Munk che si davano alla fuga e qualcosa che Shadow aveva lanciato nella nave.
Quando esplose, Francis rimase a bocca aperta. Aveva capito fin da subito che Shadow voleva attirare l’attenzione dei polizziotti. Era pazzo, o almeno così aveva capito, ma quello sembrava un gesto premeditato, parte di un piano ben preciso.
Stava quasi con esultare, finché non vide il grosso lupo lanciare lo sportello di un container contro Shadow. Li vide combattere mentre le sirene della polizia si facevano sempre più vicine. Gli spari e le esplosioni dovevano averli richiamati.
Il combattimento durò poco, Shadow stava perdendo. Fortunatamente, il lupo scappò via prima che la polizia arrivasse, ormai una questioni di pochissimi minuti. Shockato, Francis si avviciò al corpo ferito di Shadow. Cercò di svegliarlo, ma ormai aveva perso conoscenza. Mentre lo caricava sulle spalle vide il braccio destro del riccio penzolare come se fosse rotto. Le sirene erano fortissime, le auto stavano per entrare nel porto. Con il cuore che batteva a mille, Funky trascinò Shadow verso i conteiner, facendosi largo tra quei blocchi di metallo sperando che fossero abbastanza grossi per nascondersi. L’auto era parcheggiata vicino all’entrata del porto. Quando vide quattro auto della polizia entrare a tutta velocità dentro il porto, il gatto grigio corse più veloce che poteva verso la sua macchina. Dopo aver caricato con fatica Shadow sui sedili posteriori, Francis dovette fare qualche tentativo prima di riuscire ad accendere la macchina. In un attimo, quasi senza accorgersene, stava già percorrendo la strada che portava verso il centro della metropoli.
Non riusciva a formulare un pensiero logico. Cosa sarebbe successo ora?
Tremava come un foglia. Quando si accorse che la radio emetteva suoni distorti, la spense con un gesto brusco. Avrebbe riflettuto sul da farsi, ma prima doveva riportare Shadow a casa.
<< Mio dio, ci è riuscito >> pensò incredulo Francis. Ed era vero, nonostante il riccio nero fosse ridotto male. Era riuscito a impedire che un immenso carico di droga circolasse per tutta la città, fino ad espandersi in tutta la nazione come una brutta malattia. Avrebbe dovuto festeggiare, magari alzando il gomito in qualche bettola come se non ci fosse un domani. Un debole sospiro lo fece trasalire.
- Tails.. -
La voce alle sue spalle era debole, eppure così terribilmente profonda.
- Ce l’hai l’età per guidare, ragazzo? -
Stava delirando. Forse era per tutti quei colpi sferrati dal lupo.
- Non importa.. non mi interessa.. -
La sua voce era impassibile. Smebrava quasi che non volesse mostrare i segni del dolore, che mettesse tutte le sue forze per non ammettere che era ridotto male.
Ma chi diavolo era questo Tails?
- L’importante è che tieni quell’idiota di Sonic lontano dai guai.. - disse ancora Shadow, come per chiudere quel discorso. Quando sentì il nome del riccio blu, Francis deglutì nervosamente. Alle sue spalle, Shadow sorrise beffardo.
 
 
Jeremy Cunningam non aveva un buon rapporto con la religione.
Era cresciuto in una famiglia cattolica di vecchio stampo. Ogni domenica, sua madre lo costringeva ad andare in chiesa, quando Jeremy voleva solo rimanere a casa a leggere i suoi amati fumetti. Faceva qualche piccolo lavoretto nella vecchia Northampton per poterli pagare. I suoi preferiti erano Blue Beetle della defunta Charleston Comics e Spirit del dimenticato Will Eisner. Amava tutte quelle storie che lo liberassero anche solo momentaneamente dalle catene della religone, dal dogma di qualcosa che non riusciva a comprendere da bambino. Crescendo, Jeremy si ritrovò in periodi così bui in cui l’unico conforto era proprio la “fede”. Il piccolo crocefisso d’argento che stringeva tra le sue mani in quel momento era di suo padre. Fu l’unica cosa che gli diede in eredità, oltre a Shadow. Ricorda ancora i terribili incubi che tormentavano il suo genitore. Badare ad una leggenda lo aveva trasformato in un paranoico, stessa cosa che era capitata a Jeremy. Lui odiava tutto questo. Quel giorno non avrebbe potuto fare niente per impedire al riccio nero di uscire per la sua piccola guerra contro tutto il mondo. Anche questa era una cosa che odiava. Non aveva una goccia d’alcool in casa, l’unico conforto era quel crocefisso d’argento. Nulla che potesse placare la sua rabbia. La mezzanotte era passata da una trentina di minuti. Il filo dei suoi pensieri fu interrotto dal rumore della porta. Qualcuno stava bussando con forza.
Jeremy la aprì senza esitare, essendo ben consapevole di chi fosse. Un gatto grigio trascinò dentro la casa un riccio nero privo di conoscenza. Nel vederlo ridotto così, Jeremy venne preso dal panico.
- Che cosa è successo? -
- Un lupo.. ha fatto a pugni con un lupo.. -
Francis era troppo sconvolto per poter rispondere in maniera sensata. Sotto la guida di Jeremy, il gatto grigio distese Shadow sul tavolo della cucina. Nonostante ora fossero al sicuro in quella vecchia casa a Evergreen Street, il cuore di Funky non smetteva di battere a mille.
- Credo che abbia una commozione cerebrale - disse il gatto.
Il vecchio uomo si avvicinò alla testa del riccio nero.
- No. Perderebbe sangue dalle orecchie se ce l’avesse -
Jeremy si diresse verso il comodino vicino i fornelli, tirando fuori una siringa da un cassetto.
- Che cos’è? - chiese Francis.
- È un anestetico -
L’umano infilò la siringa nel collo del riccio. Questo non emise neanche un gemito di dolore.
- Strappa una delle tende dalla finestra. Dobbiamo pensare al braccio- ordinò Jeremy.
- È rotto? -
- No. È solo slogato -
In fretta e furia, Francis strappò un po’ di tessuto da una delle tende, mentre l’uomo prese un po’ di ghiaccio dal frigo per passarlo lungo il braccio di Shadow. Era meno grave di quanto credevano, fortunatamente. Fu Jeremy a fasciare prontamente l’arto ferito, mentre Francis lo osservava nervoso.
- Si riprenderà? - chiese il gatto dopo un attimo di esitazione.
- Credo di si.. nonostante tutto, riesce ancora a guarire in fretta dalle ferite. Non è grave -
Sul tavolo della cucina, il riccio nero sembrava riposare beatamente. Qualche livido e un braccio slogato erano il prezzo per aver fermato le attività criminali del Comico.
Tutta fortuna, pensò Francis.
- Aspetta qui -
Jeremy prese in braccio Shadow, dirigendosi verso l’ascensore. Nel frattempo, fuori da quella casa, l’ambiente del crimine subiva uno dei colpi più critici dalla fine della grande guerra. Era solo l’inzio, questo Funky lo sapeva.
Ripensò allo scontro al porto. Non aveva mai visto così tanta violenza, così come non aveva mai visto così tanta paura negli occhi di un criminale. Non sapeva come, ma Francis era convinto che avrebbero cominciato a dare la caccia a Shadow.
In un modo o nell’altro.
 
 
Quando ritornò al piano terra, Jeremy trovò Francis seduto sulla sua porltrona. Entrambi sudavano freddo, ma era chiaro che il mobiano fosse quello più sconvolto tra i due.
- Come sta? -
- Gli ho somministrato qualche antidolorifico - rispose Jeremy - Si riprenderà -
- Assurdo.. come fa ad avere tutta quella forza? -
Jeremy si diresse in cucina, deciso a preparasi del tè. Francis notò fin da subito l’espressione buia dell’umano.
- Raccontami cosa è successo - disse Jeremy preparando la teiera.
Francis ci mise un po’ a fare mente locale. Tralasciò qualche piccolo dettaglio, ma riuscì a raccontare le parti salienti. Cercò di evitare la parte in cui Shadow aveva massacrato i criminali, concentrandosi sul lupo che era riuscito a mettere Shadow alle strette.
- Era un bestione. È comparso dal nulla, subito dopo hanno cominciato a lottare. Shadow deve averlo sottovalutato. Sarebbe morto se la polizia non fosse stata così vicina -
Jeremy ascoltò tutto senza fiatare. Quando finì di parlare, lui e Francis si guardarono negli occhi.
- Ti rendi conto di quello che hai fatto? -
Il tono acido dell’uomo fece abbassare lo sguardo del mobiano.
- Lui era l’unico che poteva farlo - sospirò Francis.
- Tu non hai la minima idea di con chi hai a che fare -
Quello fu un vero e proprio attacco da parte di Jeremy.
- Perché tu si? -
- Non lo conosci come lo conosco io - fu la secca risposta dell’uomo.
- Lui è Shadow the Hedgehog! Sono passati cento anni, ma lo conoscono tutti! Ci sono leggende, dicerie e molte altre cazzate che circolano ancora su di lui. È un eroe, un sopravvissuto. Era l’unico che poteva farlo! -
Inspiegabilmente, Jeremy cominciò a ridere. Sotto gli occhi stupefatti di Francis, l’umano si sedette sul divano di fronte a lui e si coprì il volto con le mani.
- Sono troppo vecchio per queste stronzate - disse quando smise di ridere.
Ritornò a fissare il mobiano negli occhi.
- Dimmi una cosa - cominciò l’uomo - Quando si è messo fare a pugni con quei criminali, ti sembrava davvero così eroico? -
Il gatto grigio inarcò le sopracciglia, non capendo a cosa si stesse riferendo Jeremy.
-Di che parli? -
- Sai benissimo di che cosa sto parlando -
Per un attimo, Francis ripensò allo scontro.
- Secondo te, - riprese Jeremy - perché Shadow è rimasto lì a combattere contro quel lupo invece di scappare via? -
- Ti decidi a spiegarmi di che diavolo stai parlando? -
- Shadow è pazzo! - esclamò Jeremy con rabbia - Ho cercato di dirtelo quando sei venuto qui la prima volta, ma tu non lo vuoi capire! È un cadavere che cammina. Gli hanno sparato dritto in testa! Forse non bastava a ucciderlo, ma sicuramente lo ha incasinato abbstanza da renderlo così! -
Jeremy si alzò dal divano, sfinito da quella situazione.
- Forse non è più lo stesso, ma questa notte sapeva quel che faceva - protestò Francis - Ha attirato la polizia volutamente, altrimenti qualcuno avrebbe ripulito il porto da tutte le prove in tempo -
- Stronzate - commentò Jeremy seccato.
- Ascolta - cominciò - Credo che lui stia cominciando a “ritornare” in sé. Forse combattere è l’unico modo che ha per “risvegliarsi”, per ritornare ad avere il controllo del suo corpo. È la Forma di Vita Definitiva, sta cercando di rimettere a posto la mente..-
- Lui non è più la dannata forma di vita definitiva - lo interruppe l’uomo - è un pazzo che sta cercando in tutti i modi di farsi ammazzare. E tu gli hai dato proprio questo -
Jeremy si avvicinò al finestra, dando uno sguardo sulle strada buia.
- L’hai fatto esporre troppo. Gli daranno la caccia - disse Jeremy.
Francis non proferì parola. Se non fosse così sconvolto, avrebbe voluto dormire per una settimana intera. Jeremy ritornò a fissarlo, visibilmente provato da quella situazione.
- Se proprio vuoi, puoi rimanere qui questa notte. Tanto nessuno di noi due riuscirà a dormire -
 
 
Non c’era alcuna luce nella mansarda, all’ultimo piano di quel piccolo palazzo. Ogni volta, Jeremy si ripeteva che avrebbe dovuto aggiustare il quadro elettrico per rimetterla in funzione. Anche se fosse, Shadow non l’avrebbe mai accesa.
Distesa sul letto, una figura nera teneva gli occhi spalancati verso il soffitto. Sembrava che avesse lo sguardo perso nel vuoto, ma in realtà stava osservando il buio. Non ricordava cosa avesse fatto quella notte, così come non ricordava come fosse arrivato lì o chi gli avesse fasciato il braccio destro. Eppure tutto questo gli sembrava così incredibilmente familiare. Si sentiva intorpidito, ma non aveva la minima idea del perché. Sentì che un paio di costole si erano incrinate ma poco importava, visto che sembrava guarire miracolosamente da quelle ferite. Bastava non sforzarsi e continuare a guardare il buio. Sembrava che la figura di un lupo si stesse materializzando sopra la sua testa. Forse aveva combattuto contro di lui, perdendo come non gli capitava da..
Da quanto tempo?
Se avesse avuto ancora i suoi poteri, la Forma di Vita Definitiva avrebbe ritrovato quel lupo in un attimo, prendendosi la rivincita. Conosceva così tanti modi per combattere, così tante mosse per far sanguinare i suoi nemici.
<< Che cosa mi è successo? >> pensò il riccio.
Nel buio, il grande lupo scomparve. Un volto familiare sembrava nascondersi nelle tenebre. Un umano.. o meglio, una bambina dai lunghi capelli biondi. Gli occhi azzurri e la carnagione chiara non sembravano intaccare l’apatia di Shadow. Allora perché si sentiva così colpevole nel guardarla?
Lentamente, anche se lui non voleva, gli occhi si chiusero. Così tante immagini e altrettanti suoni scorrevano nella sua testa. Passato e presente si confondevano, come se la realtà stesse per svanire.
Poi, nella dormiveglia, Shadow la rivide.
Non aveva un volto, né un corpo con cui manifestarsi. Per tanto tempo, il riccio nero l’aveva combattuta, trionfando senza l’aiuto di nessuno.
Il suo nome era Morte.
 
 
Tre costole rotte. Il polso sinistro gli tremava senza che potesse fermarlo. Dalla bocca usciva sangue, troppo sangue. L’occhio destro era ben chiuso, il sinistro lo teneva aperto con tutta la forza che gli rimaneva. Le gambe gli bruciavano a furia di tutti quei calci. L’addome era pieno di tagli, alcuni non così superficiali come credeva. Scourge era ridotto allo stesso modo, se non peggio.
- Cosa farai.. - sussurrò il riccio verde - Cosa farai quando non ci sarò più?-
Cercò di metterlo a tacere con l’ennesimo pugno. Intorno a loro c’erano solo macerie. Quella scuola ormai era inutilizzabile. Chinatosi a terra, Scourge si concesse una piccola risata.
- Verrai a trovare la mia tomba con un mazzo di fiori? -
Il calcio che seguì spezzo le risate di scherno. Shadow ne fu felice. Sembrava che il suo avversario avesse smesso di combattere, come se si fosse finalmente arreso alla realtà.
Doveva morire.
- Da quanto tempo è che ci conosciamo, Shadz? Anni? Secoli? -
La Forma di Vita Definitiva lo afferrò per la gola, tirandolo a sé.
- Sta zitto! - urlò
- Hai visto? Non è il tempo che conta, ma come cerchi di ammazzarlo -
Scourge venne sbattuto violentemente a terra. Ancora rideva, quel mostro.
- Questi erano gli ultimi, Scourge - ringhiò il riccio nero - Non farai altre vittime -
- Bravo.. scommetto che hai tenuto il conto.. è per questo che ti adoro -
Shadow lo guardò strisciare sul pavimento. Tutta quella violenza stava per trovare la fine.
- Alla fine sai cosa ho capito? -
Cercava di zittirlo, ma Scourge continuava a parlare.
- Tutto questo caos, tutto questo disordine.. è l’unico modo per poter vivere davvero.. senza nessuna regola -
Il riccio verde si tirò su, dolorosamente.
- Ho vinto io, Shadz.. ti ho fatto perdere il controllo - sussurrò con un ghigno sul volto tumefatto.
A quel punto, le mani di Shadow si mossero quasi senza che se ne accorgesse. Prese la sua testa e la sbattè contro il muro più vicino. Tre volte, una più forte dell’altra. Poi si avvicinò al suo volto.
- Avevo una sola regola - gli disse - E tu sei l’unico per cui farò un’eccezione -
Lo buttò di nuovo a terra, lontano da sé. La mano destra venne avvolta da una luce verde. Questa volta Scourge non avrebbe evitato quella Chaos Spear, ne era certo.
- Lo so, Shadz. Tu e il tuo strano modo di fare.. -
Caricò il colpo con tutta l’energia che gli era rimasta. Sarebbe morto all’instante.
- Non avrai un’altra occasione - sussurrò l’odiato nemico.
Con uno scatto improvviso, Scourge tirò fuori qualcosa di metallico dalla sua giacca ridotta a brandelli. Prima che Shadow potesse capirlo, il proiettile era già entrato nella canna della pistola.
- Sayonara, Shadow! -
Lo sparo riecheggiò tra i resti delle aule, dentro quella scuola ormai teatro di un massacro.
Poi ci fu solo il buio.
 
 
<< È così.. che sono morto? >>
Prima di addormentarsi, Shadow pensò a quanto ironica fosse quella situazione. Tutti i suoi poteri erano spariti. La Forma di Vita Definitiva era invecchiata. Così patetico, così senile.. il mondo era andato avanti senza di lui, ormai parte di un passato che non sarebbe tornato. Avrebbe dovuto sentirsi triste, ma ormai non aveva alcun senso. Ormai Shadow dormiva nel suo piccolo letto, sconfitto da un mondo che non riusciva a comprendere. Non poteva sentire la sua mano sinistra venire scossa da un leggero tremore. Tra l’indice e il pollice, una scintilla verde comparve per una frazione di secondo. Ricomparve ancora, e questa volta sembrò durare qualche secondo in più. Una strana, piccola e impercettibile vittoria. La prima dopo tanto tempo, ma sicuramente non l’ultima.
Nel sonno, Shadow the Hedgehog sorrise di nuovo.
 
 
“Venite intorno gente
dovunque voi vagate
ed ammettete che le acque
attorno a voi stanno crescendo
ed accettate che presto
sarete inzuppati fino all’osso
E se il tempo per voi
rappresenta qualcosa
fareste meglio ad incominciare a nuotare
o affonderete come pietre
perché i tempi stanno cambiando”
Bob Dylan - The times they are a-changin’
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore
Ed eccoci qui! Colgo l’occasione per augurarvi buone feste e un felice anno nuovo! Il capitolo che avete appena letto è stato bello da scrivere. Difficile, ma è stato un modo per riprendermi dal precedente, che probabilmente verrà modificato quando ne avrò tempo. Se ciò dovesse accadere, vi avviserò a tempo debito ;)
La storia si avvia verso capitoli decisamente più dinamici e sconcertanti. Per questo, ho una notizia per voi.
Il prossimo capitolo sarà ambientato nel passato. Servirà a spiegare alcune cose su Shadow e sul suo avversario, colui che si credeva l’avesse definitivamente ucciso.. Scourge! Sarà un capitolo di pausa, ma servirà a chiarire alcune cose sul nostro amato riccio nero prima che Neo Crisis City diventi il teatro di uno scontro senza precedenti!
Di nuovo, vi auguro delle buone feste e spero che passiate la fine del 2017 felici e sereni.. perché i tempi stanno cambiando!
Con grande affetto.
Vicarious10
  
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