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Autore: Aster Moony    02/01/2018    2 recensioni
Petunia Evans. Che cosa vi viene in mente quando pensate a questo nome? Ve lo dico io: babbana con la "B" maiuscola! Ma se non fosse così? Se anche Petunia si fosse dimostrata una strega come Lily? In questa fanfiction cercherò di costruire un nuovo passato e di dare una seconda possibilità a questo personaggio, che ultimamente mi incuriosisce molto. Nuovi amori potrebbero nascere, il futuro potrà essere diverso perché, come si sa, il futuro dipende dal passato. E sarete proprio voi ad aiutarmi a costruire un nuovo passato. Leggete e scoprite come! ;)
"Il 7 Luglio 1971 si poteva definire la giornata più calda di tutta l'estate a Canterbury. I prati primaverili verde smeraldo degli ordinati quartieri residenziali e dei pittoreschi quartieri periferici avevano assunto un colore giallognolo, il sole picchiava la terra con i suoi raggi incandescenti e tutti gli abitanti si erano rintanati nelle proprie case nel tentativo di sfuggire al caldo che da quasi un mese colpiva la città.
Questa era più o meno la situazione di tutto il sud-est dell'Inghilterra, tutto a parte una piccola collina appena fuori Canterbury, collina in cui sorgeva Casa Evans." - dal primo capitolo.
PUBBLICATO IL QUARTO CAPITOLO!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Petunia Dursley | Coppie: James/Lily
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Premessa
Ciao a tutti e... Beh, inizio con lo scusarmi: è da parecchio tempo che non aggiorno, me ne rendo conto. Tra impegni vari non ho più trovato tempo né idee per continuare la storia. Ho avuto una sorta blocco dello scrittore, insomma. Dopo tanti sforzi e tanti tentativi, ho finalmente sfornato un nuovo capitolo e ho anche cercato di organizzare al meglio la trama della storia, per avere una traccia di base da seguire ed evitare nuovi blocchi. Sappiate quindi che il continuo è assicurato!
Spero davvero che possiate perdonarmi: io stessa rimango seccata quando una fanfiction a cui tengo particolarmente non viene più aggiornata.
Per qualche capitolo eviterò di farvi nuovi sondaggi, con lo scopo di individuare esattamente la caratterizzazione di ogni personaggio. Aspetto comunque qualche recensione, mi fa sempre piacere sapere cosa ne pensate!
Un ultimo appunto: Martini02 mi ha fatto notare che nella mia storia è presente un'incoerenza temporale. Armando Dippet è morto negli anni '50 ed è stato preside ai tempi di Tom Riddle. Mi scuso per l'errore: provvederò “facendo morire” il nostro povero vecchio Preside Dippet alla fine del primo anno. Spero che non vi dia troppo fastidio!
Buona lettura e buone feste a tutti!
Polliflox


Capitolo 4
Salve, mi chiamo Nelson e sono un Prefetto esaurito!

Hogwarts era cominciata da ben due settimane, ma il tempo sembrava essere intenzionato a rimanere estivo, e al diavolo l'autunno!
I prati e gli alberi erano ancora di un vivace color verde e nel cielo celeste il sole brillava caldo.
In quelle due settimane, le temperature si erano spesso spinte sulla soglia dei trenta gradi e molti studenti ne approfittavano per passare dei rilassanti pomeriggi facendo bagni al Lago Nero, cosa che a professori, Capscuola e Prefetti non piaceva affatto.
- Spring, Brown! - urlò il Prefetto di Grifondoro avvicinandosi a due ragazze in costume. Erano sul bordo del lago e sembravano sul punto di tuffarsi.
- Ne abbiamo già parlato, non potete entrare nel lago! Lo sapete o no che ci vive una piovra gigante?! Per non parlare degli Avviccini!
- Oh, Nelson! Ci stavamo solo rinfrescando un po'! - protestò una delle due, mora e occhi azzurri, facendo un piccolo broncio. - E se ti va, puoi unirti a noi!
Le due ragazze ridacchiarono, ma vennero interrotte dal Prefetto. - Mi credete forse stupido e imbecille come McLaggen?! Mi spiace farvi sapere che non tutti i Grifondoro sono idioti corrotti come lui! E adesso vi conviene rimettere le vostre divise e andarvene, o sarò costretto a togliere dei punti!
Le due ragazze smisero di sorridere, in particolare la seconda lo squadrò rabbiosa .
- Osi insultare il mio ragazzo?! - strillò pestando i piedi a terra come una bambina capricciosa. - Insulti lui? Il Caposcuola di Grifondoro?! Io penso, Nelson, che faresti meglio a scusarti subito! Non credo che a Matthew farebbe piacere venire a sapere che uno dei Prefetti gli manca di rispetto!
- Meno 10 punti a Grifondoro. - urlò lui in risposta. - Ed è solo un avvertimento. O vuoi una punizione?
Le due ragazze, stizzite, radunarono in fretta le loro cose e si allontanarono bisbigliando tra loro cose di certo offensive sul suo conto.
“Al solito!” pensò Nelson riprendendo a passeggiare in riva al lago, controllando ogni tanto se qualcuno cercasse ancora di fare il bagno di nascosto.
Aveva passato così quegli ultimi dieci giorni di inizio settembre, ed era già stufo marcio di passare i pomeriggi a litigare con mezza scuola.
Sapeva che gli era stato affidato un compito duro quando aveva accettato la preziosa spilla da Prefetto, ma non immaginava certo di passare l'anno correndo dietro a dei mocciosi indisciplinati, o peggio, a delle starnazzanti fan di McLaggen. Quanto odiava McLaggen...
Era così perso nei suoi pensieri che si accorse di essere arrivato alla piccola spiaggia vicino alla Foresta Proibita solo quando vide tre bambine di Corvonero chiacchierare allegramente, i piedi in acqua.
- Ragazzine! - chiamò sbuffando e avvicinandosi alla riva. - Non sapete che è vietato fare il bagno nel lago?
Le tre si girarono, un'espressione sorpresa era comparsa sui visi delle prime due, che subito si affrettarono ad indietreggiare di qualche passo, quel tanto che bastava per ritornare con i piedi sulla sabbia della piccola baia in cui si trovavano. Solo la terza, una bambina dai capelli castano chiaro che le ricadevano sul lungo collo, si limitò a scrutarlo con i suoi freddi occhi azzurri, tendenti al grigio, rimanendo tuttavia dove si trovava e incrociando le braccia al petto.
- Guarda che mi stavo rivolgendo anche a te! - proruppe il Prefetto cercando successivamente di calmare i nervi. Solo quel pomeriggio aveva dovuto redarguire, punire e togliere punti a circa una ventina di persone, tutte con lo stesso obbiettivo: fare un tuffo di sola andata nella “tana” della piovra gigante. E da altrettante persone era stato ignorato, schernito o addirittura insultato e minacciato, come era successo giusto qualche minuto prima con quelle due smorfiosette con cui aveva avuto la sfortuna di dover condividere la Casata. Sapeva che l'aver “osato” togliere 10 punti alla ragazza di McLaggen, quell'oca giuliva di una Brown, gli sarebbe costato caro: McLaggen era lo studente più popolare della sua Casa. Non era una cima, ma aveva voti eccellenti in Pozioni a causa della stretta amicizia tra il Professor Lumacorno e il signor McLaggen Senior, senza contare le sue straordinarie abilità in Volo che gli avevano conferito il titolo di miglior battitore che la squadra di Quidditch avesse avuto da qualche decennio. Gli andava dietro tre quarti del popolo femminile di Grifondoro, più una buona fetta di Serpeverde, tra cui anche qualche ragazzo. Ma lui stravedeva solo per Poppy Brown, sua ragazza dall'anno precedente. E Nelson aveva assistito più volte alla fine tremenda che facevano quei disgraziati che avevano avuto il coraggio di rispondere alle provocazioni di quell'antipatica.
Nelson ne aveva passate abbastanza per fargli venire voglia di togliere 200 punti seduta stante a chiunque osasse contraddirlo, ma scosse la testa provando a ignorare la sua vena sadica: dopotutto si trovava davanti a delle innocue Corvonero, una Casa ligia alle regole e formata per la maggior parte da persone educate e responsabili, con un minimo di sale in zucca. Non a caso, il suo migliore amico Johnathan Brown, fratello nonché alter-ego di Poppy, apparteneva a quella Casata.
- Allora, si può sapere perché non esci di lì?
La ragazzina si limitò inizialmente a trafiggerlo con quel suo sguardo di ghiaccio.
- Non stavamo infrangendo nessuna regola. - disse infine con una voce pacata. - Non avevamo intenzione di fare un bagno, ci stavamo semplicemente bagnando i piedi.
- È vero. - confermò una delle bambine uscite dall'acqua. - Infatti abbiamo ancora le divise addosso, vedi? A parte le scarpe e i calzini, ma quelli li dovevamo togliere per forza. Non ci metterai in punizione, giusto?
Nelson rimase perplesso. In effetti, quelle tre erano le uniche studentesse che si trovavano al lago senza il costume addosso e senza teli mare stesi sull'erba. Al loro posto, un piccolo mucchietto di libri giaceva abbandonato vicino a tre paia di scarpe con relativo numero i calzini. Le Corvonero sembravano essere reduci da un pomeriggio intenso di lezioni.
Gli venne in mente un pomeriggio del suo primo anno in cui aveva conosciuto Johnathan, quando entrambi si erano ritrovati in quella stessa baia per raccogliere certe alghe studiate a Erbologia e un moto di tenerezza lo spinse ad accantonare tutto il rancore che in quel momento provava per chiunque osasse anche solo avvicinarsi al Lago Nero.
- Beh, in questo caso avete il permesso di rimanere dove siete. - rispose il Prefetto rilassandosi. - Ma vi avviso che sarò costretto a togliere punti se vedrò anche solo una di voi buttarsi in acqua. E ci tengo a rammentarvi che la cena inizierà tra un'ora, di conseguenza entro poco non avrete più il permesso di trovarvi fuori dal castello. Vi consiglio quindi di non attardarvi troppo.
- Va bene. - rispose la bambina con i piedi in acqua alzando i pollici in segno di evidente conferma. - Avevamo comunque intenzione di rientrare entro poco.
Il Prefetto le salutò con un cenno veloce del capo, allontanandosi in tutta fretta per fermare due ragazzini intenti a pescare strani esseri bitorzoluti dall'orto della casa di Hagrid per poi lanciarli in aria cercando di centrare il tronco di un albero.
- EHI, VOI! NON È QUESTO IL MODO CORRETTO DI LIBERARSI DEGLI GNOMI DA GIARDINO! 20 PUNTI IN MENO A GRIFONDORO!
Petunia rimase per un po' a guardare il Prefetto che sbraitava contro quelli che aveva riconosciuto come Sirius Black, il primo studente sottoposto allo Smistamento e James Potter, il bambino che aveva inconsapevolmente aiutato la famiglia Evans a raggiungere il binario 9¾.
- Penso che sia meglio avviarsi. - la chiamò la sua amica Miriam dopo essersi messa le scarpe. - Ormai questo posto è tutto fuorché tranquillo. E poi quel Prefetto di Grifondoro, per quanto pomposo possa essere, ha ragione: manca poco alla cena.
- Sì, meglio andare. - concordò Juliet raccogliendo i libri di tutte da terra. - Dovremo passare in Sala Comune per mettere questi in Dormitorio.
Petunia si affrettò a uscire dall'acqua per raggiungere le sue compagne, poi si diressero insieme verso il Castello.


- Funia, tu hai tfovato la levvenda delle due Offe? - chiese una Miriam dalla bocca piena di patatine fritte a una Petunia dalla faccia basita.
Le tre Corvonero si trovavano in Sala Grande, dove, tra gli schiamazzi generali, si stavano gustando un'ottima cena caratterizzata principalmente da Fish and Chips e gelato insieme ai loro compagni di Casa al tavolo di Corvonero.
Quella sera, a causa del tremendo caldo, il menù abituale costituito da cibo ricco, sfizioso e pesante era stato sostituito con alimenti più leggeri e freschi. Chiunque si occupasse della cucina di Hogwarts, riusciva sempre ad azzeccare le portate sia in base al tempo atmosferico, che ai gusti e all'umore degli studenti.
Se ne avesse avuto la possibilità, Petunia avrebbe volentieri fatto i complimenti agli artefici di quelle delizie. Erano questi i pensieri che faceva mentre ingoiava voracemente la sua seconda porzione di pesce, prima che Miriam l'avesse interrotta mugghiandole addosso qualcosa che somigliava vagamente a una domanda, il tutto nel tentativo di non sputacchiarle in faccia qualche pezzo di patatina.
- Non ho capito assolutamente niente. - le disse Petunia in risposta alzando un sopracciglio. - E non credo che riuscirai a parlarmi normalmente, finché avrai tutto quel cibo in bocca.
- Meglio se bevi un po'. - intervenne Juliet passando a Miriam un bicchiere colmo di burrobirra. - Mmm... Forse è meglio l'acqua, non vorrei passare l'ora di Astronomia a sentirti ruttare la leggenda delle Due Orse.
- La burrobirra va benissimo. - biascicò Miriam, che nel frattempo si era arrangiata ad ingoiare il boccone. - E, tanto per la cronaca, non riuscirei a raccontare quella leggenda alla professoressa Aster neanche volendo: ho cercato ovunque in biblioteca, ma a quanto pare sono arrivata troppo tardi e tutti i libri sull'argomento sono stati presi in prestito. Era quello che cercavo di chiederti, Tunia. - concluse portando il bicchiere alla bocca e affondando il viso nella schiuma bianca e frizzante della bevanda. - Quanto amo la burrobirra! - esclamò poi alzando la testa e sfoderando orgogliosamente i baffi bianchi che la schiuma le aveva disegnato sulle guance e sul naso.
- Per la ricerca posso aiutarti. - le garantì Petunia rubandole il boccale di mano. - Che c'è? Quello era il mio bicchiere! - protestò quando vide Miriam fissarla accigliata. - Anch'io ho diritto ad avere i miei personali baffi di schiuma! - sentenziò successivamente scatenando la risata delle due amiche. - Comunque, mio padre è appassionato di Mitologia Greca e spesso mi raccontava i suoi miti preferiti quando ero piccola. Ho ascoltato la leggenda dell'Orsa Maggiore e dell'Orsa Minore così tante volte che oggi te la saprei benissimo raccontare con le esatte parole che lui usava con me e mia sorella. Dopo cena posso raccontartela, se vuoi.
- Petunia Evans, se potessi, ti costruirei una statua seduta stante!
Petunia sorrise felice: era stata fortunata, tremendamente fortunata ad aver trovato delle amiche così.
Miriam Foster era forse la ragazza più particolare che avesse mai conosciuto. Riusciva a incantare tutti con i suoi boccoli biondo paglia, gli occhioni blu brillanti e le guanciotte rosse. Aveva un aspetto tremendamente angelico, insomma, anche se il carattere era tutt'altro: testarda come pochi, ferma e decisa e tremendamente astuta. Il Cappello aveva lottato duramente con lei per stabilire la sua Casa di appartenenza, indeciso com'era tra Serpeverde e Corvonero. Alla fine, Miriam aveva vinto ed era entrata a far parte della Casata blu e bronzo, rompendo la tradizione della sua famiglia, che discendeva direttamente dalla famiglia Rosier, Purosangue fino al midollo.
Juliet Parker era più dolce e pacata, anche se molto riservata rispetto a Miriam. Aveva i capelli lisci e color nocciola e gli occhi così scuri che quasi non si riuscivano a distinguere le pupille, ma che emanavano un calore e una dolcezza incredibili.
Anche lei, come Miriam, apparteneva a una famiglia Mezzosangue in stretto contatto con i Flint, che considerava quasi tutti gente con la puzza sotto al naso. Sua cugina era Allison Parker, Serpeverde che frequentava il loro stesso anno.
Finito di cenare, le ragazzine di alzarono dalla propria panca e si avviarono verso la Torre Corvonero seguite da Damian Dalton, un loro timido compagno di Casa.
- Avete visto una pergamena di Astronomia da qualche parte? - chiese loro visibilmente agitato. - La sto cercando da tre giorni, ormai: è il mio compito sull'Orsa Maggiore e ci avevo impiegato così tanto... Cosa dirò alla professoressa Aster?!
- Oh, Damian: calmati! - lo bloccò Miriam. - Tunia stava giusto per raccontarmi per bene la leggenda. Se ti va, puoi unirti a noi!
Raggiunsero l'entrata della Sala Comune e attesero che il battacchio a forma di aquila ponesse loro il solito quesito:

Senza coperchio, chiave né cerniera
uno scrigno cela una dorata sfera.


Juliet sfoderò un sorrisetto e rispose immediatamente. - Un uovo.
La porta si aprì, mentre gli altri tre la osservarono stupiti per la velocità con cui aveva trovato la risposta.
- Beh, non l'avete riconosciuto? È uno degli indovinelli di Gollum! - spiegò Juliet  con occhi scintillanti.
Silenzio.
- Oh, andiamo! Non avete mai letto Lo Hobbit? Il Prequel de Il Signore degli Anelli! - provò ancora guardando gli amici con sguardo carico di aspettativa.
In risposta ottenne tre sorrisi imbarazzati, accompagnati da sguardi bassi.
- Oh, per Priscilla Corvonero! Che razza di amici ho? - esclamò Juliet alzando gli occhi al cielo e imbronciandosi, ma con fare scherzoso. - Tunia, dopo la tua lezioncina di Astronomia, dovrò farvi una piccola introduzione sul mondo di Tolkien. E domani farò in modo di trovare una copia del primo libro per ognuno di voi. Cercherò nel reparto babbano della biblioteca, sono sicura che non tengono solo vecchi manuali di Babbanologia!
- Davvero i maghi studiano i babbani? - la interruppe Petunia sgranando gli occhi.
- Alcuni maghi e streghe trovano il mondo, la cultura e gli usi babbani davvero affascinanti. Mio padre, per esempio, si è diplomato in Babbanologia e oggi è il capo dell'Ufficio per l'Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani. - intervenne Damian in tono orgoglioso.

Se non avete intenzione di entrare, vi prego di avvertirmi. Non ho intenzione di rimanere aperto per più del dovuto.

Si intromise a quel punto una voce in tono infastidito. Gli studenti si affrettarono a superare l'ingresso, sapendo che il battacchio non amava particolarmente chiacchierare con gli studenti, a meno che non fosse terribilmente infastidito dai suddetti. E quando veniva stuzzicato troppo, tendeva ad aumentare di parecchio il grado di difficoltà dei suoi indovinelli, obbligando i poveri Corvonero a rimanere per delle ore chiusi fuori dalla propria Sala Comune. Capitava spesso di vedere qualche capanello di studenti dalla cravatta blu e bronzo davanti alla porta chiusa mentre discutevano tra loro sulle possibili soluzioni ai quesiti del battacchio. Petunia e i suoi amici, alcune volte, avevano visto addirittura studenti che inveivano contro la porta con le più colorite imprecazioni, prima che qualche loro compagno aprisse dall'interno, impietosito. Ma se ad aprire era un Prefetto, allora i malcapitati si vedevano sottrarre qualche punto per il loro linguaggio scurrile. I Prefetti e i Capiscuola di Corvonero erano famosi per la diligenza con cui svolgevano il loro compito, anche nei confronti dei loro compagni di Casa.
- Allora, vogliamo iniziare, professoressa?
Miriam si sedette sulla sua poltrona puff preferita, posta all'interno di una rientranza della parete principale a forma di piccola abside, in cui era stata ricavata una libreria. I libri erano diventati parte dell'arredamento della grande Sala.
- Non sono mica una veterana! - rise Petunia accomodandosi al suo fianco sul tappeto blu notte, mentre Juliet e Damian si sedevano su una piccola panca azzurra posta di fronte alla libreria.
- Però devi ammettere che hai talento in Astronomia! - sentenziò Juliet. - Sei forse la migliore del corso!
Le guance e le orecchie di Petunia si imporporarono, non era solita ricevere complimenti, soprattutto riguardanti la scuola. Quando frequentava la scuola babbana, non eccelleva particolarmente in nessuna materia, al contrario di sua sorella.
- Bene, allora iniziamo! - disse dopo che Miriam fu tornata dal Dormitorio con due fogli di pergamena e due penne d'oca con inchiostro incorporato.
- Mi devi una pergamena! - proferì la bionda passando a Damian uno dei fogli e una penna. - Vedi di restituirmelo a breve, o mi preoccuperò personalmente di prenderne un intero rotolo dalla tua scorta. Interessi! - spiegò come un'esperta impiegata bancaria.
Rimasero una buona mezz'ora ad ascoltare Petunia parlare della leggenda della ninfa Callisto, e di come la dea Artemide l'avesse trasformata in un'orsa dopo aver scoperto la sua relazione segreta con Zeus, per poi far diventare la ninfa una costellazione (l'Orsa Maggiore) insieme al figlio (l'Orsa Minore), il quale l'aveva colpita a morte durante una battuta di caccia.
Passarono il resto del tempo a cercare le due costellazioni nel soffitto incantato della Sala Comune, dipinto con i motivi di un cielo stellato, che aveva la peculiarità di animarsi assumendo l'aspetto di un vero cielo notturno durante la notte. Una manna per un appassionato di Astronomia.
Stettero a chiacchierare finché la Sala non cominciò a svuotarsi dal resto degli studenti nel frattempo rientrati dalla cena e quando il grande orologio a pendolo posto vicino alla statua di Priscilla Corvonero batté le 11.30, si avviarono verso la Torre di Astronomia.
   
 
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