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Autore: Vanya Imyarek    06/01/2018    2 recensioni
Setne è tornato in vita, ha il potere del Libro di Thoth a disposizione, e Chad e Penelope hanno solo idee piuttosto vaghe sul cosa fare.
Nella situazione più complicata e pericolosa che si siano trovati ad affrontare finora, i due doppiogiochisti si ritroveranno alle prese con morti viventi, divinità imprigionate che tentano di scappare, strategia militare, bambini dai poteri incredibili, e psicologia applicata in pessimi modi.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Servi del Kosmos'
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                                     PENELOPE

       SIAMO  RIASSUNTI  PER  DEMERITI  SUL  CAMPO

 

 

 

 

 

 

 

Non posso dire che ci misi molto a realizzare il significato delle parole di Chad. Non c’era molto spazio per le interpretazioni, del resto.

 Era piuttosto che mi rifiutavo di capirle bene. Non era possibile. Era troppo presto. Era troppo inaspettato. Non l’avevo previsto per quella serata. Solo … no.

 Il resto dell’esercito di Setne sembrava nel mio stesso stato, solo, supponevo, per ragioni dovute piuttosto allo shock e alla sorpresa. Hazelle fu la prima a reagire: scattò in piedi, rovesciando la sedia, e corse via, verso le stanze delle ragazze. Fu come un segnale della carica: esplose una cacofonia di urla, domande, imprecazioni, ordini confusi, sedie che venivano rovesciate, persone che correvano fuori dalla stanza.

 Sussultai, e fu come se mi fossi svegliata anch’io. Gaia era morta. Considerato che nessuno sapeva del rifugio di Setne, tranne gli dei che erano impossibilitati ad agire, e i soldati stessi che erano tutti lì, e il gruppo dei ritornati che non avrebbe avuto alcuna ragione a fare una cosa del genere e non ero neanche sicura sapessero del ruolo della figlia di Demetra … poteva essere stato solo suicidio. Quello per cui io avevo premuto negli ultimi due mesi.

 La sua morte era colpa mia. L’avevo uccisa io. Io avevo appena ucciso una persona. Una persona che avrebbe avuto una vita … no, non potevo dire una vita piena e felice davanti a sé. Sarebbe stata chiusa in una gabbia dorata, se proprio le fosse andata bene, e si vedeva chiaramente che già adesso la prospettiva le stava stretta … ma non aveva iniziato a notarsi dopo che io avevo insistito su questa direzione? E quello che stavo facendo adesso, non era un tentativo di giustificarmi, di illudermi che magari, anche solo in parte, avevo fatto un favore a Gaia, o magari accelerato qualcosa che prima o poi sarebbe successo comunque?

 No, non poteva essere così. Io non potevo essere così, intenta a evitare istericamente le mie responsabilità … dunque assassina andava bene, ma irresponsabile no? Ridicolo, solo ridicolo! Ci stavamo avvicinando alla stanza. Sentivo gli altro che parlavano, ma non li ascoltavo. Riuscivo solo a pensare a noi che ci avvicinavamo alle stanze e … oh, no. Avremmo visto il cadavere?

 Ma certo. Perché non avremmo dovuto? Gaia sarebbe forse andata a nascondersi da qualche parte dopo morta, per risparmiarci la brutta vista? Ma no … non volevo vedere … che schifo di persona ero? Non potevo neanche affrontare il mio stesso lavoro, svolto in modo così diligente, e con così brillante successo?

 Vedevo la porta della stanza. No, no, volevo fermare tutto, volevo scappare, non potevo, avrebbe destato sospetti, la mia intera vita ruotava attorno al non destare sospetti, quindi dovevo fare anche questo, no, eravamo lì, Hazelle aveva aperto la porta e si era fiondata dentro, ecco che eravamo lì anche noi, vedevo i bordi dei letti, no, no, no …

 Gaia era rannicchiata contro una parete. Era bianca, quasi bianca quanto Becky. Aveva il viso distorto in una smorfia strana, probabilmente l’aveva contratto per il dolore, ma ormai era sparita la volontà per tenerlo in quel modo. Le mani erano ancora strette attorno alla spada di Hazelle, il resto del corpo abbarbicato attorno all’arma come se avesse avuto paura di non morire se si fosse semplicemente trapassata. Sembrava che avesse cercato di farsi il più piccola possibile, lì in un angolo, lontana dai letti o dagli altri spazi della vita quotidiana delle ragazze … quasi avesse avuto paura di lasciare tracce troppo evidenti. Ecco il mio lavoro.

 Sentivo le altre ragazze strillare, qualcuno che iniziava a piangere, Dakao che si metteva a urlare il suo nome, correva da lei, cercava di estrarre l’arma come se fosse bastato a riportarla in vita. Non mi faceva nessun effetto. O forse un po’ sì, ma era in modo distaccato, come ascoltare un rumore lontano. Setne si era messo a parlare in tono ansioso, degli dei … chi se ne fregava. Quel poco di sensibilità che mi era rimasta riuscì ad arrabbiarsi, come per le faccende delle divinità ci andassero di mezzo ragazze che non avevano mai voluto altro che fare il bene del prossimo e morivano cercando di farsi più piccole possibile … come se non contassero nulla, come se nemmeno la fine della loro vita valesse la pena di turbare l’attenzione altrui. Gaia si stimava davvero così poco? Avevo fatto un lavoro coi controfiocchi.

 Mi venne quasi da ridere, non sapevo nemmeno perché, non c’era neanche una qualche ironia amara nella situazione. Forse era perché stavo spalando sugli dei il biasimo della situazione. Un comportamento tipico dei mezzosangue, no?

 Cioè, molto spesso avevano assolutamente ragione. Ma lì … mi ero messa a filosofare sulla distanza degli dei dalle faccende umane, ma in quel caso, si trattava solo di quello. Una faccenda umana. Un essere umano che, per i suoi scopi, uccideva un altro essere umano.

 Sembrava una cosa così piccola, insensata, posta in quei termini. La complessità e l’urgenza di ciò che mi aveva spinta a quelle azioni, il dolore di Gaia, le possibilità che avrebbe avuto se solo la sua morte non fosse stata quello che interessava a me, sembrava tutto così piccolo. Nessuna differenza da tanti omicidi compiuti fin dall’alba dei tempi. Una storia sentita e risentita. Davvero voleva dire così poco?

 La persona che era stata Gaia, il modo in cui la sua felicità con un incarico importante e l’ammirazione dei suoi pari e una persona che amava e che la amava si era trasformata in disperazione e angoscia e odio di sé tali da non far vedere altro sollievo che la morte, era solo una storia tante volte ripetuta? E che altrettante volte si sarebbe ripetuta in futuro, finché qualche tentativo di scatenare la fine del mondo avrebbe avuto successo? Ciò a cui sarebbe dovuta servire, avrebbe davvero fatto una differenza agli occhi di qualcuno, chiunque? Qualcuno si sarebbe reso conto che doveva la sua tranquillità di vita alla morte di una ragazza che neppure conosceva?

 Tranquillità di vita … quante persone stavano passando un inferno simile a quello che stava passando Gaia? Quante persone lo stavano infliggendo, come avevo fatto io? Perché? Quali erano le loro ragioni? Cambiava qualcosa? Avrebbe aiutato il mondo più di quello che avevo fatto io? Che senso aveva? Che senso aveva?

 Non mi accorsi nemmeno di essere scivolata in un angolo e di stare piangendo, finché Chad non mi posò una mano su una spalla. Sembrava non sapesse cosa dire, nemmeno mi guardava. Non riuscii a mettere insieme la forza di volontà per rispondergli, o rialzarmi, o smettere di piangere, o fare qualunque cosa diversa da quello che stavo già facendo.

 

Non mi ricordo bene cosa successe da quel momento a quello in cui ci ritrovammo tutti di nuovo nella sala delle riunioni. Mi baso su quello che ha detto Chad, che Setne ci ha messo un po’ per domare il caos, ordinare di lasciare tutto così com’era e tornare a prendere nuove decisioni, con un’infinità di proteste da parte di Dakao, Regina e Hazelle. Io mi ricordo solo che eravamo tutti lì, con un Setne dall’espressione più cupa e rabbiosa che gli avessi visto che sembrava guardarci tutti male.

 “Quello che avete appena … visto” praticamente sputò. Vidi Dakao sussultare. “E’ quanto di più grave potesse succedere. Un tradimento”

 Parole sbagliate. La tavolata sembrò esplodere di urla. Dakao urlava che non poteva limitarsi a quello, Regina gli dava man forte, Mortimer urlava di stare zitti tutti e due (più per paura di tutta la situazione che per malizia o devozione a Setne, sospetto) e Calvin stava facendo tentativi deprimenti di non singhiozzare rumorosamente, senza che nessuno gli badasse o provasse a calmare il bambino che aveva appena visto una ragazza che conosceva morire suicida.

 “Silenzio!” sbraitò Setne, “Ulteriori motivi? Avete qualche idea di quali ‘ulteriori motivi’ che non fossero pugnalare alle spalle tutti noi potessero esserci?”

 “Ho trovato questo” mormorò Regina. Tra tutti, lei aveva la reazione più strana: aveva il volto assolutamente inespressivo, però lacrimava.

 Mostrò a tutti un foglio spiegazzato, coperto di frasi furiosamente cancellate dalla stessa penna nera, in certi punti così violentemente che era stata bucata la pagina. “Credo che abbia voluto lasciare un messaggio, ma non si capisce niente …”

 Dakao fissò il foglio con aria trasecolata, poi se non lo strappò dalle mani della maga fu solo perché lei lo lasciò andare subito.

 “Tu riesci a leggere qualcosa?” chiese Setne, il disprezzo palese nella sua voce. Era incredibile quanto in fretta si fosse sgretolata la sua maschera di leader saggio, buono e divertente, e fui sorpresa che nessuno di quelli che lo seguivano sul serio avesse ancora reagito. Ma probabilmente erano troppo sconvolti da ben altro.

 Dakao comunque scosse la testa, fissando il foglio malridotto come se annunciasse la sua condanna a morte.

 “E allora tutto quello che posso assumere è che quella ragazza avesse in mente quello fin dall’inizio. Ci chiedevamo chi fosse la spia: eccola. Una magnifica attrice, una dei primissimi membri di questo gruppo, sempre in prima linea con i combattimenti, sempre ansiosa di aiutare il prossimo e sacrificarsi per lui. La persona che poteva sembrarmi perfetta per questo tipo di lavoro. A lei eterna lode: con tutta l’esperienza che ho, è riuscita a imbrogliarmi. E’ diventata la mia fonte di potere, quella che avrebbe potuto portare me e voi il più in alto possibile, e poi ce l’ha tolta, lasciandosi con divinità furiose che sanno dove ci troviamo, e un paio di spie completamente inutili”

 In tutta quella serata, non ci avevo ancora pensato, ma era vero: il compito mio e di Chad come spie presso il Campo Mezzosangue era finito. Anubi o Horus o Iside avevano sicuramente già avvertito i fratelli Kane, a quel punto, e se ci fossimo azzardati a tornare al rifugio dei mezzosangue, l’esito più probabile era il linciaggio sul posto.

 “Sono tutte stronzate!” urlò Dakao, così forte che io e molti altri sobbalzammo. “Lei stava male, non c’entra niente col volerci rovinare. Lei non ha mai voluto altro che aiutare!”

 “Ha avuto un modo interessante di dimostrarlo” replicò Setne, senza alzare la voce. “A noi tutti come a te. Eri il suo fidanzato. Approvi forse che per lei tu non sia stato abbastanza importante da restare in vita?”

 Fu il turno di Dakao di sussultare, come se l’avessero schiaffeggiato.

 “Aveva ragione” sibilò. “Lei stava male. Se fossi stato meno ossessionato da me stesso, me ne sarei reso conto. Oggi stesso … ero impegnato più a ferirla, a farle sentire almeno un briciolo di quello che lei stava facendo passare a me … credo abbia funzionato fin troppo bene. No, lei l’ha fatto per i motivi che spingono tutti a suicidarsi. Perché il mondo non è fatto per persone come loro. Lei era dolce e gentile, ma era anche fragile. Ha sacrificato le sue possibilità a una vita normale, e il peso l’ha schiacciata …”

 “Che belle parole” la voce di Setne trasudava il suo sarcasmo in modo quasi rivoltante. “Che cosa triste, l’amore. Con il suo travestimento, anche una viscida traditrice diventa un timido fiorellino schiacciato da un mondo troppo crudele”

 “Sta ascoltando quello che dico? Lei non ha mai voluto tradirci!”

“Curioso, visto che ha fatto esattamente quello. Ragazzo, vuoi aprire gli occhi? Lei ti ha usato fin dall’inizio! Le serviva un modo per mimetizzarsi tra noi, per fingere di essere una normale ragazza per i nostri standard, e cosa c’è di più normale, per una ragazza, dell’avere un fidanzato?”

 “Gaia non era così” bisbigliò Regina. “Era mia amica. Forse ha iniziato a dubitare la nostra causa …”

 “E qual è la differenza con quello che ho appena detto?”

 “L’ha fatto solo più tardi. Non riusciva più a capire che senso avessero le sue azioni, la sua vita stessa … credo che avesse iniziato  soffrire di depressione. Non riusciva più a …”

 “Di nuovo, ragazzi, state diventando sempre più incomprensibili” ribatté Setne. “Siamo appena stati traditi, siamo appena stati scagliati in una posizione di debolezza, possiamo aspettarci un attacco in ogni momento adesso, e voi cercate di difendere la memoria della traditrice? Vi rendete conto che, se fosse qui, riderebbe di voi?”

 “Un cazzo!” non mi sarei mai aspettata che Dakao fosse in grado di urlare a quel modo. “Lei soffriva, dannazione! Soffriva, e nessuno se n’è reso conto, perché eravamo troppo occupati a trattarla come la carta vincente per la vittoria! Abbiamo smesso di vederla come umana molto tempo fa, tu per primo!”

 Setne lo guardò con freddezza. “E così dobbiamo continuare a trattarla. Gaia non è altro che quella che ci ha traditi, quella che ci ha consegnato la vittoria per poi distruggerla prima che potessimo compierla davvero. Non merita altro che disprezzo, se volete essere generosi. Per quanto riguarda il corpo, qualcuno di voi lo porti in una discarica …”

“Io mi ammazzo piuttosto che lasciartelo fare!” ululò Dakao. “Sei tu quello che ci ha traditi! Hai cominciato offrendoci la possibilità di cambiare le cose, di ribellarci agli dei, e appena hai ottenuto il potere sei diventato esattamente come loro! Bastardo, tu devi sparire!”

 Il demone lo attaccò così velocemente che a malapena me ne resi conto. Setne schivò con altrettanta velocità, rischiando di ribaltare il tavolo, tutti saltarono in piedi, Setne tuonò degli incantesimi. Una serie di geroglifici luminosi si materializzò su Dakao, bloccandolo completamente. Il ragazzo rimase lì, ad ansimare e fissarlo con odio.

“Il tuo disgraziato amore ti ha dato alla testa” sentenziò il capo di quel gruppo. “Non riesci a ragionare, adesso. Colpa mia, avrei dovuto aspettarmi che saresti stato in queste condizioni … Mortimer, Luciano, potete portarlo fuori di qui, per favore? Credo sia opportuno che si calmi”

 I due ragazzi eseguirono in silenzio. Nessuno si azzardò a fiatare, mentre tutti tornavano a sedersi. Setne ricominciò solo quando Luciano e Mortimer furono tornati.

 “Se nessuno è più in vena di difendere la traditrice, dimentichiamoci di lei. Le conseguenze delle sue azioni hanno molto più peso della sua sciagurata esistenza. Le divinità egizie possono fare quello che piace a loro, e di sicuro piacerà molto spiattellare la nostra posizione. E’ superfluo dire che Chad e Penelope non possono fare più niente come spie, d’ora in avanti vivranno qui con tutti voi. E quindi non potranno raccontarci i piani d’attacco della fazione nemica. Siamo completamente all’oscuro, nella situazione peggiore in cui siamo mai stati. Tutto quello che possiamo fare, ora, è potenziare le nostre difese. Questo luogo dovrà diventare una via di mezzo tra un bunker e una trappola mortale per chiunque voglia attaccarci. Correranno qui a frotte, vediamo almeno di sfruttare questa maledizione a nostro vantaggio”

 Seguì una lunga trafila di disposizioni. Notai che nessuno sembrava davvero in vena di ascoltarle: arrabbiato com’era, Setne doveva aver dimenticato che non tutti al mondo erano sociopatici quanto lui, da pensare a studiare piani d’attacco immediatamente dopo il suicidio di un’amica. Ho il forte sospetto che molti abbiano dovuto farselo ripetere o chiedere ai pochi che avevano davvero sentito qualcosa, ovvero noi.

 Sorpresi? Del resto, ci conveniva imparare bene e subito i dettagli di una controffensiva, così da permettere a un eventuale attacco dal Campo di avere successo. Magari siamo proprio così sociopatici.

 Il nostro presunto leader andò avanti così per tre quarti d’ora, e concluse il tutto dicendoci di andare a dormire. Io e Chad avremmo per la prima volta condiviso le camerate dei ragazzi. Ma seriamente non aveva pensato che le ragazze potessero avere qualche problema a dormire nella stessa stanza dove poco prima avevano ritrovato il cadavere di Gaia? Doveva essere davvero arrabbiato.

 Ma tanto meglio per noi: prevedevo un impressionante calo di popolarità per lui nei giorni a seguire, e magari saremmo riusciti a far cambiare idea a qualcuno del suo esercito, mettendoli in una posizione favorevole presso gli invasori del Campo … curioso da parte mia, adesso avevo voglia di salvare qualcuno?

 A proposito di questo, nessuno aveva ancora deciso cosa farsene di Maisie, o almeno, non era ancora stata annunciata una decisione ufficiale. Magari Setne avrebbe continuato a fregarsene di chi lavorava per lui e avrebbe ammazzato la ragazza personalmente, oppure ordinato a qualcun altro di farlo, ma in tal caso, sarebbe successo senza che i ragazzi avessero espresso le loro opinioni. Oppure se n’era semplicemente dimenticato. Gli erano appena capitati problemi ben più grossi a cui pensare.

 Ma intanto la figlia di Macaria che fine aveva fatto? Provai a chiederlo a Regina, e mi rispose che era stata rinchiusa in una delle stanze per gli ospiti, una molto piccola, senza finestre e coperta di geroglifici di protezione.

 “Non possiamo permettere che muoia, Penelope” aggiunse. “Gaia non voleva questo. Glielo dobbiamo …te ne rendi conto?”

 “Se possibile, ne sono anche più convinta di prima. E poi” mi morsi il labbro, per impedirgli di tremare. “Maisie me la ricorda tantissimo, Gaia. Come carattere … credo che sarebbero state molto amiche, se le …”

“Sì, sì” Regina non sembrava affatto entusiasta di proseguire su quella particolare conversazione. “Dobbiamo parlarne con il capo. Non adesso, non credo che sia molto in sé …”

 Probabilmente era più in sé di quanto i ragazzi di Setne l’avessero mai visto.

“Hai ragione” concordai. “Vado a controllare come sta la ragazza”

 Lo feci davvero. La mia intenzione iniziale era parlarle, cercare di rassicurarla, spiegarle le cose, dirle che l’offensiva del Campo sarebbe arrivata presto e noi avremmo fatto di tutto per farla sopravvivere fino a quel momento.

 Non ne ebbi il coraggio. Parlare a un’altra persona che poteva morire per colpa mia …una persona così simile a Gaia, in quello non avevo mentito a Regina … solo, no. Mi limitai a controllare dal buco della serratura: era ancora viva, e stava seduta sul letto a giocherellare con le coperte. Doveva star morendo di noia e preoccupazione, ma meglio che essere morta davvero.

 Tornai al dormitorio delle ragazze. Gaia era stata portata … non lo sapevo, anche se avevo la sensazione che gli ordini di Setne relativi alla discarica non fossero stati obbediti. Il sangue era stato completamente ripulito, ma il letto della ragazza era ancora sfatto, e tutte le cose che le erano appartenute erano ancora sul suo comodino.

“Puoi prendere la parte sotto del mio letto a castello” mi informò Hazelle, non appena entrai nella stanza. “Non dovrai dormire dove … insomma, dove c’era lei”

 Qualcosa mi diceva che fosse stato per lei, mi avrebbe fatta dormire esattamente nel vecchio letto di Gaia, giusto per sfogarsi del suo fallimento a tenerla in vita, ma non voleva destare i sospetti di Regina. Annuii. Non avevo con me effetti personali, li avevo lasciati tutti al Campo.

 Al Campo. Non avevo ancora riflettuto a fondo su quello che implicava la scoperta del mio ruolo di spia: io non c’entravo più nulla, con quel posto. A quel punto, di sicuro Anubi o Horus o Iside avrebbero informato i loro ritrovati amici od ospiti mortali della nostra ‘vera’ affiliazione, e se avessimo mai provato a mettere piede da quelle parti, se tutto fosse andato bene ci avrebbe aspettati un linciaggio.

 Sadie di sicuro lo sapeva già, l’avrebbe di sicuro scoperto per prima. La ragazza che era a pezzi, perché il suo fidanzato era un tale bastardo, e perché con la sua negligenza e immaturità aveva causato la cattura di un’alleata, e che io avevo confortato solo poche ore prima, adesso avrebbe dovuto fare i conti anche con il mio tradimento.

 Esattamente, quanto male l’avrebbe presa? Eravamo sempre state amiche, negli ultimi tempi ci eravamo anche avvicinate molto, per i miei tentativi di aiutarla a star meglio … che in realtà erano inerentemente funzionali a tutt’altri scopi. Davvero, Sadie non aveva mai avuto una vera amica, in me.

 Come avrebbe reagito, a una scoperta simile? Aveva già litigato con Carter, probabilmente avrebbe litigato ancora se la faccenda di Maisie fosse giunta alle sue orecchie, la sua altra grande amica oltre a me era la ragazza di suo fratello, non aveva genitori, suo zio era all’estero: sarebbe riuscita a sfogarsi con qualcuno? Non avevo il diritto di farmi ascoltare da una qualsiasi divinità, ma pregai comunque che Carter fosse disposto a mettere da parte le loro divergenze e a sostenere sua sorella.

 E per quanto riguardava tutti gli altri che in un modo o nell’altro ci erano stati vicini … Percy e Annabeth, che ci avevano tirati fuori dai guai diverse volte, i figli di Hypnos che Chad aveva difeso dai bulli, i ragazzi di Ermes che avevano condiviso la capanna con noi … come avrebbero preso tutto questo? Quali sarebbero state le loro varie reazioni?

 Sospirai. A quanto pareva, non ero capace di causare altro che sofferenza per chiunque avesse a che fare con me. E meglio ancora, sarei stata capace di giustificarlo come il necessario per mantenere l’ordine del mondo! Ridicolo, davvero ridicolo. Mi rendevo conto che probabilmente avevo passato qualche minuto seduta immobile sul letto, ma se c’era un buon momento per permettersi di comportarsi in modo strano, era quello.

 Sospirai di nuovo, mi tolsi le scarpe e mi sdraiai, senza chiudere gli occhi o dire alcunché alle mie nuove compagne di stanza. Neanche loro parevano troppo intenzionate a chiacchierare, anche se si capiva benissimo che erano sveglie.

 “Spegniamo le luci?” chiese Regina dopo qualche minuto. Eseguii senza dire niente.

 Ecco, a questo proposito: e adesso come saremmo tornati alle nostre riunioni alla Piramide Arena? Certo, avremmo potuto aspettare che anche i nostri nuovi coinquilini fossero sonoramente addormentati, come avevamo fatto con tutta la capanna di Ermes, ma se non ci avessero trovati, le conseguenze sarebbero state molto più serie di qualche pettegolezzo. Per giunta, né Hazelle né Regina sembravano molto propense a dormire – era buio pesto, ma potevo sentirle respirare normalmente e agitarsi nei rispettivi letti. Immaginavo che nel dormitorio dei ragazzi la situazione fosse anche peggiore, con Dakao.

 Ma prima o poi ci saremmo dovuti tornare per forza, anzi, prima era meglio. C’era Becky lì dentro, che aspettava una nostra visita quotidiana, e soprattutto, con gli dei liberi, Thoth doveva essere tornato alla sua antica dimora. Probabilmente le due divinità si erano già incontrate, e sperai che la piccoletta non si fosse spaventata troppo a quell’arrivo inaspettato. Ma lei e il dio della saggezza si conoscevano già, no?

 E poi, le avevamo detto che eravamo al suo servizio. Dovevamo tornare dal nostro capo, spiegargli quello che avevamo fatto, mettere in chiaro – se ce ne fosse stato bisogno – che non avevamo mai davvero abbandonato la fazione del kosmos.

 No, non volevo affrontarlo. Dopo quello che avevo fatto, non me la sarei sentita di affrontare nessuno, ma lui era la stessa persona che ci aveva coinvolti in quella vicenda, quella che ci aveva garantito che non avremmo dovuto fare nulla di davvero gravi, niente guerre, niente omicidi … e alla fine, avevamo fatto esattamente quello, completamente per conto nostro. Di nuovo, era una situazione che faceva quasi ridere, oltre che a piangere.

 Non seppi bene quanto tempo rimasi lì, al buio, a pensare, a sforzarmi di non guardare il punto dove era stata ritrovata Gaia per quanto la tentazione fosse quasi irresistibile; so solo che ero così nervosa, che il leggerissimo bussare alla porta fu abbastanza da farmi saltare in piedi. Nessuna delle ragazze reagì, ma del resto era troppo buio per vedere bene, magari si erano addormentate davvero o magari non gliene fregava niente. Aprii appena: era Chad.

 Uscii nel corridoio a malapena illuminato da un’altra stanza, richiudendomi la porta alle spalle. Regina avrebbe concluso che volevo solo parlare dei recenti sconvolgimenti con un caro amico, Hazelle avrebbe saputo esattamente cosa stava succedendo, ma non avrebbe potuto farci nulla.

 “Scusa se ci ho messo tanto, abbiamo avuto dei problemi con Dakao” bisbigliò.

 Io annuii. “Mi sorprende che siate riusciti a calmarlo”

 “Luciano ha trovato dei sedativi in un armadietto dei medicinali”

 Dunque era stato necessario ricorrere a simili aiuto chimici, eh? Il ragazzo doveva essere veramente distrutto. Io dovevo averlo veramente distrutto.

 Sospirai. Meritavo di marcire nel rimorso per quel che mi restava da vivere, ma al momento, non sarebbe servito a nulla farmi distrarre così tanto. Avevamo già sacrificato una vita, forse due, ai nostri scopi: sarebbe stato un insulto alla loro memoria abbandonarli così o svolgerli male.

 “Hai trovato una scusa, per loro?”

 “No, penseranno che io voglia solo parlare con te. Non sarebbe difficile pensare che vogliamo discutere della fine del nostro lavoro condiviso, in un momento come questo”

 Annuii. In effetti aveva assolutamente senso.

 “Allora andiamo?” chiesi. Lui annuì.

 Eseguimmo il viaggio nell’ombra.

 Per la seconda volta in pochi mesi, la Piramide Arena era nel caos. Gli ibis volavano a stormo su per le pareti di vetro, i babbuini saltellavano ovunque, lanciandosi palloni da basket. Ma queste non erano manifestazioni di panico: erano festeggiamenti.

 Thoth stava piantato in mezzo alla stanza, lanciando incantesimi a destra e manca per riparare e spolverare e rimpinguare il tavolo del buffet, ma senza troppi tentativi di calmare gli entusiasmi dei suoi animali. Chad fu prontamente colpito da ben due pallonate, e fu questo che attirò l’attenzione del dio.

 “Hanno ragione quando dicono che non si dovrebbero mai affidare le pulizie a degli adolescenti!” commentò. “Ragazzi, questo posto sembrava essere stato travolto da un uragano”

 Smise di lanciare incantesimi e marciò verso di noi. Becky lo precedette di corsa: doveva essere stata seduta al tavolo tutto il tempo, ma con la comparsa dell’altro dio, non avevo badato a lei.

 “Allora” esordì Thoth. “Devo aspettarmi un attacco dell’esercito di Setne, o …”

 “Lo sappiamo benissimo cosa intendeva con quel biglietto” tagliò corto Chad. “E’ possibile fare una domanda di riassunzione?”

 Thoth batté le palpebre con aria innocente. “Con il biglietto? Ma io intendevo esattamente quello che ho scritto. L’avete per caso interpretato come un ordine stealth di continuare le solite operazioni?”

 Ci limitammo a fissarlo. Stava scherzando … vero? Non ne ero molto sicura, adesso che ci pensavo bene. Becky lo guardò con aria corrucciata. Chissà di cosa avevano parlato prima del nostro arrivo?

 “Be’, sono contento della vostra devozione alla causa, comunque” concluse lui. “Naturalmente siete riammessi, non c’è un limite di posti per questo tipo di lavoro. Adesso, suppongo che avrete molto di cui aggiornarmi su cosa sia successo esattamente?”

 Mi sfuggì un sospiro. Pensavo che Thoth avesse almeno una vaga idea di quello che avevamo fatto negli ultimi tempi, o forse ce l’aveva, Becky gli aveva detto tutto, ma preferiva sentire proprio la nostra versione. Sarebbe stata una serata lunga.

 E infatti: ci mettemmo circa due ore a raccontargli tutto nel dettaglio, comprese motivazioni e processi logici dei protagonisti di quella vicenda. Perfino Becky si ritrovò ad ascoltare a bocca aperta questa parte: in effetti, non le avevamo mai parlato seriamente del nostro lavoro di spie. Il problema, per me, fu che dovetti raccontare anche di Gaia … bene nel dettaglio, tutto quello che le avevo detto – e perché l’avevo detto – in quegli ultimi tempi. Non riuscii a guardare in faccia il dio per tutto il tempo del mio resoconto. Mi sentivo come se avessi sporcato la sua causa, come se ne avessi rovinato la bontà e ‘utilità usando mezzi simili, anche se erano stati quelli necessari.

 Lui però non fece commenti, né in positivo, né in negativo. Personalmente, mi trovai molto meglio così che se avesse fatto una qualsiasi delle due cose.

 “Capisco” commentò soltanto. “Ragazzi, rendetevi conto che avete lavorato moltissimo in queste ultime settimane. E ormai la situazione è precipitata. Io e i miei confratelli siamo ormai liberi, la fazione degli dei starà sicuramente preparando il suo primo vero attacco al rifugio di Setne, quest’ultimo ha ormai perso la pazienza di fingersi una persona amichevole e divertente – e a quanto mi avete detto, il suo esercito se ne sta accorgendo – e adesso progetta una situazione di assedio, e voi due non avete più modo di fare da spie presso il Campo”

 Si schiarì la voce. “Setne sarà disperato. Non si lascia mai sfuggire la sua maschera, a meno che non sia in una situazione davvero estrema, specie se davanti a qualcuno che vuole si fidi di lui. Ha avuto un inebriante controllo su esseri superiori, e se l’è visto strappare di mano per motivi che vedrà come futili, da una ragazzina inutile ed egoista. Questa ragazzina è anche un membro in meno al suo esercito, non una buona notizia in attesa di un attacco. E i suoi alleati mortali, che potrebbero essere al più usati come scudi umani mentre i soldati davvero utili difendono, stanno morendo uno dopo l’altro, grazie a Kebechet, qui”

 “E la fiducia in lui del suo esercito si sta incrinando” aggiunse Chad. “E’ già stato contestato sulla faccenda Maisie, ed era abbastanza chiaro che non se l’aspettasse. Il modo in cui ha trattato la morte di Gaia ha solo peggiorato le cose. Ho sentito i discorsi dei ragazzi in dormitorio: né Calvin né Mortimer possono essere definiti davvero contenti di come siano andate le cose. Volevano bene a quella ragazza”

 “Lo stesso dicasi per Regina” aggiunsi, senza staccare gli occhi dal mio piatto intonso. “Ecco, appunto. In una situazione del genere, non mi sorprenderebbe se ricorresse al porsi in testa la Corona di Tolomeo”

 “Per diventare un dio lui stesso?”

 “In effetti, sembrerebbe il momento appropriato”

“Il dio della cacca” mugugnò Becky.

 “Sì, probabile”

“Se fosse sconfitto nella sua forma divina, non potrebbe accedere al Tribunale del Giudizio” ragionò Thoth. “Sebbene sia nato come umano. Non sarebbe possibile processarlo secondo una vera giustizia, e questo sarebbe esattamente il necessario a prevenire lo sconvolgimento del kosmos”

 Veniva da chiedersi se la morte di una ragazza innocente non bastasse. Era ben pretenzioso, il kosmos!

 “Quindi dovremmo favorire l’assalto del Campo, e fare in modo che loro lo … esecrino, caccino nel Tartaro, una qualunque di queste cose potrebbe andare bene” ragionò Chad.

 “Quindi dovremmo sabotare le difese dell’esercito di Setne” aggiunsi. “Rischia di essere piuttosto ovvio, saremo sempre sotto i loro occhi per i prossimi giorni. Già adesso stiamo correndo un bel rischio”

 “L’ideale sarebbe comunicare tutto questo al Campo direttamente” decise Thoth. “Voi non rischiereste di essere scoperti, non quanto con un vero sabotaggio almeno, e loro non avrebbero tempo di organizzare nuove difese, a meno che non siano davvero bravi a improvvisare”

 “Capo, ci hanno beccati” gli ricordò Chad. “Se torniamo lì, ci linciano, e questo se vogliono essere generosi”

 “Vengo anch’io con voi!” si offrì Becky. “Ci ripenseranno quando vedranno che siete protetti da una dea”

 Molto probabilmente avrebbero solo pensato che avevamo fatto il lavaggio del cervello a una bambina e attaccato con il potere di diversi dei, ma mi sentivo quasi male a dirglielo. Era così chiaro che volesse aiutare!

 “Potremmo portare Dakao, invece” intervenne Chad. Cosa?

 Lui sospirò alla mia occhiata sorpresa. “Tu hai visto solo una parte della sua reazione. E’ andato avanti per ore a maledire Setne e cercare di convincere gli altri ad abbandonare ‘quel bastardo’, prima che gli dessero i calmanti. Non ho mai visto qualcuno cambiare opinione sui suoi superiori così velocemente. Credo che per fargli tradire il ritornato, sarebbe sufficiente aspettare che si svegli, e dargliene l’opportunità”

 “E questo esattamente come ci aiuta a non farci ammazzare?”

 “Saremo tutto un gruppo di traditori. Noi siamo stati spie a lungo, il che significa che abbiamo avuto tempo di conoscere i mezzosangue, trovare amici, affezionarci sinceramente a loro. Quando alla fine si è arrivati allo scoperto, ci siamo resi conto che il rimorso era troppo forte, e siamo passati davvero dalla loro parte, convincendo anche un altro ragazzo di Setne a fare altrettanto”

 “Potreste anche dire che avete ucciso Gaia per liberare gli dei!” suggerì entusiasticamente Becky. Io mi sentii quasi soffocare da un nodo in gola. Per fortuna ci pensò Chad a rispondere per me.

 “Lì ci sono persone molto coscienziose. Ho il forte sospetto che dichiararci colpevoli di omicidio, anche se per aiutarli, non ci ingrazierebbe a loro, tutt’altro. Possiamo solo sperare che … Dakao e l’offerta dei piani di difesa di Setne siano sufficienti a non farci ammazzare, non subito, per lo meno”

 Tutto molto bello, ma aveva dimenticato un piccolo particolare. “Dakao come lo convinciamo?”

 “Quella sarà la parte facile. Vorrà aiutarci”

 “Potrebbe sospettare che sia una trappola”

 “Dopo che ci siamo messi a protestare contro le sue azioni riguardo a Maisie? In retrospettiva, abbiamo fatto benissimo, sarà più facile convincerlo”

 Ma tu vedi se anche i nostri tentativi di salvare qualcuno potevano essere distorti in quel modo. Non era possibile che ci fosse permesso di agire, pensare o avere emozioni senza allegarci un calcolo strategico?

 Ma che mi lamentavo a fare? L’avevo scelta io, quella vita.

 Thoth tossicchiò e noi trasalimmo: ormai eravamo così abituati a discutere per conto nostro che ci eravamo quasi dimenticati della sua presenza.

 “Mi fa piacere vedervi sempre così determinati” ci complimentò. “Lo so che sarà dura … ma avrete ancora poca strada da fare. Questa vicenda si avvicina alla fine. Resistete … e andate a riposarvi, ne avrete bisogno, e più tempo passate qui più correte il rischio che qualcuno noti la nostra assenza”

 Vero. Gli rivolgemmo un cenno di saluto, Chad riuscì a mettere insieme anche un sorriso allegro per Becky, e viaggiammo di nuovo fino alla nostra nuova ‘casa’. Se Regina o Hazelle erano ancora sveglie, nessuna delle due reagì minimamente al mio ritorno. Tornai a sdraiarmi sul letto, sentendomi più stanca di quanto lo fossi mai stata in vita mia.

 Vi state chiedendo se riuscii a dormire? Certo. Mai avuti tanti incubi.

 

 

 

 

 

 

Ladies & Gentlemen,

ecco, ultimo capitolo di questa storia prima del grande hiatus da esami. Spero che sia soddisfacente!

Questa storia riprenderà a marzo, così avrò un po’ di tempo per preparare i capitoli in anticipo. Ormai ci avviciniamo alla conclusione di tutta la saga, mancano solo cinque capitoli … quindi, anche dopo l’attesa, dovrebbe finire abbastanza in fretta. Grazie davvero a chi ha letto e commentato!

  
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