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Autore: ChiaraVi    08/01/2018    3 recensioni
«Non lo farò.»
«Ma Hermione, pensaci solo un secondo…»
«E a cosa dovrei pensare, mh? Mi state chiedendo una cosa… assurda!»
«Come se non avessimo mai fatto cose assurde da quando siamo ad Hogwarts, insomma--»
«Questo è diverso, Ronald! Non stiamo parlando di violare il coprifuoco o di far perdere punti a Grifondoro, di lavorare per l’Ordine della Fenice o di infiltrarci al Ministero… qui stiamo parlando di ME che fingo di litigare con VOI per riuscire ad avvicinarmi a LUI! E con quali certezze, poi?! Sono una sporca Mezzosangue dal secondo anno, ve lo siete dimenticato?»
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Dove si è disposti ad arrivare per sventare un piano diabolico? E quanto si è disposti a perdere di se stessi, nella discesa verso un Inferno sconosciuto... e sorprendentemente piacevole?
Genere: Erotico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Il trio protagonista, Luna Lovegood, Mangiamorte, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Hermione, Harry/Pansy, Lavanda/Ron, Luna/Ron
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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«Che diavolo ti sei messa in testa, si può sapere? Mezzosangue, se è uno scherzo organizzato da te e i tuoi amichetti giuro che--»

«Non è uno scherzo, va bene? Lo so che ti faccio schifo, che mi odi, ma puoi… per stasera… considerarmi solo una ragazza? Non lo diremo mai a nessuno, ti giuro che non--»

«Piantala di implorare, Mezzosangue, mi dai la nausea! … vieni qui, muoviti.»

«… davvero?»

«Se me lo domandi un’altra volta, giuro che cambio idea!»

«O… Okay...»

«Sei tutta matta, lasciatelo dire...»

«…»

«Ma sei fortunata… mi sono sempre chiesto come baciassero le sporche Mezzosangue come te…»

¬¬¬¬¬¬¬

Si svegliò di soprassalto, mettendosi a sedere sul letto con uno scatto: era sudato, aveva il respiro corto, e non sapeva nemmeno perché. O meglio, l’amichetto al piano di sotto lo sapeva bene il perché, visto quanto fosse sveglio e pronto all’azione.

«Che cazzo…»

Non ripensava a quella sera da anni. D’accordo, forse ogni tanto -durante i momenti più solitari- ci aveva pensato in modo fugace, ma non l’aveva mai sognata, non in modo così intenso, così vivido. Era tutta colpa sua, di quella Grifondoro così pazza da farsi stuprare e poi permettere a Potter di farla passare per una facile senza batter ciglio.

Più ci ripensava, più non riusciva a capire come le fosse passato per la testa: va bene la lealtà verso gli amici, va bene che San Potter fosse il “Prescelto e benedetto salvatore del mondo magico”, ma quando uno abusava di te, tu lo denunciavi, punto. Non funzionava così, di solito?!

TOC TOC

«Draco… sono Pansy! Posso entrare?»

Il mugugno di risposta del Serpeverde fu, per la mora, abbastanza da spingerla a varcare la soglia della sua stanza, nonostante fosse notte fonda; si chiuse la porta alle spalle e si appoggiò ad essa, fissandolo con sguardo lascivo.

«Ti va un po’ di… compagnia

«Scusa Pansy, non sono in vena.»

«Oh...» mormorò la ragazza, facendo spallucce dopo circa cinque secondi ed andandosi a sedere accanto a lui, sul letto, come nulla fosse «Che succede? Blaise mi ha detto del tuo intervento tra lui e la Granger, in biblioteca… è colpa sua se non riesci a dormire?»

Draco fissò la ragazza, sentendo un moto di affetto -ovviamente ben celato- nei suoi confronti: molti sottovalutavano l’amicizia che lo legasse a lei e a Blaise, pensando fosse tutta una questione di convenienza o credendo che Pansy passasse tutto il suo tempo a sbavare dietro al biondo. La verità era che loro tre, proprio come il Trio rosso-oro, erano davvero amici: certo, l’essere amici non impediva alla ragazza del gruppo di fare sesso con l’uno o l’altro, di tanto in tanto, ma questo non cambiava le cose; erano leali tra loro -Blaise e Pansy erano gli unici ad esser sempre stati vicini a Draco, e gli unici del cui giudizio al ragazzo fosse mai importato qualcosa- si raccontavano tutto e non avrebbero mai fatto qualcosa che avrebbe potuto danneggiare uno di loro tre.

«È solo che non riesco a capire.»

«Che cosa non riesci a capire?»

«Insomma, lei avrebbe potuto denunciarlo, ed invece lascia che tutti a scuola la credano una puttana!» perché sì, Draco aveva raccontato agli amici cosa davvero fosse successo, quella notte, tra la Granger e Potter «Stasera si è fatta procurare un po’ di Sangue dell’oblio, e se l’è presa perché non ho lasciato che Blaise si facesse pagare con una scopata, ti sembra normale?!»

«Più che altro mi chiedo perché ti importi tanto…» replicò Pansy, sistemandosi più comodamente sul letto, con le gambe incrociate e le mani che andarono a stringere quelle dell’amico in un gesto di affetto e premura «Senti, io non so perché la Granger abbia preferito confermare quella versione della storia: forse pensa che gettare fango sulla reputazione di Potter, per quanto se lo meriterebbe, sia controproducente nella lotta contro Tu-Sai-Chi… dai, chi darebbe credito ed appoggio ad uno stupratore?»

«… e se fosse colpa mia?»

«Colpa tua? Ma di che stai parlando?» la ragazza lo fissò stranita per qualche istante prima di alzare gli occhi al cielo, come se avesse avuto un’illuminazione mistica «Draco, non starai ripensando a… sono passati tre anni, e che cazzo!»

«Non avrei dovuto cedere alle sue richieste, non avrei dovuto approfittarne.»

«Ma ti senti quando parli? Te l’ha chiesto lei, tu non ti sei approfittato di nessuno!»

«Non era in sé, Pansy, e lo sai anche tu! Non si sarebbe mai avvicinata se fosse stato tutto okay tra lei e Lenticchia, io lo sapevo… ed ho ceduto ugualmente!»

«Ed anche fosse? Okay, era arrabbiata, sconvolta, debole, quel cazzo che ti pare. Tu eri lì, avete scopato, mi spieghi cosa c’entra tutto questo col fatto che si sia fatta stuprare senza dire niente?»

Draco non rispose, limitandosi ad alzarsi in piedi con un movimento stizzito del corpo: non poteva dire a Pansy di sentirsi in colpa al pensiero di aver portato via alla Mezzosangue la sua prima volta; non poteva dirle che temeva di averla spinta a schifare talmente tanto se stessa -per essere andata a letto con la nemesi del suo migliore amico e nonostante provasse, all’epoca, qualcosa per quel pezzente di Weasley- da accettare di farsi poi fottere da chiunque capitasse.

… non poteva dirle che, mentre a lei la “disgrazia” era passata, lui forse -forse- ci stava ancora dentro.

Era successo per entrambi al quarto anno -per la gioia di Blaise, che così aveva potuto prenderli in giro tutti e due nello stesso periodo: Pansy aveva dato la colpa agli ormoni in subbuglio ed al fatto che lei e Draco, l’estate prima dell’inizio della scuola, avessero fatto sesso insieme -la prima volta di entrambi; forse perché avessero scoperto le gioie dell’attività sessuale, forse a causa di un’insolazione dagli effetti tardivi (?), fatto stava che rientrati a scuola i due si erano resi conto di una cosa inquietante. Profondamente angosciante, potremmo dire: Potter e la Granger… li attraevano.

Pansy guardava il Grifondoro ed ammetteva con se stessa quanto le sarebbe piaciuto affondare la dita tra i suoi capelli e spingergli la faccia tra le cosce, Draco fissava la Mezzosangue e si chiedeva come avesse fatto a passare dalla dentona coi capelli crespi ad un bocconcino che sarebbe valso la pena riempire di morsi ovunque. Si erano confidati l’un l’altra, al massimo dell’imbarazzo, trovando reciproco -ed inaspettato- conforto nel sapere di essere entrambi nella medesima situazione, ed insieme avevano parlato della cosa anche a Blaise che sì, non aveva mancato di prenderli in giro, ma al tempo stesso era stato loro vicino con quella discreta sensibilità che l’aveva sempre contraddistinto; la differenza, tra i due Serpeverde “confusi”, era che mentre Pansy non si fosse mai spinta verso Potter in alcun senso… Draco, con la Mezzosangue, ci aveva fatto sesso. Del fantastico, erotico, perverso sesso: perché la Granger, così dolce, inesperta, pura, si era lasciata fare di tutto quella notte, dopo il Ballo del Ceppo, chiedendogli solo, in cambio, di trattarla come se di lei gli importasse qualcosa; ed il biondo, pur sapendo di non dover cedere, l’aveva assecondata e l’aveva fatta sua.

Forse era per questo che, ora, non riuscisse a togliersela dalla testa… forse era per questo che, ora, si preoccupasse in qualche modo per lei, o comunque non fosse capace di lasciarsi l’accaduto di tre anni prima alle spalle; diverso era il discorso per Pansy, che non aveva avuto alcun problema a dimenticare Potter… almeno in apparenza.

«Draco, mi stai ascoltando?!»

«… mh? Scusa… dicevi?»

Lei, di rimando, alzò gli occhi al cielo e scosse la testa con uno sbuffo sonoro: «Stavo dicendo che invece di preoccuparti tanto per una certa Grifondoro, dovresti pensare di più a te stesso.»

«So quello che devo fare, Pansy.» replicò lui, il tono di voce improvvisamente più duro così come il suo sguardo.

«Lo so, e sai che ti appoggio totalmente, anche Blaise lo fa… ma siamo preoccupati per te, Dray.» non storpiava quasi mai il suo nome, essendo già corto di suo: accadeva solo quando la ragazza fosse davvero in pena per qualcosa, come in quel caso «Temiamo per la tua incolumità, specie nel momento in cui ti dai così tanta pena per la Granger!»

«Magari focalizzarmi su qualcun altro è proprio quello che mi serve. Sai, distrarmi, sgombrare la mente dai cattivi pensieri, e cose del genere…» ribatté Draco con sarcasmo palese che però, poco dopo, l’amica non sembrò aver minimamente colto.

«Uhm… beh, allora scopatela ancora!»

«… come, prego?»

«Mi hai sentito! Senti, è evidente che la sua situazione ti stia a cuore, quindi… fa’ qualcosa per lei: scopatela, falla pagare a Potter, stalle vicino come amico -anche se non credo tu ne sia capace- chiedile se vuole il tuo aiuto per vendicarsi dell’abuso subìto… di opzioni ne hai tante!»

«Pansy, ma sei seria?»

L’altra annuì vigorosamente, facendo poi spallucce con una certa leggerezza: «Tanto a lei ci pensi comunque, no? Insomma, è la prima volta che impedisci a Blaise di divertirsi con una ragazza da tre anni a questa parte… direi che questo già la dice lunga. Tanto vale impiegare quel tempo, che già di tuo perderesti pensandola, in qualcosa di più costruttivo.» gli spiegò pacatamente, inclinando la testa di lato per guardarlo poi più seriamente «Potresti anche… sai… parlare con lei di--» cominciò a dire con voce incerta, venendo però immediatamente interrotta dal biondo.

«Nessuno dovrà mai sapere niente, a parte te e Blaise. Sono stato chiaro?» domandò Draco con un tono che non ammettesse repliche, e a Pansy non rimase che sospirare ed annuire in silenzio.

«Ti lascio riposare, allora… buonanotte Draco.»

«’Notte.»

La ragazza lasciò la stanza dell’amico e, con passo leggero, ripercorse il breve tragitto che dal proprio letto l’aveva condotta da lui; s’infilò sotto le coperte, si girò di lato e chiuse gli occhi, con un leggero sospiro: era preoccupata per Draco, certo che lo era; lui e Blaise erano i suoi migliori amici, loro tre avevano superato di tutto insieme, ma ora temeva che le cose sarebbero cambiate e questo sì, le faceva paura.

E poi c’era sempre quell’altra questione…

«Mh…»

Si tirò su le coperte fino alla testa, sparendo praticamente sotto di esse: non voleva che qualcuno la sentisse mentre, lentamente, si faceva scivolare la mano destra in mezzo alle gambe, lì dove la propria femminilità pulsava dolorosamente al pensiero di lui.

¬¬¬¬¬¬¬

«Aaaaaahhh… M-Malfoy…»

«Ti sta piacendo, Mezzosangue?»

«Mmmmmhhhh…»

«Gemi di più… voglio sentirti urlare per me…»

«Anf anf… ti… ti prego…»

«Ti prego… cosa? Dimmi cosa vuoi che ti faccia, Mezzosangue… dimmi come vuoi che sporchi la tua purezza, come vuoi che ti prenda come nessuno ha mai fatto fino ad ora. Dimmelo!»

«La… la lingua…»

«Dove, Granger? Dove vuoi che ti lecchi?»

«… lì…»

«… me lo farò bastare, per ora. Ma non ti preoccupare, alla fine di questa notte… sarai perfettamente in grado di chiamare ogni cosa col suo nome.»

«S-Sembra una… minaccia...»

«No, Mezzosangue. È una promessa.»

¬¬¬¬¬¬¬

La luce del giorno filtrò attraverso le tende tirate del letto di Hermione, costringendola ad aprire faticosamente gli occhi: stava sognando, ovviamente, eppure tutto le sembrava così vivido da poter quasi sentire sulla propria pelle le scie infuocate tracciate, quella notte, dalla lingua di Malfoy. Ma perché ci stava pensando?! Colpa del loro incontro della sera prima, di certo.

E del modo in cui lui l’avesse baciata, senza alcuna delicatezza, come fosse di sua proprietà: ma lei non lo era, figuriamoci! Quello era stato solo… un errore. Sì, un momento di assoluta debolezza, a cui entrambi si erano lasciati andare -ciascuno per motivi diversi; non ne avevano fatto parola con nessuno, o almeno questo era ciò che credesse la Grifondoro, e non c’era ragione di tornare con la mente a certi pensieri, a certe sensazioni… per quanto piacevoli.

Aveva una missione da compiere, e la sua missione non contemplava in alcun modo avvicinarsi a Malfoy in quel senso… oppure sì?

“Forse sarebbe più semplice scoprire cosa stia nascondendo se… se…” pensò la ragazza, scuotendo poi vigorosamente la testa: ma cosa andava a pensare? Non avrebbe nemmeno dovuto prenderle in considerazione certe opzioni!

La solitudine la stava, evidentemente, facendo impazzire, non c’erano altre spiegazioni: si passò una mano tra i capelli, scese dal letto e si costrinse a darsi una mossa nel vestirsi e lavarsi, perché era impensabile affrontare quel lunedì mattina senza una colazione; certo, questo avrebbe implicato sedere a debita distanza dai compagni di Casa, ma tanto ormai dove stava il problema? Era un mese che andava avanti così, e se non altro, in cuor suo, poteva cullarsi nella consapevolezza che Harry sapesse tutto, e che le continuasse a volere bene.

Ron, invece…

«Ciao.»

Aveva attraversato il dipinto della Signora Grassa, sceso le scale e percorso il lungo corridoio verso la Sala Grande del tutto immersa nei propri pensieri: non c’era da stupirsi se non si fosse accorta del fatto che, dalla parte opposta rispetto alla propria, Malfoy si era avvicinato a lei; o meglio, l’intento di entrambi era di andare a fare colazione, e semplicemente si erano incrociati a metà strada.

«… ciao.» salutò lei, dopo esser sobbalzata alla sua vista ed essersi, successivamente, ricomposta «Do… dormito bene?»

Gli domandò poi, sentendosi molto stupida per quella domanda: la sera prima non si erano esattamente salutati al meglio, e prima ancora si erano praticamente ignorati per tre anni… come le era venuto in mente di uscirsene con una domanda sulla qualità del suo sonno?

«Ho ripensato a quella notte.»

«… ah.» lo fissò, non sapendo bene come reagire: lui lo stava dicendo come fosse la cosa più naturale del mondo, come se stessero parlando di un avvenimento qualsiasi, perciò Hermione tentò di accodarsi al suo modo di fare «Anche a me è capitato di ripensarci… di sognarla, più che altro.» gli confessò, non riuscendo però a sostenere il suo sguardo.

«Vuoi replicare?»

La domanda di lui, a bruciapelo, la lasciò ancor più interdetta, esterrefatta: aveva sentito bene?

«Re… plicare? Cioè, mi stai chiedendo se voglio…»

«Scopare ancora, Mezzosangue, sì.»

«Oh. Voglio dire, ecco…» che rispondere? La testa le diceva di non far cazzate, il corpo, beh… era di tutt’altro avviso «Sì, certo. Cioè, nessun problema, perché no!» esclamò alla fine, come se lui le avesse proposto di studiare insieme e non di fare, nuovamente, sesso.

Anche Malfoy, comunque, sembrò sorpreso dalla risposta di lei, tanto che sbatté le palpebre un paio di volte prima di annuire a sua volta: «Questa sera, dopo il coprifuoco, nella Stanza delle Necessità?»

«Mi sembra… perfetto.» confermò Hermione, percependo il bisogno di allontanarsi da lui quanto prima possibile «A-Allora a più tardi!» non gli diede nemmeno il tempo di replicare, semplicemente si volse e quasi corse all’interno della Sala Grande, sedendosi nel primo posto libero al tavolo dei Grifondoro e prendendo a mangiare generose cucchiaiate di porridge con lo sguardo basso.

Ma che diavolo aveva fatto?! Come aveva potuto accettare di fare sesso con Malfoy, di nuovo?! La prima volta era stato un attimo di debolezza, di black-out cognitivo, ma ora?? E perché lui gliel’aveva chiesto, poi?

“Forse…” ingoiò quasi a forza il boccone che le riempiva la bocca, sentendo gli occhi pizzicare al pensiero che le era appena balenato in mente “Forse crede che sia davvero una puttana dopo ieri sera, con Zabini, quindi mi sta trattando come tale… oppure sta solo giocando con me, in fondo perché non dovrebbe? Siamo entrambi due stereotipi, due tristi cliché, ormai…” quello del Purosangue altezzoso e della Mezzosangue indomita, questo pensava lei.

Quel pensiero -pensare che Malfoy la considerasse realmente una sgualdrina, o che la stesse solo prendendo in giro, magari mettendola alla prova per vedere fino a dove si fosse spinta- le faceva male: al tempo stesso, però, era pur sempre un’occasione per avvicinarsi a lui… ed in fondo non era sempre stato quello il piano, da quando lei ed Harry avevano inscenato il finto stupro? D’accordo, non aveva messo in conto di arrivare a tanto, ma… non era nulla che non avesse già fatto prima.

“Harry non dovrà mai saperlo.” si disse, concedendosi un’occhiata di sfuggita al migliore amico che, intanto, parlava animatamente con Ginny “Se gli raccontassi cos’abbia deciso di fare, se sapesse di stasera… dovrei raccontargli anche di quanto accaduto tre anni fa, e non posso, non posso farlo.”

Lo sguardo si spostò su Ron, accorgendosi solo in quel momento del fatto che il ragazzo stesse ricambiando lo sguardo: quello di lui, però, era velato di un sentimento negativo che Hermione registrò, dopo qualche secondo, come disgusto. Quindi il rosso era davvero schifato da lei? Aveva creduto alla versione di Harry -e a tutte quelle che poi erano circolate per la scuola- al punto tale da depennarla dalle amicizie, dalle persone da stimare, da trattare se non altro con un minimo di rispetto?

“… sei veramente uno stronzo, Ronald Weasley.” pensò la Grifondoro, spingendo la ciotola col porridge lontano da sé con un gesto secco della mano: in qualsiasi modo fosse andata a finire quella storia con Malfoy… certe cose, nella sua vita, sarebbero dovute cambiare senza alcuna possibilità di rimedio.

¬¬¬¬¬¬¬

«Perché hai quella faccia?»

«In effetti sembri piuttosto… sconvolto. Brutte notizie da casa?» domandò Blaise al migliore amico, usando un tono basso e cauto.

«No.» rispose Draco, scuotendo appena il capo biondo «Ho parlato con la Mezzosangue, poco fa…»

«… e??» lo incalzò Pansy, impaziente.

«Le ho proposto di fare sesso con me, stanotte.»

«Tu cosa?!» sbottò Blaise, incredulo, mentre la mora sorrideva con soddisfazione al pensiero che l’amico avesse seguito il suo suggerimento.

«Non farmelo ripetere, mi hai sentito.» tagliò corto il Serpeverde, osservando insistentemente la schiena della Mezzosangue due tavolate più in là.

«Sì, d’accordo, ma lei? Che ti ha risposto?»

«Gli avrà detto di no, Pansy, cos’altro vuoi che ab--»

«Ha accettato.»

Poco ci mancò che la ragazza si mettesse a saltellare sul posto -perché il suo suggerimento si era, evidentemente, rivelato calzante- e che all’altro andasse di traverso il proprio succo di zucca; Draco, dal canto suo, rimase impassibile, continuando il discorso senza smettere di fissare la schiena della Granger.

«Ci siamo accordati per vederci nella Stanza delle Necessità dopo il coprifuoco. Posso contare sulla vostra discrezione?»

«Ma certo che puoi!» rispose all’istante Pansy, per entrambi «Cavolo, non immaginavo che avrebbe accettato subito! Pensavo avrebbe fatto un po’ di resistenza o roba simile, invece…» ghignò divertita, incrociando le braccia al petto e fissando Blaise come a spingerlo a dire qualcosa di incoraggiante.

«Credevo non volessi più avere a che fare con lei… in quel senso.» commentò invece lui, modulando nuovamente la voce affinché il tono risultasse leggero, cauto, quello di chi non stesse giudicando l’altro in alcun modo «Hai cambiato idea?»

«È un problema?» domandò Draco di rimando, spostando lentamente gli occhi sul volto dell’amico che, dopo averlo fissato un secondo, scosse la testa.

«È una bella ragazza, e sai che non ho mai dato peso a tutte quelle stronzate sulla purezza del sangue.» aggiunse Blaise, accompagnando il cenno di prima del capo con quelle parole «Se va ad entrambi, meglio per voi. Inoltre il sesso rilassa, e sappiamo tutti e tre che tu abbia bisogno di essere rilassato, ultimamente.»

«Sì, va bene, come vi pare, ma poi ci devi raccontare tutto, capito?!»

Il biondo posò gli occhi su Pansy e sogghignò, annuendo: «Dillo che a te interessa solo sapere se la Mezzosangue sia più brava di te a letto.»

«Più brava di me?! Impossibile, caro mio! Ma suppongo che il suo essere una dolce anima buona abbia un certo fascino…» concesse, facendo spallucce «L’importante, Dray, è che ti ricordi di non andare oltre.»

Draco finse di non capire, corrugando la fronte: «Oltre?»

Era bravo a recitare, ma non abbastanza. Non con la sua migliore amica.

«Sì, Draco… oltre

¬¬¬¬¬¬¬

«Non posso credere che tu te la sia scopata per davvero, e per di più da vergine! Non sai quanto ti invidio, io ho passato la mia serata a fissare Potter annoiarsi con quella stupida della Patil! Avrei saputo io come farlo divertire, altro che ballare…»

«Pansy…»

«Va bene, scusa, mi ero distratta un attimo. Dicevo, e quindi? Lo volevate entrambi, quindi chi se ne importa del resto… da domani nemici come prima e fine!»

«No, Pansy, tu non capisci…»

«Cosa non capisco, Draco? Porca Morgana, mica è la prima volta che ti scopi una Grifondoro! D’accordo, è una Mezzosangue, ma come dice sempre Blaise alla fine sono solo un mucchio di str--»

«L’ho baciata, Pansy.»

«Tu… tu l’hai…»

«Sì. L’ho baciata.»

«Oh. Porco. Cazzo.»

   
 
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