La parola di un bugiardo
 
Un tempo che ormai sembrava lontanissimo, aveva indossato una maschera d’eroe per farsi coraggio quando tutto sembrava irrimediabilmente fuori dalla sua portata.
L’aveva fatto su Shiropp, per non cedere all’ineluttabilità della sua solitudine e lo aveva fatto dopo, quando ero già in viaggio, per non arrendersi all’idea di essere nulla di più d’un codardo orgoglioso.
Poi era arrivata la fama -imprevista, improvvisa, miracolosa, assurda- e delle maschere aveva cercato di farne a meno giorno per giorno.
A volte stentava ancora a credere che, proprio lui, e non uno dei suoi ingegnosi alter-ego, fosse diventato il più grande guerriero dei mari che il mondo ricordasse.
 
Oggi, quasi cinquant’anni dopo, aveva ripreso ad indossare una maschera, ma lo faceva con la leggerezza del gioco, senza più vergogna o urgenza, senza l’angoscia di deludere qualcuno di importante.
Mentiva, quindi, con la disinvoltura dell’attore consumato, interpretando il vecchio che sarebbe diventato se non fosse mai andato per mare, intrecciando rimpianti e desideri, tessendo insieme fantasie e ricordi.
Sapeva perfettamente come comportarsi e quando fingere terrore, quando svicolare, quando trasalire, quando defilarsi, quando negare l’evidenza, quando dissimulare: dopotutto, un tempo la menzogna era stata realtà e viceversa; faceva quasi ridere a pensarci adesso.
Una cosa, però, non sarebbe mai cambiata: nessuno avrebbe mai creduto alla parola di un bugiardo.




So che vi avevo promesso di pubblicare una settimana fa, ma poi, mettiamola così, la vita si è messa in mezzo e non ce l'ho fatta, scusate il ritardo, spero che ne sia valsa la pena. Comunque, mi immagino Usopp un po’ alla Ray: la ciurma ormai è dispersa e il tempo delle avventure è passato e ne è consapevole. Per vivere in pace, perciò, fa quello che gli viene meglio e racconta la bugia (bella grossa) di non essere nessuno.
E perché non è con Kaja? Perché lei è morta, probabilmente, o se preferite la vuole tenere lontana dai guai: io questo non lo so, date voi la spiegazione che preferite. La foto che guarda, però, è la sua, anche se ho dimenticato di specificarlo nella prima parte.