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Autore: Laila Inkheart    12/01/2018    3 recensioni
Dal Prologo
"Le ultime luci dell’alba, tremolanti mentre lasciavano posto al giorno, disegnavano pallide ombre azzurrine sulle case quadrate di Little Whinging.
La cittadina, che di solito pullulava di zelanti signore intente alla cura maniacale del proprio giardino e di panciuti impiegati muniti di pompa e idrante per il lavaggio di auto scolorite, era avvolta in un dolce torpore: la si poteva quasi sentir respirare, come il lento e ritmato alzarsi e abbassarsi del petto di un bambino.
Solo il sonnacchioso, ovattato e beatamente felice silenzio."
L'ennesima fanfiction su Harry Potter... O forse no?
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Sirius Black, Un po' tutti | Coppie: Luna/Neville, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
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CAPITOLO 2

Il Quartier Generale

 
 
Laila percorreva a passo svelto l’isolato che la separava da casa sua.
Camminava, leggermente sbilenca, quanto più vicina possibile ai lampioni, come se la loro luce le desse sicurezza.
La testa le pulsava incessantemente, si sentiva frastornata, stordita, eppure cercava di dare un ordine consequenziale alla marea di pensieri che le turbinavano nella mente.
Allo stesso tempo stringeva spasmodicamente la bacchetta nella tasca destra dei jeans: se fossero tornati non si sarebbe fatta cogliere impreparata. Anche se, in effetti, cosa poteva fare?  Ciò che era appena accaduto le aveva confermato che, davanti ad un attacco dei Dissennatori, lei era completamente inutile.
Scrollò la testa come per liberarsi di quei pensieri frustranti e ricchi di autocommiserazione, e cercò di far lavorare il cervello.
Silente viene a trovare la nonna, la nonna scompare misteriosamente nel nulla, quel... Mundungus Fletcher – e non riuscì a reprimere una smorfia di disgusto al pensiero dell’uomo tarchiato e puzzolente che aveva incontrato pochi minuti prima- che doveva sorvegliare Harry ma che, stranamente, abbandona prima il turno. E infine due Dissenatori qui, a Little Whinging.
Come diavolo fa il Ministero a farsi sfuggire due Dissennatori da sotto al naso?

Assorta in questi pensieri, sfilò le chiavi di casa dalla tasca posteriore dei pantaloni e fece per inserirle nella toppa che, con sua grande sorpresa e terrore, si aprì al suo tocco.
Sfilò velocemente la bacchetta e si preparò al peggio.
Le sembrava che il cuore battesse così forte che a momenti le sarebbe uscito dal petto.
Una giovane donna che non aveva mai visto sbucò da dietro la porta e, con gli occhi scuri carichi di meraviglia, esclamò: “Ahhh! Tu devi essere la nipotina della vecchia Vera, giusto? Assomigli moltissimo a tuo…”
“Chiudi quella bocca Tonks, o ti sentirà tutto il vicinato!” intimò una voce bassa e ringhiosa.
Laila spostò il suo sguardo allibito dalla strega, i cui capelli avevano appena assunto un’intensa sfumatura di rosso carminio, a un vecchio mago dai lunghi capelli brizzolati: incredula, vide Malocchio Moody seduto al tavolo della sua cucina e istintivamente gli puntò contro la bacchetta.
“Vacci piano ragazzina, rimetti a posto il tuo giocattolo.” le disse lui con fare burbero.
Il cervello di Laila continuava a lavorare furiosamente.
Sono in due e io mi reggo in piedi per miracolo: non ho speranza di batterli, o me la do a gambe oppure...
“Andiamo Alastor, ha appena fronteggiato due Dissennatori e si ritrova due loschi figuri in casa sua, direi che Laila non ha tutti i torti a non voler mettere via la bacchetta.”
A parlare fu un altro mago, che dimostrava più anni di quelli che aveva e che Laila non vedeva ormai da un annetto; tuttavia sentire la sua voce pacata le sembrò la cosa migliore che potesse capitare in quel momento.
“P-Professor Lupin” mormorò lei esitante, reprimendo l’impulso di abbracciarlo: per un attimo aveva temuto il peggio e si sentì infinitamente rassicurata da quel volto un po’ stanco e segnato che le sorrideva.
Il cervello di Laila riprese freneticamente a macchinare per la terza volta quella sera, e all’improvviso fu colta nuovamente dall’agitazione “Professore… io.. i Dissennatori, Harry. Cosa succederà a Harry? I Dissennatori qui.. la signora Figg sa tutto..”.
Cercò di esprimere con ordine i millemila pensieri e accadimenti che si erano susseguiti quella sera, ma riuscì solo a mettere insieme qualche frase sconnessa:  Malocchio e la giovane strega si guardarono con aria complice, mentre Lupin la fece sedere e si offrì di prepararle del tè.
 
*
 
“Un’udienza disciplinare? Professore, ma è assurdo! Se non avesse usato l’Incanto Patronus a quest’ora non sarei qui per raccontarlo!”.
Laila non poteva capacitarsi di ciò che Lupin le aveva appena detto e, dovendo scegliere, non sapeva quale fosse la notizia più assurda: Harry che veniva trascinato davanti al Wizengamot per aver salvato le chiappe di entrambi, o sua nonna che era in missione segreta Merlino solo sa dove, così, dal nulla.
Si sentiva confusa e vagamente nervosa per tutta quella situazione: Ron e Hermione avevano a stento risposto alle sue lettere quell’estate, sua nonna spariva di tanto in tanto senza fornire spiegazioni accettabili ed ebbe la sensazione che tutti volessero tenerla all’oscuro di qualcosa, quasi come se fosse una bomba sul punto di esplodere.
Pensò ad Harry e sentì il fastidio trasformarsi in rabbia: si alzò di scatto e virò verso la porta; tuttavia Malocchio, con una mossa fulminea della bacchetta, sigillò la serratura e ringhiò: “Dove pensi di andare? Ti pare il momento di uscire a fare una scampagnata?”.
Laila non potè fare a meno di fissare Malocchio con una punta di astio: dopotutto l’Alastor Moody che aveva conosciuto per nove mesi era stato un viscido impostore che continuava a popolare i suoi incubi notturni.
La strega, poco più grande di lei, che le aveva chiesto espressamente di chiamarla per cognome, Tonks, guardò prima Laila e poi Moody: doveva aver avvertito una certa tensione che Lupin prontamente sciolse rivolgendosi a Laila in maniera calma, come se fossero ritornati ad Hogwarts e le stesse spiegando il capitolo sugli Avvincini.
“Laila, sei sicuramente preoccupata per Harry e lo capiamo, ma non temere: abbiamo un piano per lui, lo porteremo via domani sera dopo il tramonto.”
“E i Dursley?” chiese lei dubbiosa.
“Me ne occuperò io!” rispose subito Tonks, allegra.
“Dove lo porterete?” si informò ancora.
“Dove porteremo te non appena avrai finito di cianciare: al Quartier Generale.” Biascicò burbero Malocchio
Laila allora andò in direzione delle scale per salire in camera a preparare il baule, ma Tonks le spiegò che i suoi effetti e il suo gufo (“E’ così tenero!” fu il suo commento) erano già al Quartier Generale.
I tre maghi si alzarono in piedi e: “Suppongo tu non ti sia mai Materializzata, eh?” abbaiò Malocchio con l’occhio artificiale blu elettrico che roteava.
“Io.. Beh, sì, soltanto una volta, con la nonna..” disse esitante Laila, ripensando alla sensazione di nausea che si provava con la Materializzazione congiunta.
“Ottimo, lo rifarai ora. Afferra il braccio di Tonks” tagliò corto Moody.
“Ma.. potremmo utilizzare la Metropolvere, no?” avanzò timidamente Laila che non era assolutamente entusiasta all’idea di doversi Smaterializzare.
“La Metropolvere è controllata quindi non sarebbe sicuro, e non vale la pena allestire una Passaporta non autorizzata” spiegò frettolosamente Lupin.
Laila guardò con sguardo malinconico la cucina, poi prese il braccio di Tonks e fu risucchiata nel vuoto.

 
*


La testa le girava come un vortice, la vista era annebbiata da stelline colorate e temette di cadere a terra in preda ai conati da un momento all’altro. Fu sorretta da Lupin e realizzò che si trovavano sopra degli scalini di pietra grigia, dinanzi ad una grande porta nera con la vernice scrostata, il battente era un serpente argenteo intrecciato.
Laila si chiese dove diavolo si trovassero e stava per dar voce ai suoi pensieri quando Moody la tirò dentro di malagrazia: fu avvolta nuovamente dall’oscurità e sentì il suo corpo venire sospinto in avanti.
Delle lampade a gas illuminavano vagamente un ingresso desolato e antico, la moquette lisa e la tappezzeria lievemente scollata conferivano un aspetto di cupa decadenza a quel luogo.
“Do.. Dove siamo..?” chiese Laila a bassa voce, quasi come se avesse paura di sentire il responso.
Ma la risposta apparve tutt’un tratto di fronte a lei, in una disordinata nuvola di capelli rossi e un grembiule da cucina; la signora Weasley la strinse in un abbraccio che per poco non le tolse il respiro, e continuava a chiocciare con voce preoccupata e ansante “Oh.. cara, cara bambina…”.
La signora Weasley adorava la ragazza e quasi la considerava la sua seconda figlia femmina così che, quando le due si incontravano, la ricopriva di affetto materno e di cibo, poiché ogni volta la vedeva più deperita e magrolina.
“Su su Molly, ci sarà tempo per le smancerie.” Bofonchiò Malocchio irritato.
La signora Weasley parve ignorarlo ma disse: “Devi essere distrutta cara, ti accompagno in camera delle ragazze a riposare un po’.”
Laila non fece domande e seguì la signora Weasley al piano superiore; con la testa che pareva sul punto di esplodere, si sarebbe volentieri appoggiata al corrimano delle grandi scale ma era ricoperto di polvere; si voltò e alla sua destra e, con orrore misto a disgusto, notò delle teste mozzate di elfi domestici appese alla parete, che parevano fissarla in modo meschino.
“Si.. Signora Weasley.. Dove..?” sussurrò la ragazza, un conato parve farsi strada nel suo stomaco, se era dovuto alla Materializzazione o a quelle povere creature, Laila non lo sapeva.
La signora Weasley si premette un dito sulle labbra come a dirle di fare silenzio, poi mormorò con fare rassicurante :“I ragazzi ti spiegheranno tutto, non preoccuparti.”
“Non preoccuparti” beh, le era stato ripetuto un po’ di volte quella sera e ogni volta la situazione sembrava peggiorare, si ritrovò a pensare con un brivido di fastidio.
Aveva lo stomaco in subbuglio e temeva di poter svenire da un momento all’altro, ma continuò a salire le scale fino a che arrivarono ad un lugubre pianerottolo.
La signora Weasley si rivolse a Laila: “ La tua stanza è la seconda porta sulla destra, vi chiamo appena è pronta la cena.”
Poi le accarezzò dolcemente i capelli spettinati e ridiscese in fretta le scale.
Laila aprì la porta con la maniglia a forma di serpente e la prima cosa che notò furono due ragazze della sua età, sedute all’indiana sul letto a baldacchino con le tende verdi smeraldo: una aveva i capelli vaporosi e  crespi, fissava l’uscio della porta come se avesse visto un fantasma, mentre l’altra ragazza si aprì in un gran sorriso, i capelli lunghi dell’inconfondibile rosso Weasley.
Esclamarono in coro: “Laila!” e corsero da lei per un abbraccio stritola costole: non si vedevano da decisamente troppo tempo.
Laila per poco non restò secca per la stretta combinata delle due amiche, le quali, prima che potesse dire qualcosa, la inondarono di domande: “LAILA! Nessuno ci aveva informato che venissi… E’ surreale, Dissennatori a Little Whinging, l’Udienza di Harry… Da non credere…”
“A proposito di Harry, che ne è di lui? Hanno intenzione di portarlo al Quartier Generale? E’ arrabbiato con noi?”
“Andiamo ragazze, non vedete che è ridotta ad uno straccio peggio del solito? Datele un attimo di tregua!”  disse una voce dietro di loro; appollaiato mollemente all’uscio della porta c’era Ron Weasley che sorrideva divertito.
“Chi sarebbe ridotta ad uno straccio, di grazia?” chiese Laila, fintamente offesa e con gli occhi ridotti a fessure.
“Ma lei ovviamente, madama, e devo anche disapprovare la sua nuova acconciatura!” e indicò la frangetta troppo corta, sghignazzando senza malizia.
Laila e Ron scherzavano sempre così, lui adorava prenderla affettuosamente in giro (e viceversa),  lei dal canto suo amava fingersi irreparabilmente offesa; i loro teatrini facevano divertire tutti e per un attimo smorzarono l’atmosfera grave che c’era nella stanza.
Poi la ragazza tornò seria e si rivolse a tutti e tre, spiegando: “Sì, hanno già un piano per portarlo al Quartier Generale domani sera, ora è rinchiuso dai Dursley e starà facendo l’ameba presumo, e sì, è furioso con voi. A dir la verità, nemmeno io sono entusiasta del fatto che, per quattro dannate settimane, non avete mandato più di mezza lettera ad entrambi.” Concluse in tono gelido.
Ron e Hermione si scambiarono delle occhiate colpevoli e quest’ultima avanzò piano: “Senti Laila… La verità è che volevamo scrivere a tutti e due, informarvi della situazione, ma Silente ci ha imposto di tenere il segreto...”
“Il segreto?Perchè?”
“Beh è semplice, probabilmente avrà pensato che Harry fosse al sicuro tra i Babbani ma, se avessimo comunicato con te, in qualche modo lui lo sarebbe venuto a sapere ecco…”disse Hermione cautamente.
“Quindi non mi reputate all’altezza di una missione top secret per proteggere Harry? Avrei potuto aiutarvi e non gli avrei detto nulla.” Rispose Laila offesa; evidentemente Silente non la riteneva matura e degna di fiducia quanto Hermione e Ron.
Decise di incassare il colpo, ci avrebbe pensato più tardi, e colse la palla al balzo per chiedere di una questione che le premeva: “Cos’è questo Quartier Generale, comunque? Ha qualcosa a che fare con Silente e, per caso, con mia nonna?”.
“Ecco…” iniziò Ron: “il Quartier Generale è la sede dell’Ordine della Fenice, fondato da Silente durante la prima guerra contro Tu-Sai-Chi.”
“Quindi.. L’Ordine è una specie di Resistenza? Chi ne fa parte?”
“Varie persone, tra cui tua nonna. Per quanto ne sappiamo è in missione top secret al momento…”
Laila avvertì un nodo alla gola e lo stomaco attorcigliarsi sempre di più nella preoccupazione e nell’ansia: la nonna non era troppo vecchia per fare quelle cose? Di che genere di missione top secret si trattava?
Prima che potesse esplicitare i suoi dubbi, avverti un sonoro pop e improvvisamente i due gemelli Weasley erano di fianco a lei.
“Siete.. Siete due idioti! Mi stava per venire un infarto!” alzò la voce Laila, e diede un pugno scherzoso a George. “Qualcosa mi dice che siete diventati maggiorenni e vi Materializzate anche sulla tazza del water.” Sentenziò, questa volta ridacchiando.
“Acuta come al solito Miss!” fece l’occhiolino Fred.
“Tuttavia abbiamo udito che Miss Laila bramava una conoscenza che i comuni mortali privi di Orecchie Oblunghe non possono fornirle, perciò ci siamo adoperati al suo servizio.” Esordì pomposamente George, atteggiandosi a gentiluomo di altri tempi.
“Orecchie Obcosa?”
“Orecchie Oblunghe, sono un congegno di loro invenzione che permette di sentire conversazioni oltre i muri e a grandi distanze: è così che ci teniamo informati sulla novità dell’Ordine” spiegò Ginny.
“Non sarebbe più semplice partecipare alle riunioni?” chiese Laila.
“Beh sì, ma i nostri genitori non ci lasciano farne parte e perlopiù ci tengono all’oscuro di ciò che si dice lì.”
“Capisco” rispose lei, leggermente consolata dal fatto di non essere l’unica a cui si nascondevano le cose.
Si sedette sul bordo del grande letto a baldacchino e notò Anacleto, il suo gufo, che svolazzava freneticamente per la stanza.
Fred riprese in mano la conversazione: “Riguardo la vecchia Vera, per quanto siamo riusciti a captare, è in missione in America. Sta parlamentando con un certo Matusa o Macusa, non ho ben capito, a volte ci sono delle interferenze con le Orecchie dovute a quel rompiscatole del tuo gatto, Hermione” e indicò la ragazza dai capelli cespugliosi con aria di biasimo.
“Lascia stare Grattastinchi, Fred, vuole solo giocare!” lo difese lei.
“Insomma cos’è questo Macusa?” li interruppe Laila, curiosa e con una punta di apprensione nella voce.
“E’ il Magico Congresso degli Stati Uniti d’America.” Rispose prontamente Hermione, pensierosa.
“E perché diamine mia nonna sarebbe andata in America?” chiese Laila, più retoricamente che altro, con esasperazione.
“Questo non lo sappiamo.” Ammisero in coro Fred e George.
Un silenzio imbarazzante calò nella stanza, lo interruppe Ginny chiedendo: “Allora, è pronta la cena? Sto morendo di fame!”
“Oh sì, mamma ci ha mandato su per dirvelo.” La buttò lì George.
“E, Laila, c’è una sorpresa per te di sotto.” Sorrise Fred con gli occhi vispi.
Laila non fece domande e si aspettò uno dei soliti scherzi dei gemelli Weasley; dopo che Harry aveva donato loro la vincita del Torneo Tremaghi, le avevano confidato che la avrebbero usata per finanziare un progetto tutto nuovo e, per festeggiare, le avevano offerto un pasticcino che le aveva fatto diventare la faccia interamente blu (“Te lo dicevo che non avrebbe funzionato, razza di zuccone!” così George aveva incolpato Fred per l’effetto evidentemente mal riuscito del prodotto).
Scesero le scale tutti insieme, in fila indiana (meno i due gemelli Weasley che si erano Materializzati in cucina, accompagnati dalle imprecazioni della signora Weasley) fino a giungere all’ingresso polveroso su cui si affacciava la sala da pranzo, chiusa a chiave.
Nessuno poteva preparare Laila a ciò che sarebbe successo di lì a poco; udì un mormorio indistinto provenire da dietro la porta, un rumore soffocato e un cigolio: la riunione doveva essere terminata, infatti vide uscire dalla cucina diversi maghi e streghe che non aveva mai visto prima di allora: un uomo alto di colore, calvo e con un orecchino d’oro avvolto in una veste blu notte, le fece un piccolo inchino col capo.
Poi uscì il signor Weasley che le strinse affettuosamente la mano: “E’ sempre un piacere vederti, Laila, sempre un gran piacere!”.
E improvvisamente, Laila trasalì e credette che le gambe non avrebbero retto a quello shock.
Un uomo alto, dai capelli neri, che doveva essere stato incredibilmente attraente in passato, comparve sullo stipite della porta e le rivolse un ampio sorriso.
Laila non si accorse che gli occhi di tutti i presenti passavano da lei a Sirius, da Sirius a lei; non si accorse che Piton in carne ed ossa uscì dalla cucina come un gigantesco pipistrello e scoccò uno sguardo disgustato a quella scenetta patetica.
L’unica cosa che riuscì a sussurrare con un filo di voce fu: “C-ciao… Papà.”


 
*


Angolo dell’autrice

Salve salvino a tutti, come state? Passato bene le vacanze di Natale?
Scusate l’attesa imperdonabile ma ho avuto tanto da fare e da studiare e non ho trovato il tempo di scrivere questo capitolo.
Ci ho messo un po’ per scriverlo perché non sapevo come darvi questa notizia BOOM: ebbene sì, Sirius è il padre di Laila.
Vi confesso che ci ho pensato tantissimo prima di scrivere questa cosa: l’idea originale era questa, ma la trovavo un po’ scontata, ho letto tante fanfic di figlie di Sirius, figlie di Severus, sorelle di Harry etc.. Però nulla alla fine ho deciso di mantenere questa linea per una serie di scelte che ho preso e che diverranno palesi nel corso della storia.
Non so bene come la prenderete ma vi assicuro che è una cosa ponderata a cui tengo molto, poiché ho scritto questa storia in primo luogo, in un momento in cui stavo vivendo un rapporto famigliare un po’ travagliato e sentivo in qualche modo la necessità di trasporlo in scrittura.
Volevo ringraziare le personcine carinissime che hanno messo la storia nei seguiti e nei ricordati, i miei meravigliosi recensori ossia @Guido e @mallveollos , e anche le persone che semplicemente leggono e rimangono nel silenzio!
Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate anche di questo capitolo, se ho bisogno di migliorare in qualche aspetto e cose del genere :) vi abbraccio e ci si vede (virtualmente) al prossimo capitolo!
Vostra,
Laila Inkheart.
  
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