Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Hiddlesthug    14/01/2018    3 recensioni
[AU!Ereri | Parent!Levi] [+20.5k words]
Il piccolo supermercato in cui Eren lavora si trova di fronte ad una scuola materna, ed in un noioso pomeriggio autunnale osserva i genitori attendere il suono della campana per poter abbracciare i propri figli.
La sua attenzione viene attirata da un uomo rimasto fin'ora in disparte dagli altri genitori, e dalla bambina che corre fra le sue braccia.
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Dal secondo capitolo:
“Quante volte ti ho detto che non devi allontanarti da me quando siamo fuori casa? Se lo fai un'altra volta ti verrò a prendere a scuola col passeggino.” la rimprovera il padre, indifferente all’espressione terrorizzata comparsa sul viso della piccola.
“Ormai sono grande per il passeggino, ho quasi cinque anni!”
“Ne hai fatto quattro lo scorso mese.” precisa il padre ed Eren scoppia a ridere, non riuscendo più a trattenersi.
“Cosa trovi di così divertente, moccioso?” domanda Levi e se uno sguardo potesse fulminare qualcuno, Eren sarebbe già polvere.»
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Hanji Zoe, Levi Ackerman, Mikasa Ackerman, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Note Autrice:
Mi sono divertita nel rileggere le interazioni tra Eren ed Akiko,
e spero che piaceranno anche a voi, enjoy it ☆




 

 
Little Titan Market


 




“Ciao Eren!” urla allegra la bambina entrando nel supermercato e raggiungendo il commesso, che sta pulendo alcuni scaffali. 

“Hey Akiko!” la saluta sorridendo. “Dov'è il tuo papà?” le domanda però preoccupato, non vedendo nessuno dietro di lei.

“Sta parlando al telefono con lo zio Erwin da un saaacco di tempo e mi stavo annoiando, quindi sono venuta a salutarti!” spiega la bambina, mentre il ragazzo scende dalla scala.

“Sono felice di rivederti anch’io, ma non dovresti allontanarti dal tuo papà. Adesso sarà preoccu-“ le spiega, senza finire la frase perché viene interrotto dell'arrivo dell'uomo che si guarda attorno con un espressione terrorizzata sul volto. Sospira sollevato nel vedere la figlia accanto al commesso e non accanto ad un malintenzionato. 

“Akiko.” la chiama, ricomponendosi ed assumendo un tono serio.

“Sì papà?” domanda la bambina voltandosi.

“Quante volte ti ho detto che non devi allontanarti da me quando siamo fuori casa?”

“Ma papà... Mi stavo annoiando e-” si giustifica la bambina.

“Niente ma. Se lo fai un'altra volta ti verrò a prendere a scuola col passeggino.” la interrompe il padre, indifferente all’espressione terrorizzata comparsa sul viso della piccola.

“No! Il passeggino no!” esclama. “Ormai sono grande per il passeggino, ho quasi cinque anni!” aggiunge, aprendo la mano per esprimere meglio il concetto.

“Hai fatto quattro anni lo scorso mese.” precisa il padre ed Eren scoppia a ridere, non riuscendo più a trattenersi.

“Cosa trovi di così divertente, moccioso?” domanda Levi, e se uno sguardo potesse fulminare qualcuno, Eren sarebbe già polvere. Di nuovo.

“No, niente. Solo-” risponde ricomponendosi, ma decide di lasciar perdere. “Penso che il tuo papà abbia ragione.” dice invece alla bambina, abbassandosi alla sua altezza. “Non puoi lasciare la sua mano quando sei fuori, e sai perché?”

“Perché?” domanda la bambina curiosa, mentre Levi aggrotta le sopracciglia. 

“Perché se la lasci lui si potrebbe perdere.” sussurra il ragazzo, svelandole il segreto.

“Davvero?”

“Sì, ma shh è un segreto!” le risponde, portandosi una dito davanti le labbra. “Ormai sei una bambina grande, e devi prenderti cura del tuo papà, che sta invecchiando.” le spiega, e Levi lo vorrebbe strozzare. Chi si crede di essere? “Pensi di farcela?” domanda poi alla bambina, che si volta e fissa il padre.

“Sì.” risponde. “Mi prenderò cura del mio papà.” continua voltandosi e fissando Eren, che rimane colpito dall'espressione adesso seria e decisa che ha la bambina.

“Brava. Adesso torna dal tuo papà.” le sorride. “E puoi venire quando vuoi, ma non da sola.” aggiunge, e la bambina annuisce correndo verso il padre.

“Scusa papà.” sussurra abbassando la testa, fissando le scarpette lilla, stupendo Levi: è la prima volta che ascolta la riprensione di qualcuno che non sia lui.

“Andiamo a casa.” sospira prendendola in braccio, rassicurandola così di non essere arrabbiato con lei.
Decide di non aggiungere altro. Quel commesso per quanto possa sembrare un moccolo e comportarsi da tale, ci sa fare con i bambini, e nonostante non abbia gradito sentirsi dire di star invecchiando, deve ammettere che quel suo discorso è servito per far capire ad Akiko che non deve lasciargli la mano fuori casa, ed è questa la cosa più importante.


~


Sono passati diversi giorni quando Levi entra di nuovo in quel supermercato dal nome ridicolo: chi chiama il proprio supermercato ‘Little Titan Market’?, pensa prendendo il cestino della spesa.
Oggi ha finito prima di lavorare, e dovendo aspettare per più di mezz'ora che Akiko esca da scuola, decide di comprare alcune cose per preparare la cena.
Deve ammettere che quel supermercato è abbastanza pulito: negli scaffali non c'è polvere ed il rullo delle cassa gli è sembrato abbastanza pulito, quindi per una volta può comprare qualcosa lì.

Posa le confezioni di riso e le varie verdure prese sul rullo della cassa, ma non vede nessun commesso nei paraggi. Sbuffa spazientito, guardando l'orologio: mancano dieci minuti al suono della campana, e lui è ancora lì che sta aspettando che uno stupido commesso faccia il lavoro per cui viene pagato.

“C'è qualcuno, o posso andare senza pagare?” domanda ad alta voce, sentendo dopo pochi secondi dei passi affrettati.

“Mi scusi, stavo sistemando la merce appena arrivata e non l’avevo sentita entrare.” si giustifica il commesso, ‘Ha detto di chiamarsi... Eren, giusto?’ cerca di ricordare Levi, mentre lo osserva sedersi dietro la cassa ed iniziando a passare i prodotti.

“Dammi del tu.” sospira Levi mentre inizia a conservare la spesa, nelle buste che ha portato da casa. “Non sono così vecchio.”

“Oh... Okay.” annuisce il ragazzo, e Levi potrebbe giurare di averlo visto arrossire. Ma quanti anni ha?

“20.” Risponde poco dopo, e Levi lo fissa alzando un sopracciglio. “Mi hai chiesto quanti anni avessi, e ti ho risposto che ne ho venti. Tu invece?” spiega Eren vedendo l'espressione confusa sul viso dell'uomo.

“L’ho detto ad alta voce?!” esclama Levi, portando istintivamente una mano sulla bocca. “Non che stessi pensando a te.” si corregge subito dopo, finendo però col peggiorare la situazione. “Ho 30 anni comunque.” dice dopo qualche secondo, decidendo di non dire nient'altro che possa peggiorare la situazione, avendo già fatto abbastanza figure di merda per il resto dell’anno.

“Sei giovane per avere già una figlia di quattro anni.” nota Eren, mentre gli porge il resto. “Non che ci sia un’età prestabilita per fare figli o- Lascia perdere, scusa.” Aggiunge.

“Lei...” sussurra Levi, nonostante non sia un argomento di cui ami parlare. Oggi però è il suo giorno fortunato, perché salvato dal suono della campanella. “Merda, è suonata prima!” impreca, uscendo e lasciando la spesa lì.

Quando ritorna dopo dieci minuti, essendo stato trattenuto dall'insegnante che voleva convincerlo – inutilmente - a lasciare andare la figlia a vedere un film al cinema con la scuola e senza genitori, alla cassa non c'è più Eren ma un ragazzo dai capelli biondi legati in un piccolo codino.

“Salve. Prima ho dimenticato delle buste qui.” gli dice dopo essersi avvicinato alla cassa.

“Oh sì, Eren gliele ha messe da parte.” sorride il ragazzo, abbassandosi e prendendo le due buste. “È dovuto andare via prima per un imprevisto." spiega, e Levi vorrebbe chiedergli di che imprevisto si tratti, e se vada tutto bene, ma decide di non chiedere niente. 

In fondo è solo un cliente mentre lui è il commesso, e si sono visti ed hanno parlato solo tre volte. Non ha alcun diritto di fare una domanda così personale, pensa mentre sale in auto. 


~


Dopo averle fatto il bagnetto e aver guardato i disegni fatti quella mattina, Levi lascia la bambina sul divano a guardare i cartoni animati, mentre lui inizia ad uscire la spesa dalle buste per preparare la cena.

Ed è in quel momento che nota che una busta sembri più piena rispetto a prima. “Ma che-” sussurra aprendola, trovando un piccolo orsacchiotto di peluche con attaccato un bigliettino, che dice “Per Akiko, da Eren :)”. 
Un lieve rossore colora le sue guance, mentre ripensa ai sorrisi che quel ragazzo ha sempre rivolto a sua figlia, ritrovandosi a pensare che vorrebbe fossero rivolti anche a lui.
“Ma a che diavolo penso.” borbotta Levi scuotendo la testa, scacciando via il pensiero e continuando ad uscire la spesa.
Prima al supermercato ha parlato senza pensare, o per meglio dire ha parlato mentre pensava, peggiorando poi la situazione rendendola imbarazzante, e adesso si ritrova a pensare di voler ricevere uno di quei caldi sorrisi di quel moccioso, che sciolgono il cuore di chi li riceve... ‘Che cosa mi sta succedendo?'



~
 

 

 

Note Autrice:
Vorrei ringraziare a chi ha messo fra le seguite/ricordate/preferite questa fanfic e chi ha recensionsito il primo capitolo, ma anche chiunque è tornato per leggere questo secondo capitolo... Grazie!

 
  
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