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Autore: Vera_D_Winters    19/01/2018    1 recensioni
Tributi:
Sabo e Zoroko
Ace e Kidda
Pell e Miss Doublefinger
Kobi e Tashigi
X Drake e Lawiko
Izou e Whitey Bay
Paulie e Kalifa
Wiper e Nami
Sanji e Shirahoshi
Marco e Nico Robin
Ichiji e Reiju
Bartolomeo e Rebecca
Settantacinque anni fa i pirati di Raftel insorsero per rivendicare la propria libertà dal governo mondiale oppressivo e totalitario. Attraverso la marina ed altre organizzazioni governative però, tale ribellione venne sedata con il sangue ed ogni isola tacciata di essere rifugio dei pirati venne distrutta.
Solo dodici isole vennero risparmiate dalla furia dei nobili di Marijoa, e per far si che gli orrori del passato non venissero ripetuti, ogni anno da quel momento in poi ogni isola ebbe l'obbligo di offrire in tributo un giovane e una giovane del luogo, affinchè questi partecipassero ai "Giochi dei Sette Mari", un torneo all'ultimo sangue da cui un solo tributo può uscire vincitore.
Tutto proseguì dunque in questo macabro ordine, almeno fino ai settantaquattresimi giochi, nei quali uno dei giovani provenienti dalla più povera e cupa delle isole, sfidò apertamente Marijoa e il Presidente in carica Akainu.
Cosa succederà dunque nell'incombente edizione della memoria?
Genere: Angst, Avventura, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akainu, Altro Personaggio, ASL, Famiglia Vinsmoke, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Gender Bender, Violenza
Capitoli:
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  «Kalifa... non puoi coprirti un po' di più? » 
La voce di Paulie risuonò quasi implorante nel silenzio del vagone adibito a sala da pranzo, mentre la donna appena interpellata alzava gli occhi al soffitto e per tutta risposta accavallava le gambe, facendo sì che l'orlo della minigonna si tirasse indietro ulteriormente sulle sue seriche e pallide cosce, mostrando ancora più pelle nuda.
Ovviamente Paulie si mise a sbraitare sul decoro, sul senso del pudore che a Kalifa evidentemente mancava, ed altre simpatiche frasi da cucciolo puritano quale era.
Fu quindi il turno di Lucci di riportare la quiete nel vagone. Gli bastò una sola singola occhiata torva per zittire il biondo carpentiere, mentre Kalifa sorrideva compiaciuta.
«Tu non ridere. Non è facendo la gatta morta che uscirai viva dall'arena.»  
La redarguì il mentore dai folti capelli neri, togliendo ogni traccia di buon umore dal viso di lei.
Lucci era da sempre stato il miglior mentore del distretto sei, tutta Water Seven lo acclamava e a Marijoa tutti lo desideravano come un trofeo ambito, ma la verità era che metteva i brividi, punto. Che poi sapesse fingersi bene un uomo tranquillo era un altro paio di maniche.
Ma Paulie sapeva la verità, e ne era terrorizzato.
Certo se vi fosse stato comunque qualcosa che non andava, alla fine lo avrebbe detto apertamente, poichè il tributo sapeva essere assai coraggioso e soprattutto fedele a se stesso e a coloro a cui teneva, ma in quel caso sarebbe stato consapevole che contrapporsi al mentore sarebbe stata una sentenza di morte.
Stanco comunque del fare di entrambi i suoi compagni di viaggio, rubò un panino a cinque strati dal tavolo, ed uscì dalla cabina, masticando e borbottando tra sè.
Il treno marino era stato costruito a Water Seven, il distretto incaricato dei trasporti, e proprio il nonno del biondo era stato uno di coloro che aveva lavorato al progetto, per questo Paulie era orgoglioso di calcare di nuovo con i propri passi quei corridoi intarsiati. Il treno marino era un gioiello di meccanica ed ingegneria, e lui lo adorava.
Ed i pacificatori della marina adoravano lui, il quale con la sua fidata chiave inglese se ne andava in giro per il treno ad aggiustare tutto ciò che trovava di rotto.
Se non fossero stati nemici mortali, forse, e se Paulie non fosse stato destinato a finire i suoi giorni nell'arena, magari sarebbe anche potuto nascere qualcosa di bello da quel viaggio.
La sorte però come sempre, non era mai a loro favore.
Non era a favore di nessuno che non fosse Akainu, in effetti.



«Porco Ener! »  
«Wiper non bestemmiare! »  
Il manrovescio di Nami arrivò in pieno sulla nuca del giovane dalla pettinatura da moikano, il quale finì con la testa in avanti e quasi rischiò di picchiare la faccia contro il tavolo, cosa che fece scoppiare a ridere il loro mentore, Calgara.
Ecco i prodi inviati dal distretto cinque, uno dei più remoti, ovvero l'isola di Skypea, un luogo con usi e costumi particolari, unico nel suo genere, l'unico a cui era permesso ancora venerare il proprio Dio, nonostante lo Stato totalitarista di Marijoa non prevedesse privilegi del genere per nessun altro.
Skypea sola godeva di tale privilegio poichè era lei a dare il dono dell'elettricità a tutti i distretti e alla capitale, e nessuno si sognava di mettersi contro quel distretto, proprio per questo motivo. Ed i suoi abitanti in effetti, erano tra i più liberi che il mondo avesse conosciuto in quegli anni, sebbene anche loro alla fine dovevano sottostare al freddo e stretto giogo di Marijoa.
«Calgara digli qualcosa!»  
Brontolò la giovane dai lunghi ed ondulati capelli arancioni, il viso ovale stretto in un'espressione imbronciata, buffa ed adorabile.
«Suvvia Wiper, un po' di contegno, non puoi bestemmiare ogni volta che le cose non vanno come vuoi.»  
« Allora porco Akainu!»  
Fu quindi la risposta del giovane scavezzacollo, cosa che suscitò altra ilarità nel mentore, e che invece fece mettere le mani nei capelli a Nami, disperata come non mai.
«Se i pacificatori della marina ti sentissero, ti giustizierebbero qui e subito! » 
Sibilò la ragazza con fare quasi cospiratorio, mentre si guardava intorno furtiva. Il fatto che fossero da soli nello scompartimento, non garantiva loro alcuna privacy, anzi, era quasi sicuro che vi fossero delle cimici nascoste che captassero i loro discorsi.
Vi erano in tutti i distretti per evitare che il seme di una rivolta venisse piantato, figurarsi se non le avevano messe su un treno che arrivava proprio da Marijoa stessa. Impossibile.
«Ma a chi importa Nami??? Tanto se non ci ammazzeranno qui ci massacreremo nell'arena! Siamo carne da macello che cammina, non importa più a nessuno quello che diciamo!»
Esclamò quindi Wiper, stufo dei modi di fare della sua compagna di viaggio e di Giochi, la quale non apprezzò affatto, e lo dimostrò incrociando le braccia sotto il seno, guardandolo torva come non mai.
Il ragazzo ovviamente non ne venne per nulla scalfito ed anzi...
« Porco Akainu. Porco Akainu! PORCO AKAINU!»  
Ormai esasperata Nami si gettò su Wiper, cercando di tappargli la bocca con le mani e impedirgli di urlare, sotto lo sguardo divertito del loro mentore.
Calgara lo sapeva che avrebbe dovuto dire loro qualcosa, fermare anche lui la follia suicida di Wiper, e tuttavia non lo fece e lasciò invece, che la fiamma continuasse ad ardere orgogliosa.

 

«Siamo quasi arrivati... » 
La vocina della dolce Shirahoshi risuonò pigolante nel buio del vagone letto, mentre l'alba rischiarava le ultime ore di quel viaggio che li avrebbe condotti alla capitale.
Le braccia di Sanji si tesero allora nella semi oscurità e la afferrarono per poterla stringere e recarle conforto, mentre il mento del biondo si appoggiava sui soffici capelli rosa di lei.
Shirahoshi si era offerta volontaria in quella follia. Lei così delicata, gentile e carina, si era offerta volontaria tra lo sgomento di tutti gli abitanti del distretto quattro.
E perchè lo aveva fatto? Solo per lui.
Fisherman Island era il distretto dedito alla pesca, erano tutti abili nuotatori, e solo nelle arene in cui vi era stato modo di combattere in acqua i suoi tributi erano riusciti ad avere la meglio. Tuttavia Shirahoshi non sarebbe mai potuta sopravvivere nemmeno se vi fosse stato l'oceano. Lo sapeva lei, lo sapeva il compagno che la stava abbracciando, lo sapevano tutti gli isolani, Pudding compresa. Era stata proprio la ragazza castana a scampare ai Giochi, grazie all'intervento della giovane amica. Pudding aveva vinto due anni prima, ma l'esperienza nell'arena aveva peggiorato la sua già precaria personalità, rendendola totalmente instabile. Non sarebbe sopravvissuta ad una seconda sessione dei Giochi.
E poi quanto poteva essere crudele lasciare due fidanzati all'interno di quel meccanismo che prevedeva il totale massacro?
No Shirahoshi non aveva potuto permetterlo.
Quanto coraggio ci voleva a sacrificare la propria vita consapevolmente in favore della felicità di qualcun altro?
Un coraggio enorme, che Sanji non possedeva.
«Principessa io...»   
Ma Shirahoshi gli impedì di parlare.
Gli aveva fatto promettere che lui avrebbe vinto e sarebbe tornato dalla sua Pudding, che avrebbero avuto una bella bambina e che l'avrebbero chiamata come lei. Ed ovviamente aveva convinto anche il loro mentore, Jimbei, che sarebbe dovuto uscire il biondo vivo dall'arena, a discapito della giovane che era solo una vittima sacrificale, che anche se si fosse impegnata con tutta se stessa non sarebbe riuscita a far male nemmeno ad una mosca.
Un'assoluta verità.
Dura, ma vera.
E Sanji si zittì davvero, ma non la lasciò andare. La udì poco dopo rannicchiarsi meglio contro il proprio petto e riprendere a sonnecchiare, mentre entravano sotto una buia galleria sottomarina, una delle ultime prima di raggiungere Marijoa.
Anche il biondo voleva provare a rubare ancora qualche ora di sonno, ma non gli fu più possibile. Non quando i suoi occhi increduli scorsero un bagliore arancione contro il muro della galleria. Alla velocità con cui erano passati non era parso altro che un'allucinazione, eppure Sanji sapeva di aver visto bene il simbolo tracciato sulla pietra fredda: la zampa artigliata di un drago, sul cui dorso svettava ad ali spiegate una ghiandaia imitatrice.
Un chiaro messaggio per chi voleva combattere davvero. 
Combattere contro il vero nemico.

 

// Spazio autrice:
Buongiorno carissimi, questo è il penultimo capitolo introduttivo, nel prossimo vi saranno gli ultimi tributi e l'arrivo a Marijoa.
Volevo specificare alcune scelte. Kidda la trovo perfetta per il ruolo di Joanna e penso si spieghi da sè, così come Sabo che fa scoppiare la rivoluzione, dire che non potrebbe essere più calzante.Per Sanji invece, ho avuto molto da patire. Sono profondamente innamorata di Finnik Odair, ed odio invece altrettanto profondamente il biondo cuoco dei Mugiwara, quindi capirete il mio dissidio interiore nel dargli quel ruolo. Tuttavia ho pensato che per modi di fare e per storia, i due potessero collimare in qualche modo. Un ultimo appunto lo faccio per le provenienze. Ho cercato di essere fedele il più possibile sia ad Hunger Games che a OP, ma non potevo tenere tutti i luoghi, dunque sono stata costretta ad accorpare alcuni personaggi anche dove non c'entravano come appunto Sanji o Nami. Spero comunque che la storia possa piacervi e che continuerete a leggera. Baci a tutti da zia V

   
 
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