Poesia: Dulce et decorum est, Owen.
Pro patria mori
Se li vedessi come li vedo io, appena usciti da scuola, giovani e ingenui, morire colpiti da un lampo verde, Albus, non li manderesti a combattere.
Se solo conoscessi, Silente, il fango della battaglia, dove il reticolo pulsante degli incantesimi rende l’aria elettrica di tensione, ci penseresti due volte prima di spingerli a lottare.
Se solo avessi idea- oh se ne avessi una vaga idea, vecchio professore- dei sogni crudi e nitidi che ti tormentano per giorni, dopo, forse sceglieresti un’altra strategia.
Se capissi, poi, l’angoscia degli appostamenti notturni: il terrore gelido e dilagante dell’attesa e l’orribile certezza della morte imminente, Albus, tu non lo faresti, lo so, non manderesti quei ragazzini nell’orrore della prima linea.
Note: mi sono resa conto solo ora che forse è un tantino OC, per Moody, ma quando l'avevo scritta avevo immaginato l'auror che, messo di fronte alle ingenti perdite subite dall'Ordine della Fenice, si lascia andare a un momento di sconforto. Dopottutto questa poesia è stata scritta, durante la prima guerra mondiale, da un soldato che raccontava le vicende di suoi colleghi, mentre entrambi fronteggiavano qualcosa oltre ogni immaginazione e preparazione (la prima guerra mondiale è stato un grosso trauma un po' per tutti i partecipanti, direi), quindi mi sembrava che in qualche modo potesse capitare lo stesso anche a un duro veterano come Moody. Fatemi, però, sapere la vostra opinione a proposito.