Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Riflessi    25/01/2018    4 recensioni
Hermione Granger. Una maledizione, un gioiello... uno spirito che la tormenta senza un apparente motivo, e la grinta che a volte l'abbandona, facendole disperatamente chiedere perché non c'è mai pace, nella sua vita.
Poi, Draco Malfoy. La sofferenza dei suoi anni di espiazione, l'isolamento, il disprezzo del mondo magico. E la scoperta, inammissibile, sconvolgente, inaccettabile, che l'amore è l'emozione più violenta che un essere umano può provare, più forte perfino dell'odio... quell'odio che l'aveva sempre animato in passato, proteggendolo come una corazza.
Genere: Dark, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
 
 
Capitolo 2
 
 
Un brusio insistente riempiva la sala del teatro "L'Unicorno Bianco" mentre le leggiadre note di un pianoforte facevano da sfondo, nell'attesa che lo spettacolo iniziasse; in platea, tre ragazzi cercavano di prendere posto, ostacolati dalle decine di persone che volevano parlargli, stringergli la mano o anche solo salutarli. Le uscite pubbliche funzionavano sempre così per loro, che ne erano tristemente abituati, e non importava che avessero scelto la quinta fila per non stare al centro dell'attenzione, bastava semplicemente che qualcuno li riconoscesse per scatenare la curiosità di tutti gli altri. Quando l'interesse della gente diminuì quel tanto da permetterle finalmente di sedersi, Hermione Granger esclamò sfiancata: "Merlino, che faticaccia!" E si sventolò il viso con una mano.
"Ehi... Parla per te, a me piace!" Le rispose Ron, che infilò le mani in un sacchetto di gelatine tuttigusti e poi, prima di ficcarsene una in bocca, aggiunse con aria soddisfatta: "Grazie a questa massa di impiccioni, guadagno un sacco di galeoni al negozio! Tu non hai neanche idea di quanta gente entra a comprare qualche sciocchezza solo per parlarmi! Ragazze sopratutto! Tante ragazze!" Aveva l'aria sognante, su quest'ultimo punto.
Harry Potter si aggiustò il colletto dello smoking: "Piuttosto Ron, perchè non hai portato un paio di monocoli ghignanti per ammazzare il tempo, dato che stasera si morirà di noia?"
Hermione lanciò un'occhiataccia ad entrambi: "Cosa sarebbero questi monocoli ghignanti adesso? Vi ricordo che siamo invitati ufficialmente come ospiti d'onore, comportatevi seriamente. Non vorrete mica ritrovarvi domani mattina sulla Gazzetta del Profeta criticati per i vostri atteggiamenti da cretini!"
Un euforico Ron tirò fuori un monocolo per passarlo al suo compare che lo ringraziò con una strizzatina d'occhi, poi si rivolse alla ragazza indispettita che stava in mezzo a loro due, regalandole un sorriso innocente: "Hermione, la vuoi una gelatina tuttigusti+1?"
"Vaffanculo Ron!"
"Ok..." Le rispose lui, facendo spallucce.
Hermione si girò verso Harry e gli riferì alcuni dettagli del caso Belby, cambiando discorso.
"In effetti è un omicidio molto strano Hermione, Legilimens e Veritaserum non riescono a penetrare la mente di Marcus o piuttosto, non contraddicono in alcun modo quello che lui continua a riferirci sotto interrogatorio. Ha buchi di memoria parecchio lunghi, e non si riesce a capire cosa abbia fatto, detto o pensato in quei momenti. E' estremamente confuso. Per il momento il Wizengamot ha spostato il processo a data da destinarsi visto che gli elementi sono troppo incoerenti per giudicarlo, e poi qui c'è qualcosa che non quadra: la madre Anne non ha mentito sugli strani episodi che succedevano in casa loro e, oltretutto, sembra proprio che da quando il vecchio Damocles è stato ammazzato, abbiano cessato di manifestarsi!"
Altra gente continuava a sedersi e rialzarsi dalle poltrone, le balconate erano gremite e mancavano appena dieci minuti all'inizio dello spettacolo.
"A proposito Harry, come è andato il blitz a Camden Town? Eri lì, quando io sono venuta a chiamarti per il caso Belby!"
"Ah... Si! Li ho messi nel sacco quei due stronzi!" Si scompigliò i capelli e riprese a parlare: "La gente ne inventa una più di Voldemort per tormentare i babbani! Da non credere Hermione, avevano organizzato un programma di finte sedute spiritiche dove utilizzavano qualche piccola magia per spaventare la gente e convincerla della loro serietà. Sai... qualche Wingardium Leviosa su sfere di cristallo, un paio di Depulso per far schizzare lontano gli oggetti, un Ventus per ricreare l'atmosfera, insomma, incantesimi di scena! Hanno ammesso pure di aver evocato dei fantasmi perchè, testuali parole: quando lo facevano, i babbani creduloni li pagavano ancora di più..."
Hermione strabuzzò gli occhi: "Un momento! Fermati! Mi stai dicendo che hanno evocato dei fantasmi? Ma è illegale, Harry! Non possono disturbare le anime di quei poveracci, non si fa! E poi, per Merlino... l'evocazione intenzionale di un'anima tormentata, richiede l'aiuto della magia oscura. Hanno praticato magia oscura di fronte non ad uno, ma a decine di babbani, ma sono pazzi?!" La sua voce, seppur bassa, era divenuta leggermente isterica.
"Calmati Hermione, non agitarti per così poco, li abbiamo portati ad Azkaban! E dovranno rispondere di almeno quattro reati!" Harry Potter iniziò ad elencare con le dita della mano: "Uno, truffa a danno di babbani! Due, utilizzo della magia di fronte ad essi! Tre, evocazione e disturbo illegale di spiriti dannati! E quattro, uso improprio della magia oscura in generale!"
Hermione annuiva silenziosamente ad ogni punto, adocchiando di tanto in tanto il palco vuoto per controllare se stesse iniziando la presentazione. "Chi sarebbero i due fenomeni da baraccone che hanno messo in scena queste porcate, Harry?"
"Oh... dovresti conoscerli. Ti dicono niente i nomi: Harper e Warrington?" Hermione fece una faccia perplessa ed Harry aggiunse: "Frequentavano Hogwarts, e giocavano entrambi nella squadra di Quidditch di Serpeverde; Harper era cercatore: la prima volta sostituì quel testa di cazzo di Malfoy che al sesto anno era troppo indaffarato con l'armadio svanitore. Ti ricordi? L'altro invece era un battitore e, tra parentesi, faceva schifo."
"Beh... sinceramente non è che i Serpeverde mi siano mai interessati tanto, Harry. Di sicuro però non erano del nostro anno altrimenti, volente o nolente, li avrei ricordati!"
Una risata mal trattenuta li interruppe e si voltarono infastiditi verso Ron, che aveva il monocolo ghignante premuto sull'occhio destro: "Ragazzi, guardate un po' chi c'è?" E riprese a ridere asciugandosi le lacrime con il polsino della giacca.
Hermione si guardò attorno ed individuò la causa dell'ilarità di Ron: Draco Malfoy si stava sedendo in platea, insieme a sua madre, due file avanti rispetto a loro. Il ragazzo era vestito con un completo scuro; era molto serio, forse nervoso, e aveva risposto ad un paio di saluti con cenni brevi del capo.
Ronald Weasley riprese la parola: "All'età di ventisette anni il signorino va ancora in giro attaccato alla gonna sua madre... Miseriaccia! Ma secondo voi quello lì scopa, qualche volta? Harry, prova a guardarlo con il monocolo ghignante, è un vero spasso!"
Hermione stava per aprire la bocca nell'atto di ammonire Ron sulla sua mancanza di tatto ma poi cambiò idea, strappandogli stizzita il monocolo dalle mani e portandoselo all'occhio. La scena che le si parò davanti era folle: Draco Malfoy aveva un grande ciuccio azzurro in bocca ed un bavaglino al posto della cravatta, mentre sua madre gli sventolava davanti un giocattolo con i sonagli che si illuminava alternando vari colori. Cominciò a ridere a crepapelle, seguita da Harry, che aveva visto la stessa immagine nel suo monocolo magico, evidentemente opera malefica di George Weasley. Era tutto così divertente che si dimenticò perfino di redarguire la sfacciataggine e la volgarità di Ron.
Ridacchiavano ancora tutti e tre quando la voce profonda del direttore del teatro chiamò sul palco la signorina Hermione Granger: "... Eroina di guerra, ambasciatrice delle creature magiche svantaggiate, rappresentante dei pari diritti tra maghi purosangue e nati babbani, responsabile dell'ufficio per l'applicazione della legge sulla magia al Ministero, nonchè attualmente strega più dotata del mondo magico. Un applauso!"
Hermione si riscosse, gettando malamente il monocolo sulle gambe di Ron, ed imprecò a bassa voce: "Devo fare il discorso, maledizione! Me ne sono quasi dimenticata per colpa di Draco Malfoy e delle stronzate che ti porti appresso dal negozio, Ron!"
Uno scroscio di applausi che sembrava non volesse finire la fece quasi sprofondare di vergogna mentre raccoglieva lo strascico del vestito blu notte e saliva i gradini del palco. Pronunciò un Sonorus e prese parola: "E' con immenso onore che ho accettato di inaugurare questo splendido teatro che, spero, da oggi in poi allieterà le serate di tutti i maghi d'Inghilterra. Un teatro era forse l'unica cosa che mancava a Diagon Alley, faticosamente rinata dopo la distruzione della guerra. Nel mondo babbano il teatro è un luogo di svago, dove si può perdere la propria mente nei meandri della fantasia, volare in posti sconosciuti, credere nelle favole... e noi, con l'aiuto della magia, lo renderemo ancora più suggestivo!"
Era davvero molto bella quella sera: i morbidi capelli raccolti, l'abito profondamente scollato sulla schiena, una gamba quasi totalmente scoperta dallo spacco laterale. Crescendo, Hermione aveva avuto modo di accorgersi finalmente del suo essere donna, e da qualche anno si prendeva cura del suo aspetto con gusto e soddisfazione; non sarebbe mai diventata vanitosa, però: secondo lei la frivolezza andava a braccetto con la stupidità, e lungi da lei dare l'impressione di essere superficiale e capricciosa.
Hermione proseguiva il suo discorso appagata, guardando la gente seduta di fronte a lei; era felice di ciò che era diventato il mondo magico dopo la morte di Lord Voldemort: un posto sereno, senza ombra di paure, dove poter uscire a fare compere in un'atmosfera di pace. Nove anni di prosperità, tolleranza e solidarietà tra uomini... poteva sembrare una sciocchezza tutto ciò, ma per loro era il paradiso!
Posò gli occhi su Harry e Ron, e sorrise calorosamente, vide il Ministro Shacklebolt in prima fila che annuiva con la testa, tanti personaggi di spicco che la ascoltavano con solennità, da lontano Ginny (a cui non era stato riservato il posto accanto a loro) aveva alzato timidamente la mano in un cenno di saluto e Neville Longbottom sulla balconata centrale le sorrideva così affettuosamente che sembrava più soddisfatto lui, di lei.
"Da stasera, avremo davvero la possibilità di viaggiare con il pensiero, commuoverci, gioire, soffrire, adorare, vedere con i nostri occhi tutte le meraviglie del mondo grazie ai più complessi incantesimi d'illusione e di trasfigurazione. La magia è un dono che ci è stato fatto da qualcosa o qualcuno lassù, che ci ha voluto rendere speciali. Purtroppo in passato è stato impiegato per fini non molto lodevoli e quindi, ecco... Adesso è ora di utilizzare questo dono per rendere il nostro mondo un posto più bello. L'idea di costruire un teatro magico è stato un grande passo per elevare la nostra comunità, avvicinarla all'arte, alla cultura, alla fratellanza anche, sperando che tutto questo ci porti alla definitiva consapevolezza che soltanto con l'armonia possiamo essere maghi migliori." Hermione lasciò passare qualche secondo di silenzio per dare modo alle persone lì presenti di assimilare il senso più profondo del discorso.
"Vi ringrazio di cuore per esser giunti qui stasera per inaugurare insieme a noi la stagione teatrale magica più strabiliante dell'intero paese!" Fece un breve inchino ad una platea festante, ed attese che tornasse la calma per presentare finalmente lo spettacolo. "Maghi e streghe di tutta Inghilterra, a questo punto, sono lieta di presentarvi: Le tormentate notti di luna di un mago senza amore!"
Quando Hermione Granger raccolse di nuovo lo strascico dell'abito per tornare al suo posto in quinta fila, si trovò a passare di fianco all'oggetto delle sue precedenti risate. Fu inevitabile per la sua innata curiosità guardarlo un attimo, e si accorse seccata che Draco Malfoy la fissava con un piglio severo, come se fosse risentito; probabilmente il discorso non gli era andato particolarmente a genio! Nonostante poi si fosse accorto che lei lo aveva beccato nell'atto di esaminarla, continuava imperterrito a puntarle addosso i suoi grandi occhi azzurri. Furono attimi infiniti finchè lui, senza alcuna espressione a modificargli il volto, sollevò il mento in un cenno di saluto: breve, sbrigativo, ma pur sempre un saluto. Hermione tentò di soffocare la sorpresa ricambiando il suo cenno con un gesto cordiale della mano ed un piccolo sorriso involontario; proseguì lungo il corridoio centrale, trovò la sua fila ed andò a sedersi riflettendo sulla bizzarria cronica di quell'uomo, che a volte la evitata come la peste, a volte la salutava, contemplandola sfacciato.
Ronald Weasley aveva appena spostato di lato le gambe per farla passare che si piegò al suo orecchio sussurrandole, ironicamente sconcertato: "Hai salutato Draco Malfoy? E da quand'è che saluti quel disadattato sociale?"
"Beh... a dire il vero Ron, è lui che mi ha salutata!"
"Ok, Hermione... allora da quand'è che quel disadattato sociale ti saluta?" Insistè lui, pronto a burlarsi di lei.
Il teatro nel frattempo si era completamente trasformato, la musica travolgente di un'orchestra invisibile teneva gli spettatori con il fiato sospeso, ed una scena favolosa si apriva ai loro occhi: una cascata d'acqua occupava tutto il lato destro del palcoscenico ed un lago lo riempiva totalmente, mentre un bosco verdeggiante aveva messo radici spingendosi fin nella platea, sulle balconate, sul soffitto. Dei cervi saltellavano lungo le passerelle, facendosi accarezzare dagli spettatori, un gruppo di fate volava sulle loro teste ed un uomo apparso su di una roccia al limitare dello specchio d'acqua, aveva fatto la sua apparizione iniziando un monologo triste.
"Ma che ne sò Ron, Malfoy deve avere qualche rotella fuori posto!" Sussurrò Hermione.
"Qualche? Tutte, vorrai dire!" Rafforzò il concetto il ragazzo, poi a bassa voce si intromise anche Harry, ridacchiando: "Ron, dovresti regalare a Malfoy quella pozione aiuta-amicizia che vendi agli studenti di Hogwarts del primo anno...!"
Ron sgranò gli occhi, fintamente scandalizzato: "Ma dico, vuoi mandarmi fallito fratello? Non basterebbe un calderone pieno di quell'intruglio, per far acquistare a Malfoy un'aria solo leggermente più amabile rispetto a quella che ha adesso!"
I due ragazzi presero a sogghignare, con le schiene ricurve, mentre Hermione sbuffava, lì lì per spazientirsi.
"Psss... Harry!" Riprese Ron continuando a sussurrare divertito: "Io propongo di spedirgli a casa una strega gonfiabile, lo stavo appunto dicendo prima che, secondo me, quello lì per rilassarsi avrebbe bisogno di qualche sana scop..." Un ceffone violento lo colpì sulla nuca arrossandogli immediatamente il collo, poi Hermione, viola d'imbarazzo, partì inarrestabile con la sua predica, bisbigliando più forte che poteva: "Ronald Weasley, finiscila di fare il deficiente! Somigli ogni giorno di più a quello scriteriato di tuo fratello. Licenziati da quel maledetto negozio, se George ti influenza a tal punto!"
Per fortuna la platea era semibuia e non poteva di certo notarsi il rossore evidente sulle gote della ragazza, che ne fu sollevata. Finita la paternale ad uno, si voltò dall'altra parte e ricominciò con l'altro, puntandogli l'indice al petto: "E tu Harry, smettila di alimentare le sue idee cretine mettendo altra legna sul fuoco, sei il capo Auror più giovane del mondo magico, almeno nelle occasioni ufficiali come questa sii all'altezza del tuo ruolo, per Merlino! Ma è possibile che quando non c'è Ginny a tenerti sotto controllo, diventi più stupido di tuo cognato?"
Hermione, ancora arrabbiata, si lisciò con movimenti scattanti il tessuto dell'abito come a volersi dare un contegno ed infine, espirando tutta l'aria dal naso, terminò con un: "E adesso state zitti, per piacere! Voglio vedere la rappresentazione!" 
 
***
 
Un parapiglia impressionante all'ingresso de L'Unicorno Bianco sanciva evidentemente la fine dello spettacolo ed impediva anche l'accesso ai giornalisti, che erano stati tenuti fuori durante tutto lo svolgimento, per evitare ai personaggi importanti quelle spiacevoli scene di insistenza pressante e domande inopportune. Un fragoroso rumore di smaterializzazioni, schiamazzi, gente che si spintonava per uscire dal teatro erano forse l'unica pecca di una serata altrimenti perfetta, ma d'altronde, era pressocchè impossibile far defluire la massa di gente in maniera silenziosa e composta. Ginny Potter cercava di tirare via il piccolo strascico di Hermione Granger da sotto le suole di maghi e di streghe imbranati che lo calpestavano indifferenti, mentre quest'ultima aveva il viso contratto dal fastidio delle gomitate nelle costole. Ronald Weasley a sua volta si faceva largo fisicamente per aiutare l'amica e la sorella, intimidendo con la sua faccia famosa, chi si girava intenzionato a ribattere. Harry Potter invece, dietro sua moglie, chiudeva il gruppo, evitando di guardarsi troppo intorno per non farsi riconoscere dalla gente e sentirsi rivolgere le solite frasi, come: "Oooh, Harry Potter, Buonasera! Ti ricordi di me? Sono quello che quattro mesi fa è venuto al Ministero a richiedere lo stato di famiglia magico, per fare domanda di un mutuo alla Gringott, che ti ha incrociato fortuitamente nell'ascensore, che ti ha chiesto l'autografo per i suoi figli, che ti ha parlato della partita Chudley Cannons-Falmouth Falcons finita a schiaffi, quello che poi tu hai salutato perchè scendevi al dipartimento catastrofi e lui al secondo livello..."
Draco Malfoy in tutto quel caos invece, manteneva la sua spettacolare indifferenza dimostrando un sangue freddo invidiabile. Solo se qualcuno si fosse preso la briga di osservarlo bene, probabilmente avrebbe notato un sopracciglio leggermente alzato in segno di insofferenza, per il resto, nel suo completo nero, sembrava una statua di cera; avanzava tenendo una mano posata sulla schiena della madre come a proteggerla dalla baraonda, cercando di raggiungere il prima possibile l'uscita e smaterializzarsi a casa. Procedendo a piccoli passi si ritrovò al fianco di Hermione Granger che, in quel momento, fu sgarbatamente spinta in avanti, facendo infuriare un uomo sulla sessantina che si trovava esattamente davanti a lei. Il mago, dalla faccia grassoccia e rubiconda, la insultò dandole della screanzata, brandendo la bacchetta minacciosamente. Quando la ragazza alterata aprì bocca per rispondere, un'altra ondata la sospinse ancora verso il signorotto, e prima che questo ricominciasse a sbraitare, Draco Malfoy, senza dire una parola, la afferrò maldestramente per un braccio e se la tirò vicino, spingendola poi a mettersi davanti a lui per garantirle riparo. Di certo, l'espressione impassibilmente fredda che mantenne il ragazzo anche dopo aver soccorso la giovane, non aiutò a svelare alcuno dei suoi pensieri, né a Harry e Ginny Potter che si accorsero del movimento, né alla madre rimasta di stucco. Hermione si voltò un attimo a guardare il giovane e lo ringraziò sbrigativa, vedendo un viso decisamente troppo tempestoso per essere il viso di qualcuno che gentilmente l'aveva protetta. Se ne turbò, domandandosi intimamente cosa passasse per la testa di quel sociopatico che le porgeva un aiuto assolutamente non richiesto e poi, come se lei avesse gli fatto qualcosa di sbagliato, si infuriava. In fin dei conti però, rientrava tutto nell'ordine naturale delle cose, ragionò: era una vita intera che lui la incriminava per tutto, anche di cose di cui non aveva colpa perciò, decise di non prendersela troppo...
Draco Malfoy non rispose al breve ringraziamento di lei, anzi, non parlò mai per tutto il tempo, mantenendosi imperturbabile e gettando solo di tanto in tanto qualche occhiataccia alla sinuosa schiena scoperta della ragazza, rigida di fronte a lui. Quando l'aveva afferrata per il braccio, aveva notato uno strano bracciale d'oro con tre pietre rosso sangue allacciato al suo esile polso; era troppo avvezzo Draco Malfoy agli oggetti maledetti per non riconoscerne uno, e la cosa lo impensierì stranamente: non riusciva a spiegarsi perchè Hermione Granger indossasse un manufatto di chiara magia oscura che vibrava di vita propria al solo guardarlo. Lei lo sapeva o non era a conoscenza di ciò che portava addosso? Si torturò il cervello per quei pochi minuti che ancora l'ebbe vicina, valutando se aprire bocca e chiederglielo sfacciatamente, lanciarle una battutina per studiare la sua reazione o lasciar perdere. Osservando intensamente la sua nuca scoperta, la pelle liscia e nivea della schiena, il boccolo che le era sfuggito cadendo sulla spalla e la linea flessuosa (ma non troppo) dei fianchi, sospirò di qualche sensazione indefinita, che non seppe spiegarsi neanche lui: forse risentimento, repulsione, disprezzo per lei, oppure sdegno nei confronti di sé stesso, frustrazione per l'idiozia che l'aveva pervaso ogni volta... perchè, nonostante tutto, Hermione Granger non sembrava minimamente così sporca come lui l'aveva sempre definita, anzi, sembrava anche troppo pura, incorrotta dal male, bella della bellezza inavvicinabile dei virtuosi, e questo lo innervosì. Alla fine, quando raggiunsero l'uscita del teatro e la vide tendere la mano ai suoi amici per smaterializzarsi, decise che non avrebbe detto nulla riguardo il bracciale: Hermione Granger, per fortuna o purtroppo, non era cosa che lo riguardasse... 
 
Continua...
 

 
Precisazioni:
-Ovviamente l'Unicorno Bianco è una mia invenzione.
-Il bracciale maledetto di Hermione inizialmente può ricordare un Horcrux... ma non lo è.
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Riflessi