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Autore: CluClu    28/01/2018    0 recensioni
Rory viene rapito dagli Angeli Piangenti e portato in un'altra epoca, e poco dopo ad Amy accade lo stesso. Siamo nella New York del 1940. Lei si risveglia all'interno di un cimitero, ma Rory non è lì con lei. Dovrà cercarlo in una città e un tempo che non le appartengono.
[Post 7x05 di Doctor Who.]
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Amy Pond, River Song, Rory Williams
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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7 cap rewind

[Scritto da Claudia Piazza, Valentina Onufrio e Sofia Zaccaria.]

12

I raggi tiepidi del sole illuminano Manhattan.
Amy, finalmente, è arrivata nel posto dove spera di trovare Rory. E’ il luogo in cui ha visto per l’ultima volta suo marito prima che fosse preso dagli Angeli Piangenti, lo stesso in cui hanno portato lei.
Il cimitero di Manhattan è silenzioso e tranquillo, a interrompere la pace e la quiete sono i passi di Amy.
Due corvi le volano affianco.
“Rory dove sei?” urla dentro di se.
Camminando tra le lapidi si guarda attorno in cerca del marito, si volta a destra, poi a sinistra.
«Rory.» sussurra.
Si ferma esausta in uno spazio dove non ci sono lapidi, cerca con lo guardo suo marito.
Quando ormai sta per perdere la speranza nota un albero grande in fondo al cimitero: vede una figura seduta sotto di esso.
«Rory!» urla.
Si avvicina alla figura solitaria. Continua a pronunciare il nome di suo marito, sperando che sia lui.
Il ragazzo si alza. Quando a separarli sono pochi metri, Amy finalmente vede il volto di Rory. Lui la osserva con rassegnazione. Amy si avvicina, lui invece indietreggia, ma lei riesce ad avvolgerlo tra le braccia prima che Rory possa dire o fare qualsiasi cosa.
Rory bruscamente si scosta, sciogliendo l'abbraccio.
«Così non funziona.» esclama furioso.
Amy lo guarda stranita.
«Non funziona cosa? Di cosa stai parlando?»
«Vi ho sentiti. Perché non me l'hai detto?»
«Continuo a non capire…»
«Amelia, cosa c'è da capire? Ho sentito tutto ieri sera: tu e quel Wilkinson. Lui sapeva che stavo ascoltando! Ha parlato di un bacio tra voi due, e tu sei arrossita!»
«E’ questo il tuo problema? E' questo il motivo che ti ha fatto sparire nel nulla?» alzando la voce.
Si ferma un secondo per prendere un respiro profondo.
«Allora avrai sentito anche quando ho detto che per me quel bacio non aveva e non ha alcuna importanza!»
«Dovevo immaginarlo che ci potesse essere qualcosa tra voi due.»
Amy afferra Rory per le braccia, bloccandolo.
«Ma se non lo conosci nemmeno!»
«E sentiamo: cosa gli avresti detto mentre ti afferrava tra le braccia?» delira isterico.
Rory guarda Amy dritto negli occhi.
Lei non risponde, ha gli occhi lucidi.
Respira profondamente, ricambia il suo sguardo.
«Rory! Ti sei chiesto il perché sia venuta in quest’epoca?» domanda pacatamente.
L’espressione di Rory adesso è cambiata.
«Perché prendi questo discorso?»
«Sei uno sciocco Rory Williams, non sai quanto ho desiderato vederti e trovarti da quando sono qui. Finalmente ci siamo ritrovati, ma oggi ho avuto il terrore di restare da sola. Ho avuto il terrore di averti perso di nuovo!»
Amy prende fiato, le tremano le mani dal nervosismo.
«Rory, io amo te e sarà così per sempre. Noi due siamo destinati a stare insieme. E’ questo che ho detto a Thomas e che gli piaccia o no, dovrà farsene una ragione.»
«E’ questo che gli hai detto?» domanda Rory con un tono più calmo.
«Sì sciocchino, gli ho detto esattamente così. Perché hai dubitato di me?» continua Amy, «Insieme o per niente, ricordi?»
«Amy, io…» tenta di dire Rory.
Amy incornicia il volto del marito tra le sue mani.
Lo zittisce con un bacio.
Nessuna parola servirebbe a descrivere cosa stiano provando entrambi in quel momento. Amy sorride senza smettere di baciarlo. Si stringono stretti.

Amy e Rory restano a guardare in silenzio il tramonto seduti sotto l’albero gigante. Rory interrompe la quiete «Perché non mi hai detto che sei stata tra i poveri e che ti hanno ricoverata in ospedale?» interrompe la quiete il ragazzo magrolino.
«Pensavo che avrei potuto cavarmela da sola come ho sempre fatto, è stato difficile per me accettare l’aiuto dei Wilkinson» dice Amy continuando a guardare l’orizzonte.
«Oh, Amy…»
Rory l’avvolge tra le sue braccia, accarezzandole i capelli.
Arrivata la sera i due si incamminano verso l’uscita del cimitero, tenendosi per mano.
«Ti accompagno a casa.» afferma Rory, stringendola più forte.
«No. Andiamo a prendere le mie cose, così conoscerai i Wilkinson.»
«E Thomas?» aggiunge Rory con qualche attimo di esitazione. Amy lo fissa. Si sorridono.
«Siamo solo amici, lo sai. Andiamo, dai.»
Amy chiama un taxi. I due salgono sull’automobile.
Il tragitto per arrivare a casa Wilkinson non è molto lungo, il traffico del pomeriggio è quasi svanito, si vedono solo poche automobili per la strada e alcuni passanti per le vie di Manhattan.

Finalmente arrivano alla villa dei Wilkinson. Amy bussa alla porta, ad aprire è Kathrin.
«Amelia, va tutto bene?» domanda sorpresa.
Fa accomandare i due ragazzi in casa.
«Buona sera, signora Kathrin» saluta la donna e indica Rory, «Ci tenevo a presentarle mio marito: Rory Williams.»
Rory timidamente porge la mano in segno di saluto.
«Buona sera, signora Wilkinson. È un piacere fare la sua conoscenza.»
«Oh, anche per me, Rory. Venite, accomodatevi! Gertruda stava per apparecchiare la tavola. Cenate con noi?»
Senza aspettare una risposta, li trascina in sala da pranzo.
Rory conosce anche il signor Wilkinson e Gertruda.
Di Thomas, invece, neanche l’ombra. Amy non sa se chiedere di lui, dato il litigio della sera prima.
«Non preoccuparti per Thomas, Amelia. Lui capirà, un giorno o l’altro» afferma Kathrin tra una portata e l’altra, notando l’incertezza di Amy.
«Vorrei solo che tornassimo ad essere amici.»
«Thomas è un tipo testardo, un po’ come suo padre, gli passerà. Andrà tutto bene, Amelia.»
Finita la cena Amy e Rory salutano i Wilkinson.
«Vi ringrazio ancora. Per tutto quello che avete fatto per lei» dice Rory. Amy non riesce a credere che possa ancora guardare suo marito con i propri occhi.
«Rory, prendo le mie cose e ti raggiungo.»

Amy si chiude la porta della sua stanza alle spalle con le valigie in mano. Percorre il corridoio, passa dalla stanza di Thomas, la porta è chiusa. Vorrebbe chiarire con lui, ma sa che non è quello il momento giusto, Rory la attende.
Scende le scale e trova Rory che scambia delle parole con il Signor Wilkinson.
«Mi dispiace interrompervi.»
«Tranquilla, Amelia. Stavo andando giusto nel mio ufficio, il lavoro mi chiama. Ci vediamo in redazione, signorina Williams.» dichiara Herman.
Saluta Rory con una stretta di mano.
«Buona notte, Signor Wilkinson» saluta cordialmente Amy.
«Hai preso tutto?» le domanda suo marito.
«Sì, sono pronta» risponde lei.

Dicembre 1940.
Amy e Rory abitano insieme da quasi due mesi, il Natale si avvicina.
Fuori nevica e tutte le strade di Manhattan sono piene di addobbi natalizi.
È il primo Natale che Rory ed Amy trascorrono insieme da quando si sono ritrovati e niente è più tradizionale dell’albero decorato di lucine e palline colorate.
Amy è in piedi in salotto che guarda l’albero, Rory è seduto al tavolo mentre prepara delle altre decorazioni con dei cartoncini blu.
C’è silenzio in casa. Da fuori si sentono alcune voci di bambini che giocano per le strade tirandosi palle di neve. Rory si schiarisce la gola.
«Potremo aggiungere due posti a tavola per la vigilia, che ne dici?» mormora lui, interrompendo la quiete della stanza.
Amy continuando a guardare l’albero.
«Loro non verranno, Rory.» dice rammaricata.
Rory si alza da tavola, si avvicina ad Amy e la abbraccia dietro.
«Lo sai, siamo solo io e te. Il Dottore e River non possono venire in quest’epoca.»
«Lo so, Amy. So quanto ti mancano. Mancano anche a me.» la rincuora lui.
Rory ritorna al tavolo, prende qualcosa e la porge tra le mani di Amy.
«Tieni. Ho fatto questo per te.» aggiunge Rory.
Amy tiene sospeso a mezz’aria l’oggetto datogli da suo marito: una piccola cabina blu Tardis di carta con sopra un laccetto bianco.
«E’ bellissima!» dice Amy, le scende una lacrima bagnandole il volto.
Amy intreccia il laccetto bianco su uno degli aghi di pino. Poi si volta e abbraccia Rory.
«Amy, ti andrebbe di andare a pattinare?»
Amy scioglie l’abbraccio, lo guarda e ride in modo buffo. «Tu non sai pattinare!»
«Mi insegnerai tu.»
«D’accordo, signor Williams» dice Amy in tono scherzoso.
La giovane coppia si reca a Central Park, dove è stata realizzata una pista di ghiaccio.
Grandi e piccini pattinano spensieratamente sotto i fiocchi di neve che scendono dall’alto.
Rory non è molto bravo nel pattinaggio, trascorre il più del tempo a scivolare per terra, che in piedi accanto ad Amy. Lei non smette di ridere per le cadute del marito.
Per fortuna, Rory impara in fretta. Si godono quei momenti insieme, guardandosi negli occhi e condividendo le risate.

Febbraio 1941.
Le vacanze di natale sono finite da un pezzo, Amy ha ripreso il lavoro al giornale dei Wilkinson.
Amy è da sola nel suo ufficio, sommersa dal lavoro. Alicia si sposerà in estate e tocca ad Amy occuparsi di alcune faccende del matrimonio. Osserva la lista che le ha stipulato la sua collega. Sospira.
«Dove posso trovare delle Peonie lilla?» si domanda ad alta voce.
Per fortuna, Rory la va a trovare durante la pausa pranzo, portandole qualcosa da mangiare.
Mentre, i due sono seduti alla scrivania pranzando insieme, Thomas passa da lì, incrocia lo sguardo di Amy attraverso la porta a vetri. Lui prosegue dritto senza fermarsi, Amy lo segue con lo sguardo finché non si dilegua nel corridoio.
Rory, pensieroso, osserva Amy.
«Ancora non vi parlate, vero?» le domanda.
«No…»
«Potrei provare a parlargli io.»
«Grazie, ma non servirebbe a niente. Conosco bene Thomas: è troppo testardo.»
«Potremo andare dai Wilkinson una sera di queste, se vuoi.» tenta di risollevarla.
«Sì, beh, a loro farebbe piacere, ma non credo sarebbe lo stesso per Thomas.»
Dopo il pranzo, Rory si alza e lascia un bacio sulla fronte di Amy.
«Ora ti lascio lavorare, io torno in ospedale. Se hai bisogno di me sai dove trovarmi, no?»
«A sta sera.» la saluta Rory. Il sorriso resta sulle sue labbra. Amy riprende il suo lavoro di scrittura a macchina. Rory volge l’ultimo sguardo ad Amy, poi esce dalla stanza.

Giugno 1941.
L’estate è arrivata e Alicia finalmente si sposa. Ha chiesto ad Amy di farle da damigella, Amy non poteva rifiutare.
Amy, pronta per la cerimonia, raggiunge Rory in cucina.
Indossa un abito rosa pesco di seta, un tulle a barca le copre le spalle lasciando nude le braccia, il corpetto del vestito la stringe in vita e ha un’ampia gonna a pieghe svasata che le nasconde le gambe fino alle ginocchia.
Si sfiora con le dita la collana di perle regalatagli da Rory per il giorno di Natale. Rory vedendola rimane a bocca aperta.
«Sei stupenda!» esclama lui.
«Grazie, Signor Williams. Anche lei non sta per niente male.» gli dice ammiccando.
Rory le porge il braccio, Amy intreccia il suo a quello di Rory ed escono di casa.
Alicia ha voluto festeggiare proprio in grande, dopo la funzione religiosa, infatti, gli invitati si recano in un giardino dove è stato allestito un banchetto.
«Ci saranno più di cento persone…» esordisce Rory sorpreso.
«Alicia è fatta così.» sentenzia Amy sorridendo e salutando con la mano i signori Wilkinson che si stanno avvicinando a loro.
«Stai benissimo con quest’abito, Amelia!» esclama Kathrin, sinceramente entusiasta.
«Grazie, signora Kathrin. Anche lei è molto bella!»
In lontananza, Amy intravede Thomas. Amy e Rory si scambiano uno sguardo e si capiscono al volo.
«Vai, tranquilla.» le sussurra sotto all’orecchio e la bacia sulla guancia. Amy guarda i signori Wilkinson.
«Se volete scusarmi…»
Amy raggiunge Thomas. Lui la vede e si ferma.
«Amy…» la guarda, aggiunge «Sei bellissima.»
«Grazie.» risponde timidamente.
Amy e Thomas non hanno ancora risolto da quando Amy si è trasferita a casa di Rory.
«Io vorrei tornare ad essere amici.» dice la ragazza.
Thomas si accende una sigaretta, poi inizia a camminare. Amy lo segue.
I due si siedono in una panchina, lontano dal resto della festa.
«Tom, parlami.» aggiunge Amy.
«Hai ragione. Sai, mi manca la tua amicizia, manchi anche a Minù.»
Amy lo osserva fumare, aspetta che Thomas dica qualcos’altro.
«Dovreste venire a cena qualche volta…tu e Rory. Ai miei genitori farebbe piacere.»
«E a te? tra di noi è tutto risolto?»
«Anche a me.» dice e studia l’espressione della ragazza.
«QQQuindi tra noi è tutto risolto?»
Thomas finisce la sigaretta prima di parlare.
«Sì, Amelia.»
I due si guardano. Poi vengono interrotti da una ragazza con i capelli biondi raccolti in uno chignon che indossa un abito nero a pois neri con un gran capello scuro.
«Eccoti, ti ho trovato finalmente! Ti sto cercando da mezz’ora, Thomas.»
Lui si alza dalla panchina scocciato.
«Amelia, ti presento Dianna.»
Amy le porge la mano.
«Piacere, io sono…»
«Amelia, no?» la interrompe lei con voce altezzosa, guardandola dall’alto in basso.
«S-si.» dice Amy.
Dianna volge lo sguardo a Thomas.
«Tuo padre sta per fare il discorso agli sposi. Non vorremo mica perdercelo, vero, Thomas?»
«Certo che no.» risponde Thomas con espressione infastidita.
I due poi si allontanano insieme, Dianna prende per mano Thomas. Lui si volta per un secondo verso Amy.
«Che scocciatura!» dice con il labiale.
Amy ride e anche lei ritorna alla festa.
Raggiunge Rory al tavolo in cui siedono le altre damigelle con i loro accompagnatori.
Tutti ascoltano il discorso del Signor Wilkinson, poi si procede con le varie portate.
Non molto lontano dal tavolo in cui è seduta Amy, siedono i Wilkinson con Thomas e Dianna.
Amy nota che Thomas è distratto, Dianna cerca di richiamare la sua attenzione più volte, ma lui il momento dopo la ignora nuovamente. Qualcosa attira l’attenzione del giovane, o forse qualcuno. Amy cerca di seguire il suo sguardo. Amy ha capito e si trattiene dal ridere. Rory lo nota.
«Che c’è? Perché ridi?» le domanda.
«Guarda Thomas.»
Rory non capisce, ma fa ugualmente ciò che gli dice Amy. «Guarda verso l’entrata.» aggiunge lei.
«Ah! Ora capisco, ma lui non è venuto qui con la ragazza bionda?»
«È un’antipatica, che si sente la padrona dell’universo» sbuffa Amy.
Riosserva gli occhi interessati dell’amico.
«Dovrebbe andare a parlarle.» sussurra al marito, guardando la ragazza bruna in fondo al giardino.
«Non penso che i suoi genitori approverebbero.» mormora lui.
«Deve crescere prima o poi» si impone Amy, riferendosi a Thomas.
«Scusate, signori.» li interrompe un cameriere che gli serve un’altra portata.
Finito di mangiare, gli invitati si spostano sotto un gazebo dove verrà tagliata la torta nuziale.
«Torno subito.» dice Amy a Rory. Si alza da tavola e raggiunge quello dei Wilkinson che stanno per spostarsi insieme a tutti gli altri invitati.
«Posso parlarti un attimo?» domanda a Thoma.
Kathrin prende sotto braccio il marito.
«Andiamo Dianna, ci raggiungeranno dopo.» dice la signora Wilkinson.
Non appena si allontanano, Amy si siede accanto a Thomas.
«Thomas, ho visto come la guardi, perché non le vai a parlare?» chiede Amy e fa un cenno con il capo verso la ragazza bruna.
«Sapevo che lo avresti notato, Amelia.» dice Thomas in tono scherzoso.
«So come sei fatto, Tom. E so che non sei felice con lei.» parla di Dianna. E una smorfia le viene spontanea.
«Eppure, sai anche che mio padre non me lo permetterebbe: è solo una cameriera.» ribatte Thomas.
«A te importa?» continua Amy.
«Ovvio che no, cioè…»
«E allora vai. Tuo padre capirà. Si arrabbierà, ma prima o poi devi prendere il controllo della tua vita, Thomas.»
Lui accende una sigaretta.
«E’ facile dirlo per te.»
«Cosa vorresti dire?» chiede Amy, alzando un sopracciglio.
«Tu non devi rendere conto a nessuno.»
«E neanche tu! Sei abbastanza grande per decidere da solo con chi stare.»
Thomas prende un’altra boccata di fumo, pensieroso.
«Tutti dovrebbero avere il diritto di innamorarsi e sposare chi vogliono. Lo hai detto tu, ricordi?» continua Amy. Thomas se la ride sotto i baffi.
«Certo che me lo ricordo.» poi aggiunge, «Penso che siamo rimasti abbastanza seri per oggi. Sono più bello quando sorrido, ma tu lo sai già, no?»
Amy lo spinge incitandolo ad alzarsi.
«Dai, vai a parlarle!» esclama Amy, «Tranquillo, non starò dietro una porta ad origliare.»
«Te lo ha detto Rory, vero?»
«Non importa, adesso. Vai a parlare con quella ragazza.»
«Va bene, va bene. Ci vado.» dice alzando le mani in segno di resa.
Spegne la sigaretta nel posacenere al centro del tavolo e posa, di nuovo, lo sguardo su Amy.
«Augurami buona fortuna.»
«Non ne hai bisogno, lo sai.» dice lei, sorridendogli.
«Hai ragione, non ne ho bisogno.» conclude Thomas pavoneggiandosi. Amy lo osserva, mentre si allontana da lei.

  
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