[Scritto da Claudia Piazza, Valentina Onufrio e Sofia Zaccaria.]
12
I
raggi tiepidi del sole illuminano Manhattan.
Amy,
finalmente, è arrivata nel posto dove spera di trovare Rory.
E’ il luogo in cui
ha visto per l’ultima volta suo marito prima che fosse preso
dagli Angeli
Piangenti, lo stesso in cui hanno portato lei.
Il
cimitero di Manhattan è silenzioso e tranquillo, a
interrompere la pace e la
quiete sono i passi di Amy.
Due
corvi le volano affianco.
“Rory
dove sei?” urla dentro di se.
Camminando
tra le lapidi si guarda attorno in cerca del marito, si volta a destra,
poi a
sinistra.
«Rory.»
sussurra.
Si
ferma esausta in uno spazio dove non ci sono lapidi, cerca con lo
guardo suo
marito.
Quando
ormai sta per perdere la speranza nota un albero grande in fondo al
cimitero:
vede una figura seduta sotto di esso.
«Rory!»
urla.
Si
avvicina alla figura solitaria. Continua a pronunciare il nome di suo
marito,
sperando che sia lui.
Il
ragazzo si alza. Quando a separarli sono pochi metri, Amy finalmente
vede il
volto di Rory.
Rory
bruscamente si scosta, sciogliendo l'abbraccio.
«Così
non funziona.» esclama furioso.
Amy
lo guarda stranita.
«Non
funziona cosa? Di cosa stai parlando?»
«Vi
ho sentiti. Perché non me l'hai detto?»
«Continuo
a non capire…»
«Amelia,
cosa c'è da capire? Ho sentito tutto ieri sera: tu e quel
Wilkinson. Lui sapeva
che stavo ascoltando! Ha parlato di un bacio tra voi due, e tu sei
arrossita!»
«E’
questo il tuo problema? E' questo il motivo che ti ha fatto sparire nel
nulla?»
alzando la voce.
Si
ferma un secondo per prendere un respiro profondo.
«Allora
avrai sentito anche quando ho detto che per me quel bacio non aveva e
non ha
alcuna importanza!»
«Dovevo
immaginarlo che ci potesse essere qualcosa tra voi due.»
Amy
afferra Rory per le braccia, bloccandolo.
«Ma
se non lo conosci nemmeno!»
«E
sentiamo: cosa gli avresti detto mentre ti afferrava tra le
braccia?» delira
isterico.
Rory
guarda Amy dritto negli occhi.
Lei
non risponde, ha gli occhi lucidi.
Respira
profondamente, ricambia il suo sguardo.
«Rory!
Ti sei chiesto il perché sia venuta in
quest’epoca?» domanda pacatamente.
L’espressione
di Rory adesso è cambiata.
«Perché
prendi questo discorso?»
«Sei
uno sciocco Rory Williams, non sai quanto ho desiderato vederti e
trovarti da
quando sono qui. Finalmente ci siamo ritrovati, ma oggi ho avuto il
terrore di
restare da sola. Ho avuto il terrore di averti perso di
nuovo!»
Amy
prende fiato, le tremano le mani dal nervosismo.
«Rory,
io amo te e sarà così per sempre. Noi due siamo
destinati a stare insieme. E’
questo che ho detto a Thomas e che gli piaccia o no, dovrà
farsene una
ragione.»
«E’
questo che gli hai detto?» domanda Rory con un tono
più calmo.
«Sì
sciocchino, gli ho detto esattamente così. Perché
hai dubitato di me?» continua
Amy, «Insieme o per niente, ricordi?»
«Amy,
io…» tenta di dire Rory.
Amy
incornicia il volto del marito tra le sue mani.
Lo
zittisce con un bacio.
Nessuna
parola servirebbe a descrivere cosa stiano provando entrambi in quel
momento.
Amy sorride senza smettere di baciarlo. Si stringono stretti.
«Pensavo
che avrei potuto cavarmela da sola come ho sempre fatto, è
stato difficile per
me accettare l’aiuto dei Wilkinson» dice Amy
continuando a guardare
l’orizzonte.
«Oh,
Amy…»
Rory
l’avvolge tra le sue braccia, accarezzandole i capelli.
Arrivata
la sera i due si incamminano verso l’uscita del cimitero,
tenendosi per mano.
«Ti
accompagno a casa.» afferma Rory, stringendola più
forte.
«No.
Andiamo a prendere le mie cose, così conoscerai i
Wilkinson.»
«E
Thomas?» aggiunge Rory con qualche attimo di esitazione. Amy
lo fissa. Si
sorridono.
«Siamo
solo amici, lo sai. Andiamo, dai.»
Amy
chiama un taxi. I due salgono sull’automobile.
Il
tragitto per arrivare a casa Wilkinson non è molto lungo, il
traffico del
pomeriggio è quasi svanito, si vedono solo poche automobili
per la strada e
alcuni passanti per le vie di Manhattan.
Finalmente
arrivano alla villa dei Wilkinson. Amy
bussa alla porta, ad aprire è Kathrin.
«Amelia,
va tutto bene?» domanda sorpresa.
Fa
accomandare i due ragazzi in casa.
«Buona
sera, signora Kathrin» saluta la donna e indica Rory,
«Ci tenevo a presentarle
mio marito: Rory Williams.»
Rory
timidamente porge la mano in segno di saluto.
«Buona
sera, signora Wilkinson. È un piacere fare la sua
conoscenza.»
«Oh,
anche per me, Rory. Venite, accomodatevi! Gertruda stava per
apparecchiare la
tavola. Cenate con noi?»
Senza
aspettare una risposta, li trascina in sala da pranzo.
Rory
conosce anche il signor Wilkinson e Gertruda.
Di
Thomas, invece, neanche l’ombra. Amy non sa se chiedere di
lui, dato il litigio
della sera prima.
«Non
preoccuparti per Thomas, Amelia. Lui capirà, un giorno o
l’altro» afferma
Kathrin tra una portata e l’altra, notando
l’incertezza di Amy.
«Vorrei
solo che tornassimo ad essere amici.»
«Thomas
è un tipo testardo, un po’ come suo padre, gli
passerà. Andrà tutto bene,
Amelia.»
Finita
la cena Amy e Rory salutano i Wilkinson.
«Vi
ringrazio ancora. Per tutto quello che avete fatto per lei»
dice Rory. Amy non
riesce a credere che possa ancora guardare suo marito con i propri
occhi.
«Rory,
prendo le mie cose e ti raggiungo.»
Amy
si chiude la porta della sua stanza alle spalle con le valigie in mano.
Percorre il corridoio, passa dalla stanza di Thomas, la porta
è chiusa.
Vorrebbe chiarire con lui, ma sa che non è quello il momento
giusto, Rory la
attende.
Scende
le scale e trova Rory che scambia delle parole con il Signor Wilkinson.
«Mi
dispiace interrompervi.»
«Tranquilla,
Amelia. Stavo andando giusto nel mio ufficio, il lavoro mi chiama. Ci
vediamo
in redazione, signorina Williams.» dichiara Herman.
Saluta
Rory con una stretta di mano.
«Buona
notte, Signor Wilkinson» saluta cordialmente Amy.
«Hai
preso tutto?» le domanda suo marito.
«Sì,
sono pronta» risponde lei.
Dicembre
1940.
Amy
e Rory abitano insieme da quasi due mesi, il Natale si avvicina.
Fuori
nevica e tutte le strade di Manhattan sono piene di addobbi natalizi.
È
il primo Natale che Rory ed Amy trascorrono insieme da quando si sono
ritrovati
e niente è più tradizionale dell’albero
decorato di lucine e palline colorate.
Amy
è in piedi in salotto che guarda l’albero, Rory
è seduto al tavolo mentre
prepara delle altre decorazioni con dei cartoncini blu.
C’è
silenzio in casa. Da fuori si sentono alcune voci di bambini che
giocano per le
strade tirandosi palle di neve. Rory si schiarisce la gola.
«Potremo
aggiungere due posti a tavola per la vigilia, che ne dici?»
mormora lui,
interrompendo la quiete della stanza.
Amy
continuando a guardare l’albero.
«Loro
non verranno, Rory.» dice rammaricata.
Rory
si alza da tavola, si avvicina ad Amy e la abbraccia dietro.
«Lo
sai, siamo solo io e te. Il Dottore e River non possono venire in
quest’epoca.»
«Lo
so, Amy. So quanto ti mancano. Mancano anche a me.» la
rincuora lui.
Rory
ritorna al tavolo, prende qualcosa e la porge tra le mani di Amy.
«Tieni.
Ho fatto questo per te.» aggiunge Rory.
Amy
tiene sospeso a mezz’aria l’oggetto datogli da suo
marito: una piccola cabina
blu Tardis di carta con sopra un laccetto bianco.
«E’
bellissima!» dice Amy, le scende una lacrima bagnandole il
volto.
Amy
intreccia il laccetto bianco su uno degli aghi di pino.
«Amy,
ti andrebbe di andare a pattinare?»
Amy
scioglie l’abbraccio, lo guarda e ride in modo buffo.
«Tu non sai pattinare!»
«Mi
insegnerai tu.»
«D’accordo,
signor Williams» dice Amy in tono scherzoso.
La
giovane coppia si reca a Central Park, dove è stata
realizzata una pista di
ghiaccio.
Grandi
e piccini pattinano spensieratamente sotto i fiocchi di neve che
scendono
dall’alto.
Rory
non è molto bravo nel pattinaggio, trascorre il
più del tempo a scivolare per
terra, che in piedi accanto ad Amy. Lei non smette di ridere per le
cadute del
marito.
Per
fortuna, Rory impara in fretta. Si godono quei momenti insieme,
guardandosi
negli occhi e condividendo le risate.
Febbraio
1941.
Le
vacanze di natale sono finite da un pezzo, Amy ha ripreso il lavoro al
giornale
dei Wilkinson.
Amy
è da sola nel suo ufficio, sommersa dal lavoro. Alicia si
sposerà in estate e
tocca ad Amy occuparsi di alcune faccende del matrimonio. Osserva la
lista che
le ha stipulato la sua collega. Sospira.
«Dove
posso trovare delle Peonie lilla?» si domanda ad alta voce.
Per
fortuna, Rory la va a trovare durante la pausa pranzo, portandole
qualcosa da
mangiare.
Mentre,
i due sono seduti alla scrivania pranzando insieme, Thomas passa da
lì,
incrocia lo sguardo di Amy attraverso la porta a vetri. Lui prosegue
dritto
senza fermarsi, Amy lo segue con lo sguardo finché non si
dilegua nel
corridoio.
Rory,
pensieroso, osserva Amy.
«Ancora
non vi parlate, vero?» le domanda.
«No…»
«Potrei
provare a parlargli io.»
«Grazie,
ma non servirebbe a niente. Conosco bene Thomas: è troppo
testardo.»
«Potremo
andare dai Wilkinson una sera di queste, se vuoi.» tenta di
risollevarla.
«Sì,
beh, a loro farebbe piacere, ma non credo sarebbe lo stesso per
Thomas.»
Dopo
il pranzo, Rory si alza e lascia un bacio sulla fronte di Amy.
«Ora
ti lascio lavorare, io torno in ospedale. Se hai bisogno di me sai dove
trovarmi, no?»
«A
sta sera.» la saluta Rory. Il sorriso resta sulle sue labbra.
Giugno
1941.
L’estate
è arrivata e Alicia finalmente si sposa. Ha chiesto ad Amy
di farle da
damigella, Amy non poteva rifiutare.
Amy,
pronta per la cerimonia, raggiunge Rory in cucina.
Indossa
un abito rosa pesco di seta, un tulle a barca le copre le spalle
lasciando nude
le braccia, il corpetto del vestito la stringe in vita e ha
un’ampia gonna a
pieghe svasata che le nasconde le gambe fino alle ginocchia.
Si
sfiora con le dita la collana di perle regalatagli da Rory per il
giorno di
Natale. Rory vedendola rimane a bocca aperta.
«Sei
stupenda!» esclama lui.
«Grazie,
Signor Williams. Anche lei non sta per niente male.» gli dice
ammiccando.
Rory
le porge il braccio, Amy intreccia il suo a quello di Rory ed escono di
casa.
Alicia
ha voluto festeggiare proprio in grande, dopo la funzione religiosa,
infatti,
gli invitati si recano in un giardino dove è stato allestito
un banchetto.
«Ci
saranno più di cento persone…»
esordisce Rory sorpreso.
«Alicia
è fatta così.» sentenzia Amy sorridendo
e salutando con la mano i signori
Wilkinson che si stanno avvicinando a loro.
«Stai
benissimo con quest’abito, Amelia!» esclama
Kathrin, sinceramente entusiasta.
«Grazie,
signora Kathrin. Anche lei è molto bella!»
In
lontananza, Amy intravede Thomas. Amy e Rory si scambiano uno sguardo e
si
capiscono al volo.
«Vai,
tranquilla.» le sussurra sotto all’orecchio e la
bacia sulla guancia. Amy
guarda i signori Wilkinson.
«Se
volete scusarmi…»
Amy
raggiunge Thomas. Lui la vede e si ferma.
«Amy…»
la guarda, aggiunge «Sei bellissima.»
«Grazie.»
risponde timidamente.
Amy
e Thomas non hanno ancora risolto da quando Amy si è
trasferita a casa di Rory.
«Io
vorrei tornare ad essere amici.» dice la ragazza.
Thomas
si accende una sigaretta, poi inizia a camminare. Amy lo segue.
I
due si siedono in una panchina, lontano dal resto della festa.
«Tom,
parlami.» aggiunge Amy.
«Hai
ragione. Sai, mi manca la tua amicizia, manchi anche a
Minù.»
Amy
lo osserva fumare, aspetta che Thomas dica qualcos’altro.
«Dovreste
venire a cena qualche volta…tu e Rory. Ai miei genitori
farebbe piacere.»
«E
a te? tra di noi è tutto risolto?»
«Anche
a me.» dice e studia l’espressione della ragazza.
«Q uindi
tra noi è tutto risolto?»
Thomas
finisce la sigaretta prima di parlare.
«Sì,
Amelia.»
I
due si guardano. Poi vengono interrotti da una ragazza con i capelli
biondi
raccolti in uno chignon che indossa un abito nero a pois neri con un
gran
capello scuro.
«Eccoti,
ti ho trovato finalmente! Ti sto cercando da mezz’ora,
Thomas.»
Lui
si alza dalla panchina scocciato.
«Amelia,
ti presento Dianna.»
Amy
le porge la mano.
«Piacere,
io sono…»
«Amelia,
no?» la interrompe lei con voce altezzosa, guardandola
dall’alto in basso.
«S-si.»
dice Amy.
Dianna
volge lo sguardo a Thomas.
«Tuo
padre sta per fare il discorso agli sposi. Non vorremo mica perdercelo,
vero,
Thomas?»
«Certo
che no.» risponde Thomas con espressione infastidita.
I
due poi si allontanano insieme, Dianna prende per mano Thomas. Lui si
volta per
un secondo verso Amy.
«Che
scocciatura!» dice con il labiale.
Amy
ride e anche lei ritorna alla festa.
Raggiunge
Rory al tavolo in cui siedono le altre damigelle con i loro
accompagnatori.
Tutti
ascoltano il discorso del Signor Wilkinson, poi si procede con le varie
portate.
Non
molto lontano dal tavolo in cui è seduta Amy, siedono i
Wilkinson con Thomas e
Dianna.
Amy
nota che Thomas è distratto, Dianna cerca di richiamare la
sua attenzione più
volte, ma lui il momento dopo la ignora nuovamente.
«Che
c’è? Perché ridi?» le domanda.
«Guarda
Thomas.»
Rory
non capisce, ma fa ugualmente ciò che gli dice Amy.
«Guarda verso l’entrata.»
aggiunge lei.
«Ah!
Ora capisco, ma lui non è venuto qui con la ragazza
bionda?»
«È
un’antipatica, che si sente la padrona
dell’universo» sbuffa Amy.
Riosserva
gli occhi interessati dell’amico.
«Dovrebbe
andare a parlarle.» sussurra al marito, guardando la ragazza
bruna in fondo al
giardino.
«Non
penso che i suoi genitori approverebbero.» mormora lui.
«Deve
crescere prima o poi» si impone Amy, riferendosi a Thomas.
«Scusate,
signori.» li interrompe un cameriere che gli serve
un’altra portata.
Finito
di mangiare, gli invitati si spostano sotto un gazebo dove
verrà tagliata la
torta nuziale.
«Torno
subito.» dice Amy a Rory. Si alza da tavola e raggiunge
quello dei Wilkinson
che stanno per spostarsi insieme a tutti gli altri invitati.
«Posso
parlarti un attimo?» domanda a Thoma.
Kathrin
prende sotto braccio il marito.
«Andiamo
Dianna, ci raggiungeranno dopo.» dice la signora Wilkinson.
Non
appena si allontanano, Amy si siede accanto a Thomas.
«Thomas,
ho visto come la guardi, perché non le vai a
parlare?» chiede Amy e fa un cenno
con il capo verso la ragazza bruna.
«Sapevo
che lo avresti notato, Amelia.» dice Thomas in tono scherzoso.
«So
come sei fatto, Tom. E so che non sei felice con lei.» parla
di Dianna. E una
smorfia le viene spontanea.
«Eppure,
sai anche che mio padre non me lo permetterebbe: è solo una
cameriera.» ribatte
Thomas.
«A
te importa?» continua Amy.
«Ovvio
che no, cioè…»
«E
allora vai. Tuo padre capirà. Si arrabbierà, ma
prima o poi devi prendere il
controllo della tua vita, Thomas.»
Lui
accende una sigaretta.
«E’
facile dirlo per te.»
«Cosa
vorresti dire?» chiede Amy, alzando un sopracciglio.
«Tu
non devi rendere conto a nessuno.»
«E
neanche tu! Sei abbastanza grande per decidere da solo con chi
stare.»
Thomas
prende un’altra boccata di fumo, pensieroso.
«Tutti
dovrebbero avere il diritto di innamorarsi e sposare chi vogliono. Lo
hai detto
tu, ricordi?» continua Amy. Thomas se la ride sotto i baffi.
«Certo
che me lo ricordo.» poi aggiunge, «Penso che siamo
rimasti abbastanza seri per
oggi. Sono più bello quando sorrido, ma tu lo sai
già, no?»
Amy
lo spinge incitandolo ad alzarsi.
«Dai,
vai a parlarle!» esclama Amy, «Tranquillo, non
starò dietro una porta ad
origliare.»
«Te
lo ha detto Rory, vero?»
«Non
importa, adesso. Vai a parlare con quella ragazza.»
«Va
bene, va bene. Ci vado.» dice alzando le mani in segno di
resa.
Spegne
la sigaretta nel posacenere al centro del tavolo e posa, di nuovo, lo
sguardo
su Amy.
«Augurami
buona fortuna.»
«Non
ne hai bisogno, lo sai.» dice lei, sorridendogli.
«Hai
ragione, non ne ho bisogno.» conclude Thomas pavoneggiandosi.
Amy lo osserva,
mentre si allontana da lei.