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Autore: LilyBennet    29/01/2018    3 recensioni
Hermione Granger e Draco Malfoy sono follemente innamorati. O almeno così sembra.
Ai due è stata sbadatamente somministrata una pozione d'amore, che finisce per avvelenarli entrambi e causargli dei brutti effetti collaterali. Con il viso di un sinistro color viola lei, e delle disgustose pustole verdi su tutto il corpo lui, si ritrovano a condividere la stessa sorte ad appena un letto di distanza, separati da una sottile tendina dell'infermeria. Non ci vuole molto a capire cosa abbia spinto i due eterni nemici ad agire in un modo così insolito, ma ormai il danno è fatto, e tutta Hogwarts li ha visti girare mano nella mano e scambiarsi tenere effusioni.
In una scuola dove niente rimane segreto troppo a lungo, i due caposcuola si ritrovano a dover far fronte a pettegolezzi di ogni genere, fidanzati gelosi, e rivalità tra case che perdurano da secoli.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Dean/Ginny, Draco/Hermione, Draco/Pansy, Harry/Ginny
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Alcuni segreti risultano più pesanti di altri, e questo Harry lo stava provando sulla sua pelle.

Quella confidenza gli pesava sul cuore, e ogni volta che ne vedeva la causa, questa gli risaliva in gola strozzandolo.

Sapeva che, prima o poi, avrebbe finito per raccontarla a qualcuno, ma si era sempre detto di non farne parola con Ron – troppo indiscreto, seppur suo migliore amico dal primo anno.

C'era da precisare, però, che nel suo immaginario nessuno lo aveva mai chiuso a chiave negli spogliatoi, né aveva cercato di estorcergli le informazioni di bocca.

Ginny era riuscita a sbarazzarsi di Dean Thomas – che a quanto gli era parso di capire, era stato accollato a Seamus Finnigan – e l'aveva attirato in cabina con una scusa idiota che, con il senno di poi, Harry avrebbe dovuto subito associare ad una balla bella e buona.

E adesso risultava complicato resistere e tenersi tutto per sé, soprattutto perchè il cercatore era cotto a puntino, e sapeva che non sarebbe mai e poi mai riuscito a resistere a tutte le moine della ragazza.

« Dai, Harry, a me puoi raccontare tutto » tubò Ginny lasciandosi cadere al suo fianco.

Harry sussultò per la tensione.

A dire il vero non sapeva se fosse una buona idea vuotare il sacco su ciò che aveva visto, ma la sedicenne insisteva, ed insisteva.

« E' piuttosto bizzarro che tu sia scappato a gambe levate, l'altra sera » attaccò Ginny « Tu sei sempre così coraggioso... avanti, ci conosciamo da una vita e sei il migliore amico di mio fratello – a lui non è consigliabile raccontare tutto, vista le limitate capacità intellettuali di cui dispone – ma, per tua fortuna, io ho preso da mia madre »

Harry deglutì.

Prima o poi, vedendo quanto fossero migliorati i rapporti tra Malfoy e quella disgraziata di Hermione, sarebbe saltato fuori tutto. E alla rossa non sarebbero servite particolari doti da veggente per collegare, o quantomeno intuire, che la passata battuta in ritirata fosse una conseguenza di quella novità; solo uno sciocco – e Ginny, sebbene fosse stata la mente eccelsa che aveva avuto la grandiosa idea di servire all'amica una Burrobirra abbandonata da chissà chi, non era affatto stupida.

In più, non riusciva proprio a resistere alla manina poggiata sul suo ginocchio.

Harry ringraziò di essere stato preso in ostaggio.

« Prometti di non dare di matto » cominciò a parare le mani in avanti lui.

« Non posso, se non so cosa mi stai per rivelare » replicò con calma la rossa.

Harry sospirò: quella era una frase tipica di Hermione – quella intelligente, buona e che detestava i Malfoy, non quella che parlava in tutta tranquillità con uno di loro.

« Quanto sto per dirti non deve uscire di qui » continuò lui.

« Dimmi »

La mano di lei cominciò ad accarezzargli la coscia con fare amichevole, e Harry deglutì un'altra volta. Faceva fatica a ricordarsi addirittura cosa dovesse confessarle.

Menomale che la risata sprezzante di un certo Serpeverde glielo ricordò.

 

« ...Oh, sì, finalmente ci sono arrivato » urlò Draco dal campo di quidditch, che molto probabilmente aveva cominciato ad allenarsi con qualche compagno di squadra.

Ovviamente senza averne l'autorizzazione.

 

« Non ti piacerà » proseguì Harry, sforzandosi di pensare al biondo caposcuola, e non alla Weasley davanti a lui.

« L'altra sera ce l'avevo quasi fatta, ero arrivato al quarto piano, e non mancava nemmeno tanto alla biblioteca. Ma poi ho sentito delle voci »

 

« ...Sì, davvero geniale, ma come pensi di farcela? » replicò la voce di Theodore Nott in seguito ad altre urla che Harry non aveva udito « Attento al bolide! »

 

« Ma Malfoy l'autorizzazione l'ha chiesta? » lo interruppe innervosita Ginny. Senza nemmeno attendere replica, si diresse con passo pesante verso la porta degli spogliatoi, e la spalancò senza troppi complimenti.

Un colpo che fece sobbalzare i due Serpeverde in campo, e che per poco non fece volare Nott giù dalla scopa.

Il bolide sfiorò il caposcuola, che svelto l'afferrò e si lanciò verso il suolo per poterlo riporre.

« Weasley?! Ma che accidenti ci fai qui? » le domandò stizzito lui.

« Potrei farti la stessa domanda, Malfoy. Nott, non si tiene così una scopa. Ci sei mai salito sopra prima d'ora, almeno? »

« Chiudi quella bocca, donna! » le berciò contro Theodore, sistemandosi goffamente le maniche della camicia grigia – non sarebbe stato il miglior mago del mondo a cavalcare la scopa, ma ciò non toglieva che non potesse essere il più bello.

Harry, attirato dal battibeccare in corso, abbandonò il nascondiglio per cacciare fuori il naso.

« Si dia il caso che ci stiamo allenando per la partita di settimana prossima, contro di voi, tra l'altro » si intromise Draco, riprendendo la polemica precedente « Cinque punti in meno per averci disturbato »

« COSA?! » strillò indignata Ginny.

« Potter?! » domandò incredulo Theodore Nott « ma che ci facevate negli spogliatoi? »

« Che cos'è questa storia dei punti tolti? » lo ignorò arrabbiato Harry.

« Qui siamo noi a fare le domande » lo zittì Nott.

Malfoy assunse un sorriso ben poco confortante, il genere di smorfie che si era soliti vedere sulle labbra di Piton prima di un colpo basso.

Si sedette sulla scopa, che ancora fluttuava, e osservò i due ragazzi a braccia incrociate. Theo scese di quota per mettersi al suo fianco.

« E così, San Potter e la Weasley, già fidanzata, erano soli soletti » cominciò con il tono canzonatorio di qualcuno che riesce a fare due più due prima di tutti « chiusi in uno stanzino, a fare chissà cosa da chissà quanto... mi chiedo cosa ne penserebbe il buon Dean Thomas »

Ginny diventò rossa come i suoi capelli, e dopo un breve momento di paralisi totale – quasi fosse stata colpita da un Pietrificus Totalus un attimo prima di un urlo spacca-timpani – cominciò a digrignare i denti minacciosa.

Harry, dietro di lei, era già pronto a dare vita ad un duello.

« Altri dieci punti in meno per la pugnalata alle spalle di quel povero buon samaritano. A testa, mi sembra chiaro »

Basta.

Ginny scattò in avanti, decisa più che mai a saltargli addosso e, nel migliore dei casi, strangolarlo. Harry rinunciò completamente alla tentazione di scagliare una fattura contro i Serpeverde solo perchè, in quel momento, l'urgenza riguardava evitare che Ginny ammazzasse un caposcuola.

« Ma è una selvaggia » commentò Theo, godendosi la scena della rossa che muoveva freneticamente le mani, quasi sperasse di graffiarli da lontano.

« E' una Weasley » specificò Draco.

Harry Potter dovette compiere uno sforzo immane per evitare di lasciare la ragazza, facendo sì che Malfoy smettesse definitivamente di esistere. Sapeva che, di certo, quel particolare che li aveva visti insieme in uno spogliatoio vuoto, non sarebbe rimasto tra loro quattro tanto a lungo, e sebbene non dubitasse che il suo amico Dean non avrebbe messo su la più spettacolare scenata di gelosia che la torre di Grifondoro avesse mai visto, preferiva evitare di dar vita a pettegolezzi di ogni genere.

« Non so te, Theo, ma a me questa scenetta patetica comincia ad annoiare » disse il biondo, dando le spalle ai due studenti.

« Ben detto, amico mio. Torniamo ai dormitori, abbiamo una fantastica storiella da raccontare »

Ginny smise all'istante di scalciare, e Harry, ingenuamente, lasciò la presa. Gli occhi castano chiaro della ragazza guardarono truci Malfoy – che ignaro di tutto chiese aiuto al compagno di casa per trasportare la cassa dei bolidi – incerta sul da farsi.

Stare ferma voleva dire tornare al dormitorio con un fatto fuori contesto come cappio al collo e con venticinque punti totali in meno; agire, invece, significava tornare alla torre con la solita corda alla gola, più punti di penalità, ma che sempre fosse lodato Godric, con tanta soddisfazione.

Aveva deciso. Ci sarebbero state ripercussioni, ma non le importava minimamente.

Un attimo prima Malfoy era piegato per sollevare il pesante baule, quello dopo era riverso a terra – colpito da uno schiantesimo proprio sul suo ricchissimo didietro purosangue – e i due Grifondoro erano in fuga verso il castello.

 

 

 

 

Che benessere, che pace. Era tutto molto diverso da quando Pansy era al San Mungo.

Millicent Bulstrode era sempre sola, con come unica compagnia le sue tisane e le sue barrette dimagrenti, ma bisognava ammettere che aveva una bella cera: non aveva più nessuno da assecondare nelle sue folli idee, una mini vacanza rigenerante.

Che immenso piacere potersene stare in sala comune senza l'assillo di quella sanguisuga di Pansy Parkinson.

Blaise e Daphne erano nei sotterranei – disteso su un divano con i piedi incrociati il primo, seduta composta la seconda.

Daphne si era messa e tolta lo smalto almeno dieci volte – quattro solo quel giorno – e Zabini aveva fatto in tempo a finire un libro che si era ripromesso di leggere per anni: “L'unico mago intelligente

L'aveva richiuso emettendo una risatina ironica, pensando che lo sventurato protagonista, circondato da emeriti idioti, gli ricordasse incredibilmente sé stesso.

« E adesso? Cosa facciamo? » domandò spaesata la bionda.

Blaise si stiracchiò facendo finire a terra un cuscino.

« Non ne ho idea » disse sbadigliando « non credevo che ce la saremmo spassata così tanto in così poco tempo »

Nel giro di cinque giorni scarsi, i due avevano potuto fare tutto quello che, in altre condizioni, gli era risultato impossibile.

Quante maschere di bellezza, e quanti scrub viso si era fatta Daphne – adesso la sua pelle era morbida e liscia come il culetto di un neonato.

Per non parlare di Blaise, che oltre a leggere in santa pace quel tomo di puro egocentrismo, era riuscito a recuperare tutte le ore di sonno arretrate.

Insomma, era saltato fuori che Pansy fosse il minimo comun denominatore di tutti i loro problemi.

« Tra quanto torna pazza-Pansy? » domandò Blaise.

« Tra due giorni » rispose Daphne.

Zabini si lasciò sfuggire un gemito frustrato. Incantò il libro, che volò dritto dritto verso i dormitori maschili, e si mise a sedere.

« Passeggiata in riva al lago? »

« Già fatta, tutti i giorni dopo pranzo » gli ricordò la Greengrass.

« Ah, giusto... andiamo a rubare qualche zucca dal giardino di Hagrid, ora che hanno ancora dimensioni normali e che non pesano duecento chili l'una? »

« Già rubate ieri, ne ho due nascoste sotto al letto »

« Ci fingiamo interessati a “Il Cavillo” di Lunatica Lovegood? »

« Cielo, no. Nemmeno se fossi disperata le rivolgerei la parola di proposito » si rifiutò la bionda.

« Allora siamo a corto di idee, Daphne » constatò abbattuto Blaise.

Proprio in quel momento l'ingresso dei sotterranei si spalancò, e un Theodore Nott piuttosto divertito, e un rosso d'ira Mlafoy – tra l'altro sporco in viso di terra e con qualche filo d'erba tra i capelli in disordine – fecero la loro comparsa.

« Hai tentato di brucare in un prato, per caso? » gli domandò velenosa la ragazza.

« Sbaglio, o mica avevi detto che saresti andato solo ad allenarti per la partita di sabato? » infierì Blaise.

Draco borbottò qualcosa tra sé e sé, che fece scoppiare a ridere Nott talmente forte, da costringerlo a cercare un appoggio.

La Greengrass e Zabini si guardarono risollevati: avevano trovato come scacciare la noia.

« Ma insomma, cos'è successo? » si informò Blaise.

Nott riprese fiato, asciugandosi una lacrimuccia da un occhio.

« Eravamo in campo che ci stavamo allenando e... » quando si voltò a guardare il volto torvo del biondo ricominciò a sghignazzare.

« Perdonatemi, è che ogni volta che ripenso alla scena... » si scusò cercando di riprendere un minimo di compostezza.

Daphne si avvicinò al rampollo di casa Malfoy per pulirgli almeno un po' i capelli chiarissimi dal fogliame del terreno mal tenuto del campo, ma la sua mano venne scacciata senza alcuna gentilezza.

« Sì, dai, sapete già dov'eravamo » riprese Nott « ci stavamo allenando, Draco mi stava parlando di un certo piano che, senz'altro, vi spiegherà meglio lui, e udite udite: la Weasley e Potter escono dagli spogliatoi. Da soli »

« No! » esclamò stupefatto Blaise, con lo stesso tono di una casalinga pettegola.

« E invece sì » replicò incalzante Theo « ovviamente è nata discussione: Draco ha iniziato a dire di volerlo raccontare a Dean Thomas, e la piattola Weasley ha cercato di raggiungerci scalciando e dimenandosi, con Potter che invece la tratteneva... »

Qui, Draco, ricordandosi la prossimità al momento in cui commise l'errore di abbassare la guardia, si indirizzò verso l'uscita del sotterraneo bofonchiando più tra sé e sé, che agli amici.

« Vado a farmi una doccia nel bagno dei prefetti »

Venne totalmente ignorato.

« ...E come questo intelligentone si è voltato, lei le ha tirato contro uno schiantesimo. Ottima mira, devo dire: un bel colpo sul suo sedere che l'ha mandato dritto dritto faccia a terra » riprese a ridere a crepapelle, tirando dentro Blaise che – tanto per infierire – prese ad indicare Malfoy, fino a che quest'ultimo non abbandonò la sala comune, giusto per rendere il tutto ancora più umiliante.

« Mi rifiuto di pensare che, una volta ripresosi abbia lasciato correre un simile affronto, perchè con Malfoy non ci si può permettere di pestargli i piedi e farla franca; avanti, qual è stata la vendetta? » chiese Daphne.

« Diciamo che adesso i Grifondoro sono ultimi in classifica » gli strizzò un occhio Theo « e adesso, vogliate scusarmi, ma vado a lavarmi anch'io » si congedò lui, indirizzandosi verso i bagni studenteschi.

« Perchè? Sei finito nel fango anche tu? » scherzò Blaise.

« Oh, no, nulla che riguardi la terra. E' che ho riso talmente tanto che temo di essermi pisciato addosso »

 

Rimasti di nuovo soli, tra Blaise e Daphne ricadde il silenzio.

La bionda osservò quel che le stava attorno, in cerca di qualcosa per ammazzare la noia, ma mai la sala comune le era parsa tanto monotona e vuota.

« Abbiamo già liberato qualche bestiola di Hagrid in giro per il castello? » domandò di punto in bianco Blaise.

 

 

 

 

Hermione sedeva al tavolo dei Grifondoro – stanca morta dopo aver dovuto inseguire qui e là, assieme a Hannah Abbott e altri prefetti, un paio di Snasi che avevano seminato il caos rubando anelletti e collanine di alcune studentesse, liberati da ignoti – quando un ragazzino del quinto anno notò l'anomalia.

« Ehi! Come mai siamo ultimi?! » urlò indicando il recipiente dei rubini dei grifoni.

Un vociare sempre più crescente invase la Sala Grande, e la caposcuola udì diverse lamentele.

 

« E' tutto un complotto! »

« Chi ci ha fatto perdere così tanti punti?! »

« E' un'ingiustizia! »

« Caposcuola corrotti! »

 

alcune testoline si voltarono verso Hermione, sospettando per un attimo che lei c'entrasse qualcosa con quel colpo di scena, ma bastò l'espressione spaesata della ragazza per fargli cambiare idea.

In caso contrario, la Granger non avrebbe tenuto nascosto né quel colpo basso, né i motivi che l'avevano spinta a ricorrerci.

« Miseriaccia! » imprecò Ron, lasciando cadere rumorosamente la forchetta nel piatto « siamo addirittura dopo i Corvonero! »

Harry e Ginny si scambiarono due occhiate colpevoli, quasi a domandarsi: “dici che sia per quella cosa?”

« Hermione, tu ne sai qualcosa? » le accorse accanto Seamus Finnigan.

« No, certo che no! » si difese la ragazza.

Seamus sfrecciò via verso gli altri studenti che, come lui, si dimostravano particolarmente indignati, e Hermione ebbe modo di rimettersi comoda. Senza tuttavia rilassarsi per davvero.

La caposcuola rimase immobile al suo posto, con lo sguardo perso nel piatto colmo di cipolline arrostite davanti a lei.

« Tutto bene? » domandò Ron, posandole una mano sul polso per richiamare la sua attenzione.

Hermione sollevò gli occhi, incrociandoli per un attimo con quelli di Malfoy – che li stava guardando – e li posò sul rosso accanto a lei.

« Sì, stavo solo riflettendo » rispose ricomponendosi « stavo cercando di immaginarmi cosa io mi sia persa durante la mia caccia allo Snaso »

Notò l'evidente disagio di Harry, che non di rado lanciava occhiate a Ginny – che al contrario manteneva una perfetta faccia di bronzo – e non le ci volle molto per collegare il tutto.

« Harry? » sollevò un sopracciglio lei « vuoi illuminarmi? »

Il cercatore di Grifondoro cominciò a sudare, e con gli occhi cercò la piccola Weasley che, tuttavia, per sfuggire ad un interrogatorio aveva trovato una scusa qualsiasi per sbaciucchiare davanti a tutti Dean Thomas.

Potter, resosi conto di essere solo davanti ad una severa inquisizione della strega – e non una qualunque a cui bastava rifilare una balla senza capo né coda per passarla liscia – decise di evitare inutili discussioni e di vuotare subito il sacco. Nel modo più delicato possibile, e che gli consentisse di tornare al proprio dormitorio tutt'intero.

D'altronde, come si era visto quando avevano cercato di non farla andare in biblioteca, Hermione aveva il naso per fiutare ogni genere di fandonia, e continuare a propinargliele non avrebbe fatto altro che spingerla ad indagare maggiormente.

« Ginny ed io abbiamo litigato con Malfoy » minimizzò « saresti così gentile da passarmi un po' di branzino in umido? »

Hermione strabuzzò gli occhi, e Ginny si staccò subito dal suo appassionato bacio per guardare male il ragazzo con gli occhiali tondi.

« Che cosa? E vi ha tolto punti solo per questo? »

Il suo timore era divenuto realtà: Malfoy aveva appena cominciato ad approfittarsi della sua posizione solo per penalizzare le altre squadre.

Oh, ma se lo aspettava... sì, lo aveva capito sin dal momento in cui l'aveva incontrato sulla carrozza dei prefetti.

Si voltò immediatamente con uno sguardo inceneritore verso il biondo, che adesso stava mangiando in tutta tranquillità con i suoi amici. Quindi era quello il motivo perchè, poco prima, lui la stava guardando?

Strinse la mani a pugno attorno alla forchetta, seriamente tentata di alzarsi e mettersi a urlare.

« Stasera lo vado a cercare e gliene dico quattro » sibilò.

 

 

 

 

« Draco... » lo chiamò divertito Theo.

« Eh? »

Malfoy sollevò la testa dal piatto.

« Penso che alla Granger sia giunto qualcosa alle orecchie »

Draco sorrise compiaciuto, e guardò in direzione della caposcuola con un'espressione ilare.

« Ma non le han detto tutto » contestò Malfoy.

« E come faresti a saperlo, scusami? » domandò perplessa Daphne.

« Non è sufficientemente arrabbiata »

 

 

 

Ginny, sicura che quell'intoppo avrebbe senz'altro condotto la caposcuola alla verità assoluta, preferì saggiamente metterla al corrente di tutto sin da subito – forse così sarebbe stato meno peggio che venirlo a sapere da voci di corridoio o da Malfoy.

« Sì, potrei averlo schiantato »

E riprese a baciare Dean Thomas.

Hermione spalancò la bocca in una comica espressione stupefatta.

 

 

 

« Ora sa tutto » constatò Draco, osservando il cipiglio della ragazza mutare in fretta dallo stupore alla rabbia « Due galeoni che si ripresenta il tic al naso » scommetté Malfoy.

« Che tic, scusami? » domandò spaesato Blaise.

Il biondo, resosi conto di aver appena ammesso di aver notato qualcosa di cui i suoi amici ignoravano l'esistenza, si mise subito a mangiare con voracità il salmone al cartoccio nel suo piatto.

« Draco, di che tic stai parlando? » domandò con maggiore insistenza Blaise.

« Devo essermi confuso con qualche altra ragazza, scusatemi » si finse offeso lui.

 

 

 

Harry temette di dover assistere all'amica, che per la collera aveva momentaneamente smesso di respirare e si stava colorando di rosso, cadere a terra priva di sensi.

« Hermione, ti prego, di' qualcosa » la pregò il cercatore di Grifondoro.

Ma una volta aperta bocca, il ragazzo si ritrovò a pensare che sarebbe stata meglio lasciarla soffocare.

« Voi due! » strepitò.

In tutto questo, Ron non osò intervenire in alcun modo. Per una volta che Hermione non ce l'aveva con lui...

« Hermione, cara, posso spiegarti... » tentò debolmente di difendersi Ginny.

« Hai schiantato un caposcuola » continuò l'altra ignorandola.

Le sue narici cominciarono a dilatarsi e a contrarsi freneticamente.

 

 

 

I tre Serpeverde osservavano la scena dal loro tavolo con la bocca aperta. Malfoy, invece, aveva preferito non sollevare lo sguardo, temendo di incrociare quello assolutamente sconcertato dei suoi amici.

« Come facevi a sapere questa cosa? » domandò scioccata Daphne.

« Oh, coraggio » imprecò lui, nel disperato tentativo di pararsi il didietro « è impossibile da non notare... insomma, dove avete vissuto per tutti questi anni? »

Niente da fare, nessuno dei suoi amici sembrava aver abboccato.

« Io non l'avevo mai visto » si oppose Theo.

« E io nemmeno » si aggiunse Blaise, guardando il caposcuola come se avesse improvvisamente contratto una disgustosa patologia deturpante.

 

 

 

« Sì, ma non dire che tu non hai mai voluto mandarlo KO » contestò Ginny.

« Ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, Ginny! » la rimproverò Hermione « e cosa vi ha fatto per meritarselo? »

Ginny e Harry si scambiarono un'espressione allarmata: cosa fare? Ma soprattutto, cosa dire e cosa omettere?

La rossa guardò Dean, e cercò di minimizzare.

« Malfoy e Nott hanno visto che parlavo con Harry, hanno cominciato a dire assurdità e a toglierci punti per idiozie come averli interrotti mentre si allenavano, e così ho fatto quel che ho fatto » disse tutto d'un fiato « è vero, è discutibile, lo riconosco... ti prego, smettila di guardarmi così »

Hermione si prese la testa tra le mani.

« Ginny! Ma ti costava tanto mandare giù il rospo, almeno per il momento, e venirmelo a dire? Sarei andata a parlare io con Malfoy! »

Harry, all'udire quell'affermazione, rischiò di strozzarsi con un boccone di funghi trifolati andato di traverso.

 

 

 

 

Era inaccettabile.

D'accordo, comprendeva che un simile affronto andava punito, ma sapeva anche perfettamente che Malfoy non attendeva altro. Dopotutto aveva ben sei anni di coppe delle case perse arretrate, probabilmente non vedeva l'ora che qualcuno della casa rosso-oro gli facesse un occhio nero solo per togliergli quanti più punti gli fosse consentito.

Hermione era davanti ad un muro di parete liscia; da qualche parte, dietro di essa, dovevano esserci i dormitori.

Ma come entrare? Qual era la parola d'ordine? Piton era nei dintorni? Stava infrangendo il coprifuoco, l'avrebbe fatta franca?

Accarezzò l'idea di mettersi a urlare e battere furiosamente contro il muro, nella speranza di avere abbastanza fortuna da creare trambusto nel punto giusto e far accorrere le serpi, ma non appena sollevò un pugno, una voce stridula la bloccò all'istante.

« Caposcuola Granger? »

Si voltò di scatto, come se fosse stata colta in fallo un attimo prima di infrangere le regole.

Due bambini, che a malapena le arrivavano allo sterno, e con il classico mantello con sopra ricamato il serpente verde-argento, la guardavano sospettosi.

« Che cosa ci fai qui? » domandò uno di loro, senza preoccuparsi di usare un tono vagamente amichevole.

« Voi due non dovreste essere in giro a quest'ora » li rimproverò lei.

Quello che le aveva rivolto la parola sollevò un sopracciglio.

« Nemmeno tu »

Hermione si schiarì la gola, si ricompose, e parlò con voce autoritaria.

« Devo parlare con il caposcuola Malfoy »

I due undicenni si diressero verso il vero ingresso nascosto del sotterraneo – facendo sentire una grande stupida la Grifondoro, visto che era molto più in là di dove si trovava lei e, se non si fossero presentate le due piccole serpi, avrebbe continuato a strillare e battere le mani per ore invano – e pronunciarono a bassa voce la parola chiave, assicurandosi che la ragazza non potesse udirla.

« E' importante » ci tenne a rimarcare un attimo prima che svanissero dietro il passaggio, che si richiuse con un boato.

 

Malfoy fece la sua presentazione poco dopo, con un'espressione imperturbabile. Una finta smorfia sorpresa apparì sul suo volto.

« Granger? Io non capisco »

Che bugia. Quale scemenza. Ma soprattutto, che impressionante dote da attore.

Lui sapeva perfettamente che lei si sarebbe fatta viva, e non grazie alla caposcuola-in-sogno. Era strano, se ci si soffermava troppo, ma dal momento in cui l'aveva vista diventar color Weasley, aveva cominciato a convincersi che lei lo avrebbe atteso al varco.

E l'aspettava.

Si era messo comodo, con la sua camicia bianca luminosa – talmente candida da far sembrare che riflettesse la luce – ben pettinato e profumato. Un atteggiamento che aveva insospettito i suoi amici, ma che non aveva potuto far a meno di assecondare.

« Oh, ma davvero? » sibilò Hermione.

I due ragazzi si guardarono negli occhi – a braccia incrociate una, mollemente poggiato alla parete l'altro.

« Con quale diritto » cominciò la ragazza a denti stretti « togli tutti questi punti a dei ragazzi della mia casa, senza prima discuterne con me o un professore? »

Malfoy la guardò divertito, e la Granger si inalberò maggiormente.

« Che cosa c'è da ridere? »

Draco non la degnò di risposta.

« Malfoy? »

Ancora niente. Lui si limitava a guardarla, senza tuttavia aprire bocca. Hermione avanzò verso di lui irritata, pronta a colpirlo per dargli una scrollata.

« Malfoy! » lo chiamò.

Ma prima ancora che la sua mano poté anche solo sfiorarlo, venne prontamente fermata, quasi si fosse mossa con estrema lentezza.

Era al suo cospetto, abbastanza vicina da consentirle di sentire la sua costosa colonia, e lo guardava dal basso verso l'alto.

Un improvviso senso di deja-vu la colpì: ma quella non era mica la stessa scena avvenuta nel suo sogno, non molto prima? Oh, sì che lo era.

Proprio lei.

Si staccò bruscamente massaggiandosi il polso, dove un attimo prima c'erano le dita calde del ragazzo.

« E' così facile farti arrabbiare »

Hermione deglutì, e tentò disperatamente di ricomporsi. Si schiarì la gola, e incrociò le braccia al petto.

« Non mi hai risposto »

Malfoy si staccò dal muro e l'aggirò per fare una passeggiata.

« Ho fatto quello che dovevo fare » le disse.

« Davvero, Malfoy? Era proprio necessario? » lo seguì la ragazza.

« Questo e altro per insegnare un po' di sana disciplina a quei selvaggi »

Svoltarono l'angolo senza che Hermione ci facesse caso – distratta com'era dalla sua ramanzina, non collegò il fatto che, a tutti gli effetti, Draco la stesse portando a fare una passeggiata per i corridoi.

« Selvaggi?! Malfoy, ricordati che stai parlando di Ginny Weasley e Harry Potter! »

« C'è qualche differenza, Granger? »

Il fantasma del Barone Sanguinario gli attraversò la strada, senza tuttavia degnarli di un solo sguardo. Hermione lo osservò fluttuare con un misto di timore e curiosità: d'accordo, nella torre di Grifondoro c'era Nick-quasi-senza-testa, ma perlomeno lui era simpatico.

Malfoy, al contrario, non ci diede alcun peso.

« Senti, sono d'accordo sul fatto che sia inaccettabile che un alunno attacchi un caposcuola, ma la tua è stata una misura drastica... »

« Più che giusta, mi sembra. Tornassi indietro, rifarei la stessa identica cosa »

Hermione mandò a quel paese tutte l'autocontrollo che si era imposta di mantenere, e si bloccò in mezzo al corridoio.

« Malfoy! » lo riproverò.

« Granger » la scimmiottò lui.

Salirono le scale che portavano al piano delle cucine e dei dormitori di Tassorosso.

« Avresti dovuto parlarne con qualcun altro, non agire di tua iniziativa » lo rimproverò.

 

Wayne Hopkins, settimo anno, Tassorosso, stava uscendo proprio in quel momento dalla cucina con le mani colme di pasticcini alla crema. Vedendo i due caposcuola, si nascose dietro una colonna.

 

Malfoy e Hermione si fermarono uno davanti all'altro a guardarsi.

« Sono stato attaccato, non potevo lasciar correre » ribadì il biondo.

La Granger sbuffò, e una ciocca riccia le cascò davanti alla faccia. Senza nemmeno pensarci sopra, Draco allungò di istinto una mano e le liberò il viso.

La grifona non si oppose.

 

Wayne Hopkins trattenne il fiato.

 

« Lo so, ma ciò non toglie che tu abbia esagerato. Insomma, siamo ultimi in classifica! Eravamo i primi! » si lamentò Hermione.

I due ragazzi erano vicini, così vicini da far sembrare quello scambio di battibecchi come quelli che si è soliti fare tra amici.

« Beh, mi spiace ma... »

« No! Non è vero! » strepitò di punto in bianco lei, facendo sobbalzare il biondo.

« Di' la verità: l'hai fatto solo per farmi andare su tutte le furie, non è così?! Non è così?! » strillò ancora.

« Granger, dai, per piacere... » cercò di farla ragionare Malfoy, che temeva di veder spuntare fuori qualche professore.

La Grifondoro si girò di schiena, pronta ad andare chissà dove. Lui le posò una mano sulla spalla per farla voltare, ma ebbe come unico risultato quello di farla urlare ancora di più.

« Sai, per un attimo avevo pensato che Ginny e Harry si meritassero per davvero una punizione, ma ora che ci rifletto su, mi sono convinta che tu l'abbia fatto solo per far vincere alla tua casa la coppa! » gesticolò freneticamente la Granger « Oh, ma cos'avevo in testa quando sono venuta a cercarti per parlarti? Insomma, davvero credevo che mi avresti dato un minimo di appoggio, in nome nella nostra amicizia?! »

« Santo cielo, quanto sei fastidiosa! » tentò di coprire la sua voce il biondo.

Hermione non si accorse di quello che fosse uscito dalla sua stessa bocca, e alle orecchie di Draco suonò come una banale constatazione – peccato che non lo fosse.

 

A Wayne Hopkins, ancora nascosto, venne quasi un colpo al cuore. Dunque erano amici?

 

La Granger fece per urlare, ma Malfoy scattò in avanti e le coprì senza complimenti la bocca con il palmo della mano.

Lui si guardò attorno, spaventato dall'idea che qualcuno attirato dagli strilli della ragazza li sorprendesse così vicini; lei teneva gli occhi strabuzzati, fissi sul viso pallido del biondo.

Mai, in tutta la loro vita, avrebbero immaginato di ritrovarsi in una situazione simile. E Malfoy nemmeno stava pensando che, quella boccuccia che si ostinava a tenere chiusa con la sua mano, avrebbe potuto passargli chissà quale inguaribile malattia!

« Ascoltami bene » cominciò lui con la voce ridotta ad un sussurro.

 

Il Tassorosso nascosto, non udendo altro che lievi bisbigli, si sporse per sbirciare meglio. Malfoy era piegato all'altezza della Granger, e sembrava proprio che si stessero baciando.

No, non poteva essere.

Wayne non poteva credere ai suoi occhi. Doveva star mal interpretando tutto.

 

« Il coprifuoco è finito da un pezzo, stiamo entrambi infrangendo le regole »

Hermione sembrò ritrovare il lume della ragione.

« Per quanto mi riguarda potremmo anche andare avanti fino a domani mattina a litigare, davvero, mi diverte »

La Granger si divincolò per protestare, ma Draco la tenne ben ferma.

« Ma vedi, se qualcuno ci sorprendesse adesso, la mia più che giusta punizione per Potter e la Weasley sarà l'ultimo dei nostri problemi. Per cui, santa ragazza, mi assicuri di non fare sciocchezze, non appena ti lascerò andare? »

La caposcuola annuì con il capo, e quando Malfoy le allontanò la mano dalle labbra – con non poco timore – lei non osò fiatare.

Ma alle spalle del biondo, un fragoroso tonfo li mise subito in allarme: Wayne Hopkins, nel disperato tentativo di vedere meglio, era inciampato nei suoi stessi piedi ed era cascato a terra. Sporco di crema, si rizzò subito a sedere.

« Io non ho visto nulla » continuava a farneticare.

Malfoy estrasse la bacchetta, pronto a scagliargli contro un incantesimo di memoria, ma Hermione lo costrinse ad abbassare il braccio.

« No! Se lo confondi o gli fai dimenticare tutto a forza, qualcuno se ne accorgerà »

Draco sbuffò.

« Beh, Granger, preferisci che ignoti stordiscano un alunno, o che altre voci infondate su di noi girino per la scuola? » domandò Malfoy in modo persuasivo.

No, non voleva che accadesse di nuovo. Aveva fatto così tanta fatica a convincere tutti di non essere davvero incinta...

Fissò per un paio di secondi il ragazzo a terra, incerta sul da farsi. Ma poi, eccole arrivare l'idea:

« Sei un tifoso accanito della tua squadra, non è vero? »

Hopkins annuì.

« Che cos'hai in mente? » chiese confuso Malfoy.

Hermione lo ignorò. Fece qualche passo verso il Tassorosso, con l'apposita intenzione di intimorirlo.

« Sappi che se qualcosa di quello che hai visto o sentito questa sera dovesse giungere alle orecchie degli altri alunni, io vi dimezzo i punti tutti i giorni, da qui fino alla fine dell'anno »

Malfoy la guardò sorpreso.

« Granger, non ti facevo così ribelle »

Ma poi si ricordò che, effettivamente, la Hermione-dietro-la-maschera gli aveva accennato al suo lato nascosto, e le sue guance persero colore.

« Tienilo a mente, Hopkins: una parola, e Tassorosso non supererà mai i cento punti » lo minacciò Hermione, ignorando il commento di Malfoy.

« Fortuna che era una misura drastica... »

La caposcuola congedò il tasso con un impagabile “e adesso vattene” che fece scoppiare a ridere il biondo – un commiato che lo aveva colpito positivamente. Agli occhi di Malfoy, la Granger risultava essere molto meno noiosa del solito; era interessante, doveva ammetterlo.

Interessante e spaventosamente misteriosa. Quel genere di enigma che si vuole a tutti i costi scoprire.

Hermione si voltò verso il ragazzo con fredda compostezza, come se non avesse ricattato assolutamente nessuno.

« Buonanotte, Malfoy » disse dandogli le spalle, e indirizzandosi verso la torre di Grifondoro.

« A te, Granger »

***
E si ricomincia con i capitoli più lunghi :') Mi auguro che questo sia stato di vostro gradimento, e che non vi pesi il fatto che le cose tra Hermione e Draco si sviluppino in tempi non brevissimi. Insomma, la Granger e Malfoy si sono odiati per sei anni, è normale che adesso abbiano bisogno di tempo! 
Detto questo, fatemi sapere cosa ne pensate. 


Ma ora voglio stimolare la vostra curiosità: pensate che Wayne Hopkins terrà la bocca cucita, o che piuttosto non resisterà e finirà per lasciarsi sfuggire qualcosa? Di cosa parlavano Draco e Theo? Ma soprattutto, cosa pensate che accadrà quando Pansy tornerà a scuola? 
Vediamo se ci azzeccate :)


Al prossimo capitolo, 
Lily :*

   
 
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