Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: lone_wolf_08    31/01/2018    3 recensioni
Il Reame Boscoso era la sua casa. Thranduil e Legolas la sua famiglia.
Eppure la sua vita lì non sarebbe potuta durare per sempre. Il coraggio di una donna sarà messo a dura prova da un destino inevitabile e da un passato doloroso.
Morwen lo guardò negli occhi: “Chi sono io?”
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Legolas, Nuovo personaggio, Thranduil, Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 4 : FACCIA A FACCIA



"C'è una storia dietro ogni persona. C'è una ragione perché loro sono quel che sono. Loro non sono così solo perché lo vogliono. Qualcosa nel passato li ha resi tali e alcune volte è impossibile cambiarli."
S. F.




Dopo un pranzo silenzioso, Morwen tornò nelle stalle, prese Dagor e galoppò verso sud. Voleva stare un po' sola, ne aveva abbastanza degli sguardi interrogativi di Thranduil e Legolas. Se ne era stata zitta tutto il tempo fissando solamente il piatto e mangiando in silenzio. Alle loro domande rispondeva a monosillabi. Non era arrabbiata con nessuno dei due ma era turbata da ciò che ultimamente vedeva e da quello strano sogno che l'aveva scossa parecchio.
Ma che significava? La decisione migliore sarebbe stata quella di riferirlo al sovrano, che in queste cose aveva molta esperienza.Ma ancora non se la sentiva.

Tornò al Reame Boscoso verso il tardo pomeriggio. Quando Legolas la vide arrivare al trotto su Dagor le andò incontro; deciso a capire cosa avesse, stufo di quella sceneggiata.

"Morwen possiamo parlare?"

Lei scese da cavallo e lo guardò con sicurezza; in fin dei conti parlare con l'elfo le avrebbe fatto bene, anche se non era ancora intenzionata ad andare nei dettagli.

"Ok porto Dagor nelle stalle e arrivo".

I due andarono nel posto dove da sempre si erano fermati a conversare. Quel luogo, che ormai per loro era diventato sacro, consisteva in un vecchio frassino che dava su un orizzonte sconfinato ai margini nord-est della foresta, a qualche minuto dal palazzo reale.
Si sedettero sulle radici dell'albero rivolti alla distesa brulla che si stagliava di fronte a loro. Il cielo arancione illuminava di un colore acceso tutti i tronchi e le foglie degli alberi accanto a loro. Le nubi rosa e grigie allungate sembravano rincorrersi e cambiare forma in pochissimo tempo mentre venivano solcate dalle figure nere di alcuni uccelli che, in uno stormo, sorvolavano il paesaggio inondato dalla luce di quel sole cadente.
Sarebbe stato tutto perfetto se nella mente della donna non ci fosse stato quel pensiero fisso al sogno.
Restarono in silenzio qualche minuto a contemplare la muta bellezza di quel lembo di terra che ormai conoscevano come il loro palazzo.
Morwen appoggiò la schiena al tronco, chiuse gli occhi e inspirò l'aria, sentendosi finalmente in pace con i sensi. Niente visioni, niente turbamenti d'animo. Quel posto pareva avere un effetto speciale su di lei. Forse era magico.
Sarebbe potuta rimanere così un'eternità; seduta lì, a contatto con una natura così tranquilla e pacifica, accanto ad un elfo a cui voleva un bene dell'anima, finalmente al sicuro da quelle angoscianti emozioni.


Fu Legolas ad interrompere quel magico momento iniziando a parlare

"Ho sempre avuto dei bei ricordi di questo posto".

Morwen lo ascoltò in silenzio

"Ti ricordi quando da piccola mi chiedevi sempre perché il sole andasse via lasciando spazio l'oscurità?"

la ragazza sorrise al ricordo.

"La vedevi come un'ingiustizia"

"O quando ti addormentavi sulle mie gambe dopo l'addestramento"

"Ti credo! mi facevi correre saltare come una cavalletta!" ribatté lei tra l'offeso e il divertito

"Haha già! E i risultati si sono visti direi".

Seguì un minuto di silenzio imbarazzato, poi Legolas riprese a parlare

"Ehm...io dicevo sul serio prima; sei davvero migliorata" disse rivolgendole uno sguardo pieno di ammirazione e d'orgoglio.

Morwen sbuffò distogliendo lo sguardo dai suoi occhi

"Senti, Legolas, vieni al dunque! Mi hai chiamata per raccontarmi dei tuoi ricordi qui?" le chiese acida.

L'elfo, scosso dall'atteggiamento mutato di lei, la guardò intensamente cercando di capire cosa avesse.

"Vorrei sapere se c'è qualcosa che ti turba".

Vedendo che esitava un po' a rispondere insistette

"Durante l'ultima sfida ho letto paura nei tuoi occhi...".

"Io...non lo so" il tono di voce della ragazza era titubante e ciò parve molto strano a Legolas che la conosceva bene per la sua irritante sicurezza.

"Ho paura di quello che sento dentro"

Di Legolas si fidava ciecamente ma non gli avrebbe ancora detto di Kludd. Lei stessa voleva prima a capirci qualcosa.

"C'entra qualcosa con la tua famiglia?".

Lo sguardo di Morwen si fece buio.

"No, non penso. In ogni caso non mi interesserebbe. Ho chiuso con le ricerche; non ne voglio sapere niente".

A Legolas il suo comportamento parve sempre più strano. Morwen era sempre stata decisa nello scoprire qualcosa sui suoi genitori ed ora non gliene importava minimamente. Non era più la stessa.

"Sicura? Ora che sono tornato potremmo fare delle ricerche insieme, che ne dici? Magari riusciremo a..."

"Legolas!"

Morwen l'aveva interrotto con impeto e ora lo guardava accigliata

"Siete tu e Thranduil la mia famiglia. Ho detto che ho chiuso con le ricerche".

Sembrò, con quella frase, di voler chiudere la conversazione perciò l'elfo non ebbe più il coraggio di continuare a farle domande. Restarono in silenzio per un po' e poi Legolas riprese a parlare

"Morwen...In ogni caso io sarò sempre disponibile se hai bisogno di parlare o di confidarti. Ti sarò sempre vicino sorellina"

quindi si alzò e volse lo sguardo al sole che ormai non si vedeva quasi più. Morwen si alzò a sua volta guardando Legolas commossa. Non si meritava la sua attenzione; lei era così fredda è distante, mentre lui così buono. Stava per dirglielo quando ad un tratto sentì un freddo gelido percorrerla tutta. L'angoscia si impossessò del suo cuore. Guardò verso il sole; era sparito oltre l'orizzonte. Sentì la terra tremare sotto di sé; la paura la invase.
Legolas si girò a guardarla e assunse un'aria preoccupata

"Morwen va tutto bene? Sei pallida!".

La ragazza non sentì la sua voce, tutto le sembrò buio, le gambe non la ressero più. L'elfo con prontezza di riflessi la prese tra le sue braccia e la sollevò guardandola con apprensione. Poi si diresse a passo spedito verso il palazzo reale.
La portò subito nella sua stanza e ringraziò il cielo di non aver incontrato il padre nel tragitto altrimenti la ragazza non sarebbe stata la sola da sostenere. La sdraiò dolcemente sul letto e rimase lì per vegliare su di lei.


Morwen si svegliò due ore dopo con un gran mal di testa e due preoccupati occhi azzurri che la guardavano.

"Legolas...Che ci fai qui?" gli chiese lei massaggiandosi la tempia

"Non ti ricordi niente?"

"Cosa dovrei ricordare?"

"Sei svenuta e hai dormito per due ore" disse lui parlandole con dolcezza.

Ad un tratto ricordò tutto: la conversazione, il paesaggio mozzafiato e la sensazione di smarrimento.

"Oh si...ricordo" rispose rabbuiandosi in volto,

"Ma non c'era bisogno che rimanessi qua per me. Vai pure a cena io resto qui"

Legolas si alzò

"Non se ne parla neanche, tu vieni con me. Devi mangiare per tenerti in forze; oggi hai combattuto parecchio e hai bisogno di energie".

Il suo pareva più un ordine che un consiglio ma la mora non aveva alcuna intenzione di recarsi nella sala da pranzo sotto lo sguardo indagatore dei presenti. Voleva stare un po' tranquilla. Solo il fatto che Legolas l'aveva sorvegliata tutto quel tempo la mise in imbarazzo; non doveva preoccuparsi per così poco. In fin dei conti lo svenimento era dovuto alla stanchezza derivante la giornata. La ragazza assunse un'aria decisa

"Sto bene, te l'assicuro! Tu va', io voglio riposare" mentì.

Legolas non volle insistere ma le promise che finito di mangiare sarebbe subito tornato ad accertarsi che tutto andasse bene. Morwen si arrese e quando il biondo chiuse la porta dietro di sé, non poté fare a meno di sorridere.


Più tardi la ragazza sentì bussare alla porta. Nel frattempo si era alzata e, seduta ad un tavolino, era intenta ad affilare il suo coltello. Mollò tutto e si lanciò sul letto coprendosi con le lenzuola di seta, fingendo di esserci sempre stata.

"Vieni avanti Legolas!" dichiarò infine a voce alta.

Quando la porta fu aperta però, davanti a lei, non c'era Legolas, bensì Thranduil, che, nella sua solita espressione indecifrabile, reggeva una tazza fumante.

"Ada!" esclamò lei sorpresa

"Sì; ho insistito con Legolas nel portartela io" detto questo chiuse la porta dietro di sé e pose la tazza sul comodino

"È un infuso alle erbe...ti farà bene" continuò

"Grazie"

l'elfo si sedette con grazia sulla sedia vicino al letto

"Hai lo sguardo vuoto..." disse poi osservando la donna.

Morwen scrollò le spalle

"Sono solo stanca"

Poi prese con entrambe le mani la tazza tenendola stretta, gli occhi incollati nel bollente liquido verde.

Thranduil la guardò scettico

"Ti conosco troppo bene; non sai mentire a me, Morwen".

la ragazza sospirò

"Non ho voglia di parlare".

"Una volta ti confidavi con me"

"I problemi erano diversi", ripose evasiva.

"In ogni caso erano problemi".

La mora ripose la tazza sul comodino e si massaggiò le tempie.

"Devi chiedermi qualcosa?",

l'elfo le rivolse la domanda e guardandola negli occhi capì che aveva bisogno di parlare, solo che non ne aveva il coraggio. Li sapeva leggere con una facilità incredibile. Lui e Legolas erano gli unici a saperlo fare; tutti gli altri elfi la vedevano come la strana principessa irraggiungibile e misteriosa. Piaceva a molti di essi, ma nessuno di loro aveva mai avuto il coraggio di farle avance o mostrarle interessamento. Si limitavano ad ammirarla o a sorriderle timidamente, e in tutta risposta lei li freddava con un semplice sguardo.

"È saggio dare ascolto ai sogni?".

Passò qualche secondo di silenzio, poi Thranduil parlò

"I sogni sono una dimensione misteriosa. Talvolta confondono anche me. In ogni caso essi contengono del vero. Possono mostrarti qualcosa di cui hai paura, qualcosa che hai vissuto o qualcosa che desideri" poi si fermò e guardò intensamente la ragazza.

"Ma nel caso si trattasse di sogni premonitori bisogna stare in guardia; spesso si va incontro al proprio destino sulla strada intrapresa proprio per evitarlo".

Dopodiché il sovrano si alzò e se ne andò raccomandandole di riposare. Morwen però non riuscì ad addormentarsi subito ripensando alle sue parole.
Poteva davvero essere un sogno premonitore?
Come avrebbe fatto a saperlo?
L'unica cosa di cui era sicura era che suo padre e Legolas le erano vicini e su di loro poteva contare.

Passarono settimane e Morwen non ebbe più visioni né sogni strani, il che la rese molto più serena.
Trascorse i giorni allenandosi e facendo cavalcate con Legolas, mentre lui non la smetteva di raccontarle le avventure vissute con Aragorn e dirle di quanto fosse bello Gran Burrone.

Venne Yavieba: la festa dedicata al primo giorno di Lasbelin (Autunno).
Secondo la tradizione elfica durante la sera vengono organizzati balli e canti attorno al fuoco per salutare la luce e il calore estivo e si mangiano i primi frutti autunnali esprimendo un desiderio al primo assaggio.
Morwen ormai sembrava essere tornata quella di prima: attiva, sicura e priva di inibizioni. Inoltre non vedeva l'ora di festeggiare e di divertirsi.

Lei e Legolas uscirono alla mattina presto insieme ad altri elfi per una passeggiata nel bosco e per cercare funghi e frutti per la festa. Pranzarono seduti sotto le folte chiome delle querce dalle foglie rosse e gialle che contrastavano con quelle verdi dei caducifogli, mentre il sole, al suo picco della giornata, filtrava a malapena dal fitto fogliame creando così un'atmosfera irreale. Il tutto infine fu coronato da una dolce melodia intonata Ilwe, un'elfa che si era unita al gruppo per la passeggiata. Morwen, rilassata, poggiò la testa sulla spalla di Legolas e, chiusi gli occhi, si godette la canzone.

Quando la donna riaprì gli occhi si accorse che tutti gli altri elfi erano spariti. Rimanevano solo lei e Legolas. Alzò la testa di scatto e, confusa, guardò il biondo che invece sembrava divertito.

"Dove sono tutti??"

"Sono già tornati al palazzo. Hai dormito per tre ore"

"Cooosa?", Morwen saltò in piedi che sembrò l'avesse punta un insetto.

"E tu perché non mi hai svegliato??"

Legolas si alzò a sua volta e, dopo essersi sgranchito tutto, rispose

"Ti ho visto così rilassata che non ne ho avuto il coraggio. Pensavo fossi stanca"

"Pff...stanca. Dai sbrighiamoci. Dobbiamo tornare in tempo per i festeggiamenti", e si avviarono a passo spedito verso verso il palazzo.

Quando Morwen ebbe finito di vestirsi e pettinarsi si diresse velocemente alla sala del banchetto dove Legolas l'aspettava, già seduto a tavola. Thranduil non era ancora arrivato. La mora si sedette di fronte al principe, il quale la guardo ammirato e le fece i complimenti per il vestito nuovo che le aveva regalato il re per l'occasione.
Morwen rispose con una smorfia e con un grazie imbarazzato. Odiava vestirsi elegante e non si vedeva mai bene in quei sontuosi vestiti femminili che solevano portare le elfe di corte. Prediligeva di gran lunga gli abiti pratici e comodi come quelli da addestramento.
Non fece in tempo a restituire il complimento all'elfo che il sovrano era già arrivato e, dopo aver fatto un rapporto generale sulla stagione estiva appena conclusa, diede inizio al banchetto e ai festeggiamenti.
Assaggiarono i primi frutti ed espressero desideri, ballarono e intonarono poesie e canzoni nella Sala del Fuoco festeggiando fino a tardi.

Verso le due di notte, gli elfi presenti, erano già brilli e Morwen cominciò a stufarsi. Infatti, tempo una mezz'ora, e stava già tornando in camera sua. L'unico che era rimasto lucido era Legolas che, accortosi dell'allontanamento di lei, la raggiunse guardola sorpreso.

"Te ne vai di già?"

"Certo. Non vedo come tu possa trovare interessante conversare con degli ubriachi" rispose schietta.

"Capisco...va pure allora. Io resterò ancora un pò" disse con una punta di tristezza nella voce.

Morwen girò lo sguardo verso Thranduil che, palesemente alticcio, rideva di gusto insieme ad un altro elfo di certo non messo meglio.

"Lo fai per lui vero?" chiese allora lei.

L'altro lo guardò e sospirò

"Si...ora come ora non sarebbe in grado di raggiungere da solo la sua camera da letto".

Morwen scosse la testa accigliata

"Non ho mai approvato il suo attaccamento al vino"

"Nemmeno io".

La giovane non volle soffermarsi ancora e, congedatasi dall'amico con un abbraccio, si diresse verso la sua stanza.

~~~

Kludd era di nuovo di fronte a lei; la luce fortissima piano piano stava svanendo per lasciare spazio ad una radura oscura. Capì di trovarsi nel Bosco Atro e riconobbe la radura in cui lei e Legolas si erano soffermati quel pomeriggio. L'unica cosa differente era che tutto era molto più tenebroso e inquietante. Kludd parlò

"lo so cosa cerchi Morwen. Tu cerchi risposte; le hai sempre cercate e non smetterai di farlo".

Tutto le sembrò così reale tanto che riuscì a rispondere cosciente.

"Esci dalla mia testa!"

"Potrei farlo si...ma è davvero ciò che vuoi?"

"Assolutamente sì!"

"Va bene, come desideri. In ogni caso sai dove trovarmi".


Morwen si alzò; il respiro affannato, qualche goccia di sudore sulla fronte. Le sembrò troppo vero per credere di aver sognato, eppure era così. Scese dal letto e in fretta cominciò a vestirsi, quasi inconsapevole di ciò che stava per fare. Prese con se solo il suo lungo coltello e, uscita dalla stanza, si avviò alle stalle colta dall'improvvisa sete di sapere qualcosa da quell'uomo. Dagor, che sapeva riconoscere il suo passo, la sentì arrivare, si destò dal dormiveglia e nitrì sorpreso

"Che succede Mo?"

"Ti spiegherò con calma, ora però fa silenzio; non devono scoprirci"

"Signor sì signora!" nitrì con forza provocandola.

"Shhh!!"

Fuori dalle stalle sentirono un gran vociare proveniente dalle sale superiori: quelle dedicate alla festa; e Morwen si rese conto che doveva essere passata poco più di un'ora da quando l'aveva lasciata. Al portone d'ingresso trovarono due sentinelle, perciò dovettero fare dietrofront e avviarsi attraverso le prigioni sotterranee per utilizzare l'uscita segreta che sono la famiglia reale conosceva e che si apriva solo con il sigillo regale. Quest'ultimo si trovava sull'anello che possedevano lei, Legolas e il sovrano.

Appena fuori dal palazzo si diressero a tutta velocità in direzione nord per aggirare il ponte sul quale vegliavano le due guardie silvane. Cavalcarono per un lungo tragitto fino ad arrivare ad una radura sulla sponda est del fiume Selva. Lì, l'acqua era più bassa e meno tumultuosa, perciò passarono senza difficoltà.

"Forza Dagor! Sento che siamo quasi arrivati",

"Fai presto a dirlo. Non sei certo tu che ti stai ghiacciando le gambe"

"Oh e smettila".

Passato il fiume però, il cavallo si inchiodò.

"Bene, ora non mi muoverò di qui finché non mi dirai che sta succedendo"

"Uff...non molli mai tu?".

In risposta lui le nitrì irritato,

"E va bene...Ho sognato quel contrabbandiere da cui mi hai salvata. È qui nella foresta perciò voglio sapere una volta per tutte chi è. Soddisfatto?".

Dagor si diede una scrollata ai crini

"Ora si grazie" e riprese il galoppo.

Anche se era notte Morwen sapeva con sicurezza dove andare: qualcosa dentro di lei la guidava e l'ansia cresceva man mano che si avvicinavano alla destinazione.
Quando, pochi minuti dopo, arrivarono, la piccola radura era immersa nelle tenebre e di Kludd nessuna traccia.

"Sicura sia questo il posto?" nitrì il destriero sommessamente.

"Più che sicura" rispose la donna cercando di nascondere il suo turbamento.

Tentò di scorgere l'uomo tra il folto degli alberi ma non vide nessuno. Scese allora da Dagor e si posizionò al centro dello spazio privo d'alberi. Il freddo che le penetrava nelle ossa e il silenzio che la turbava. Ad un tratto una voce dietro di lei la fece sobbalzare

"Sapevo che saresti venuta".

La giovane si girò e incrociò gli occhi con quelli di ghiaccio del contrabbandiere, che sembravano brillare di una luce innaturale.
Paura e inquietudine si impossessarono di lei.

Nota dell'autrice:

Rieccomi qui amici lettori! Spero di non aver tardato troppo ad aggiornare il quarto capitolo e soprattutto spero vi sia piaciuto! Purtroppo la quinta superiore si fa sentire perciò per i prossimi capitoli probabilmente tarderò un pò e vi chiedo scusa in anticipo.
Per quanto riguarda la storia ditemi le vostre impressioni a riguardo.
Commentate mi raccomando. Un abbraccio a tutti voi ♥

Kia

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: lone_wolf_08