Serie TV > Merlin
Segui la storia  |       
Autore: Thisastro    03/02/2018    0 recensioni
'Artù sorgerà di nuovo quando il mondo ne avrà più bisogno'
Sono queste la parole con le quali, ormai cinque anni fa, il maestoso drago Kilgharra ci ha lasciato col fiato sospeso, ma...
Cosa accadrebbe se il mondo avesse di nuovo bisogno di Artù e di tutti i personaggi di Camelot?
La storia è stata leggermente stravolta dall'introduzione di un nuovo personaggio femminile che saprà spiegare cosa è accaduto di diverso dalla storia che tutti noi conosciamo.
Il resto? Varrà la pena scoprirlo...
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro, Più stagioni
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un bussare incerto irrompe in quel silenzio devastante.
Il sole è ormai calato di Basildon e Clarissa è stesa sul letto che guarda il soffitto giallo senza espressione, gli occhi leggermente socchiusi.
Non risponde a quel nocchettio e passano pochi minuti prima che la stessa, si apra.
Artù compare davanti a lei e la guarda cercando di sorridere.
- Ehi.
- Ehi.
Risponde lei freddamente.
Poggia una tazza sul comodino e si stende di fianco a lei.
- Come stai?
Clarissa scrolla le spalle.
- Spero tu non abbia ceduto.
Ribattè lui.
Lei lo guarda con un sopracciglio inarcato.
- Beh, sicuramente ti avrà detto che ti ama e che non pensa niente riguardo Kara e che non succederà mai nulla, ti proverà il suo amore e tante altre cazzate.
Clarissa persiste nel suo sguardo e si gira a pancia in giù con i gomiti che le permettono di tenersi rialzata rispetto al materasso.
Artù prende un cuscino e se lo piazza sotto la testa, mettendo il braccio tra il cuscino e la testa per cercare di guardarla meglio.
- Sembri sorpresa. Non lo sai che sono le solite cazzate che si raccontano, vero?
Lei scuore la testa e si porta i capelli dietro l’orecchio.
- No.… perché dovrei...
Artù sospira.
- Beh, per tua fortuna io sono un uomo e queste cose le so bene.
Clarissa inarca nuovamente un sopracciglio divertita e per punzecchiarlo.
- Non fare quella faccia, se vuoi puoi controllare.
Si porta una mano vicino alla vita e, lentamente, finge di abbassarsi i pantaloni.
Clarissa gli blocca la mano.
- No, grazie. Ti credo sulla parola.
Artù ride e le poggia un braccio attorno al collo per portarle la testa sul suo petto e le carezza i capelli. Clarissa chiude gli occhi e sospira.
- Non devo fidarmi, vero?
Artù non risponde e lei lo guarda. Sta fissando il soffitto proprio come lei prima, poi posa lo sguardo su di lei.
- Beh... non lo so. Và avanti con la tua vita e vedi fino a che punto è disposto a spingersi per te. È la cosa migliore. In questo modo non ti fermi, vai comunque avanti... ma tieni aperta una finestra sul... ‘passato’ wow, nel vero senso della parola.
I due ridono ma Clarissa torna seria.
- È quello che stai facendo tu con Ginevra, vero?
Smette di ridere e continua a carezzarle i capelli senza distogliere lo sguardo da quel soffitto così apparentemente interessante da essersi guadagnati due spettatori in un giorno solo.
- Tu sei troppo romantica, Clarissa. Io non sono come te.
- Però la ami ancora. E ti manca.
Artù sospira.
- No. Non la amo più. Mi manca l’idea... quell’idea di noi due che ci siamo costruiti nel tempo. Ci siamo rifiutati a vicenda per tanto tempo quando in realtà dentro di noi facevamo a botte con noi stessi per correrci incontro e poi, finalmente divenni Re... ero l’uomo più felice del mondo perché stavo per ottenere il titolo che più desideravo: diventare suo marito.
Clarissa sorride nel sentirlo parlare e conosce un aspetto che non aveva lasciato mai trasparire.
- Poi venne il tradimento... ero devastato. Era tutto un trucco di Morgana, quella donna prova più piacere nel distruggere le relazioni che nel distruggere me a quanto pare.
Clarissa sorride.
- Poi ci siamo rincontrati... ho spezzato e rinnegato le mie tradizioni per sposare la donna che amavo e che ho sempre amato. E guarda ora... con uno dei miei migliori amici. Buffo, eh? Ma è sempre così, è da copione. Penso mi manchi quell’idea, ero così accecato da quell’amore da non guardarmi attorno... o forse non c’era niente da guardare.
Clarissa si siede sul letto di scatto e così fa anche lui, preoccupato che qualcosa non andasse bene.
Lo abbraccia forte e, preso così alla sprovvista, l’istinto gli dice di ricambiare.
Clarissa sorride ancora.
- Ti batte forte il cuore quando parli di lei.
Artù rimase a fissare il vuoto, o meglio, quell’immagine. Quell’immagine di Clarissa così piccola e minuta nel suo abbraccio. Si guardava dal vetro della finestra difronte a lui e pensò che quel battito, forse, non era più rivolto a Ginevra.
Si stacca da quella stretta e si alza dal letto scrollando le spalle.
- Ti ho portato una cioccolata calda, si dice che il cioccolato sia il rimedio per tutto...
Clarissa sorride.
- Grazie... farò come hai detto tu.
Artù annuisce e se ne va senza dire una parola.
Si chiude la porta alle spalle e rimane lì a fissarla.
A fissare quel legno massello e quel ticchettio che fanno le porte elettroniche poco dopo averle chiuse.
- Conosco quello sguardo.
Merlino è lì che lo aspettava e Artù torna nel suo personaggio da uomo d’acciaio.
- Non conosci proprio un cazzo.
Entra nella sua stanza ma Merlino ferma la porta con un piede prima che si possa chiudere del tutto ed entra. Si siede su una poltrona.
- Perché non lo ammetti, eh? Non dirmi che non conosco o non so un cazzo, ci conosciamo da troppo tempo e ho visto quello sguardo solo un’altra volta nella mia vita.
Artù ha il braccio poggiato al muro e la testa poggiata su di essa, si volta e rimane spalle al muro.
- Ti prego, Merlino... lasciami in pace. Sta vita di merda è appena iniziata e già fa schifo, sarebbe grandioso se potessi evitare di renderla una merda ancora di più.
Merlino si toglie il sorriso sgargiante e pieno di entusiasmo che aveva per tornare serio.
Si alza e mette la mano sulla maniglia della porta, poi si volta.
- Sai, una volta un babbeo reale mi ha insegnato che niente nella vita è gratis... beh, tranne diventare un babbeo reale.
Artù ride complice.
- Perciò se vuoi qualcosa, alza quel culo mimetico e vattela a prendere.
Artù ride di nuovo ma con un sorriso triste.
- Sì, nel culo. Lascia perdere.
Merlino lo lascia lì ammiccandogli speranzoso e chiudendosi la porta alle spalle.
- Vedremo!
 
L’indomani, Kara si presenta in università e decide di fermarsi ad un distributore automatico.
Prende due caffè e in uno dei due ci versa scrupolosamente la pozione di Morgana che, inconsciamente, pensa davvero sia ciò che la sacerdotessa le aveva detto.
Si dirige nel corridoio con questi due bicchierini in mano, tenendo a mente che il sinistro è quello per Mordred.
La pozione, in realtà, era un filtro d’amore di quelli blandi, permetteva al malcapitato di cominciare a provare un’infatuazione prima leggera e poi profonda verso la persona che glielo aveva fatto bere.
L’incantesimo era difficile da spezzare poiché, pian piano, la persona stessa avrebbe preso coscienza di amare in maniera passiva chi c’era dall’altro lato della pozione.
Kara scruta Mordred prendere dei libri dall’armadietto e si dirige a passo incerto verso di lui.
Mordred chiude il suo armadietto e, voltandosi, la vede arrivare.
Clarissa era con Merlino e Freya e decidono di appartarsi dietro una colonna per osservare.
- Ehi.
Dice lei tremante. Mordred sbuffa e si forza un sorriso per gentilezza.
Lei gli porge il bicchiere e lui inarca un sopracciglio.
- Volevo scusarmi per ieri, ero fuori di me. Sono stata un’ingenua e senza rispetto. Ho dato tutto per scontato, questo è il mio modo per chiederti perdono.
- Grazie...
Mordred accetta il caffè titubante ma lo beve, tutto d’un fiato.
Kara lo abbraccia e va via sorridendo.
Mordred scuote la testa, getta il bicchiere nella differenziata e prosegue dritto per il corridoio.
Quando Clarissa si volta verso i due, si accorge che la stavano fissando in attesa di una risposta, sobbalza sul posto.
- Mio Dio, siete un’ansia.
- Allora?
Sentenzia subito Merlino. Clarissa scuote le spalle.
- Allora... allora un cazzo. Non posso dire niente insomma lui si è comportato normalmente di certo non le è saltato addosso e ho apprezzato lei che, almeno questa volta, ha avuto un briciolo di rispetto.
Scorge Artù dietro di loro camminare nel cortile con il suo borsone mimetico sulle spalle sorretto con una sola mano.
I due si voltano e lo vedono anche lui e si godono la reazione di Clarissa in diretta che, poco dopo, si sente di nuovo i loro occhi addosso.
- Cosa?
Merlino sorride e se ne va con Freya, ma lei li raggiunge per stare al loro passo.
- Cosa??
Freya sogghigna.
- Secondo me i tuoi occhi ormai guardano altrove.
Clarissa prende colore tutto d’un botto.
Clarissa è consapevole del fatto che Artù sia un uomo oggettivamente affascinante ma non ha mai pensato a lui in quel senso e non voleva pensarci.
- Il casino con Mordred è successo appena ieri e poi Artù prova ancora dei sentimenti per Ginevra, riesco a vederlo nei suoi occhi.
Merlino ride.
- Allora cara mi sa tanto che la gradazione degli occhiali che già porti, va aumentata.
Gli da uno spintone.
- Sei un deficiente.
 
Col passare delle ore, tra una lezione ed un’altra, Mordred comincia a sentirsi strano.
Mentre era seduto su quella comoda poltrona di quell’aula così grande durante la lezione di Economia Internazionale, comincia a pensare a Kara.
Scuote la testa più volte cercando di liberarsi di quel pensiero, in vano.
Decide di prendere le sue cose ed uscire di soppiatto, abbandonando quegli uomini incravattati che parlavano di quanto è importante il petrolio negli scambi internazionali e nella politica odierna.
Si sciacqua il viso ma l’immagine di Kara è ancora lì, nitida.
Ripercorre tutta la loro vita passata insieme cominciando a pensare che se quando Morgana l’aveva ingannato lui non era riuscito a liberarsi dal sortilegio, era perché forse un po’ a Kara ci teneva.
Forse più di un po’.
Decide che doveva essere chiaro con Clarissa, essere onesto.
Andò nella cucina comune sapendo di trovarli lì e, quando spalancò la porta, si trovò tutti quanti che si freezzarono da quello che stavano facendo e si voltarono verso di lui.
Ebbe tutti gli occhi addosso per qualche momento e decise di chiedere a Clarissa di uscire.
Lo seguì fuori e volse un ultimo sguardo ad Artù prima di chiudersi la porta alle spalle, che la guardava serioso. Come un felino scattante pronto all’attacco in caso di necessità.
Mordred si guardava attorno e Clarissa gli poggiò una mano sulla spalla per cercare di calmarlo, ma lui la rifiutò scorbuticamente all’istante.
Era rosso in volto per la tensione e, dopo aver preso un profondo respiro, la guardò dritto negli occhi.
Clarissa aveva gli occhi lucidi nel profondo e un po’ anche lui.
- Clarissa...
Prese un altro sospiro.
- Io non ti amo.
Di nuovo quel tonfo.
Clarissa deglutì come se dovesse letteralmente mandare giù quel groppone di parole.
Poi però, senza lasciar trasparire nessuna emozione, incrociò le braccia e annuì.
- Bravo. Ti senti meglio adesso che sei venuto a sbattermelo in faccia? Chissà come ti senti uomo adesso.
Mordred tremava leggermente per lo sforzo al quale si stava sottoponendo.
- Io... no... volevo solo... volevo solo dirtelo, insomma, mi sembrava il minimo. Io amo Kara, da quando l’ho rivista non faccio che pensare a lei, io non so perché ti ho detto quelle cose ieri.
Clarissa si portò una mano sulla fronte e cominciò ad alzare la voce.
- Ah... non lo sai, vero? EH? NON LO SAI!
Attirarono l’attenzione delle persone in cucina e Artù poggiò bruscamente il piatto sul tavolo e fece per uscire ma venne bloccato da Merlino da un lato e da Galvano dall’altro.
Decisero di aprire leggermente la porta per vedere cosa stesse accadendo cercando, per quanto possibile, di lasciare un briciolo di privacy.
- Sei una merda, Mordred. Fai schifo.
Clarissa stava facendo trasparire le sue emozioni più che bene e la sua voce tremava, lei tremava.
- È LA SECONDA VOLTA CHE MI FAI QUESTO SCHERZO MA ADESSO NON CI CASCO PIÙ, SONO STANCA, SONO STUFA DI QUESTE STRONZATE! TU MI HAI SEMPRE PRESO PER IL CULO DA QUANDO MI HAI INCONTRATO.
Mordred cercò di parlare.
- Clarissa non è vero, io quando ti ho vista per la prima volta...
Lei lo interruppe.
- COSA? EH? COSA! ERA UN CAZZO DI RIPIEGO PERCHÉ NON SAPEVI SE AVRESTI RIVISTO O MENO QUELLA SGUALDRINA.
La pozione cominciò a fare effetto dentro di lui.
- Non parlare di Kara in quel modo.
Clarissa strabuzzò gli occhi.
- Da non credere, sei incredibile... la difendi anche.
Cercò di calmarsi per tentare di lasciare la questione tranquilla. Cercò di metterle una mano sulla spalla ma lei si scostò.
- Non toccarmi! Dopo aver toccato lei...
Mordred sembrò calmarsi. L’incantesimo, anche quella volta, aveva avuto la meglio.
- Bene. Visto che le cose stanno così, ti saluto.
Clarissa gli rise in faccia.
- ‘Ti saluto’ ... tu sei completamente pazzo.
Mordred si irrigidì e se ne andò.
- Tu sei una pazza, ho fatto la scelta migliore.
Clarissa rimase lì vedendolo andare via e decise di entrare in camera.
Era in preda alla rabbia e le tremavano le mani e più cercava di inserire la carta per aprire la porta, più non ci riusciva.
Merlino si avvicinò e cercò di prenderle la carta dalle mani.
- Aspetta, ti aiuto.
Cercava di prenderla ma lei insisteva e, in uno scatto di rabbia, fece un passo indietro e urlò
- TOSPRIENGE!
I suoi occhi cambiarono colore per un attimo e la porta si aprì.
Clarissa entrò e se la chiuse con forza alle spalle.
Merlino rimase lì immobile con la carta tra le mani incredulo riguardo ciò che era appena successo.
Tutti erano rimasti senza parole e si guardarono scioccati tra loro.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: Thisastro