Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: ArrowVI    05/02/2018    1 recensioni
L'Arcadia, un luogo idilliaco dove chiunque vive in tranquillità ed armonia, la nazione con meno criminalità e la qualità di vita migliore fra tutte...
Fino a quando rimani all'interno delle mura della sua capitale.
Dietro la facciata di "Nazione perfetta", si cela un lugubre teatro dove chi non è considerato utile alla nazione viene rapidamente allontanato, un mondo dove coloro che sviluppano abilità speciali sono considerati demoni e prontamente eliminati.
Si dice che la luce della speranza possa nascere anche nei luoghi più bui... Sarà veramente così?
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 1-5: Sorriso

 
<< C-Come prego? >>
Ci domandò Jeanne, colta di sorpresa dall'offerta di Blake.

<< Mi... Chiedevo se volessi trasferirti nella nostra comunità... ? >>
Le disse, di nuovo, Blake, stupito dalla sua reazione.

<< Ho capito cosa mi ha chiesto, ma non ne comprendo il motivo! Non posso di certo abbandonare la mia casa, le persone che conosco, per seguire un gruppo a me estraneo, non crede? >>
Ci domandò, riluttante alla nostra offerta.

<< Vuoi davvero restare qui? Insomma, se la gente venisse a sapere delle tue abilità non credo che sarebbero così cordiali con te. >>
Le feci notare, cercando di convincerla.

<< Qualcuno con le tue doti potrebbe essere davvero molto utile alla nostra comunità. Capisco che ti stiamo, probabilmente, chiedento molto... Ma prova a vedere la situazione anche dal nostro punto di vista. >>
Aggiunse Blake.

<< Capisco cosa stiate cercando di dirmi, ma ho paura che dovrò declinare la vostra offerta. >>
Ci rispose, senza esitazione, con uno sguardo rattristato.

Blake abbassò lo sguardo per qualche istante, deluso.

<< Non posso semplicemente lasciare questo posto, dopotutto lo considero come se fosse la mia stessa casa. In più amo le persone di questo villaggio... Non potrei abbandonarle, mi dispiace. >>
Aggiunse Jeanne, cercando di spiegarci i motivi della sua decisione.
In quel momento capii le sue motivazioni, ma ciononostante... Non ero d'accordo.

Blake rimase in silenzio per qualche secondo prima di sbuffare e portarsi una mano in testa, grattandosi la nuca.

<< Capisco... E' un peccato, ma suppongo che non possiamo obbligarti, è una tua scelta dopotutto. Suppongo che possiamo tornare al villag- >>
Prima che potesse finire la frase, però, Jeanne lo bloccò.

<< Ciononostante... >>
Ci disse, improvvisamente: notai la fiamma della speranza riaccendersi negli occhi del mio compagno.

<< ... Se non siete troppo lontani potrei andare da voi, un paio di volte a settimana, per darvi una mano. Che ne dite come compromesso? >>
Ci propose, sorridendo.
Rimasi, per un istante, quasi sorpreso da quel suo sorriso.

<< Sarebbe fantastico, ma non credo sia necessario. >>
Le disse Blake, portando una mano in avanti.

<< Come mai? >>
Gli domandò Jeanne, confusa.

<< Nonostante apprezziamo l'offerta, non credo sia opportuna: è una cosa pericolosa sia per te che per noi. Cosa credi possa accadere se qualcuno dovesse, ad esempio, seguirti? Non solo scoprirebbero la nostra comunità, ma potrebbero anche risalire alla tua abilità. Noi siamo molti, quindi potremmo anche spaventare le persone, ma tu sei sola. Potrebbero scaricare la loro paura su di te. >>
Le dissi, riprendendomi, cercando di farla ragionare.

Jeanne abbassò lo sguardo, con una espressione turbata.
Potevo notare i suoi occhi che tremavano.

<< Non vogliamo metterti in pericolo per soddisfare i nostri capricci. Non riuscirei a dormire la notte sapendo di mettere a rischio la vita di qualcuno ogni giorno. >>
Aggiunse Blake, appoggiandomi.

<< Però io voglio aiutarvi, mi sentirei in colpa se non lo facessi. In più, se per caso dovessi attirare l'attenzione, potrei sempre usare la scusa del "Tempio". >>
Ci disse, sicura della sua idea.

<< "Tempio"? >>
Le domandò Blake, prima che potessi farlo io.

<< In cima alla montagna c'è un piccolo tempio abbandonato. Alcune volte lo visito... Quando non ho altro da fare. >>
Ci spiegò rapidamente.

Non credo sia una buona idea, onestamente. ~
Mi disse quella voce.
In quell'istante, Jeanne si voltò verso di me con una strana espressione in volto: mi fissò sorpresa per qualche secondo prima di guardare di nuovo Blake.

<< Io... Non sono sicuro se- >>
Le rispose Blake, ma mi intromisi.

<< Onestamente, se è quello che vuole fare non abbiamo motivo per fermarla. >>
Dissi, con un tono serio.

<< Sei sicuro Yuu? Conosci perfettamente i rischi anche tu, sei stato il primo ad elencarli. Non credo sia una buona idea. >>
Mi domandò Blake, preoccupato.

<< Perché no? E' una sua scelta. In più sei stato tu ad insistere per farla venire con noi. >>
Gli risposi.

<< No, no, no! Io avrei voluto che si trasferisse da noi, non che rischiasse la sua incolumità. >>
Mi rispose Blake, preoccupato.

<< Come ho già detto: è una sua scelta. Non siamo nella posizione per fermarla. E' ben consapevole dei rischi che corre. >>
Gli dissi, cercando di concludere il discorso.

<< E' ok, non preoccupatevi! Passo abbastanza inosservata, non ci saranno problemi. >>
Ci disse Jeanne, riprendendo a fare finalmente parte del discorso.

Dopo aver sentito quelle parole, Blake sbuffò grattandosi il capo.
Sembrava deluso o triste... O, forse, era semplicemente preoccupato. 

<< Perché non facciamo così, allora: dicci in quali giorni puoi venire da noi, e io manderò qualcuno al villaggio per scortarti sia nell'andata che al rientro. In questo modo saremo sicuri che nessuno possa seguirti. E, se dovesse succedere, magari possiamo allontanarli. >>
Propose Blake, sollevando un dito come se avesse avuto una idea geniale.

<< Sono felice di sapere che si preoccupa così tanto per me, ma non deve- >>
Gli disse Jeanne, imbarazzata.

<< Credo di avere le idee abbastanza chiare su chi tu abbia intenzione di scegliere per farle da scorta. >>
Dissi, con un tono infastidito, guardando Blake.
Mi rispose con un occhiolino.

Mi voltai, infastidito, dopo aver fatto un verso di sdegno.

<< Beh, quindi è deciso! >>
Esclamò Blake, divertito.

<< Non... Vi state preoccupando troppo? >>
Ci domandò Jeanne, imbarazzata.

<< Assolutamente no! Assicurarci la tua sicurezza è il minimo che possiamo fare per qualcuno che ha deciso di darci una mano, non credi? >>
Le rispose Blake, sorridendole.

Jeanne non rispose: ci regalò un enorme e gentile sorriso.



Pochi minuti dopo lasciammo la chiesa, dopo aver deciso in quali giorni lei avesse dovuto seguirci alla comunità.
Decidemmo di mostrarle la strada quello stesso giorno, per presentarla anche al Maestro e a Mirajane. Per quasi metà del viaggio di ritorno Blake non smise di parlare con Jeanne neanche per un secondo, mentre io rimasi in silenzio, osservandomi intorno.

Ad un certo punto, fra la folla del villaggio di Jeanne, notai qualcuno che conoscevo molto bene.
Rapidamente anche quell'uomo mi notò, e la sua espressione venne pervasa dall'odio. Lo riconobbi subito: era quel "John", l'uomo che mi aveva pugnalato nella spalla.
Lo guardai con una espressione minacciosa, seguendolo con lo sguardo per qualche istante... Poi scomparve tra la folla.

Già in quel momento provai una strana sensazione.



<< Ed eccoci arrivati, finalmente! Grazie per aver usato il Blake-Yuu express! >>
Esclamò Blake non appena arrivammo alla comunità, aprendo le braccia verso la nostra casa.

Il sorriso di Jeanne andò rapidamente scemando.

<< E'... Un posto... Carino? >>
Disse, con un sorriso imbarazzato, osservandosi intorno.
Non era effettivamente un luogo fantastico. 
Le case erano tutte in legno scuro, costruite a mano, e non vi era nessuna strada sotto ai nostri piedi. Eravamo a diretto contatto con la foresta che ci nascondeva, e le uniche fonti d'acqua erano un pozzo e un fiumiciattolo a poche decine di metri di distanza da noi.

Blake sbuffò.

<< Lo so, lo so... Non è il meglio che esista, ma è ciò che noi chiamiamo casa. >>
Disse, deluso.

<< Non era mia intenzione offendervi! Non importa la qualità, fino a quando si sta con persone che si amano, ogni posto è una casa accogliente! >>
Gli rispose Jeanne, sentendosi probabilmente in colpa.

<< Oh! E' lei la nuova arrivata? >>
Sentii dire da una voce femminile alle mie spalle.
La conoscevo fin troppo bene.

Ci voltammo tutti e tre, notando una ragazza in tuta da ginnastica.

<< Yo! >>
Disse, sorridendo, Leona.

<< Piacere di fare la sua conoscenza. >>
Le disse Jeanne, porgendole una mano e sorridendo, con la sua classica cordialità.

Leona fece una strana smorfia, per poi sorridere. Si lanciò rapidamente verso Jeanne, mettendole un braccio intorno al collo.

<< Cosa è questa formalità? Il mio nome è Mirajane, quale è il tuo? >>
Le domandò, divertita.

<< J-Jeanne... Jeanne White>>
Le rispose la ragazza dai capelli bianchi, imbarazzata, presentandosi.

Leona sorrise, allontanandosi da noi insieme a lei.

<< Vieni con me, ti mostro il posto. In più è meglio che tu stia con una ragazza, piuttosto che con quei due scimmioni, no? >>
Le disse, trascinandola via da noi.

Le guardai in silenzio per qualche secondo, divertito e con uno strano sorriso stampato sul mio volto.

<< E poi si chiede perché la chiamo Leona. E' un fottuto leone. >>
Dissi tra me e me.
Poco dopo Blake mi posò una mano sulla spalla.

<< Spero che ti vada bene il fatto che sarai tu ad accompagnarla. >>
Mi disse, sorridendomi.

<< Chi se lo sarebbe aspettato, che colpo di scena. >>
Dissi, con un tono infastidito, facendo gli occhi in bianco.

<< Oh, andiamo. Si fida decisamente più di te che di me. Durante il viaggio alla nostra comunità, nonostante ho parlato con lei per tutto il tempo, non ha fatto altro che provare a far partecipare anche te alle nostre discussioni. >>
Mi fece notare.

<< Come se potessi essere di qualche aiuto in discorsi su piante e bacche. >>
Gli dissi, infastidito.

<< Beh, circa otto anni fa hai mangiato delle bacche velenose... Ricordo ancora che andasti ben sei volte al bagno nel giro in una mattinata solo per cag- >>
Mi rispose Blake, divertito, riportando alla luce avvenimenti che non volevo ricordare.

<< E abbiamo finito di parlare. >>
Dissi, innervosito, allontanandomi da lui.

<< Oh, andiamo! Stavo scherzando amico! >>
Mi disse Blake, afferrandomi un braccio e fermandomi.

Sbuffai, infastidito.

<< Comunque, sono sicuro che la aiuterai anche stavolta, no? Andiamo, infondo sto parlando con qualcuno che si è scontrato con un gruppo di banditi per proteggere una ragazza sconosciuta, qualcuno che ha usato i suoi stessi soldi per ripagare i viveri che lei aveva perso. Non sei una persona cattiva, anche se sai comportarti come uno stronzo, molto spesso. Penso solo che tu sia la scelta migliore per accompagnarla, si sentirà anche più a suo agio. >>
Mi disse, riprendendo il discorso di prima.

<< Ho fatto solo cosa pensavo fosse giusto. Niente di più, niente di meno. >>
Gli risposi, con le braccia conserte e un tono serio.



Passarono prima giorni, poi settimane.
Jeanne divenne piano piano sempre più parte della nostra comunità, venendo due o tre volte a settimana. Strinse rapidamente amicizia con Mirajane e Blake, e ben presto quasi tutta la nostra comunità cominciò ad accettarla e accoglierla a braccia aperte ogni volta che veniva a trovarci.

E, ogni volta, io le facevo da scorta sia all'andata che al ritorno.
"Le farai da scorta per evitare che qualcuno possa seguirla": nonostante quello fosse il mio compito, non mi avevano detto come comportarmi in caso qualcuno ci avesse seguito...
Anche se avevo una vaga idea.

Ben presto divenne l'assistente di Blake nel suo laboratorio, aiutandolo in svariate occasioni.
Spesso si fermò anche ad assistere anche ai miei allenamenti, nonostante facessi finta di non vederla.

All'inizio era snervante averla intorno ogni minuto, non capivo perché ci tenesse così tanto a rimanere dove ero io. 
"Si sente in debito" fu ciò che pensai in quei momenti.
Con il passare delle settimane, però, divenne strano il non averla intorno. Era entrata di prepotenza nella vita di tutti i membri della comunità, diventando ben presto qualcuno di amato da tutti. 

La sua personalità solare, il suo carattere gentile e spensierato avevano ammaliato tutti, anche il Maestro stesso.
Quel suo sorriso, però, mi faceva sentire strano.
Un sorriso così gentile ed amorevole... Ogni volta che lo vedevo, ripensavo al sorriso di mia madre... Poi, quel sorriso amorevole, veniva rapidamente sostituito dal suo sguardo terrorizzato: "Sei un mostro!".

Un giorno, notando che fossi teso, Jeanne provò a parlare con me: non avevo niente contro di lei, però le urlai contro.
Ogni volta che la vedevo sorridere, mi sembrava di rivedere mia madre. 
Nonostante tutto non smise di sorridere: "Cosa ti preoccupa? Puoi sfogarti pure, se vuoi. Posso aiutarti" mi rispose.

Non passò molto tempo prima che anche io mi abituassi alla sua presenza, a quel suo sorriso.


____________________________________________________________________________________________________________

Fine del capitolo 1-5, grazie dell'attenzione! Alla prossima!





 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: ArrowVI