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Autore: tsukuyomi_    05/02/2018    4 recensioni
|| NaruHina | Raccolta di 100 capitoli | Presenza di AU ||
Estratto:
{ Capitolo 1: Il biondo mosse il capo in continuazione, su e giù, come a voler spingere la ragazza a continuare nella sua spiegazione, ad illuminare in tal modo la sua oscura incertezza. « ... pungi » terminò, con un angolo delle labbra alzato verso l'alto in un'espressione titubante.
Capitolo 3: " Naruto... hai un semino, proprio qui ".
Capitolo 7: Appoggiò la fronte sulla sua, cercando di comprendere il motivo per cui le guance della ragazza fossero così vermiglie.
Capitolo 20: Lei era bella, bella e delicata, come un meraviglioso fiore. }
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
Capitoli:
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NOTE AUTRICE : Sono particolarmente inspirata in serata, lo ammetto. 
Ci tenevo particolarmente ad inserire questo argomento in questa raccolta, come ci tenevo ad approfondire un pochetto i sentimenti che Naruto ha provato i giorni in cui i suoi figli vennero al mondo, insomma, io me l'immagino cadere a terra svenuto, ma questi sono dettagli. 
Sappiamo che non si è potuto godere il giorno in cui il suo sogno divenne realtà, quindi penso che si è rifatto nel pensare ai due giorni in cui quelle future pesti avrebbero mandato in fumo i suoi sogni di gloria. xD 


 









 
Boruto, steso a pancia in giù sul pavimento, osservava con tanto d'occhi i due genitori appollaiati sul divano; Naruto, con le gote cremisi, aveva lasciato un fugace bacio sulla fronte della moglie, avvicinandosi poi con cauzione verso il ventre di lei, teso ad ospitare la loro futura bambina. 
La loro secondogenita. 
Ma Boruto non poteva sapere che, quello che stava avendo luogo dinanzi ai suoi occhioni cerulei, era un profondo gesto d'affetto mandato avanti dal padre che, preso da una gioia sempre crescente, aveva portato lentamente l'orecchio verso la pancia della moglie, accompagnando i suoi gesti con le mani, circondando i fianchi della corvina con delicatezza degna di nota. 
«Si è mossa, Hina–chan...» aveva sussurrato l'eroe della Foglia con le lacrime agli occhi. 
La donna, alle sue parole sorrise con enfasi — e quelle infinite pozze grigie socchiuse, ad ammirare in un breve spiraglio quella massa informe di capelli dorati poco sotto il suo seno. «Ho sentito, Naruto–kun» rispose gentilmente, appoggiando il palmo della mano destra sulla testa del marito, massaggiando i suoi vellutati capelli chiari. «Ti ha salutato, come sempre». 
Naruto ridacchiò, «Anche papà ti ama, Hima–chan», continuò lo shinobi portando le mani nel luogo in cui aveva sentito il calciare della loro piccola. Il cuore gli stava battendo all'impazzata, tanto che se da lì a breve un'infarto lo avrebbe preso di colpo non si sarebbe per nulla sorpreso. Come poteva un sentimento tanto forte farsi in largo in lui così rapidamente? 
L'aveva provato tempo prima, quando nella pancia di Hinata non vi era Himawari, ma Boruto: Naruto ricordava come se fosse ieri i vari sentimenti che erano nati in lui, che l'avevano spinto ad occuparsi della moglie come meglio poteva; a stringerla ancora di più fra le braccia in ogni momento della giornata; a fare delle foto quasi ogni giorno, come a voler constatare con occhio scettico ed investigativo il crescere del ventre della moglie; il cercare di udire anche i suoi, di movimenti. 
A desiderare di vederlo. 
Ed era strano come, anche in quella occasione, si sentisse elettrizzato all'idea di diventare nuovamente padre, di vedere al più presto la sua bambina. 
Ma Boruto, stanco di osservare la scena in silenzio, decise bene di ricordare ai genitori che lui esisteva. 
Che era lì. 
Perciò, urlò con tutto il fiato che aveva in gola, senza tanti complimenti. 
Naruto non potè non liberarsi in una risata, come del resto anche la moglie, comprendendo immediatamente i fastidi che, certamente, stava provando il loro bambino. Hinata fece per alzarsi, ma Naruto la bloccò di colpo, scuotendo il capo. «No, tu resta qui, Hinata. Faccio io», disse rivolgendole un sorriso tutto denti, prima di dirigersi verso il figlio che, contento di aver attirato l'attenzione dell'amato genitore, aveva puntato i suoi occhioni sul padre. 
«Cosa c'è, Boruto–chan? Guarda che non mi sono dimenticato di te, eh», fece lui, alzando con amorevole dolcezza il figlio da terra, prendendolo da sotto le ascelle. «Papà continuerà ad amarti, chiaro?» chiese alzandolo verso il soffitto, sopra la sua testa, scatenando una contagiosa risata da parte del piccolo. 



Naruto, con le labbra strette in una linea sottile cercava di immagazzinare i punti chiave della ricetta nella sua testa, annuendo con tacita fermezza — anche se, come al solito, non aveva compreso niente —. 
«Ho capito, Sakura–chan, ho capito» disse lentamente, non credendo lui stesso in primis nelle proprie parole. «Farò del mio meglio! Bye bye!» esclamò, ponendo fine alla chiamata. 
«Bene, Boruto–chan. Adesso facciamo da mangiare a noi e alla mamma, chiaro? Mi aiuterai, vero? Starai bravo e buono, mentre io cerco di non distruggere la casa?». 
Il bambino sbattè le palpebre curioso, osservando con interesse il padre indossare un grembiule alquanto imbarazzante — Ah, se qualcuno di sua conoscenza l'avesse visto in quello stato! —, ciucciando lentamente le proprie dita, piegando appena il capo da un lato. 
Naruto lo prese immediatamente in braccio, addolcito da quei grandi occhioni cerulei. Al diavolo, anche se non l'avrebbe lasciato cucinare in pace lui ci sarebbe riuscito ugualmente. 
Si legò della stoffa intorno al petto, inserendo poi il figlio in quella costruzione resa più sicura possibile dalle sue (non) abili mani, ponendolo sulla sua schiena, evitando così brutti incidenti con olio o acqua bollente. 
«Riposa se ne senti la necessità, va bene, Bou–chan?», disse in un sussurrò, rivolgendo un sorriso al figlio che non avrebbe mai notato. 


Il piano andava bene. 
La cucina ancora meglio; inoltre, aveva scoperto un hobby molto interessante. 
La cucina, compresa come costruzione in cui ci si fa da mangiare, era ancora tutta intatta. 
Quale migliore notizia per lui, il figlio e la moglie? 
Peccato che...


BOOM! 
Un frastuono tale da spaventare anche i cervi della tenuta Nara; 
Il letto che traballa; 
Il sussulto di Hinata. 
Cosa...? 
Mai in vita sua era stata così rapida a scendere dal letto, le scale, percorrere tutto il corridoio sino a giungere in cucina dove, con grande sorpresa, vi trovò Naruto, il figlio ed una serie di pentole sparse per terra. 
«Gomen, Hina–chan...» disse Naruto, ridacchiando per l'imbarazzo. «non volevo svegliarti, ma, ecco... è caduto tutto...», cercò di giustificarsi come un piccolo bambino dopo aver combinato un guaio. 
«La cena...» borbottò, scuotendo un mestolo dinanzi al viso. «Però... non ho pensato che noi Uzumaki siamo completamente negati in cucina...». 
«Voi Uzumaki?» chiese Hinata, ridacchiando. 
Naruto annuì, solenne. 
«In tutti i mondi paralleli in cui sono stato è sempre stato mio padre a fare i lavori di casa.» riferì, sorridendo al pensiero. «Buon sangue non mente, 'ttbayo!». 
Già... Boruto, come sentendosi vagamente chiamare in causa, iniziò a piangere. 

 
   
 
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