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Autore: mystery_koopa    07/02/2018    5 recensioni
Con l'Impero Bizantino dell'VIII secolo sullo sfondo si svolgono le vicende dell'ammiraglio della flotta imperiale Konstantinos Ampatis, dei nobili della città di Bisanzio e delle province e del basileus Leone III l'Isaurico. La storia, che segue la vita dell'ammiraglio, inizia con la fine del secondo assedio arabo di Costantinopoli nel 718 e continua per alcuni altri anni successivi a questo evento, coinvolgendo i personaggi in battaglie, intrighi, cospirazioni e storie d'amore.
Dal II capitolo: "Ormai la solitudine era diventata un’abitudine che era parte integrante della sua vita quotidiana, e difficilmente avrebbe rinunciato al tempo che utilizzava per riordinare i suoi pensieri, che correvano nel tempo senza che lui se ne rendesse conto e potesse fermarli"
REVISIONE COMPLETATA
Genere: Introspettivo, Storico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Medioevo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Fenice Purpurea'
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III – UNA DONNA E UN IMPERO

 
Konstantinos chiamò a gran voce il primo ufficiale della nave, il quale chiese all’ammiraglio di cosa avesse bisogno. Egli gli rispose di radunare tutto l’equipaggio, perché la nave sarebbe dovuta partire entro un’ora: l’ufficiale rispose affermativamente all’ordine ed uscì velocemente dalla stanza. Konstantinos si spogliò di tutti gli indumenti e si lasciò cadere sul letto, stringendo ancora in mano la lettera di Chryssa; aveva gli occhi chiusi, ma non stava né dormendo né pensando a ciò che avrebbe fatto non appena fosse arrivato in città: era ritornato ai suoi vecchi pensieri, dai quali ancora non era riuscito a distogliersi nonostante gli avvenimenti di quel giorno. Anche se non ne aveva la minima intenzione la sua mente iniziò a concentrarsi su uno dei momenti più dolorosi della sua vita, un momento che gli tornava in mente spesso ma che voleva solo dimenticare. Quella separazione forzata aveva cambiato la sua vita, contribuendo in larga parte a renderlo ciò che era diventato: un uomo solitario e malinconico, che non tollerava la presenza di nessun altro nel suo stretto spazio privato. L’ammiraglio si alzò, chiuse a chiave la porta della stanza e si sforzò di pensare ad altro, tornando a sedersi sul letto.

L’unico altro pensiero che gli passava per la mente riguardava Chryssa: il loro breve incontro non gli aveva dato il tempo di poter capire la sua personalità, che probabilmente era molto complessa e con mille sfaccettature, così come la sua. Ciò la rendeva una persona interessante, ma Konstantinos rimaneva comunque abbastanza scettico nei suoi confronti. Chissà poi com’era la sorella, che prima di allora aveva a malapena sentito nominare: era veramente una grande macchinatrice come era stata descritta o solamente una sovversiva divenuta pazza per il dolore della morte dell’amato?

Mentre era steso e assorto nei suoi pensieri la nave partì, scuotendosi dopo aver risollevato l’ancora. Konstantinos, la cui concentrazione era ormai compromessa, si alzò nuovamente, osservando la sua stanza, il suo rifugio dal mondo. La porta era situata vicino alla parete opposta a quella dove era appoggiato il letto, a sinistra. Tutte le pareti, il soffitto e il pavimento, coperto da un tappeto persiano, erano in legno. Contro la parete di fronte a lui erano posti due mobili: una cassettiera in legno d’oriente e una specchiera, probabilmente francese, davanti alla quale era posizionata una poltrona rivestita in damasco. Lungo la parete di destra erano situati l’armadio e, nei pressi del letto, un comodino e un baule contenente l’armamento da battaglia dell’ammiraglio: spade, pugnali, foderi, scudi e altri utensili in legno e ferro; sopra il letto era posizionata una stampa raffigurante la città vecchia di Bisanzio, dove la sua vita era iniziata e si era sviluppata per molti anni. Konstantinos si rimise sdraiato, addormentandosi all’istante. Passò tutto il viaggio tra la sua camera ed il ponte, dove passeggiò nervosamente per intere giornate.

 
*

Dopo sei giorni di viaggio la nave giunse nella capitale. Konstantinos la affidò al primo ufficiale fino al suo ritorno e si diresse a piedi verso il palazzo della famiglia Cazaretian, che raggiunse in poco tempo. Chryssa aveva già inviato una lettera a Costantinopoli per annunciare alla sorella il suo arrivo, in modo tale che egli potesse essere accolto come ospite all’interno del palazzo. Ad aprirgli la porta si presentò infatti un cameriere, che, avendo ricevuto ordini in merito dalla Signora, condusse l’ospite nella camera che gli era stata riservata, in modo che potesse ripulirsi e cambiarsi per la cena.

L’arredamento delle sale principali del palazzo era lussuoso ed elegante, mentre quello delle camere da letto piuttosto sobrio ed essenziale. Quella che gli era stata assegnata si trovava nell’ala destra, al primo piano, tra la camera di Agata Yael, la donna che Chryssa aveva indicato come sua informatrice, e quella dei due camerieri. Konstantinos si lavò velocemente, si cambiò d’abito e scese rapidamente le scale, dirigendosi verso la sala da pranzo, dove la tavola era già pronta per la cena e si erano già accomodati gli altri commensali. Ai due capi della tavola erano seduti i due Cazaretian, padre e figlio: alla destra del primo era seduto il suo segretario personale, Philoteos Theron, mentre alla sua sinistra era seduta la dama di compagnia di Leonora, Agata; tra di lei e Vassilis vi era la sorella di Chryssa mentre tra il nobile e Philoteos c’era un posto libero, dove l’ammiraglio avrebbe dovuto sedersi.

Non appena Konstantinos si fu accomodato e i camerieri iniziarono a portare le pietanze, Konstantinos sentì un pesante sguardo addosso: era quello di Leonora, che lo fissava con grande e malcelato disprezzo. La donna non capiva come la sorella avesse potuto mandarle come ospite quell’uomo che lei tanto odiava; se fosse stato uno scherzo, era stato proprio di pessimo gusto, ma Chryssa poteva anche non aver collegato Konstantinos alla morte di Mohammed. Cosa però molto improbabile secondo la sorella che la conosceva così bene, data la sua grande attenzione ai particolari. La conversazione fu subito monopolizzata da Vassilis, che si riteneva assolutamente in dovere di informare l’ammiraglio di tutto ciò che era accaduto a Costantinopoli durante la sua assenza. Il più delle sue parole riguardava argomenti futili e per nulla interessanti, ma una cosa era molto importante: il basileus Leone, che al momento si trovava in visita ad Atene, avrebbe dovuto scegliere un nuovo consigliere dopo il ritiro del precedente, ormai anziano, e Cazaretian stesso era uno dei principali candidati. Probabilmente Leonora sperava nella vittoria dell’ingenuo marito per avvicinarsi al centro del potere ed avere una migliore occasione per colpire, pertanto, realizzò l’ammiraglio, doveva essere fermata al più presto.

Konstantinos si sentì toccare una scarpa; Philoteos gli aveva inserito un biglietto in pergamena di ridotte dimensioni all’interno della calzatura. L’ammiraglio chiese il permesso per alzarsi e un’indicazione per andare nella stanza da bagno, dove, dopo aver serrato la porta, estrasse il biglietto, leggendolo: “Stanotte, all’apice lunare, in camera della signorina Yael”. Dopo aver memorizzato le stringate indicazioni, Ampatis distrusse il biglietto nell’acqua di una tinozza e tornò alla cena, che ormai volgeva al termine. Il primo ad alzarsi fu il capofamiglia, seguito dal figlio, dal segretario e dalla nuora, che alzandosi squadrò malamente l’ammiraglio per l’ennesima volta; Agata invece, prima di alzarsi, lo guardò intensamente, mormorando una parola quasi incomprensibile. Era da non molto calato il buio completo, rischiarato solo dai lucernari: Konstantinos si ritirò nella sua stanza, preparandosi all’incontro che sarebbe avvenuto quella notte.

 
*

L’ora prefissata si avvicinava sempre di più. Konstantinos non aveva chiuso occhio, restando continuamente all’erta e fissando nervosamente il cielo, scuro e terso, finché l’astro non brillò in tutto il suo splendore, alto sull’orizzonte: l’ammiraglio indossò gli stivali ed uscì cautamente dalla stanza, cercando di produrre meno rumore possibile. Agata lo stava già aspettando davanti alla porta; i due entrarono veloci nella sua stanza, chiudendola a chiave dall’interno. La donna aprì una botola situata sotto il letto, che era stato spostato: la ragazza si calò per prima al suo interno, seguita dall’ammiraglio, che la richiuse prontamente. I due avevano raggiunto la cantina attraverso una ripida scala a pioli, dove già li stava aspettando Theron, avvolto in un ampio mantello scuro. Il locale odorava di muffa, le pareti erano umide ed il pavimento trasudava acqua… aveva proprio fatto bene ad indossare gli stivali, pensò. Lungo tutte le pareti erano addossati barili di vino e olio e al soffitto erano appesi insaccati e carcasse di animali già cotti e pronti per essere riscaldati sul braciere.

Philoteos prese per primo la parola: “Signor Ampatis, abbiamo ricevuto indicazioni dalla signora Aristis su come aiutarla. L’obiettivo finale è condurre la signora Leonora in Sicilia, in modo che possa incontrare la sorella e che esse possano accordarsi per una tregua tra due donne, tra una donna e un uomo e tra una donna e un impero”.
“Per prima cosa abbiamo studiato attentamente le abitudini della signora e abbiamo capito che il momento migliore per prelevarla è la prima parte del mattino”, continuò Agata, ”quando il marito si reca al palazzo del basileus e lei rimane sempre chiusa nella sua stanza da letto senza permettere a nessun altro di entrare: nessuno si accorgerebbe se Leonora non ci dovesse essere, e a mezzogiorno sarebbe ormai tardi: la tua nave sarebbe già salpata dal porto e sarebbe impossibile fermarla. Per evitare che qualcuno possa sospettare di te la tua partenza sarà fissata per la sera precedente: il mattino rientrerai dal retro del palazzo dove uno di noi ti starà aspettando per aprirti. Dopodiché dovrai raggiungere la stanza della signora: uno di noi due busserà dicendo che è urgentemente richiesta e, non appena uscirà, la dovrai immobilizzare e portare velocemente alla tua galea, con la quale salperai immediatamente per Messina. Dovremo aspettare un po’ di tempo prima di attuare il piano: tutto dev’essere preparato nei minimi dettagli e non ci dev’essere la possibilità di commettere neanche il minimo errore. La data non è stata ancora fissata nemmeno dalla Signora Chryssa”.
Konstantinos rispose, scettico e contrariato: “Tutto sembra teoricamente perfetto, ma nella pratica succederà per forza qualche imprevisto e dobbiamo essere pronti ad affrontare qualsiasi cosa: possiamo programmare tutto, ma il destino ha sempre altro da porci davanti”. Le due spie rimasero ammutolite, la loro stretta logica non prevedeva imprevisti ma c’era la possibilità, anche piuttosto elevata, che ne accadessero, e loro non si erano preparati.

Konstantinos se li lasciò alle spalle, tornando nella sua stanza attraverso la botola e la camera da letto della dama, furtivamente. Quei due giovani avevano ancora molto da imparare dal mondo, ma non poteva dir loro nulla, non essendo ancora riuscito a dimenticare il suo passato, che continuava a tormentarlo tutti i giorni della sua vita.




SPAZIO AUTORE:
So che avevo detto che avrei pubblicato venerdì, ma avevo troppa voglia, che ci posso fare... ;-)
Ditemi cosa ne pensate di tutti questi nuovi personaggi e di come si sta evolvendo la trama, mi fa sempre piacere ricevere e rispondere ai vostri commenti. Alla prossima,
mystery_koopa
EDIT: Capitolo Revisionato.

 
  
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