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Autore: VeganWanderingWolf    08/02/2018    0 recensioni
raccolta di momenti incentrati sul personaggio di Amanda, post 1a stagione (no spoiler sulla 2a). con grande partecipazione del Trio Chiassoso, e qualche comparsata (comunque notevole) di Dirk, Todd e Farah. Enjoy and stay punk!
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I’m Not A Fan Of Anything/Anyone. It’s Everyone/Everything That Should Be My Fan.

 

1.

 

Amanda era sdraiata sul piano del furgone. Tra lei ed il fondo del furgone giusto un sacco a pelo – o forse due – spiegazzato confusamente, il suo zaino che conteneva buona parte di quelli che considerava i suoi attuali possedimenti sistemato sotto la testa, la schiena inclinata in un modo che non avrebbe dovuto essere dopotutto così comodo per via delle gambe di Gripps, seduto con la schiena appoggiata al lato interno del quattroruote, allungate sotto di lei.

E una mano alzata, appoggiata su una di quelle di Gripps che gliela teneva con estrema delicatezza, mentre le stendeva uno smalto color arancione praticamente fluo sulle unghie con grandissima cura, l’espressione completamente concentrata sul suo compito rassomigliante a quella di un artista all’opera.

Non sembrava rappresentare un problema per lui il fatto che lo stesse passando direttamente sopra al precedente smalto color azzurro elettrico. Di sicuro non era un problema per Amanda.

A volte il colore della nuova passata era sufficiente a coprire quello sottostante, a volte non lo era e il risultato finale era un colore che non corrispondeva a nessuno dei due iniziali e che nessuno di loro sarebbe riuscito a indovinare prima; talvolta Vogel e Cross facevano comunque delle scommesse. A lei piaceva molto, il non poter riuscire a indovinare prima che colore sarebbe venuto fuori invece; non ci provava nemmeno, a immaginarselo prima. Era molto rilassante, non preoccuparsene affatto. Stava valutando se provare ad applicare lo stesso procedimento anche ai capelli, naturalmente non con lo smalto ma con delle tinte apposite.

L’altra mano distrattamente abbandonata su una spalla di Vogel, il quale, sdraiato perpendicolarmente a lei, usava la sua pancia come cuscino, guardando dritto all’insù con la faccia proprio sotto la mano che Gripps stava smaltando, fissando il suo lavoro con sguardo spalancato e come affascinato. Una posizione relativamente pericolosa, dal momento che se uno degli scossoni che agitavano il vecchio furgone in movimento fosse arrivato al punto di far cadere una goccia di smalto a Gripps, essa sarebbe sicuramente atterrata sulla faccia di Vogel.

Ma fino a quel momento non ne era caduta nemmeno una singola goccia. Amanda era sicura che non ne sarebbe caduta nemmeno una. Aveva assoluta fiducia su di questo, così come sembrava averla Vogel, o forse la loro era semplice, totale e spensierata noncuranza. A volte lei non era sicura di riuscire più a definire l’esatta differenza tra queste due, di poter tracciare con nettezza una linea di confine per separarle.

Cross sedeva al posto del passeggero, frugando tra l’enorme quantità di musicassette che il furgone conteneva in ogni angolo (anche i più impensati), spargendole ulteriormente dappertutto; non esattamente come se stesse cercando qualcosa in particolare, anzi, più che altro come se non stesse cercando proprio niente in particolare.

Di tanto in tanto ne sceglieva una, apparentemente senza nessun motivo preciso, e la infilava nel mangianastri del furgone dopo aver estratto quella che ci aveva cacciato dentro precedentemente; con una mano si lanciava quest’ultima dietro le spalle senza nemmeno guardare dove andava a finire, con l’altra pigiava sul bottone del ‘play’ con la grazia di un uomo delle caverne. E la musica partiva.

Ma non c’era preavviso di in che punto partisse, dal momento che quasi nessuna delle audiocassette era interamente riavvolta, e si poteva intuire facilmente come mai, dal momento che Cross la sfilava per sostituirla con un’altra altrettanto senza preavviso, apparentemente semplicemente quando ne sceglieva un’altra da inserire al suo posto, fregandosene se aveva messo su la precedente da due o dieci secondi, da due o venti minuti.

Amanda pensò per un istante che Todd avrebbe potuto ammirare e approvare quella ricca e concentrata collezione musicale, così come sarebbe inorridito vedendo come veniva trattata.

Martin sedeva al posto di guida, circondato da un’aura di composta e minacciosa calma pacifica, come una specie di tigre che, se solo volesse, potrebbe diventare in un istante il peggiore incubo di chiunque la abbia infastidita, ma per tutto il resto del tempo è assai abituata dal suo non aver bisogno di temere niente o nessuno a starsene beatamente in uno stato di placida e reale grazia cosmica. Ed era circondato soprattutto da un alone di fumo di sigaretta.

Un braccio piegato e appoggiato al finestrino completamente abbassato, l’altra mano che impugnava con placida solidità il volante, lo sguardo fisso sulla strada, distolto solo appena e di tanto in tanto per gettare un sommario sguardo dietro all’interno del furgone tramite lo specchietto retrovisore piegato, per poter guardare lì piuttosto che per controllare eventuali auto dietro di loro.

Raramente subivano un incidente, tutt’al’più e più spesso lo provocavano, e non proprio appositamente, quanto perché semplicemente Martin decideva di passare da una parte o dall’altra senza aspettare i comodi di guidatori particolarmente lenti o particolarmente ligi alle regole della segnaletica stradale. Ma quando accadeva, di solito l’altro guidatore coinvolto tendeva a lanciare appena uno sguardo all’impassibilità minacciosa di Martin, e quindi faceva finta di niente. Negli ancora più rarissimi casi in cui tuttavia il/la malcapitato/a trovava misteriosamente il coraggio di provare a rivolgerglisi anche solo per decidersi sul da farsi post-incidente, Martin tendeva a mostrargli/le semplicemente un accenno di tirato e candido sogghigno amichevole (e comunque ancora e sempre pacificamente inquietante), prima di proseguire oltre; il messaggio implicito sembrava una sorta di cortese e non detto ‘per stavolta farò finta di non averti nemmeno sentito’.

Gripps soffiò delicatamente e attentamente sull’unghia che aveva appena finito di ripitturare, per fare asciugare lo smalto.

Vogel si mosse appena per mettersi più comodo con la testa sulla sua pancia.

Cross cacciò fuori dal mangianastri un’altra musicassetta e la sostituì alla velocità della luce con un’altra, come in un’antidiluviana versione di dj.

Martin girò la rotellina dell’accendino accendendosi la sigaretta senza staccare lo sguardo dalla strada, ed esalò un'altra boccata di fumo che si unì immediatamente e indistinguibilmente al resto dell’alone fumoso che già lo circondava.

Amanda tornò a chiudere gli occhi lentamente. Espirò un lungo respiro senza alcuna fretta al mondo.

Non aveva bisogno di tenere gli occhi aperti per essere certa che Gripps non avrebbe fatto cadere una sola goccia di smalto sulla faccia di Vogel, che Cross non avrebbe loro tirato addosso una musicassetta nemmeno per sbaglio, che Martin non avrebbe mai sbagliato una sola singola curva.

Il motore del decrepito furgone del Trio Chiassoso rombava quietamente in sottofondo, come un vecchio drago che le intonasse una ninnananna gutturale.

Tutto era semplicemente perfetto.

 

  
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