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Autore: Midan86    09/02/2018    3 recensioni
I fatti narrati si ambienteranno nella saga di Infinity War, dove gli Avengers dovranno affrontare una minaccia del tutto inaspettata. Thanos.Dopo Loki, Ultron e il barone Zemo, i nostri eroi saranno in grado di affrontare un titano e sconfiggerlo? Tony e Steve recupereranno il loro rapporto di amicizia e di alleanza, o sarà troppo tardi?
Questa è una Stony ambientata però in un contesto di azione e avventura, dove dovranno lottare non solo contro Thaons, ma anche contro il loro orgoglio e i loro demoni personali. Forse riusciranno nuovamente ad unire le forze per salvare l'umanità e il loro amore.
Genere: Avventura, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Thanos, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sembrava improvvisamente che il Santuario si fosse svuotato. Nonostante la presenza di decine di persone al piano di sotto, era calato un silenzio tombale, un silenzio pesantemente ingombrante. La frase di Tony aveva pietrificato Steve, il quale ancora non riusciva a dar voce ai suoi pensieri. Cosa poteva significare realmente quella frase? Forse era soltanto una paura di Tony e di quello che sarebbe successo più avanti nello scontro con Thanos, una sorta di rassegnazione, una constatazione della situazione critica attuale, o significava davvero che Tony fosse sul punto di morire per qualcosa di cui era all'oscuro? Tony era solito essere piuttosto drammatico nelle sue affermazioni, sapeva quanto fosse teatrale in quasi tutto quello che faceva, ma stavolta non poteva aver detto qualcosa di così doloroso e importante solo per ricevere attenzioni, non era questo il momento. Steve era terrorizzato da una probabile risposta, sarebbe rimasto sul ciglio della porta per il resto dell'eternità piuttosto che sapere la verità dei fatti. Ma non ci fu bisogno di attendere, perché Tony proseguì. "Anche se riusciremo a vinceremo questa guerra, non ci sarà mai tempo per noi, ad ogni modo, cercherò comunque di fare la mia parte. Perlomeno così parleranno ancora di Tony Stark, in futuro".
Steve riuscì finalmente a voltarsi e a guardarlo negli occhi. Non riusciva a credere a quelle parole: "E' per il cuore?". Con voce tremolante provò a chiedere spiegazioni.
Tony: "No, il cuore ormai è a posto, forse l'unica cosa che funziona ancora bene. Il mio sistema nervoso è danneggiato. Pensavo che gli effetti del palladio fossero svaniti una volta trovato il nuovo elemento con cui far funzionare il reattore, invece si erano già insinuati in tutto il corpo deteriorandolo. Ne sta risentendo soprattutto il mio cervello, che a quanto pare si diverte a mandare segnali distorti al mio corpo e alle mie cellule. Si sono formate delle neoplasie ai polmoni  e alle ossa, portando le cellule cancerose dritte nel liquido cerebrospinale. In pratica sono una specie di campo minato. Ovviamente non c'è nessuna cura definitiva, ma solo terapie per alleviare il dolore e prolungare l'agonia. Chemio e radioterapia sono ormai inutili a questo stadio. Ho interpellato i migliori oncologi del Globo, i miei scienziati e ricercatori. Io stesso ho provato a trovare una cura con lo stesso elemento che alimenta il mio reattore, ma ciò che ottengo sono solo degli effetti palliativi. La verità è che sono destinato ad andarmene da questo mondo che sia per mano di Thanos o per le mie cellule impazzite. Non ne ho parlato con nessuno oltre te. Non volevo dirlo neanche a te a dire il vero ma... questa storia di nasconderci le cose iniziava a stancarmi."
Steve era incredulo, se Thanos fosse stato presente probabilmente lo avrebbe fatto fuori da solo con la sola forza dei suoi pugni, tanta era la rabbia e la frustrazione che lo pervadeva.
Steve: "Deve esserci un'altra soluzione. Tutto questo è assurdo, Tony. Come... come è possibile? Da quanto ne sei a conoscenza?"
Tony: "L'ho scoperto subito dopo i fatti di Sokovia, ma non ho voluto dire niente perché ancora non si sapeva la gravità della situazione. Ho aspettato di avere notizie più certe. Solo che poi è successo... beh, lo sai. Così alla fine ho preferito tacere con tutti. E' stata dura affrontare tutto da solo. Sai, dopo che mi è stata data la sentenza di morte, ho sentito come un vuoto dentro. Mi sono chiesto se avessi lasciato abbastanza a questo mondo, se la mia eredità sarà valida, se potrà mai servire a qualcuno. Tutte le mie invenzioni, certo, so che saranno utili su vari fronti, eppure sentivo di non aver fatto ancora abbastanza. Poi ho capito che avrei desiderato lasciare non qualcosa, ma qualcuno. Figli miei non ne ho ma, c'è quel ragazzo, Peter. L'ho preso molto a cuore ed anche se ora è così maledettamente immaturo e petulante, io credo di voler riporre in lui tutte le mie speranze e i miei sogni futuri. Ha così tanto potenziale ma va guidato, aiutato a capire quale strada percorrere. Così me lo sono messo sotto la mia ala protettiva e sto cercando di insegnargli tutto quello che so, così che un giorno prenderà il mio posto e la mia eredità sarà in buone mani.  Certo ormai, non sappiamo come andranno le cose, non sappiamo nemmeno se domani saremo ancora tutti vivi o se il mondo verrà distrutto. Ma nel caso dovessimo vincere, vorrei che tu lo aiutassi in questo compito dopo che io me ne sarò andato".
Steve: "Tony no... ti prego. Non devi parlare come se tutto fosse già deciso, non puoi arrenderti così"
Tony: "E' stato già deciso, Steve. Ci sono decine di cartelle cliniche a confermarlo".
Steve: "Tony. quello che stai facendo per Peter è ammirevole, so quanto tieni al ragazzo. Ed è bello che tu abbia scelto qualcuno che porti avanti i tuoi progetti, ma ti prego, concentrati su te stesso adesso. Sei sicuro di aver percorso ogni strada possibile? Sappiamo bene entrambi quante cose assurde ci sono in questo mondo. Forse c'è ancora una soluzione. Io credo che... forse la tecnologia avanzata che c'è in Wakanda potrebbe aiutarti. Non hai idea di cosa possano fare quelle persone. Sono tutte estremamente intelligenti, superiori a qualsiasi altra persona del resto del mondo. Non puoi nemmeno immaginare cosa siano in grado di fare".
Tony: "Lo so, invece. Conosco il loro popolo. Mio padre c'era stato molti anni fa. E' lì che ha preso il Vibranio per farci il tuo scudo. Già allora erano tecnologicamente avanzati, perciò immagino quanto ci abbiano surclassato, ma la mia tecnologia non è da meno. Al momento non esistono terapie farmacologiche in grado di curare tumori del mio tipo in stadio avanzato. Il mio corpo ormai è avvelenato dal palladio. Anche le cellule rigenerate vengono contaminate di nuovo. Per quanto i tuoi amici Wakandiani siano avanzati, non credo che nemmeno loro possano fare qualcosa".
Steve: "Perché? Perché dici così? Perché dai per scontato che non possano fare nulla? Non vuoi nemmeno provarci. Non riesco a capire il tuo atteggiamento. Come puoi sapere qualcosa se non ci provi nemmeno? Ti stai arrendendo, Tony".
Tony: "Perché è così! E' tutto inutile..."
Steve: "Tu non ci sei mai stato! C'è stato tuo padre, quando? Quarant'anni fa? Lo hai detto tu stesso che ormai ci hanno surclassato, e se fossero riusciti a trovare una cura per questo tipo di malattie? Se fossero riusciti a superare la tua tecnloogia? Perché non vuoi provarci? Cosa ti spaventa?"
Tony: "Andiamo Steve, siamo nel bel mezzo di una guerra, non c'è nemmeno tempo di pensare alla mia malattia! Pensi davvero che adesso mi metta a fare le valigie per trasferirmi in Wakanda?"
Steve: "Se riusciremo a superare questa catastrofe, promettimi che verrai con me!"
Tony voltò la testa con un cenno di dissenso e un sorriso sarcastico. sapeva che Steve non avrebbe mollato la presa e ne capiva il motivo, ma la sua convinzione era più forte di qualsiasi altra idea. Per lui non esisteva nessun'altra opzione. La sua tecnologia era al pari di quella wakandiana, o almeno così credeva, e non voleva più imbattersi nell'ennesima illusione di una cura miracolosa che non ci sarebbe stata. Era stanco di lottare e di sprecare tempo ed energie in qualcosa che non avrebbe portato a nulla.
Steve: "Devi lottare, Tony. Non puoi arrenderti, ci sarò io con te. Da ora in poi le tue battaglie saranno anche le mie".
Tony: "Non sai cosa significhi lottare contro qualcosa che non puoi vincere ed esserne consapevole. L'ho fatto per mesi, mi sono illuso di riuscire a trovare un modo. E' stato come tirare pugni su un muro a mani nude. Credi che non ci abbia provato? L'ho fatto anche senza di te. Voglio concentrarmi sulla vera battaglia, ora".
Steve: "Pensavo avessi più coraggio. Non fai che ripetere quanto ti importi di Peter eppure stai per lasciarlo solo. Mi pareva avesse già perso suo zio, e ora perderà anche te perché sei così convinto che le cose debbano andare così. Sai qual è la verità? E' che stai gettando la spugna, non te ne frega niente di Peter, o della guerra o di me. Non te ne frega niente di nessuno! Ti importa soltanto di apparire come un martire, ti piace piangerti addosso e che gli altri ti compatiscano! Sei un egoista, Tony. Un CODARDO!"
Steve era sconvolto, non pensava potesse riuscire a dire parole così dure verso Tony, aveva perfino il fiato corto. Sentiva il cuore battergli all'impazzata, sentiva gli occhi gonfi, come se stessero per essere inondati da un fiume di lacrime. Perché in realtà era quello che avrebbe voluto fare. Non era uno che piangeva spesso, anzi, poche volte nella vita lo aveva fatto. L'ultima volta fu per la morte di Peggy. Fin da ragazzino era abituato a sopportare situazioni difficili. Per via della sua statura fu sempre vittima dei bulli che lo tormentavano. E se all'inizio sembrava una situazione troppo dolorosa da sopportare, grazie anche all'aiuto e al supporto morale di Bucky riuscì a superare quegli anni e a costruirsi uno scudo invisibile che lo proteggeva da ogni male. Aveva quindi imparato presto a mettere via le lacrime per far spazio al coraggio e alla determinazione. Ma ormai quello scudo si era crepato irreparabilmente. Come un anno prima fu costretto a gettare via quello reale per uno stupido e infantile litigio, adesso avrebbe gettato via anche quello che per tutta l'infanzia e l'adolescenza lo aveva protetto dalla cattiveria della gente. Quello scudo che forse lo aveva reso fin troppo impassibile e freddo. Tanto da aver ferito la persona che amava più di una volta. 
Tony rimase a fissarlo con occhi sgranati e lucidi. Era ferito, esattamente come il giorno della battaglia. Non poteva credere che per la seconda volta, Steve, fosse riuscito a fargli così male. Nessun altro al mondo riusciva a spezzargli il cuore così come ci riusciva il soldato biondo.
Tony: "Hai ragione. Sono un codardo. E un egoista. Se vuoi puoi aggiungere altri aggettivi dispregiativi nella tua lista personale. Ma penso che ormai sia quasi piena".  
Steve non disse nulla, continuava a fissare il vuoto, sconvolto dalle sue stesse parole, Tony uscì dalla stanza in silenzio.
Al piano di sotto c'era molta agitazione. Wanda, che ormai si era ristabilita, aveva deciso di tornare indietro e cercare Visione, ma Natasha e Sam la stavano trattenendo.
Tony: "Cosa succede?"
Natasha: "Wanda vuole cercare Visione, è preoccupata per lui e non si dà pace. Ma non può andare lì fuori da sola, è troppo pericoloso".
Wanda: "Non capisci, io devo aiutarlo! Sento che ha bisogno di me. Non posso abbandonarlo!" Intanto le lacrime scorrevano sul suo viso copiose.
Tony: "Ehi, lasciatela avanti, ci penso io". Le afferrò un braccio, poi cercò di rassicurarla. "Capisco la tua posizione, capisco che possa sentirti in colpa per averlo perso, ma non essere impulsiva. Credi davvero che se ora andassi lì, riusciresti salvarlo? Guardati, sei sconvolta e anche ferita. Saresti solo un peso per lui".
Natasha e Sam si guardarono stupiti, non si aspettavano certo un commento simile.
Sam: "E' proprio quello che le serve in questo momento. Sentirsi dire che è un peso. Sai sempre come far stare bene le persone, eh, Tony?"
Tony: "Cosa vuoi che le dica, allora? Vuoi che la inviti a suicidarsi? Perché è questo che succederà se andrà lì da sola!"
Sam: "Ci sono modi migliori per farglielo capire"
Tony: "Sai una cosa, sono stanco di questo tuo atteggiamento arrogante e impertinente. Se non ti stanno bene i miei modi perché non te ne vai... non sei neanche un Avenger ufficiale".
Sam: "Nessuno di noi lo è più per colpa tua" indicò con lo sguardo anche Natasha e Wanda.
Ormai la discussione aveva raggiunto dei toni piuttosto tesi e tutti si erano accorti di quello che stava accadendo. Molti dei presenti sembravano interessati e c'era già chi lanciava scommesse sul vincitore di una  probabile rissa tra i due. Bucky si allontanò dagli altri, recandosi di nascosto verso il primo piano dove si trovava Steve.
Strange: "Che diavolo sta succedendo qui? Perché vi state azzannando voi due?"
Tony: "Non importa. Discussione finita".
Sam: "E con Wanda?"
Tony si voltò verso la ragazza: "Se vuoi salvare Visione devi restare con noi ed essere lucida"
Sam: "Sì, altrimenti ti chiuderà nuovamente in una prigione dorata".
Steve: "ORA BASTA!" Il soldato era arrivato al piano di sotto per far calmare le acque. Bucky lo aveva avvertito della discussione poco piacevole chiedendogli di intervenire.
Steve: "Sam, per favore non metterti in mezzo. Tony conosce Wanda sicuramente meglio di te.
Sam: "Ok, certo. Se pensi che faccia bene a darle del peso allora non mi permetterò più di difenderla".
Steve: "Sono sicuro che Wanda abbia capito." Poi si recò verso la ragazza e l'abbracciò confortandola.
Tony non sopportò quel gesto e si allontanò. Non era stato altrettanto comprensivo con lui. Certo, Wanda era ancora una ragazzina, ma lui era l'uomo che Steve diceva di amare. Nella sua testa ancora risuonava l'eco di quelle offese.
Più avanti, Strange parlò con Steve dell'attuale situazione: "Allora Capitano Rogers, è questo il tuo gruppo? Una manciata di uomini che si odiano tra loro? Sto facendo una fatica immane per mettere d'accordo tutte queste persone, per far sì che mettano insieme le loro forze e agiscano come un gruppo coeso. Sono un più diverso dell'altro e sono arroganti, immaturi, beffardi, egocentrici e scontrosi. Molti di loro non si conoscono o hanno subito dei traumi fisici od emotivi. Farli stare tutti insieme in un unico ambiente senza che si uccidano l'uno con l'altro mi è costato fatica, poi arrivi tu con i tuoi uomini e ricomincia una nuova diatriba".
Steve: "hai ragione, mi dispiace. Purtroppo non sono io a controllare le loro emozioni, ognuno di loro pensa con la propria testa e non posso obbligarli ad amarsi. Ci sono state delle divergenze in passato, che ancora non son state del tutto superate. Siamo sempre stato un gruppo piuttosto difficile da gestire, anche Fury ce lo diceva sempre. Abbiamo sempre trovato ogni scusa per litigare e poche volte siamo stati uniti come un vero team. Per lo più è successo solo dopo brutti episodi. C'era sempre bisogno di un qualcosa che ci spronasse a stare insieme, non lo abbiamo mai fatto perché lo volevamo davvero. Questo è anche il motivo per cui la squadra si è spaccata. Non c'è mai stata una vera coesione, una vera fratellanza. A volte penso che... forse nessuno di noi darebbe la vita per l'altro. Ci piace molto di più giocare singolarmente".
Strange: "Questo è un bel problema. Abbiamo già un nemico da combattere, se poi dobbiamo farlo anche tra noi allora, beh, temo che per la Terra non ci siano molte speranze".
Steve: "E' un qualcosa più grande di tutti noi messi insieme, ma non possiamo mollare, siamo l'ultima speranza per il mondo. Cerchiamo di impegnarci. Io cercherò di sistemare le cose al meglio che posso".
Steve cercò Sam e poi gli parlò in privato.
Steve: "Non volevo essere duro, prima, ma non è il momento di aprire nuove discussioni,Sam. Capisci anche tu in che situazione siamo e creare altre tensioni fra il gruppo, peggiora solo le cose. So che sei ancora arrabbiato con Tony, ma ti prego, cerca di andare avanti. La colpa di quello che è successo non è sua, ma di tutti noi perché non siamo in grado di essere una squadra. Ci pugnaliamo alle spalle appena possiamo e siamo pronti a farci la guerra se uno di noi non è d'accordo con l'altro. Abbiamo tutti le nostre colpe, soprattutto io". Steve abbassò lo sguardo perché ripensava a ciò che era accaduto con Tony qualche minuto prima. Per quanto lui potesse ferirlo non tollerava che lo facessero gli altri.
Sam: "Ok, forse ho esagerato. Ma cavolo, parlare in quel modo a una ragazzina sconvolta, che senso ha?"
Steve: "So che può sembrarti assurdo, ma Tony sa quello che fa e credo lo abbia fatto solo per far capire a Wanda che in questo momento la cosa migliore è restare uniti e pensare ad una strategia. Forse non è stato gentile e premuroso ma, a volte quando si è in uno stato di nervosismo o di stress, si possono dire cose che non pensiamo, anche se queste possono far male".
Sam: " Senti una cosa. Ma hai sistemato la questione con lui? Perché mi sembra un tantino frustrato".
Steve: "Beh io... ero riuscito a sistemarla ma poi l'ho incasinata di nuovo".
Sam: "Oh cavoli, Steve! Senti amico, lascia che te lo dica. Sei davvero pessimo in fatto di relazioni interpersonali. Pensavo di averti insegnato qualcosa e invece ti comporti ancora come un idiota incapace di relazionarti. Beh, vedi di sistemare la questione, o il tuo fidanzato sfogherà la sua frustrazione su tutti noi... ah, roba da matti!". Sam sfuggì alla conversazione e se ne tornò dagli altri piuttosto infastidito.
Steve rifletteva su quello che Tony gli aveva detto. Adesso avrebbe portato quel peso sulle spalle ed era difficile difficile concentrarsi su altro. Però sapeva di dover sistemare le cose con il gruppo. Doveva riuscire in qualche modo a prendere tutte quelle persone e trasformarle in una squadra affiatata e vincente. Per fortuna aveva Strange dalla sua parte, pronto ad aiutarlo in questa difficile missione. Erano gli unici a poterlo fare, gli altri non sembravano minimamente interessati a collaborare tra di loro. Probabilmente ognuno avrebbe fatto di testa sua usando le proprie tattiche e conoscenze.
Purtroppo non ci fu tempo di mettere in atto questa prova, poiché qualcosa rovinò i piani. Ci fu un boato da fuori che colse tutti di sorpresa. Alcuni dei ragazzi si precipitarono a vedere cosa fosse accaduto. Tutto sembrava andasse a fuoco e la terra tremava. L'Ordine Nero stava distruggendo la città, cercando di attirare l'attenzione degli eroi per farli uscire allo scoperto. Poco più avanti trovarono uno dei membri dell'ordine, con il quale ancora non avevano avuto nessuno scontro. Si trattava di Astro Nero. Un altro dei figli di Thanos. Questo, a differenza degli altri, sembrava molto più massiccio, con una pelle coriacea, molto simile a quella del Titano e molto imponente. Strange si fece avanti usando i suoi cerchi magici come scudo, voleva prima capire di cosa si trattasse, parlare con l'alieno e scoprire quali fossero i suoi piani, ma qualcuno non ebbe la sua stesse idea e decise quindi di attaccare.
Furono Peter Quill e Rocket a farsi avanti. Con le loro pistole gettarono una scarica di proiettili contro l'avversario ma sembrò non accusare molto il colpo.
Strange: "Chi vi ha detto di attaccare?"
StarLord: "Nessuno, lo facciamo e basta!"
Rocket: "Questo bastardo ha la pelle dura come quell'altro. Che diavolo, sono fatti tutti di cemento questi stramaledetti alieni?"
Ad un tratto anche Nebula si fece avanti: "Toglietevi di mezzo, falliti!" sparò dei raggi laser dalle sue pistole che portava ai polsi. Solitamente risultavano fatali, incenerendo i nemici, ma stavolta riuscì a malapena a creare delle piccole ferite superficiali su Astro. L'alieno la guardò e ne derise il debole attacco.
Astro Nero: "Tutto qui quello che sapete fare? Mi chiedo come abbiate fatto a ferire Proxima e a far ritirare Gamma Corvi con le vostre insulse armi. Non siete altro che minuscoli insetti da schiacciare".
Scott: "Ehi, mi stai offendendo? Cos'hai contro gli insetti? Ora ti faccio vedere". Lang si rimpicciolì e senza farsi vedere da Astro, riuscì a salirgli sopra. L'alieno si mosse, poi sembrò quasi danzare da solo iniziando a muoversi con strani passi e movimenti delle braccia decisamente scoordinati. I Guardiani rimasero sconcertati, mentre gli altri avevano capito che si trattava di Scott. L'uomo cercò in tutti i modi di far crollare il nemico a terra ma stavolta sembrava riscontrare non poca difficoltà. "Porca miseria, ma quanto pesi? Una dieta ogni tanto la facciamo?"
Peter: "Signor Stark, dovremmo intervenire anche noi?"
Tony: "Lascia che se ne occupino gli altri, e poi sono troppo codardo per farmi avanti"". Non mancò di lanciare una frecciatina verso Steve, il quale, al suo fianco, lo stava guardando.
Peter: "Cosa? Ma se lei è l'uomo più coraggioso che conosca! Io voglio dare una mano".
Strange: "Signor Lang, la smetta! Voglio parlare con lui, lo lasci stare"
Wong: "Dubito che l'ostile voglia parlare. Credo sia venuto qui solo per distruggere e uccidere, e prendere le gemme".
Strange: "Credi che non lo sappia? Ma potrei riuscire a strappargli qualche informazione, se soltanto questo branco di esagitati la smettesse di agire per conto proprio".
Wong: "Beh, è questo il problema, queste persone non hanno capito di essere in una squadra. Non vedono nessuno come loro leader e non staranno certo ai suoi ordini o quelli di nessun altro, a meno che qualcuno non glielo faccia capire con le cattive. Ma comandare non è mai la scelta migliore, c'è bisogno che loro stessi vedano qualcuno come leader e che decidano di loro spontanea volontà di seguirlo".
Scott: "Oh, cazzo. Ma dai!". Scott venne lanciato a terra e assunse nuovamente le sue misure originarie. "Ragazzi, questo è un osso duro, state in guardia".
Sam: "Già, perché finora gli altri erano dei teneri coniglietti coccolosi"
Scott: "Oh andiamo, perché devi riprendere tutto quello che dico"
Sam: "Non è colpa mia se dici sempre cose stupide"
Scott: "Non dico cose stupide. Senti, se non la pianti"
Sam: "Cosa?"
Natasha: "La volete smettere voi due?!"
Strange si fece avanti verso Astro. "Sei dell'Ordine Nero, ti ha mandato Thanos, suppongo. Sei qui per cercare le gemme dell'infinito?"
Astro: "Sono qui per distruggere tutto ciò che è superfluo, come i moscerini di questo pianeta. Ci pensano i miei fratelli alle gemme"
Strange: "Quindi è questo il vostro piano; estinguere gli esseri umani e occupare il pianeta?"
Astro: "Se sarà utile per gli scopi di mio padre non lo distruggeremo, altrimenti farà puff anche lui"
Strange: "Siete già in possesso di molte gemme, immagino"
Steve non potette più ascoltare i discorsi deliranti dell'alieno e decise di intervenire con un attacco rabbioso colpendolo sotto il mento con lo scudo che gli aveva dato T'Challa. Astro Nero cadde a terra all'indietro, suscitando lo stupore di tutti i presenti.
Peter: "Oh cavoli! Ho sempre detto che Captain America è fichissimo!"
Sam: "Vai amico! Spacca il culo a quell'ammasso di muscoli"
Steve: "Non posso più sopportare le vostre parole piene di arroganza e presunzione. Sono stufo del vostro smisurato ego! Se pensate di essere venuti qui per fare i vostri comodi e spazzare via questo pianeta vi siete sbagliati. Forse pensavate di non trovare ostacoli, ma non avete ancora fatto i conti con gli Avengers!"
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Star Lord: "E con i guardiani" 
  
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